Tre giocatori azzurri, Matteo Manassero, decimo nella Race to Dubai (ordine di merito), Guido Migliozzi (19°) e Francesco Laporta (52°), parteciperanno al DP World Tour Championship, l’evento finale del circuito continentale che avrà luogo allo Jumeirah Golf Estates (Earth Course), a Dubai, dal 14 al 17 novembre. Vi sono stati ammessi i primi 50 del ranking, a scalare e, in particolare, Laporta è rientrato tra gli ammessi grazie a un gran recupero con ottime prove nelle ultime quattro uscite. Era dal 2019 che tre italiani non prendevano parte all’atto conclusivo del tour.
Il pugliese si è classificato 13° con 270 (-18) colpi nell'Abu Dhabi HSBC Championship, evento delle Rolex Series e prima delle due gare di PlayOffs che concludono il DP World Tour 2024, disputata allo Yas Links (par 72) di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, dove ha vinto con 264 (64 61 73 66, -24) l’inglese Paul Waring. Il 39enne di Birkenhead ha ottenuto il secondo titolo sul circuito, a distanza di sei anni dal primo (Nordea Masters), che gli cambierà la vita golfistica. Infatti, a parte l’aspetto economico (1.530.000 dollari di prima moneta su nove milioni di montepremi), è salito al quinto posto della money list, potrà andare a Dubai, ma soprattutto avrà una ‘carta’ per giocare nella prossima stagione sul PGA Tour al quale accederanno i primi dieci del ranking non altrimenti esenti. Tutto conquistato con tre round al comando e con due birdie a chiudere, il primo alla 17ª con un putt dalla grande distanza e il secondo alla 18ª quando aveva già vinto (66, -6 il parziale con altri quattro birdie). Due prodezze che gli hanno permesso di distaccare il connazionale Tyrrell Hatton, membro della LIV Golf, secondo con 266 (-22), con il quale condivideva la leadership alla 16ª.
Ha provato a recuperare il nordirlandese Rory McIlroy, che punta a imporsi per il terzo anno di fila nella Race to Dubai, con un 64 (-8) di giornata, ma la sua rimonta si è fermata al terzo posto con 267 (-21) dove è stato affiancato dal danese Thorbjorn Olesen e dall’inglese Matt Wallace. In sesta posizione con 268 (-20) i francesi Antoine Rozner e Ugo Coussaud, l’inglese Tommy Fleetwood e il sudafricano Thriston Lawrence. In 52ª con 279 (-9) Guido Migliozzi e in 59ª con 281 (-7) Matteo Manassero.
Laporta (64 69 69 68) ha confermato il suo ottimo momento con un’altra prestazione di qualità dopo le tre precedenti con due sesti posti (Open de France, Genesis Championship) e un 20° (Andalucia Masters). In particolare è salito dall’84ª alla 60ª piazza del ranking nel Genesis, staccando il biglietto per Abu Dhabi e ora la seconda prodezza e l’accesso a Dubai per le defezioni dello svedese Ludvig Aberg e dello spagnolo Jon Rahm. Ha concluso con un 68 (-4, sei birdie e due bogey). Migliozzi (68 71 69 71), che ha girato in 71 (-1, cinque birdie, quattro bogey), a Dubai si giocherà tutto per conquistare una delle ‘carte’ per il PGA Tour, mentre Manassero (70 74 68 69), che ha terminato con un parziale di 69 (-3, cinque birdie, due bogey), pur avendo perso quattro posizioni nell’ordine di merito, è ormai vicino al circuito americano.
TERZO GIRO - Negli Emirati Arabi Uniti, dopo il "moving day" dell'Abu Dhabi HSBC Championship, Francesco Laporta con un giro in 69 (-3) su un totale di 202 (64 69 69, -14), è risalito dalla decima alla settima posizione. Quando mancano 18 buche dal termine del primo evento dei PlayOffs del DP World Tour, il pugliese è distante quattro colpi dalla vetta occupata sempre dall'inglese Paul Waring, leader con 198 (64 61 73, -18) davanti al danese Niklas Norgaard, secondo con 199 (-17).
Sul percorso dello Yas Links (par 72) di Abu Dhabi, nell'evento delle Rolex Series, che mette in palio 9 milioni di dollari (1.530.000 al primo), Guido Migliozzi con 208 (68 71 69, -8) e Matteo Manassero con 212 (70 74 68, -4) occupano invece rispettivamente la 41ª e la 63ª posizione.
In Medio Oriente, Laporta ha realizzato quattro birdie, con un bogey. Attualmente 60° nell'ordine di merito del DP World Tour, il 34enne di Castellana Grotte (Bari) con questo risultato risalirebbe dieci posizioni e approderebbe all'ultimo atto del circuito, il DP World Tour Championship in programma a Dubai dal 14 al 17 novembre prossimi, dove i top 50 giocatori si contenderanno non solo il titolo, ma la corona di miglior giocatore europeo.
Quanto a Waring, il britannico dopo aver fatto registrare, nel secondo round, il record del percorso (con un 61, -11, bogey free con un eagle e nove birdie), nel terzo ha trovato un solo birdie, con due bogey. E adesso dovrà guardarsi le spalle non solo da Norgaard, ma anche da un altro danese, Thorbjorn Olesen, terzo con 201 (-15) al fianco dello svedese Sebastian Soderberg e di due big come l'irlandese Shane Lowry, campione Major, e dell'inglese Tommy Fleetwood, che questa gara l'ha fatta sua sia nel 2017 che nel 2018. Con Laporta, in settima posizione ci sono anche Tyrrell Hatton (a segno nel 2021), Ugo Coussaud, Thomas Detry, Robert MacIntyre e Nicolai Hojgaard. Più indietro il nordirlandese Rory McIlroy, numero 3 al mondo e in testa alla Race to Dubai, 13° con 203 (-13).
SECONDO GIRO - Francesco Laporta ha perso terreno, da quarto a decimo con 133 (64 69, -11) colpi, ma è rimasto in alta classifica dopo il secondo giro dell’Abu Dhabi HSBC Championship, il primo dei due tornei di PlayOffs che concludono la stagione del DP World Tour sul percorso dello Yas Links (par 72) di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. Il campo 70 concorrenti, che si ridurranno a 50 nell’evento finale (DP World Tour Championship -14-17 novembre - Dubai)
E’ passato a condurre l’inglese Paul Waring con 125 (64 61, -19), che ha realizzato un 61 (-11, un eagle, nove birdie) su un tracciato che si sta rivelando molto accondiscendente. Ha fatto il vuoto sorpassando l’inglese Tommy Fleetwood, in vetta dopo un round e ora secondo con 130 (-14) insieme allo statunitense Johannes Veerman e ai danesi Niklas Norgaard e Thorbjorn Olesen.
Nel quarto evento delle Rolex Series sono in sesta posizione con 132 (-12) il francese Ugo Coussaud e gli inglesi Matt Wallace, Laurie Canter e Tyrrell Hatton, gli ultimi due membri della LIV Golf. Ha recuperato qualcosa, da 18° a 14° con 134 (-10), il nordirlandese Rory McIlroy, che punta a vincere per il terzo anno consecutivo la Race to Dubai (ordine di merito) di cui attualmente è il leader.
In ritardo Guido Migliozzi, da 28° a 48° con 139 (68 71, -5), e Matteo Manassero, da 48° a 66° con 144 (70 74, par). Il montepremi è di nove milioni di dollari dei quali 1.530.000 spetteranno al vincitore.
PRIMO GIRO - Negli Emirati Arabi Uniti è cominciata al meglio la gara di Francesco Laporta. Il pugliese ha chiuso il primo round dell'Abu Dhabi HSBC Championship, evento di apertura dei play-off del DP World Tour, al quarto posto.
Sul percorso dello Yas Links (par 72), con un giro bogey free in 64 (-8, un eagle, sei birdie) colpi, l'azzurro è a due colpi di distanza dall'inglese Tommy Fleetwood, da solo in testa con 62 (-10) davanti al danese Thorbjorn Olesen e all'americano Johannes Veerman, entrambi secondi con 63 (-9).
