Spettacolo e colpi di scena al Farmers Insurance Open, il torneo del PGA Tour che si è svolto a San Diego, in California, al Torrey Pines Golf Club (par 72) tra il North e il South Course (dove si sono disputati il terzo e quarto round). Al termine di quattro giorni entusiasmanti, si è imposto Luke List (67 68 72 66) con un birdie alla prima buca di playoff davanti a Will Zalatoris (69 68 65 71), dopo che entrambi avevano chiuso le 72 buche con un totale di 273 (-15) colpi. Francesco Molinari, unico italiano in gara, dopo aver sfiorato il successo al The American Express, evento chiuso al sesto posto, si è dovuto accontentare della 62/a piazza con uno score di 285 (66 72 73 74, -3). Al termine del primo giro giocato sul North Course il torinese era 5/o, ma nei round successivi giocati sul South Course non è riuscito a mantenere lo stesso ritmo, perdendo giorno dopo giorno posizioni in classifica. Il 39enne non ha potuto così ottenere la seconda Top 10 consecutiva, cosa che gli riuscì nei primi due appuntamenti del 2021.
Luke List non era considerato tra i papabili vincitori dopo aver chiuso al 19/o posto il terzo giro, ma grazie ad un ultimo round condito da 7 birdie e un bogey, ha trovato il primo successo sul massimo circuito americano alla 206esima apparizione. Grazie a questo risultato, il 37enne di Seattle (che ha festeggiato il compleanno lo scorso 14 gennaio), succede nell’albo d’oro a Patrick Reed, vincitore nel 2021.
Terzo posto con 274 (-14) per il trittico formato da Jason Day (in testa insieme a Zalatoris al termine del ‘moving day’), Cameron Tringale e Jon Rahm, che su questo percorso ha sempre avuto un feeling particolare dato che qui ha vinto il primo torneo della sua carriera sul PGA Tour e lo US Open nel 2021 (oltre ad aver fatto la proposta di matrimonio alla sua futura moglie Kelley Cahill).
Una nota di merito va fatta per un altro statunitense: Maverick McNealy. Il 26enne californiano nel ‘moving day’ – giocato insieme a Francesco Molinari e a Michael Thompson – si è reso protagonista con una hole in one alla buca 8 (Par 3 di 165 yards), colpo realizzato utilizzando un ferro 8.
TERZO GIRO - A San Diego, nel "moving day" del 'Farmers Insurance Open' (PGA Tour) di golf, Francesco Molinari perde ancora terreno e scivola dalla 23/a alla 47/a posizione con uno score di 211 (66 72 73, -5). In California, terzo giro un colpo sopra il par (73, +1) per il torinese che, dopo una buona partenza (due birdie alle buche 3 e 4) fa registrare il primo bogey di giornata alla 8. Poi, alla 12 sbaglia ancora ma è alla 16 che paga maggiormente dazio con un doppio bogey. E il birdie alla 18, l'ultima di giornata, serve a poco. Decimo nel 2021, reduce dal sesto posto al 'The American Express', l'azzurro nel quarto e ultimo round lotterà per ottenere il miglior piazzamento possibile senza avere alcuna chance di vittoria.
Al Torrey Pines Golf Club (South Course, par 72) l'americano Will Zalatoris (secondo al The Masters nell'aprile 2021) e l'australiano Jason Day (che ha già vinto due volte il Farmers Insurance Open, la prima nel 2015 e la seconda nel 2018), guidano il leaderboard con un totale di 202 (-14) colpi, uno di vantaggio nei confronti dello spagnolo Jon Rahm (suo il torneo nel 2017), numero 1 mondiale che era tra i tre leader a metà gara, e sull'inglese Aaron Rai, entrambi 3/i con 203 (-13).
Sfida per il titolo apertissima, con gli statunitensi Justin Thomas, Cameron Tringale e il sudcoreano Sungjae Im, tutti 5/i con 204 (-12), pronti ad inserirsi. Dustin Johnson è invece subito fuori dalla Top 10, 13/o con 206 (-10). Niente da fare per Patrick Reed. Campione uscente, è 38/o con 210 (-6) e precede in graduatoria Chicco Molinari.
Al Farmers Insurance Open, che mette in palio 8.400.000 dollari, Zalatoris (miglior rookie nel 2021) alla 40esima apparizione insegue il primo exploit in carriera sul circuito.
Mentre Day sogna la 13esima affermazione (tra i 12 successi anche quello in un Major, arrivato al PGA Championship 2015). Ma occhio a Rahm, grande favorito della vigila, che lo scorso giugno a Torrey Pines ha trionfato allo US Open
SECONDO GIRO - Francesco Molinari a San Diego, nel secondo round del 'Farmers Insurance Open' di golf, non riesce a ripetere la buona prestazione offerta nel primo round e, complice un parziale chiuso in 72 (par) su un totale di 138 (66 72, -6) colpi, scivola dalla 5/a alla 23/a posizione. In California, nel torneo del PGA Tour - che mette in palio 8.400.000 dollari - da segnalare c'è la grande prova di Jon Rahm. Lo spagnolo, numero 1 mondiale (e vincitore nel 2017 quando festeggiò il suo primo titolo sul circuito), è risalito dalla quinta alla prima posizione e con uno score di 131 (-13) guida il leaderboard con gli americani Adam Schenk e Justin Thomas, grandi protagonisti.
Schenk, che ha festeggiato da poco i 30 anni, con un 62 (-10) ha firmato (insieme al connazionale Alex Smalley, da 113/o a 6/o con 135, -9) il miglior parziale del secondo giro realizzando otto birdie consecutivi (dalla buca 4 alla 11). Si tratta della serie di birdie più lunga, in questo appuntamento, dal 2003.
Grande prova pure per Thomas (sesto nel world ranking), risalito dalla 31/a posizione. Ha invece perso la leadership ed è ora 12/o con 136 (-8) l'americano Billy Horschel che precede in graduatoria Dustin Johnson, 17/o con 137 (-7).
Poi, c'è appunto Chicco Molinari. Al Torrey Pines Golf Club, l'azzurro questa volta ha giocato sul South Course (dove si disputeranno anche i due giri conclusivi). E dopo un grande inizio con tre birdie nelle prime sei buche giocate ha cominciato a faticare. Prima è arrivato un doppio bogey alla 7 (par 4), dunque un bogey alla 11. Nel finale il torinese ha firmato un birdie alla 15 ma ha chiuso male il giro con un bogey alla 18. Decimo nel 2021, reduce dal 6/o posto la scorsa settimana al 'The American Express', Molinari dopo cinque giri consecutivi sotto i 70 colpi ha siglato un 72.
Bella reazione di Patrick Reed, anche lui 23/o al pari di Molinari dopo una grande rimonta (era 96/o al termine delle 18 buche di apertura). Eliminazioni eccellenti per Bryson DeChambeau (142, -2), nono al mondo, Brooks Kopeka (144, par), Phil Mickelson (147, +3) e Jordan Spieth (148, +4).
PRIMO GIRO - Francesco Molinari in California parte forte e chiude il primo round del "Farmers Insurance Open" di golf al 5/o posto, con uno score di 66 (-6) al pari di Jon Rahm (numero 1 mondiale), ed è ora distante tre colpi dalla vetta occupata dall'americano Billy Horschel, da solo in testa con 63 (-9). A San Diego, nel torneo del PGA Tour, prova bogey free con sei birdie per Chicco Molinari che sembra essere tornato a giocare su ottimi livelli. Decimo in questo evento nel 2021, l'azzurro è reduce dal sesto posto arrivato la scorsa settimana al 'The American Express' dov'è stato anche (nelle battute finali della competizione) in vetta alla classifica.
"Vincere mi manca", ha detto ieri il torinese all'ANSA.
Tre anni dopo l'ultimo exploit (nel marzo 2019 all'Arnold Palmer Invitational), il 39enne piemontese ha risolto i problemi alla schiena e cambiato metodologia di allenamento (s'è affidato ad un esperto qual è Sandro Donati). Nel suo secondo appuntamento del 2022, è arrivato (dopo 5 giri, quattro al 'The American Express' e uno al 'Farmers') il primo round senza bogey. Al Torrey Pines Golf Club (l'evento si divide sui percorsi North e South, con quest'ultimo che sarà l'unico campo gara del terzo e quarto giro), Horschel ha eguagliato il suo punteggio d'apertura più basso sul circuito realizzando nove birdie, senza bogey. Dietro di lui ecco un altro statunitense, Michael Thompson, secondo con 64 (-8) davanti al connazionale Kevin Tway e al tedesco Stephan Jaeger, terzi con 65 (-7). In 5/a posizione, con Molinari e Rahm (che ha vinto questo torneo nel 2017 e a Torrey Pines lo scorso giugno ha conquistato il primo Major della sua carriera, lo US Open), ecco poi Rickie Fowler e Doug Ghim.
Più indietro gli altri big. Dustin Johnson, Justin Thomas e Xander Schauffele condividono la 31/a posizione (68, -4), mentre Jordan Spieth, Bryson DeChambeau e Brooks Koepka occupano la 53/a piazza (70, -2). Solo 96/i (72, par) Patrick Reed (campione uscente), Hideki Matsuyama e Gary Woodland. Ancora un inizio deludente per Phil Mickelson, solo 141/o (76, +4).
LA VIGILIA - Dopo aver sfiorato il successo al The American Express, torneo chiuso al sesto posto (nella prima gara del 2022), Francesco Molinari insegue un altro risultato di prestigio nel Farmers Insurance Open, in programma dal 26 al 29 gennaio sempre in California. Nemmeno il tempo di rifiatare, il PGA Tour da La Quinta si sposta a San Diego dove sono attesi alcuni tra i migliori giocatori al mondo, in un appuntamento che mette in palio 8.400.000 dollari. L’evento si giocherà sulla distanza di 72 buche, con taglio dopo 36. Nei primi due giri, i concorrenti si alterneranno, al Torrey Pines Golf Club, tra il North e il South Course (dove si disputeranno il terzo e quarto round).
Molinari insegue l’impresa. Un field di campioni, c’è anche Rahm - Nel 2021 “Chicco Molinari” riuscì a ottenere due Top 10 nei suoi primi due appuntamenti stagionali, al The American Express (ottavo) e al Farmers Insurance Open (decimo). Il torinese, grazie al risultato ottenuto la scorsa settimana, ha scalato posizioni nella classifica mondiale (è ora 181/o). E il trascinatore del team Europe alla Ryder Cup 2018 di Parigi ha dimostrato di avere un buon feeling a Torrey Pines dove nel giugno dello scorso anno s’è classificato 13/o allo US Open.
Il 39enne piemontese, che disputerà i primi due round al fianco degli americani Ryan Palmer (runner up lo scorso anno) e Patton Kizzire, affronterà tra gli altri totem della disciplina. A partire da Jon Rahm, numero 1 mondiale. Lo spagnolo, che ha vinto questo torneo nel 2017 (fu il suo primo exploit sul circuito), s’è classificato secondo nel 2020 e settimo nel 2021. Ma c’è di più: perché l’iberico nel 2021 ha vinto a Torrey Pines il suo primo Major, lo US Open. E’ dunque il grande favorito della vigilia ma con lui nel field ci sono anche altri cinque giocatori (per un totale di sei) nella Top 10 mondiale: gli americani Dustin Johnson (quarto), Justin Thomas (sesto), Xander Schauffele (settimo), Bryson DeChambeau (nono) e il giapponese Hideki Matsuyama (decimo). A difendere il titolo sarà invece lo statunitense Patrick Reed (ventiseiesimo) che, nel 2021, riuscì a imporsi con un margine di cinque colpi su altrettanti concorrenti (tra questi Schauffele e Tony Finau, pure lui nel field quest’anno).
Tra gli accreditati alla vittoria ecco poi anche Brooks Koepka e Jordan Spieth. Tra i past winner, oltre a Rahm e Reed, ci sono inoltre gli australiani Marc Leishman (2020) e Jason Day (2015 e 2018), oltre all’inglese Justin Rose (2019) e agli americani Brandt Snedeker (2012 e 2016) e Phil Mickelson (1993, 2000 e 2001). Il record di affermazioni (sette, l’ultima delle quali nel 2013) nella competizione appartiene a Tiger Woods, grande assente. Tra i possibili outsider, i riflettori saranno puntati su Sam Burns e Will Zalatoris.
