Virginia Bossi, che sta studiano alla University of Virginia, ha ottenuto il secondo successo stagionale a squadre con il proprio team nel triangolare contro Old Dominion University e University of Richmond che si è svolto allo Spring Creek Golf Club (par 72), nella città da cui il circolo prende nome in Virginia. Le vincitrici hanno concluso con 291 (+3) colpi davanti a Old Dominion (304, +16) e a Richmond (309, +21).
La Bossi è stata tra le protagoniste e ha ottenuto il secondo posto nell’individuale con 72 (par) colpi preceduta dalla compagna di studi Beth Lillie (71, -1). Alle loro spalle le altre quattro componenti il team della Virginia, a testimonianza di un dominio assoluto, nell’ordine Jennifer Cleary (73, +1), Skylar Sload (74, +2) e quinte con 75 (+3) Healey Wotnosky e Riley Smyth.
Come detto è il secondo successo stagionale della Bossi, che ha fatto parte della squadra anche in occasione del UCF Challenge, disputato all’Eagle Creek GC di Orlando in Florida con la partecipazione di 17 formazioni.
Con una grande rimonta finale le “Cavaliers” si sono imposte con 859 (285 287 287, -5) colpi davanti a Wake Forest (860, -4), Miami (867, +3), Kent State 868 (+4), Houston (869, +5) e Arkansas (870, +6), che era largamente in vantaggio dopo il primo turno. Nel team, insieme alla Bossi, Beth Lillie, Celeste Valinho, Riley Smith e Jennifer Cleary.
Lucas Nicolas Fallotico, 19enne di Sondalo (Sondrio) tesserato per il Molinetto Country Club, ha vinto lo Spanish International Amateur Championship “Copa S. M. El Rey”, disputato al Real Club de Golf di El Prat (par 72), a Terrassa, nei pressi di Barcellona, dove ha battuto in finale il francese Paul Margolis per 1 up dopo 36 combattute e appassionanti buche. E’ il primo azzurro a imporsi in questo evento.
Fallotico, che ha preso parte al torneo a titolo personale insieme ad altri due italiani non essendo prevista la presenza della squadra nazionale, ha iniziato la gara aggredendo letteralmente l’avversario e portandosi 4 up dopo 14 buche, ma a quel punto ha dovuto subire la sua reazione del francese che ha fatto sue le successive tre buche e alla pausa dopo 18 l’italiano è passato con il minimo margine di 1 up. Alla ripresa ancora tre buche, dalla 22ª alla 24ª in favore del transalpino avanti 2 up che però è stato nuovamente raggiunto da Fallotico con una doppietta (27ª e 28ª). Due green di pausa e nuovo attacco di Margolis in vantaggio di 2 up alla 32ª. Poteva essere il momento decisivo, ma non per il tenace Fallotico che è riscorso agli effetti special ed è volato verso il successo accorciando le distanze alla 33ª, pareggiando alla 34ª con stoccata decisiva alla 35ª.
Secondo successo internazionale - Per Fallotico è il secondo successo in campo internazionale, dopo la vittoria negli Internazionali d’Italia maschili (2018) a Biella. Per lui anche li titoli nel Campionato Regionale Lombardo (2017-2019 -2020), nel Trofeo Michele (2017-2018), nella Coppa d’Oro Mario Camicia (2018) e nel Trofeo Gianluca (2018) .
L’azzurro, nel suo cammino verso il trionfo, ha eliminato nell’ordine lo spagnolo Alejandro Aguilera Martin (2 up), l’olandese Kiet Van der Weele (1 up), l’iberico Enrique Marin Santander (4/3) e in semifinale lo svizzero Robert Foley dopo una buca supplementare. L’altro italiano ammesso agli incontri a eliminazione diretta, Alessandro Gambetti, è uscito nel primo turno (4/2 dallo svizzero Nicola Gerhardsen).
Nella qualificazione su 36 buche medal, vinta dallo spagnolo Luis Masaveu Roncal con 142 (70 72, -2) colpi e che ha promosso ai match play 32 concorrenti, Fallotico è terminato quinto con 145 (76 69, +1) e Gambetti 13° con 147 (75 72, +3). Non ha superato la qualifica il terzo italiano in campo Matteo Cristoni, 65° con 155 (78 77, +11).
LA SEMIFNALE - Lucas Nicolas Fallotico è in finale nello Spanish International Amateur Championship “Copa S. M. El Rey” che si sta svolgendo al Real Club de Golf di El Prat (par 72), a Terrassa, nei pressi di Barcellona, si dove sono scesi in campo tre azzurri a titolo personale,
Fallotico in semifinale ha sconfitto dopo un bellissimo match lo svizzero Robert Foley alla 19ª. E’ andato in vantaggio alla prima buca, poi alla terza è stato 1 up per l’elvetico e ancora avanti l’italiano alla sesta fino all’equilibrio durato dall’ottava alla 12ª. Alla 13ª ancora vantaggio Foley subito stoppato da Fallotico alla 13ª e finale con i fuochi d’artificio. Foley è andato 1 up alla 17ª, ma ha sbagliato tutto alla 18ª mandando l’incontro al playoff dove Fallotico non lo ha perdonato alla prima buca supplementare. In finale se la vedrà con il francese Paul Margolis che nell’altra semifinale ha superato dopo 21 buche l’austriaco Maximilian Lechner.
Nel suo cammino Fallotico ha battuto nell’ordine lo spagnolo Alejandro Aguilera Martin (2 up), l’olandese Kiet Van der Weele (1 up) e nei quarti l’iberico Enrique Marin Santander (4/3). L’altro italiano ammesso agli incontri a eliminazione diretta, Alessandro Gambetti, è uscito nel primo turno (4/2 dallo svizzero Nicola Gerhardsen).
Nella qualificazione su 36 buche medal, vinta dallo spagnolo Luis Masaveu Roncal con 142 (70 72, -2) colpi, e che ha promosso ai match play 32 concorrenti, Fallotico è terminato quinto con 145 (76 69, +1) e Gambetti 13° con 147 (75 72, +3). Non ha superato la qualifica Matteo Cristoni, 65° con 155 (78 77, +11).
Dominio di Austin Ernst nel Drive On Championship, terzo torneo stagionale del LPGA Tour che ha fatto suo dopo una corsa di testa con 273 (67 67 69 70, -15) colpi sul percorso del Golden Ocala Golf Club (par 72), a Ocala in Florida.
La Ernst, 29enne di Greenville (South Carolina), ha siglato il terzo titolo sul circuito, dopo quelli ottenuti a sei anni di distanza l’uno dall’altro (Portland Classic 2014 e Arkansas Championship 2020), con un giro finale in 70 (-2) colpi, liquidando la pratica in uscita con quattro birdie di fila dalla buca 4 alla 7 e poi prendendosela comoda fino al termine e concedendosi il lusso di due bogey, anche perché l’unica concorrente che poteva impensierirla, Jennifer Kupcho, seconda a un colpo dopo tre giri, si è persa con un 74 (+2), accusando un ritardo di cinque colpi (278, -10).
La vincitrice ha ricevuto un assegno di 225.000 dollari, su un montepremi di 1.500.000 dollari, con i quali ha superato i quattro milioni di dollari di guadagni ($ 4.127.272) in otto anni di circuito. Le ha fatto da caddie il fratello Drew, che studia alla Coastal Carolina University dove gioca nella compagine golfistica. “Ieri sera - ha dichiarato la Ernst - ho detto al mio fidanzato Jason che vincere wire-to.wire sarebbe stato veramente fantastico. E’ accaduto e questo mi ha dato ancor più morale per il prosieguo della stagione. Mi sono resa conto che posso tenere questi ritmi, purché creda in me stessa”.
Jenny Coleman ha vinto la volata per il terzo posto con 280 (-8), che era l’unico obiettivo possibile per chi era dietro alle due battistrada dopo 54 buche. A seguire la coreana In Gee Chun (281, -7) e la promettente svizzera Albane Valenzuela (282, -6), che vanta un ottimo curriculum da dilettante.
In sesta posizione con 283 (-5) Danielle Kang, che si era imposta a luglio nella prima delle due edizioni del torneo in calendario lo scorso anno, e l’irlandese Leona Maguire e in ottava con 284 (-4) Jessica Korda, a segno nel Tournament of Champions prima gara del 2021, e la neozelandese Lydia Ko, che sta dando evidenti segni di ripresa dopo tre anni difficili seguiti alla sua leadership mondiale (104 settimane tra i 2015 e il 2017). E’ terminata 14ª con 285 (-3) la coreana Sei Young Kim, hanno segnato un colpo in più Lexi Thompson e la spagnola Carlota Ciganda, 19.e con 286 (-2), e ha perso altro terreno Nelly Korda, sorella di Jessica, 28ª con 288 (par), vincitrice del precedente Gainbridge LPGA e che era stata al vertice nel turno d’apertura. Non ha avuto molta fortuna Ally McDonald, che dopo il matrimonio ha assunto il cognome di Ewing, 34ª con 289 (+1). Era stato suo il titolo nella seconda edizione del Drive On a ottobre. In bassa classifica la canadese Brooke M. Henderson, 44ª con 290 (+2).
E’ proseguita la lunga serie negativa di Giulia Molinaro, 98ª con 150 (81 69, +8). incappata nel decimo taglia consecutivo, di cui due nelle prime due partecipazioni in stagione. Fuori dopo 36 buche anche la coreana Jin Young Ko, leader mondiale, e la giapponese Haru Nomura, 72.e con 147 (+3).
TERZO GIRO - A un giro dal termine del Drive On Championship (LPGA Tour), sul percorso del Golden Ocala Golf Club (par 72), a Ocala in Florida, Austin Ernst (203 - 67 67 69, -13), ha distaccato di un colpo Jennifer Kupcho (204 - 67 67 70, -12), ma la coppia ha fatto il vuoto alle proprie spalle. Infatti hanno assommato 209 (-7) colpi le concorrenti al terzo posto, Jenny Coleman, la thailandese Patty Tavatanakit e la svizzera Albane Valenzuela.
Austin Ernst, 29enne di Greenville (South Carolina) con due titoli in carriera ottenuti a distanza di sei anni l’uno dall’altro (Portland Classic 2014 e Arkansas Championship 2020), ha girato in 69 (-3) colpi con quattro birdie e un bogey e Jennifer Kupcho. 23enne di Littleton (Colorando), professionista dal 2019 e con un titolo conseguito in un minitour (Colorando Open), ha realizzato un 70 (-2) con un eagle, due birdie e due bogey.
Sebbene sia sesta con 211 (-5), alla pari con la spagnola Carlota Ciganda, la numero cinque mondiale Danielle Kang non sembra avere possibilità di replicare il successo ottenuto a luglio 2020, nella prima delle due edizioni di questo torneo giocate lo scorso anno. È altrettanto fuori gioco e Ally McDonald, che ha assunto il cognome di Ewing dopo il matrimonio, 35ª con 216 (par), che fece sua la seconda gara a ottobre.
Ha ceduto Nelly Korda, numero quattro del Rolex Ranking, da quarta a 11ª con 213 (-3), dopo essere stata al vertice nel round d’apertura. Con lei la sorella maggiore Jessica e la neozelandese Lydia Ko, che sta dando segni di ripresa nelle ultime settimane dopo un lungo oblio seguito alla sua leadership mondiale (104 settimane tra i 2015 e il 2017). Mai in partita la coreana Sei Young Kim, numero due, 24ª con 215 (-1), Lexi Thompson e la canadese Brooke M. Henderson, 43.e con 217 (+1).
È uscita al taglio per la decima volta consecutiva tra il 2020 e il 2021 Giulia Molinaro, 98ª con 150 (81 69, +8). Fuori dopo 36 buche anche la coreana Jin Young Ko, leader mondiale, e la giapponese Haru Nomura, 72.e con 147 (+3). Il montepremi è di 1.500.000 dollari con prima moneta di 225.000 dollari.
SECONDO GIRO - Nel Drive On Championship, terzo torneo stagionale del LPGA Tour, sono rimaste al vertice con 134 (-10) colpi Jennifer Kupcho (67 67) e Austin Ernst (67 67) ed è uscita al taglio Giulia Molinaro, 98ª con 150 (81 69, +8).
Sul percorso del Golden Ocala Golf Club (par 72), a Ocala in Florida, Jennifer Kupcho, 23enne di Littleton (Colorando), professionista dal 2019 e con un titolo conseguito in un minitour (Colorando Open), ha girato in 67 (-5) con sei birdie e un bogey e ha siglato lo stesso score, ma con cinque birdie senza bogey, Austin Ernst, 29enne di Greenville (South Carolina) con due successi in carriera a distanza di sei anni l’uno dall’altro (Portland Classic 2014 e Arkansas Championship 2020). E’ salita dal 28° al terzo posto con 136 (-8) la spagnola Carlota Ciganda ed è scesa quarto con 137 (-7) Nelly Korda, numero tre mondiale, che dopo un giro era al vertice con le due leader.
In quinta posizione con 139 (-5) Jenny Coleman e in 11ª con 141 (-3) la neozelandese Lydia Ko. Hanno rimontato dal 41° al 17° posto la coreana Sei Young Kim, numero due del Rolex Ranking, e Danielle Kang, numero cinque, vincitrice a luglio del torneo che lo scorso anno si è disputato due volte. Nella seconda, a ottobre, ha prevalso Ally McDonald, che ora adotta il cognome di Ewing dopo in matrimonio, 33ª con 144 (par) insieme a Jessica Korda, sorella maggiore di Nelly.
Ottimo recupero, da 66.e a 24.e con 143 (-1), di Lexi Thompson e della canadese Brooke M. Henderson, mentre non hanno superato il taglio la coreana Jin Young Ko, leader mondiale, e la giapponese Haru Nomura, 72.e con 147 (+3), e l’altra nipponica Nasa Hataoka, stesso punteggio della Molinaro.