Nell'evento delle Rolex Series, che vede in gara i migliori 70 giocatori (a scalare) della Race to Dubai, l'ordine di merito del circuito, con Laporta ci sono anche tre inglesi: Tyrrell Hatton, tra i past winner della competizione che ha fatto già sua nel 2021 e uno dei big della Superlega araba, Paul Waring e Laurie Canter, mentre è 18° con 67 (-5) il nordirlandese Rory McIlroy, numero 3 al mondo e leader della 'money list' del DP World Tour. In 28ª posizione con 68 (-4) c'è invece Guido Migliozzi. Il vicentino, che insegue una "carta" per il PGA Tour 2025, ha siglato sei birdie, con due bogey. Più distante Matteo Manassero, solo 48° con 70 (-2), sestonella Race to Dubai e anche lui con in testa il sogno di giocare, il prossimo anno, negli Stati Uniti.
Laporta, che è reduce da due sesti posti e un ventesimo nelle ultime tre gare disputate, punta invece a conquistarsi un posto per il DP World Tour Championship. L'ultimo atto stagionale, che incoronerà il miglior giocatore del circuito, è in programma dal 14 al 17 novembre prossimi a Dubai, dove in campo si vedranno esclusivamente i top 50 del circuito. Quanto a Fleetwood, già vincitore della rassegna sia nel 2017 che nel 2018, attualmente numero 10 nel world ranking, ha firmato un round con un eagle e otto birdie, eguagliando il record del campo.
Subito spettacolo ad Abu Dhabi dove il canadese Aaron Crockerill, 35° con 69 (-3), si è reso protagonista con una 'hole in one' alla buca 13 (par 3 di 157 yard) che ha centrato dal tee utilizzando un ferro 9.
LA VIGILIA - La stagione del DP World Tour si conclude con la doppia tappa negli Emirati Arabi Uniti dove si disputeranno i due ricchi PlayOffs, che fanno parte entrambi delle Rolex Series, con la partecipazione di quasi tutti i migliori giocatori del circuito. Si comincia con l’Abu Dhabi HSBC Championship (7-10 novembre) sul percorso dello Yas Links di Abu Dhabi, al quale sono stati ammessi i primi 70 classificati, a scalare, della Race to Dubai (ordine di merito) compresi tre azzurri: Matteo Manassero (n. 6), Guido Migliozzi (n. 14) e Francesco Laporta (n. 60), che ha ottenuto il pass con il sesto posto nel precedente Genesis Open seguito ad altre due buone prestazioni.
Dopo Abu Dhabi trasferimento a Dubai per il DP World Tour Championship (14-17 novembre) dove si incoronerà il “re” del circuito 2024 e al quale prenderanno parte i primi 50 della money list. Rimarchevoli i montepremi con nove milioni di dollari (dei quali 1.530.000 al vincitore) nella prima gara e dieci milioni nella seconda, con l’aggiunta di un bonus di sei milioni (due milioni al primo) per i dieci migliori del ranking finale.
Field di gran qualità, come detto, con il leader della money list, il nordirlandese Rory McIlroy, che punta al terzo anno di regno consecutivo (dopo essere stato al vertice anche nel 2012, 2014 e 2015), ma pur avendo un notevole vantaggio di 1573 punti sul sudafricano Thriston Lawrence, secondo, e 1920 sul danese Rasmus Hojgaard, terzo, la partita non è ancora chiusa.
Tanti però i concorrenti che hanno motivi ben validi per evitare che tutto si concentri su un match a tre a iniziare proprio da Manassero e da Migliozzi, che hanno l’obiettivo prioritario di conquistare una delle dieci “carte” per il PGA Tour 2025 concesse ai primi dieci della Race to Dubai non altrimenti esenti. E’ probabilmente già al riparo da sorprese Manassero (terzo della lista), mentre dovrà far ricorso al meglio del suo repertorio Migliozzi (nono) e rientrato in questa top ten grazie alla quinta piazza nel Genesis Championship. Non ha lo stesso intento l’inglese Tommy Fleetwood, che in America già ci gioca, ma arricchirebbe di prestigio il suo palmarès con un terzo successo nel torneo dopo la doppietta nel 2018 e nel 2017, anno in cui è stato anche sul tetto d’Europa.
Nel buon numero di altri possibili protagonisti lo scozzese Robert MacIntyre, che peraltro sa come si vince un evento delle Rolex Series (suo il Genesis Scottish Open a luglio), i giapponesi Rikuya Hoshino e Keita Nakajima, l’australiano Adam Scott, l’irlandese Shane Lowry, il danese Nicolai Hojgaard, gli inglesi Jordan Smith e Justin Rose (money winner nel 2007), lo svedese Sebastian Soderberg, anche lui in corsa per andare nel PGA Tour, e l’australiano Min Woo Lee, fratello della proette Minjee Lee (n. 17 mondiale), entrambi secondi lo scorso anno, per citarne alcuni. Senza dimenticare gli inglesi Tyrrell Hatton e Laurie Canter, il cileno Joaquin Niemann e il polacco Adrian Meronk, membri della LIV Golf.
Nel torneo, nato nel 2006 e giunto alla 19ª edizione, saranno in gara tre past winner: i citati Tyrrell Hatton (2021), Shane Lowry (2019) e Tommy Fleetwood, uno dei tre autori di una doppietta e secondo a realizzarla consecutivamente dopo il tedesco Martin Kaymer, recordman tra i plurivincitori con tre titoli (2008, 2010, 2011). L’altro a segno due volte è stato l’inglese Paul Casey (2007, 2009). Assente il campione in carica Victor Perez, che ha trascorso buona parte della stagione sul PGA Tour e non è riuscito a entrare tra i qualificati per questo evento. Hanno rinunciato lo statunitense Billy Horschel (n. 4 del ranking), lo svedese Ludvig Aberg (n. 16), lo spagnolo Jon Rahm (n. 34 e nel 2019 primo nel continente), il francese Matthieu Pavon (n. 55), il sudafricano Zander Lombard (n. 56) e l’inglese Aaron Rai (n. 57). Li hanno sostituiti i classificati dal 71° al 76° posto della Race to Dubai.
Il torneo su Sky e in streaming su NOW - L’Abu Dhabi HSBC Championship sarà trasmesso in diretta su Sky, canale Sky Sport Golf, e in streaming su NOW ai seguenti orari: giovedì 7, venerdì 8 e sabato 9 novembre, dalle ore 8 alle ore 14; domenica 10, dalle ore 7,30 alle ore 13,30. Commento di Alessandro Lupi, Silvio Grappasonni, Roberto Zappa, Michele Gallerani e Claudio Viganò.
Seconda top ten consecutiva e terza stagionale per Emanuele Canonica che si è classificato quarto con 206 (66 70 70, -13) colpi nel Farmfoods European Senior Masters hosted by Peter Baker, torneo del Legends Tour che ha avuto quale teatro il percorso del La Magna Club (par 73), a Murcia in Spagna.
Ha vinto il 51enne inglese Simon Griffiths con 202 (64 70 68, -17), che ha superato di due colpi il connazionale Van Phillips, secondo con 204 (-15). Al terzo posto con 205 (-14) Scott Hend, che gioca su vari fronti compreso quello dell’Asian Tour dove si sta facendo valere, e insieme a Canonica, il tedesco Thomas Gogele, a segno nel Sergio Melpignano Senior Italian Open al San Domenico Golf (BR), il sudafricano Keith Horne, l’argentino José Coceres e il brasiliano Adilson Da Silva, leader dell’ordine di merito. Al nono con 207 (-12) il gallese Phillip Price e la decimo con 208 (-11) gli inglesi David Shacklady e Gary Evans.
Canonica, che è terminato ottavo nel precedente evento in Puglia, ha concluso la sua corsa con un 70 (-3, cinque birdie, due bogey).
LA VIGILIA - Emanuele Canonica partecipa al Farmfoods European Senior Masters hosted by Peter Baker, terz’ultimo torneo stagionale del Legends Tour. Field di qualità, che comprende 17 tra i primi 20 della money list, sul percorso del La Magna Club, a Murcia in Spagna, dove dall’8 al 10 novembre ci sarà garanzia di spettacolo e di ottime giocate con protagonisti gli “over 50” a iniziare da tre Major Champions, il gallese Ian Woosnam, lo scozzese Paul Lawrie e il neozelandese Michael Campbell.
Tanti, comunque, i pretendenti al titolo tra i quali il brasiliano Adilson Da Silva, numero uno del ranking, l’australiano Scott Hend, numero tre, impegnato con buoni responsi anche sull’Asian Tour, l’inglese Peter Baker (n. 4), e lo svedese Joakim Haeggman (n. 5).