Diretta su GOLFTV e su Eurosport 2 – Il torneo verrà trasmesso in diretta su GOLFTV e su Eurosport 2 con collegamenti ai seguenti orari su entrambe le piattaforme: mercoledì 26 gennaio: dalle ore 18,30 alle ore 22,30; giovedì 27, dalle ore 21 alle ore 1; venerdì 28, dalle ore 21 alle ore 2; sabato 29, dalle ore 20,30 alle ore 2. Commento di Maurizio Trezzi e di Giovanni Magni.
A Orlando, in Florida, l'Hilton Grand Vacations Tournament of Champions - primo torneo del LPGA Tour 2022 - va a Danielle Kang che, con un giro finale chiuso in 68 (-4) su un totale di 272 (68 67 69 68, -16) colpi, ha festeggiato la sesta impresa (cifra comprensiva di un Major) sul massimo circuito americano femminile.
Sul percorso del Lake Nona Golf & Country Club (par 72), colpo grosso per la 29enne di San Francisco che è riuscita a battere, tra le altre, Nelly Korda, numero 1 mondiale (era in testa al termine del terzo e penultimo giro) e medaglia d'oro ai Giochi di Tokyo. La Korda ha chiuso il torneo al quarto posto (278, -10), dietro anche alla canadese Brooke Henderson, seconda con 275 (-13), e alla messicana Gaby Lopez (vincitrice nel 2020), terza con 276 (-12). Nelly Korda - che ha condiviso il quarto posto con la francese Celine Boutier - ha pagato a caro prezzo un ultimo round caratterizzato da un parziale di 75 (+3), con quattro bogey e un solo birdie. Non è riuscita invece a bissare l'exploit del 2021 la sorella Jessica, 7/a con 280 (-8) alle spalle pure della giapponese Yūka Sasō, sesta con 279 (-9).
Con questa affermazione Danielle Kang ha vendicato la sconfitta al play-off in questo torneo arrivata lo scorso anno. Decisivi, ai fini della vittoria, i sei birdie (macchiati da due bogey) realizzati nelle 18 buche conclusive. La californiana ritrova così un successo che mancava dall'agosto 2020 quando fece suo il Marathon Classic. L'impresa le ha fruttato anche 225.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 1.500.000, con la Kang che ha portato così i suoi guadagni in carriera sul circuito a raggiungere quota 7.252.950. Ventesima alle Olimpiadi di Tokyo, la Kang ha giocato con gli USA tre Solheim Cup (nel 2017, 2019 e 2021). E nel 2020 è stata premiata con il Vare Trophy quale giocatrice con la miglior media (per quel che riguarda i punteggi) sul LPGA Tour.
Il torneo delle celebrità in Florida è invece andato a Derek Lowe, che ha superato allo spareggio la svedese Annika Sorenstam, leggenda del golf femminile.
TERZO GIRO - Nelly Korda, numero uno mondiale, ha mantenuto la leadership con 203 (68 66 69, -13) colpi nel terzo giro dell’Hilton Grand Vacations Tournament of Champions, la gara inaugurale del LPGA Tour 2022 che si conclude sul tracciato del Lake Nona Golf & Country Club (par 72) a Orlando, in Florida. La 23enne di Bradenton (Florida) con sette titoli sul tour comprensivi di un major, che ha realizzato quattro birdie e un bogey per lo score giornaliero di 69 (-3), dovrà ricorrere a tutta la sua classe nel round conclusivo per difendersi dagli attacchi di Danielle Kang e della messicana Gaby Lopez (204, -12), che la tallonano a un colpo. In corsa anche la canadese Brooke M. Henderson, quarta con 205 (-11), la filippina Yuka Saso, quinta con 206 (-10), e la francese Celine Boutier, sesta con 207 (-9).
Più difficile un rientro di Jessica Korda, sorella maggiore di Nelly e campionessa in carica, e della coreana Inbee Park, numero quattro del Rolex Ranking, settime con 208 (-8), e improbabile un recupero della thailandese Pajaree Anannarukarn, nona con 209 (-7), della neozelandese Lydia Ko, numero tre mondiale, e della finlandese Matilda Castren, decime con 210 (-6). Fuori gioco la giapponese Nasa Hataoka, 20ª con 218 (+2), e della thailandese Ariya Jutanugarn, 22ª con 219 (+3). Il montepremi è di 1.500.000 dollari.
SECONDO GIRO - Nelly Korda, numero uno mondiale, ha girato in 66 (-6) colpi e con lo score di 134 (68 66, -10) si è portata in vetta all’Hilton Grand Vacations Tournament of Champions, la gara inaugurale del LPGA Tour 2022 che si sa svolgendo sul tracciato del Lake Nona Golf & Country Club (par 72) a Orlando, in Florida, dove nel 1990 si è svolta la prima Solheim Cup. Ha sorpassato la messicana Gaby Lopez, ora seconda con 135 (-9) e affiancata da Danielle Kang in un torneo riservato alle vincitrici della passata stagione dove le più accreditate al titolo, tra le 29 partenti, sono quasi tutte in alta classifica.
Al quarto posto con 136 (-8) Jessica Korda, sorella maggiore di Nelly, campionessa in carica. Sono figlie degli ex tennisti Petr Korda e Regina Rajchrtová e mentre inizialmente sembrava Jessica la più forte, ora Nelly, 23enne di Bradenton (Florida) con sette titoli sul tour comprensivi di un major e che ha segnato nel turno sette birdie e un bogey, ha preso decisamente la leadership familiare.
Sono al quinto posto con 137 (-7) la francese Celine Boutier e la canadese Brooke M. Henderson e si è portata dal 14° al settimo con 138 (-4) la coreana Inbee Park, numero quattro del Rolex Ranking, che marcia alla pari con la filippina Yuka Saso. In rimonta anche la neozelandese Lydia Ko, numero tre, da 14ª a nona con 139 (-5), stesso punteggio della finlandese Matilda Castren e di Stacy Lewis. Fuori gioco la giapponese Nasa Hataoka, 17ª con 142 (-2), e la thailandese Ariya Jutanugarn, 24ª con 146 (+2). Il montepremi è di 1.500.000 dollari.
PRIMO GIRO - La messicana Gaby Lopez ha girato in 67 (-5) colpi sul tracciato del Lake Nona Golf & Country Club (par 72) a Orlando, in Florida, e ha preso il comando dell’Hilton Grand Vacations Tournament of Champions, la gara inaugurale del LPGA Tour 2022 alla quale sono state ammesse le vincitrici della scorsa stagione.
Maria Gabriela Lopez Butron, 28enne di Mexico City cresciuta nel mito di Lorena Ochoa, due successi sul circuito (uno in questo evento nel 2019), ha realizzato sei birdie e un bogey e ha preso un colpo di vantaggio su Nelly Korda, numero uno mondiale, Ryann O’Toole, Danielle Kang e sulla filippina Yuka Saso (68, -4).
Al sesto posto con 69 (-3) Jessica Korda, sorella maggiore di Nelly e campionessa in carica, la canadese Brooke M. Henderson e la thailandese Pajaree Anannarukarn. In ritardo recuperabile la neozelandese Lydia Ko, numero tre del Rolex Ranking, e la coreana Inbee Park, numero quattro, 14.e con 71 (-1), e più lontana la thailandese Ariya Jutanugarn, 23ª con 74 (+2). Sono in gara 29 concorrenti che si contendono un montepremi di 1.500.000 dollari.
LA VIGILIA - Scatta la stagione del LPGA Tour con l’Hilton Grand Vacations Tournament of Champions (20-23 gennaio) evento al quale prendono parte 29 concorrenti vincitrici di tornei sul circuito 2021, comprese Jessica Korda, che difende il titolo, e la messicana Gaby Lopez a segno nel 2019.
Sul percorso del Lake Nona Golf & Country Club di Orlando, in Florida, che nel 1990 ospitò la prima edizione della Solheim Cup, saranno nel field Nelly Korda, leader mondiale, la neozelandese Lydia Ko, numero tre, e la coreana Inbee Park, numero quattro, mentre saranno assenti le altre due coreane Jin Young Ko, numero due e vincitrice della money list nel 2021, e Sei Young Kim, numero cinque.
In campo anche la canadese Brooke M. Henderson, le sorelle thailandesi Ariya e Moriya Jutanugarn, la giapponese Nasa Hataoka, la francese Celine Boutier, la filippina Yuka Saso e le statunitensi Danielle Kang, Ally Ewing, Austin Ernst e Stacy Lewis. Il montepremi è di 1.500.000 dollari.
Sesto titolo sul DP World Tour (il nuovo vestito dell’European Tour), e il più prestigioso perché ottenuto in un evento delle Rolex Series, per il belga Thomas Pieters, che si è imposto con 278 (65 74 67 72, -10) colpi nell’Abu Dhabi HSBC Championship sul percorso del Yas Links (par 72), ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti. Il 29enne di Geel non ha avuto bisogno di prodezze particolari per recuperare dal secondo posto, perché gli è bastato viaggiare nel 72 del par con un birdie, un bogey e sedici buche in par, approfittando di avversari che non si sono dannati l’anima per sorpassarlo e anche del crollo verticale dello scozzese Scott Jamieson, leader per tre turni e sopraffatto dalla pressione tradottasi in un 77 (+5) che l’ha spedito al decimo posto con 282 (-6).
Si sperava in una posizione tra i top ten di Andrea Pavan, in una spedizione azzurra piuttosto deficitaria perché è stato l’unico ad arrivare fino in fondo, ma nel round conclusivo non è stato brillante come in precedenza e con un 75 (+3, un birdie, quattro bogey) è scivolato dal nono al 25° posto con 285 (69 72 69 75, -3), sprecando una bella occasione. E’ comunque un risultato da non disprezzare su cui può costruire sicuramente qualcosa di importante.
Hanno provato a insidiare Pieters lo spagnolo Rafa Cabrera Bello e l’indiano Shubhankar Sharma, ma la loro rimonta è risultata corta di un colpo e si sono fermati al secondo posto con 279 (-9). In quarta posizione con 280 (-8) il francese Victor Dubuisson e il norvegese Viktor Hovland, che è quello che si è comportato meglio tra i tre giocatori pià attesi, e in sesta con 281 (-7) gli inglesi Tyrrell Hatton, campione uscente, James Morrison e Ian Poulter e il danese Jeff Winther.
Gli altri due giocatori che si attendevano quali protagonisti erano il nordirlandese Rory McIlroy, numero otto mondiale, e lo statunitense Collin Morikawa, numero due. L’amor proprio ha spinto in primo dalle posizioni di coda dopo 36 buche al 12° posto con 283 (-5), grazie a un 67 (-5) e a un 69 (-3) nei due turni seguenti, ma questo non lo assolve di certo, mentre Morikawa, 62° con 293 (+5), è stato un turista per caso negli Emirati.
Sono usciti al taglio Francesco Laporta, 77° con 148 (69 79, +4), Edoardo Molinari, 107° con 151 (73 78, +7), Nino Bertasio, 116° con 153 (76 77, +9), Renato Paratore, entrato nel field all’ultimo momento per la defezione di un iscritto, 127° con 156 (75 81, +12), e Guido Migliozzi, 128° con 157 (78 79, +13). A Thomas Pieters è andato un assegno di 1.200.291 euro su un montepremi di otto milioni di dollari (circa 7.050.000 euro).
TERZO GIRO - Lo scozzese Scott Jamieson (205 – 63 74 68, -11) ha continuato la sua corsa di testa e inizierà il giro finale dell’Abu Dhabi HSBC Championship, torneo delle Rolex Series del DP World Tour (nuovo nome dell’European Tour che si è sacrificato allo sponsor), con un colpo di margine sull’irlandese Shane Lowry e sul belga Thomas Pieters (206, -10).