L’azzurra ha effettuato un bel secondo giro in 69 (-3, sei birdie, tre bogey) colpi, ma le è stato praticamente impossibile evitare il secondo taglio stagionale, su due gare, dopo l’81 (+9) del round d’apertura. Il montepremi è di 1.500.000 dollari.
PRIMO GIRO - Ancora le sorelle Korda, vincitrici dei primi due tornei stagionali del LPGA Tour, al proscenio. Nelly, numero tre mondiale e a segno nel precedente Gainbridge LPGA, è al comando nel Drive On Championship con 67 (-5) colpi insieme a Jennifer Kupcho e ad Austin Ernst, mentre Jessica, la sorella maggiore (suo a gennaio il Diamond Resort Tournament), è nel gruppo al sesto posto con 69 (-3) che comprende, tra le altre, la neozelandese Lydia Ko, la messicana Gaby Lopez e la coreana Jeongeun Lee6, il cui numero nel cognome è dovuto a casi di omonimia. In grande difficoltà l’unica azzurra in gara, Giulia Molinaro, 119ª e penultima con 81 (+9).
Sul percorso del Golden Ocala Golf Club (par 72), a Ocala in Florida, sono in quarta posizione con 68 (-4) Jaye Marie Green e la cinese Jing Yan, mentre si trovano in media classifica le vincitrici del torneo che lo scorso anno si è disputato due volte. Ally McDonald, la quale ora adotta il cognome di Ewing dopo in matrimonio e che si è imposta dell’edizione di ottobre, è 29ª con 71 (-1), alla pari con la spagnola Carlota Ciganda, e Danielle Kang, numero cinque del Rolex Ranking, vincitrice a luglio, è 41ª con 72 (par) insieme alla coreana Sei Young Kim, numero due.
In difficoltà alcune giocatrici indicate alla vigilia tra le favorite, come Lexi Thompson e la canadese Brooke M. Henderson, 66.e con 74 (+2), e come la coreana Jin Young Ko, numero uno al mondo, e le giapponesi Nasa Hataoka e Haru Nomura, 86.con 75 (+3) e al momento oltre la linea del taglio. Il montepremi è di 1.500.000 dollari.
LA VIGILIA - Ancora un Drive On Championship, il terzo in pochi mesi dopo i due disputati la scorsa stagione. L’evento del LPGA Tour si disputa al Golden Ocala Golf Club di Ocala in Florida dal 4 a 7 marzo con la partecipazione di Giulia Molinaro. L’azzurra è impegnata a interrompere una serie negativa che l’ha vista uscire al taglio negli ultimi nove tornei disputati e che lo scorso anno è andata una sola volta a premo in undici gare.
In campo sette tra le prime dieci del Rolex ranking e altre cinque tra le top 20 in un field sicuramente di peso e impreziosito dalla presenza delle coreane Jin Young Ko, numero uno, e Sei Young Kim, numero due, e da Nelly Korda, numero tre. dominatrice domenica passata del Gainbridge LPGA.
In campo le due vincitrici dello scorso anno, Danielle Kang, numero cinque, a segno nel torneo disputato a fine luglio, e Ally McDonald, che dopo essersi sposata ora gioca con il nome di Ewing, sul gradino più alto del podio nel mese di ottobre.
Tra le favorite anche la canadese Brooke M. Henderson (n. 6) e le giapponesi Nasa Hataoka (n. 7) e Haru Nomura. Sarà interessante seguire anche Lexi Thompson (n. 10), Jessica Korda, sorella maggiore di Nelly, che ha fatto suo il Diamond Resort Tournament con cui si è aperta la stagione, Stacy Lewis e Jennifer Kupcho, la neozelandese Lydia Ko, la messicana Gaby Lopez e la spagnola Carlota Ciganda. Il montepremi è di 1.500.000 dollari.
Bryson DeChambeau ha vinto l’Arnold Palmer Invitational (PGA Tour), disputato sul percorso del Bay Hill Club & Lodge (par 72), a Orlando in Florida, superando di un colpo Lee Westwood, dopo un giro finale condotto soprattutto sul filo dei nervi.
Il 27enne di Modesto ha concluso con 277 (67 71 68 71, -11) colpi, lasciando Westwood (278, -10) a una lunghezza, e ha portato a otto i tioli in carriera, compresivi del major (US Open) conquistato lo scorso settembre. In un turno conclusivo dai punteggi alti DeChambeau, alla 117ª gara sul tour, ha segnato 71 (-1) colpi con un bogey in partenza e due birdie (buche 4 e 6), score più basso di giornata ottenuto da soli due altri giocatori scesi sotto par, Andrew Putnam, quarto con 282 (-6), e l’inglese Matt Wallace, 18° con 286 (-2). Al suo attivo un putt a segno da 15 metri alla buca 11 per il par, uno degli episodi decisivi per il suo successo che gli ha reso un assegno di 1.674.000 dollari, su un montepremi di 9.300.000 dollari, e che lo ha fatto salire dall’11° al sesto posto nel World Ranking e dal 12° al primo nella graduatoria della FedEx Cup.
Westwood, 47enne di Worksop, leader dopo tre turni, ha girato in 73 (+1, due birdie, tre bogey) e per la settima volta è giunto secondo sul circuito dove ha conseguito due titoli lontani nel tempo (Freeport-McDermott Classic 1999 e St. Jude Classic 2010).
McIlroy decimo - Terza posizione per il canadese Corey Conners (280, -8), mentre Putnam è stato affiancato da Richy Werenski e da Jordan Spieth, in netta ripresa come confermano le sue tre presenze tra i “top 5” nelle ultime quattro uscite. Al decimo posto con 285 (-3) il nordirlandese Rory McIlroy, gli inglesi Paul Casey, Matthew Fitzpatrick e Tommy Fleetwood insieme a Will Zalatoris, Special Temporary Member, per la nona volta tra i top 25 in dodici eventi.
Non c’è stata gloria per l’inglese Tyrrell Hatton, 21° con 287 (-1), la cui difesa del titolo è andata in fumo con due 77 (+5) uno in apertura e l’altro in chiusura. Scivolone del thailandese Jazz Janewattananond, da settimo a 57° con 293 (+5) affondato da un 84 (+12), e ancora in grande difficoltà Rickie Fowler, 72° e ultimo con 299 (+11). E’ uscito al taglio, caduto a 146 (+2), Francesco Molinari (152 - 78 74, +8), che ha perso una posizione nel World Ranking (92°).
“Hole in one” di Kristoffer Ventura - Il norvegese Kristoffer Ventura, 36° con 290 (+2, nel contesto di un disastroso 78 (+6) ha siglato una “hole in one”, la sua prima sul PGA Tour, centrando dal tee la buca 14, par 3 di 212 yards. E’ stata la terza del torneo dopo quelle nel terzo giro di Jordan Spieth (buca 2, par 3, yards 222, ferro 5) e di Janewattananond (buca 14, par 3, yards 212, ferro 6). Per ogni “hole in one” alla buca 14 la Mastercard ha devoluto 200.000 dollari alla Fondazione Arnold e Winnie Palmer.
TERZO GIRO - “Moving day” ricco di episodi rilevanti nell’Arnold Palmer Invitational (PGA Tour), che si conclude con la disputa del quarto giro sul percorso del Bay Hill Club & Lodge (par 72), a Orlando in Florida. La leadership dell’inglese Lee Westwood (205 - 69 71 65, -11), dopo una decisa rimonta dall’11° posto, alcuni big in corsa per il titolo, gran gioco e anche due “hole in one”, tanta roba per palati fini.
Westwood, lo scorso anno numero uno dell’European Tour (sua la Race To Dubai, ossia l’ordine di merito), ha realizzato un ottimo 65 (-7), suo punteggio più basso in 49 round nell’Arnold Palmer, con un cammino un po’ articolato, qualche errore, ma alla fine efficace con un eagle, otto birdie e tre bogey e proverà a tornare al successo sul circuito, dove sta disputando la 245ª gara e dove ha ottenuto due vittorie, l’ultima nel 2010 (St. Jude Classic) e l’altra addirittura nel 1998 (Freeport-McDermott Classic). Il 47enne di Worksop è per la quinta volta leader dopo 54 buche e ha vinto solo nel 1998, ma in questa occasione ha dalla sua la cabala perché dal 2000 sono andati a segno 13 concorrenti che si sono trovati nella stessa condizione.
Campione senza major - Westwood è uno dei pochissimi giocatori ad essersi imposto su tutti i tour più importanti del mondo con, oltre ai due titoli sul PGA Tour, anche con 25 sull’European Tour, 4 nel Japan Tour, 6 nell’Asian Tour, uno sull’Australasia Tour e tre sul Sunshine Tour sudafricano, però nel suo ottimo palmarès manca un major.
“Hole in one” di Spieth e di Janewattananond - Westwood ha sorpassato Corey Conners, in vetta per due turni e ora è secondo con 206 (-10) agganciato da Bryson DeChambeau che ha recuperato quattro posizioni. In corsa per il titolo anche altri big quali Jordan Spieth, quarto con 207 (-9), uno dei due autori di una “hole in one” (buca 2, par 3, yards 222, ferro 5), la terza in carriera, che per la terza volta nelle ultime quattro gare affronta l’ultimo turno tra i “top five” cercando quel successo che gli manca dall’Open Championship 2017 e da 80 tornei giocati. Stesso score per Keegan Bradley, rinvenuto dalla 26ª piazza grazie a un 64 (-8, un eagle, sei birdie), e uno dei due giocatori che si sono espressi nel turno senza bogey (l’altro è Kevin Kisner, 22° con 212, -4, e 67, -5 di giornata, cinque birdie).
Westwood dovrà guardarsi anche dal connazionale Tommy Fleetwood, sesto con 208 (-8), e dal quartetto al settimo posto con 209 (-7) composto da Richy Werenski, Doug Ghim, dal nordirlandese Rory McIlroy e dal thailandese Jazz Janewattananond, l’altro che ha ottenuto l’ace (buca 14, par 3, yards 212, ferro 6), il primo per lui e trasformatosi in una forma benefica, poiché grazie alla prodezza la Mastercard donerà 200.000 dollari alla Fondazione Arnold e Winnie Palmer.
Rimonta tardiva da Hatton - L’inglese Tyrrell Hatton, dopo una falsa partenza (107° con 77, +5) è risalito prepotentemente con un 67 (-5) e un 66 (-6), ma dall’11° posto con 210 (-6) le prospettive di confermare il titolo sono piuttosto scarse. Fuori gioco gli inglesi Paul Casey e Matthew Fitzpatrick, 16.i con 211 (-5, e a conferma di un periodo nero Rickie Fowler è 71° e ultimo con 222 (+6). Si è ritirato l’altro inglese Justin Rose per un infortunio alla schiena ed è uscito al taglio, caduto a 146 (+2), Francesco Molinari (152 - 78 74, +8).
.Il torneo, nato nel 1966 e dedicato dal 2007 a Palmer, ha un montepremi sostanzioso di 9.300.000 dollari e al vincitore viene fatto indossare un cardigan rosso, capo particolarmente amato da Arnie.
SECONDO GIRO - Il canadese Corey Conners, rimasto leader a sorpresa, e l’uscita al taglio di Francesco Molinari tra le note più rilevanti del secondo giro dell’Arnold Palmer Invitational (PGA Tour) sul percorso del Bay Hill Club & Lodge (par 72), a Orlando in Florida.
Conners ha girato con un buon parziale di 69 (-3) e il totale di 135 (66 69, -9) gli è stato sufficiente per mantenere la prima posizione e liberarsi della compagnia del nordirlandese Rory McIlroy, ora terzo con 137 (-7), che nelle ultime quattro edizioni dell’evento ha ottenuto un successo (2018) e tre “top 6”, ma che non vince dal novembre 2019 (WGC-HSBC Champions). Conners, 101 presenze sul circuito con un titolo (Texas Open, 2019), ha segnato due birdie, un bogey e un eagle, il secondo di fila alla buca 16, settimo giocatore a compiere tale impresa sulle 36 buche iniziali dal 1992 all’Arnord Palmer. Il canadese, che viene da due tagli consecutivi subiti, per la seconda volta in carriera guida il gruppo a metà gara e nella prima giunse poi 16° (Valspar Championship, 2018).
Arretra DeChambeau - Ha un colpo di ritardo lo scozzese Martin Laird, (136, -8), a segno in tale evento nel 2011, mentre sono insieme a McIlroy anche Lanto Griffin e il norvegese Viktor Hovland, che nelle ultime cinque apparizioni ha conquistato un titolo nel Mayakoba Golf Classic a cui ha aggiunto due secondi posti e un quinto. Ha perso qualcosa Bryson DeChambeau, da terzo a sesto con 138 (-6), ed è rimasto in settima posizione con 139 (-5) il coreano Sungjae Im, che è stato raggiunto da Jordan Spieth, il quale da quattro tornei arriva al week end entro i “top 8”, e dagli inglesi Justin Rose e Paul Casey, quest’ultimo unico concorrente a compiere il secondo round senza bogey (69, -3, tre birdie).
Recupera Hatton - Altri tre inglesi sono subito dietro, 11.i con 140 (-4), Tommy Fleetwood, Matthew Fitzpatrick e Lee Westwood, affiancati dal thailandese Jazz Janewattananond, che ha siglato lo score più basso di giornata (65, -7, otto birdie e un bogey). Ha effettuato un ottimo recupero l’inglese Tyrrell Hatton, da 107° a 38° con 144 (par), grazie a un 67 (-5) dopo il devastante 77 (+5) iniziale, ma è improbabile che abbia ancora chances di difendere il titolo. Con lui l’irlandese Padraig Harrington, capitano europeo alla prossima Ryder Cup di settembre. Ha fatto meglio l’australiano Jason Day, 21° con 142 (-2), peggio il giapponese Hideki Matsuyama, 53° con 145 (+1), ed è andato fuori per un colpo Patrick Reed, 74° con 147 (+3).