Senza dimenticare il tedesco Thomas Gogele, che ha vinto il precedente Sergio Melpignano Senior Italian Open al San Domenico Golf, l’altro inglese Robert Coles, lo statunitense Clark Dennis, gli svedesi Jarmo Sandelin e Patrick Sjoland, a segno in un Open d’Italia (1998), e lo scozzese Greg Hutcheon. Attraversa in un buon momento di forma Emanuele Canonica, ottavo in Puglia dove ha conseguito la seconda top ten stagionale, mentre in altre quattro occasioni è terminato tra i primi 20.
Edoardo Molinari ha offerto una grande prova e vinto con 399 (-29) colpi il Final Stage della Qualifying School, disputato sulla distanza di 108 buche, conquistando la ‘carta’ per il DP World Tour 2025 insieme a Gregorio De Leo che, con un’ottima rimonta, si è classificato dodicesimo (409, -19). All’Infinitum Golf (Lakes Course, par 71, e Hills Course, par 72) di Tarragona in Spagna, Molinari ha superato di un colpo lo svedese Niklas Lemke, secondo con 400 (-28), e di due lo statunitense Davis Bryant, terzo con 401 (-27). In quarta posizione con 406 (-22) l’emergente spagnolo Albert Boneta, il danese Alexander George Frances e il sudafricano Wilko Nienaber.
E’ rimasto fuori per un colpo Filippo Celli, 22° con 411 (-17), al quale non è bastato un 67 (-4) a chiudere, e si è classificato 43° con 415 (-13) Lorenzo Scalise. Dopo 72 buche è uscito al taglio, caduto a 279 (-7), Renato Paratore, 84° con 280 (-6).
Edoardo Molinari (65 61 72 68 66 67) ha preso il comando nel secondo giro con un 61 (-10, un eagle, nove birdie, un bogey, Lakes Course) e ha proseguito la corsa di testa. Nel sesto round è stato raggiunto da Lemke, ma l’azzurro si è ripreso la leadership con quattro birdie nelle sei buche finali (67, -4, sei birdie, due bogey). Prodezza comunque di Lemke che negli ultimi tre turni ha segnato 22 birdie senza bogey.
Gregorio De Leo ha operato una paziente rimonta dopo il 73° posto iniziale. Si è portato al 22° nel terzo giro e poi al 18° nel quinto. A una buca dal termine era fuori, ma con un eagle ha conquistato la ‘carta’ (66, -5, con l’aggiunta di quattro birdie e un bogey).
Il torneo, avversato dal maltempo, è terminato con un giorno di ritardo. Nelle prime 72 buche i concorrenti si sono alternati sui due campi e, dopo il taglio, gli 83 rimasti in gara l’hanno conclusa sul Lakes Course. Hanno ricevuto la ‘carta’ piena per circuito maggiore i migliori 21 giocatori. Gli altri hanno ottenuto una categoria inferiore con meno possibilità di gioco e la ‘carta’ per il Challenge Tour 2025.
LA VIGILIA - Edoardo Molinari, Renato Paratore, Filippo Celli, Gregorio De Leo e Lorenzo Scalise sono nel field di 156 giocatori che partecipano al Final Stage della Qualifying School del DP World Tour in programma dall’8 a 13 novembre all’Infinitum Golf (Lakes & Hills Courses) di Tarragona in Spagna.
La gara si svolge sulla distanza di 108 buche. Nelle prime 72 i concorrenti si alterneranno sui percorsi del Lakes Course e dell'Hills Course, poi i primi 65 classificati e i pari merito al 65° posto completeranno il torneo al Lakes Course. Al termine i migliori 20 in graduatoria e i pari merito in 20ª posizione riceveranno una ‘carta’ a tempo pieno per il DP World Tour 2025. Il numero delle ‘carte’ è stato ridotto, rispetto alle 25 dello scorso anno, nel quadro di una revisione generale delle categorie di gioco. Gli altri avranno una categoria inferiore per il circuito maggiore e la ‘carta’ per il Challenge Tour 2025.
Sul tee di partenza tanti giocatori, oltre a Molinari e a Paratore, che si sono imposti sul DP World Tour tra i quali ricordiamo gli inglesi Eddie Pepperell, Oliver Wilson, Lee Slattery e Tom Lewis, gli spagnoli Adri Arnaus e Gonzalo Fernandez Castaño, gli scozzesi David Law, Stephen Gallacher e Marc Warren, i sudafricani Justin Harding e George Coetzee, il finlandese Kalle Samooja e il cinese Ashun Wu. In campo anche il tedesco Freddy Schott, vincitore dell’evento nel 2023 e che non ha saputo mantenere la ‘carta’.
Molinari, Paratore e Celli sono stati ammessi all’ultimo turno per essersi classificati tra il 115° e il 145° posto della Race to Dubai 2024 (ordine di merito) e De Leo perché è terminato tra il 23° e il 45° posto nella money list del Challenge Tour. Scalise, invece, ha iniziato dallo Stage 2 che ha superato la scorsa settimana con l’ottava piazza sul percorso spagnolo del Golf Las Pinaillas ad Albacete in Spagna.
Il canadese Richard T. Lee ha fatto corsa di testa e si è imposto con largo margine nel BNI Indonesian Masters, il torneo dell’Asian Tour che ha avuto quale teatro il percorso del Royale Jakarta Golf Club (par 72), a Giacarta in Indonesia. Ha realizzato uno score di 265 (62 67 66 70, -23) e ha lasciato a quattro colpi il taiwanese Wei-lun Chang e il thailandese Phachara Khongwatmai, secondi con 269 (-19). In quarta posizione con 270 (-18) lo zimbabwese Kieran Vincent, uno dei giocatori della LIV Golf in campo, in quinta con 271 (-17) il thailandese Jazz Janewattananond e in sesta con 272 (-16) altri due membri della Superlega araba, lo statunitense John Catlin, leader dell’ordine di merito, e il neozelandese Ben Campbell (n. 4). Poco dietro l’americano Bubba Watson, 13° con 274 (-14) in una delle sue rare uscite fuori della LIV Golf, e solo al 44° posto con 282 (-6) l’indiano Gaganjeet Bhullar, che difendeva il titolo.
Si è classificato al 63° Stefano Mazzoli con 286 (67 72 72 75, -2), che sebbene abbia avuto un calo dopo il primo round terminato al settimo posto, ha comunque guadagnato una posizione nella money list, da 31° a 30°, preziosa per l’obiettivo di confermare la ‘carta per il circuito 2025.
Richard Taehoon Lee, 33enne di Toronto, nel giro conclusivo ha badato a non correre rischi dall’alto di sei colpi di vantaggio maturati dopo 54 buche. Con un 70 (-2, quattro birdie e un doppio bogey) ha firmato il terzo titolo sull’Asian Tour per un palmarès che comprende anche due successi sul Korean Tour (al netto di uno in combinata tra i due circuiti). Per la prodezza ha ricevuto un assegno di 360.000 dollari su un montepremi di due milioni di dollari ed è salito al secondo posto nel ranking.
TERZO GIRO - Il canadese Richard T. Lee, numero 7 dell’ordine di merito, ha continuato la sua corsa di testa allungando decisamente il passo nel BNI Indonesian Masters, torneo dell’Asian Tour che si conclude sul percorso del Royale Jakarta Golf Club (par 72), a Giacarta in Indonesia.
Infatti nel terzo giro, con un parziale di 66 (-6, sei birdie) per lo score di 195 (62 67 66, -21), ha portato il suo vantaggio a sei colpi sul pakistano Ahmad Baig, secondo con 201 (-15). E’ salito dalla 12ª alla terza posizione con 202 (-14) lo statunitense Bubba Watson, che gioca nella LIV Golf insieme al connazionale John Catlin, leader dell’ordine di merito, e allo zimbabwese Kieran Vincent, quarti con 203 (-13), affiancati dal thailandese Jazz Janewattananond. In settima con 205 (-11) i taiwanesi Chieh-po Lee, numero 2 del ranking, e Wei-lun Chang, il neozelandese Ben Campbell, numero tre e altro membro della Superlega araba, il thailandese Phachara Khongwatmai e l’australiano Maverick Antcliff. E’ scivolato dal 32° al 47° posto Stefano Mazzoli con 211 (67 72 72, -5), autore del secondo 72 consecutivo (par, cinque birdie, cinque bogey). Il montepremi è di 2.000.000 di dollari con prima moneta di 360.000 dollari.