Sul percorso del Yas Links (par 72), ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti, sta effettuando una bella prova Andrea Pavan, salito al nono posto con 210 (69 72 69, -6) colpi e unico superstite della pattuglia italiana per il resto naufragata miseramente al taglio.
Saranno in corsa per il titolo anche l’indiano Shubhankar Sharma e il norvegese Viktor Hovland, quarti con 208 (-8), e con meno possibilità lo spagnolo Rafa Cabrera Bello e gli inglesi Ian Poulter e James Morrison, sesti con 209 (-7), così come lo stesso Pavan e l’australiano Adam Scott che lo affianca. Non stanno facendo una bella figura l’inglese Tyrrell Hatton, campione in carica, e il nordirlandese Rory McIlroy, numero otto mondiale, 28.i con 214 (-2), lo statunitense Collin Morikawa, numero due, e l’inglese Tommy Fleetwood, 54.i con 218 (+2), che sembrano in vacanza ngli Emirati Arabi.
Scott Jamieson, 38enne di Glasgow, con solo un titolo sul circuito ottenuto in Sudafrica nel lontano 2012 (Nelson Mandela Championship), ma comunque in grado di rimanere a galla sul circuito per guadagnarsi onestamente da vivere, ha girato in 68 (-4) colpi con cinque birdie e un bogey e ora proverà a sfruttare l’occasione che gli cambiarebbe la vita sportiva. In questi casi, però, la mancanza di abitudine a vincere spesso fa brutti scherzi oppure può anche accadere che l’istinto di sopravvivenza gli consigli di non rischiare troppo per non lasciare posizioni che economicamente valgono molto. Una filosofia che spesso “statalizza” chi si rende conto di avere mezzi limitati. Andrea Pavan ha realizzato cinque birdie e due bogey per il parziale di 69 (-3). Una curiosità: in tutti e tre i giri ha segnato due bogey.
Sono usciti al taglio Francesco Laporta, 77° con 148 (69 79, +4), Edoardo Molinari, 107° con 151 (73 78, +7), Nino Bertasio, 116° con 153 (76 77, +9), Renato Paratore, entrato nel field all’ultimo momento per la defezione di un iscritto, 127° con 156 (75 81, +12), e Guido Migliozzi, 128° con 157 (78 79, +13). Il montepremi è di otto milioni di dollari.
SECONDO GIRO - Lo scozzese Scott Jamieson ha mantenuto il comando con 137 (63 74, -7) colpi nell’Abu Dhabi HSBC Championship dove sul percorso del Yas Links (par 72), ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti, anche il secondo turno non è stato portato a conclusione per l’oscurità.
Nel primo torneo del 2022 del DP World Tour (il nuovo nome dell’European Tour) la leadership nella classifica provvisoria del 38enne di Glasgow, con solo un titolo sul circuito ottenuto in Sudafrica nel lontano 2012 (Nelson Mandela Championship), è comunque a rischio perché al secondo posto, insieme all’inglese Ian Poulter e al norvegese Viktor Hovland, che hanno concluso con 138 (-6) colpi, c’è anche l’altro inglese James Morrison che ha lo stesso “meno 6” e che con quattro buche ancora da giocare può salire in vetta alla graduatoria. E’ invece deciso il destino dei giocatori italiani dei quali solo Andrea Pavan, 14° con 141 (69 72, -3) dopo un 72 (par, due birdie, due bogey), rimarrà in gara nell’evento che fa parte delle Rolex Series e che ha un montepremi di otto milioni di dollari.
Usciranno Francesco Laporta, 74° con 148 (69 79, +4), Edoardo Molinari, 107° con 151 (73 78, +7), Nino Bertasio, 117° con 153 (76 77, +9), Renato Paratore, entrato nel field all’ultimo momento per la defezione di un iscritto, 126° con 156 (75 81, +12), e Guido Migliozzi, 128° con 157 (78 79, +13).
Sono al quinto posto con 139 (-5) il giapponese Takumi Kanaya, il belga Thomas Pieters, l’irlandese Shane Lowry e lo svedese Alexander Bjork, è al 16° con 142 (-2) l’australiano Adam Scott e si sono defilati gli inglesi Tyrrell Hatton, campione in carica, 23° con 143 (-1), e Tommy Fleetwood, 30° con 144 (par). Deludenti e, salvo miracoli, fuori gioco per il titolo Collin Morikawa, numero due mondiale, e il nordirlandese Rory McIlroy, numero otto, 60.i con 147 (+3), ultimo punteggio che al momento lascia in corsa per il week end.
PRIMO GIRO - Lo scozzese Scott Jamieson si è preso la scena e la leadership con 63 (-9) colpi nella prima giornata dell’Abu Dhabi HSBC Championship, torneo del DP World Tour, la nuova denominazione dell’European Tour che ha fruttato, naturalmente, un bel gruzzolo tale da sterminare qualsiasi sentimentalismo. Evento peraltro importante perché è il primo delle Rolex Series e ha un montepremi di otto milioni di petrodollari che hanno richiamato alcuni bei nomi del golf mondiale.
Però, come detto, nella classifica provvisoria (il giro non si è concluso per oscurità) è al vertice Scott Jamieson, 38enne di Glasgow nel cui palmarès figura solo un titolo maturato in Sudafrica nel lontano 2012 (N. Mandela Championship), onesto lavoratore del circuito dove comunque riesce a mantenersi a galla e a fare una buona vita anche senza vittorie. Ha segnato nove birdie senza bogey e in ogni caso rimarrà in vetta al termine del turno, perché non ci saranno scossoni.
Sul percorso del Yas Links (par 72), ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti, hanno concluso il round tutti i sei italiani in gara, ma il verdetto è stato benevolo solo con Andrea Pavan (cinque birdie, due bogey) e con Francesco Laporta (quattro birdie, un bogey) 17.i con 69 (-3) colpi. Situazione invece già difficile, tra i 132 atleti in gara, per Edoardo Molinari, 90° con 73 (+1), per Renato Paratore, 118° con 75 (+3), ammesso alla competizione all’ultimo momento per una defezione, per Nino Bertasio, 125° con 76 (+4), e per Guido Migliozzi, 129° con 78 (+6).
Il leader è seguito a un colpo dal norvegese Viktor Hovland (64, -8) e a due dal belga Thomas Pieters (65, -7), mentre occupano la quarta piazza con 66 (-6) il francese Victor Perez, il giapponese Takumi Kanaya e gli inglesi Ian Poulter, James Morrison e Tyrrell Hatton, che difende il titolo. Poco dietro l’altro inglese Tommy Fleetwood, 13° con 68 (-4), senza infamia e senza lode l’australiano Adam Scott, 38° con 70 (-2), e piuttosto deludenti le due attese “stelle”, il nordirlandese Rory McIlroy, 77° con 72 (par), e lo statunitense Collin Morikawa, 90° con 73 (+1), numero due mondiale, al momento in veste… turistica. Ma gli Emirati hanno il loro fascino.
LA VIGILIA - Dopo il burrascoso inizio dello scorso novembre in Sudafrica (quando a vincere fu soprattutto la paura per la variante Covid "Omicron", con il Joburg Open ridotto a 36 buche e l'abbandono di tanti giocatori britannici a gara in corso), il DP World Tour (circuito di golf che ha sostituito nel nome l'European Tour) torna protagonista con l'Abu Dhabi HSBC Championship.
Ad Abu Dhabi, dal 20 al 23 gennaio, si disputerà il primo (di cinque) eventi delle Rolex Series 2022 che metterà in palio un montepremi di 8.000.000 di dollari. Negli Emirati Arabi Uniti, saranno cinque gli azzurri in gara: Guido Migliozzi (unico italiano nella Top 100, è 87/o), Francesco Laporta, Edoardo Molinari, Nino Bertasio e Andrea Pavan. Sul percorso dello Yas Links sono attesi alcuni tra i migliori golfisti al mondo. Tra questi ecco Collin Morikawa (secondo nel world ranking e primo americano a imporsi, nel 2021, nella Race to Dubai, l'ordine di merito del circuito). Il californiano, per salire sul trono mondiale, ha bisogno di un successo ad Abu Dhabi e sperare che Jon Rahm (leader del world ranking), impegnato negli stessi giorni in California nel The American Express (PGA Tour), si classifichi oltre il settimo posto.
Per quel che riguarda la Top 10 mondiale, ad Abu Dhabi ci saranno anche il norvegese Viktor Hovland (settimo) e il nordirlandese Rory McIlroy (ottavo). Difenderà il titolo vinto nel 2021 l'inglese Tyrrell Hatton. Tra i past winner in campo ecco poi, tra gli altri, Lee Westwood (2020), Shane Lowry (2019) e Tommy Fleetwood (2018 e 2017).
Diretta su GOLFTV - L'Abu Dhabi HSBC Championship sarà trasmesso da Golf TV con collegamenti ai seguenti orari: da giovedì 20 gennaio a domenica 23, dalle ore 8 alle ore 14. Commento di Nicola Pomponi, Alessandro Bellicini e di Silvio Grappasonni
Francesco Molinari sfiora l’impresa in California e chiude il “The American Express”, torneo del PGA Tour, al sesto posto con un totale di 269 (67 67 67 68, -19) colpi. A La Quinta il titolo va all’americano Hudson Swafford che, con uno score di 265 (70 65 66 64, -23), torna così a vincere questo appuntamento (dopo averlo già fatto suo nel 2017) cinque anni dopo la prima volta. Per lui è il 3/o titolo in carriera sul circuito in 205 apparizioni.
Mai così bene dall’aprile 2019, Francesco Molinari torna protagonista - Ma negli Usa, “Chicco” Molinari è stato tra i grandi protagonisti dell’evento. Dove ha colto il miglior risultato sul PGA Tour dall’aprile 2019 quando sfiorò l’impresa al The Masters (vinto da Tiger Woods), terminato poi al quinto posto. Al Pete Dye Stadium Course (par 72), il quarto round per il torinese è iniziato male, con due bogey alla due e alla tre (entrambi par 4). Poi, il re della Ryder Cup 2018 di Parigi ha cominciato a macinare gioco e colpi realizzando tre birdie (alla 4, alla 6 e alla 7). Dunque, sono arrivate altre due prodezze alla 11 e alla 12 seguite da quelle firmate alla 15 e alla 16. Ed è proprio a due buche dalla fine che Molinari, per la prima volta nel torneo, ha raggiunto la vetta della classifica. Ma Swafford, che come lui aveva chiuso il “moving day” in quinta posizione, dopo un bogey alla 15 (par 4) ha realizzato prima un eagle show alla 16 (par 5), quindi un birdie alla 17 che ha chiuso la contesa. Un bogey alla 18 non ha permesso a Molinari di stanziarsi al terzo posto. Ma quella che s’è conclusa per lui può essere stata la gara della svolta.
Al debutto nel 2022, l’azzurro ha trovato subito una Top 10 (proprio come nel 2021 quando al The American Express si classificò ottavo) dando la sensazione di essere tornato a giocare su grandi livelli. Ventiquattresimo alla fine del primo round, dodicesimo a metà gara, è salito al quinto posto nel terzo round. Sono in totale venticinque i birdie realizzati dal 39enne piemontese, con sei bogey (di cui tre arrivati nelle ultime 18 buche). Con questo risultato Molinari è balzato dalla 249/a alla 181/a posizione del world ranking e dalla 222/a alla 116/a nella FedEx Cup.
“Sono contento della prestazione. Si tratta di un buon inizio di stagione e ora spero di continuare così. C’è poco tempo per riposare, mi aspetta un periodo impegnativo”. Queste le dichiarazioni, al termine della gara, di Francesco Molinari.
Stesso score del torinese per gli americani Danny McCarthy e Will Zalatoris (secondo nel 2021 al The Masters). Runner up dell’evento è lo statunitense Tom Hoge, secondo con 267 (-21) davanti ai connazionali Brian Harman, Lanto Griffin e Lee Hodges (in testa al termine del terzo round), tutti 3/i con 268 (-20). Nono posto (270, -18) per Patrick Cantlay, 14/o (274, -14) per lo spagnolo Jon Rahm, numero 1 mondiale.