Molinari, che aveva vinto la gara nel 2019, ultimo suo successo a oggi, e per tre volte era entrato tra i primi dieci, è stato bocciato al taglio per la prima volta nel torneo e nel 2021. Sentenza già annunciata con il 78 (+6) in avvio e confermata da un 74 (+2) frutto di quattro birdie, quattro bogey e di un doppio bogey.
Il torneo, nato nel 1966 e dedicato dal 2007 a Palmer, ha un montepremi sostanzioso di 9.300.000 dollari e al vincitore viene fatto indossare un cardigan rosso, capo particolarmente amato da Arnie.
PRIMO GIRO - Rory McIlory in grande spolvero, Bryson DeChambeau sulla sua scia e flop di Francesco Molinari nel giro d’apertura dell’Arnold Palmer Invitational, evento del PGA Tour in svolgimento sul tracciato del Bay Hill Club & Lodge (par 72), a Orlando in Florida. Il nordirlandese ha segnato 66 (-6) colpi e guida alla graduatoria alla pari con il canadese Corey Conners, mentre il torinese è al 110° posto con 78 (+6), un risultato del tutto inatteso dopo le tre top ten nei primi quattro tornei stagionali.
McIlroy, pro e contro - McIlroy, 31enne di Holywood, 18 titoli sul PGA Tour comprensivi di quattro major e di tre WGC e altri sette sull’European Tour, al netto di major e WGC, alla 192ª gara sul tour, si è espresso con sette birdie, di cui cinque di fila, la sua seconda serie più lunga sul circuito, e un bogey. Non vince dal novembre 2019 (WGC-HSBC Champions), ma a suo favore il fatto che nelle precedenti quattro edizioni dell’Arnold Palmer, oltre ad essersi imposto nel 2018, non è mai andato sotto la sesta piazza. Di contro c’è da dire che solo tre leader dopo un turno hanno vinto dal 2000 in poi e, per quanto lo riguarda, che è in vetta dopo 18 buche per la 16ª volta e nelle precedenti quindici ha ottenuto soltanto tre successi.
Conners, 29enne di Listowel, un titolo nel 2019 (Texas Open) e alla 101ª partecipazione, ha risposto con un eagle, sei birdie e due bogey. Sulle prime sette buche giocate (partito dalla 10ª) è sceso di sei colpi sotto par, record personale. E’ per la seconda volta al vertice dopo un giro con un nulla di fatto nella prima.
DeChambeau terzo - Il duo di testa precede di misura Bryson DeChambeau (67, -5), che dopo l’exploit nell’US Open, in cui ha fatto sbizzarrire critica e stampa nel riconoscergli un nuovo modo di interpretare il golf, non ha fatto poi grandi cose, pur ottenendo due top ten. Seguono al quarto posto con 68 (-4) Jason Kokrak, il coreano Byeong-Hun An e il colombiano Sebastian Muñoz e tra gli otto concorrenti al settimo con 69 (-3) si trovano l’inglese Matthew Fitzpatrick, il norvegese Viktor Hovland e il coreano Sungjae Im.
Grande assembramento in 15ª posizione con 70 (-2) dove sono, tra gli altri, Jordan Spieth, che sta confermando la sua risalita verso i vertici, anche ci vorrà ancora tempo e lavoro, gli inglesi Tommy Fleetwood, Paul Casey, Matt Wallace e Ian Poulter, l’australiano Jason Day e l’irlandese Padraig Harrington, che sarà alla guida del Team Europe nella prossima Ryder Cup (24-26 settembre, Whistling Straits GC, Sheboygan, Wisconsin, USA).
Delude Hatton - In ritardo, già importante, Patrick Reed, 56° con 73 (+1), e il sudafricano Branden Grace, 71° con 74 (+2), vincitore la scorsa settimana del Puerto Rico Open, mentre è probabilmente già fallita da difesa del titolo da parte dell’inglese Tyrrell Hatton, 107° con 77 (+5), il cui obiettivo è per ora limitato a superare il taglio.
Stessa cosa per Francesco Molinari, che ha giocato insieme ad Hatton e a McIlroy iniziando dalla buca 10, il quale è andato subito in difficoltà e ha chiuso le prime nove buche due colpi sopra par (un birdie, tre bogey) e poi ne ha persi altri quattro nel rientro (un birdie, tre bogey, un doppio bogey)
Il torneo, nato nel 1966 e dedicato dal 2007 a Palmer, ha un montepremi sostanzioso di 9.300.000 dollari e al vincitore viene fatto indossare un cardigan rosso, capo particolarmente amato da Arnie.
LA VIGILIA - Francesco Molinari ritorna sul percorso del Bay Hill Club & Lodge, a Orlando in Florida, per la disputa dell’Arnold Palmer Invitational (4-7 marzo), il torneo in cui ha ottenuto l’ultima delle sue otto vittorie, comprensive di un major (al netto di questo, due sul PGA Tour e cinque sull’European Tour). Il torinese, che in questo evento ha anche acquisito tre top ten in sette partecipazioni, vi arriva in un buon momento confermato dai tre bei piazzamenti nelle prime quattro gare del 2021 (8° American Express, 10° Farmers Insurance, 8° Genesis Invitational) e tutto lascia pensare che possa inserirsi tra i protagonisti.
Nel field nove tra i primi 20 del World Ranking - Buono il field, con la presenza di nove tra i primi venti giocatori del World Ranking, ma non eccezionale, poiché mancheranno i primi cinque di questa graduatoria e tra i primi dieci ci saranno solamente Tyrrell Hatton (n. 6), che difende il titolo, il nordirlandese Rory McIlroy (n. 8), a segno nel 2018, e Patrick Reed (n. 9).
E’ scivolato dal 10° all’11° posto la scorsa settimana Bryson DeChambeau, che sarà anch’egli tra i favoriti, anche se non sembra in un periodo molto favorevole. Da seguire inoltre Jordan Spieth, apparso in netta ripresa nelle recenti uscite, il norvegese Viktor Hovland (n. 13), secondo domenica scorsa nel WGC-Workday at The Concession alle spalle di uno degli assenti, Collin Morikawa (n. 4), gli inglesi Matthew Fitzpatrick, Tommy Fleetwood e Paul Casey, il sudafricano Branden Grace, fresco vincitore del Puerto Rico Open, e il coreano Sungjae Im. In campo anche altri past winner dell’ultimo decennio, oltre a Molinari e a McIlroy, quali gli australiani Marc Leishman (2017) e Jason Day (2016), Matt Every (2014-2015) e lo scozzese Martin Laird (2011).
Hatton difende il titolo - Come detto, difende l’unico titolo conquistato sul circuito Tyrrell Hatton, 29enne inglese di High Wycombe e uno dei più forti giocatori dell’European Tour, dove ha conquistato sei successi di cui quattro in eventi delle Rolex Series compreso un Open d’Italia, quando era inserito in questa categoria (2017). Ha un certo feeling con la città di Orlando, che era il suo campo base nel 2012, e dove condivideva l’alloggio con altre tre persone, quando, grazie al finanziamento ricevuto da alcuni soci dell’Harleyford Golf Club, fece le prime conoscenze con il golf americano partecipando a un minitour (Hooters Tour). Solo molto più tardi è entrato nel PGA Tour salendo nella scala dei valori per poi imporsi lo scorso anno quando era già posizionato a ridosso dei primi venti nel World Ranking.
Il torneo, nato nel 1966, è dedicato dal 2007 a Palmer. Ha un montepremi cospicuo di 9.300.000 dollari e al vincitore viene fatto indossare un cardigan rosso, capo particolarmente amato da Arnie.
Il torneo su GOLFTV ed Eurosport 2 – L’ Arnold Palmer Invitational viene trasmesso in diretta su GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it), e su Eurosport 2 con collegamenti agli orari indicati. GOLFTV: giovedì 4 marzo e venerdì 5, dalle ore 20 alle ore 24; sabato 6 e domenica 7, dalle ore 18,30 alle ore 24. Eurosport 2: giovedì 4 marzo e venerdì 5, dalle ore 20 alle ore 24; sabato 6 e domenica 7, dalle ore 20,30 alle ore 24. Commento di Nicola Pomponi, Alessandro Bellicini e di Maurizio Trezzi.
Virginia Elena Carta si è fermata in semifinale, superata dalla spagnola Julia Lopez Ramirez (6/4), nello Spanish International Ladies Amateur Championship “Copa S.M. La Reina”, il torneo con cui ha debuttato in campo internazionale la squadra femminile azzurra disputato al Real Sevilla Golf Club (par 72) di Alcalá de Guadaíra in Spagna. Poi, nella finale tutta spagnola la Lopez Ramirez è stata costretta alla resa da Carla Bernat Escuder (2/1)
La Lopez Ramirez è stata la bestia nera delle azzurre, perché nei quarti ha messo fuori gioco Carolina Melgrati (1 up) dopo un match molto equilibrato e che ha fatto suo con un birdie alla buca 17, e negli ottavi ha sconfitto per 5/3 Francesca Fiorellini.
Nella semifinale Virginia Elena Carta, che nei quarti aveva battuto l’iberica Rocio Tejedo Mulet con un comodo 3/2 maturato con una bella progressione a partire dall’ottava buca dopo un 1 down iniziale, è andata subito in vantaggio, ma non ha trovato contromisure contro la reazione rabbiosa della Lopez Ramirez, seconda in qualifica, che ha praticamente messo in tasca il passaggio alla finale con un 4 up alla nona e poi ha incrementato ulteriormente il margine chiudendo la gara alla 14ª. Delle sei azzurre in gara è entrata tra le 32 concorrenti ammesse ai match play anche Matilde Innocenti Angelini che nel primo turno ha perso il derby con la Fiorellini (4/2). Sono rimaste fuori Alessia Nobilio e Charlotte Cattaneo. Il team italiano è stato assistito dal Commissario Tecnico Roberto Zappa e dall’allenatore Alex Senoner.
PRIMO TURNO MATCH PLAY - Virginia Elena Carta e Carolina Melgrati sono approdate ai quarti di finale nello Spanish International Ladies Amateur Championship “Copa S.M. La Reina”, il torneo con cui ha debuttato in campo internazionale la squadra femminile azzurra e in svolgimento al Real Sevilla Golf Club (par 72) di Alcalá de Guadaíra in Spagna.
Nei primi due turni di match play la prima ha superato la svedese Ester Fagersten (2/1) e la ceca Agata Vahalova (2 up), mentre la Melgrati ha travolto la spagnola Natalia Fiel Ros (6/5) e poi ha avuto il grande merito di eliminare con un secco 4/2 la francese Lilas Pinthier, che difendeva il titolo. E’ uscita nel secondo turno Francesca Fiorellini (5/3 dalla spagnola Julia Lopez), che nel primo aveva vinto il derby con Matilde Innocenti Angelini (4/3).
Nei quarti Carta-Rocio Tejedo Mulet (Spa) e Melgrati-Julia Lopez (Spa). In caso di successo le due azzurre si incontreranno in semifinale.
Nella qualificazione su 36 buche medal, in cui si è imposta la transalpina Lucie Malchirand (139, -5), anche lei arrivata ai quarti, le quattro azzurre hanno avuto accesso tra le 32 ammesse ai match play con i seguenti score: sono terminate 14.e con lo stesso 148 (+4) Matilde Innocenti Angelini (78 70), Francesca Fiorellini (74 74) e Virginia Elena Carta (70 75), rispettivamente ai posti numero 15, 18 e 19 del tabellone, e si è classificata 23ª con 149 (78 71, +5) Carolina Melgrati.
Non hanno superato il taglio Alessia Nobilio, due volte seconda nel 2017 e nel 2019, 29ª con 151 (73 78, +7), ma estromessa per il punteggio peggiore nel secondo round rispetto alle quattro (su sette con lo stesso punteggio) ammesse agli incontri a eliminazione diretta, e Charlotte Cattaneo, 36ª con 152 (78 74, +8).
Nella Nations Cup successo di Spagna A (Carolina Lopez Chacarra, Marta Garcia, Julia Lopez) con 285 (-3) colpi davanti a Spagna C con 287 (-1) e a Italia A (Carta, Melgrati, Nobilio) con 292 (+4). Ottava con 296 (+8) Italia B (Fiorellini, Innocenti Angelini, Cattaneo). Il team italiano è assistito dal Commissario Tecnico Roberto Zappa e dall’allenatore Alex Senoner.
SECONDO GIRO DI QUALIFICA - Quattro azzurre hanno superato la qualificazione e sono state ammesse ai match play, dove si competerà per il titolo, nello Spanish International Ladies Amateur Championship “Copa S.M. La Reina” che si sta svolgendo al Real Sevilla Golf Club (par 72) di Alcalá de Guadaíra in Spagna.
Sono terminate 14.e con lo stesso score di 148 (+4) colpi Matilde Innocenti Angelini (78 70), dopo un bel recupero con un 70 (-2), Francesca Fiorellini (74 74) e Virginia Elena Carta (70 75), che hanno avuto sul tabellone rispettivamente i posti numero 15, 18 e 19, e si è classificata 23ª con 149 (78 71, +5) Carolina Melgrati rinvenendo con un 71 (-1) dalla 48ª piazza.
In prima posizione la forte francese Lucie Malchirand con 139 (72 67, -5) colpi, che ha realizzato con 67 (-5) il secondo parziale di giornata, mentre lo score migliore lo ha firmato con 65 (-7) la spagnola Julia Lopez Ramirez, seconda con 140 (-4). Terza con 143 (-1) la sua connazionale Marta Lopez Echevarria e quarte con 144 (par), ma nell’ordine sul tabellone, la transalpina Savannah De Bock, l’iberica Lucia Lopez Ortega e la svedese Louise Rydqvist e settima con 145 (+1) la francese Lilas Pinthier, che difende il titolo.
Non sono entrate tra le 32 promosse Alessia Nobilio, due volte seconda nel 2017 e nel 2019, 29ª con 151 (73 78, +7), ma eliminata per lo score peggiore nel secondo giro rispetto alle quattro (su sette con lo stesso punteggio) ammesse, e Charlotte Cattaneo, 36ª con 152 (78 74, +8).
