Primo successo da professionista di Marco Florioli sulle orme del padre Massimo. Alla seconda gara dopo il cambio di categoria il 19enne di Bergamo ha conquistato il titolo con 140 (72 68, -4) colpi nella 47ª edizione del PGAI Championship, il campionato della PGA Italiana che si è svolto sul percorso del Golf Nazionale a Sutri (VT), la casa del golf italiano. Lo ha fatto trent’anni dopo il padre Massimo, che si era imposto in sequenza nel 1993 e nel 1994 sul percorso di Albarella e che, nell’occasione, si è classificato 33° con 152 (+8).
Nel torneo avversato dal maltempo e ridotto da 54 a 36 buche, Florioli, è stato fermato la sera precedente dopo 14 buche in cui aveva segnato due birdie e un eagle sulle prime e uscendo dal campo con un parziale di “meno 5”. Alla ripresa, ancora sotto l’acqua, ha concluso le ultime perdendo un colpo e chiudendo con il 68 (-4) vincente.
Ha superato di due colpi Manfredi Manica e Andrea Romano, secondi con 142 (-2), e di tre Lorenzo Magini, quarto con 143 (-1). In quinta posizione con 144 (par) Federico Maccario, in sesta con 145 (+1) Odin Antonino Urso e in settima con 146 (+2) Federico Zucchetti, Francesco Santoni e Gianmaria Rean Trinchero.
Florioli ha un feeling particolare con il Golf Nazionale dove aveva già vinto due tricolori assoluti medal (2021 e 2024) e uno match play (2022). “In queste condizioni meteo - ha spiegato - non devi essere né troppo prudente né prenderti troppi rischi. Per me un buon compromesso è stato il legno 3 dove di solito utilizzo il ferro, ma non il driver perché era importante mettere la palla in pista e avere più controllo nei colpi al green. Ho tirato diritto, preso molti green e dove ho sbagliato ho fatto approccio e putt. Per l’eagle ho anche imbucato da bordo green”. Campione del Mondo a squadre nel settembre 2022 (con Filippo Celli e Pietro Bovari), tanta esperienza in maglia azzurra e infine il passaggio tra i pro avvenuto da poco. “Mi sono allenato molto, ho preso la carta per l’Alps Tour e vi ho disputato qualche gara sempre da amateur. Poi, quando il gioco è diventato più solido, ho deciso di cambiare status dopo il primo stage delle qualifiche per il DP World Tour”.
LA VIGILIA - Sul percorso del Golf Nazionale a Sutri (VT), la casa del golf italiano, si svolge dal 2 al 4 ottobre la 47ª edizione del PGAI Championship, il campionato della PGA Italiana al quale possono partecipare tutti gli iscritti all’Associazione.
Difende il titolo Jacopo Vecchi Fossa, che la gara l’ha vinta anche nel 2019, e con lui saranno al via anche altri sei past winner: Massimo Florioli (1993, 1994), Andrea Maestroni (2011, 2014), Andrea Perrino (2015), Andrea Rota (2016), Gregory Molteni (2004) e Luca Cianchetti (2018). Nel field, tra gli altri, Mattia Comotti, Gianmaria Rean Trinchero ed Edoardo Raffaele Lipparelli, tutti a segno quest’anno sull’Alps Tour, Manfredi Manica, Andrea Romano, Giovanni Manzoni, Ludovico Addabbo e Marco Florioli, appena passato pro e figlio di Massimo.
Il torneo, al quale prendono parte 91 concorrenti, si disputa sulla distanza di 54 buche con taglio dopo 36 che lascerà in gara i primi 30 classificati e i pari merito al 30° posto, che si contenderanno il montepremi di 50.000 euro, con prima moneta di 7.250.
La Presidents Cup, per la decima volta consecutiva, va al team Usa. In Canada, la compagine guidata da Jim Furyk, ha superato per 18,5 a 11,5 l'International team di Mike Weir. A regalare il punto decisivo agli Stati Uniti è stato Keegan Bradley, capitano della compagine a stelle e strisce alla Ryder Cup 2025 di Bethpage (New York).
Al Royal Montreal Golf Club (il più antico del Nord America che ha celebrato i suoi 150 anni nel 2023), in Quebec, gli Usa hanno conquistato 7,5 punti nei match di singolo e festeggiato la tredicesima impresa nella Presidents Cup in 15 edizioni fin qui disputate. L'unica sconfitta risale al 1998, mentre nel 2003 arrivò un pareggio. A far notizia anche il ko di Scottie Scheffler, numero 1 al mondo, nell'incontro con il giapponese Hideki Matsuyama.
"Non posso credere sia tutto vero, penso si tratti di una favola, di un film dall'epilogo meraviglioso. Questa è la testimonianza di come nello sport, come nella vita, occorra dare sempre il massimo. Perché prima o poi i risultati arrivano", la soddisfazione di Bradley, a cui Furyk ha riservato una delle wild card a sua disposizione come premio dopo un finale di stagione show sul PGA Tour.
Dal 2017 (quando vinsero con 8 punti di scarto), per gli Usa questo è il margine di successo più ampio, dopo il cambio di formato dei punti (2015), nella storia del torneo.
Lo zimbabwese Benjamin Follett-Smith ha dominato nel D+D Real Czech Challenge, torneo del Challenge Tour che ha vinto con 252 (63 62 63 64, -28) colpi sul percorso del Royal Beroun Golf Club (par 70), nella città da cui il circolo prende il nome nella Repubblica Ceca.
Il 30enne di Harare, al secondo titolo sul circuito per un palmares in cui figurano anche un successo sul Sunshine Tour (escluso un evento in combinata con il Challenge), uno sul Big Easy Tour e uno su Clutch Pro Tour, ha lasciato a cinque colpi il francese Maxence Giboudot e il finlandese Oliver Lindell, secondi con 257 (-23), e a sei l’inglese Sam Hutsby, quarto con 258 (-22). In quinta posizione con 259 (-21) il danese Jonathan Goth-Rasmussen e l’inglese James Allan e in settima con 261 (-19) lo spagnolo Albert Boneta, passato da poco professionista dopo aver vinto da amateur una gara sull’Alps Tour (Alps de Las Castillas).
Degli italiani Aron Zemmer si è classificato al 32° posto con 266 (67 65 68 66, -14), e Davide Buchi al 47° con 269 (67 65 71 66, -11). Sono usciti al taglio Federico Livio, 89° con 137 (69 68, -3), Filippo Bergamaschi, 110° con 140 (68 72, par), e Pietro Bovari, 119° con 141 (72 69, +1). Benjamin Follett-Smith ha percepito un assegno di 43.200 euro si un montepremi di 270.000 euro.
