Guido Migliozzi, 37° con 207 (-9), e Renato Paratore, 44° con 208 (-8)
Allo spagnolo l’Hopps Open de Provence dispuato in Francia
Torneo è stato ridotto da 54 a 36 buche a causa del maltempo
Titolo a Canada 1. Fiorellini ottava nell'individuale
Sul percorso di Varese Clara Manzalini si classifica 24ª
Al Golf Nazionale battute il Belgio, l'Olanda e la Svizzera
Numeri da capogiro per il terzo evento sportivo più importante al mondo, che ha superato ogni previsione. Sold out, non solo al Marco Simone Golf & Country Club
Natalia Aparicio, Matilde Partele e Francesca Fiorellini difendono i colori azzurri nel World Junior Girls Golf Championship presented By Sargent Farm, il campionato del mondo a squadre della categoria, con graduatorie per team e individuale, che si disputa dal 4 al 7 ottobre sul percorso del Brampton Golf Club, a Brampton nell’Ontario, in Canada.
Ventuno le nazioni partecipanti per 22 team con il Canada che potrà schierare per regolamento due formazioni. Insieme alle padrone di casa e all’Italia scenderanno in campo le rappresentative di Spagna, che difenderà il titolo, Austria, Belgio, Taiwan, Colombia, Repubblica Ceca, Danimarca, Inghilterra, Finlandia, Germania, Islanda, Messico, Perù, Polonia, Corea del Sud, Svezia, Svizzera, Stati Uniti e Galles.
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Un trionfo per il Team Europe nella Ryder Cup, che ha sconfitto il Team Usa per 16,5 a 11,5 e per Roma, Capitale per una settimana del golf mondiale. La 44ª edizione della competizione, terza al mondo a livello sportivo per importanza mediatica, che per la prima volta si è svolta in Italia, sul percorso del Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma), è stata un caleidoscopio di emozioni forti in uno scenario unico fatto di campioni, acceso agonismo e giocate che poche volte si vedono. Grande protagonista il pubblico, una folla straripante che ha trasformato il grande evento in una festa, con un mix di sana passione per l’aspetto sportivo, ma accompagnandola con coreografie incredibili, cori, esaltazione per i propri beniamini, a loro volta eccitati da un tifo da stadio. Giornate che sarà impossibile dimenticare, già passate alla storia di una delle migliori edizioni in assoluto della Ryder Cup, con Roma, vestita a festa per annunciare quanto stava per andare in scena e poi assoluta protagonista nel saper accogliere gli spettatori venuti da tutto il mondo e impossibilitati a sfuggire al suo fascino. (Per continuare a leggere cliccare sul titolo
Il Team Europe ha mantenuto il vantaggio di cinque punti sul Team Usa (10,5 a 5,5) e nella giornata finale dovrà conquistare quattro punti sui dodici in palio per aggiudicarsi il trofeo nella 44ª edizione della Ryder Cup, che per la prima volta nella sua storia quasi centenaria si disputa in Italia, sul percorso del Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma).
Ancora grande spettacolo sul campo e fuori, con giocate che solo i tanti campioni in gara sono capaci di offrire
Dai successi alle difficoltà e ritorno. Dopo anni di purgatorio Renato Paratore ha ritrovato la vittoria. Negli Emirati Arabi Uniti ha dominato l’UAE Challenge, evento dell’HotelPlanner Tour, tornando a festeggiare una impresa a distanza di 1.723 giorni dall’ultima volta (British Masters sul DP World Tour nel luglio 2020). “Sono davvero felice. È stato un exploit importante perché non riuscivo ad affermarmi da molto tempo. Ho avuto dei dubbi e mi sono chiesto: ‘Ma riuscirò a tornare a vincere’? Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. E adesso, l’obiettivo del 2025, è quello di riconquistare la ‘carta’ per il massimo circuito continentale”, spiega Paratore in una intervista a cuore aperto sui canali federali. È la storia di un predestinato, quella di Paratore. Nato il 14 dicembre del 1996 a Roma, da dilettante ha conquistato prima lo Junior Orange Bowl nel 2013 a Miami (Usa), poi, nel 2014, il Portuguese International Amateur Championship a Palmela.
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Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925 che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano.
Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta
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