Nell’Amundi Open de France, a Guyancourt, Lorenzo Gagli 32°
Ha vinto per il secondo anno consecutivo il Buick Shanghai
E' anche salito al vertice nell'ordine di merito del circuito
Nono titolo per Jaco Ahlers, che vince in rimonta, 44° Geerts
Ha portato a undici i titoli, sul circuito comprensivi di un major
Andrea Pavan spiega il rendimento altalenante del terzo giro e Francesco Laporta come è arrivato al 13° posto. Molto deluso Guido Migliozzi, che ha perso l'opportunitò di un ben piazzamento, mentre lo statunitense Kurt Kitayama pensa in grande: vincere l'Open e poi essere nella squadra statunitense nella Ryder Cup 2022 a Roma
L’inglese Matthew Fitzpatrick è rimasto al comando con 200 (67 65 68, -13) colpi a un giro dal termine del 76° Open d’Italia, quinta tappa delle Rolex Series dell’European Tour, che si sta svolgendo sul difficile percorso dell’Olgiata Golf Club (par 71) a Roma. Ha perso due posizioni, ma può dire ancora la sua nella corsa al titolo, Andrea Pavan, decimo con 206 (69 67 70, -7), mentre ha effettuato un bel recupero Francesco Laporta, da 28° a 13° con 207 (69 70 68, -6), affiancato dall’inglese Danny Willett.
Andrea Pavan è stato tra i grandi protagonisti della seconda giornata del 76° Open d’Italia, quinta tappa delle Rolex Series dell’European Tour, che si sta svolgendo sul percorso dell’Olgiata GC (par 71), dove l’azzurro più atteso, Francesco Molinari, non ha superato il taglio. Pavan è salito all’ottavo posto con 136 (69 67, -6) colpi, mentre Molinari, 107° con 147 (71 76, +5), ha dovuto lasciare la gara che ha un nuovo leader, l’inglese Matthew Fitzpatrick
Le impressioni di Edoardo Molinari, Francesco Laporta, Renato Paratore e Francesco Molinari che ha detto:“Per come ho giocato oggi mi accontento. E’ stata una giornata in chiaroscuro. L’inizio è stato difficile, ho lottato con tutto quel che avevo dentro e quel birdie sull’ultimo green, che mi ha riportato in par dopo 17 buche sempre sopra, è stato veramente importante per il morale”.
Dai successi alle difficoltà e ritorno. Dopo anni di purgatorio Renato Paratore ha ritrovato la vittoria. Negli Emirati Arabi Uniti ha dominato l’UAE Challenge, evento dell’HotelPlanner Tour, tornando a festeggiare una impresa a distanza di 1.723 giorni dall’ultima volta (British Masters sul DP World Tour nel luglio 2020). “Sono davvero felice. È stato un exploit importante perché non riuscivo ad affermarmi da molto tempo. Ho avuto dei dubbi e mi sono chiesto: ‘Ma riuscirò a tornare a vincere’? Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. E adesso, l’obiettivo del 2025, è quello di riconquistare la ‘carta’ per il massimo circuito continentale”, spiega Paratore in una intervista a cuore aperto sui canali federali. È la storia di un predestinato, quella di Paratore. Nato il 14 dicembre del 1996 a Roma, da dilettante ha conquistato prima lo Junior Orange Bowl nel 2013 a Miami (Usa), poi, nel 2014, il Portuguese International Amateur Championship a Palmela.
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Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925 che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano.
Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta
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