Il torneo, nato nel 2012 e giunto alla 12ª edizione (non si è giocato nel 2020 per la pandemia), è stato vinto lo scorso anno da Andrea Pavan, unico azzurro nell’albo d’oro e unico ad essersi imposto anche nel D+D Real Czech Masters, il fratello maggiore in calendario sul DP World Tour.
LA VIGILIA - Il Challenge Tour si trasferisce dalla Svizzera alla Repubblica Ceca per la quart’ultima tappa stagionale. Al Royal Beroun Golf Club, nella città da cui il circolo prende il nome, è in programma dal 2 al 5 ottobre il D+D Real Czech Challenge al quale partecipano cinque giocatori italiani: Piero Bovari, Aron Zemmer, Filippo Bergamaschi, Federico Livio e Davide Buchi.
E’ un evento in cui quasi tutti i migliori hanno dato forfait in vista degli ultimi tre impegni determinanti ai fini dell’assegnazione delle 20 “carte” per il DP World Tour 2025 che spetteranno ai migliori della Road To Mallorca (ordine di merito), ossia l’Hainan Open (10-13 ottobre), l’Hangzhou Open (17-20 ottobre), entrambi in Cina, e il Rolex Challenge Tour Grand Final dove il circuito si concluderà e al quale saranno ammessi i primi 45 della money list.
In gara, quindi, solamente sette giocatori tra i primi 30 della Road To Mallorca: nessuno tra i primi dieci, quattro entro i 20 (il sudafricano Deon Germishuys, l’inglese Jack Senior, il francese Pierre Pineau e il finlandese Oliver Lindell) e tre fra i 21 e i 30 (il danese Lucas Bjerregaard, l’inglese Sam Hutsby e lo scozzese Daniel Young). Due i vincitori stagionali in campo, l’inglese Frank Kennedy (n. 33) e il danese Jonathan Goth-Rasmussen (n. 34), che hanno una buona occasione per rilanciarsi, dopo che non hanno sfruttato al meglio il titolo.
Da seguire, oltre ai citati, due past winner, l’inglese Ross McGowan (2019), anche runner up nel 2015 e vincitore di un Open d’Italia (2020), e Damien Perrier (2016), oltre al norvegese Kristian Krogh Johannessen e al portoghese Ricardo Santos, secondi rispettivamente nel 2021 e nel 2019.
Il torneo, nato nel 2012 e giunto alla 12ª edizione (non si è giocato nel 2020 per la pandemia), è stato vinto lo scorso anno da Andrea Pavan, unico azzurro nell’albo d’oro e unico ad essersi imposto anche nel D+D Real Czech Masters, il fratello maggiore in calendario sul DP World Tour. Il montepremi è di 270.000 euro dei quali 43.200 destinati al primo in graduatoria.
Il thailandese Suteepat Prateeptienchai ha conquistato il secondo titolo sull’Asian Tour imponendosi con 267 (64 66 68 69, -21) colpi, dopo una corsa di testa, nel Yeangder TPC, evento dell’Asian Tour disputato a Taiwan sul percorso del Linkou International Golf & Country Club (par 72), a New Taipei City. Al torneo ha preso parte Stefano Mazzoli, che si è classificato 28° con 280 (69 66 73 72, -8), il quale ha avuto un leggero calo nei due round conclusivi dopo essere salito dal 27° al quinto posto nel secondo round, grazie a un 66 (-6, sei birdie senza bogey).
Prateeptienchai, 31 anni, alla 32ª presenza, aveva vinto alla fine dello scorso anno il Taiwan Glass Taifong Open. E’ passato sul circuito maggiore dopo aver dominato nell'Asian Development Tour 2022, l’equivalente in Asia del Challenge Tour, dove ha colto tre successi, tutti in Indonesia, con leadership nell’ordine di merito. Nel giro finale ha contrato con un parziale di 69 (-3, cinque birdie, due bogey) il tentativo di rimonta dalla sesta posizione dello statunitense John Catlin, che ha realizzato un gran 65 (-7, otto birdie, cinque iniziali di fila, e un bogey), miglior score del turno, bastato però solo per la seconda con 269 (-19). E’ stato per la seconda volta runner up in stagione dopo aver firmato due titoli. Il vincitore è stato gratificato con 180.000 dollari su un montepremi di un milione di dollari.
Al terzo posto con 270 (-18) il filippino Miguel Tabuena, che ha perso le sue chance con due bogey dopo il giro di boa, al quarto con 271 (-1/ il taiwanese Chieh-po Lee, al quinto con 272 (-16) il thailandese Pavit Tangkamolprasert e al sesto con 274 (-14) il suo connazionale Sarit Suwannarut e il giapponese Tomoyo Ikemura.
LA VIGILIA - Stefano Mazzoli prende parte al Yeangder TPC, evento dell’Asian Tour che avrà luogo a Taiwan dal 26 al 29 settembre sul tracciato del Linkou International Golf & Country Club, a New Taipei City.
Fari puntati sullo statunitense John Catlin, leader della money list con due successi in stagione (International Series Macau e Saudi Open presented by PIF) e un secondo posto (International Series Morocco), che avrà comunque la concorrenza dell’australiano Travis Smyth (n. 6) e del coreano Jeunghun Wang (n. 13), 29enne di Seoul, che ha giocato anche sul DP World Tour dove ha colto tre successi tra il 2016 e 2017. Altri possibili protagonisti i thailandesi Poom Saksansin, che difende il titolo, Jazz Janewattananond e Phachara Khongwatmai, lo statunitense Sihwan Kim, i coreani Minkyu Kim e Bio Kim, il filippino Miguel Tabuena, l’australiano Brendan Jones, il sudafricano Jbe Kruger, l’indiano Shiv Kapur, Siddikur Rahman del Bangladesh e i singaporiani Zaw Moe e Mardan Mamat, solo per citarne alcuni.
Stefano Mazzoli, 37° nell’ordine di merito e alla nona presenza. è reduce dal 34° posto nel Mandini Indonesia Open e ha al suo attivo in stagione un quinto posto in Marocco a luglio. Il montepremi è di un milione di dollari dei quali 180.000 gratificheranno il vincitore.
Finale ad effetti speciali nel Walmart NW Arkansas Championship presented by P&G, dove la thailandese Jasmine Suwannapura (196 - 63 72 61, -17 colpi) ha superato con un eagle alla seconda buca di spareggio Luci Li (71 65 60) con la quale aveva terminato alla pari il torneo. In gara due azzurre con buon esito per Benedetta Moresco, 27ª con 205 (70 67 68, -8), al primo anno sul tour con una ‘carta’ non piena, mentre Roberta Liti, 78ª con 141 (69 72, -1), è uscita al taglio per un colpo di troppo.
