Nicola Montanaro

Nicola Montanaro

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L'Italia vince l'Octagonal Match

L’Italia ha battuto in finale per 5,5 a 3,5 l’Irlanda e ha vinto da assoluta protagonista la sesta edizione dell’Octagonal Match che si è svolto sul percorso del Costa Ballena Ocean Golf Club, a Rota nei pressi di Cadice in Spagna. Un successo alla prima uscita stagionale in cui gli azzurri hanno prima dominato il girone di qualificazione e poi avuto ragione degli irlandesi con una rimonta nei singoli, dopo lo svantaggio nei doppi, a conferma di un settore giovanile che si esprime su ottimi livelli.

Le otto squadre partecipanti sono state divise in due gruppi di quattro dove ognuna ha affrontato le altre tre con classifica a punti. L’Italia ha guadagnato la finale imponendosi nel proprio raggruppamento dopo aver pareggiato con la Spagna (4,5-4,5), che difendeva il titolo, e battuto Inghilterra (6-3) e Svizzera (7,5-1,5). Prima anche l’Irlanda nel suo girone che ha superato il Portogallo (7-2) e l’Olanda (6,5-2,5) e pareggiato con la Germania (4,5-4,5). Per la terza posizione la Germania ha sconfitto per 5-4 gli iberici.

Nella finale l’Italia è andata in svantaggio per 1-2 nei doppi, che nei primi tre incontri aveva sempre vinto (nove su nove). Nardini-Florioli hanno mantenuto l’imbattibilità superando Sean Keeling/Jack Murphy (4/3), ma gli irlandesi hanno reagito con Fionn Dobbin/Donnacha Cleary (1 up su Giovanni Binaghi/Lucas Nicolas Fallotico) e con Jack Hearn/David Sheil (1 up su Filippo Ponzano/Alessio Scaramastra). Nei singoli gli azzurri hanno ribaltato la situazione con i successi di Lucas Nicolas Fallotico (5/4 su Jack Murphy), Filippo Ponzano (2/1 su Jack Hearn), Giovanni Binaghi (3/2 su Donnacha Cleary) e di Marco Florioli (1 up su Davis Shiel). A completare il risultato il pari di Alessandro Nardini con Sean Keeling e la vittoria ininfluente di Fionn Dobbin (4/3 su Alessio Scaramastra). Il team è stato accompagnato dagli allenatori Alessandro Bandini e Giorgio Grillo.

E’ il primo successo degli italiani in questo torneo, ma avevano ottenuto una vittoria anche nel 2017, quando l’evento, nato nel 2001, era un Quadrangolare, formula variata dal 2018.

Risultati finali. Primo posto: Italia-Irlanda 5,5-3,5; 3° Germania-Spagna 5-4; 5° pari tra Inghilterra e Olanda (4,5-4,5), ma vittoria alla prima; 7° Portogallo-Svizzera 5-4

Fase a gironi. Risultati primo girone: Italia-Spagna 4,5-4,5; Inghilterra-Svizzera 6,5-2,5; Italia-Inghilterra 6-3; Spagna-Svizzera 8-1; Italia-Svizzera 7,5-1,5; Inghilterra-Spagna 4,5-4,5. Classifica: Italia p. 5; Spagna p. 4; Inghilterra p. 3: Svizzera p. 0.

Secondo girone: Irlanda-Portogallo 7-2; Olanda-Germania 8-1; Irlanda-Germania 4,5-4,5; Portogallo-Olanda 5,5-3,5; Irlanda-Olanda 6,5-2,5; Germania-Portogallo 7-2. Classifica: Irlanda 5; Germania p. 3; Olanda p. 2; Portogallo p. 2.

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LPGA: nono titolo per N. Korda, Liti out

Nelly Korda è stata profeta in patria vincendo con 273 (65 67 68 73, -11) colpi il LPGA Drive On Championship, torneo del LPGA Tour disputato sul percorso del Bradenton Country Club (par 71) di Bradenton in Florida, la città dove è nata 25 anni fa.

Ha concluso la gara alla pari con la neozelandese Lydia Ko (65 70 69 69), che si era imposta nella prima gara stagionale (Tournament of Champions) e poi l’ha superata con un par alla seconda buca supplementare. In campo Roberta Liti, al primo evento sul circuito con ‘carta’ piena, che è uscita al taglio (104ª con 148 - 76 72, +6).

Nelly Korda nei cui palmarès figurano nove titoli sul tour, comprensivi di un major, e tre sul Ladies European Tour, ha iniziato il round conclusivo con quattro colpi di vantaggio sulla Ko, che alla buca 15 l’ha sorpassata, ma con un birdie sull’ultimo green ha strappato il playoff. E’ stata una prestazione horror per 16 buche della vincitrice che tre bogey e un doppio bogey, poi l’eagle alla 17 le ha permesso di contrare quello della rivale mantenendosi in corsa e quindi recuperando come descritto. Per il titolo la Korda ha ricevuto un assegno di 262.500 dollari su un montepremi di 1.750.000 dollari.

Al terzo posto con 276 (-8) Megan Khang, al quarto con 277 (-7) Luci Li e la giapponese Ayaka Furue e al sesto con 278 (-6) Auston Kim e la cinese Xiyu Lin.

 

LA VIGILIA - Roberta Liti inizia la sua prima stagione sul LPGA Tour con ‘carta’ piena partecipando al LPGA Drive On Championship, in programma dal 25 al 28 gennaio al Bradenton Country Club di Bradenton in Florida.

Difende il titolo la francese Celine Boutier, 30enne di Clamart, numero tre al mondo, con sei titoli sul circuito, comprensivi di un Major (Evian Championship, 2023), quattro sul Ladies European Tour, al netto del Major, e due sul Symetra Tour (oggi Epson Tour). Nel field di buona qualità altre quattro proette che sono nella top ten del Rolex Ranking: le statunitensi Lilia Vu, numero uno, e Nelly Korda, numero quattro, che è nata proprio a Bradenton, la cinese Ruoning Yin, numero due, e la neozelandese Lydia Ko, numero nove.

Ci sono comunque tante altre giocatrici di spessore tra le quali ricordiamo le americane Lexi Thompson, Jennifer Kupcho e Allisen Corpuz, la canadese Brooke M. Henderson, l’irlandese Leona Maguire vincitrice del torneo nel 2022, la messicana Gaby Lopez, la thailandese Ariya Jutanugarn, la coreana In Gee Chun, le giapponesi Ayaka Furue e Nasa Hataoka, la cinese XiYu Lin e l’inglese Georgia Hall, superata al playoff dalla Boutier lo scorso anno. Da seguire anche le svedesi Linn Grant e Maja Stark e le statunitensi Lucy Li e Alexa Pano.

Roberta Liti, che in passato ha partecipato a qualche gara sul circuito maggiore, ha ottenuto la “carta” dopo una bella stagione lo scorso anno sull’Epson Tour, classificandosi all’ottavo posto nella money list. Al suo attivo sei presenze tra le prime dieci in graduatoria, sfiorando la vittoria in due occasioni con un secondo e un terzo posto. Il montepremi è di 1.750.000 dollari.

