Alessia Nobilio si è fernata ai quarti di finale in Spagna
Andrea Romano fuori gioco nel terzo turno di match play
Suo il Red Sea Little Venice Open che si è disputato in Egitto
Mai un norvegese aveva vinto sul circuito statunitense
A Città del Messico Francesco Molinari è terminato al 53° posto
L'australiana Stephanie Kyriacou ha dominato nell'Australian Ladies Classic
Nell’Ein Bay Open in Egitto, gara inaugurale dell’Alps Tour
Azzurre protagoniste nelle gare di College USA dove hanno vinto Clara Manzalini e Virginia Bossi
Adam Scott ha prevalso con 273 (72 64 67 70, -11) colpi nel 94° Genesis Invitational (PGA Tour) dopo una volata finale in cui praticamente tutti i favoriti, compreso lo stesso vincitore, hanno accusato difficoltà lasciando incertezza sul risultato fino alla 17ª buca, quando l’australiano ha messo a segno il birdie decisivo. Ha fatto, però, notizia anche la deficitaria prestazione di Tiger Woods, atteso alla vittoria n. 83, e che invece è terminato 68° e ultimo
La coreana è tornata al successo sul circuito dopo quasi due anni
Ha sorpassato sull’ultima buca il connazionale George Coetzee
Lucas Nicolas Fallotico e Gregorio De Leo terminano undicesimi
Il canadese Nick Taylor ha vinto con 268 (63 66 69 70, -19) colpi, dopo una corsa di testa, l’AT&T Pebble Beach Pro-Am (PGA Tour) svoltosi con formula Pro Am (un pro e un dilettante) sui tre percorsi del Pebble Beach GL (par 72), dello Spyglass Hill GC (par 72) e del Monterey Peninsula CC (par 71), a Pebble Beach, in California. Ha superato Kevin Streelman (272, -15) e Phil MIcelson (273, -14). Il giro finale sul tracciato del Pebble Beach GL
E’ stato a riposo, ma è bastato lo stesso a Rory McIlroy per tornare al vertice mondiale (punti 9,19) a distanza di oltre quattro anni dal settembre del 2015 quando aveva lasciato il trono assommando 95 settimane di regno. Ha superato Brooks Koepka (p. 9,15), che tuttavia in questo ultimo periodo non ha avuto amica la fortuna avendo dovuto smaltire i postumi di un infortunio al ginocchio, che l’ha tenuto lontano dai campi per qualche mese
Enrico Di Nitto ha ottenuto un buon 19° posto con 283 (71 69 68 75, -5) colpi nel RAM Cape Town Open, torneo organizzato in collaborazione tra Challenge Tour e Sunshine Tour, che si è concluso sul percorso del Royal Cape GC (par 72), a Città del Capo in Sudafrica, dove ha vinto lo svedese Anton Karlsson con 274 (72 69 64 69, -14). Nella parte centrale della classifica Aron Zemmer, 27° con 284 (-4), e Lorenzo Scalise, 42° con 286 (-2)
Suo l’ISPS Handa Vic Open al 13th Beach Golf Links in Australia
Ha ottenuto il terzo titolo sul circuito nell’ISPS Handa Vic Open
Nel Phoenix Open battuto Tony Finau alla prima buca
I giocatori sudafricani hanno dominato nel Limpopo Championship, torneo organizzato in collaborazione da Challenge Tour e Sunshine Tour e disputato sui due percorsi dell’Euphoria GC e del Koro Creek GC, entrambi par 72, a Modimolle in Sudafrica. E non poteva, probabilmente, essere altrimenti essendo in numero superiore a tutti gli altri concorrenti.
Si è imposto JC Ritchie con 269 (66 69 67 67, -19)
Nel Saudi International ha ceduto nel finale Paratore (27°)
Nel 90° Portuguese International vince con 8 colpi di margine
Era un mediocre giocatore sul punto di lasciare il tour. Poi ebbe l’ispirazione: rivoluzionò la tecnica dello swing e nacque un mito. La sua storia
Fu chiamato “the hawk”, lo sparviero, ma nessuno vedendolo giocare agli inizi della carriera avrebbe potuto ravvisare in Ben Hogan uno dei più grandi giocatori di golf di tutti i tempi. Nella sua splendida carriera ha conquistato ben nove titoli major, primo a vincerne tre nella stessa stagione, impresa emulata solo da Tiger Woods nel 2000. Hogan è scomparso il 25 luglio 1997 a Fort Worth, nel Texas, stato dove era nato il 13 agosto 1912, a Dublin.
Hogan non ebbe una infanzia facile. La sua famiglia era povera e a dieci anni fu costretto ad andare a lavorare come caddie. Fu un segno del destino indelebile nella sua vita futura. A diciassette anni decise di intraprendere la carriera professionistica dando fondo ai suoi risparmi, ma i risultati sperati non vennero. I soldi finirono presto e fu costretto a enormi sacrifici per sostenere i costi di tre anni assolutamente frustranti. Così decise di dedicarsi all’insegnamento, trovando un posto nel club di Fort Worth.
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La storia del Masters, ufficialmente iniziata nel 1934, forse si dovrebbe retrodatare di otto anni, perché senza l’uragano che investì la Florida nel settembre del 1926 gli eventi avrebbero preso sicuramente una strada diversa, magari senza neanche partire da Augusta. Ma andiamo con ordine. L’Augusta National rappresenta la realizzazione di un sogno di Robert Tyre Jones, detto Bobby, uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi. Voleva fondare un circolo dove le tradizioni del gioco, alle quali era profondamente attaccato, fossero non solo osservate ma anche tramandate, ma desiderava anche un club in cui poter giocare insieme agli amici in un ambiente tranquillo, lontano dagli sguardi degli spettatori.
Questa idea se l’era portata dietro per tutta la carriera da giocatore e, nel 1930, quando si ritirò dall’attività agonistica ad appena 28 anni, decise che era il momento di portarla a compimento. In quell’anno Jones aveva compiuto la più straordinaria impresa golfistica che si potesse immaginare: vincere i quattro major dell’epoca, diversi da quelli attuali... (continua cliccando sul titolo dell'articolo)