In California a far festa è Swafford che succede nell’albo d’oro al sudcoreano Si Woo Kim (quest’anno 11/o con 272, -16) e cala il tris di successi sul PGA Tour (nel settembre 2020 ha vinto di misura il Corales Puntacana Resort) dopo un ultimo round al cardiopalma. Il 34enne di Tallahassee (Florida) ha iniziato l’atto decisivo del The American Express con un bogey prima di realizzare quattro birdie nelle prime nove. Dunque, ha cominciato le seconde nove con tre birdie. Sull’altalena, alla 13 e alla 15 è inciampato in due bogey, nel mezzo ha firmato un birdie alla 14. Ma è alla 16 e alla 17 che ha messo le mani sul titolo. Per lui – che entra così nella Top 100 del ranking mondiale, passando dalla 166/a alla 61/a posizione - anche un assegno di 1.368.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 7.600.000. Ma a La Quinta, da registrare c’è pure il ritorno di Molinari che, dal 26 al 29 gennaio a San Diego, sempre in California, sarà tra i giocatori più attesi del Farmers Insurance Open.
TERZO GIRO - Francesco Molinari è salito ancora, da 12° a quinto con 201 (67 67 67, -15) colpi, e può puntare al titolo nel The American Express che si sta svolgendo con formula pro am (un pro e un dilettante) sui tre percorsi del La Quinta Country Club, del Jack Nicklaus Tournament Course e del Pete Dye Stadium Course, tutti par 72, a La Quinta in California. Il taglio dopo 54 buche, in cui i 156 partecipanti si sono alternati sui tre tracciati, ha lasciato in corsa 70 concorrenti che disputeranno il giro finale sul Pete Dye dove Francesco Molinari partirà con tre colpi di ritardo dai due leader, Lee Hodges e il francese Paul Barjon (198, -18) entrambi alla 14ª presenza sul PGA Tour.
Lee Hodges, 26enne di Huntsville (Alabama), pro dal 2018 con un titolo sul Korn Ferry Tour (2020) già leader nel round iniziale, ha girato sul Pete Dye in 64 (-8, otto birdie, senza bogey), miglior score di giornata. Sul medesimo campo Paul Barjon, 29enne di Dumbea (Nuova Caledonia), un successo sul Korn Ferry Tour (2021) anticipato da tre sul PGA Tour Canada, si è disimpegnato con un 65 (-7, otto birdie, un bogey).
Correranno per la vittoria anche Tom Hoge, terzo con 199 (-17), l’irlandese Seamus Power, quarto con 200 (-16), e i cinque giocatori che affiancano Molinari, ossia Harold Varner III, Cameron Young, Lanto Griffin, Hudson Swafford e Harry Higgs, autore di una “hole in one” nel primo turno (buca 15, La Quinta CC, par 3 di 199 yards, ferro 5).
Ha ceduto Patrick Cantlay, in vetta dopo 36 buche e ora 11° con 202 (-14), che comunque potrebbe ancora riproporsi, e ha tanta classe lo spagnolo Jon Rahm, numero uno mondiale, 15° con 203 (-13), da poter presentare un jolly valido per annullare le cinque lunghezze di ritardo. Non ha invece chances di confermare il titolo il coreano Si Woo Kim, 24° con 205 (-11).
Estremamente regolare Francesco Molinari, che ha offerto tre 67 (-5), l’ultimo sul Pete Dye, tutti realizzati allo stesso modo, ossia con sei birdie e un bogey. Il montepremi è di 7.600.000 dollari.
SECONDO GIRO - Patrick Cantlay è rimasto da solo al comando con 130 (62 68, -14) colpi e Francesco Molinari è salito dal 24° al 12° posto con 134 (67 67, -10), recuperando due colpi al leader, nel secondo giro del The American Express in svolgimento con formula pro am (un pro e un dilettante) sui tre percorsi del La Quinta Country Club, del Jack Nicklaus Tournament Course e del Pete Dye Stadium Course, tutti par 72, a La Quinta in California, dove il taglio si effettuerà dopo 54 buche.
Si è portato al secondo posto con 131 (-13) Tom Hoge e occupano il terzo con 132 (-12) Lando Griffin, Greyson Sigg, Cameron Young, Joseph Bramlett e Will Zalatoris, che ha rimontato 93 posizioni con un 61 (-11, NC), miglior score di giornata e suo record sul giro eguagliato, frutto di dodici birdie, di cui sette consecutivi, e un bogey. E’ scivolato al 12°, alla pari con Molinari, Lee Hodges al vertice dopo un turno con Cantlay e ha lo stesso score Harry Higgs, autore nel round di apertura di una “hole in one”, la sua prima in carriera (buca 15, La Quinta CC, par 3 di 199 yards, ferro 5). Ha disceso la classifica di 19 gradini lo spagnolo Jon Rahm, leader mondiale, e ne ha risaliti otto il coreano Si Woo Kim, campione in carica, entrambi 32.i con 136 (-8) e penultima piazza per Phil Mickelson, 155° con 151 (+7).
Patrick Cantlay, 29enne di Long Beach (California) alla 123ª presenza sul PGA Tour con sei titoli e una FedEx Cup (2021) nel carniere, ha girato in 68 (-4) sul Nicklaus Tournament Course con sei birdie e due bogey. Sullo stesso tracciato Francesco Molinari ha raddoppiato il 67 (-5) di partenza anche in questo caso, come in precedenza, con sei birdie e un bogey, ma sul “meno 5” dopo 11 buche ha poi proseguito in stretto par. Il montepremi è di 7.600.000 dollari.
PRIMO GIRO - Francesco Molinari, al rientro alle gare, ha tenuto un buon passo realizzando un 67 (-5) per il 24° posto nel The American Express che si sta disputando con formula pro am (un pro e un dilettante) sui tre percorsi del La Quinta Country Club, del Jack Nicklaus Tournament Course e del Pete Dye Stadium Course, tutti par 72, a La Quinta in California, dove il taglio si effettuerà dopo 54 buche.
Sono al vertice con 62 (-10) colpi Patrick Cantlay, 29enne di Long Beach (California) alla 123ª presenza sul PGA Tour con sei titoli e una FedEx Cup (2021) acquisiti, e Lee Hodges, 26enne di Huntsville (Alabama), pro dal 2018 e appena alla 14ª partecipazione. Hanno giocato entrambi sul tracciato del La Quinta CC per un cammino parallelo fatto di un eagle e otto birdie.
Seguono con 64 (-8) Cameron Young e il coreano K.H. Lee e con 65 (-7) otto concorrenti tra i quali Brandt Snedeker, l’irlandese Seamus Power e il neozelandese Danny Lee. E’ a quattro colpi dalla vetta lo spagnolo Jon Rahm, 13° con 66 (-6,) sei birdie senza bogey sul La Quinta CC dove ha girato anche Molinari con sei birdie e un bogey.E’ in ritardo il coreano Si Woo Kim, 40° con 68 (-4), campione in carica, e giornataccia di Phil Mickelson, 154° e ultimo con un 78 (+6) sul La Quinta CC nel quale figurano un doppio e un quintuplo bogey insieme a un eagle, due birdie e tre bogey. Il montepremi è di 7.600.000 dollari.
“Hole in one” di Harry Higgs – Harry Higgs, 30enne di Camden (New Jersey), un titolo sul PGA Tour Latinoamerica (2018), uno sul Korn Ferry Tour (2019) e approdato sul circuito nel 2020, ha realizzato una “hole in one” centrando direttamente dal tee la buca 15 del La Quinta Country Club, par 3 di 199 yards, utilizzando un ferro 5. Insieme all’ace, il primo in carriera, anche cinque birdie e un bogey per lo stesso 66 (-6) di Jon Rahm.
LA VIGILIA - Il 2022 di Francesco Molinari comincia dalla California. Due mesi dopo l’ultima apparizione allo Houston Open, il torinese si appresta a tornare in campo. Proprio come nel 2021 (quando si classificò ottavo), Molinari ha scelto il The American Express quale torneo della ripartenza. L’evento del PGA Tour, in programma dal 20 al 23 gennaio, si giocherà a La Quinta con formula (come accaduto nel 2020) pro-am (un pro e un dilettante). Tre i percorsi che ospiteranno la competizione: lo Stadium Course, il La Quinta Country Club e il Nicklaus Tournament Course. Mentre il taglio, previsto dopo 54 buche, lascerà in gara i migliori 65 classificati e i pari merito al 65° posto. Il montepremi è di 7.600.000 dollari.
Il ritorno di Francesco Molinari. Nel field anche Jon Rahm, numero 1 mondiale – C’è attesa per il ritorno di “Chicco” Molinari, ormai un veterano di questo appuntamento. E se nel 2020 il piemontese non riuscì a superare il taglio, nel 2021 ottenne la prima Top 10 stagionale seguita poi da quella arrivata subito dopo al Farmers Insurance Open. Field di assoluto livello in California dove Molinari affronterà, tra gli altri, Jon Rahm. Lo spagnolo, alla seconda gara del 2022, si è già messo in bella mostra al Sentry Tournament of Champions classificandosi al secondo posto alle spalle solo dell’australiano Cameron Smith. Numero 1 mondiale, per conservare la sua leadership - in caso di vittoria di Collin Morikawa all’Abu Dhabi HSBC Championship, gara del DP World Tour in programma negli stessi giorni negli Emirati Arabi Uniti – deve piazzarsi entro il settimo posto (anche a pari merito con un altro concorrente). Compito non arduo per il 27enne di Barrika che ha già passato 34 settimane (di cui 27 consecutive) da leader del world ranking. Non solo: l’asso iberico ha un buon feeling con il The American Express, torneo che ha già vinto nel 2018 (quando si chiamava CareerBuilder Challenge) quando superò al play-off l’americano Andrew Landry.
Si Woo Kim difende il titolo. Tra i protagonisti in gara pure Cantlay e Mickelson – Con due birdie decisivi (nel quarto e ultimo giro) alle buche 16 e 17, lo scorso anno Si Woo Kim fece sua la competizione sorpassando in volata Patrick Cantlay. E ora il sudcoreano insegue il bis di successi al The American Express. L’ultimo giocatore a vincere consecutivamente questo appuntamento fu, nel 1976, Johnny Miller. Si Woo Kim avrà tra i principali avversari nella lotta al titolo non solo Rahm ma anche Cantlay. Re della FedEx Cup nel 2021, lo statunitense (quarto nel world ranking) insieme a Rahm è l’unico giocatore in gara all’interno della Top 10 mondiale. Tra i protagonisti ecco poi Phil Mickelson (vinse il torneo nel 2002 e nel 2004). Nell’elenco dei past winner ci sono, tra gli altri, pure Patrick Reed (che nel 2014 realizzò il nuovo record di punteggio del torneo), Andrew Landry (2020), Adam Long (2019), Hudson Swafford (2017) e Jason Dufner (2016).
Riflettori puntati inoltre sui messicani Abraham Ancer e Carlos Ortiz, sul canadese Corey Conners, sull’australiano Jason Day, sugli americani Tony Finau, Rickie Fowler, Russell Henley (runner up, la scorsa settimana, al Sony Open alle Hawaii), Scottie Scheffler, Matthew Wolff, Gary Woodland e Will Zalatoris, oltre che sul naturalizzato slovacco Rory Sabbatini (medaglia d’argento ai Giochi di Tokyo), sull’inglese Justin Rose (oro alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016) e sul sudcoreano Sungjae Im.