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DP Tour: domina Olesen, italiani in basso

Dominio del danese Thorbjorn Olesen nel Ras Al Khaimah Championship, il torneo del DP World Tour che ha vinto con 261 (69 62 63 67, -27) colpi a Ras Al Khaimah negli Emirati Arabi Uniti. A completare il triolfo danese Rasmus Hojgaard (267, -21), fratello gemello di Nicolai, per curiosa coincidenza secondo anche lui nel concomitante torneo disputato sul PGA Tour (Farmers Insurance Open).

Sul percorso dell’Al Hamra Golf Club (par 72) si sono classificati al 56° posto Lorenzo Scalise con 281 (70 71 70 70, -7), al 59° Francesco Laporta con 282 (72 66 74 70, -6), unico azzurro a essere andato sempre a premio in stagione, e al 68° Guido Migliozzi con 284 (71 67 73 73, -4).

Olesen, 34enne di Hareskovby, ha siglato l’ottavo titolo sul circuito a cui si aggiungono un successo sul Challenge Tour, quattro sulla Nordic Golf League e uno nella World Cup of Golf (in coppia con Soren Kjeldsen, 2016). Ha preso il comando nel terzo giro con quattro colpi di margine su Hojgaard, che poi nel quarto ha portato a sei con un parziale di 67 (-5, un eagle, cinque birdie, un doppio bogey). Non è stato però tutto facile, perché il suo avversario nelle prime sette buche aveva annullato lo svantaggio. Olesen, poi, con un eagle all’ottava e con tre birdie nel rientro ha chiuso il conto con gli interessi. Per il titolo ha ricevuto un assegno di 392.416 euro su un montepremi di circa 2.300.000 euro (2.500.000 dollari la cifra ufficiale).

Buona prova anche del francese Frederic Lacroix, terzo con 268 (-20), che è rimasto sempre in alta classifica. In quarta posizione con 271 (-7) i tedeschi Yannik Paul e Maximilian Kieffer, il sudafricano Brandon Stone, il giapponese Keita Nakajima e l’inglese Callum Shinkwin, che era stato al vertice dopo un round con un 62 (-10), nuovo record del campo eguagliato da Olesen nel secondo. In nona con 272 (-16) lo spagnolo Angel Hidalgo, lo svedese Sebastian Soderberg, l’inglese Richard Mansell e Joshua Grenville-Wood degli Emirati Arabi Uniti.

Sono usciti al taglio gli altri italiani in gara: Edoardo Molinari, 90° con 143 (70 73, -1), Andrea Pavan (73 72) e Filippo Celli (68 77), 106.i con 145 (+1), e Matteo Manassero, 113° con 146 (73 73, +2). Out anche l'inglese Daniel Gavins, che difendeva il titolo, 130° con 152 (+8).

 

TERZO GIRO - Il danese Thorbjorn Olesen ha innestato il turno ed è passato a condurre con 194 (69 62 63, -11) colpi nel Ras Al Khaimah Championship che si sta disputando all’Al Hamra Golf Club (par 72) di Ras Al Khaimah negli Emirato Arabi Uniti. In panne gli italiani rimasti in gara, che navigano in bassa classifica: Guido Migliozzi (71 67 73) e Lorenzo Scalise (70 71 70) sono 57.i con 211 (-5) e Francesco Laporta, unico azzurro che in questo inizio di stagione non ha subito tagli, è 66° con 212 (72 66 74, -4).

Olesen, che ha realizzato un 63 (-9) con dieci birdie e l’unico bogey in 54 buche, ha un vantaggio di quattro colpi sul connazionale Rasmus Hojgaard, secondo con 198 (-18). In terza posizione con 200 (-16) il francese Frederic Lacroix, in quarta con 201 (-15) il sudafricano Brandon Stone, lo spagnolo Angel Hidalgo e l’altro danese Marcus Helligkilde e in settima con 202 (-14) il paraguaiano Fabrizio Zanotti, il sudafricano Zander Lombard, il belga Matthis Besard, l’inglese Todd Clements e l’iberico Manuel Elvira.

Sono usciti al taglio: Edoardo Molinari, 90° con 143 (70 73, -1), Andrea Pavan (73 72) e Filippo Celli (68 77), 106.i con 145 (+1), e Matteo Manassero, 113° con 146 (73 73, +2). Out anche l'inglese Daniel Gavins, che difendeva il titolo, 130° con 152 (+8). Il montepremi è di 2.500.000 dollari (circa 2.300.000 euro).

 

SECONDO GIRO - Negli Emirati Arabi Uniti, dopo il secondo round del Ras Al Khaimah Championship, con un totale di 130 (-14) colpi, il danese Rasmus Hojgaard (66 64) e lo spagnolo Manuel Elvira (68 62), condividono la vetta della classifica.
Nel torneo del DP World Tour, che si gioca sul percorso del Al Hamra Golf Club (par 72) di Ras Al Khaimah, i due leader sono tallonati dall'inglese Callum Shinkwin, da solo in testa al termine del primo giro, e dal danese Thorbjorn Olesen, entrambi 3/i con 131 (-13).

Tra gli azzurri, guadagnano posizioni sia Guido Migliozzi (71 67) che Francesco Laporta (72 66), entrambi 36/i con 138 (-6) davanti a Lorenzo Scalise, 65/o con 141 (-3). Il vicentino Migliozzi, con un 67 (-5) di giornata avvalorato da cinque birdie, senza bogey, è risalito dalla 67/a piazza. Mentre il pugliese Laporta, con un 66 (-6) bogey free, frutto di sei birdie, di posizioni ne ha guadagnate addirittura cinquanta.

Sono invece usciti al taglio: Edoardo Molinari, 90/o con 143 (-1), Andrea Pavan e Filippo Celli, 106/i con 145 (+1), Matteo Manassero, 113/o con 146 (+2). Eliminato, 130/o con 152 (+8), anche l'inglese Daniel Gavins, vincitore del torneo nel 2023.

 

PRIMO GIRO - Negli Emirati Arabi Uniti, dopo il primo giro il leader del Ras Al Khaimah Championship è Callum Shinkwin. Sul percorso del Al Hamra GC (par 72) di Ras Al Khaimah, l'inglese con uno score di 62 (-10) colpi, avvalorato da 11 birdie (di cui cinque di fila all'inizio e altrettanti nelle ultime sei buche giocate), con un bogey, precede in classifica il suo connazionale Richard Mansell, 2/o con 64 (-8) al fianco del sudafricano Brandon Stone.

Nel torneo del DP World Tour, il terzo dell'International Swing, buon inizio per Filippo Celli. Il romano, 20/o con 68 (-4), si è reso protagonista con sei birdie in 17 buche e la sua prova, fino a quel momento senza errori, è stata macchiata da un doppio bogey alla 18. Dietro di lui, 48/i con 70 (-2), Edoardo Molinari (quattro birdie e due bogey) e Lorenzo Scalise (cinque birdie e tre bogey). E' invece 67/o con 71 (-1) Guido Migliozzi, che oggi festeggia il suo 27esimo compleanno. In ritardo Francesco Laporta, 86/o con 72 (par). Con lui rischiano il taglio Matteo Manassero e Andrea Pavan, 102/i con 73 (+1).