SECONDO GIRO - Il canadese Richard T. Lee, numero 7 dell’ordine di merito, ha mantenuto la leadership con 129 (62 67, -15) colpi dopo il secondo giro del BNI Indonesian Masters, torneo dell’Asian Tour che si sta svolgendo sul percorso del Royale Jakarta Golf Club (par 72), a Giacarta in Indonesia, dove Stefano Mazzoli è sceso dal settimo al 32° posto con 139 (67 72, -5) dopo un 72 (par) con un eagle, un birdie e tre bogey.
Lee, che ha girato in 67 (-5) con nove birdie, due bogey e un doppio bogey, precede il thailandese Jazz Janewattananond, rimasto al secondo posto con 132 (-12), ma che ha visto il suo distacco salire da una a tre lunghezze. In terza posizione con 134 (-10) l’indiano Rashid Khan e lo zimbabwese Kieran Vincent, mentre è risalito dalla 32ª alla quinta con 135 (-9) lo statunitense John Catlin, numero uno della money list e in forza alla LIV Golf come Vincent. Lo affiancano il taiwanese Wei-Iun Chang, il filippino Angelo Cue, il thailandese Natipong Srithong, il coreano Kyongjun Moon e l’australiano Maverick Antcliff. Il montepremi è di 2.000.000 di dollari con prima moneta di 360.000 dollari.
PRIMO GIRO - Bella partenza di Stefano Mazzoli, settimo con 67 (-5) colpi, nel BNI Indonesian Masters, torneo dell’Asian Tour iniziato sul percorso del Royale Jakarta Golf Club (par 72), a Giacarta in Indonesia. E’ al comando con 62 (-10, due eagle, sette birdie, un bogey) il canadese Richard T. Lee, numero 7 dell’ordine di merito, che precede di misura il thailandese Jazz Janewattananond, secondo con 63 (-9).
I due hanno preso un buon margine sul malese Shahriffuddin Ariffin, sul coreano Kyongiun Moon, sul thailandese Proom Meesawat e sul filippino Angelo Cue, terzi con 66 (-6). Mazzoli, che ha segnato sei birdie e un bogey, ha la compagnia di undici concorrenti tra i quali il neozelandese Ben Campbell (n. 3 del ranking) e lo zimbabwese Kieran Vincent, entrambi membri della LIV Golf. In ritardo gli statunitensi John Catlin, leader della money list, 32° con 69 (-3), e Bubba Watson, 46° con 70 (-2), anche loro nella LIV Golf, quest’ultimo alla pari con l’indiano Gaganjeet Bhullar, che difende il titolo. Il montepremi è di 2.000.000 di dollari con prima moneta di 360.000 dollari.
LA VIGILIA - Stefano Mazzoli, alla tredicesima gara stagionale, due top 5 e in buona posizione nella money list (31°) per conservare la ‘carta’ per il circuito del prossimo anno, prende parte al BNI Indonesian Masters, in programma dal 31 ottobre al 3 novembre sul percorso del Royale Jakarta Golf Club, a Giacarta in Indonesia.
Nel field di qualità figurano alcuni giocatori della LIV Golf come gli statunitensi John Catlin, due successi in stagione, tre secondi posti e un terzo, leader dell’ordine di merito, e Bubba Watson, i neozelandesi Ben Campbell (n. 3) e Danny Lee, l’inglese Richard Bland, gli zimbabwesi Kieran Vincent e Scott Vincent, il giapponese Jinichiro Kozuma e l’australiano Wade Ormsby.
Saranno tra i favoriti insieme al taiwanese Chieh-po Lee (n. 2 del ranking), vincitore del precedente International Series Thailand, l’americano M. J. Maguire (n. 4), il canadese Richard T. Lee (n. 7) e i thailandesi Suteepat Prateeptienchai (n. 8) e Rattanon Wannasrichan (n. 10). Altri possibili protagonisti gli australiani Travis Smyth e Scott Hend, i coreani Sangmoon Bae e Jeunghun Wang, il filippino Miguel Tabuena e l’indiano Gaganjeet Bhullar, che difende il titolo. Il montepremi è di 2.000.000 di dollari con prima moneta di 360.000 dollari.
L’inglese Charley Hull ha rimontato nel giro finale dal secondo posto con un 66 (-6) e con il totale di 198 (65 67 66, -18) colpi ha vinto l’Aramco Team Series Presented by PIF – Riyadh, quinto e ultimo evento targato Aramco e penultimo del Ladies European Tour 2024 che si è svolto a Riyadh in Arabia Saudita, sul percorso del Riyadh Golf Club (par 72). Si è classificata al 18° posto con 211 (70 70 71, -5) Alessandra Fanali e ha concluso al 59° con 218 (74 70 75, +3) Virginia Elena Carta.
Charley Hull, 28enne di Kettering, ha firmato il quinto titolo sul LET per un palmarès che comprende anche due successi sul LPGA Tour dove gioca di preferenza. Con otto birdie e due bogey, per il parziale migliore del turno, ha lasciato a tre colpi la danese Nicole Broch Estrup, seconda con 201 (-15), e a cinque la slovena Pia Babnik, leader dopo due round e terza con 203 (-13). In quarta posizione con 206 (-10) l’olandese Anne Van Dam, la spagnola Fatima Fernandez Cano e la tedesca Helen Briem, cinque vittorie in stagione, quattro sul LET Access (tre da dilettante) e una sul tour continentale, e in settima con 207 (-9) la gallese Lydia Hall e la svizzera Chiara Tamburlini, tre titoli nell’anno e leader dell’ordine di merito.
Alessandra Fanali ha concluso la sua corsa con un 71 (-1, tre birdie, due bogey) e Virginia Elena Carta con un 75 (+3, un birdie, quattro bogey).
In concomitanza, sulle prime 36 buche, si è disputata la gara a squadre appannaggio con 245 (-43) colpi del quartetto di Chiara Tamburlini, con la francese Anne-Charlotte Mora, l’inglese Mimi Rhodes e con l’amateur cinese Tenniel Chu. Al secondo posto con 255 (-33) il team di Helen Briem e al terzo con 256 (-32) quello di Fatima Fernandez Cano. Al 13° con 265 (-23) la formazione della thailandese Trichat Cheenglab, di cui ha fatto parte Virginia Elena Carta, e al 18° con 268 (-20) la compagine di Ana Pelaez Trivino con Alessandra Fanali.
In palio un milione di dollari, 500.000 per ciascun evento. Charley Hull è stata gratificata con 75.000 dollari, mentre a ciascuna delle tre proette vincitrici del torneo per team è andato un assegno di 30.000 dollari.
SECONDO GIRO - La slovena Pia Babnik è rimasta da sola al comando con 130 (65 65, -14) colpi dopo il secondo giro dell’Aramco Team Series Presented by PIF – Riyadh. Nel penultimo evento del Ladies European Tour, che si sta svolgendo a Riyadh in Arabia Saudita, sul percorso del Riyadh Golf Club (par 72), hanno recuperato posizioni Alessandra Fanali, da 29ª a 24ª con 140 (70 70, -4), e Virginia Elena Carta da 76ª a 58ª con 144 (74 70, par). Entrambe hanno realizzato un 70 (-2) con quattro birdie e due bogey la prima e con tre birdie e un bogey la seconda.
La leader ha due colpi di vantaggio sull’inglese Charley Hull, seconda con 132 (-12), e tre sulle spagnole Fatima Fernandez Cano e Luna Sobron Galmes, terze con 133 (-11), quest’ultima in vetta con la Babnik e la Hull dopo un round. In quinta posizione con 134 (-10) la tedesca Helen Briem, la francese Nastasia Nadaud e la danese Nicole Broch Estup.
Si è conclusa la gara a squadre sulla distanza di 36 buche vinta con 245 (-43) colpi dal quartetto della svizzera Chiara Tamburlini, con la francese Anne-Charlotte Mora, con l’inglese Mimi Rhodes e l’amateur cinese Tenniel Chu. Al secondo posto con 255 (-33) il team di Helen Briem e al terzo con 256 (-32) quello di Fatima Fernandez Cano. Al 13° con 265 (-23) la formazione della thailandese Trichat Cheenglab, di cui ha fatto parte Virginia Elena Carta, e al 18° con 268 (-20) la compagine di Ana Pelaez Trivino con Alessandra Fanali. A ciascuna delle tre proette vincitrici è andato un assegno di 30.000 dollari su un montepremi di 500.000 dollari. Altri 500.000 sono in palio per il torneo individuale.