Sul percorso del Pinnacle Country Club (par 71), a Rogers in Arkansas, nel turno conclusivo Suwannapura ha realizzato un 61 (-10) con un eagle e otto birdie, e Li un 60 (-11) con tre eagle, sette birdie e due bogey, un colpo in più del giro record di 59 firmato il 16 marzo del 2001 dalla campionessa Annika Sorenstam, nel secondo round dello Standard Register Ping. Sull’ultima buca (par 5) hanno provato tutte e due a vincere, ma non è bastato a entrambe un eagle. Poi nel playoff sulla stessa 18 dopo un birdie al primo passaggio, al secondo la thailandese ha di nuovo messo a segno l’eagle, contro un altro birdie della Li.
Al terzo posto con 197 (-16) la coreana Sei Young Kim, che aveva provato ad agganciare le avversarie anche lei con un eagle a chiudere, al quarto con 199 (-14) la giapponese Mao Saigo e la thailandese Arpichaya Yubol e al sesto con 200 (-13) la sudafricana Ashleigh Buhai.
Thidapa “Jasmine” Suwannapura, 31enne di Bangkok, è al terzo titolo sul circuito, dopo quelli nel Marathon Classic (2018) e nel Dow Great Lakes Bay Invitational (2019, in coppia con Cydney Clanton). Nel suo palmarès anche un successo sul LET (Indian Open, 2013), uno sul Symetra Tour, ora Epson Tour (Vidalia Championship, 2012), uno sul Thai LPGA Tour e cinque sull’All Thailand Golf Tour. Per il successo è stata gratificata con un assegno di 450.000 dollari su un montepremi di 3.000.000 di dollari.
LA VIGILIA - A Rogers, in Arkansas, il LPGA Tour propone il Walmart NW Arkansas Championship presented by P&G, al quale, dal 27 al 29 settembre, prendono parte Roberta Liti e Benedetta Moresco.
Sul percorso del Pinnacle Country Club difende il primo dei suoi due titoli la coreana Haeran Ryu, 23enne di Seoul, numero 9 mondiale, che all’inizio di settembre si è imposta nel FM Championship e nel cui palmarès figurano anche cinque successi sul LPGA of Korea Tour. Inoltre ha ottenuto tre top ten in cinque del Major del 2024. Può sicuramente puntare al bis, perché attraversa un ottimo momento sottolineato, oltre che dalla vittoria citata, anche da un nono posto e altri quattro piazzamenti tra le prime cinque nelle ultime otto presenze (terza nel precedente Kroger Queen City).
Nel field di 144 concorrenti, posto di rilievo per Lilia Vu, numero due del Rolex Ranking, la coreana Amy Yang, la francese Celine Boutier (n. 11 e che recentemente ha perso alcune posizioni) e per la thailandese Thitikul, che ora preferisce farsi chiamare Jeeno, anziché Atthaya.
Tante altre le giocatrici in grado di competere quanto meno ad alto livello, tra le quali ricordiamo le statunitensi Allisen Corpuz, Megan Khang, Ally Ewing (McDonald da nubile), Jennifer Kupcho, Danielle Kang e Lexi Thompson, alle ultime battute della sua carriera, la giapponese Nasa Hataoka, la filippina naturalizzata giapponese Yuka Saso, l’irlandese Leona Maguire, la messicana Gaby Lopez, la sudafricana Ashleigh Buhai e la spagnola Carlota Ciganda. Il montepremi è di 3.000.000 di dollari con prima moneta di 450.000 dollari.
Lo scozzese Euan Walker, con un giro finale in 66 (-6) colpi, miglior score del round, ha recuperato sei posizioni e ha vinto con 135 (69 66, -9) lo Swiss Challenge, disputato sul percorso del Golf Saint Apollinaire (par 72) di Folgensbourg, città francese ai confini con la Svizzera. Il torneo del Challenge Tour, a causa del maltempo, è stato ridotto da 72 a 36 buche con allagamento del campo e relative interruzioni.
Walker, 29 anni, ha ottenuto il secondo successo sul circuito, dopo quello nel British Challenge (2022), in una stagione in cui come miglior risultato ha ottenuto una sola top ten (4° nell’Abu Dhabi Challenge). Ha concluso la sua corsa con sei birdie, senza bogey, e ha superato di tre colpi il norvegese Kristoffer Reitan e l’inglese Bradley Bawden, secondi con 138 (-6). In quarta posizione con 139 (-5) il francese Benjamin Hebert e in quinta con 140 (-4) lo svizzero Luca Galliano, il transalpino Robin Sciot-Siegrist, l’australiano Hayden Hopewell e Joshua Grenville-Wood degli Emirati Arabi Uniti.
Media classifica per Filippo Bergamaschi, 31° con 144 (73 71, par), e poco dietro Aron Zemmer, 44° con 146 (70 76, +2). Non hanno superato il taglio, caduto a 146 (+2), Pietro Bovari, 63° con 147 (+3), Gregorio De Leo, 71° con 148 (+4), Lorenzo Gagli, 81° con 149 (+5) ed Enrico Di Nitto, 93° con 151 (+7). Evento ridotto e prima moneta ridotta: al vincitore sono andati 32.400 euro e anziché i 43.200 previsti.
LA VIGILIA - Il Challenge Tour si trasferisce dal Monte Argentario alla Francia, dove è in programma dal 26 al 29 settembre lo Swiss Challenge, che di disputa al Golf Saint Apollinaire di Folgensbourg, città ai confini con la Svizzera. Sul tee di partenza sei giocatori italiani: Pietro Bovari, Gregorio De Leo, Aron Zemmer, Filippo Bergamaschi, Enrico Di Nitto e Lorenzo Gagli, tra i protagonisti del precedente Italian Challenge Open dove si è classificato settimo.