Avvio da horror per Daniel Gavins. Il britannico, che difende il titolo conquistato nel 2023, è 136/o con 78 (+6), in penultima posizione. L'evento mette in palio 2.500.000 dollari, di cui 416.667 andranno al vincitore.

 

LA VIGILIA - Da Dubai a Ras Al Khaimah. Il DP World Tour rimane negli Emirati Arabi Uniti dove è in programma la terza edizione del Ras Al Khaimah Championship (25-28 gennaio). Si gioca sul percorso dell’Al Hamra Golf Club dove saranno in gara sette italiani: Guido Migliozzi, Andrea Pavan, Matteo Manassero, Lorenzo Scalise, Francesco Laporta, Filippo Celli ed Edoardo Molinari, appena riconfermato vicecapitano del Team Europe per la Ryder Cup 2025.

Difende il secondo dei suoi due titoli l’inglese Daniel Gavins, 32enne di Leeds, alla terza gara stagionale dopo l’inizio poco confortante nei due tornei precedenti a Dubai. Nel field numerosi giocatori in grado di recitare ruoli da protagonisti e, in particolare, i danesi Thorbjorn Olesen e Rasmus Hojgaard, che proverà a emulare il fratello gemello Nicolai a segno nella prima edizione dell’evento (2022), e i sudafricani Thriston Lawrence, Ockie Strydom, e Zander Lombard, quest’ultimo peraltro desideroso di prendersi la rivincita dopo il secondo posto dello scorso anno. Non saranno i soli. Hanno le carte in regola per proporsi almeno in alta classifica gli inglesi Dale Whitnell, Todd Clements, Dan Bradbury e Jordan Smith (runner up nel 2022), gli spagnoli Pablo Larrazabal e Jorge Campillo, lo svedese Simon Forsstrom, il tedesco Yannik Paul, il canadese Aaron Cockerill, il cinese Haotong Li, l’indiano Shubhankar Sharma e il giapponese Masahiro Kawamura.

Tra gli azzurri, che sono stati tutti un po’ altalenanti in questa prima fase della stagione, sembra in crescita Migliozzi, a premio nelle ultime tre uscite e con un 13° posto nel Dubai Invitational. E’ alla quarta presenza Laporta, la prima nel 2024, unico tra gli italiani a non aver subito tagli e che ha dalla sua un decimo posto nel South African Open. Anche Celli debutta nel 2024 con la necessità di trovare quel ritmo giusto che è mancato nelle prime due apparizioni.

Non è andata bene nel Dubai Desert Classic a Edoardo Molinari, Pavan, Manassero e Scalise, fermati dopo 36 buche e quindi in cerca di riscatto. Da ricordare, però, la quinta posizione di Manassero nel South African Open e i tre piazzamenti tra la 14ª e la 18ª di Pavan. Il montepremi è di 2.500.000 dollari.

Il torneo su Sky e in streaming su NOW - Il Ras Al Khaimah Championship sarà trasmesso da Sky e in streaming su NOW ai seguenti orari: giovedì 25 gennaio e venerdì 26, dalle ore 9 alle ore 14, e sabato 27, dalle ore 9,30 alle ore 14 su Sky Sport Golf, Sky Sport Uno e su NOW. Domenica 28, dalle ore 8,30 alle ore 13,30 ai Sky Sport Golf e su NOW. Commento di Silvio Grappasonni, Roberto Zappa, Alessandro Lupi e di Andrea Sillitti

Sarà Edoardo Molinari il primo vicecapitano del Team Europe alla Ryder Cup 2025 di Bethpage (New York). Per il capitano (confermato) del Vecchio Continente, l’inglese Luke Donald, il torinese rappresenta il punto da cui ripartire per provare a inseguire insieme un successo che, Oltreoceano, manca dal 2012. E precisamente da quell’exploit in rimonta che fu ribattezzato come “Miracolo di Medinah”. Di quella squadra, per quel che riguarda i 12 in campo, faceva parte anche Francesco Molinari.

Un riconoscimento importante per Edoardo Molinari e per tutto il movimento azzurro. Il piemontese, nella prima Ryder Cup italiana, che si è giocata nel 2023 al Marco Simone Golf & Country Club di Roma, anche grazie al suo supporto statistico ha svolto un ruolo decisivo, determinante, ai fini dell’impresa del team Europe.

La 45esima edizione del confronto Europa-Usa sarà la prima Ryder Cup, sul suolo americano, che vedrà un italiano nel ruolo di vicecapitano.

Le dichiarazioni

“Dopo la memorabile vittoria a Roma del Team Europe, in più interviste dissi che non riconfermare Edoardo sarebbe stato un grande errore. Non mi sbagliavo. Perché Edoardo non solo è stato riconfermato, ma promosso. Donald ha scelto di ripartire proprio da colui che più di tutti ha collaborato all’impresa firmata in Italia dal Vecchio Continente. Tutto questo rappresenta un vanto per l’intero movimento azzurro e una risposta a chi inizialmente pensava che la nomina a vicecapitani dei fratelli Molinari per la Ryder Cup di Roma fosse dipesa dal fatto che l’Italia ospitasse la competizione e, pertanto, dovesse ricevere un contentino. Anche questa volta, è stato premiato il merito. Ne siamo orgogliosi”, le dichiarazioni di Franco Chimenti, Presidente della Federgolf.

“Aiutare Luke e l'intero Team europeo nel 2023 è stato fantastico e qualcosa di cui andrò sempre orgoglioso. Ma ora è il momento di fare tutto il possibile per contribuire a trasformare i componenti della compagine continentale sempre più in leggende vincendo una Ryder Cup in trasferta”, la soddisfazione e l’obiettivo di Edoardo Molinari.

“Non potrei essere più entusiasta di riavere Edoardo Molinari in squadra come primo vicecapitano. Il guru delle statistiche è tornato e sono felice di condividere questo viaggio con lui”, il bentornato di Luke Donald. “Grazie capitano, saranno 20 mesi emozionanti. Non vedo l’ora di partecipare a confronti, cene e practice round, insieme”, il ringraziamento, a Donald, di Molinari.

Il francese Matthieu Pavon ha concluso il Farmers Insurance Open con 275 (69 65 72 69, -13) e ha firmato il suo primo titolo sul PGA Tour superando di un colpo il danese Nicolai Hojgaard, secondo con 276 (-12). Sui percorsi del Torrey Pines GC (South Course e North Course, entrambi par 72), a la Jolla, nei pressi di San Diego in California, ha preso parte all’evento Francesco Molinari, che si è classificato 73° con 290 (70 69 77 74, +2).

Pavon, 31enne di Tolosa all’undicesima partecipazione sul circuito, con un palmarès nel quale figurano anche un successo sul DP World Tour, due sull’Alps Tour e due sul French Tour, ha rimontato dal secondo posto con un parziale di 69 (-3, cinque birdie, due bogey), ottenuto sul South Course dove i concorrenti hanno effettuato i due round finali dopo essersi alternati sul due tracciati nelle prime 36 buche.