PRIMO GIRO - Terzetto al vertice con 65 (-7) colpi nell’Aramco Team Series Presented by PIF – Riyadh, quinto e ultimo evento del Ladies European Tour targato Aramco, che si sta svolgendo a Riyadh in Arabia Saudita, sul percorso del Riyadh Golf Club (par 72).
E’ formato dalla spagnola Luna Sobron Galmes, dalla slolvena Pia Babnik e dall’inglese Charley Hull che viaggia con un colpo di vantaggio sulla svedese Moa Folke, sull’iberica Carlota Ciganda e sulla gallese Lydia Hall, quarte con 66 (-6). In settima posizione la francese Nastasia Nadaud, la tedesca Helen Briem e l’inglese Mimi Rhodes, che ha appena vinto lo Stage 2 della Qualifying School del LPGA Tour, ex aequo con la dilettante francese Adela Cernousek.
E’ al 29° posto con 70 (-2, quattro birdie, due bogey) colpi Alessandra Fanali, mentre è oltre la linea del taglio Virginia Elena Carta, 76ª con 74 (+2, due birdie, quattro bogey).
Nella classifica a squadre, che si svolge sulle prime 36 buche, e al comando il Team Tamburlini con 121 (-23). In 13ª posizione con 132 (-12) il Team Cheenglab, di vui fa parte la Carta, e in 21ª a 135 (-9) la squadra di Pelaez Trivino, con a Fanali. Il montepremi complessivo è di un milione di dollari, 500.000 per ciascun torneo.
LA VIGILIA - Il Ladies European Tour si avvia alla conclusione con un penultimo appuntamento di rilievo, l’Aramco Team Series Presented by PIF - Riyadh, che si disputa dal 31 ottobre al 2 novembre sul percorso del Riyadh Golf Club a Riyadh in Arabia Saudita, con la partecipazione, tra le 84 concorrenti, di Virginia Elena Carta e di Alessandra Fanali. E’ il quinto e ultimo evento targato Aramco dove si competerà per la gara individuale sulla distanza di 54 buche e per quella a squadre (team di tre proette e un dilettante) sulle prime 36. Il montepremi complessivo è di un milione di dollari, 500.000 per ciascun torneo.
Aramco sponsorizza anche un’altra gara, l’Aramco Saudi Ladies International che si è svolta a inizio stagione con un montepremi di cinque milioni di dollari vinta dalla thailandese Patty Tavatanakit, la quale sarà presente nell’occasione insieme ad altre proette di spicco che giocano sul LPGA Tour tra le quali le inglesi Charley Hull (n. 7 dell’ordine di merito del LET) e Georgia Hall e la spagnola Carlota Ciganda.
In un field di qualità figurano altre sette tra le prime dieci del ranking che, naturalmente, saranno tra le favorite insieme alle citate: Chiara Tamburlini, numero 1, tre titoli nell’anno, appena nominata “Rookie The Year” e prima svizzera a ottenere il riconoscimento, la belga Manon De Roey (n. 2), la francese Pauline Roussin-Bouchard (n. 3), le inglesi Bronte Law (n. 4) e Alice Hewson (n. 6), la singaporiana Shannon Tan (n. 5) e l’australiana Kirsten Rudgeley (n. 10).
Da seguire anche l’altra inglese Liz Young, a segno in India, la tedesca Helen Briem, rivelazione dell’anno con quattro titoli sul LET Access (tre da amateur) e uno sul LET, la neozelandese Momoka Kobori, l’indiana Diksha Dagar, l’olandese Anne Van Dam, le spagnole Marta Martin e Ana Pelaez Trivino, la svedese Johanna Gustavsson e la ceca Sara Kouskova.
Virginia Elena Carta è in un bel momento di forma, come testimoniano i quattro piazzamenti tra le prime sette nelle ultime cinque presenze, mentre Alessandra Fanali rientra dopo un turno di riposo seguito al taglio subito a Taiwan, ma preceduto da un quinto posto (Irish Open) e da due buone prestazioni.
Lorenzo Scalise si è classificato all’ottavo posto con 272 (67 65 67 73, -12) colpi, sul percorso del Golf Las Pinaillas (par 71) ad Albacete in Spagna, e ha superato la Stage 2 della Qualifying School del DP World Tour, che si è disputata su quattro tornei in altrettanti percorsi spagnoli, e parteciperà alla finale (8-13 novembre, Infinitum Golf, Tarragona sempre in Spagna) dove si assegneranno le 20 ‘carte’ per il circuito maggiore 2025.
Ad Albacete il torneo è stato vinto dal thailandese David Boriboonsub con 262 (67 67 60 68, -22), che ha lasciato a cinque colpi l’inglese Will Enefer (267, -17). Non sono entrati tra i 24 ammessi all’atto conclusivo Giovanni Manzoni, 44° con 280 (-4), e Marco Florioli, 54° con 284 (par).
Al Fontanals Golf Club (par 71), a Girona (23 promossi), successo a pari merito con 266 (-18) dell’australiano Haydin Barron (65 67 64 70) e dello slovacco Jakub Hrinda (62 66 66 72), che hanno preceduto lo statunitense Ryggs Johnson e Matthew Cheung di Hong Kong, terzi con 268 (-16). Non qualificati Edoardo Raffaele Lipparelli e Jacopo Vecchi Fossa, 26.i con 275 (-9), Michele Ortolani e Aron Zemmer, 32.i con 276 (-8), Pietro Bovari, 58° con 284 (par), e Flavio Michetti, 62° con 286 (+2). Si è ritirato Luca Cavalli.
A Huelva (24 promossi), sul tracciato dell’Isla Canela Links (par 72), altra vittoria per due con 261 (-27). Si sono imposti l’austiaco Maximilian Steinlechner (66 64 69 62) e il francese Clement Sordet (68 65 66 62) davanti all’americano Taylor Funk (263, -25). Al 46° posto con 281 (-7) Enrico Di Nitto.
Si è concluso di lunedì, a causa dei ritardi dovuti al maltempo, la gara al Desert Springs Golf Club (par 72) di Almería dove l’unico italiano in campo, Luca Cianchetti, si è ritirato. Si è imposto il ceco Jiri Zuska con 268 (71 64 66 67, -20) con un colpo di margine sullo statunitense Palmer Jackson (269, -19). Hanno superato il turno 23 partecipanti.
LA VIGILIA - Dodici giocatori italiani prendono parte allo Stage 2 della Qualifying School del DP World Tour che si disputa dal 31 ottobre al 3 novembre su quattro campi spagnoli. Sette hanno ottenuto il pass nello Stage 1 al Golf Nazionale di Sutri (VT): Luca Cianchetti, che ha vinto il torneo alla pari con lo statunitense Scott Stevens, Michele Ortolani, Jacopo Vecchi Fossa, Flavio Michetti, Marco Florioli, Luca Cavalli e Giovanni Manzoni. Cinque sono stati ammessi di diritto: Lorenzo Scalise, Enrico Di Nitto, Edoardo Raffaele Lipparelli, Aron Zemmer e Pietro Bovari.
Si gioca sui percorsi del Fontanals Golf Club, a Girona (Cavalli, Lipparelli, Michetti, Ortolani, Zemmer, Bovari, Vecchi Fossa), del Golf Las Pinaillas ad Albacete (Florioli, Manzoni, Scalise), del Desert Springs Golf Club ad Almería (Cianchetti) e dell’Isla Canela Links a Huelva (Di Nitto). Il numero dei promossi alla finale verrà comunicato in corso d’opera, ma saranno circa 20 in ciascuno dei tornei.
Tra i concorrenti gli spagnoli Alvaro Quiros e Alejandro Cañizares, il sudafricano JC Ritchie, il tedesco Marc Hammer, lo svedese Rikard Karlberg e il francese Julien Quesne, entrambi vincitori di un Open d’Italia (2013 e 2015), l’inglese Tom Lewis e l’altro transalpino Gregory Bourdy, che hanno vissuto momenti migliori in carriera.
All’Infinitum Golf (Lakes & Hills Courses) di Tarragona, sempre in Spagna, dall’8 al 13 novembre avrà luogo la finale su 108 buche. I 156 giocatori al via nelle prime 72 si alterneranno sui due percorsi, poi i migliori 65 classificati e i pari merito al 65° posto completeranno la gara al Lakes Course. Al termine i primi 20 in graduatoria e i pari merito in 20ª posizione riceveranno una ‘carta’ a tempo pieno per il DP World Tour 2025. Il numero delle ‘carte’ è stato ridotto, rispetto alle 25 dello scorso anno, nel quadro di una revisione generale delle categorie di gioco del circuito maggiore.
