Vittoria a tempo di record per Harris English e Matt Kuchar nel QBE Shootout, gara non ufficiale del PGA Tour, riservata a 12 coppie, che ha concluso l’anno 2020. English e Kuchar hanno realizzato uno score di 179 (58 61 60, -37) colpi divenendo la prima coppia a imporsi per tre volte nel torneo. Inoltre hanno ottenuto il vantaggio più ampio sui secondi classificati (nove colpi) e hanno eguagliato con 60 (-12, un eagle, dieci birdie) il punteggio più basso nella frazione fourballs, con cui è terminato l’evento dopo il primo giro scramble e il secondo con formula foursome modificata.
Non hanno potuto nulla contro il dominio di English e Kuchar, ma hanno comunque ottenuto un bel secondo posto con 188 (-28) Rory Sabbatini/Kevin Tway, campioni uscenti, che sono stati affiancati da Lanto Griffin/Mackenzie Hughes e da Kevin Na/Sean O’Hair. In quinta posizione con 190 (-26) Louis Oosthuizen/Bubba Watson, Billy Horschel/Brendon Todd e Cameron Champ/Tony Finau. Si attendeva sicuramente di più da Abraham Ancer/Matthew Wolff (195, -21) e da Sebastian Muñoz/Joaquin Niemann (198, -18), che invece hanno occupato le ultime due posizioni. Ai vincitori è andato un assegno di 447.500 dollari su un montepremi di 3.600.000 dollari.
SECONDO GIRO - Harris English e Matt Kuchar hanno preso il largo con 119 (58 61, -25) colpi nel QBE Shootout, gara non ufficiale del PGA Tour, riservata a 12 coppie, che conclude un 2020 molto difficile.
Sul percorso del Tiburón GC (par 72), a Naples in Florida, che ospita l’evento - giunto alla 32ª edizione - per la 20ª volta consecutiva, i due leader hanno realizzato un gran 61 (-11), con undici birdie dei quali cinque in apertura e sei in chiusura, nel secondo turno disputato con formula foursome modificata, dopo un primo scramble e il terzo che si svolgerà con formula fourballs.
Seguono a cinque colpi Kevin Na/Sean O’Hair (124, -20) e a sette Louis Oosthuizen/Bubba Watson e Lanto Griffin/Mackenzie Hughes. Difficile che possano confermare il titolo Rory Sabbatini/Kevin Tway, quinti con 127 (-17) insieme a Cameron Champ. In questo giro sono stati segnati un eagle, 75 birdie, 120 par e 20 bogey, mentre nel primo non vi erano stati bogey a fronte di 12 eagle, 126 birdie, e 78 par. Il montepremi è di 3.600.000 dollari.
PRIMO GIRO - Kevin Na e Sean O’Hair hanno realizzato uno score di 56 (-16) colpi nel primo giro disputato con formula scramble del QBE Shootout, gara non ufficiale del PGA Tour, riservata a 12 coppie, che conclude un 2020 molto difficile.
Su percorso del Tiburón GC (par 72), a Naples in Florida, che ospita l’evento - giunto alla 32ª edizione - per la 20ª volta consecutiva, la coppia di testa ha segnato due eagle e 12 birdie distanziando di un colpo Ryan Palmer/Harold Varner III (57, -15). La classifica è comunque molto corta e lascia in gioco tutte le coppie che ora si batteranno nel secondo giro con formula foursome modificata e terzo e ultimo con formula fourballs.
Sono al terzo posto con 58 (-14) Lanto Griffin/Mackenzie Hughes e Harris English/Matt Kuchar, mentre i campioni uscenti Rory Sabbatini e Kevin Tway (59, -13) accusano tre colpi di ritardo e sono affiancati al quinto posto da Cameron Champ e Tony Finau. Subito dietro, settimi, con 60 (-12), Louis Oosthuizen/Bubba Watson, i più gettonati alla vigilia, e Daniel Berger/Steve Stricker, quest’ultimo capitato del team USA alla prossima Ryder Cup. Non hanno brillato, ma per loro nulla è compromesso, le altre coppie in gara: Sebastian Muñoz/Joaquin Niemann, noni con 61 (-11), Billy Horschel/Brendon Todd, Marc Leishman/Cameron Smith e Abraham Ancer/Matthew Wolff, decimi con 62 (-10).
Complessivamente sono stati realizzati 12 eagle, 126 birdie, 78 par e nessun bogey o altro peggio. Il montepremi è di 3.600.000 dollari.
LA VIGILIA - Atto conclusivo di un difficile 2020 per il PGA Tour con un torneo non ufficiale in cui si privilegia lo spettacolo. Il QBE Shootout (11-13 dicembre), giunto alla 32ª edizione, infatti, si gioca a coppie. con in gara solo 24 giocatori che si affronteranno sulla distanza di 54 buche con una formula particolare: primo giro scramble, secondo foursome modificata e terzo fourball.