Per il transalpino è stato fondamentale il birdie sull’ultimo green che gli ha permesso di evitare il playoff con Hojgaard, il quale aveva provato ad agganciarlo con la stessa moneta. Pavon è il primo francese a imporsi sul circuito dopo la seconda guerra mondiale. In realtà Martin Trainer aveva vinto nel 2019 il Puerto Rico Open, ma in quel momento giocava sotto bandiera americana. Dopo quell’exploit ha cambiato nazionalità con la francese. Il titolo ha fruttato a Pavon un assegno di 1.620.000 dollari su un montepremi di 9.000.000 di dollari e un salto dalla 34ª alla seconda posizione nella graduatoria della FedEx Cup.

Hanno concluso al terzo posto con 277 (-11) Nate Lashley, Jake Knapp e il tedesco Stephen Jaeger, che era al vertice dopo 54 buche, e al sesto con 278 (-10) Tony Finau, Beau Hossler e il taiwanese Kevin Yu. Tra i giocatori al nono con 279 (-9) Xander Schauffele, numero 5 mondiale, e solo al 13° con 280 (-8) Max Homa, numero sette, che difendeva il titolo. Deludente Patrick Cantlay, numero sei, 56° con 287 (-1). Nota di merito per l’irlandese Shane Lowry, non tanto per l’esito (25° con 282, -6), ma per aver realizzato un albatross, evento piuttosto raro, alla buca 6 (par 5 di 543 yards), che ha messo a segno il secondo colpo da 256 yards.

 

LA VIGILIA - Il PGA Tour resta in California dove è in programma il Farmers Insurance Open (24-27 gennaio) a cui prende parte Francesco Molinari, che torna sui green statunitensi dopo la precedente apparizione a novembre nel RSM Classic.

Sui percorsi del Torrey Pines GC (South Course e North Course), a San Diego in California, difende il titolo Max Homa, 33enne di Burbank (California), numero sette mondiale, con sei successi sul circuito, uno sul DP World Tour e due sul Korn Ferry Tour. Nel field vi sono numerosi concorrenti che possono impedirgli il bis e, in particolare, gli altri sette giocatori tra i top 20 del World Ranking: Xander Schauffele (n. 5), Patrick Cantlay (n. 6), Collin Morikawa (n. 12), Keegan Bradley (n. 13), l’austriaco Sepp Straka (n .17), l’australiano Jason Day (n. 18, due volte a segno nel 2015 e 2018) e Sahith Theegala (n. 19).

In grado di concorrere allo spettacolo anche Tony Finau, Will Zalatoris, Gary Woodland, lo svedese Ludvig Aberg, il giapponese Hideki Matsuyama e numerosi atleti che giocano sul DP World Tour tra i quali ricordiamo lo scozzese Robert MacIntyre, il polacco Adrian Meronk e i francesi Matthieu Pavon e Victor Perez.

Nel torneo, nato nel 1952 e giunto alla 72ª edizione dopo aver cambiato nome diverse volte, oltre a Homa e a Day, saranno al via altri cinque past winner: Luke List (2022), l’inglese Justin Rose (2019), Brandt Snedeker (2012, 2016), Scott Stallings (2014) e Nick Watney (2009). Recordman di vittorie Tiger Woods, con sette, di cui quattro consecutive, seguito da Phil Mickelson con tre.

Francesco Molinari, dopo un inizio di 2024 sul tour continentale in cui spicca il quinto posto nel Dubai Invitational, rientra sul circuito americano con l’obiettivo di continuare il percorso intrapreso per tornare ai suoi alti livelli qualitativi. Il montepremi è di 9.000.000 di dollari con prima moneta di 1.620.000 dollari.

Il torneo su Discovery Plus e su Eurosport 2 - Il Farmers Insurance Open sarà teletrasmesso da Discovery Plus e da Eurosport 2 ai seguenti orari: mercoledì 24 gennaio e giovedì 25, dalle ore 21 alle ore 1, e venerdì 26, dalle ore 21 alle ore 2 su entrambe le piattaforme. Sabato 27, dalle ore 21 alle ore 2 su Discovery Plus e dalle ore 22,35 alle ore 2 su Eurosport 2. Commento di Nicola Pomponi, Alessandro Bellicini e di Isabella Calogero.

Trentatré anni dopo l'ultima volta (Phil Mickelson nel 1991), un dilettante torna a vincere un torneo del PGA Tour. A La Quinta, in California, l'americano Nick Dunlap con un totale di 259 (64 65 60 70, -29) colpi (nuovo record della gara) ha conquistato il 'The American Express' superando in volata il sudafricano Christiaan Bezuidenhout, secondo con 260 (-28) davanti a due big statunitensi, Xander Schauffele e Justin Thomas, terzi con 261 (-27) al fianco di Kevin Yu.

"Ci ho messo molto a tirare l'ultimo putt, è vero. Ma ho voluto godermi il momento, perché nello sport come nella vita nulla è scontato. Potrei non avere più questa possibilità, quindi ho voluto vivermi al massimo quell'istante", le prime dichiarazioni del 20enne americano. Talento in erba, la scorsa estate ha emulato Tiger Woods affermandosi come secondo giocatore ad aver vinto sia lo U.S. Junior che lo U.S. Amateur.
Ancora un primato per Dunlap, più giovane dilettante dal 1931 (Charles Kocsis al Michigan Open) a imporsi sul PGA Tour (fondato nel 1929).

Dunlap, che grazie a questo exploit ha conquistato un'esenzione per giocare sul circuito fino al 2026, è ora chiamato a prendere una decisione: passare al professionismo o rimanere ancora un amateur? "Non ne ho idea, in questo momento non voglio pensarci", la risposta dell'americano. La cui affermazione al The American Express, visto lo status di golfista dilettante, non gli ha permesso d'incassare un solo dollaro. E pensare che il secondo posto ne ha fruttati 1.512.000 a Bezuidenhout.

Stefano Mazzoli si è classificato ottavo con 345 (69 67 73 67 69, -13) colpi nella Qualifying School 2024-Finals e ha ottenuto la “carta” per giocare quest’anno sull’Asian Tour. Il torneo, che si è disputato sui due percorsi dello Springfield Royal Country Club (par 72) e del Lake View Resort & Golf Club (par 71), a Cha-Am in Thailandia, sulla distanza di 90 buche, è stato vinto con 340 (71 69 68 66 66, -18) dallo svedese Kristoffer Broberg.

Il 36enne di Stoccolma, con due titoli sul DP World Tour e quattro sul Challenge Tour, ha preceduto il giapponese Shogenji Tatsunori, secondo con 342 (-16), l’australiano Justin Warren, il filippino Justin Quiban e lo spagnolo Carlos Pigem, nell’ordine con lo stesso score di 344 (-14). Con il medesimo punteggio dell’azzurro, lo svedese Charlie Lindh, il nipponico Ryosuke Kinoshita, il coreano Hanmil Jung, il thailandese Danthai Boonma e l’altro coreano Junggon Hwang.