Il norvegese Kristoffer Reitan ha prevalso nel Rolex Challenge Tour Grand Final supported by the R&A, la gara conclusiva del Challenge Tour 2024 dove sono state assegnate le venti “carte” per il DP World Tour ai migliori della Road To Mallorca (ordine di merito).
Reitan, 26enne di Lørenskog, ha realizzato uno score di 265 (65 64 68 68, -23) colpi e con il primo successo in carriera, salendo dal 36° al settimo posto del ranking, ha conquistato una delle “carte” per il circuito maggiore insieme a un assegno di 85.000 euro su un montepremi di 500.000 euro. Ha superato di un colpo il danese Rasmus Neergaard-Petersen e lo spagnolo Angel Ayora, secondi con 266 (-22).
Unico azzurro in gara Gregorio De Leo, che ha offerto una buona prova classificandosi al nono posto con 275 (68 70 70 68, -13), ma non è bastato entrare tra i venti promossi.
Il vincitore, terzo a tre colpi dal leader Neergaard-Petersen dopo 54 buche, ha rimontato con un 68 (-4, un eagle, quattro birdie, due bogey), ma ci ha messo del suo il danese che, in vantaggio dopo quattro birdie e un bogey in undici buche, ha commesso tre errori nelle successive sette, con l’ultimo bogey alla 18ª che gli ha negato il playoff. Comunque si è laureato miglior giocatore del tour 2024, riconoscimento che ha ampiamente meritato, sottolineato dal passaggio anticipato sul DP World Tour con il terzo titolo stagionale conquistato a inizio settembre.
In quarta posizione con 271 (-17) il finlandese Oliver Lindell, in quinta con 272 (-16) il danese Nicolai Kristensen e l’inglese Frank Kennedy, e in settima con 273 (-15) il francese Martin Couvra.
Nella Road to Mallorca, come detto, ha prevalso Neergaard-Petersen (punti 1.826), che ha preceduto l’inglese John Parry (p. 1595), Lindell (p. 1.497), Ayora (p. 1.487), e l’altro danese Hamish Brown (p. 1.477). Tra gli altri gratficati con la ‘carta’ il transalpino Alexander Levy (12°9, uscito dal DP Tour a fine 2023 dopo anni di militanza e cinque vittorie. De Leo è terminato 33°.
TERZO GIRO - Gregorio De Leo è al 13° posto con 208 (68 70 70, -8) colpi dopo il moving day del Rolex Challenge Tour Grand Final supported by the R&A, la gara conclusiva del Challenge Tour 2024 al termine della quale verranno assegnate venti ‘carte’ per il DP World Tour 2025 ai migliori della Road to Mallorca (ordine di merito). L’azzurro ha ancora la possibilità di entrare tra i promossi, perché è a soli tre colpi dal quarto posto e a due dal quinto, posizioni che potrebbero qualificarlo, ma dipendendo anche da quello che faranno gli altri che lo precedono (ha iniziato la gara al 33° posto del ranking).
E’ passato a condurre con 194 (63 69 62, -22) il danese Rasmus Neergaard-Petersen, numero due della money list, già sul circuito maggiore con una categoria superiore a quella che concedono le ‘carte’ del Challenge Tour e quindi in corsa solo per divenire il miglior giocatore dell’anno che, comunque, meriterebbe a prescindere essendo l’unico ad aver vinto tre tornei in stagione. Ha superato di un colpo il giovane spagnolo Angel Ayora, in vetta per due round e ora secondo con 195 (-21) e si trova a tre il norvegese Kristoffer Reitan, terzo con 197 (-19). Questi concorrenti competeranno tra di loro per il titolo poiché sono nettamente distanziati gli altri. Infatti il finlandese Oliver Lindell è quarto con 205 (-11), mentre sono quinti con 206 (-10) il francese Robin Scio-Siegrist, l’inglese Ben Schmidt e i danesi Nicolai Kristensen e Hamish Brown. Il montepremi è di 500.000 euro con prima moneta di 80.000 euro.
SECONDO GIRO - Gregorio De Leo, da 12° a 11° con 138 (68 70, -6) colpi, ha guadagnato una posizione nel secondo giro del Rolex Challenge Tour Grand Final supported by the R&A, ma dovrà salire ancora perché per prendere una delle 20 ‘carte’ per il DP World Tour 2025, assegnate al termine del torneo ai migliori della Road to Mallorca (ordine di merito), ha bisogno almeno di un quinto posto.
E’ continuata la corsa di testa dello spagnolo Angel Ayora, che precede il gruppo con 127 (62 65, -17) colpi. Lo seguono con 129 (-15) il norvegese Kristoffer Reitan, e con 132 (-12) il danese Rasmus Neergaard-Petersen. Quest’ultimo è già sul circuito maggiore con una categoria superiore a quella che concedono le ‘carte’ del Challenge Tour, così come il sudafricano Robin Williams (promosso dal Sunshine Tour), che ha rinunciato a partecipare. Pertanto non sono in corsa e poiché termineranno entro i venti, si scaleranno due posti in graduatoria e saranno gratificati il 21° e il 22° nel ranking.
In quarta posizione con 134 (-10) il finlandese Oliver Lindell e in quinta con 135 (-9) il danese Nicolai Kristensen e il francese Martin Couvra. Il montepremi è di 500.000 euro con prima moneta di 80.000 euro
PRIMO GIRO - Gregorio De Leo è al 12° posto con 68 (-4) colpi dopo il primo giro del Rolex Challenge Tour Grand Final supported by the R&A, la gara conclusiva del Challenge Tour 2024 dove al termine saranno assegnate venti “carte” per il DP World Tour 2025 ai migliori della Race to Mallorca (ordine di merito).
Sul percorso del Club de Golf Alcanada, a Port d'Alcúdia nell’isola di Mallorca in Spagna, ha girato in 62 (-10), con un eagle, nove birdie e un bogey, il giovane neopro iberico Angel Ayora, un titolo in stagione, che si è portato in vetta con un colpo di margine sul danese Rasmus Neergaard-Petersen, numero 2 della money list, secondo con 63 (-9), che di vittorie ne ha ottenute tre e che, per tale motivo è già sul tour maggiore. Pertanto compete solo per divenire eventualmente il “re” del circuito liberando un posto a chi segue dopo la 20ª piazza.
In terza posizione con 65 (-7) il norvegese Kristoffer Reitan e in quarta con 66 (-6) il danese Nicolai Kristensen, il francese Martin Couvra, lo svedese Joakim Lagergren e il finlandese Oliver Lindell. De Leo, che ha girato con sette birdie e tre bogey, con questa classifica sarebbe 35° nella Road to Mallorca e quindi fuori dai promossi.
LA VIGILIA - Il Challenge Tour si conclude in Spagna con il 29° evento in calendario, al termine del quale saranno assegnate le 20 ‘carte’ per il DP World Tour 2025 ai migliori della Road to Mallorca (ordine di merito). Sul percorso del Club de Golf Alcanada, a Port d'Alcúdia nell’isola di Mallorca, si disputa dal 31 ottobre al 3 novembre il Rolex Challenge Tour Grand Final supported by the R&A, giunto alla 30ª edizione, al quale sono stati ammessi i primi 47 classificati nella money list tra i quali vi sarà Gregorio De Leo (33°) che ha, come tutti gli altri, possibilità di accedere al circuito maggiore. Infatti. insieme al montepremi di 500.000 euro, con prima moneta di 80.000 euro, saranno in palio 4.000 punti per la Road to Mallorca, dei quali 640 saranno appannaggio del vincitore e pertanto, anche l’ultimo attualmente, il sudafricano Justin Walters, con un successo avrebbe l’opportunità di entrare entro la 22ª posizione, l’ultima che qualifica. Se ne scalano due perché il danese Rasmus Neergaard-Petersen (n. 2, tre titoli in stagione) e il sudafricano Robin Williams (n. 10), che sicuramente finiranno tra i 20, hanno già una categoria migliore sul DP World Tour e quindi non rientreranno in questa graduatoria.
