25 Luglio 2021

Olimpiadi: a Tokyo la quarta volta per il golf. La storia

Il canadese George Lyon, vincitore dell'oro olimpico nel 1904 Il canadese George Lyon, vincitore dell'oro olimpico nel 1904

A Tokyo 2020 il golf sarà di scena per la quarta volta nella storia delle Olimpiadi iniziata nel 1896 ad Atene in Grecia. Le gare si svolgeranno al Kasumigaseki Country Club di Saitomo, dal 29 luglio al 1 agosto quella maschile e dal 4 al 7 agosto quella femminile. In campo 120 giocatori, 60 uomini e altrettante donne che competeranno sulla distanza di 72 buche, senza taglio. Difenderanno i colori azzurri Guido Migliozzi e Renato Paratore (che vinse l’oro ai Giochi Giovanili nel 2014) e tra le 60 donne vi saranno Giulia Molinaro (alla seconda Olimpiade dopo Rio 2016) e Lucrezia Colombotto Rosso.

Il percorso, stato inaugurato nel 1929, è uno dei più famosi del Giappone, il primo ad avere avuto 36 buche. Ha subito quasi immediatamente un restyling nel 1930 ad opera dell’architetto Charles Hugh Alison e nel 2016 Jim Fazio gli ha dato la configurazione attuale.

Il golf nel 1900 e nel 1904 – Il golf apparve ai Giochi Olimpici per la prima volta nel 1900 a Parigi. L’oro maschile nel golf toccò allo statunitense Charles Sands e le altre due medaglie andarono ai britannici Walter Rutherford e David Donaldson Robertson. Sands, che era anche un tennista e che praticava altri sport, partecipò poi alle Olimpiadi del 1908 nella specialità della pallacorda.

Nella gara femminile vinse l’americana Margaret Ives Abbott davanti alle connazionali Pauline Whittier e Daria Pratt. Curiosa la storia della Abbott, nata a Calcutta il 15 giugno 1878 e deceduta a Greenwich il 10 giugno 1955, che non seppe ma di aver vinto l’oro olimpico. L’edizione dei Giochi del 1900, infatti, si distinse per la pessima organizzazione delle competizioni, trasformate praticamente in attività collaterali dell’Esposizione Universale in corso quell’anno nella capitale francese. Margaret Ives Abbott si era trasferita a Parigi insieme alla madre, la scrittrice Mary Ives Abbott nel 1899 per studiare arte. Entrambe presero parte al torneo di golf l’anno successivo. Margaret chiuse in 47 colpi, prima di dieci concorrenti, e la madre ne assommò 65. Nessuna delle due, però, sapeva di aver partecipato alla gara olimpica. Solo nel 1990 ricerche storiche hanno permesso di ricostruire i programmi e i risultati di quella Olimpiade e alla Ives Abbott fu assegnato il titolo postumo.

Nel 1904 a St. Louis s’impose il canadese George Lyon, che precedette tre americani, Chandler Egan, argento, e Burt McKinnie e Francis Newton, entrambi gratificati con il bronzo. Fu la prima edizione in cui vennero consegnate effettivamente le medaglie, che a Parigi non erano previste. Lyon, nato il 27 luglio 1858 a Richmond Hill e deceduto a Toronto nel 1938, iniziò a praticare golf all’età di 38 anni. Vinse otto volte i campionati amatoriali canadesi e dieci volte i campionati Seniores della sua nazione. Nel 1908 fu semifinalista all’Amateur Championship. A St. Louis non si giocò il torneo femminile, ma si svolse la gara a squadre meschile con successo del team statunitense composto da Robert Hunter, Chandler Egan, Kenneth Edwards, Clement Smoot, Walter Egan, Daniel Sawyer, Edward Cummins, Mason Phelps, Nathaniel Moore e Warren Wood.

L’organizzazione dei Giochi fu ancora peggiore, se era possibile, che a Parigi. Infatti le Olimpiadi vennero abbinate ancora a una esposizione, la Louisiana Purchase Exposition, e le competizioni sportive divennero nuovamente un’appendice. Si dilungarono per cinque mesi e vi parteciparono solo 651 atleti, meno della metà di quanti ve ne furono a Parigi, poiché molte federazioni furono scoraggiate dalla posizione geografica di St. Louis. Sono ricordate anche come le “Olimpiadi della Vergogna” per aver ospitato le cosiddette “Antropological Days”. Apparentemente dedicate alla diffusione della cultura di popoli esotici provenienti da ogni parte del globo, queste “Giornate Antropologiche” si rivelarono ben presto per quello che erano: una manifestazione del razzismo imperante dell’epoca, nelle quali pigmei, inuit, ainu, sioux e altri ancora venivano fatti gareggiare in pseudo-sport come la lotta nel fango o il lancio della palla contro un palo del telegrafo, tra le risate e il disprezzo di migliaia di persone.

Il ritorno a Rio 2016 – Dopo St. Louis il golf scomparve dai Giochi per tornare 112 anni più tardi a Rio de Janeiro nel 2016. La decisione il 9 ottobre del 2009 quando il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) diede parere positivo (63 voti favorevoli su 90). Nella delegazione chiamata a perorare la causa dell'International Golf Federation c’era anche Matteo Manassero, che a giugno aveva vinto il 114° Amateur Championship, insieme campioni del calibro dell'irlandese Padraig Harrington, della norvegese Suzann Pettersen e della statunitense Michelle Wie.

Mentre quest’anno a Tokyo le defezioni sono dovute al Covid-19, sia per paura, sia perché molti atleti sono stati colpiti dalla malattia, a Rio a mettere paura agli atleti (tra i quali Francesco Molinari che rinunciò) fu il virus Zika trasmesso dalle zanzare e isolato per la prima volta da un primate nella Foresta Zika in Uganda nel 1947.. Per l’Italia giocarono Matteo Manassero (27°) e Nino Bertasio (30°), mentre l’oro fu appannaggio dell’inglese Justin Rose che prevalse per due colpi sullo svedese Henrik Stenson dopo uno dei più bei duelli negli annali della disciplina. Bronzo allo statunitense Matt Kuchar.

Nella gara femminile bassa classifica per Giulia Molinaro (53ª) e Giulia Sergas (56ª) e oro alla coreana Inbee Park, che riuscì a trovare le giornate giuste malgrado attraversasse un periodo difficile per infortuni. A cinque colpi la neozelandese Lydia Ko e a sei la cinese Shanshan Feng.

 

 

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