Mazzoli è stato sempre in zona qualifica sin dal primo round che ha concluso al 18° posto. Nel secondo è salito al terzo, poi è sceso al 14° e nel quarto si è portato all’ottavo, posizione che poi ha mantenuto con un parziale di 69 (-3 nel turno conclusivo, che si è tenuto allo Springfield Royal Country Club, dopo che i concorrenti si erano alternati anche sul Lake View Resort & Golf Club.

Hanno partecipato alla gara altri due italiani, che sono usciti al taglio dopo 36 buche: Michele Ortolani, 157° con 149 (75 74, +6), e Andrea Saracino, 171° con 150 (74 76, +7), che era stato ammesso alla finale avendo superato lo Stage 1, a Kanchanaburi sempre in Thailandia, dove si era classificato al 16° posto.

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DP Tour: vince McIlroy, Migliozzi 25°

Il nordirlandese Rory McIlroy ha vinto per il secondo anno consecutivo l’Hero Dubai Desert Classic, giunto alla 35ª edizione, primo dei cinque tornei stagionali delle Rolex Series del DP World Tour disputato all’Emirates Golf Club (par 72) di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Il numero due mondiale ha concluso con 274 (71 70 63 70, -14) colpi superando il polacco Adrian Meronk, secondo con 275 (-13), che ha appena ricevuto il Seve Ballesteros Award, assegnato al Player of the Year del circuito 2023, e lo statunitense Cameron Young, terzo con 276 (-12), dopo essere stato leader nei primi tre round. Nel giro finale Guido Migliozzi, unico azzurro rimasto in gara, ha recuperato 26 posizioni classificandosi 25° con 285 (73 68 75 69, -3).

McIlroy, 34enne di Holywood, secondo la scorsa settimana nel Dubai Invitational, nel cui palmarès figurano 24 successi sul PGA Tour, comprensivi di quattro Major e tre WGC, ha firmato il decimo titolo di DP World Tour (al netto di Major e WGC) e il terzo nelle Rolex Series, che gli ha fruttato un assegno di 1.530.000 dollari su un montepremi di nove milioni di dollari. Inoltre è divenuto recordman di vittorie in questo evento con quattro (2009, 2015, 2023, 2024), distaccando il sudafricano Ernie Els che lo affiancava con tre alla vigilia. e realizzando la doppietta consecutiva che era prerogativa del solo scozzese Stephen Gallacher (2013, 2014). Ha eguagliato pure il primato sul giro con 63 (-9), stabilito dall’inglese Dan Bradbury lo scorso anno, impresa riuscita anche al giapponese Masahiro Kawamura nel secondo round. Il 63 nel terzo (un eagle, sette birdie) è stato fondamentale per l’exploit di McIlrloy, perché gli ha permesso di salire dal 24° al secondo posto. Poi, per conquistare il titolo, gli è bastato un 70 (-2, tre birdie, un bogey). Meronk, che lo affiancava in seconda posizione, ha commesso troppi errori (71, -1, cinque birdie, due bogey, un doppio bogey) che ha pagato con il colpo di ritardo, mentre Young, che aveva già alzato lo score nel turno precedente, ha ceduto con uno 74 (+2, tre birdie, cinque bogey).

Alle spalle dei tre protagonisti, quarti con 278 (-10), il canadese Aaron Cockerill, lo spagnolo Pablo Larrazabal e il cileno Joaquin Niemann, membro della LIV Golf a segno a dicembre nell’Australian Open. Al settimo posto con 279 (-9) il danese Nicolai Hojgaard, Masahiro Kawamura, il cinese Haotong Li e l’australiano Adam Scott. Deludenti e mai in partita l’inglese Tyrrell Hatton, 31° con 286 (-2), e lo statunitense Brian Harman, campione in carica del The Open 2023, 70° con 294 (+6).

Guido Migliozzi è stato piuttosto altalenante. Ha iniziato in 62ª posizione, è salito in 24ª e poi sceso in 51ª per rimontare con il parziale di 69 (-3, quattro birdie, un bogey) a chiudere. Sono usciti al taglio: Francesco Molinari (72 73) e Andrea Pavan (74 71), 75.i con 145 (+1) e out per un colpo, Edoardo Molinari, 86° con 146 (72 74, +2), Matteo Manassero, 100° con 148 (76 72, +4), e Lorenzo Scalise, 109° con 150 (76 74, +6).

 

TERZO GIRO - La grande rimonta del nordirlandese Rory McIlroy, numero due mondiale e campione in carica, da 24° a secondo con 204 (71 70 63, -12), ha caratterizzato il “moving day” del 35° Hero Dubai Desert Classic, primo dei cinque tornei stagionali delle Rolex Series del DP World Tour che si sta disputando all’Emirates Golf Club (par 72) di Dubai negli Emirati Arabi Uniti.

Ha continuato la sua corsa di testa lo statunitense Cameron Young, leader con 202 (67 64 71, -14), che però ha rallentato con un 71 (quattro birdie, un bogey, un doppio bogey). Ha perso 27 posizioni Guido Migliozzi, unico italiano rimasto in gara, 51° con 216 (73 68 75, par).

McIlroy, che ha realizzato un 63 (-9, un eagle, sette birdie), miglior parziale di giornata, condivide la seconda piazza con il polacco Adrian Meronk, mentre, anche se al quarto posto con 207 (-9), hanno un ritardo difficile da colmare l’olandese Rasmus Hojgaard e il cinese Haotong Li, soprattutto per la qualità di chi li precede.

Al sesto con 208 (-8) il cileno Joaquin Niemann, giocatore della LIV Golf, al settimo con 209 (-7) il danese Thorbjorn Olesen e gli inglesi Alex Fitzpatrick, fratello minore di Matt, e Tommy Fleetwood, vincitore del precedente Dubai Invitational, e al decimo con 210 (-6) l’altro danese Nicolai Hojgaard, fratello gemello di Rasmus. Non hanno risposto alle attese l’inglese Tyrrell Hatton, 30° con 213 (-3), e lo statunitense Brian Harman, a segno nel The Open 2023, 67° con 218 (+2).

Sono usciti al taglio: Francesco Molinari (72 73) e Andrea Pavan (74 71), 75,i con 145 (+1) e out per un colpo, Edoardo Molinari, 86° con 146 (72 74, +2), Matteo Manassero, 100° con 148 (76 72, +4), e Lorenzo Scalise, 109° con 150 (76 74, +6). Il montepremi di nove milioni di dollari con prima moneta di 1.530.000 dollari.

 

 

SECONDO GIRO - Lo statunitense Cameron Young è rimasto solitario al comando con 131 (67 64, -13) colpi nell’Hero Dubai Desert Classic, giunto alla 35ª edizione, primo dei cinque tornei stagionali delle Rolex Series del DP World Tour che si sta svolgendo all’Emirates Golf Club (par 72) di Dubai negli Emirati Arabi Uniti. E’ rimasto in gara un solo italiano, Guido Migliozzi, 24° con 141 (73 68, -3), stesso score del nordirlandese Rory McIlroy, numero due mondiale, che difende il titolo.