Nel field solo sei tra i primi 14 della Road To Mallorca (money list): il danese Hamish Brown (n. 4), lo spagnolo Angel Ayora (n. 6), i francesi Alexander Levy (n. 9) e Benjamin Hebert (n. 12), l’irlandese Conor Purcell (n. 10) e l’inglese Jack Senior (n. 13). A cinque eventi dalla conclusione, a parte l’inglese John Parry (n. 1) e il danese Rasmus Neergaard-Petersen (n. 2), che hanno chiuso la pratica perché con la terza vittoria stagionale sono giù sul DP World Tour, gli altri assenti evidentemente si sentono al sicuro essendo ben lontani dalla 21ª posizione, la prima dell’ordine di merito che esclude dal passaggio nel circuito maggiore 2025. E non hanno tutti i torti. Però non manca nessuno tra la 15ª e la 20ª piazza, ossia i finlandesi Tapio Pulkkanen e Oliver Lindell (n. 15 e 17), i transalpini Pierre Pineau e Martin Couvra (n. 16 e 18), il tedesco Nicolai Dellingshausen (n. 19), e lo svedese Bjorn Akesson (n. 20). Tutti braccati dall’altro svedese Christofer Blomstrand (n. 21), dal danese Lucas Bjerregaard (n. 23), dall’inglese Jamie Rutherford (n. 24) e dal norvegese Andreas Halvorsen (n. 25), uscito dai 20 come Blomstrand, pur con un titolo nell’anno. Sorprende l’assenza del sudafricano Wilco Nienaber (n. 22), che comunque ha le potenzialità per rimettersi in corsa anche in una sola gara. Due i past winner nel field, il citato Hebert (2011) e il portoghese Ricardo Santos (2019). Il montepremi è di 270.000 euro con prima moneta di 43.200 euro.
La prodezza di Del Rey nel 2021 - Il torneo si è giocato per la prima volta come Credit Suisse Private Banking Open nel 2000. Sostituì l’Interlaken Open, annullato per motivi finanziari, che si svolse per nove volte tra il 1989 e il 1998 con la prima edizione appannaggio di Pietro Molteni. Tra gli altri vincitori Thomas Bjorn (1995).
Anche l’inizio dell’attuale evento non fu molto fortunato. Infatti fu interrotto tra il 2002 e il 2005, poi riprese nel 2006 come Credit Suisse Challenge, per avere la dizione attuale dal 2013. Dopo l’unico stop per la pandemia nel 2020, la gara, giunta alla 20ª edizione, si disputa dal 2021 sul campo attuale in Francia. In quella occasione lo spagnolo Alejandro Del Rey ha realizzato nel primo round un 58 (-14), che è lo score più basso sul giro sia sul DP World Tour che sul Challenge Tour. Unico azzurro a segno Alessandro Tadini, nel 2010.
A uno spagnolo l’acciona Open de España, ma non al favorito della vigilia. Infatti il titolo è andato ad Angel Hidalgo, del tutto meritato dopo una corsa di testa conclusa con 270 ( 65 67 68 70, -14) colpi, anche se per ottenerlo è dovuto ricorrere al playoff. Dopo 71 buche tutte al comando, è stato raggiunto sull’ultima dal connazionale Jon Rahm (270 - 68 69 65 68), che poi ha ceduto alla seconda buca supplementare non andando oltre il par di fronte al birdie del vincitore e mancando la quaterna dopo essersi imposto in questo evento per tre volte nelle ultime cinque edizioni.
Rahm, al termine della 16ª buca era due colpi dietro. I campioni sono però tali perché nei momenti decisivi sono capaci di tutto, anche di realizzare due birdie e annullare lo svantaggio, magari pure con la complicità dell’avversario che, sotto pressione, ha mancato il corto putt della vittoria. Nello spareggio entrambi hanno segnato un birdie alla prima buca, poi Hidalgo lo ha replicato, mentre Rahm ha sbagliato il drive e non ne è più venuto fuori.
Sul percorso del Club de Campo Villa de Madrid (par 71), nella capitale spagnola, i due protagonisti hanno distaccato di quattro colpi sei concorrenti al terzo posto con 274 (-10): l’altro iberico David Puig pure lui nella LIV Golf come Rahm, il quale non è riuscito a trovare il ritmo giusto nel round finale dopo essersi messo in condizione di lottare per il successo, gli inglesi Tommy Fleetwood e Joe Dean, lo svedese Jens Fahrbring e lo scozzese Grant Forrest. Al decimo con 276 (-8), lo statunitense Patrick Reed, altra stella della Superlega Araba, e solo al 52° con 284 (par) il francese Matthieu Pavon, figlio dell’ex calciatore Michel Pavon, che difendeva il titolo.
Degli italiani, Francesco Laporta si è classificato 39° con 282 (70 71 73 68, -2) e Andrea Pavan, 57° con 285 (73 70 67 75, +1).
Angel Hidalgo Portillo, 26enne di Marbella, si è messo in evidenza nell’Alps Tour con due successi nel 2021, poi nello stesso anno si è imposto sul Challenge Tour (Big Green Egg German Challenge). Dal 2022 è sul circuito maggiore dove fino ad ora aveva collezionato sette top ten. Nelle 77 presenze di questo triennio è andato a premio 46 volte. Ha concluso la sua corsa con un 70 (-1) frutto di quattro birdie e di tre bogey, mentre Rahm è stato piuttosto altalenante, sia pure con uno score migliore di 68 (-3). Tre birdie e due bogey sulle prime nove buche, poi un birdie, un doppio bogey che lo ha allontanato da Hidalgo, e il recupero con tre birdie, di cui due a chiudere. Il vincitore ha ricevuto un assegno di 552.500 dollari su un montepremi di 3.250.000 dollari.
Sono rimasti fuori dopo 36 buche, Filippo Celli e Renato Paratore, 70.i con 145 (+3) e out per un colpo, Matteo Manassero, 104° con 148 (+6), Lorenzo Scalise, 121° con 150 (+8), ed Edoardo Molinari, 128° con 151 (+9).
TERZO GIRO - Lo spagnolo Angel Hidaldo ha continuato la sua corsa di testa anche nel moving day dell’acciona Open de España. Ha mantenuto il comando con 200 (65 67 68, -13), ma è stato avvicinato dal connazionale Jon Rahm, secondo con 202 (-1), che gli ha recuperato tre colpi e che ora, nel round conclusivo, mirerà decisamente alla quaterna, dopo essersi imposto nel torneo per tre volte nelle ultime cinque edizioni.
Nell’evento del DP World Tour, che si sta disputando al Club de Campo Villa de Madrid (par 71), nella capitale spagnola, dei due italiani che hanno superato il taglio, Andrea Pavan è al 22° posto con 210 (73 70 67, -3), e Francesco Laporta al 52° con 214 (70 71 73, +1).