Tabellone avaro con le italiane che sono terminate tutte nella parte bassa e dove si troveranno subito di fronte Matilde Innocenti Angelini e Francesca Fiorellini, mentre Virginia Elena Carta inconterà la svedese Ester Fagersten e Carolina Melgrati se la vedrà con la spagnola Natalia Fiel Ros. Se andranno avanti le azzurre sono destinate comunque a incontrarsi tra loro prima della semifinale. Il team italiano è assistito dal Commissario Tecnico Roberto Zappa e dall’allenatore Alex Senoner.
PRIMO GIRO QUALIFICA - Virginia Elena Carta e Alessia Nobilio sono al nono posto con 73 (+1) colpi dopo il primo dei due giri di qualificazione su 36 buche medal nello Spanish International Ladies Amateur Championship “Copa S.M. La Reina” che si sta svolgendo al Real Sevilla Golf Club (par 72) di Alcalá de Guadaíra in Spagna.
Tra le prime 32 classificate, che al termine della qualifica saranno ammesse ai match play, anche Francesca Fiorellini, 16ª con 74 (+2) insieme alla francese Lilas Pinthier, che difende il titolo. Sono al vertice con 71 (-1) la spagnola Rocio Tejedo Mulet e le svedesi Meja Ortengren e Louise Rydqvist, mentre tra le cinque concorrenti al quarto posto con un colpo di ritardo c’è la forte transalpina Lucie Malchirand (72, par).
Hanno possibilità di entrare tra le prime 32 le altre tre azzurre in gara, Charlotte Cattaneo, Matilde Innocenti Angelini e Carolina Melgrati, 48.e con 78 (+6).
Nella Nations Cup in vetta con 145 (+1) la Svezia B, seguita con 146 (+2) da Italia A (Carta, Melgrati, Nobilio). In terza posizione con 147 (+3) Spagna C e in decima con 152 (+8) Italia B (Fiorellini, Innocenti Angelini, Cattaneo). Il team italiano è assistito dal Commissario Tecnico Roberto Zappa e dall’allenatore Alex Senoner.
LA VIGILIA - Inizia l’attività internazionale delle formazioni dilettanti italiane con la partecipazione di sei azzurre allo Spanish International Ladies Amateur Championship “Copa S.M. La Reina” in programma dal 3 all'8 marzo al Real Sevilla Golf Club di Alcalá de Guadaíra in Spagna.
Compongono il team Virginia Elena Carta, Alessia Nobilio, Charlotte Cattaneo, Francesca Fiorellini, Matilde Innocenti Angelini e Carolina Melgrati, che saranno assistite dal Commissario Tecnico Roberto Zappa e dall’allenatore Alex Senoner.
Difende il titolo la francese Lilas Pinthier in un contesto che comprende, tra le altre, le spagnole Carolina Lopez-Chacarra Coto e Cayetana Fernandez Garcia-Poggio, la svizzera Elena Moosmann, la slovena Tereza Kozeluhoava e la svedese Ester Fagersten.
Tra le azzurre proverà a sfatare il tabù Alessia Nobilio, che per due volte à giunta seconda: nel 2017 superata dalla svedese Frida Kinhult, oggi professionista, e nel 2019 quando cedette nella finale alla francese Candice Mahe. Il torneo si disputa n due fasi con qualificazione su 36 buche medal e con la prime 32 classificate che si contenderanno il titolo con formula match play.
Vittoria in volata del sudafricano Branden Grace nel Puerto Rico Open disputato sul percorso del Grand Reserve Country Club (par 72) a Rio Grande in Portorico. Il 32enne di Pretoria ha realizzato un eagle e un birdie a chiudere, dopo tre birdie sulle prime 12 buche, per un 66 (-6) e con lo score di 269 (67 68 68 66, -19) colpi ha bruciato sul filo di lana il venezuelano Jhonattan Vegas (270, -18), a cui non è bastato un 65 (-7, otto birdie, un bogey) miglior score di giornata.
Grace, alla 149ª gara sul circuito, ha portato a due i titoli, dopo essersi imposto nel RBC Heritage (2016), per un palmarès che comprende anche nove successi sull’European Tour e tre sul Sunshine Tour, dove ha iniziato la carriera, al netto di altri tre compresi nel circuito continentale.
Sono terminati al terzo posto con 272 (-16) Grayson Murray e il portoricano Rafael Campos, che ha così ottenuto il miglior risaltato sul tour, e al quinto con 273 (-15) Brice Garnett e Andrew Putnan. All’11° con 275 (-13) l’argentinno Emiliano Grillo, anch’egli autore insieme a Garnett di un 65.
A metà classifica l’inglese Ian Poulter, 35° con 281 (-7), e in bassa Padraig Harrington, 58° con 285 (-3), che guiderà il Team Europe nella prossima Ryder Cup (24-26 settembre, Whistling Straits GC, Sheboygan, Wisconsin, USA).
Grace ha percepito un assegno di 540.000 dollari su un montepremi di 3.000.000 di dollari, notevolmente più basso rispetto alla media del circuito, anche se comunque sempre rispettabile.
TERZO GIRO - Nuovo cambio al vertice nel Puerto Rico Open dove si sono portati con 202 (-14) Grayson Murray (71 66 65) e il portoricano Rafael Campos (66 69 67). Sul percorso del Grand Reserve Country Club (par 72) a Rio Grande in Portorico, dove sono impegnati i membri del PGA Tour esclusi dal grande giro del WGC, Murray, 27enne di Raleigh (North Carolina), un titolo (Barbasol Championship, 2017), alla 91ª presenza sul tour, ha realizzato otto birdie e un bogey per il 65 (-7) e ha recuperato otto posizioni, mentre Campos, 32enne di San Juan, nessuna vittoria in 35 partecipazioni, è risalito di due con un 67 (-5) frutto di sei birdie e di un bogey.
La coppia precede di un colpo il sudafricano Branden Grace e l’australiano Cameron Percy (203, -13), e di due Andrew Putnam, Brandon Wu, in vetta dopo due turni, e l’argentino Nelson Lauta Ledesma (204, -12). Ha buone possibilità, sebbene abbia disceso la graduatoria di tre gradini, anche il venezuelano Jhonattan Vegas, ottavo con 205 (-11) alla pari con Ted Potter jr.
Difficile che possa recuperare il belga Thomas Pieters, 11° con 207 (-9), e impossibile che possa farlo l’inglese Ian Poulter, 22° con 210 (-6).
E’ rimasto nelle retrovie l’irlandese Padraig Harrington, 63° con 215 (-1), che guiderà il Team Europe nella prossima Ryder Cup (24-26 settembre, Whistling Straits GC, Sheboygan, Wisconsin, USA). Il montepremi è di 3.000.000 di dollari, notevolmente più basso rispetto alla media del circuito, anche se comunque sempre rispettabile.
SECONDO GIRO - Brendon Wu è il nuovo leader con 133 (66 67, -11) colpi del Puerto Rico Open, il torneo nel quale sono impegnati i membri del PGA Tour esclusi dal grande giro del WGC e che si sta svolgendo sul percorso del Grand Reserve Country Club (par 72) a Rio Grande in Portorico. La gara offre gli stessi vantaggi degli altri eventi, ma ha un montepremi di 3.000.000 di dollari, notevolmente più basso rispetto alla media del circuito, anche se comunque sempre rispettabile.
Brendon Wu, 24enne di Fremont (California), laureato (Engineering) alla Stanford University, proveniente dal Korn Ferry Tour, dove ha colto per ora il suo unico titolo (Tour Championship, 2020) e alla nona gara sul circuito in cui per la prima volta è leader, ha girato in 67 (-5) con sei birdie e un bogey prendendo un colpo di margine sull’australiano Greg Chalmers (134, -10). In terza posizione con 135 (-9) il sudafricano Branden Grace e il portoricano Rafael Campos e in quinta con 136 (-8) l’argentino Nelson Lauta Ledesma, l’australiano Cameron Percy, il belga Thomas Pieters e il venezuelano Jhonattan Vegas, risalito dalla 16ª e che lo scorso gennaio era stato fermato dal Covid-19.
La gloria di Tommy Gainey, 46enne di Darlington (South Carolina) con un solo successo (McGladrey Classic, 2012) e in vetta dopo un turno, è durata un solo giorno, perché con un parziale di 76 (+4) è precipitato al 38° posto con 141 (-3) dove si trova anche l’inglese Ian Poulter. Un colpo in più, 51° con 142 (-2), per l’irlandese Padraig Harrington che guiderà il Team Europe nella prossima Ryder Cup (24-26 settembre, Whistling Straits GC, Sheboygan, Wisconsin, USA). E’ uscito al taglio, caduto a 143 (-1) l’inglese Matt Wallace.
PRIMO GIRO - Tommy Gainey è al comando con 65 (-7) colpi nel Puerto Rico Open, il torneo nel quale sono impegnati i membri del PGA Tour esclusi dal grande giro del WGC e che si sta svolgendo sul percorso del Grand Reserve Country Club (par 72) a Rio Grande in Portorico.
Gainey, 46enne di Darlington (South Carolina) con un solo tiolo sul circuito (McGladrey Classic, 2012) ha realizzato nove birdie e due bogey.
Lo seguono con 66 (-6) Lee Hodges, Robert Garrigus, Brandon Wu, australiano Greg Chalmers, l’argentino Fabian Gomez, il portoricano Rafael Campos e il canadese Taylor Pendrith. Tra i giocatori in nona posizione con 67 (-5) Andrew Putnam, l’australiano Cameron Percy e il sudafricano Branden Grace. In ritardo gli inglesi Ian Poutler, 52° con 71 (-1), e Matt Wallace, 115° con 76 (+4). La gara ha un montepremi di 3.000.000 di dollari, notevolmente inferiore alla media del circuito.
LA VIGILIA - Il PGA Tour non lascia quasi mai fermi i giocatori di secondo piano, o coloro che sono scesi in questo livello dopo essere stati in quello superiore, quando vi sono eventi del WGC e anche in questa occasione gli esclusi dal Workday Championship at The Concession, a Bradenton in Florida, potranno competere nel Puerto Rico Open (25-28 febbraio), in programma al Grand Reserve Country Club di Rio Grande a Portorico. E’ un evento la cui differenza rispetto agli altri è nel montepremi che è di 3.000.000 di dollari, notevolmente inferiore alla media ma non certo da disprezzare.
Nel field buoni giocatori quali Hunter Mahan, Nick Watney, il venezuelano Jhonattan Vegas, gli inglesi Ian Poulter e Matt Wallace, il belga Thomas Pieters e il sudafricano Branden Grace. Con loro anche un gruppo di giocatori che spera nel colpo di fortuna per rilanciarsi come Bill Haas, vincitore di una FedEx Cup (2011), Lucas Glover, suo un US Open (2009), gli indiani Arjun Atwal, primo della sua nazione a segno sul circuito, e Anirban Lahiri, che si ricorda soprattuto per aver fatto perdere, mancando il punto decisivo alla sua portata, una Presidents Cup all’International Team, e l’argentino Andres Romero, praticamente scomparso dopo essersi imposto nello Zurich Classic (2008).
Al via l’irlandese Padraig Harrington, che di recente era stato fermato dal Covid-19, capitano della squadra europea alla prossima Ryder Cup (24-26 settembre, Whistling Straits GC, Sheboygan, Wisconsin, USA). Assente il norvegese Viktor Hovland, campione in carica, impegnato nel WGC, mentre va ricordato che questo è l’unico evento in cui si è imposto Tony Finau (2016), anch’egli in campo a Bradenton, gran regolarista molto spesso piazzato.
Il torneo su GOLFTV – Il Puerto Rico Open viene trasmesso in diretta su GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it), con collegamenti agli orari indicati: giovedì 25 febbraio e venerdì 26, dalle ore 16 alle ore 19; sabato 27, dalle ore 20.30 alle ore 22,30; domenica 28, dalle ore 20,30 alle ore 22,30. Commento di Maurizio Trezzi e di Federico Colombo.
Da Jessica a Nelly. Le sorelle Korda, figlie degli ex tennisti Petr Korda e Regina Rajchrtová, si passano il testimone sul LPGA Tour. Al successo della prima nel Diamond Resort Tournament, la gara inaugurale del circuito 2021, è seguito quello di Nelly, la sorella minore, nella seconda, il Gainbridge LPGA sul percorso del Lake Nona Golf & Country Club (par 72), a Orlando in Florida,
La 22enne di Bradenton ha concluso con 272 (67 68 68 69, -16) colpi dopo un giro finale condotto con un parziale di 69 (-3) frutto di tre birdie sulle prime sei buche, che le hanno consentito di gestire un buon vantaggio sulle inseguitrici, tradotto poi in tre colpi nei riguardi di Lexi Thompson e della neozelandese Lydia Ko (275, -13), che era stata in vetta nei primi due giri e che ha dato evidenti segni di ripresa dopo un lungo periodo in ombra, seguito a 15 successi (con due major) e a 107 settimane da numero uno al mondo (2015-2017).
Nelly e la “faticaccia” - A dispetto del vantaggio finale, non è stato tutto facile per la vincitrice che ha dichiarato: “Ero molto stressata, perché non riuscivo a colpire bene la palla e a prendere molti green. Forse non si è visto da fuori il campo, ma se aveste potuto ascoltare le conversazioni con il mio caddie ve ne sareste resi conto. È stata veramente una faticaccia”. Per lei un assegno di 300.000 dollari su un montepremi di 2.000.000 di dollari.
Jin Young Ko, mancata rimonta - Non è riuscita a recuperare la coreana Jin Young Ko, numero uno del Rolex ranking, da terza a quarta con 277 (-11), e hanno occupato la quinta piazza con 278 (-10) l’australiana Sarah Kemp e la thailandese Patty Tavatanakit.