Young con un parziale di 64 (-8, nove birdie, un bogey) ha allungato decisamente la classifica, lasciando a tre colpi, secondi con 134 (-10), il polacco Adrian Meronk e l’inglese Andy Sullivan, che faceva parte con il leader del quartetto di testa dopo un round. Più indietro gli altri due, il danese Rasmus Hojgaard, quarto con 137 (-7) insieme al fratello gemello Nicolai e allo scozzese Richie Ramsay, e il cinese Haotong Li, ora settimo con 138 (-6) insieme ad altri sette concorrenti tra i quali il danese Thorbjorn Olesen e il giapponese Masahiro Kawamura, autore di un 63 (-9, un eagle, otto birdie, un bogey), miglior score di giornata che gli ha permesso di recuperare 89 posizioni.

Migliozzi ha realizzato un 68 (-4, cinque birdie, un bogey) con cui ha rimontato dal 62° posto. Sono usciti al taglio: Francesco Molinari (72 73) e Andrea Pavan (74 71), 75,i con 145 (+1) e out per un colpo, Edoardo Molinari, 86° con 146 (72 74, +2), Matteo Manassero, 100° con 148 (76 72, +4), e Lorenzo Scalise, 109° con 150 (76 74, +6). Il montepremi di nove milioni di dollari con prima moneta di 1.530.000 dollari.

 

PRIMO GIRO - Negli Emirati Arabi Uniti, il primo giro dell'Hero Dubai Desert Classic, torneo Rolex Series del DP World Tour, è stato sospeso anzitempo per l'arrivo dell'oscurità con ancora nove giocatori chiamati ad ultimarlo.

All'Emirates Golf Club (par 72) di Dubai, bagarre in vetta alla classifica dove, con uno score di 67 (-5) colpi, guidano il leaderboard l'americano Cameron Young, il danese Rasmus Hojgaard, l'inglese Andy Sullivan e il cinese Haotong Li. A tallonarli, un gruppetto di sette inseguitori, tutti 5/i con 68 (-4), composto, tra gli altri, dal polacco Adrian Meronk, appena nominato miglior golfista del 2023 sul massimo circuito continentale, e Nicolai Hojgaard, fratello di Rasmus.

Tra gli azzurri, Francesco ed Edoardo Molinari condividono la 42/a posizione con uno totale di 72 (par), mentre Guido Migliozzi è 61/o con 73 (+1). Sul +1, ma dopo 16 buche giocate, c'è anche Andrea Pavan. Più indietro Matteo Manassero e Lorenzo Scalise, 112/i con 76 (+4).

Per quel che riguarda i big più attesi della competizione, l'inglese Tommy Fleetwood, reduce dall'exploit nel Dubai Invitational, è 12/o con 69 (-3). Mentre il nordirlandese Rory McIlroy, numero due mondiale, e l'americano Brian Harman, nono nel world ranking, sono 27/i con 71 (-1). Inizio brillante per McIlroy, con quattro birdie nelle prime nove buche giocate.

Finale però da dimenticare per lui, con tre bogey nelle ultime quattro giocate. Nel mezzo, un altro birdie e un bogey. Discorso simile per Harman. Partito anche lui dalla 10, dopo tre birdie nella prima parte di gara, con un bogey, nella seconda ha trovato altri due birdie, con un bogey alla 7 e un doppio bogey alla 9.

Prima, di cinque Rolex Series del 2024, l'Hero Dubai Desert Classic mette in palio 9.000.000 di dollari, di cui 1.530.000 andranno al vincitore.

 

LA VIGILIA - Francesco Molinari e Guido Migliozzi, dopo la bella prestazione della scorsa settimana (quinto e 13° nel Dubai Invitational), tornano in campo per partecipare all’Hero Dubai Desert Classic (18-21 gennaio), giunto alla 35ª edizione, primo dei cinque tornei stagionali delle Rolex Series del DP World Tour in programma all’Emirates Golf Club di Dubai con un montepremi di nove milioni di dollari (prima moneta di 1.530.000). Altri quattro gli azzurri in gara: Edoardo Molinari, Matteo Manassero, Andrea Pavan e Lorenzo Scalise.

Difende il titolo il nordirlandese Rory McIlroy, numero due mondiale, vincitore per la quinta volta lo scorso anno della Race To Dubai (ordine di merito), recordman di successi dell’evento con tre (insieme al sudafricano Ernie Els), che sarà affiancato da altri tre protagonisti del Team Europe dominatore del Team Usa nella Ryder Cup di Roma, la prima svoltasi in Italia e che ha avuto un successo mondiale. Proveranno infatti a impedirgli di puntare alla quaterna il danese Nicolai Hojgaard e gli inglesi Tyrrell Hatton e Tommy Fleetwood, quest’ultimo reduce dalla vittoria nel Dubai Invitational dove ha superato sull’ultima buca proprio McIlroy e il sudafricano Thriston Lawrence. Al via anche il capitano della formazione continentale, riconfermato per la Ryder Cup 2025, l’inglese Luke Donald, e tre vice capitani, i citati due Molinari e il danese Thomas Bjorn, a segno in questa gara nel 2001.

Nel qualificato field anche il polacco Adrian Meronk, che ha appena ricevuto il Seve Ballesteros Award, assegnato al Player of the Year del circuito 2023, il danese Rasmus Hojgaard, gemello di Nicolai, e il neozelandese Ryan Fox, già salito sul gradino più alto del podio in un torneo Rolex Series, gli statunitensi Brian Harman, campione in carica del The Open, e Cameron Young, l’australiano Adam Scott e il cileno Joaquin Niemann, in forza alla LIV Golf e vincitore a dicembre dell’Australian Open.

Tanti anche i giocatori che hanno qualità e caratteristiche per entrare nel novero dei favoriti tra i quali ricordiamo gli spagnoli Pablo Larrazabal, Adrian Otaegui e Jorge Campillo, l’inglese Dan Bradbury, che detiene il primato del campo (63, -9), il danese Thorbjorn Olesen, il tedesco Yannik Paul, il francese Antoine Rozner e il sudafricano Ockie Strydom, oltre a Lawrence.

Insieme a McIlroy (2009, 2015, 2023) e a Bjorn, vi saranno soltanto altri tre past winner: il cinese Haotong Li (2018), lo spagnolo Rafa Cabrera Bello (2012) e lo scozzese Stephen Gallacher, unico autore di una doppietta consecutiva (2013, 2014). L’altro con due successi è Tiger Woods (2006, 2008). Els (1994, 2002, 2005) vanta pure tre secondi posti.

In chiave azzurra si attendono conferme da Francesco Molinari, che non si classificava tra i top ten da un anno, e da Guido Migliozzi, dopo la tonica prestazione precedente. Gli altri sono al debutto nel 2024, ma hanno già preso parte ad alcuni degli eventi che hanno aperto il DP World Tour iniziato a fine novembre. Sono al quinto impegno Manassero, un po’ altalenante ma con un ottimo quinto posto nel South African Open, e Pavan, che nelle ultime tre uscite è terminato tra il 14° e il 18°. Edoardo Molinari è alla terza presenza dopo la 20ª piazza nell’Alfred Dunhill Championship, mentre Scalise, alla quarta, ha necessità di alzare i ritmi.