Altro iberico in terza posizione con 203 (-10), David Puig, anche lui in corsa per il titolo e che, come Rahm, gioca nella LIV Golf. In quarta posizione con 205 (-8 e con meno speranze di recuperare, ancora un atleta in forza alla Superlega araba, lo statunitense Patrick Reed, e l’inglese emergente Joe Dean, e in sesta con 206 (-7) l’iberico Adri Arnaus e lo svedese Jens Fahrbring. Con Alfredo Garcia Heredia, ottavo con 207 (-6), sono ben cinque gli spagnoli in top ten, che non vogliono farsi sfuggire l’Open di casa.
Sono rimasti fuori dopo 36 buche, Filippo Celli e Renato Paratore, 70.i con 145 (+3) e out per un colpo, Matteo Manassero 104° con 148 (+6) ed evidentemente un po’ scarico dopo le due brillanti prestazioni precedenti (terzo nell’Irish Open e quarto la scorsa settimana nel BMW PGA Championship), Lorenzo Scalise, 121° con 150 (+8), ed Edoardo Molinari, 128° con 151 (+9). Il montepremi è di 3.250.000 dollari di cui 552.500 andranno al vincitore.
SECONDO GIRO - Italiani in panne nell’acciona Open de España, che si sta svolgendo sul percorso del Club de Campo Villa de Madrid (par 71), nella capitale spagnola. Infatti dei sette al via sono rimasti in gara solamente Francesco Laporta, 23° con 141 (70 71, -1) colpi, e Andrea Pavan, 46° con 143 (73 70, +1).
Ha allungato decisamente il passo l’iberico Angel Hidalgo che è rimasto al vertice con 132 (65 67, -10) e che ha portato il vantaggio sul primo inseguitore, l’inglese Joe Dean (136, -6) a quattro lunghezze. E’ salito dalla quinta alla terza posizione con 137 (-5) lo spagnolo Jon Rahm, tre volte vincitore negli ultimi cinque anni e che mira alla quaterna. Lo affiancano il connazionale Alfredo Garcia-Heredia, l’inglese Sam Bairstow e lo statunitense Patrick Reed, che insieme a Rahm, gioca nella LIV Golf, mentre è rimasto in ottava con 138 (-4) l’inglese Tommy Fleetwood. Non ha nessuna possibilità di ripetere il successo dello scorso anno il francese Matthieu Pavon, 38° con 142 (par).
Sono rimasti fuori dopo 36 buche, Filippo Celli e Renato Paratore, 70.i con 145 (+3) e out per un colpo, Matteo Manassero 104° con 148 (+6) ed evidentemente un po’ scarico dopo le due brillanti prestazioni precedenti (terzo nell’Irish Open e quarto la scorsa settimana nel BMW PGA Championship), Lorenzo Scalise, 121° con 150 (+8), ed Edoardo Molinari, 128° con 151 (+9). Il montepremi è di 3.250.000 dollari di cui 552.500 andranno al vincitore.
PRIMO GIRO - Lo spagnolo Angel Hidalgo prova a fare il profeta in patria nell’acciona Open de España. Sul percorso del Club de Campo Villa de Madrid (par 71), nella capitale spagnola, ha preso il comando con 65 (-6) colpi, uno di vantaggio sull’austriaco Sepp Straka, sul francese Julien Guerrier e sull’inglese Sam Bairstow, secondi con 66 (-5). In quinta posizione con 68 (-3) l’iberico Jon Rahm, tre volte vincitore negli ultimi cinque anni e atteso alla quaterna. Insieme a lui il connazionale Adri Arnaus e il cinese Ashun Wu e in ottava con 69 (-2) l’inglese Tommy Fleetwood.
Buona prova di Filippo Celli e di Francesco Laporta, 12.i con 70 (-1), insieme al francese Matthieu Pavon, che difende il titolo. Al 41° posto con 72 (+1) Renato Paratore, al 117° con 76 (+5) Matteo Manassero ed Edoardo Molinari e al 130° con 77 (+6) Lorenzo Scalise. Il montepremi è di 3.250.000 dollari di cui 552.500 andranno al vincitore.
LA VIGILIA - E’ un “acciona Open de España” da grandi interpreti. Dallo spagnolo Jon Rahm, all’inglese Tyrrell Hatton, dallo statunitense Patrick Reed agli altri due iberici Eugenio Lopez Chacarra e David Puig, stelle della LIV Golf. E ancora l’inglese Tommy Fleetwood, l’irlandese Shane Lowry e l’austriaco Sepp Straka, protagonisti del Team Europe nella vittoriosa Ryder Cup di Roma (insieme ad Hatton e a Rahm, che ha vinto l’Open nazionale per tre volte negli ultimi cinque anni), e Matteo Manassero, reduce da due brillanti prestazioni, terzo nell’Irish Open e quarto la scorsa settimana nel BMW PGA Championship.
Al Club de Campo Villa de Madrid (26-29 settembre), nella capitale spagnola, saranno in gara altri sei azzurri, tutti con le motivazioni giuste per ben figurare: Edoardo Molinari, vice capitano a Roma e confermato per la sfida con gli USA nel 2025, Andrea Pavan, Lorenzo Scalise, Francesco Laporta, Renato Paratore e Filippo Celli.
Il DP World Tour propone il quinto evento delle “Back 9” che condurranno al Genesis Championship (24-27 ottobre), al termine del quale i primi 110 della Race To Dubai avranno la ‘carta’ per il circuito 2025. Tornei importanti perché selezioneranno pure gli ammessi ai PlayOffs, le due ricche gare di chiusura (70 nella prima che poi si ridurranno a 50). L’Open iberico è anche la quinta competizione che assegna punti per la Ryder Cup Points List, unica graduatoria che concede sei posti di diritto nel Team Europe del 2025 (in palio 1.500 punti).
Difende il titolo Matthieu Pavon, 31enne di Tolosa, che sullo slancio ha poi ottenuto quest’anno un successo sul PGA Tour (Farmers Insurance Open) con tanto di “carta” allegata. Figlio dell’ex calciatore Michel Pavon, fino all’exploit spagnolo nel suo palmarès figuravano due successi nell’Alps Tour, uno dei quali nel Servizitalia Open (2015) al Golf Club Lignano, e uno nel French Tour (2018) poi raddoppiato a fine 2023. Ha buone chance per una replica in un contesto in cui tra i favoriti non vi saranno solo i citati.