Il torneo in diretta su GOLFTV e su Eurosport 2 – Il The American Express verrà trasmesso in diretta su GOLFTV e su Eurosport 2 con collegamenti ai seguenti orari su entrambe le piattaforme: da giovedì 20 gennaio a domenica 23, dalle ore 21 alle ore 1. Commento di: Maurizio Trezzi e di Federico Colombo
Alle Hawaii, con un eagle alla prima buca del play-off, Hideki Matsuyama supera Russell Henley e vince il Sony Open di golf. A Honolulu il giapponese, con un totale di 257 (66 65 63 63, -23) colpi, ha prima portato la contesa all'over time realizzando un birdie alla 18esima ed ultima buca di giornata. Poi, con una giocata da campione, s'è preso l'intera posta in palio. Per lui si tratta dell'ottavo titolo in carriera sul PGA Tour (cifra comprensiva di un Major, il The Masters vinto lo scorso aprile) che gli permette anche di rientrare nella Top 10 del ranking mondiale (passando dalla 19/a alla 10/a posizione) e di incassare un assegno di 1.350.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 7.500.000.
Tre mesi dopo l'ultimo exploit in casa allo ZoZo Championship, Matsuyama torna così ad esultare. Grande favorito della vigilia, alle Hawaii ha rispettato i pronostici dopo una falsa partenza.
Ventiquattresimo alla fine del primo round, è risalito in quinta posizione a metà gara. Poi, nel "moving day", dove ha firmato il miglior score di giornata, ha raggiunto la seconda piazza. Quindi, nel giro decisivo ha realizzato il sorpasso in volata quando Henley sembrava ormai avere il titolo in tasca.
L'americano, che aveva fatto sua la competizione nel 2013, ha cominciato le 18 buche finali alla grande con quattro birdie e un eagle. Quindi, nelle ultime nove "hole", ha sporcato la sua gara con un bogey (errore ripetuto poi allo spareggio). Niente da fare per lo statunitense, a secco di successi dall'aprile 2017 (Houston Open).
Al Waialale Country Club (par 70) terzo posto (261, -19) ex aequo per lo statunitense Kevin Kisner e l'irlandese Seamus Power. Mentre Kevin Na (in testa alla fine del primo round), campione uscente, non è andato oltre la ventesima piazza (267, -13).
E così Matsuyama con questa impresa ha eguagliato Choi Kung Ju quale golfista asiatico con più vittorie sul PGA Tour. Sono dunque otto i titoli sul circuito in 203 apparizioni, con quattro exploit arrivati al play-off. Era dal 2015 (Ronald "J.J." Henry al Barracuda Championship) che nessuno riusciva a imporsi con un eagle all'over time.
TERZO GIRO - Russell Henley è rimasto con 192 (62 63 67, -18) colpi al comando del Sony Open in Hawaii, ma sul percorso del Waialae Country Club (par 70), a Honolulu nell’isola hawaiana di Oahu, se vorrà imporsi nella seconda volta nella gara del PGA Tour, già sua nel 2013, probabilmente dovrà sostenere un acceso duello con il giapponese Hideki Matsuyama (194, -16), secondo a due colpi dopo essere risalito dalla quinta piazza.
Henley, 32enne di Macon (Georgia) alla 230ª gara sul circuito, dove ha ottenuto tre titoli (l’ultimo nel 2017, Houston Open) a cui se ne uniscono due sul Web.com Tour (ora Korn Ferry Tour), anche se ha rallentato rispetto ai primi due turni ha effettuato un camino molto efficace con un 67 (-3, cinque birdie, due bogey) che gli ha permesso di allungare la classifica, anche se non è riuscito a impedire che Matsuyama con un 63 (-7, sette birdie), miglior score del turno, gli recuperasse quattro colpi. Peraltro è stato il 12° punteggio di fila sotto i 70 colpi segnato dal nipponico, miglior sequenza nella stagione 2021-2022.
In terza posizione con 196 (-14) il cinese Haotong Li, gratificato da un invito dello sponsor, l’irlandese Seamus Power e Matt Kuchar, unico giocatore a non aver segnato bogey nell’evento, e impresa che sulle 54 buche con gli era mai riuscita. Non ha praticamente chances d difendere il titolo Kevin Na, 11° con 199 (-11), che pure aveva cominciato in vetta, ha perso 34 posizioni il giapponese Keita Nakajima, 39° con 203 (-7), dilettante numero uno al mondo, e sono in caduta libera Webb Simpson e Jim Furyk, 59.i con 206 (-4), quest’ultimo autore nel round iniziale di una “hole in one” (buca 17, par 3 di 187 yards, ferro 6). Il montepremi è di 7.500.000 dollari con prima moneta di 1.350.000 dollari.
SECONDO GIRO - Russell Henley è il nuovo leader con 125 (62 63, -15) colpi del Sony Open in Hawaii, il secondo torneo del 2022 del PGA Tour che si sta svolgendo al Waialae Country Club (par 70) di Honolulu nell’isola hawaiana di Oahu. Il 32enne di Macon (Georgia) alla 230ª gara sul circuito, dove ha ottenuto tre titoli (l’ultimo nel 2017, Houston Open) a cui se ne uniscono due sul Web.com Tour (ora Korn Ferry Tour), ha girato in 63 colpi (-7, due eagle, cinque birdie, due bogey), realizzando con 125 lo score personale più basso su 36 buche, e ne ha presi tre di vantaggio sul cinese Haotong Li (128, -12) in campo con un invito dello sponsor.
Seguono Matt Kuchar, a segno nel 2019, terzo con 129 (-11), e Michael Thompson, quarto con 130 (-10). In quinta posizione undici concorrenti con 131 (-9) tra i quali i giapponesi Hideki Matsuyama e il dilettante Keita Nakajima, numero uno al mondo della categoria, Chris Kirk, il canadese Corey Conners e Stewart Cink, che con un 63 (-7) ha segnato il 30° score consecutivo in par o sotto nell’evento.
Hanno ceduto Kevin Na, campione in carica, da leader a 16° con 132 (-8), e Jim Furyk, da secondo a 37° con 134 (-6), autore nel turno di apertura di una “hole in one” (buca 17, par 3 di 187 yards, ferro 6). In panne Webb Simpson, 48° con 135 (-5) e fuori al taglio l’australiano Cameron Smith, vincitore del precedente Sentry Tournament of Champions, finito tre colpi oltre il limite di qualifica (138, -2). Il montepremi è di 7.500.000 dollari con prima moneta di 1.350.000 dollari.
PRIMO GIRO - Kevin Na vuol riprovarci. Campione uscente nel Sony Open in Hawaii, ultimo dei suoi cinque titoli, il 38enne di Seoul, alla 447ª gara sul PGA Tour, è partito in quarta e con 61 colpi (-9, un eagle, sette birdie) si è posto al comando sul percorso del Waialae Country Club (par 70) ai Honolulu nell’isola hawaiana di Oahu.
Altro protagonista della giornata Jim Furyk, secondo a un colpo (62, -8) insieme a Russell Henley. Furyk, 51enne di West Chester (Pennsylvania), 17 vittorie sul circuito di cui una in un major e a segno in questo evento nel 1996, ha realizzato con 62 divenendo il giocatore più anziano a segnare un tale punteggio a iniziare dal 1983, mentre è il suo score più basso dal 2016 nel primo giro, da quando nel Travelers Championship stampò uno straordinario 58, record assoluto sul tour. A completare la giornata una “hole in one”, la sesta in carriera, siglata alla buca 17, par 3 di 187 yards, utilizzando un ferro 6. All’ace ha aggiunto sette birdie e un bogey.
Occupano la quarta piazza con 63 (-7) Kevin Chappell, Patton Kizzire, Michael Thompson, l’irlandese Seamus Power e il cinese Haotong Li e sono tra i sette concorrenti al nono posto con 64 (-6) Matt Kuchar (suo il successo nel 2019) e il canadese Corey Conners. In ritardo recuperabile il giapponese Hideki Matsuyama, 24° con 66 (-4), Webb Simpson e l’australiano Cameron Smith, vincitore nel 2020 e la scorsa settimana sugli scudi per aver battuto lo spagnolo Jon Rahm, numero uno mondiale, nel Sentry Tournament of Champions, 40.i con 67 (-3). Con loro anche il nipponico Keita Nakajima, leader mondiale dilettanti, che ha ricevuto un invito dagli sponsor. Il montepremi è di 7.500.000 dollari con prima moneta di 1.350.000 dollari.
LA VIGILIA - Secondo appuntamento dell’anno per il PGA Tour e nuovamente alle Hawaii dove è in programma il Sony Open in Hawaii (13-16 gennaio) sul tracciato del Waialae Country Club di Honolulu nell’isola di Oahu. In un torneo che quasi tutti i big hanno disertato, difende il titolo Kevin Na il quale lo scorso anno ebbe la meglio su Chris Kirk, anch’egli nuovamente della partita. Difficile decifrare le sue condizioni di forma, ma sicuramente in un field poco… impegnativo ha una buona occasione per provare a concedere il bis. L’ultimo a riuscirci è stato Jimmy Walker (2014-2015) che sarà ancora in campo.
Nel field anche Webb Simpson, Kevin Kisner, Billy Horschel, Brendan Steele, Harris English e Matt Kuchar, campione nel 2019 ma che da qualche tempo vive nell’ombra, il giapponese Hideki Matsuyama, il coreano Sungjae Im e l’australiano Marc Leishman. Sotto i riflettori l’altro australiano Cameron Smith, vincitore nel 2020, che la scorsa settimana ha superato lo spagnolo Jon Rahm, numero uno mondiale, nel Sentry Tournament of Champions stabilendo il record del punteggio (258, -34).Un invito dello sponsor ha gratificato il nipponico Keita Nakajima, leader mondiale dilettanti. Il montepremi è di 7.500.000 dollari.
Il Sentry Tournament of Champions va a Cameron Smith che, alle Hawaii, con un totale di 258 (65 64 64 65, -34) colpi supera Jon Rahm, numero 1 mondiale, e festeggia il quarto titolo in carriera sul PGA Tour di golf alla 157esima apparizione.
Dopo Geoff Ogilvy (campione nel 2009 e nel 2010), un australiano torna così a imporsi al Sentry Tournament, mettendo fine a una egemonia tutta americana che durava dal 2011. E' un successo da record per Smith. A Kapalua, nell'isola di Maui, il 28enne di Brisbane ha firmato il punteggio più basso, dal 1950 a oggi, sul massimo circuito statunitense maschile in un evento a 72 buche, superando il precedente primato del sudafricano Ernie Els che, nel 2003, era riuscito a far sua questa competizione con un totale di "-31". Per Smith è il secondo exploit alle Hawaii dopo quello firmato nel 2020 al Sony Open (per lui anche due sigilli allo Zurich Classic, gara a coppie), il primo arrivato senza il bisogno di ricorrere allo spareggio. Per lui (in testa fin dal primo giro) anche un assegno di 1.476.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 8.200.000. Decisivo, ai fini della vittoria, un ultimo giro bogey free (chiuso in 65, -8) con otto birdie (di cui uno nel finale).
Sul Plantation Course (par 73), niente da fare per Rahm, runner up con 259 (-33). Ancora un round senza errori (lo spagnolo in quattro giri ha fatto registrare un solo bogey nel "moving day") per l'asso di Barrika, a cui non sono bastati sette birdie (nelle ultime 18 buche) per far sua la contesa. Per l'ottava volta in 114 gare l'asso basco chiude così al secondo posto, conservando la leadership mondiale ed eguagliando il record di birdie (32) in un appuntamento del PGA Tour che, dal 2001, apparteneva a Paul Gow (BC Open) e a Mark Calavecchia (Phoenix Open).
Finale di gara show per un altro australiano, Matt Jones, terzo con 260 (-32) al termine di un quarto round sottolineato da un 61 (-12). Quarta piazza (266, -26) per Patrick Cantlay, vincitore nel 2021 della FedEx Cup. Bella reazione per Collin Morikawa. Il californiano, secondo nel world ranking, ha recuperato quattordici posizioni piazzandosi quinto (267, -25) al pari di Justin Thomas (a segno nel 2017 e nel 2020) e Daniel Berger. Prova anonima per Harris English. Vincitore nel 2021, non è andato oltre il 30/o posto (278, -14).
E così il primo torneo del 2022, riservato a 38 vincitori del PGA Tour 2021, va a Smith. Grande impresa per l'australiano che batte Rahm e celebra il poker di successi sul massimo circuito americano.