Sul percorso del Tiburón GC, a Naples in Florida, che ospita l’evento per la 20ª volta consecutiva, difenderanno il titolo Kevin Tway e Rory Sabbatini, sudafricano ora con passaporto polacco. Tra i loro avversari più accreditati nella corsa al successo Matt Kuchar-Harris English, Tony Finau-Cameron Champ, Bubba Watson e il sudafricano Louis Oosthuizen, Matthew Wolff e il messicano Abraham Ancer, gli australiani Marc Leishman e Cameron Smith e il duo formato dal colombiano Sebastian Muñoz e dal cileno Joaquin Niemann. Giocherà anche Steve Stricker, capitato del team USA alla prossima Ryder Cup, affiancato da Daniel Berger. Il montepremi è di 3.600.000 dollari.
Il torneo su GOLFTV – Il Il QBE Shootout viene trasmesso in diretta da GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it), con collegamenti ai seguenti orari: venerdì 11 dicembre, dalle ore 17 alle ore 21; sabato 12, dalle ore 19 alle ore 23; domenica 13, dalle ore 18 alle ore 22. Commento di Maurizio Trezzi e di Federico Colombo.
La coreana A Lim Kim ha rimontato dal nono posto e ha vinto a sorpresa con 281 (68 74 72 67, -3) colpi l’US Women's Open, il quarto e ultimo major stagionale femminile (cancellato il quinto, l’Evian Championship), che si è disputato sui due percorsi del Champions Golf Club (Jackrabbit e Cypress Creek entrambi par 71), a Houston in Texas, con gli ultimi due giri svoltisi sul secondo.
A Lim Kim, 25enne di Geonggi-do, professionista dal 2013, due titoli sul circuito di casa e miglior risultato sul LPGA Tour un 50° posto nel 2019, 94ª nel Rolex Ranking prima dell’evento e debuttante nel major, con tre birdie a chiudere, dopo tre birdie precedenti e due bogey per il 67 (-4) miglior score di giornata, ha superato di un colpo la coreana Jin Young Ko, numero uno mondiale, e Amy Olson (282, -2), autrice di una “hole in one” nel turno d’apertura (buca 16, par 3, yards 139, ferro 8, Jackrabbit) e in tal modo ha ricevuto un congruo assegno di un milione di dollari, su un montepremi di 5,5 milioni di dollari, il più alto per un torneo femminile in assoluto.
Grande delusione per la giapponese Hinako Shibuno, quarta con 281 (-1), leader nei due giri centrali, che si è persa sulle buche conclusive, come peraltro la Olson. In quinta posizione con 285 (+1) Megan Khang e in sesta con 286 (+2) la thailandese Moriya Jutanugarn e le coreane Inbee Park e Jeongeun Lee6, che difendeva in titolo. Ottima prova di Kaitlyn Papp, nona con 287 +3) e prima tra le dilettanti.
Non hanno reso come era nelle aspettative e hanno accusato ritardi pesanti, la coreana Sei Young Kim, numero due mondiale, 20ª con 290 (+6), la giapponese Nasa Hataoka, 23ª con 291 (+7), la canadese Brooke M. Henderson, 44ª con 294 (+10), l’australiana Minjee Lee, 46ª con 295 (+11), e Danielle Kang, 52ª con 296 (+12).
Al major hanno partecipato tre fra le migliori dilettati azzurre, tutte studentesse attualmente in College USA, Benedetta Moresco (80 71) e Caterina Don (77 74), 120.e con 151 (+9), e Alessia Nobilio, 153ª con 163 (81 82, +21). Non hanno superato il taglio, ma sono state onorate di un invito gratificante e hanno avuto la possibilità di giocare insieme alle più forti giocatrici del mondo e di fare un’ottima esperienza che tornerà certamente utile per il loro futuro.
TERZO GIRO - La giapponese Hinako Shibuno ha mantenuto il comando con 209 (68 67 74, -4) colpi in una terza giornata dell’US Women's Open dalle condizioni molto difficili per la pioggia. Al Champions Golf Club di Houston in Texas, dove il terzo turno si è svolto sul tracciato del Cypress Creek (par 71), così come avverrà per il quarto, mentre nei primi due le concorrenti si sono alternate anche sul Jackrabbit (par 71), Hinako Shibuno, 22enne di Okayama, un major (British Open, 2019) e quattro titoli sul LPGA of Japan Tour, ha girato in 74 (+3, un birdie, quattro bogey), punteggio sufficiente per lasciare a un colpo Amy Olson (210, -3). La giapponese potrebbe divenire la terza giocatrice, dopo le coreane Se Ri Pak (1998) e In Gee Chun (2015-2016) ad aver vinto due major senza essersi imposte in precedenza in tornei del LPGA Tour.
Seguono in terza posizione con 212 (-1) la coreana Ji Yeong Kim2 e la thailandese Moriya Jutanugarn e in quinta con 213 (par) Yealimi Noh, Megan Khang, la dilettante Kaitlyn Papp e la neozelandese Lydia Ko. Sono salite al nono posto con 214 (+1) le coreane Jin Young Ko, leader mondiale, e Sei Young Kim, numero due, che prova a detronizzarla avendo solo 31 centesimi di punto di ritardo nel ranking. Stesso score per la thailandese Ariya Jutanugarn, sorella minore di Moriya, e recupero problematico per la coreana Jeongeun Lee6, che difende il titolo, 15ª con 215 (+2). Gara praticamente da archiviare per altre concorrenti indicate tra le favorite: la coreana Inbee Park, 33ª con 218 (+5), l’australiana Minjee Lee, 51ª con 220 (+7). Danielle Kang e la canadese Brooke M. Henderson, 61.e con 222 (+9).