Tanti i possibili protagonisti tra i quali gli altri spagnoli Pablo Larrazabal, Jorge Campillo, Adri Arnaus, Rafa Cabrera Bello, a segno nel 2021, Nacho Elvira e Adrian Otaegui. Gli ultimi due sono nella lista dei numerosi vincitori stagionali che comprende, oltre a Manassero e a Fleetwood, i tre giapponesi Yuto Katsuragawa, Keita Nakajima e Rikuya Hoshino, che raramente partecipano tutti insieme, lo scozzese Ewen Ferguson, il sudafricano Dylan Frittelli, l’inglese Matt Wallace, lo statunitense Jordan Gumberg e il francese David Ravetto. Non è in questo elenco, ma può dire la sua l’inglese Aaron Rai. Da seguire il dilettante iberico José Luis Ballester, numero sette mondiale che quest’anno negli Stati Uniti si è imposto nel The Amateur, un Major per dilettanti. Il montepremi è di 3.250.000 dollari di cui 552.500 andranno al vincitore.
Terzo figlio per Rahm - Jon Rahm è partito dagli Sati Uniti alla volta della Spagna soltanto martedì sera e arriverà all’ultimo momento a Madrid. E’ diventato papà per la terza volta e, dopo due maschi, è arrivata la femmina, proprio come era accaduto a Seve Ballesteros.
La storia – L’Open de España, nato nel 1912 e giunto alla 97ª edizione, ha un albo d’oro firmato da numerosi grandi campioni con 17 plurivincitori che, a parte Rahm (tre vittorie), hanno tutti la stessa caratteristica, ossia di aver compiuto l’impresa prima dell’anno 2000. L’ultima doppietta, prima di Rahm (2018, 2019), l’aveva firmata l’inglese Mark James nel 1997 e nel 2022 Rahm imitò Ballesteros che aveva vinto per la terza volta l’Open di casa nel 1995, con la precedente delle altre cinque triplette che risaliva al 1967 (Sebastian Miguel). Rahm proverà per la seconda volta a puntare alla quaterna per agganciare Mariano Provencio, che l’ha completata nel 1951, e Gabriel Gonzalez, che lo anticipò nel 1942. Se ci riuscirà potrà poi pensare al primato di cinque successi che Angel de la Torre ottenne tra il 1916 al 1925 e che resiste da 99 anni. Tra i campioni presenti nell’albo d’oro il tedesco Bernhard Langer e l’inglese Peter Alliss, con due titoli, e con uno lo statunitense Arnold Palmer, l’australiano Peter Thomson, l’inglese Nick Faldo, lo scozzese Colin Montgomerie e l’argentino Roberto De Vicenzo, per ricordarne alcuni.
Sette i past winner - Oltre ai citati Rahm, Pavon e Cabrera Bello, vi saranno anche altri quattro past winner, gli inglesi Andrew Johnston (2016) e James Morrison (2015), il sudafricano Thomas Aiken (2011) e l’iberico Alvaro Quiros (2010). Tra i runner up gli stessi Pavon (2022), Cabrera Bello (2019) e Morrison (2010), quindi Adri Arnaus (2021), Pablo Larrazabal (2012) e Fabrizio Zanotti (2009). Un solo italiano sul gradino più alto del podio, Francesco Molinari nel 2012, poi secondo nel 2015, come Emanuele Canonica nel 2002.
Il torneo su Sky e in streaming su NOW - L’acciona Open de España sarà trasmesso da Sky, canale Sky Sport Golf, e in streaming su NOW ai seguenti orari: giovedì 26 settembre e venerdì 27, dalle ore 14 alle ore 19; sabato 28, dalle ore 13,30 alle ore 18; domenica 29, dalle ore 13 alle ore 18. Commento di Marco Cogliati, Alessandro Lupi, Massimo Scarpa, Fabrizio Redaelli e Claudio Viganò.
La svizzera Chiara Tamburlini ha vinto con 206 (66 73 67, -7) colpi il Lacoste Ladies Open de France superando con un par alla prima buca di spareggio l’australiana Kirsten Rudgeley (206 - 68 67 71, -7).
Nel torneo del Ladies European Tour giunto alla 34ª edizione e disputato al Golf Barriere (par 71) di Deauville, in Francia, Virginia Elena Carta ha offerto per la seconda settimana consecutiva una bella prestazione, classificandosi quarta con 208 (67 72 69, -5), dopo essere stata in corsa per il successo, come era avvenuto la scorsa settimana nel La Sella Open (settima). Nell’occasione non è mai andata sotto la quarta piazza e ha chiuso la sua corsa con punteggio di 69 (-2, sei birdie, due bogey e un doppio bogey) tra i migliori parziali del turno.
Alle spalle delle due protagoniste la belga Manon De Roey, terza con 207 (-6), a lungo leader in club house, dove era arrivata con anticipo al termine di una rimonta dall’ottavo posto con un 66 (-5, sette birdie, due bogey), più basso score sul giro di giornata ottenuto anche da altre due atlete oltre la top ten.
Insieme alla Carta, la finlandese Noora Komulainen e l’inglese Annabel Dimmock e in settima posizione con 210 (-3) la francese Pauline Roussin-Bouchard, la spagnola Nuria Iturrioz, l’australiana Kelsey Bennett, la gallese Chloe Williams e l’inglese Thalia Martin. In 12ª con 211 (-2) la svedese Johanna Gustavsson, che difendeva il titolo.
Non ne ha tratto molto giovamento, ma sicuramente è stata di soddisfazione per la sudafricana Cara Gorlei, la “hole in one” che ha segnato primo round alla buca 5 (par 3, yards 116, ferro 9), la sua seconda stagionale dopo quella nel German Masters a maggio. Infatti è terminata all’ultimo posto (63ª) con 225 (+12).
Chiara Tamburlini (71, par, quattro birdie, quattro bogey) e Kirsten Rudgeley (67, -4, cinque birdie, un bogey) hanno sorpassato la De Roey entrambe con l’ultimo birdie di giornata rispettivamente alle buche 17 e 16.
Chiara Tamburlini, 24enne di St. Gallen, dopo una buona carriera da dilettante è passata professionista nel 2023 iniziando dal LET Access dove ha colto due successi (PGA Championship Gothenburg e Rose Ladies Open) e con il terzo posto nell’ordine di merito è salita sul LET. Si è subito distinta e prima di questo secondo titolo, dopo quello nel Joburg Ladies Open, era già in vetta al ranking. Oltre ai successi, anche sei top ten stagionali. E’ stata gratificata on un assegno di 56.250 euro su un montepremi di 375.000 euro.
Unica azzurra a imporsi nella gara Veronica Zorzi (2005, 2006), che è anche una delle tre giocatrici che hanno realizzato la doppietta con la caratteristica comune che per tutte è stata consecutiva: la neozelandese Lynnette Brooky (2002, 2003) e la spagnola Azahara Muñoz (2013, 2014). Due sole proette hanno fatto la tripletta: la francese Marie-Laure De Lorenzi (1988, 1993 e 1995) e l’inglese Trish Johnson (1996, 1999, 2010). Torneo stregato per Diana Luna, quattro volte seconda (2010, 2011, 2012, 2016), e stessa posizione per Federica Dassù (1993).