Il torneo su Sky e in streaming su NOW - L’Hero Dubai Desert Classic sarà trasmesso da Sky, canali Sky Sport Golf e Sky Sport Uno, e in streaming su NOW, con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 18 gennaio e venerdì 19, dalle ore 8,30 alle ore 14,30; sabato 20 e domenica 21, dalle ore 8 alle ore 14. Commento di Silvio Grappasonni, Michele Gallerani, Massimo Scarpa e di Andrea Sillitti.

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PGA Tour: Murray batte Bradley e An

A distanza di quasi sette anni dall'ultima volta, Grayson Murray (69 63 64 67) torna al successo sul PGA Tour grazie all'impresa firmata al play-off nel Sony Open. L'americano, che ha sconfitto l'alcolismo, a Honolulu ha superato alla prima buca di spareggio, il suo connazionale Keegan Bradley (67 66 63 67) e il sudcoreano Byeong Hun An (67 64 68 64).

Alle Hawaii, tutti e tre i giocatori hanno chiuso le 72 buche regolamentari con un totale di 263 (-17) colpi, ma a far la differenza è stato poi un birdie del 30enne di Raleigh (North Carolina). E pensare che tre anni fa, proprio durante il Sony Open, Murray fu coinvolto in un incidente nel bar di un hotel dove alloggiavano molti campioni del PGA Tour.

 "Ero un alcolizzato che odiava la vita del PGA Tour e il mio antidoto era l'alcool", la rivelazione dello statunitense. "Pensavo di non riuscire a uscirne e invece ce l'ho fatta. Sono sobrio da otto mesi e in questo momento non voglio cambiare nulla di ciò che sto facendo", ha spiegato ancora Murray. Bravo a riconquistare la carta per il PGA Tour dopo due exploit arrivati nel 2023 sul Korn Ferry Tour, alle Hawaii è tornato a imporsi nel circuito che più conta. La vittoria gli ha fruttato 1.494.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 8.300.000 dollari.

Francesco Molinari, quinto con 269 (68 70 68 63, -15) colpi, dopo aver realizzato il miglior parziale di giornata con un 63 (-8), e Guido Migliozzi, 13° con 275 (70 70 68 67, -9), hanno offerto entrambi un’ottima prestazione nel Dubai Invitational, settimo evento della nuova stagione del DP World Tour e primo nel 2024. Sul percorso del Dubai Creek Resort (par 71) a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, ha vinto con 265 (66 69 63 67, -19) l’inglese Tommy Fleetwood che ha battuto con un birdie sull’ultima buca, dopo un avvincente finale ricco di grandi giocate ed emozioni, il sudafricano Thriston Lawrence e il nordirlandese Rory McIlroy, numero due mondiale e numero uno del circuito 2023 (suo quinto successo nell’ordine di merito), secondi con 266 (-18). In quarta posizione con 268 (-16) l’inglese Jordan Smith e in sesta con 270 (-14) lo statunitense Sean Crocker e il sudafricano Zander Lombard, messo fuori gioco nella corsa al titolo da un palla in acqua alla buca 14.

McIlroy, leader nei primi due round, e Fleetwood, che lo ha sorpassato nel terzo, sono stati i grandi protagonisti dell’evento, dopo essere stati tra i trascinatori del Team Europe vincitore sul Team Usa nella Ryder Cup di Roma, la prima disputata in Italia e che ha avuto un successo planetario.

Fleetwood ha subito allungato per le incertezze iniziali di McIIroy, poi ha subito la rimonta del nordirlandese e il ritorno di Lawrence (quarto al via con quattro colpi di ritardo) e il trio si è trovato alla pari. Sull’ultima buca la decisione: il sudafricano è arrivato per primo al traguardo con il “-18” dopo un 64 (-7, sette birdie e par finale), poi McIlroy ha mancato il putt del par (67, -4, sette birdie, tre bogey) e Fleetwood ha messo a segno il quinto birdie di giornata (67, -4, cinque birdie, un bogey) per il sorpasso e il titolo.

L’inglese, 32enne di Southport, ha firmato il settimo successo sul circuito per un palmarès che comprende tre presenze in Ryder Cup, di cui anche la prima da ricordare nel 2018 a Parigi quando fece coppia imbattibile con Francesco Molinari, poi autore di una cinquina di successi storica. Per il titolo ha ricevuto un assegno di 425.000 dollari su un montepremi di 2.500.000 dollari.

Francesco Molinari ha effettuato un gran giro in 63 (-8), come detto miglior score del turno, con quattro birdie in avvio, tre in chiusura e in mezzo altri due birdie e un bogey. Si è espresso con ottime giocate, tra le quali lunghi putt per dei birdie e una “hole in one” alla buca 16 sfiorata per questione di centimetri. Ha iniziato la gara al decimo posto, è passato per il 15° e l’11° prima delle sei posizioni guadagnate a chiudere. Non si classificava tra i top ten sul tour da gennaio dello scorso anno (quinto nell’Abu Dhabi HSBC Championship, dopo aver vinto la settimana prima con il team dell’Europa continentale, e da capitano, l’Hero Cup).

Guido Migliozzi, alla terza uscita, ha tenuto un passo regolare per tre round, mantenendosi sulla 20ª piazza, quindi ha alzato i ritmi terminando con un 67 (-4, sei birdie, due bogey).

Ora i due azzurri sono chiamati a dare conferme, nuovamente a Dubai, nel primo torneo delle Rolex Series del DP World Tour, l’Hero Dubai Desert Classic (18-21 gennaio). Insieme a loro, all’Emirates GC, saranno in gara anche Edoardo Molinari, Lorenzo Scalise, Andrea Pavan e Matteo Manassero. Al momento è seconda riserva Francesco Laporta.

Le prime 54 buche si sono svolte con formula pro am e tra gli amateur ha prevalso Ali Fatourechi con 189 (-24) colpi seguito da Abdulla Al Naboodah, stesso score. Il primo affiancato da Fleetwood e il secondo da McIlroy.

 

TERZO GIRO - Negli Emirati Arabi Uniti è testa a testa tra due grandi protagonisti della Ryder Cup di Roma, Tommy Fleetwood e Rory McIlroy. Al termine del "moving day" del Dubai Invitational, l'inglese con un giro bogey free in 63 (-8), avvalorato da otto birdie, e un totale di 198 (66 69 63, -15), ha superato il nordirlandese, già leader a metà gara e ora 2/o con 199 (-14). Mentre in 3/a posizione con 201 (-12) ecco il danese Thorbjorn Olesen.

Nel torneo del DP World Tour, al Dubai Creek Resort (par 71), ha guadagnato invece quattro posizioni Francesco Molinari, da 15/o a 11/o con 206 (68 70 68, -7) dopo un terzo round in 68 (-3), con quattro birdie e un bogey. Dietro di lui, 21/o con 208 (70 70 68, -5), ecco il vicentino Guido Migliozzi, protagonista con tre birdie, senza bogey.