TERZO GIRO - Il "ciclone" Jon Rahm si scatena sul Sentry Tournament of Champions. Alle Hawaii, nel primo torneo del 2022 riservato a 38 vincitori del 2021 sul PGA Tour lo spagnolo, numero 1 mondiale, con un parziale di 61 (-12), il miglior giro in assoluto nella storia della competizione (primato condiviso con Justin Thomas), su un totale di 193 (66 66 61, 26) colpi, ha agganciato in testa alla classifica l'australiano Cameron Smith. Un eagle, undici birdie e un solo bogey (il primo in 54 buche giocate), questo il ruolino di marcio dell'asso iberico in un "moving day" che ha riservato colpi e spettacolo.
A Kapalua, nell'isola di Maui, quando manca un solo round al termine, la sfida per il titolo sembra essere riservata a soli due giocatori. Punteggio da primato per Rahm e Smith che hanno realizzato il secondo miglior score - alla fine del terzo giro - nella storia del PGA Tour (il record appartiene a Patrick Reed, -27 al The American Express nel 2014). Sul Plantation Course (par 73) punta a mettere i bastoni tra le ruote ai due leader l'americano Daniel Berger, terzo con 198 (-21). Mentre in 4/a posizione (199, -20) ecco lo statunitense Patrick Cantlay (vincitore, lo scorso anno, della FedEx Cup), l'australiano Matt Jones e il sudcoreano Sungjae Im.
Grande rimonta per Thomas. Campione nel 2017 e nel 2020, grazie a un parziale di 61 (-12), al pari di Rahm, ha guadagnato 24 posizioni ed è ora 8/o con 202 (-17), dietro a Marc Leishman (7/o con 201, -18) e al fianco del giapponese Hideki Matsuyama.
Nessuna chance di vittoria per Collin Morikawa. Diciannovesimo con 205 (-14), il californiano - secondo nel world ranking - ha perso nettamente il duello con Rahm che rimarrà così al primo posto nell'ordine di merito mondiale. Prova opaca anche per Harris English. Campione in carica, è 32/o con 211 (-8). In una competizione che mette in palio un montepremi di 8.200.000 dollari.
SECONDO GIRO - Alle Hawaii continua la prova super di Cameron Smith che, con un totale di 129 (65 64, -17) colpi, eguaglia il record di punteggio - dopo 36 buche - del torneo e resta in testa al Sentry Tournament of Champions. A Kapalua, nell'isola di Maui, nel primo evento del 2022 - riservato ai 39 giocatori che hanno vinto almeno una gara sul PGA Tour nel 2021, ma ridotti a 38 per la defezione di Cameron Champ colpito da Covid-19 - l'australiano con un parziale di 64 (-9, un eagle, nove birdie, due bogey), è rimasto al comando della classifica.
E a metà gara il 28enne di Brisbane, che vanta tre titoli sul massimo circuito americano dopo 156 presenza e due sull’European Tour, ha tre colpi di vantaggio sullo spagnolo Jon Rahm, numero 1 mondiale, e sull'americano Daniel Berger, alle sue spalle con 132 (-14). Secondo 66 (-7) consecutivo per Rahm e ancora una prova bogey free per il basco, autore di altri sette birdie per un percorso netto, senza sbavature.
Sul Plantation Course (par 73), tra i big è al quarto posto (133, -13) lo statunitense Patrick Cantlay (vincitore lo scorso anno della FedEx Cup), mentre è risalito dalla 13ª alla quinta posizione (134, -12) il giapponese Hideki Matsuyama (a segno nel Masters 2021). Stesso score per il sudcoreano Sungjae Im.
Continua a deludere Harris English. L'americano, campione in carica, è 36° con 143 (-3) e condivide l'ultima posizione con Lucas Glover e con Lee Kyoung-hoon. Battuta d'arresto anche per Collin Morikawa. Il californiano, secondo nel world ranking, è scivolato dalla 8ª alla 22ª piazza (138, -8). Più indietroJordan Spieth e Phil Mickelson, 30.i con 140 (-6), e Justin Thomas, 32° con 141 (-5). Il montepremi è di 8.200.000 dollari con prima moneta di 1.476.000 dollari.
PRIMO GIRO - Cameron Smith è il primo leader 2022 del PGA Tour. Il 28enne australiano di Brisbane, tre titoli sul circuito in 156 gare e due sull’European Tour entrambi conquistati nella sua terra, ha preso il comando con 65 (-8, due eagle, cinque birdie, un bogey) colpi nel Sentry Tournament of Champions sul percorso del Plantation Course (par 73), a Kapalua nell’isola hawaiana di Maui.
Nel torneo, al quale prendono parte solo i vincitori della scorsa stagione (38 su 39 per la defezione di Cameron Champ colpito da Covid-19) Smith ha un colpo di margine su Patrick Cantlay, su Daniel Berger e sullo spagnolo Jon Rahm, numero uno mondiale (66, -7). In quinta posizione con 67 (-6) Kevin Na, il coreano Sungjae Im e il sudafricano Erik Van Rooyen, mentre si trovano tra i giocatori in ottava con 68 (-5) Collin Morikawa, numero due del world ranking, e Brooks Koepka. Un colpo in più per Xander Schauffele, Bryson DeChambeau e per il giapponese Hideki Matsuyama, 13.i con 69 (-4). Più arretrati Jordan Spieth, vincitore nel 2016, e Phil Mickelson, 25.i con 71 (-2), e in coda Harris English, che difende il tiolo, 35° con 73 (par), Patrick Reed, Justin Thomas, a segno nel 2017 e nel 2020, e Luca Glover, 36,i e ultimi con 74 (+1).
L’evento ha un montepremi di 8.200.000 dollari con prima moneta di 1.476.000 dollari.
LA VIGILIA - Alle Hawaii, dal 6 al 9 gennaio, sarà sfida super tra i campioni del golf maschile che si affronteranno al Sentry Tournament of Champions. Dopo un mese di stop il PGA Tour torna protagonista con un evento riservato a 38 giocatori che hanno vinto almeno una gara,nel 2021 sul massimo circuito americano maschile.
A Kapalua, nell'isola di Maui, non sarà della partita, perché positivo al Covid-19, l'americano Cameron Champ. Difenderà il titolo siglato nel 2021 lo statunitense Harris English.
Al Plantation Course di Kapalua è pronto a rinnovarsi il duello per la leadership mondiale tra lo spagnolo Jon Rahm, numero uno mondiale, e Collin Morikawa numero due. Tra i favoriti al successo anche gli statunitensi Justin Thomas (a segno nel 2017 e nel 2020), Xander Schauffele (medaglia d'oro ai Giochi di Tokyo e campione nel 2019), Patrick Cantlay, Bryson DeChambeau, Brooks Koepka e Jordan Spieth (suo l'evento nel 2016). E ancora: il norvegese Viktor Hovland e il giapponese Hideki Matsuyama. Il montepremi è di 8.200.000 dollari.
Il torneosu GOFTV ed Eurosport 2 - Il Sentry Tournament of Champions sarà trasmesso da GOLFTV e da Eurosport 2 con collegamenti ai seguenti orari per entrambe le piattaforme: notti tra giovedì 6 gennaio e venerdì 7, tra venerdì 7 e sabato 8 e tra sabato 8 e domenica 9, dalle ore 0 alle ore 4; domenica 9, alle ore 22 alle ore 2.
Mai così tanti tesserati dal 2013 ad oggi. Il golf italiano è in forte crescita. A testimoniarlo è il numero degli iscritti alla FIG che, dagli 87.380 del 2020 ha raggiunto quota 92.420 nel 2021, in aumento di 5.040 unità che significa +6%. Sono invece 10.987 i nuovi tesserati (erano 7.733 nel 2020, con 5.204 uomini e 2.423 donne), di cui 7.270 uomini e 3.717 donne. E’ sì l’effetto della Ryder Cup che, nel 2023, per la prima volta nella sua storia si giocherà in Italia sul percorso del Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma). Ma anche il risultato delle politiche messe in atto dalla Federazione Italiana Golf guidata dal Presidente Franco Chimenti. Nonostante il perdurare dell’emergenza sanitaria, il trend è infatti assolutamente positivo. Con percentuali in aumento in tantissime regioni, da Nord a Sud. E’ la Puglia quella che ha fatto registrare un vero e proprio boom di tesserati, in crescita del 25,30% rispetto allo scorso anno. Bene anche la Calabria (+14,50%), la Sardegna (+8,70%) e le Marche (+10,10%). Numeri importanti anche per il Lazio (+9,70%), la Liguria (+7,90%), il Friuli-Venezia Giulia (+7,50%) e la Lombardia (+14,29%), Regione dalla ormai grande tradizione golfistica.
Golf sempre più rosa, per le neofite un incremento del 101,30% – Una crescita su tutta la linea, a livello maschile e femminile. Sono 3.717 le golfiste neofite che si sono approcciate al green nel 2021. Un anno fa erano 1.845. Un incremento, rispetto al 2020, del 101,30%. Per un totale di 23.549 iscritte contro le 21.865 del 2020.
Un movimento “green”, che boom per gli Under 18 federali – Erano 7.992 nel 2019, 6.992 nel 2020. Hanno raggiunto quota 8.507 nel 2021, +6% rispetto a due anni fa e +35% se confrontati con i dati del 2020. Questa la crescita relativa agli atleti Under 18 - più di 1.500 quelli impegnati - che hanno partecipato quest’anno alle attività federali. Importanti anche i numeri riguardanti i Brevetti (+29% nel 2021) e i Brevetti Giovanili (+70% quest’anno). Così come le gare giovanili organizzate dalla FIG (+81%). Con grande partecipazione da atleti anche del Mezzogiorno. Tant’è, se nel 2020 i tesserati Under 18 erano 7.493, nel 2021 hanno toccato quota 8.874, per un incremento di 1.381 unità.
Nel 2021 sono 41 i successi. Gli amateur brillano in campo internazionale – Sono in totale 41 i successi in campo internazionale ottenuti nel 2021. Tra i “pro”, otto gli exploit di cui tre firmati da Jacopo Vecchi Fossa (che ha fatto suo l’ordine di merito dell’Alps Tour) a cui vanno ad aggiungersi quelli di Stefano Mazzoli (Antognolla Alps Open), Luca Cianchetti (Red Sea Little Venice Open) e Pietro Bovari (ha vinto, da amateur, il 57° Memorial Olivier Barras). Due invece le affermazioni di Tommaso Perrino, Commissario Tecnico della Squadra Nazionale Paralimpica della FIG che ha prima conquistato il Czech Disabled Golf Masters e poi il 21° Open d’Italia Sanofi Genzyme. Ma a far la voce grossa sono stati anche e soprattutto i talenti del golf tricolore, tra gli exploit in tornei di College Usa (17) e titoli individuali (6) e a squadre (9) in ambito dilettantistico. Nota di merito per Francesca Fiorellini, nel team europeo che ha festeggiato l’impresa nella Ping Junior Solheim Cup a Toledo (Usa) e in quello dell’Europa Continentale che ha dominato il Junior Vagliano Trophy.
Al DS Automobiles 78° Open d’Italia l’inaugurazione del campo della Ryder Cup 2023 che ha già conquistato tutti – Con una cerimonia sul “tee” della buca 1, alla vigilia del DS Automobiles 78° Open d’Italia, lo scorso settembre è stato inaugurato il Marco Simone Golf & Country Club. Foto di rito, il trofeo ufficiale della Ryder Cup e un taglio del nastro hanno accompagnato la cerimonia che ha visto protagonisti, tra gli altri, Franco Chimenti, numero 1 della Federazione Italia Golf, Gian Paolo Montali, Direttore Generale del Progetto Ryder Cup 2023, e Lavinia Biagiotti, Presidente del Marco Simone Golf & Country Club. Per un percorso che, in occasione della più importante rassegna del golf tricolore, ha conquistato tutti i campioni in campo dell’European Tour (oggi DP World Tour). Con il campo pronto con due anni di anticipo rispetto al grande appuntamento che, tra meno di due anni, vedrà affrontarsi l’Europa e gli Stati Uniti nella super sfida di golf più importante al mondo.