SECONDO GIRO - Virginia Elena Carta è salita dal quarto al terzo posto con 139 (67 72, -3), dopo un giro in 72 (+1, un bogey e 17 par), nel Lacoste Ladies Open de France, torneo del Ladies European Tour giunto alla 34ª edizione che si sta disputando al Golf Barriere (par 71) di Deauville, in Francia, che lo ospita per la terza volta consecutiva.
Si è portata al vertice con 135 (68 67, -7) la svizzera Chiara Tamburlini, leader della money list, che precede l’inglese Annabel Dimmock, seconda con 136 (-6), mentre Virginia Elena Carta è affiancata dall’australiana Kirsten Rudgeley e dalle inglesi Thalia Martin e Bel Wardle. In settima posizione con 140 (-2) la norvegese Dorthea Forbrigd e in ottava con 141 (-1) otto concorrenti tra le quali la transalpina Celine Herbin, la giapponese Ayako Uehara e la belga Manon De Roey, numero tre del ranking. Difficile che possa difendere il titolo la svedese Johanna Gustavsson, 16ª con 42 (par). Il montepremi è di 375.000 euro.
PRIMO GIRO - Virginia Elena Carta è al quarto posto con 67 (-4) colpi insieme alla norvegese Marianne Skarpnord, alla svizzera Elena Moosmann e all’irlandese Lauren Walsh nel Lacoste Ladies Open de France, torneo del Ladies European Tour giunto alla 34ª edizione che si sta svolgendo sul tracciato del Golf Barriere, a Deauville in Francia, che lo ospita per la terza volta consecutiva.
Sono al comando con 66 (-5) l’inglese Bel Wardle, la francese Emma Grechi e l’australiana Kirsten Rudgeley, mentre è al 15° posto con 70 (-1) la svedese Johanna Gustavsson, 31enne di Orebro, che difende il titolo. Il montepremi è di 375.000 euro.
LA VIGILIA - Virginia Elena Carta, dopo la bella prova nel La Sella Open con settimo posto in Spagna, torna subito in campo per prendere parte al Lacoste Ladies Open de France, giunto alla 34ª edizione, in programma dal 26 al 28 settembre sul percorso del Golf Barriere, a Deauville in Francia, che lo ospita per la terza volta consecutiva.
Difende il suo unico titolo sul Ladies European Tour la svedese Johanna Gustavsson, 31enne di Orebro, proette dal 2012 e alla 149ª presenza. In una annata altalenante ha ottenuto quattro top ten di fila tra maggio e giugno, ma ora il suo rendimento è decisamente in calando e al momento tende a stazionare in bassa graduatoria.
Nel field di buona qualità (96 partecipanti) spiccano i nomi di sette vincitrici stagionali, tra le quali le prime tre dell’ordine di merito, la svizzera Chiara Tamburlini, l’inglese Bronte Law e la belga Manon De Roey. Con loro la singaporiana Shannon Tan (n. 9 del ranking), le inglesi Annabel Dimmock e Amy Taylor (suo il Ladies Italian Open) e la tedesca Helen Briem, appena passata di categoria, che ha firmato il quinto successo stagionale, primo sul LET, domenica scorsa in Spagna, che ha aggiunto agli altri quattro maturati sul LET Access.
Tra le possibili protagoniste anche la spagnola Maria Hernandez (n. 10), l’inglese Gabriella Cowley, le svedesi Sofie Bringner e Lisa Pettersson, la tedesca Laura Fuenfstueck, la ceca Sara Kouskova e le altre due past winner al via, Ines Laklalech (2022), prima marocchina a imporsi sul LET, e la transalpina Céline Herbin (2015).
Particolarmente agguerrite le francesi le quali, oltre che sulla Herbin, conteranno su molte altre proette tra cui Pauline Roussin-Bouchard (n. 6 dell’ordine di merito), Nastasia Nadaud, Anne-Lise Caudal e Ariane Klotz. Assente Alessandra Fanali. Il montepremi è di 375.000 euro.
Un’italiana nell’albo d’oro - L’evento, nato nel 1987 come Letting French Open, è stato subito vinto da una grande giocatrice, la svedese Liselotte Neumann, che ha preceduto numerose proette di valore nell’albo d’oro. La dizione Open de France è apparsa nella terza edizione e poi, in nove occasioni, è stata associata al nome dello sponsor.
Due sole giocatrici hanno siglato la tripletta: la francese Marie-Laure De Lorenzi (1988, 1993 e 1995), negli anni in cui è stata incontrastata dominatrice della scena continentale, e l’inglese Trish Johnson (1996, 1999, 2010). Unica azzurra a imporsi nella gara Veronica Zorzi (2005, 2006), che è anche una delle tre che hanno realizzato la doppietta con la caratteristica comune che per tutte è stata consecutiva: la neozelandese Lynnette Brooky (2002, 2003) e la spagnola Azahara Muñoz (2013, 2014). Tra le altre vincitrici con un titolo ricordiamo la norvegese Suzann Pettersen (2001), la francese Celine Boutier (2021) e le statunitensi Cristie Kerr (2017) e Nelly Korda (2019), numero uno mondiale. Torneo stregato per Diana Luna, quattro volte seconda (2010, 2011, 2012, 2016), e stessa posizione per Federica Dassù (1993).
Emanuele Canonica ha recuperato 21 posizioni nel finale grazie a un 65 (-7, otto birdie, un bogey), parziale più basso di giornata, e si è classificato 19° con 211 (75 71 65, -5) colpi nel WINSTONgolf Senior Open, torneo del Legends Tour disputato sul percorso del WINSTONgolf (par 72), a Gneven in Germania. Dallo scorso anno sono ammesse alla gara le proette senior e Stefania Croce, 49ª con 221 (75 72 74, +5), è stata la migliore tra le cinque al via.
Ha ottenuto il primo titolo sul circuito l’inglese Van Phillips (204 - 70 66 68, -12), che ha concluso l’evento alla pari con il connazionale Phillip Archer (69 67 68) e con il brasiliano Adilson Da Silva (69 71 64) e poi li ha superati con un birdie alla quarta buca di spareggio. Al quarto posto con 205 (-11) lo spagnolo Miguel Angel Martin, al quinto con 206 (-10) lo scozzese Gary Orr e lo svedese Joakim Haeggman e al settimo con 207 (-9) il francese Jean-François Remery.