La canadese Brooke M. Henderson si è dovuta accontentare del 16° posto con 282 (-6), mentre ha operato una rimonta tardiva la coreana Sei Young Kim, da 63ª a 24ª con 284 (-4). Bassa classifica per la giapponese Nasa Hataoka, 52ª con 290 (+2), e per la svedese Madelene Sagstrom, 66ª con 293 (+5), che difendeva il titolo.
Il ritorno di Annika - Ha preso parte all’evento la grande campionessa svedese Annika Sorenstam, oggi 50enne, dominatrice della scena mondiale da metà degli anni Novanta al 2008, quando ha lasciato le scene agonistiche dopo aver vinto 72 gare nel LPGA Tour (con dieci major), 14 nel LET, quattro nel circuito australiano, due in quello giapponese e tre eventi a squadre, compresa la World Cup (2006). Non ebbe praticamente rivali dal 2000, mentre in precedenza era riuscita a batterla un’altra grande, l’australiana Karrie Webb, prima di allentare la presa perché ritenne che “nella vita non c’era solo il golf”. La Sorenstam, in campo dopo 13 anni, è terminata 74ª e ultima con 301 (+16). Ha pagato soprattutto la stanchezza nei due giri conclusivi (79-76), mentre si era difesa discretamente nei primi due (75 71). Ovviamente il risultato non contava molto, come ha sottolineato lei stessa “felice di essere qui e di aver potuto partecipare a questa gara”
È uscita al taglio Giulia Molinaro, al debutto stagionale, 94ª con 149 (76 73, +5).
TERZO GIRO - Nelly Korda, numero quattro mondiale, si è autorevolmente candidata al quarto titolo sul LPGA Tour. Lo ha fatto salendo dal secondo al primo posto con 203 (67 68 68, -13) colpi nel Gainbridge LPGA che si sta svolgendo sul percorso del Lake Nona Golf & Country Club (par 72), a Orlando in Florida, dove è uscita al taglio Giulia Molinaro, al debutto stagionale, 94ª con 149 (76 73, +5).
Nelly Korda, 22enne di Bradenton (Florida), sorella minore dell’altra proette Jessica e figlia degli ex tennisti Petr Korda e Regina Rajchrtová, ha realizzato cinque birdie e un bogey per il 68 (-4) che le ha permesso di lasciare a un colpo la thailandese Patty Tavatanakit (204, -12). Recupera Jin Young Ko - Dopo essere scivolata in 16ª posizione nel secondo turno ha ripreso quota con un ottimo 66 (-6, sette birdie, un bogey) la coreana Jin Young Ko, 25enne di Seoul, numero uno del Rolex Ranking, terza con 206 (-10), che non lascerà nulla di intentato per tornare al successo dopo essersi imposta nell’ultima gara della scorsa stagione (Tour Championship), suo settimo titolo (due major). La affiancano Angel Yin e la neozelandese Lydia Ko, in vetta dopo due turni e che sta provando a ritornare nell’élite, dopo quasi tre anni di buio seguiti a 15 titoli (due major) e a 107 settimane da numero uno al mondo (2015-2017).
Hanno buone possibilità di correre per il titolo anche Lexi Thompson e la coreana Chella Choi, seste con 207 (-9), Marissa Steen, la canadese Brooke M. Henderson e la coreana In Gee Chun, ottave con 208 (-8). Navigano in bassa classifica la giapponese Nasa Hataoka, 49ª con 216 (par), la coreana Sei Young Kim, numero due del ranking, 63ª con 218 (+2), e la svedese Madelene Sagstrom, 64ª con 219 (+3), che difendeva il titolo.
Sorenstam in coda - Ha ceduto la svedese Annika Sorenstam, oggi cinquantenne, tornata in gara dopo 13 anni. Si era ritirata dalle scene agonistiche nel 2008 dopo essere stata per oltre un decennio indiscussa regina del golf femminile. Ha pagato la distanza, come era prevedibile, e la stanchezza ha fatto 79 (+7) e il 74° e ultimo posto con 225 (+9). “E’ stata una giornata dura e non ho colpito la palla nel modo giusto per potermi dare possibilità di birdie, ma conta poco. Sono soprattutto felice di essere qui e di aver potuto partecipare a questa gara”. Il montepremi è di 2.000.000 di dollari.
SECONDO GIRO - La neozelandese Lydia Ko ha mantenuto il comando con 134 (65 69, -10) colpi nel Gainbridge LPGA, secondo torneo 2021 del LPGA Tour che si sta svolgendo sul percorso del Lake Nona Golf & Country Club (par 72), a Orlando in Florida, dove nel 1990 si svolse la prima edizione della Solheim Cup.
Si è concluso con un taglio il debutto stagionale di Giulia Molinaro, unica italiana in gara, 94ª con 149 (76 73, +5), che dopo un 76 (+4) con cui si era complicata molto il prosieguo della gara ha girato ancora sopra par in 73 (+1, due birdie, tre bogey).
Sorenstam resta in gara - L’attrazione dell’evento è comunque la svedese Annika Sorenstam, oggi cinquantenne, dominatrice della scena mondiale per più di un decennio (72 titoli LPGA con dieci major) e ritiratasi nel 2008, che è tornata in campo dopo circa 13 anni. Dopo una partenza al 77° posto con un 75 (+3) ha effettuato un secondo giro in 71 (-1, tre birdie, due bogey) ed è rimasta in gara, non senza aver offerto saggi di classe rimasta immutata nel tempo.
Lydia Ko prova a riemergere - Lydia Ko (Bo-Gyung il suo nome di battesimo), 23enne nata a Seoul che poi ha scelto la cittadinanza neozelandese, si è presa la scena internazionale da giovanissima, rimanendo al vertice mondiale per 104 settimane tra i 2015 e il 2017. Si è imposta per 15 volte sul circuito, con due major, e in tre occasioni nel Ladies European Tour, ma dal 2018 non ha più vinto rimanendo in ombra per lunghi tratti. Con un parziale di 69 (-3, sei birdie, tre bogey) è rimasta in vetta, ma ha avversarie di tutto rispetto sulla sua scia, a iniziare da Nelly Korda, numero quattro del Rolex Ranking, seconda con 135 (-9). Seguono Ryann O’Toole, terza con 136 (-8), la coreana In Gee Chun, quarta con 137 (-7), la sudafricana Ashleigh Buhai (Simon da nubile), la thailandese Patty Tavatanakit e la coreana Chella Choi, quinte con 138 (-6).
Jin Young Ko retrocede - Tra le otto concorrenti in ottava posizione con 139 (-5) Lexi Thompson, Stacy Lewis e Jessica Korda, sorella maggiore di Nelly, mentre ha perso terreno la coreana Jin Young Ko, numero uno al mondo, da quarta a 16ª con 140 (-4) insieme alla canadese Brooke M. Henderson. Poco dietro la giapponese Nasa Hataoka, 27ª con 142 (-2), e uscita anticipata evitata con l’ultimo punteggio utile dalla coreana Sei Young Kim, numero due del ranking, e dalla svedese Madelene Sagstrom, campionessa in carica, 67.e con 146 (+2). Declino di una numero uno - Out Danielle Kang, numero cinque, 75ª con 147 (+3), e la taiwanese Yani Tseng, tornata in campo dopo 23 mesi, 118ª con 184 (+20). E’ stata numero uno mondiale per 109 settimane di fila tra il 2011 e il 2013, poi un declino molto rapido non inusuale e già capitato a molte atlete orientali. Il montepremi è di 2.000.000 di dollari.
PRIMO GIRO - La neozelandese Lydia Ko, ex numero uno mondiale, al proscenio nel primo giro del Gainbridge LPGA dove conduce con 65 (-7) colpi sul percorso del Lake Nona Golf & Country Club (par 72), a Orlando in Florida, teatro nel 1990 della prima edizione della Solheim Cup.
Giornata difficile per Giulia Molinaro, 98ª con 76 (+4, un birdie, cinque bogey) che rischia di chiudere al taglio la gara del suo debutto stagionale.
Lydia Ko ha segnato un eagle, sei birdie e un bogey per lasciare a due colpi Nelly Korda e la danese Nanna Koerstz Madsen (67, -5) e a tre un gruppo al quarto posto con 68 (-4) composto dalla coreana Jin Young Ko, leader mondiale, da Ryann O’Toole, Jennifer Kupcho, Megan Khang, dalla danese Nicole Broch Larsen, dalla cinese Xiyu Lin e dalla messicana Gaby Lopez.
Non poteva certo essere ai livelli di quando era incontrastata dominatrice del golf femminile la svedese Annika Sorenstam, ritornata a disputare un evento del LPGA Tour all’età di 50 anni e dopo 13 di pausa. Ha girato in 75 (+3) per il 77° posto e comunque è in corsa per rimanere quanto meno in gara, ma il risultato poi conta poco perché la cosa più bella è stata rivedere alcune delle sue belle giocate che il tempo non ha scalfito.
Sono in media classifica la giapponese Nasa Hataoka, 17ª con 70 (-2), Lexi Thompson e la canadese Brooke M. Henderson, 29.e con 71 (-1), la coreana Sei Young Kim, numero due del Rolex Ranking, 41ª con 72 (par), e Danielle Kang, 53ª con 73 (+1). Difficilmente eviteranno l’uscita anticipata la svedese Madelene Sagstrom, che difende il titolo, 110ª con 77 (+5), e la taiwanese Yani Tseng, tornata in campo dopo 23 mesi, 120ª con 81 (+9). Il montepremi è di 2.000.000 di dollari.
LA VIGILIA - Seconda gara del LPGA Tour e debutto stagionale di Giulia Molinaro sul percorso del Lake Nona Golf & Country Club, a Orlando in Florida, che nel 1990 ospitò la prima edizione della Solheim Cup in cui le statunitensi travolsero la squadra europea (11,5-4,5) e dove è in programma il Gainbridge LPGA (25-28 febbraio). in cui sarà in campo Annika Sorenstam, lontana dal golf agonistico dal 2008.
La 50enne svedese nata a Bro, nei pressi di Stoccolma, lasciò la scena dopo aver dominato nel mondo del golf femminile per oltre un decennio, dalla metà degli anni Novanta al ritiro. Al suo attivo 72 titoli sul circuito americano (con dieci major), 14 nel Ladies European Tour, da dove era partita, quattro nel tour australiano, due in quello giapponese e tre in eventi a squadre, compresa la World Cup (2006). E a pieno diritto nella “Hall of Fame”. Eletta da pochi mesi presidente dell'International Golf Federation, ha dichiarato: “Sono stata lontana dal golf giocato per troppi anni, e non ho grandi aspettative, ma sono felice di poter tornare sul LPGA Tour. Per me è già importante essere in campo”. Avrà comunque l’attenzione generale come era accaduto a gennaio quando aveva preso parte al Diamond Resorts Tournament of Champions, non tra le proettes, ma tra le celebrità impegnate con classifica a parte (nona).
Non potrà competere per il titolo per il quale si proporrà in prima battuta la coreana Jin Young Ko, 25enne di Seoul, numero uno mondiale che dopo essere stata fuori tour dall’inizio della pandemia è tonata a dettare la sua legge sul circuito alla fine della passata stagione vincendo il CME Group Tour Championship.
Proveranno a dire la loro anche le connazionali Sei Young Kim, numero due, Sung Hyun Park e Jeongeun Lee6, le statunitensi Nelly Korda, Lexi Thompson e Danielle Kang, le giapponesi Nasa Hataoka e Haru Nomura, la canadese Brooke M. Henderson, la neozelandese Lydia Ko e la tedesca Sophia Popov. Difende il titolo la svedese Madelene Sagstrom.
Rientra sul circuito dopo 23 mesi la taiwanese Yani Tseng, che era stata numero uno mondiale per 109 settimane di fila tra il 2011 e il 2013 per poi finire rapidamente nell’anonimato. Il montepremi è di 2.000.000 di dollari.
Collin Morikawa ha messo il suo sigillo nel WGC-Workday Championship at The Concession, primo dei quattro eventi, secondo solo ai major, del World Golf Championships traslocato dal Messico in Florida causa pandemia,
Sul percorso del The Concession Golf Club (par 72), a Bradenton, il 24enne di Los Angeles (California) ha concluso la sua corsa vincente con 270 (70 64 67 69, -18) colpi portando a quattro i titoli sul circuito che, oltre al WGC, comprendono anche un major (PGA Championship, 2020). Un parziale di 69 (-3, quattro birdie, un bogey) è bastato per avere ragione di Brooks Koepka, Billy Horschel e del norvegese Viktor Hovland (273, -15), che è salito al secondo posto nella graduatoria FedEx Cup a 38 punti da Patrick Cantlay, costretto a dare forfait alla vigilia per un malanno.
I record di Morikawa - Morikawa, alla 41ª gara sul tour e partito per la seconda volta da leader dopo 54 buche, ha eguagliato Tiger Woods, unico giocatore fino ad ora capace di imporsi in un major e in un WGC prima dei 25 anni. E’ anche l’unico atleta di questa età attualmente sul circuito ad annoverare quattro titoli nel palmarès e si allinea con altri sei che hanno conquistato quattro successi (o più) con un major, sempre a questa età. Ha superato il primato di Nick Price (1999) che aveva ottenuto due vittorie in un inizio di stagione alla 21ª settimana contro le sue 20 e ha realizzato 27 birdie in un WGC dal 1999 a due dal record di 29 stabilito da Scott McCarron, Martin Kaymer e da Hideki Matsuyama. Infine è salito dal sesto al quarto posto nel World Ranking e il titolo gli ha fruttato un congruo assegno di 1.820.000 dollari su un montepremi di 10.500.000 dollari.