Nella gara si competerà per definire il miglior giocatore della stagione e ci sarà bagarre per rimanere tra i 22 e o per entrarci. Nel primo caso sarà contesa tra i primi nove del ranking, tutti privilegiati, nel senso che hanno già la ‘carta’ in tasca. Tra il leader, l’inglese John Parry, e Neergaard-Petersen vi sono solo 46 punti di differenza, e quindi basta poco a cambiare le cose, ma ci sono alle loro spalle, nell’ordine, Hamish Brown, Conor Purcell, Oliver Lindell, Angel Ayora, Joakim Lagergren, Jack Senior e Joel Moscatel, che possono aspirare tutti al primo posto con una vittoria e anche con posizioni di alta classifica, dipendendo in questo caso pure dagli altri.
Nella zona centrale non sono affatto tranquilli Martin Couvra (19°) e i tre che lo seguono, Lucas Bjerregaard, Sam Hutsby e Nicolai Von Dellingshausen, i quali hanno a ridosso Jamie Rutherford, Euan Walker, Wilco Nienaber e Felix Mory, ma non solo loro. Quanto a De Leo ha 124 punti di distacco dell’ultimo che al momento sarebbe sul tour maggiore (Von Dellingshausen), quindi le sue speranze si fondano su un piazzamento entro il quinto posto, ma con meno chance se più indietro.
Il percorso del Club de Golf Alcanada, che ospita per la quarta volte il torneo, la terza consecutiva e la prima nel 2019 quando vinse Francesco Laporta, costituirà un severo test per i concorrenti. Opera dell’architetto Robert Trent Jones Jr e aperto nel 2003, oltre alle qualità tecniche, offre spunti panoramici rimarchevoli sul mare, sulle montagne e sul faro situato nell’isola vicina.
Per quanto riguarda gli azzurri oltre a Laporta, il Grand Final è stato appannaggio anche di Andrea Pavan (2011), mentre nella money list si sono imposti Giuseppe Calì (1990), Michele Reale (1997), Edoardo Molinari (2009), Andrea Pavan (2013) e lo stesso Laporta (2019). Nel circuito nato nel 1989 hanno militato 221 giocatori che poi sono andati a segno sul DP World Tour in 593 occasioni.
Il tedesco Thomas Gögele, con 197 (64 66 67, -19) colpi, ha vinto il Sergio Melpignano Senior Italian Open, torneo del Legends Tour disputato al San Domenico Golf (par 72) di Savelletri di Fasano (Brindisi). Primo successo sul circuito over 50 per Gögele, che ha saputo tenere salda la leadership sin dal primo dei tre round. Il gallese Bradley Dredge non è riuscito nel sorpasso, confermandosi in seconda posizione con 200 (-16). Terzo posto tutto inglese con 202 (-14) per Simon Griffiths e Andrew Marshall. Il trofeo di miglior italiano è andato ad Emanuele Canonica, che ha chiuso la gara ottavo con 206 (-10) davanti ad Alessandro Tadini, decimo con 207 (-9). Michele Reale si è posizionato 32° con 213 (-3), Mauro Bianco, 52° con 218 (+2), Gianluca Pietrobono, 60° con 231 (+15). Il campione uscente, James Kingston, ha concluso al 18° posto con 209 (-7), mentre non è andato oltre la 24esima posizione, con 211 (-5), il brasiliano Adilson Da Silva, leader dell’ordine di merito del Legends Tour. Il Sergio Melpignano Senior Italian Open - inserito anche nel calendario dell’Italian Pro Tour, il circuito delle gare nazionali e internazionali organizzato dalla Federazione Italiana Golf, con il supporto dell’Official Advisor Infront Italy – ha messo in palio 400.000 euro di montepremi, dei quali 60.000 sono andati al vincitore.
Gögele: “Vittoria entusiasmante, che suggella una settimana fantastica in Puglia” – È raggiante Thomas Gögele nel commentare il suo primo titolo sul Legends Tour. Il 53enne tedesco aggiunge così un altro trofeo in bacheca dopo l’Open des Volcans del 1995 sul Challenge Tour. “Sono entusiasta per un successo che mi ripaga di tanti sforzi. Non è stato facile nell’ultimo round mantenere il distacco su Bradley Dredge e conservare il primo posto. Dedico la vittoria a mia moglie, che mi ha supportato come caddie in gara e guardo al futuro con molta fiducia. Complimenti a tutto lo staff del San Domenico Golf per aver presentato il percorso di gioco in condizioni eccellenti. Amo la Puglia, il clima, il cibo e l’ospitalità. Sarà un piacere tornare qui per difendere il titolo”.
Legends Experience: doppio successo per Williams. In campo anche Donadoni, Tassotti e Paramatti – Nella classifica stableford riservata a 15 amateur, l’inglese Nigel Williams ha conquistato il torneo con 115 punti e si è imposto anche come vincitore dell’ordine di merito della Legends Experience. Gli ex calciatori Paramatti, Donadoni e Tassotti hanno concluso in graduatoria rispettivamente quinto (108), ottavo (107) e quindicesimo (84).
Nella cerimonia di premiazione commozione nel ricordo di Franco Chimenti e Sergio Melpignano – La cerimonia di premiazione si è aperta con un lungo applauso per ricordare Franco Chimenti, storico Presidente della Federazione Italiana Golf dal 2002 al 2024, scomparso lo scorso 3 ottobre e Sergio Melpignano, promotore dello sviluppo del golf e del turismo in Puglia che ci ha lasciati nel 2015. Sono intervenuti: Aldo Melpignano, in rappresentanza della famiglia Melpignano proprietaria del Circolo; Leonardo Gravina, Responsabile Macrozona Sud FIG e Delegato Regionale Abruzzo FIG; Mark Aspland, Chief Operating Officer Legends Tour; Alessandro Rogato, Italian Pro Tour e Direttore Open d’Italia; Monica Cosenza, Presidente San Domenico Golf. Presenti anche Marco Ibello, Delegato Regionale FIG Campania e Giuseppe Mainella, Delegato Regionale FIG Molise.
La Pro Am, con 4 ex calciatori, chiude l’evento – Gran finale dell’evento domenica con la Pro Am del Sergio Melpignano Senior Italian Open alla quale prenderanno parte 30 squadre composte da due professionisti (in gara tutti i 60 partecipanti all’Open) e da tre dilettanti. Si svolgerà con formula Texas Scramble sulla distanza di 18 buche. Tra gli amateur scenderanno in campo nuovamente gli ex calciatori Donadoni, Tassotti e Paramatti. A loro si aggiungerà Giuseppe Incocciati, attaccante che ha vestito le maglie, tra le altre, del Milan e del Napoli.
In campo in memoria di Sergio Melpignano – Il Senior Italian Open ha onorato la memoria di Sergio Melpignano. La sua lungimiranza e la sua determinazione hanno permesso di portare il golf di alto livello in Puglia, contribuendo alla valorizzazione del territorio.
I Partner - L’Italian Pro Tour 2024 ha il supporto di Fideuram Intesa SanPaolo Private Banking (Official Bank); Kappa (Technical Supplier); Poste Assicura (Official Supplier); Corriere dello Sport e Tuttosport (Media Partner). Official advisor: Infront Italy.
Il tedesco Thomas Gögele, con 130 (64 66, -14) colpi è rimasto da solo al comando dopo il secondo round del Sergio Melpignano Senior Italian Open, torneo per giocatori over 50 del Legends Tour in corso al San Domenico Golf (par 72) di Savelletri di Fasano (Brindisi). A un giro dal termine, la corsa al titolo si preannuncia avvincente con il gallese Bradley Dredge in seconda posizione a un solo colpo di distanza con 131 (-13), seguito al terzo posto dall’inglese Simon Griffiths con 135 (-9). Hanno possibilità di inserirsi nel rush finale anche Alessandro Tadini (leader dopo il primo round con Gögele e Dredge) ed Emanuele Canonica. I due azzurri, quarti con 136 (-8) insieme allo svedese Joakim Haeggman, attraversano un buon momento di forma e cercheranno la rimonta nelle ultime 18 buche. Nella competizione - inserita anche nel calendario dell’Italian Pro Tour, il circuito delle gare nazionali e internazionali organizzato dalla Federazione Italiana Golf, con il supporto dell’Official Advisor Infront Italy – sono in ritardo di classifica gli altri italiani. Michele Reale è 33° con 142 (-2), Mauro Bianco è 51° con 146 (+2), mentre Gianluca Pietrobono chiude la classifica con 158 (+14).