Van Phillips 52enne di Londra, ha conseguito in carriera un successo sul DP World Tour (Algarve Portuguese Open, 1999), uno sul Challenge Tour e uno sul Jamega Pro Golf Tour.
LA VIGILIA - Emanuele Canonica e Stefania Croce prendono parte alla 12ª edizione del WINSTONgolf Senior Open, torneo del Legends Tour che dallo scorso anno vede la partecipazione anche di proette senior.
Si gioca dal 20 al 22 settembre sul percorso del WINSTONgolf, a Gneven in Germania, dove saranno molto attesi alla prova il brasiliano Adilson Da Silva, vincitore del precedente European Legens Cup (secondo successo stagionale), che gli ha permesso di prendere il comando nella money list, e l’australiano Scott Hend, eclettico giocatore che compete con ottimi esiti sull’Asian Tour (attualmente 15° nell’ordine di merito) e anche in altri circuiti.
Nel field altri sei a segno nell’anno: gli svedesi Joakim Haeggman e Jarmo Sandelin, l’inglese Robert Coles, lo scozzese Greg Hutcheon, il sudafricano Keith Horne e lo statunitense Clark Dennis. Da seguire i tedeschi Thomas Gögele e Sven Struver, l’indiano Jyoti Randhawa, lo svedese Patrick Sjoland, il gallese Phillip Price e l’inglese Andrew Raitt.
Jenny Bae, dopo una gara di testa, ha vinto con 209 (66 70 73, -7) colpi il Murphy USA El Dorado Shootout sul percorso del Mystic Creek Golf Club (par 72), a Ed Dorado in Arizona, dove Angelica Moresco, unica azzurra in gara, si è classificata 42ª con 221 (74 74 73, +5).
La vincitrice, al terzo successo sull’Epson Tour, ha perso brillantezza nel round conclusivo terminato con uno score di un colpo sopra il par (73, +1, due birdie, tre bogey), ma è riuscita a mantenere un colpo di vantaggio su Therese Warner, Hailee Cooper e su Lauren Stephenson, seconde con 210 (-6). Quest’ultima, con tale risultato, ha superato la cinese Yahui Zhang in vetta alla Race for the Card (ordine di merito) che al termine della prossima gara (Epson Tour Championship at Indian Well 3-6 ottobre) assegnerà alle prime 15 in graduatoria una ‘carta’ per il LPGA Tour 2025. Sorpasso indolore perché entrambe hanno già in tasca l’ambito documento.
Al quinto posto con 212 (-4) Madison Young e la canadese Maddie Szeryk e all’ottavo con 213 (-3) Lindsey McCurdy, Kendra Dalton e la sudafricana Kaleigh Telfer.
Jenny Bae, 23enne di Suwanee (Georgia), è approdata sul circuito nel 2023, anno in cui stata runner up all’Augusta National Women’s Amateur. Passata pro poco dopo, ha siglato i primi due titoli di fila ad agosto (Hartford HealthCare Women's Championship e Twin Bridges Championship) e con il terzo si è portata al settimo posto nella Race For The Card assicurandosi anche lei un posto sul tour maggiore.
LA VIGILIA - Penultimo atto dell’Epson Tour, dove sarà in gara Angelica Moresco, ma molto importante perché decisivo, come poi l’ultimo, per l’assegnazione delle 15 “carte” per il LPGA Tour 2025 alle prime della Race For The Card (ordine di merito), ma si compete anche per mantenere il posto nel circuito del prossimo anno.
Nel Murphy USA El Dorado Shootout (20-22 settembre) sul percorso del Mystic Creek Golf Club, a Ed Dorado in Arizona, non è un caso, dunque, che il field esprima il meglio con la presenza delle prime 15 attualmente nella money list, oltre che di tante altre che le seguono e che hanno ancora chance di recuperare. Senza dimenticare coloro che al momento sono nelle posizioni che scottano di bassa classifica.
Comunque per molte la situazione è già rosea. Infatti le prime otto del ranking non corrono rischi e possono giocare con una certa tranquillità anche se è meglio non abbassare mai la guardia. Il quartetto di testa ha anche un altro obiettivo: mantenere la vetta, come la cinese Yahui Zhang, o di arrivarci, come le tre che la tallonano, nell’ordine Jessica Porvasnik, Lauren Stephenson e la spagnola Fatima Fernandez Cano. Al sicuro anche coloro che sono tra la quinta e l’ottava piazza, Brooke Matthews, la neozelandese Fiona Xu, la svedese Ingrid Lindblad e la slovena Ana Belac, rispettivamente prima e seconda nel precedente Tuscaloosa Toyota Classic, che con una prodezza (500 punti alla vincitrice) possono ancora sperare nella leadership.
Quasi al riparo da sorprese Daniela Iacobelli (n. 9) e l’australiana Cassie Porter (n. 10), mentre dovranno dare il meglio per non perdere la posizione acquisita le altre cinque: la thailandese Pornanong Phatlum, che desidera tornare sul LPGA Tour perduto, Kim Kaufman, Madison Young, la colombiana Valery Plata e Amanda Doherty.
Inseguono il quintetto Mariel Galdiano, due vincitrici stagionali, la taiwanese Juliana Hung e Briana Chacon, quindi la giapponese Saki Baba e la cinese Miranda Wang. Il montepremi è di 337.500 dollari.
Dopo questo evento la conclusione del circuito con l’Epson Tour Championship (3-6 ottobre) a Indian Wells in California.
Dai successi alle difficoltà e ritorno. Dopo anni di purgatorio Renato Paratore ha ritrovato la vittoria. Negli Emirati Arabi Uniti ha dominato l’UAE Challenge, evento dell’HotelPlanner Tour, tornando a festeggiare una impresa a distanza di 1.723 giorni dall’ultima volta (British Masters sul DP World Tour nel luglio 2020). “Sono davvero felice. È stato un exploit importante perché non riuscivo ad affermarmi da molto tempo. Ho avuto dei dubbi e mi sono chiesto: ‘Ma riuscirò a tornare a vincere’? Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. E adesso, l’obiettivo del 2025, è quello di riconquistare la ‘carta’ per il massimo circuito continentale”, spiega Paratore in una intervista a cuore aperto sui canali federali. È la storia di un predestinato, quella di Paratore. Nato il 14 dicembre del 1996 a Roma, da dilettante ha conquistato prima lo Junior Orange Bowl nel 2013 a Miami (Usa), poi, nel 2014, il Portuguese International Amateur Championship a Palmela.
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Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925 che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano.
Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta
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