Gli sconfitti - A parte Webb Simpson, leader dopo un turno, e Koepka, in vetta dopo due, gli altri giocatori che riscuotevano i favori della vigilia non sono mai stati in corsa a iniziare da Rory McIlroy, sesto con 276 (-12) insieme allo stesso Simpson e al sudafricano Louis Oosthuizen, che ha dovuto rinunciare all’obiettivo di completare il WGC-Slam con il titolo dell’unico evento assente nel suo palmarès. Il terzetto è stato preceduto da Scottie Scheffler, quarto con 274 (-14), e seguito da Jason Kokrak e da Patrick Reed, noni con 277 (-11), quest’ultimo campione e uscente e a segno nella stessa gara anche nel 2014 quando si chiamava Cadillac Championship, mentre lo scorso anno aveva la denominazione di Mexico Championship.
Dustin Johnson sotto tono - Non è riuscito a entrare tra i top ten, dopo tre consecutive, Tony Finau, 14° con 279 (-9), e hanno segnato un colpo in più Justin Thomas, numero tre mondiale, e il giapponese Hideki Matsuyama, 15.i con 280 (-8) insieme al messicano Carlos Ortiz che ha ottenuto con 66 (-6) il miglior score in una giornata in cui nessuno ha evitato bogey.
Media classifica per Bryson DeChambeau, 22° con 282 (-6), per gli spagnoli Jon Rahm, numero due al mondo, e Sergio Garcia, 32.i con 284 (-4), e per Xander Schauffele, 39° con 287 (-1), che è riuscito negli ultimi due turni a interrompere due serie positive. Nel terzo con un 73 (+1) ha fissato a 20 la sequenza di giri consecutivi conclusi in par o sotto, mentre nel quarto ha messo fine ai piazzamenti tra i top 25 che si sono fermati a 16 di fila. Stesso punteggio per Trevor Simsby, autore nel terzo giro di una “hole in one” (buca 6, par 3, yards 170, ferro 7).
Del tutto negative le prove di Dustin Johnson, leader del ranking, dell’australiano Adam Scott e dell’inglese Justin Rose, 54.i con 293 (+5). Assente Francesco Molinari, che non aveva i requisiti per essere ammesso nel field e che al momento nei grandi eventi americani potrà accedere solo a Players Championship, Masters, PGA Championship e US Open.
TERZO GIRO - “Moving day” molto movimentato nel WGC-Workday Championship at The Concession dove Collin Morikawa ha preso il comando con 201 (70 64 67, -15) colpi e dove alcuni tra i favoriti saranno in corsa per il titolo.
Sul percorso del The Concession Golf Club (par 72), a Bradenton in Florida, città in cui il primo dei quattro eventi del World Golf Championships ha traslocato dal Messico causa pandemia, Morikawa, 24enne di Los Angeles (California), tre titoli con un major (PGA Championship, 2020), è per la seconda volta in carriera al vertice dopo 54 buche grazie a un 67 (-5) dovuto a otto birdie, di cui sette in otto buche, e a tre bogey. Ha realizzato in tutto 23 birdie e solo un giocatore a tre quarti di gara ne ha fattidi più in un evento del WGC dalla loro istituzione nel 1999, il solito Tiger Woods (stesso torneo 2013). Con il successo Morikawa eguaglierebbe lo stesso Woods capace di imporsi in un major e in un WGC prima di compiere 25 anni e almeno la cabala è per lui incoraggiante poiché in precedenza, sempre dal 1999, hanno vinto questo torneo undici leader dopo tre turni.
Koepka secondo - Ha ceduto il primato Brooks Koepka, ora secondo con 203 (-13) affiancato da Billy Horschel, si è portato al quarto posto con 204 (-12) Webb Simpson e sono saliti al quinto con 205 (-11) il nordirlandese Rory McIlroy, dal 13°, e Patrick Reed, dall’ottavo, campione in carica che cerca la tripletta dopo aver già vinto la gara con i nomi di Cadillac Championship (2014) e di Mexico Championship (2020).
Quanto a McIlroy ha realizzato con un 66 (-6) molto articolato (un eagle, sette birdie, un bogey, un doppio bogey) il miglior parziale di giornata ottenuto anche da altri due concorrenti. Uno è il norvegese Viktor Hovland, settimo con 206 (-10) insieme all’inglese Matthew Fitzpatrick, al giapponese Hideki Matsuyama e a Scottie Scheffler, tutti con possibilità correre per il titolo. Non ne ha invece il terzo, l’australiano Min Woo Lee, fratello di Minjee Lee, numero otto del ranking mondiale femminile, 20° con 213 (-3) alla pari con Bryson DeChambeau.
Fuori gioco Thomas - Stanno meglio in graduatoria, ma sono ugualmente fuori gioco, lo spagnolo Sergio Garcia, 14° con 208 (-8), Justin Thomas e l’australiano Jason Day, 16.i con 209 (-7). Bilancio in rosso per Dustin Johnson, numero uno mondiale, 42° con 215 (-1), che ha siglato due parziali di 69 (-3) dopo una pessima partenza con un 77 (+5), l’iberico Jon Rahm, numero due, 45° con 216 (par), e Xander Schauffele, stesso score, che ha segnato un 73 (+1) e ha interrotto a 20 la serie di giri consecutivi conclusi in par o sotto. Sta facendo di peggio l’inglese Justin Rose, 57° con 220 (+4). Assente Francesco Molinari, che non aveva i requisiti per essere ammesso nel field. Il montepremi è di 10.500.000 dollari.
“Hole in one” diTrevor Simsby - Trevor Simsby ha realizzato una “hole in one” mettendo a segno la palla direttamente dal tee alla buca 6, par 3 di 170 yards, utilizzando un ferro 7. E’ il 14° ace nella storia del torneo, che non gli ha reso molto (35° con 214. -2), ma è stato il secondo giocatore nell’arco di due settimane a firmare una “buca in uno” al suo debutto sul PGA Tour, dopo il coreano Tae Hoon Kim, stessa prodezza nel Genesis Invitational.
SECONDO GIRO - Cambio della guardia in vetta alla classifica del WGC-Workday Championship at The Concession, dove si è portato con 133 (67 66, -11) colpi Brooks Koepka, in una giornata che ha visto imperiosi recuperi e inattesi scivoloni.
Sul percorso del The Concession Golf Club (par 72), a Bradenton in Florida, dove il primo dei quattro eventi del World Golf Championships ha traslocato dal Messico causa pandemia, Koepka ha scalato due posizioni con un 66 (-6, sette birdie, un bogey) e si è trovato per l’ottava volta leader dopo 36 buche, con due precedenti andati a buon fine e con la probabilità che arrivi a tre visto che la cabala è abbastanza favorevole, poiché dal 1999 sono andati a segno dodici dei giocatori al comando a metà gara. Per Koepka, 30enne di West Palm Beach (Florida), sarebbe il secondo titolo WGC dopo quello nel St. Jude Invitational (2019) in un palmarès che comprende otto vittorie, l’ultima a inizio del mese nel Phoenix Open, di cui quattro in major.
Recuperano Morikawa e DeChambeau - Hanno eguagliato con 64 (-8) colpi il record del percorso, realizzando entrambi nove birdie e un bogey, e ne hanno tratto gran giovamento Collin Morikawa, da 19° a secondo con 134 (-10), e Bryson DeChambeau, da 64° a 20° con 141 (-3), che in tal modo si è concesso almeno qualche minima chance di rimettersi in corsa dopo una partenza difficile. Morikawa tallona Koepka insieme a Billy Horschel e all’australiano Cameron Smith, mentre sono scivolati dal primo al quinto posto con 135 (-9) Webb Simpson e l’inglese Matthew Fitzpatrick, che hanno la compagnia di Tony Finau la cui politica sembra quella di raccogliere piazzamenti remunerativi piuttosto che provare a vincere con il rischio di finire fuori dalla zona dei premi che contano.
Seguono in ottava posizione con 136 (-8) Kevin Kisner e Patrick Reed, campione in carica, teso a imporsi per la terza volta in questa gara che ha già vinto con i nomi di Cadillac Championship (2014) e di Mexico Championship lo scorso anno.
Non decolla McIlroy - E’ rimasto sulla tredicesima piazza con 139 (-5) il nordirlandese Rory McIlroy, che non sembra in grado di raggiungere l’obiettivo prefissatosi, ossia di far suo l’unico torneo che gli manca per completare lo slam del WGC. E’ stato raggiunto da Justin Thomas, numero tre mondiale, anch’egli in vena di rimonte con la risalita di 31 gradini nella classifica.
I delusi - In tema di speranze perdute, o quasi, lo spagnolo Sergio Garcia, da terzo a 20° a fianco di DeChambeau, il suo connazionale Jon Rahm, numero due del World ranking, da settimo a 43° con 144 (par) dopo un 76 (+4), posizione condivisa con l’inglese Justin Rose, e Dustin Johnson, numero uno, 54° con 146 (+2), e fuori gioco anche a dispetto di un parziale di 69 (-3) dopo un disastroso 77 (+5).
Non vede un futuro da vincente neanche Xander Schauffele, 35° con 143 (-1), ma se non altro con un 72 (par) ha portato a 20 i giri consecutivi conclusi in par o sotto, la striscia attualmente più lunga in atto. Tanta, però, la strada da percorrere per raggiungere il primato di 52 stabilito da Tiger Woods (2000-2001). Non è in campo Francesco Molinari che al momento nei grandi eventi americani potrà accedere solo a Players Championship, Masters, PGA Championship e US Open. Il montepremi è di 10.500.000 dollari.
PRIMO GIRO - Webb Simpson e l’inglese Matthew Fiitzpatrick sono i leader con 66 (-6) colpi dopo il giro d’apertura del WGC-Workday Championship at The Concession, che ha riservato qualche sorpresa sul percorso del The Concession Golf Club (par 72), a Bradenton in Florida. Nel primo dei quattro eventi stagionali del World Golf Championships, secondi solo ai major, infatti c’è stato l’inatteso flop di Dustin Johnson, leader del World Ranking, e di Bryson DeChambeau, 64.i con 77 (+5), quasi in coda nel lotto di 71 concorrenti rimasti in gara dopo il forfait alla vigilia di Patrick Cantlay (malato) e di Matthew Wolff al termine del turno chiuso in 83 (+11).
Webb Simpson, 35enne di Raleigh (North Carolina), sette titoli sul circuito comprensivi di un major ormai lontano nel tempo (US Open, 2012) e a secco di WGC in 20 partecipazioni, ha realizzato sette birdie e un bogey e Matthew Fitzpatrick, 26enne di Sheffield con sei successi sull’European Tour, ha aperto con un 66 per la seconda volta di fila ed è stato uno dei due soli giocatori che non si sono macchiati di bogey (sei birdie per lui). L’altro è David Lipsky, 19° con 70 (-2, due birdie) insieme a Collin Morikawa.
Vantaggio minimo - La coppia di testa ha il minimo vantaggio su Brooks Koepka, Billy Horschel, Kevin Kisner e sullo spagnolo Sergio Garcia (67, -5), che prova a imporsi per la prima volta in un WGC dopo averne già disputati 62. Invece spera nella tripletta Patrick Reed, settimo con 68 (-4), che sarebbe un po’ curiosa perché conseguita nella stessa gara con tre nomi diversi, la prima denominata Cadillac Championship (2014) e lo scorso anno Mexico Championship, nome che non si potuto mantenere poiché a causa della pandemia gli organizzatori sono stati costretti al trasloco in Florida.
Buona partenza di Reed e Rahm - Stesso score di Reed anche per Tony Finau, un’abitudine ormai la sua presenza in alta classifica da non vincente, per l’iberico Jon Rahm, numero due mondiale, per il coreano Sungjae Im e per gli australiani Cameron Smith e Wade Ormsby. Subito dietro il nordirlandese Rory McIlroy, 13° con 69 (-3), teso a completare lo slam con l’unico WGC che manca nel suo palmarès.
Girando in 71 (-1) Xander Schauffele (25°) ha portato a 19 consecutivi i parziali sul giro in par o sotto e vanta la serie attuale più attiva, perché quella che aveva inanellato Daniel Berger (44°), si è interrotta a 26 dopo un 73 (+1) - causato da tre putt sull’ultima buca giocata (la nona) - l’ottava più lunga in una lista con Tiger Woods in prima posizione con 52 (2000-2001). Occupano il 44° posto anche Justin Thomas e l’inglese Justin Rose. Non è in campo Francesco Molinari che al momento nei grandi eventi americani potrà accedere solo a Players Championship, Masters, PGA Championship e US Open. Il montepremi è di 10.500.000 dollari.
LA VIGILIA - Iniziano le grandi sfide per il golf mondiale con la prima delle quattro gare del World Golf Championships, seconde solo ai major. Sul percorso del The Concession Golf Club, a Bradenton in Florida, si disputa il WGC-Workday Championship at The Concession (25-28 febbraio) al quale sono stati ammessi 73 giocatori, in rappresentanza di venti nazioni, tra i quali figurano 48 tra i primi 50 del World Ranking, che si contenderanno un montepremi di 10.500.000 dollari.
La pandemia ha costretto gli organizzatori a traslocare il torneo dal Messico in Florida dove difenderà il titolo Patrick Reed che, se si ripetesse, farebbe una tripletta insolita perché nello stesso evento con tre nomi diversi. Infatti nella prima era denominato Cadillac Championship (2014) e lo scorso anno Mexico Championship.
Ancora D. Johnson favorito - Come la scorsa settimana Dustin Johnson, leader mondiale, avrà il ruolo di favorito, anche se ha lasciato perplesso il calo accusato nel giro finale del Genesis Invitational (ottavo). Dei sei titoli WCG nel suo palmarès, che lo collocano al secondo posto tra i plurivincitori dopo Woods (18), tre li ha colti in questo WGC (2015-2017-2019) e, considerata la frequenza biennale, potrebbe mantenere fede alle attese.
Statistiche strane - Dustin Johnson è l’unico giocatore al quale vengono accreditati successi in tutti i quattro WGC. In realtà resta misterioso il motivo perché lo stesso merito non venga riconosciuto nelle statistiche del PGA Tour a Tiger Woods che la quarterna l’ha completata tra il 1999, anno di nascita dei WGC con tre eventi, e il 2003. Nel 2000, e fino al 2006, il quarto WGC fu la World Cup e Woods la fece subito sua insieme a David Duval. Vero che era una competizione a coppie, ma aveva ugualmente la targa WGC.