Thomas Gögele: “Tutto perfetto, punto a ripetermi nel round finale” – Visibilmente soddisfatto Gögele, che insegue il primo successo sul Legends Tour. Nella sua bacheca un titolo sul Challenge Tour (Open des Volcans 1995). “Difficile poter esprimere un gioco più brillante. Sono veramente entusiasta. Un round bogey free è una soddisfazione che non capita così frequentemente. Spero di conservare questa energia positiva per gestire il vantaggio nel giro finale senza troppi calcoli” il commento del 53enne tedesco, che ha all’attivo 200 presenze sull’European Tour.
Formula e montepremi – Il torneo si svolge sulla distanza di 54 buche, 18 al giorno, senza taglio. Il montepremi è di 400.000 euro con prima moneta di 60.000 euro. In campo anche 15 amateur che sono in sfida in una graduatoria separata.
Dal calcio al golf, Donadoni, Tassotti e Paramatti in campo tra gli amateur – Nella classifica stableford riservata a 15 amateur, il dominicano Richard Dillon si conferma in vetta con 80 punti, seguito da Ivan Pasetto (78). Gli ex calciatori Paramatti, Donadoni e Tassotti sono rispettivamente terzo (76), nono (69) e quattordicesimo (57).
Domenica la Pro Am chiude l’evento – Gran finale dell’evento domenica con la Pro Am del Sergio Melpignano Senior Italian Open alla quale prenderanno parte 30 squadre composte da due professionisti (in gara tutti i 60 partecipanti all’Open) e da tre dilettanti. Si svolgerà con formula Texas Scramble sulla distanza di 18 buche.
Si gioca nel ricordo di Sergio Melpignano – Si gareggia per onorare la memoria di Sergio Melpignano, fondatore e promotore dello sviluppo del golf e del turismo in Puglia. La sua lungimiranza e la sua determinazione hanno permesso di portare il golf di alto livello in Puglia, contribuendo alla valorizzazione del territorio.
Il percorso – San Domenico Golf, situato tra gli ulivi secolari e il mare Adriatico della Puglia, è il prestigioso percorso disegnato dall’European Golf Design di Londra. Fondato dall’avvocato Sergio Melpignano, offre un'esperienza di gioco unica grazie al suo design da links mediterraneo e alla vista sul mare da ogni buca, con scorci sull’antica città di Egnathia. Sede del Grand Final del Challenge Tour dal 2005 al 2012, il San Domenico Golf è certificato GEO per il suo impegno nella sostenibilità ambientale.
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Alessandro Tadini, il tedesco Thomas Gögele e il gallese Bradley Dredge sono in vetta, con 64 (-8) colpi, al termine del primo giro del Sergio Melpignano Senior Italian Open, torneo per giocatori over 50 del Legends Tour in svolgimento al San Domenico Golf (par 72) di Savelletri di Fasano (Brindisi). La competizione - inserita anche nel calendario dell’Italian Pro Tour, il circuito delle gare nazionali e internazionali organizzato dalla Federazione Italiana Golf, con il supporto dell’Official Advisor Infront Italy – vede in quarta posizione, con 66 (-6) a due colpi dai tre leader, lo svedese Joakim Haeggman, e l’inglese Paul Streeter. In sesta posizione, con 67 (-5), gli inglesi Andrew Marshall e David Shacklady e lo statunitense Clark Dennis (uno dei past winner in campo). Tra gli azzurri, buon avvio di gara per Emanuele Canonica e Michele Reale, al 14° posto con 69 (-3). Ha chiuso un colpo sopra il par Mauro Bianco, 46° con 73 (+1), mentre Gianluca Pietrobono (subentrato a Costantino Rocca dopo il suo ritiro) ha terminato le prime 18 buche con 8 colpi sopra il par.
Forfait di Costantino Rocca - Costantino Rocca, uno dei protagonisti più attesi, si è ritirato dal torneo a causa di un infortunio occorsogli durante la prova campo del mercoledì.
La soddisfazione di Tadini: “Un giro sui livelli di 8 anni fa” – Alessandro Tadini, 51enne di Borgomanero con all’attivo 4 successi sul Challenge Tour, è alla terza gara in carriera sul Legends Tour. Per lui 8 birdie nel primo round. “Sono davvero soddisfatto per una prestazione con un livello di gioco che non riuscivo ad esprimere da almeno 8 anni. Un giro iniziale ottimo da tee a green, impreziosito da alcuni putt che hanno fatto la differenza nel punteggio complessivo. Grazie al mio caddie Nelly che mi ha trasmesso fiducia. Spero di ripetermi anche nei prossimi round” ha commentato Tadini. Agguerrita la concorrenza per il piemontese. Thomas Gögele - 53enne con un titolo in carriera sul Challenge Tour - è stato autore di un primo round con un eagle, otto birdie e due bogey. Il gallese Bradley Dredge - 51 enne che ha già messo a segno un successo nella prima stagione sul Legends Tour nel 2023 e che può vantare 2 vittorie sull’European Tour e altrettante sul Challenge Tour e l’affermazione nella World Cup del 2005, in coppia con Stephen Dodd - ha firmato uno score con un eagle, sette birdie e un bogey.
Formula e montepremi – Il torneo si svolge sulla distanza di 54 buche, 18 al giorno, senza taglio. Il montepremi è di 400.000 euro con prima moneta di 60.000 euro. In campo anche 15 amateur che sono in sfida in una graduatoria separata.
Donadoni, Tassotti e Paramatti in gara tra gli amateur – Parallelamente alla competizione valida per i professionisti del Legends Tour, è in corso anche una sfida con classifica stableford riservata a 15 amateur. Il dominicano Richard Dillon è in testa con 42 punti. Gli ex calciatori Roberto Donadoni e Michele Paramatti sono in seconda posizione con 37 punti, mentre Mauro Tassotti è 13° con 31 punti.
Domenica la Pro Am chiude l’evento – Gran finale dell’evento domenica con la Pro Am del Sergio Melpignano Senior Italian Open alla quale prenderanno parte 30 squadre composte da due professionisti (in gara tutti i 60 partecipanti all’Open) e da tre dilettanti. Si svolgerà con formula Texas Scramble sulla distanza di 18 buche.
Si gioca nel ricordo di Sergio Melpignano – Si gareggia per onorare la memoria di Sergio Melpignano, fondatore e promotore dello sviluppo del golf e del turismo in Puglia. La sua lungimiranza e la sua determinazione hanno permesso di portare il golf di alto livello in Puglia, contribuendo alla valorizzazione del territorio.
Il percorso – San Domenico Golf, situato tra gli ulivi secolari e il mare Adriatico della Puglia, è il prestigioso percorso disegnato dall’European Golf Design di Londra. Fondato dall’avvocato Sergio Melpignano, offre un'esperienza di gioco unica grazie al suo design da links mediterraneo e alla vista sul mare da ogni buca, con scorci sull’antica città di Egnathia. Sede del Grand Final del Challenge Tour dal 2005 al 2012, il San Domenico Golf è certificato GEO per il suo impegno nella sostenibilità ambientale.
I Partner - L’Italian Pro Tour 2024 ha il supporto di Fideuram Intesa SanPaolo Private Banking (Official Bank); Kappa (Technical Supplier); Poste Assicura (Official Supplier); Corriere dello Sport e Tuttosport (Media Partner). Official advisor: Infront Italy.
Dai successi alle difficoltà e ritorno. Dopo anni di purgatorio Renato Paratore ha ritrovato la vittoria. Negli Emirati Arabi Uniti ha dominato l’UAE Challenge, evento dell’HotelPlanner Tour, tornando a festeggiare una impresa a distanza di 1.723 giorni dall’ultima volta (British Masters sul DP World Tour nel luglio 2020). “Sono davvero felice. È stato un exploit importante perché non riuscivo ad affermarmi da molto tempo. Ho avuto dei dubbi e mi sono chiesto: ‘Ma riuscirò a tornare a vincere’? Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. E adesso, l’obiettivo del 2025, è quello di riconquistare la ‘carta’ per il massimo circuito continentale”, spiega Paratore in una intervista a cuore aperto sui canali federali. È la storia di un predestinato, quella di Paratore. Nato il 14 dicembre del 1996 a Roma, da dilettante ha conquistato prima lo Junior Orange Bowl nel 2013 a Miami (Usa), poi, nel 2014, il Portuguese International Amateur Championship a Palmela.
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Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925 che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano.
Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta
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