Da una parte Fleetwood, 32enne di Southport che lo scorso ottobre a Roma ha realizzato il punto che ha certificato il successo del team Europe nella 44esima edizione della Ryder Cup.

Dall'altra McIlroy, 34enne di Holywood, numero 2 mondiale, cinque volte miglior giocatore d'Europa ed emblema del golf continentale. A Dubai è sfida show tra due big del green.

 

SECONDO GIRO - Negli Emirati Arabi Uniti, anche dopo il secondo giro, è ancora Rory McIlroy il leader del Dubai Invitational. Nel torneo del DP World Tour, nonostante un passaggio a vuoto (quadruplo bogey alla buca 8, par 3, con due volte la pallina finita in acqua), il numero 2 mondiale guida la classifica con uno score di 132 (62 70, -10) colpi. Sul percorso del Dubai Creek Resort (par 71), giro in 70 (-1), con cinque birdie e, appunto, un quadruplo bogey per il nordirlandese che, a metà gara, ha due colpi di vantaggio sul tedesco Yannik Paul e sul danese Jeff Winther, entrambi 2/i con 134 (-8).

Tra gli azzurri, ha invece perso cinque posizioni Francesco Molinari, da 10/o a 15/o con 138 (68 70, -4). Round in 70 (-1) per il torinese. Partito dalla buca 10, ha realizzato tre birdie nelle prime quattro buche giocate. Poi, sono arrivati tre bogey, con un birdie importante alla buca 9, l'ultima della sua giornata. Ancora miglior italiano del torneo, precede in classifica Guido Migliozzi, sempre 20/o con 140 (70 70, -2).

Nuovo giro in 70 (-1) per il vicentino che, come Molinari, è partito dalla 10 siglando tre birdie nella prima parte di gara, con due bogey arrivati nelle ultime due buche giocate.

L'evento, che mette in palio 2.500.000 dollari, di cui 425.000 andranno al vincitore, nei primi tre giri si gioca con formula pro-am (un professionista e un dilettante). Mentre l'ultimo round sarà riservato solamente ai 60 big della competizione.

 

PRIMO GIRO - Il 2024 sul green di Rory McIlroy comincia nel migliore dei modi. Il nordirlandese negli Emirati Arabi Uniti ha chiuso il primo round del Dubai Invitational al comando della classifica. Il nordirlandese, numero 2 mondiale, con uno score di 62 (-9), grazie a una prova bogey free con nove birdie, guida il leaderboard con due colpi di vantaggio sul tedesco Yannik Paul, secondo con 64 (-7) davanti al sudafricano Thriston Lawrence, terzo con 65 (-6).

Nel torneo del DP World Tour, buon avvio per Francesco Molinari. L'azzurro, dopo le 18 buche (su un totale di 72) di apertura è decimo con 68 (-3). Per il torinese, sei birdie, un bogey e un doppio bogey. Sul percorso del Dubai Creek Resort (par 71), rimpianti per Guido Migliozzi. Il vicentino, 20° con 70 (-1), ha pagato a caro prezzo due bogey nel finale (rispettivamente alle buche 17 e 18, dove il suo terzo colpo è finito in acqua). Per lui, un eagle, quattro birdie e cinque bogey, di cui tre arrivati nella seconda parte di gara.

Sorride Tommy Fleetwood. L'inglese, con una prova in 66 (-5) avvalorata da cinque birdie, senza errori, è quarto al fianco del danese Thorbjorn Olesen.
L'evento, che mette in palio 2.500.000 dollari, di cui 425.000 andranno al vincitore, nei primi tre giri si gioca con formula pro-am (un professionista e un dilettante). Mentre l'ultimo round sarà riservato solamente ai 60 big della competizione.

 

LA VIGILIA - Il DP World Tour, dopo quasi un mese di pausa, riprende da Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, con la prima edizione del Dubai Invitational in programma dall’11 al 14 gennaio sul percorso del Dubai Creek Resort, dove saranno sul tee di partenza Francesco Molinari e Guido Migliozzi.

Il torneo si svolge sulla distanza di 72 buche con la partecipazione di 60 selezionati professionisti e di altrettanti amateur. La fase pro am durerà tre round, mentre nel quarto scenderanno in campo solo i pro che competeranno per un montepremi di 2.500.000 dollari con prima moneta di 425.000 dollari. L’evento si replicherà nel 2026 e nel 2028.

Nel field di qualità spiccano i nomi del nordirlandese Rory McIlroy, numero due mondiale e numero uno del circuito nel 2023 (quinto suo successo nella money list), dell’inglese Tommy Fleetwood e del danese Nicolai Hojgaard, tra i trascinatori del Team Europe alla Ryder Cup di Roma, che ha avuto un successo mondiale, e il polacco Adrian Meronk, per buona parte della scorsa stagione in corsa per entrare nella squadra affidata all’inglese Luke Donald, confermato alla guida dei continentali nella sfida con gli USA nel 2025. Anche lui sarà in campo insieme a due vice capitani, il danese Thomas Bjorn e, naturalmente a Molinari.

Tanti i giocatori in grado di contribuire allo spettacolo tra i quali ricordiamo alcuni vincitori nella precedente annata: gli spagnoli Pablo Larrazabal e Jorge Campillo, i danesi Thorbjorn Olesen e Rasmus Hojgaard (gemello di Nicolai), gli inglesi Dale Whitnell, Dan Bradbury e Daniel Gavins, il francese Antoine Rozner, i sudafricani Thriston Lawrence e Ockie Strydom e i neozelandesi Ryan Fox e Daniel Hillier. Da seguire anche il tedesco Yannik Paul, l’altro iberico Adrian Otaegui, lo scozzese Ewen Ferguson e i cinesi Haotong Li e Ashun Wu. Assenti coloro che si sono imposti nelle sei gare d’apertura, di cui tre, i sudafricani Dean Burmester e Louis Oosthuizen (una doppietta ciascuno) e il cileno Joaquin Niemann appartenenti alla LIV Golf.

Francesco Molinari inizia il cammino nel 2024 sul tour continentale dove l’ultima volta ha disputato il Nedbank Golf Challenge (metà novembre, 60°), mentre Guido Migliozzi è alla terza partecipazione dopo il taglio subito nell’Alfred Dunhill Championship e la 40ª posizione nel Mauritius Open. Per entrambi un impegnativo test in vista del prossimo Hero Dubai Desert Classic (18-21 gennaio), il primo impegno delle Rolex Series, dove saranno presenti altri azzurri.

Il torneo su SKY e in streaming su NOW - Il Dubai Invitational sarà trasmesso in diretta su Sky, canale Sky Sport Golf, e in streaming su NOW con collegamenti, nelle quattro giornate di gara, dalle ore 8,30 alle ore 13,30. Commento di Silvio Grappasonni, Roberto Zappa, Claudio Viganò, Alessandro Lupi, Michele Gallerani e di Andrea Sillitti.

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Primo piano

  • Il ritorno al successo
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    Il ritorno al successo di Paratore: “Bisogna crederci, sempre” 14/04/2025

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    I "tre moschettieri" e il super maestro del golf italiano 15/04/2021

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