Tanti pretendenti - La qualità del field non renderà certo facilmente realizzabili le aspettative di Johnson e di Reed. Particolarmente motivato Rory McIlroy, che con un successo, completerebbe il WGC-Slam, ma ci sono tanti altri atleti che sono in una condizione migliore del nordirlandese come ad esempio Jon Rahm, numero due al mondo, Justin Thomas, numero tre, e anche Xander Schauffele, numero quattro, che termina tra i top 25 da 16 tornei di fila, la sesta striscia più lunga dal 1999 con la prima realizzata da Woods (38) tra i 1999 e il 2001.
Ricordiamo ancora Bryson DeChambeau, Patrick Cantlay, Brooks Koepka, Collin Morikawa, Webb Simpson, Justin Rose e i giovani Viktor Hovland e Rasmus Hojgaard. Da seguire anche Daniel Berger che viene da 26 score sul giro in par o sotto par, la sequenza attiva più lunga attuale (Berger che peraltro nel 2019-2020 arrivò a 32) e l’ottava dal 1983. Neanche a dirlo il primato è di Tiger Woods con 52 (2000-2001). Sarà la prima volta di Will Zalatoris, attuale leader dell’ordine di merito del Korn Ferry Tour, che ha una Special Temporary Membership, il quale in dieci gare ha ottenuto sette “top 25”, comprensive di quattro “top ten”, salendo al 48° posto nel ranking e al quale non sfuggirà l’ingresso in piena regola nel tour.
Francesco Molinari non ci sarà - Tra i primi 50 della classifica mondiale saranno assenti Paul Casey e Tiger Woods, che comunque non sarebbe sceso in campo indipendentemente dall’incidente stradale. Non ci sarà neanche Francesco Molinari, che al momento nei grandi eventi americani potrà accedere solo a Players Championship, Masters, PGA Championship e US Open.
Perché The Concession - Il percorso progettato da Jack Nicklaus e da Tony Jacklin ha avuto il nome di “The Concession” per un episodio avvenuto durante la Ryder Cup del 1969, quando la sfida era tra Stati Uniti e Gran Bretagna, che non annoverava ancora giocatori irlandesi (ammessi dal 1973) e del Resto d’Europa (dal 1979). In quell’occasione al Royal Birkdale GC di Southport, in Inghilterra, Nicklaus concesse a Jacklin un putt buono da circa un metro alla 18ª buca e il match per la prima volta finì in parità. Un bel gesto fino a un certo punto, perché non costò nulla agli americani sotto l’aspetto pratico in quanto il trofeo se lo ripresero loro come detentori. Rimase la ‘concessione’ trasformata in campo da golf.
Il torneo su GOLFTV ed Eurosport 2 – Il WGC-Workday Championship at The Concession viene trasmesso in diretta su GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it), e su Eurosport 2 con collegamenti agli orari indicati. GOLFTV: giovedì 25 febbraio e venerdì 26, dalle ore 19 alle ore 24; sabato 27 e domenica 28, dalle ore 18 alle ore 24. Eurosport 2: giovedì 25 febbraio, dalle ore 19 alle ore 20,35 e dalle ore 22,50 alle ore 24; venerdì 26, dalle ore 19 alle ore 24; sabato 27, dalle ore 22,05 alle ore 24; domenica 28, dalle ore 20,30 alle ore 24. Commento di Nicola Pomponi, Alessandro Bellicini e di Silvio Grappasonni.
Il dipartimento dello Sceriffo della Contea di Los Angeles sta indagando sulle cause dell’incidente di cui è rimasto vittima Tiger Woods. A tale scopo sono stati acquisiti i dati della scatola nera della Genesis GV80, ultimo modello, che Woods stava guidando per raccogliere informazioni, che potrebbero mostrare la velocità del veicolo prima della collisione, le condizioni dei freni, se siano stati usati e quanto altro utile all’inchiesta.
"Stiamo cercando di determinare se è stato commesso un crimine - ha spiegato il vice dello sceriffo John Schloegl - cercando le cause che hanno causato il sinistro. Se non emergerà nulla di particolare chiuderemo l’inchiesta dichiarandolo un normale incidente stradale”.
L'INCIDENTE - Pauroso incidente l’auto per Tiger Woods, la cui vettura si è capovolta a Rancho Palos Verdes, nelle vicinanze di Los Angeles. Il campione è rimasto intrappolato nel veicolo da cui è stato estratto da pompieri e paramedici che sono riscorsi al taglio di alcune lamiere.
Trasportato all’Harbour-UCLA Medical Center, Woods è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico alla gamba destra per fratture che hanno interessato sia la parte superiore che quella inferiore dell’arto. Applicata una placca alla tibia, viti e perni alla caviglia e al piede.
Al risveglio, dopo l’intervento, Woods è apparso reattivo e in ripresa secondo le dichiarazioni rilasciate dalla Tiger Woods Foundation. Non si sanno ancora i dettagli dell’incidente, ma sembra che l’ex numero uno mondiale abbia avuto salva la vita grazie alla cintura di sicurezza.
Per Woods messaggi e attestati non solo dai suoi colleghi ma anche da altri campioni dello sport. Parole di augurio e di incoraggiamento per la sua ripresa da Phil Mickelson, Bryson DeChambeau, Tony Finau, Jon Rahm, Justin Thomas, ma anche da Magic Johnson, Michael Phelps, Mike Tyson, Gareth Bale e Lindsey Vonn, per citarne alcuni.
Francesco Molinari, ottavo con 278 (-6) colpi, ha ottenuto la terza top ten in quattro gare disputate nel 2021 sul PGA Tour, dove la ribalta del Genesis Invitational,è stata tutta per Max Homa che ha superato nello spareggio Tony Finau.
Homa, 30enne di Burbank (California), in un concitato e combattuto finale ha girato in 66 (-5, cinque birdie) colpi, uno dei tre concorrenti a non segnare bogey nel turno, e con lo score di 272 (66 70 70 66, -12) ha concluso alla pari con Tony Finau (272 - 71 67 70 64, -12), che con un 64 (-7, otto birdie, un bogey) ha realizzato il punteggio più basso di giornata. I due hanno superato Sam Burns, leader per 54 buche, che si è chiamato fuori con tre bogey tra la 12ª e la 15ª buca quando sembrava potesse ottenere il primo titolo in carriera che invece si è trasformato in un terzo posto (273, -11) con cui ha eguagliato la sua miglior prestazione sul tour (3° anche nel Sanderson Farms, 2018).
Sulle ultime quattro buche Finau ha prima segnato l’unico bogey che sembrava averlo messo fuori gioco, poi ha infilato due birdie di fila che lo hanno fatto tornare in vetta con Homa. Alla 18ª quest’ultimo ha mancato incredibilmente il birdie vincente da meno di un metro, con palla che ha girato beffardamente sulla buca e Finau si è ritrovato tra le mani un playoff sul quale non credeva più. Alla prima buca Homa ha ancora mancato l’occasione e allora è stato Finau a dargli una mano con un bogey alla seconda.
Homa, secondo titolo - Homa, al 110° evento sul circuito, è così approdato al secondo titolo a 21 mesi dal primo (Wells Fargo, maggio 2019) guadagnando la bella cifra di 1.674.000 dollari (su un montepremi di 9,3 milioni di dollari). Inoltre è salito dal 91° al 38° posto nel World Ranking, al 10° nella graduatoria della FedEx Cup e ha ottenuto un’esenzione di tre anni sul tour dove giocherà senza problemi di ‘carta’ fino alla stagione 2023/2024.
“E’ una vittoria che per me - ha detto il vincitore unico ad aver siglato quattro parziali sotto par -
ha un grande significato e non so esprimere a parole la mia gioia”. Un successo che porta anche la firma del suo caddie-amico, Joe Greiner, il quale ha trovato le parole giuste per incuorarlo dopo la delusione di aver visto quella palla gironzolare sulla buca. E anche della moglie che al telefono gli ha praticamente ordinato di vincere.
Finau, ancora una beffa - E’ un grande regolarista Tony Finau e lo testimoniano le 21 top five a partire dalla stagione 2016-2017 di cui tre nelle ultime tre apparizioni (4° American Express, 2° Farmers Insurance e Genesis Invitational), ma in questa stagione vanta anche due ottavi posti (uno nell’US Open) e un undicesimo e in nove gare non è mai uscito al taglio. Il 31enne di Salt Lake City (Utah) ha vinto una sola volta (Puerto Rico Open, 2016), ma la sua banca non può lamentarsi perché il suo conto si incrementa continuamente, Questa volta di 1.013.700 dollari, anche con il rammarico di aver pagato un bogey circa 600.000 dollari, ossia la differenza con quanto ha percepito Homa.
Rahm quinto - Nel finale non è stato molto preciso l’australiano Cameron Smith, che comunque ha ottenuto un bel quarto posto (275, -9), mentre ha rimontato dal 18° al quinto lo spagnolo Jon Rahm (277, -7), numero due mondiale, affiancato dal norvegese Viktor Hovland e dall’inglese Matthew Fitzpatrick. Era il grande favorito e sembrava poter mantenere fede a quanto si attendevano bookmakers e fans, ma Dustin Johnson, numero uno del World Ranking, terzo dopo tre turni, si è perso in una serie di errori (72, +1 quattro birdie, cinque bogey) e ha concluso alla pari con Molinari. Ha ceduto nelle ultime due frazioni Jordan Spieth, 15° con 280 (-4), che comunque appare in chiara ripresa, e stesso score per Patrick Cantlay, al vertice nella FedEx Cup, e per Xander Schauffele, che ha portato a 22 i tagli consecutivi superati, miglior serie in corso dopo che si è fermata a 25 quella del nordirlandese Rory McIlroy uscito al taglio, e che per la 16ª volta consecutiva ha concluso tra i top 25. Dal 1999 hanno fatto meglio solo Tiger Woods (in quattro occasioni con serie di 38, 25, 20 e 18) e lo stesso McIlroy (17).
Due giri senza errori non sono serviti molto a Jim Furyk, 25° con 282 (-2), bogey free il primo e il quarto, questo insieme a Homa e a Hovland, e non sono mai stati in partita Brooks Koepka e l’australiano Adam Scott, che difendeva il titolo, 38.i con 284 (par), Collin Morikawa e il cileno Joaquin Niemann, 43.i con 285 (+1).
Molinari rientra tra i top 100 del World Ranking - La prova altalenante di Francesco Molinari si è concluda con la terza top ten nel 2021 (parziali di 68 73 70 67). Ha perso l’opportunità di un piazzamento migliore con il 73 (+2) del secondo giro e ha dato il meglio nel quarto risalendo di dieci posizioni con un 67 (-4) dovuto a cinque birdie e a un bogey quasi in chiusura. In precedenza era terminato ottavo nell’American Express, decimo nel Farmers Insurance e 59° nell’AT&T Pebble Beach Pro-Am. Note positive nel World Ranking dove ha recuperato dalla 107ª alla 85ª piazza e buone notizie anche dalla classifica FedEx Cup, da 94° a 76°.
TERZXO GIRO - Terzo giro sospeso nel Genesis Invitational, al Riviera Country Club (par 71) di Pacific Palisades in California. Il vento che ha spirato tra le 15 e le 20 miglia orarie, con punte fino a 35 miglia, ha costretto a una sospensione di tre ore e 54 minuti e di conseguenza l’oscurità ha impedito a 23 giocatori di giungere in club house. Era dal 2016 che un evento del PGA Tour non veniva sospeso per il vento (giro finale del Farmers Insurance). Classifica provvisoria suscettibile di mutamenti nelle prime posizioni con Sam Burns rimasto leader con “-10” dopo 13 buche condotte con un parziale di “+2” e con Francesco Molinari che ha saputo ben districarsi in condizioni difficili e che con uno score di 70 (-1), per un totale di 211 (68 73 70, -2) colpi, si è portato dal 40° al 19° posto.
Burns, 24enne di Shreveport con un titolo datato 2018 (Savannah Championship) nel Web.com Tour (oggi Korn Ferry Tour) e con la terza piazza nel Sanderson Farms dello stesso anno quale miglior risultato sul circuito, ha segnato un birdie e tre bogey e le cinque buche che ha davanti possono essere arma a doppio taglio, perché ha eguali possibilità di avvantaggiarsi o di essere raggiunto da altri giocatori. Probabilmente non potrà farlo l’inglese Matthew Fitzpatrick, secondo con “meno 8” stoppato alla 17ª buca, ma hanno buone chances Dustin Johnson, numero uno mondiale, e Max Homa, terzi con “meno 7” anche loro fermati come il leader alla 13ª, e può avvicinarsi Wyndham Clark, stesso score, ma con sole tre buche da giocare, così come potrebbe recuperare qualcosa anche Patrick Cantlay, sesto con “meno 6” alla 16ª. Ha ceduto Jordan Spieth, da sesto a 12° con “meno 4” alla 15ª, ed è rimasto in coda l’australiano Adam Scott, 58° con “+4” alla 15ª.
Tra i concorrenti che hanno terminato il turno ha pagato ancora la regolarità di Tony Finau, da 14° a settimo con 208 (-5) dopo un 70 (-1) ottenuto con l’ausilio di due eagle che ha messo a segno in un round per la terza volta in carriera, mentre affiancano Molinari, tra gli altri, lo spagnolo Jon Rahm, numero due del World Ranking, il cileno Joaquin Niemann, Xander Schauffele e Collin Morikawa risalito dalla 56ª piazza. Note poco positive per Rickie Fowler, 39° con 214 (+1), da tempo scomparso dai radar e probabilmente sopravalutato rispetto al suo effettivo valore, e Brooks Koepka, 50° con 215 (+2).