Cammino di avvicinamento alla Ryder Cup 2023, proseguono i progetti d’inclusione
Golf4Autism per uno sport sempre più inclusivo – L’inclusione sociale è uno dei punti imprescindibili del Progetto Ryder Cup 2023 per sottolineare il carattere aggregante del golf, uno sport davvero oltre le barriere. Di qui l’idea di lanciare“Golf4Autism”. Un’esperienza pilota sviluppata da Golfprogram, con il patrocinio della Federazione Italiana Golf (arrivato nel 2018), la collaborazione dell’Associazione di volontariato “Una breccia nel muro” e il sostegno di Ri.diamo. Che a distanza di quattro anni dalla sua nascita si è sviluppato su scala nazionale. Sono infatti dieci i circoli coinvolti che propongono lezioni gratuite sul campo. Alle iniziative, che prevedono anche la presenza di terapisti, partecipano oggi 88 persone. Dal 2019, inoltre, per la prima volta i corsi di formazione per maestri presso la Scuola Federale includono un nuovo modulo ad hoc per l’insegnamento ai ragazzi con spettro autistico.
Golf a Scuola, in buca verso il futuro - “Golf a Scuola” - sviluppato dalla FIG con il supporto del Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con l’Istituto per il Credito Sportivo, con il patrocinio del CONI, del Comitato Italiano Paralimpico e della prestigiosa R&A di St. Andrews - dopo lo stop imposto dal Covid nel 2020, è pronto a ricominciare a pieno ritmo (emergenza sanitaria permettendo). L’attività, che consiste in tre ore di lezione (teoriche e pratiche) a settimana per ogni istituto scolastico coinvolto, con un kit didattico e di attrezzature specifiche da utilizzare, punta a tornare protagonista nel 2022. E se nel 2019 s’è rivolto a 32 scuole, per il prossimo anno l’obiettivo è quello di farlo approdare in 60 istituti primari sul territorio nazionale.
Golf è Donna, sempre più circoli “Punti Rosa” - Prosegue il progetto Golf è Donna, intrapreso dalla FIG in collaborazione con Susan G. Komen Italia e con il patrocinio di CONI e R&A, che coinvolge sempre più circoli “Punti Rosa” (64 più 2 itineranti), che continuano ad impegnarsi a realizzare e promuovere eventi ed iniziative ad hoc. E che quest’anno ha incluso, con il supporto di FattoreMamma, candidature di 50 mamme tester che hanno conosciuto l’universo del golf attraverso lezioni gratuite, fornendo peraltro ottimi responsi.
Il Collare d’Oro al merito sportivo a coronamento di una lunga e grande carriera da dirigente al servizio dello sport. Franco Chimenti, Presidente della Federazione Italiana Golf, ha ricevuto – all’Auditorium Parco della Musica di Roma - la massima onorificenza conferita dal CONI. La cerimonia dei Collari d’Oro si è celebrata alla presenza del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, insieme – tra gli altri – al Presidente del CONI, Giovanni Malagò. E ancora: del Sottosegretario con Delega allo Sport, Valentina Vezzali e del Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli.
L’onorificenza è stata consegnata anche a Marco Tronchetti Provera e a Patrizio Bertelli. Non ha potuto presenziare all'evento, a causa di un guasto all'aereo che lo avrebbe dovuto portare a Roma, il Presidente del CIO, Thomas Bach. Le cinque società insignite sono il Lecce Calcio, il Circolo Nautico Stabia, lo Sci Club Val Gardena, la Ginnastica Virtus Gallarate e il Circolo della Vela Sicilia, oltre all’Istituto per il Credito Sportivo e alla Fondazione Terzo Pilastro. Tra i premiati, nell’anno d’oro per l’Italia, anche atleti – da Marcell Jacobs a Gianmarco Tamberi - tecnici e dirigenti.
Nato a Napoli il 7 agosto del 1939, Chimenti è stato Preside della facoltà di Farmacia all’Università “La Sapienza” di Roma e membro della New York Academy of Scienses. Dal 1981 al 1985 ha ricoperto la carica di Vicepresidente della Società Sportiva Lazio di cui è Presidente nel 1986. Nel 1996 diventa Consigliere della Federazione Italiana Golf della quale viene nominato anche Vicepresidente. Poi, nel 2002, viene eletto per la prima volta quale Presidente della Federazione Italiana Golf ed entra a far parte del Consiglio Nazionale CONI. Del quale diventa membro di Giunta dal 2004 al 2008 e dal 2012 al 2021. Il 19 febbraio 2013 è stato nominato Vicepresidente Vicario del CONI, carica da cui s’è dimesso l’11 giugno 2013 per ricoprire il ruolo di Presidente di CONI Servizi S.p.A.
Grazie alla sua lungimiranza la Ryder Cup 2022 (poi posticipata al 2023) viene assegnata all’Italia – novità assoluta nella storia della competizione - che riesce così a superare la concorrenza di Germania, Spagna e Austria. Il 17 ottobre 2016 viene rieletto per la quinta volta alla presidenza della FIG. Poi, l’11 maggio 2017, la Giunta Nazionale lo ha nominato Vicepresidente Vicario del CONI, carica che lo ha portato contestualmente a rimettere il mandato quale Presidente di Coni Servizi. È nel Consiglio di Amministrazione del Comitato Organizzatore di Milano-Cortina 2026 per i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali. E Il 7 settembre 2020 l’Assemblea Nazionale Ordinaria Elettiva lo ha eletto per la sesta volta alla guida della Federazione Italiana Golf per il quadriennio 2020/2024.
Virginia Elena Carta, 19ª con 362 (70 NC, 77 SC, 71 NC, 73 SC, 71 SC, +1) colpi nella finale della Qualifying School del Ladies European Tour, ha conquistato la “carta” per il massimo circuito europeo femminile 2022. Un bel colpo per la proette azzurra che in precedenza non era riuscita a prendere la ‘carta’ per il LPGA Tour e che comunque avrà modo di fare l’esperienza necessaria per poi riprovare ancora negli States.
Nel torneo che si è disputato al Real Golf La Manga Club di Cartagena in Spagna sui due percorsi del North Course (par 71) e del South Course (par 73), con ultime 18 buche della 90 previste sul secondo, la volata finale è stata appannaggio della statunitense Gabriella Then con 349 (-12) colpi, che ha ricevuto anche un premio di 5.000 euro, ma a parte il compenso in denaro era importante a quel punto non uscire dalle prime 20 che ora giocheranno a tempo pieno sul LET. L’americana è stata seguita dalla svedese Lisa Pettersson (353, -8), dalla francese Agathe Laisne (354, -7), e dall’altra transalpina Manon Gidali e dall’inglese Meghan MacLaren (236 (-5), che era stata in vetta nei tre giri centrali. Sono state le ultime due gratificate con moneta, 625 euro ciascuna utili a compensare almeno parte della spesa, che valeva sicuramente la pena di fare. Virginia Elana Carta ha praticamente agguantato il pass con tre birdie sulle ultime quattro buche, dopo un bogey alla quarta, per il 71 (-2).
Le prime 23 classificate hanno ricevuto la ‘carta’ categoria 11, come detto a tempo pieno e le successive 28 la ‘carta’ categoria 15, con meno possibilità di giocare. Le altre 14 che hanno superato il taglio avranno una sorta di premio di consolazione perché con la categoria 18 scenderanno in campo poche volte. Non hanno superato il taglio, entrambe 113,e con 309 (+21), Lucrezia Colombotto Rosso (79 SC, 80 NC, 76 SC, 74 NC) e la dilettante Martina Flori (76 NC, 82 SC, 73 NC, 78 SC)
QUARTO GIRO - Volata finale verso le “carte” per il Ladies European Tour nella finale della Qualifying School del Ladies European Tour che si sta disputando al Real Golf La Manga Club di Cartagena in Spagna sui due percorsi del North Course (par 71) e del South Course (par 73). Hanno superato il taglio dopo 72 buche 65 concorrenti e le ‘carte’ saranno così suddivise: alle prime 20 di categoria 11, ossia a tempo pieno, alle classificate dal 21° al 50° posto di categoria 15 e alle altre di categoria 18.
In corsa ci sarà Virginia Elena Carta, 31ª con 291 (70 NC, 77 SC, 71 NC, 73 SC, +3) colpi, mentre non hanno superato il taglio, entrambe 113,e con 309 (+21), Lucrezia Colombotto Rosso (79 SC, 80 NC, 76 SC, 74 NC) e la dilettante Martina Flori (76 NC, 82 SC, 73 NC, 78 SC)
E’ rimasta al vertice per il terzo giro consecutivo l’inglese Meghan MacLaren con 280 (70 SC, 68 NC, 73 SC, 69 SC, -8) seguita con 281 (-7) dalla svedese Lisa Pettersson e con 282 (-6) dalle francesi Agathe Laisne e Manon Gidali e dalla statunitense Gabriela Then. In sesta posizione con 284 (-4) la tedesca Sophie Hausmann.
TERZO GIRO - L’inglese Meghan MacLaren ha mantenuto il comando con “meno 6” dopo il terzo giro della finale della Qualifying School del Ladies European Tour che si sta disputando al Real Golf La Manga Club di Cartagena in Spagna dove le 128 concorrenti si alternano sui due percorsi del North Course (par 71) e del South Course (par 73). La classifica fa riferimento al par essendo differenti quelli dei due campi.
Si è mantenuta nella parte che conta della classifica Virginia Elena Carta, 29ª con “+3” (70 NC, 77 SC, 71 NC), mentre praticamente sono ridotte al lumicino, se non nulle, le possibilità della dilettante Martina Flori, 109ª con “+16“ (76 NC, 82 SC, 73 NC) e di Lucrezia Colombotto Rosso, 115ª con “+18” (79 SC, 80 NC, 76 SC).
Meghan McLaren (70 SC, 68 NC, 73 SC) precede di un colpo la svedese Linn Grant e la francese Manon Gidali (-5) e di due la svedese Lisa Pettersson, l’amateur marocchina Ines Laklalech e la statunitense Gabriella Then (-4).
Il torneo si svolge sulla distanza di 90 buche. Al termine accederanno al LET in 50. Le migliori 20 classificate conquisteranno la carta piena, categoria 11. In caso di pari merito la spunterà chi, nell’ultimo round, farà registrare uno score più basso (in caso di ulteriori ex aequo si andranno a vedere prima il quarto, poi il terzo, dunque il secondo e poi il primo giro top). Mentre le protagoniste che si piazzeranno dalla 21ª alla 50ª posizione riceveranno una carta categoria 15. A chiunque riuscirà a superare il taglio – anche in caso poi di ritiro per infortunio – verrà riservata una carta categoria 18, con poche possibilità di giocare.
SECONDO GIRO - Giornata difficile per le tre italiane impegnate nella finale della Qualifying School del Ladies European Tour che si sta disputando a Cartagena in Spagna. Punteggi pesantissimi per tutte e tre, ma Virginia Elena Carta 32ª con 147 (70 77, +3) colpi, è riuscita comunque a rimanere tra le prime 50 che avranno la ‘carta’ per il Ladies European Tour 2022 al termine della gara in svolgimento al Real Golf La Manga Club dove le 128 concorrenti si alternano sui due percorsi del North Course (par 71) e del South Course (par 73).
L’azzurra ha girato in 77 (+4) sul South Course con due birdie e sei bogey. Le cose sono andate molto peggio alla dilettante Martina Flori, da 81ª a 117ª con 158 (76 82, +14), dopo un 82 (+8, SC, tre birdie, cinque bogey, due doppi e un triplo bogey), e a Lucrezia Colombotto Rosso, da 97ª a 121ª con 159 (79 80, +15) penalizzata da un 80 (+9) sul North Course (un birdie, otto bogey, un doppio bogey).