In una giornata in cui la media score è al momento di 73,336 colpi, che sarebbe la più alta registrata nel terzo giro del torneo a partire dal 1983, Francesco Molinarisi è mantenuto sotto par, come detto con un 70 (-1), cosa riuscita per ora a soli otto concorrenti. Partito dalla buca dieci ha segnato in sequenza un bogey e un birdie (12ª e 13ª), poi dopo il giro di boa ha messo insieme due birdie (3ª e 6ª) e un bogey (5ª). Il montepremi di 9.300.000 dollari.
SECONDO GIRO - Sam Burns ha continuato la sua corsa di testa e Francesco Molinari è scivolato in media classifica nel secondo giro del Genesis Invitational, al Riviera Country Club (par 71), il percorso in cui si disputeranno le Olimpiadi nel 2028, a Pacific Palisades in California, dove si sono portati a ridosso del leader Dustin Johnson, numero uno mondiale, e Jordan Spieth.
Burns, 24enne di Shreveport, un successo datato 2018 nel Web.com Tour (oggi Korn Ferry Tour), ha girato in 66 (-5) colpi, con cinque birdie senza bogey, portando il totale a 130 (64 66, -12) e ampliando a cinque i colpi di vantaggio sui primi inseguitori: Dustin Johnson (135, -7), risalito di dieci posizioni con un 67 (-4) suo 18° giro con questo punteggio o inferiore sui 50 effettuati al Riviera CC, Jason Kokrak, il cileno Joaquin Niemann e Tyler McCumber, che martedì scorso aveva subito un intervento al dito indice sinistro feritosi nell’urto con una porta a vetri.
Molinari, finale amaro - Quanto a Molinari, è scivolato dal 12° al 40° posto con 141 (68 73, -1), dopo un 73 (+1). Inizio promettente con un birdie, poi la rincorsa al par, dopo due bogey, raggiunto con un secondo birdie alla buca 15 quindi l’inatteso doppio bogey a chiudere. Andamento altalenante nelle ultime due prove, dopo le due top ten nelle gare con cui ha iniziato il 2021, e comunque anche questa si concluderà a premio come le tre precedenti.
Burns record - Burns sulle 36 buche ha eguagliato lo score più basso del torneo, realizzato già da Shigeki Maruyama (2004), Mike Weir (2004) e da Davis Love III (1992), e ha fissato in vantaggio più ampio a metà gara, che in precedenza era di quattro lunghezze e apparteneva a Ben Hogan (1947), Henry Ransom (1951), Davis Love III (1992), Rory Sabbatini (2006) e a Phil Mickelson (2008), con gli ultimi due e Hogan poi vincitori. Va detto che è anche il secondo margine più largo acquisito sul PGA Tour dopo i sette colpi che aveva Brooks Koepka quando si impose nel PGA Championship del 2019. Contro Burns, al 70° evento sul circuito, rema, però, la cabala: nelle due volte precedenti in cui si è trovato in questa situazione è poi terminato settimo.
Spieth sempre meglio - Ha risalito sei gradini della graduatoria Jordan Spieth, da 12° a sesto con 136 (-6), che sta dando segni sempre più evidenti di ripresa e che ieri per la decima volta consecutiva si è trovato tra i “top 12” dopo il turno d’apertura. Stesso score per Wyndham Clark e per Max Homa e tra i concorrenti sulla nona piazza con 137 (-5) Patrick Cantlay, il quale con il 70 (-1) ha portato a 59 i colpi sotto par negli ultimi 14 round.
Hanno un ritardo già pesante Brooks Koepka, 14° con 138 (-4), lo spagnolo Jon Rahm, numero due mondiale, 19° con 139 (-3), e Xander Schauffele, 29° con 140 (-2), mentre è già fallita la difesa del titolo da parte dell’australiano Adam Scott, 56° con 142 (par), alla pari con Collin Morikawa.
Tagli eccellenti - Cinque vincitori di major fuori al taglio, caduto a 142: l’iberico Sergio Garcia (143, +1), Bryson DeChambeau (144, +2), Bubba Watson (146, +4), il nordirlandese Rory McIlroy (149, +7), che ha visto interrottala la sua striscia di tagli superati a 25 (ora è a 22 Xander Schauffele, la più lunga attualmente in atto), e Justin Thomas (150, +8), numero tre del World Ranking. Out anche il coreano Tae Hoon Kim (144, +2), 35 anni, quattro successi sul Korean Tour e al debutto sul circuito, che aveva realizzato nel turno d’apertura una “hole in one” (buca 16, par 3, yards 168, ferro 7) premiata con un’auto GV80. Per una curiosa coincidenza è la terza auto Genesis vinta sul campo in pochi mesi dopo un’altra GV80 e una GV70. Il montepremi di 9.300.000 dollari.
PRIMO GIRO - Un bell’inizio per Francesco Molinari, 12° con 68 (-3) colpi, nel Genesis Invitational dove è leader a sorpresa Sam Burns con un ottimo 64 (-7) al Riviera Country Club (par 71), il percorso in cui si disputeranno le Olimpiadi nel 2028, a Pacific Palisades in California,
Burns, 24enne di Shreveport, un successo datato 2018 nel Web.com Tour (oggi Korn Ferry Tour, secondo circuito americano), alla 70ª gara sul PGA Tour. ha realizzato un eagle, sette birdie e due bogey, prendendo due colpi di vantaggio su Max Homa, all’ottavo score parziale di fila sotto par e al 13° entro il par, e sull’inglese Matthew Fitzpatrick (66, -5), che per la quarta volta in carriera ha segnato il suo punteggio più basso in un primo turno.
Cantlay, che striscia! - Sono al quarto posto con 67 (-4) otto concorrenti tra i quali Patrick Cantlay, numero otto mondiale, che ha giocato gli ultimi 13 round scendendo di ben 58 colpi sotto par (compresi un 61 e un 62), Tyler McCumber e Joaquin Niemann, 22enne di Santiago del Cile (un successo sul tour) che donando i suoi guadagni degli ultimi tempi e con l’aiuto di colleghi e di donazioni via web ha raccolto due milioni di dollari per far curare suo cugino Rafael Calderon, di appena tre mesi, sofferente dalla nascita di atrofia muscolare spinale.
Spieth ancora in alto - Molinari ha la compagnia di Dustin Johnson, numero uno mondiale, reduce dal successo nel Saudi International (Eurotour) e vincitore del torneo nel 2017, di Brooks Koepka e di Jordan Spieth, che dopo le due “top 5” consecutive nei due precedenti eventi ha dato ulteriore conferma di aver ritrovato un buon feeling con il gioco.
L’australiano Adam Scott, campione in carica, è 19° con 69 (-2) alla pari con Jim Furyk, uno dei due autori di un turno bogey-free insieme a McCumber, e hanno siglato un 70 (-1) lo spagnolo Jon Rahm, numero due mondiale, e l’austriaco Sepp Straka, che ha messo a segno per il birdie un putt di quasi 24 metri alla buca otto, il suo più lungo in carriera sul tour (34.i).
Qualche incertezza per Xander Schauffele, Tony Finau e per il giapponese Hideki Matsuyama, 47.i con 71 (par), e bilancio negativo per l’iberico Sergio Garcia, 71° con 72 (+1), per il nordirlandese Rory McIlroy e per Collin Morikawa, 85.i con 73 (+2). Del tutto deficitario per Bryson DeChambeau, 105° con 75 (+4), e per Justin Thomas, 117° con 77 (+6). su 120 al via.
La partenza di Francesco Molinari, avvenuta dalla buca 10, non è stata delle più felici essendo incappato in un bogey, ma si è trattato solo un incidente di percorso perché poi non ha più accusato sbavature e sono arrivati quattro birdie, l’ultimo a chiudere. Il montepremi di 9,3 milioni di dollari.
“Hole in one” e… parco auto per Tae Hoon Kim - Debutto niente male sul PGA Tour per il coreano Tae Hoon Kim, 35 anni e quattro successi sul Korean Tour, che è 19° alla pari con Adam Scott e che ha siglato una “hole in one” centrando dal tee la buca 16, par 3 di 168 yards, utilizzando un ferro 7. Ha aggiunto all’ace un secondo eagle alla 11ª, tre birdie, tre bogey e un doppio bogey, divenendo il quarto giocatore a cominciare dal 1983 a mettere insieme due eagle nella seconda parte del Riviera CC dopo Scott McCarron (1997), Sergio Garcia (2012) e Phil Mickelson (2017). La prodezza gli ha permesso di incrementare il parco auto grazie a Genesis. Infatti ha ottenuto l’invito per il torneo avendo vinto lo scorso anno il Genesis Championship nel circuito di casa, dove ha avuto in premio una GV80, poi ha ricevuto a fine stagione 2020 una GV70 essendo stato leader dell’ordine di merito e ora ha acquisito un’altra GV80, il palio per la “buca in uno”,
LA VIGILIA - Field di altissimo profilo nel Genesis Invitational (18-21 febbraio), con otto tra i primi dieci giocatori del World ranking e con un montepremi di 9,3 milioni di dollari che è servito indubbiamente a favorire tale partecipazione. Al Riviera Country Club, di Pacific Palisades in California, dove sarà in gara anche Francesco Molinari, i fari saranno puntati su Dustin Johnson, numero uno, alla terza gara del 2021, dopo un 11° posto nel Tournament of Champions e il successo nel Saudi International (European Tour) complessivamente con cinque vittorie negli ultimi tredici tornei, tutti motivi per cui è il favorito d’obbligo in un evento già vinto nel 2017.
Con lui ci saranno Jon Rahm, Justin Thomas, Xander Schauffele, Collin Morikawa, Rory McIlroy, Patrick Cantlay e Bryson DeChambeau, che lo seguono in classifica scalando i due assenti, Tyrrell Hatton (n. 5) e Webb Simpson (n. 9). Quanto a DeChambeau, dai bookmakers è dato solo come settimo tra i favoriti, anche se nelle ultime quattro gare disputate ha ottenuto il titolo all’US Open, un ottavo posto (Shriners Hospitals) e un settimo (Tournament of Champions), “steccando” solo nel Masters (34°).
Attesa per Jordan Spieth - Tanti altri i concorrenti di peso tra i quali Brooks Koepka (suo il Phoenix Open), Tony Finau, eccellente regolarista con tre “top 8” nelle ultime quattro gare che hanno fatto molta casa e poca gloria, Sergio Garcia, Hideki Matsuyama e Viktor Hovland. C’è attesa per Jordan Spieth, dal quale si attende una conferma dopo essere stato in corsa per il titolo nei precedenti Phoenix Open (4°) e AT&T Pebble Beach Pro Am (3°), che l’hanno portato dalla 92ª al 62ª piazza nella graduatoria mondiale (dove era stato leader per 26 settimane tra i 2015 e il 2016) e che soprattutto hanno fatto sperare in un suo ritorno ai vertici, dopo tre anni e sette mesi a digiuno di vittorie. Difenderà il titolo (l’ultimo conquistato in ordine di tempo e il secondo nel torneo dopo quello del 2005 quando si chiamava Nissan Open) Adam Scott, 40enne australiano di Adelaide, con 14 successi sul circuito comprensivi di un major e di due WGC e al netto di questi con otto sull’European Tour, dove ha iniziato la carriera, e quattro sul tour di casa.
Molinari cerca riscatto - Francesco Molinari è alla quarta gara del 2021. Dopo due belle prove (8° American Express, 10° Farmers Insurance) e una settimana di pausa, ha fatto notevoli passo indietro a Pebble Beach (59°). Fluttua a cavallo della centesima posizione nel World Ranking (107°), dove alla ripresa era alla 130ª, poi era salito alla 95ª dopo le due top ten e quindi è tornato indietro con lo stop e con una prestazione da dimenticare e che comunque si può ritenere come un incidente di percorso quando, come ha fatto lui nel 2020, si sta tanto tempo fuori dai campi.
Ha dato forfait Daniel Berger, che era tra gli iscritti e che non se l’è sentita di affrontare una nuova sfida dopo l’adrealina accumulata per conseguire il successo domenica scorsa nel AT&T Pebble Beach Pro Am e rientrerà, dopo essere stato fermato dal Covid-19, Padraig Harrington, che guiderà il Team Europe nella prossima Ryder Cup (Whistling Straits GC, Sheboygan, Wisconsin, USA, 24-26 settembre).
Il torneo su GOLFTV ed Eurosport 2 – Il Genesis Invitational viene trasmesso in diretta su GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it), e su Eurosport 2 con collegamenti agli orari indicati. GOLFTV: giovedì 18 febbraio e venerdì 19, dalle ore 20 alle ore 24; sabato 20, dalle ore 19 alle ore 24; domenica 21, dalle ore 19 alle ore 0,30. Eurosport 2: giovedì 18 febbraio e venerdì 19, dalle ore 20 alle ore 24; sabato 20, dalle ore 21 alle ore 24; domenica 21, dalle ore 21 alle ore 0,30. Commento di Nicola Pomponi, Alessandro Bellicini e di Maurizio Trezzi.
Dai successi alle difficoltà e ritorno. Dopo anni di purgatorio Renato Paratore ha ritrovato la vittoria. Negli Emirati Arabi Uniti ha dominato l’UAE Challenge, evento dell’HotelPlanner Tour, tornando a festeggiare una impresa a distanza di 1.723 giorni dall’ultima volta (British Masters sul DP World Tour nel luglio 2020). “Sono davvero felice. È stato un exploit importante perché non riuscivo ad affermarmi da molto tempo. Ho avuto dei dubbi e mi sono chiesto: ‘Ma riuscirò a tornare a vincere’? Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. E adesso, l’obiettivo del 2025, è quello di riconquistare la ‘carta’ per il massimo circuito continentale”, spiega Paratore in una intervista a cuore aperto sui canali federali. È la storia di un predestinato, quella di Paratore. Nato il 14 dicembre del 1996 a Roma, da dilettante ha conquistato prima lo Junior Orange Bowl nel 2013 a Miami (Usa), poi, nel 2014, il Portuguese International Amateur Championship a Palmela.
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Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925 che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano.
Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta
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