Ha preso il comando con 138 (70 68, -6) l’inglese Meghan MacLaren in una classifica che tende ad allungarsi, dove è in seconda posizione la francese Manon Gidali (139, -5). In terza con 141 (-3) la nordirlandese Oliva Mehaffey e l’amateur marocchina Ines Laklalech e in quinta con 142 (-2) le svedesi Linn Grant e Josefine Nyqvist, la svizzera Anais Maggetti e la finlandese Emily Penttila,
Come detto, accederanno al LET in 50. Le migliori 20 classificate conquisteranno la carta piena, categoria 11. In caso di pari merito la spunterà chi, nell’ultimo round, farà registrare uno score più basso (in caso di ulteriori ex aequo si andranno a vedere prima il quarto, poi il terzo, dunque il secondo e poi il primo giro top). Mentre le protagoniste che si piazzeranno dalla 21ª alla 50ª posizione riceveranno una carta categoria 15. A chiunque riuscirà a superare il taglio – anche in caso poi di ritiro per infortunio – verrà riservata una carta categoria 18, con poche possibilità di giocare.
PRIMO GIRO - Virginia Elena Carta ha iniziato al sesto posto con “meno 1” la finale della Qualifying School del Ladies European Tour che si sta svolgendo al Real Golf La Manga Club di Cartagena in Spagna,sulla distanza di 90 buche con le 128 concorrenti che si alternano sui due percorsi del North Course (par 71) e del South Course (par 73). La classifica fa riferimento al par essendo differente quello dei due tracciati
Il primo acuto è stato della francese Yvie Chaucheprat con un “meno 4” (67 NC) che precede di misura l’inglese Meghan MacLaren (meno 3) e di due colpi la nordirlandese Olivia Mehaffey la svedese Linn Grant e la dilettante tedesca Sophie Witt (meno 2).
Virginia Elena Carta ha segnato un 70 (tre birdie, due bogey) sul North Course. Sono oltre metà classifica le altre due italiane che prendono parte al torneo, l’amateur Martina Flori, 81ª con “+ 5” (76, NC, due birdie, cinque bogey, un doppio bogey), e Lucrezia Colombotto Rosso, 97ª con “+6” (79, SC, un birdie, sette bogey).
Al termine le migliori 20 classificate conquisteranno la carta piena, categoria 11. In caso di pari merito la spunterà chi, nell’ultimo round, farà registrare uno score più basso (in caso di ulteriori ex aequo si andranno a vedere prima il quarto, poi il terzo, dunque il secondo e poi il primo giro top). Mentre le protagoniste che si piazzeranno dalla 21ª alla 50ª posizione riceveranno una carta categoria 15. A chiunque riuscirà a superare il taglio – anche in caso poi di ritiro per infortunio – verrà riservata una carta categoria 18, con poche possibilità di giocare.
LA VIGILIA Cartagena, in Spagna, è tutto pronto per la fase finale della Qualifying School del Ladies European Tour in programma dal 16 al 20 dicembre. In gara ci saranno anche tre azzurre: le proette Virginia Elena Carta - e Lucrezia Colombotto Rosso, oltre alla amateur Martina Flori.
Gara importante per le giocatrici italiane alla ricerca della “carta” per giocare, nel 2022, sul massimo circuito continentale femminile. L’evento si disputerà al Real Golf La Manga Club, sui due differenti percorsi del North Course e del South Course, entrambi progettati nel 1971 da Robert Dean Putnam con la differenza che il secondo, nel 2005, è stato rimodellato e rinnovato da Gary Player, leggenda del golf sudafricano. La competizione si giocherà sulla distanza di 90 buche con taglio dopo 72. Saranno 128 le concorrenti in gara e le migliori 20 classificate conquisteranno la carta piena, categoria 11. In caso di pari merito la spunterà chi, nell’ultimo round, farà registrare uno score più basso (in caso di ulteriori ex aequo si andranno a vedere prima il quarto, poi il terzo, dunque il secondo e poi il primo giro top). Mentre le protagoniste che si piazzeranno dalla 21/a alla 50/a posizione riceveranno una carta categoria 15. A chiunque riuscirà a superare il taglio – anche in caso poi di ritiro per infortunio – verrà riservata una carta categoria 18.
C’è attesa, dunque, per le azzurre. Virginia Elena Carta è stata protagonista di un 2021 in crescendo (il debutto da proette per lei è arrivato lo scorso maggio al Ladies Italian Open) che l’ha portata alla fase finale della LPGA Q-Series. Mentre Lucrezia Colombotto Rosso quest’anno ha coronato il sogno di giocare le Olimpiadi a Tokyo (dove ha rappresentato l’Italia con Giulia Molinaro). Martina Flori è reduce invece dal 67/o posto ottenuto alla prequalifica della Qualifying School del Ladies European Tour (che la settimana scorsa s’è svolta sempre al Real Golf La Manga) vinta dalla svedese Lisa Pettersson. Un risultato che ha permesso alla toscana di accedere alla fase finale e di giocarsi il tutto per tutto.
Field di livello a Cartagena dove tra le favorite ci sono le padrone di casa Ana Pelaez e Marta Sanz Barrio. E ancora: la tedesca Sophie Hausmann, le svedesi Linn Grant e Lisa Pettersson, la francese Manon Gidali e la gallese Amy Boulden.
Al rientro sul "green", dodici mesi dopo l'ultima volta, Tiger Woods - in coppia col figlio Charlie - sfiora l'impresa a Orlando (Usa) e chiude il PNC Championship al secondo posto con uno score di 119 (62 57, -25) colpi. In Florida vince, con un totale di 117 (60 57, -27), il duo composto da John e Little John Daly. Prova però di carattere e orgoglio per Woods che nel dicembre 2020 aveva giocato la sua ultima gara proprio al PNC Championship. Poi, lo scorso febbraio, il grave incidente d'auto a Los Angeles che ha rischiato di costargli la carriera. Ora, il rientro quasi trionfale al Ritz-Carlton Golf Club (par 72) dove Woods ha mostrato classe e carattere.
Al suo fianco, il baby prodigio Charlie che ha fatto vedere giocate da predestinato. Per loro 36 buche bogey free. Nel secondo e ultimo round hanno fatto registrare un eagle (alla 3, par 5) e tredici birdie di cui undici consecutivi dalla 7 alla 17. Un ruolino di marcia incredibile che li ha visti risalire dalla quinta posizione. Alla 18esima e ultima buca di giornata, Tiger Woods ha cercato, con un approccio da fuori green, un eagle show solo sfiorato (che avrebbe potuto significare giocarsi il titolo allo spareggio). Quindi, ha mancato il putt per il birdie con la palla che ha dato solo l'illusione di essere entrata.
L'abbraccio e il bacio al figlio Charlie hanno fatto scattare la standing ovation del pubblico presente che ha osannato Tiger Woods. Troppo presto per dire se il 15 volte campione Major potrà tornare a competere su grandi livelli. Certo è che in questo appuntamento, una esibizione che ha visto grandi campioni di ieri e oggi affiancati da un parente, il 45enne di Cypress (ne festeggerà 46 il prossimo 30 dicembre) non ha certo sfigurato, anzi. (ANSA).
PRIMO GIRO - A tre colpi dalla vetta. Ad Orlando (Usa) il PNC Championship per Tiger e Charlie Woods è iniziato con una prova incoraggiante e tra gli applausi del pubblico. Al rientro ufficiale un anno dopo l'ultima gara (che fu proprio al PNC Championship) e a distanza di dieci mesi dal grave incidente d'auto in cui è rimasto coinvolto a Los Angeles, Tiger Woods ha mostrato subito colpi e giocate.
Al suo fianco, il figlio baby prodigio che continua a mostrare prodezze da predestinato. In Florida al termine del primo round Tiger e Charlie Woods con uno score di 62 (-10) avvalorato da dieci birdie, senza bogey, occupano la 5/a posizione e sono distanti tre colpi da Stewart e Reagan Cink, da soli in testa con 59 (-3).
Nel secondo e ultimo giro i Woods inseguono la rimonta e un risultato di prestigio che possa migliorare quello raggiunto nel 2020 (quando chiusero al settimo posto). Nelle prime 18 buche giocate, al Ritz-Carlton GC (par 72), i due sono apparsi concentrati e motivati fin dal primo swing. Stessa uniforme, con scarpe e pantaloni neri ma maglietta color salmone. Per loro una carta pulita senza errori che tiene intatte le speranze di successo. In una competizione - che all'epoca veniva chiamata Father/Son Challenge - a coppie (che si disputa con formula scramble) riservata a campioni di oggi e di ieri affiancati a figli o parenti. Dove a difendere il titolo conquistato 12 mesi fa sono Justin e Mike Thomas, ora secondi con 60 (-12) al fianco di John e Little John Daly.
LA VIGILIA - E' tutto pronto negli Stati Uniti per l'atteso ritorno in campo di Tiger Woods. Il campione californiano, in coppia col figlio Charlie, sarà tra i protagonisti del Pnc Championship in programma ad Orlando, in Florida, il 18 e il 19 dicembre. La competizione, al Ritz-Carlton Golf Club, verrà anticipata da una Pro-Am che si disputerà il 16 e il 17 dicembre. Un anno dopo l'ultima volta, Woods è pronto a tornare sul green. Il Pnc Championship, in passato chiamato Father/Son Challenge, nel 2020 è stato l'ultimo evento giocato da Woods. Poi, lo scorso febbraio, un grave incidente d'auto a Los Angeles ha messo a serio rischio la carriera del 15 volte campione Major. Prima l'operazione alla gamba destra, con tibia e perone frantumate e viti e perni applicate nella caviglia e nel piede. Quindi una lunga e dolorosa riabilitazione.
Dunque l'annuncio di voler tornare a giocare, seppur in maniera 'part time'. Quindi l'atteso rientro. Lo scorso anno a rubargli la scena fu proprio il figlio Charlie che, sulle orme del papà-campione, mostrò colpi e giocate da baby prodigio. I due si classificarono settimi, con il titolo che andò a Mike e Justin Thomas (che Woods ha definito un "fratello acquisito") che quest'anno proveranno a diventare i primi giocatori, dal 2008 (dai tempi dell'impresa di Lerry Nelson e suo figlio Josh), a realizzare il 'back-to-back'.
Saranno 20 le coppie in gara, per un totale di 40 concorrenti. L'evento si disputerà sulla distanza di 36 buche e vedrà in azione campionissimi di ieri e di oggi affiancati a parenti. Tra questi ci saranno anche Nelly Korda (regina del golf femminile, medaglia d'oro ai Giochi di Tokyo e unica proette in gara) e il papà Petr, ex campione di tennis vincitore dell'Australian Open (a livello individuale nel 1998 e in coppia con Stefan Edberg nel 1996). E ancora: Gary Player (con il nipote Jordan), John Daly (al fianco del figlio Little John) e Nick Faldo (con suo figlio Matthew). Per uno show nello show che vedrà i riflettori tutti puntati su Tiger Woods.
Il torneo su GOLFTV - Il PNC Championship sarà trasmesso da GOLFTV con collegamenti ai seguenti orari: sabato 18 dicembre, dalle ore 18,30 alle ore 23,30; domenica 19, dalle ore 17 alle ore 22,30. Commento di Silvio Grappasonni e d Alessandro Bellicini.
Dai successi alle difficoltà e ritorno. Dopo anni di purgatorio Renato Paratore ha ritrovato la vittoria. Negli Emirati Arabi Uniti ha dominato l’UAE Challenge, evento dell’HotelPlanner Tour, tornando a festeggiare una impresa a distanza di 1.723 giorni dall’ultima volta (British Masters sul DP World Tour nel luglio 2020). “Sono davvero felice. È stato un exploit importante perché non riuscivo ad affermarmi da molto tempo. Ho avuto dei dubbi e mi sono chiesto: ‘Ma riuscirò a tornare a vincere’? Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. E adesso, l’obiettivo del 2025, è quello di riconquistare la ‘carta’ per il massimo circuito continentale”, spiega Paratore in una intervista a cuore aperto sui canali federali. È la storia di un predestinato, quella di Paratore. Nato il 14 dicembre del 1996 a Roma, da dilettante ha conquistato prima lo Junior Orange Bowl nel 2013 a Miami (Usa), poi, nel 2014, il Portuguese International Amateur Championship a Palmela.
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Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925 che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano.
Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta
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