Alla coreana Chella Choi, stesso score di Minjee Lee, non è servita a molto la “hole in one” realizzata alla buca 12 (par 3, yards 180, ibrido 4) nel contesto di un 75 (+4) con due birdie e otto bogey aggiunti all’ace, ma quanto meno ha fatto storia, Infatti ha segnato la terza “buca in uno” del major, dopo quelle nel primo giro della connazionale Yu Jin Sung (buca 4, par 3, yards 169, ferro 5, Jackrabbit) e di Amy Olson (buca 16, par 3, yards 139, ferro 8, Jackrabbit) e ha contribuito a eguagliare un primato in materia di ace con i tre siglati nella stessa edizione da Helen Alfredsson, Clarissa Childs e Brandie Burton nel 1998.
Alla gara hanno preso parte tre dilettanti azzurre, studentesse attualmente in College USA, Benedetta Moresco (80 71) e Caterina Don (77 74), 120.e con 151 (+9), e Alessia Nobilio, 153ª con 163 (81 82, +21). Sono uscite al taglio, ma oltre all’onore dell’invito, hanno avuto la grande opportunità di poter giocare insieme alle più forti giocatrici del mondo e fare un’ottima esperienza che tornerà certamente utile per il loro futuro.
Il montepremi è di ben 5.500.000 dollari, il più alto in assoluto per un evento femminile, con prima moneta di un milione di dollari. La vincitrice inoltre potrà disputare questo major nei prossimi dieci anni.
SECONDO GIRO - La giapponese Hinako Shibuno è stata la protagonista del secondo giro nell’US Women's Open, il quarto e ultimo major stagionale femminile (cancellato il quinto, l’Evian Championship), dove è passata a condurre con 135 (68 67,-7) colpi dopo un parziale di 67 (-4) miglior score di giornata.
Nel torneo si sta svolgendo sui due percorsi del Champions Golf Club (Jackrabbit e Cypress Creek entrambi par 71), a Houston in Texas, Stato in cui l’evento è tornato per la seconda volta in 75 edizioni dopo la prima nel 1991, sono scese in campo tre dilettanti azzurre, che hanno avuto l’onore dell’invito e la grande opportunità di poter giocare insieme alle più blasonate giocatrici del mondo. Hanno concluso al 120° posto con 151 (+9) Benedetta Moresco (80 71) e Caterina Don (77 74) e al 153° con 163 (81 82, +21) Alessia Nobilio, uscendo al taglio, ma per tutte e tre, studentesse attualmente in College Usa, è stata una ottima esperienza che tornerà certamente utile per il loro futuro.
Hinako Shibuno, 22enne di Okayama, un major (British Open, 2019) e quattro titoli sul LPGA of Japan Tour, ha concluso la sua bella volata al Jackrabbit con sei birdie e due bogey prendendo tre colpi di vantaggio sulla dilettante svedese Linn Grant (138, -4) e quattro sull’altra dilettante Kaitlyn Papp, su Megan Khang e Amy Olson (139, -3), quest’ultima in vetta dopo un turno e autrice di una “hole in one” (buca 16, par 3, yards 139, ferro 8, Jackrabbit).
E’ risalita dal 12° al sesto posto con 140 (-2) la thailandese Ariya Jutanugarn e insieme a lei hanno recuperato altre favorite: la coreana Sei Young Kim, numero due mondiale, da 37ª a 14ª con 141 (-1), e le sue due connazionali Jeongeun Lee6, che difende il titolo, da 55ª a 20ª con 142 (par), e Jin Young Ko, numero uno del Rolex Ranking, da 55ª a 29ª con 143 (+1), che rischia di lasciare il trono a Sei Young Kim. Stesso score di 143 anche per Danielle Kang e per la coreana Inbee Park. Più indietro la nipponica Nasa Hataoka, 36ª con 144 (+2), l’australiana Minjee Lee e la canadese Brooke M. Henderson, 47.e con 145 (+3). Sono uscite Nelly Korda, 67ª con 146 (+4), che rientrava dopo nove settimane fermata da un infortunio alla schiena, e Lexi Thompson, 81ª con 147 (+5), a cui non è giovata la presenza al suo fianco di Tim Tucker, ex caddie di Bryson DeChambeau. Fuori anche la coreana Yu Jin Sung, 113ª con 150 (+8), che aveva segnato anche lei una “hole in one” nel turno d’apertura (buca 4, par 3, yards 169, ferro 5, Jackrabbit). Il montepremi è di ben 5.500.000 dollari, il più alto in assoluto per un evento femminile.
PRIMO GIRO - Prodezze di Amy Olson, leader con 67 (-4) colpi nell’US Women's Open, il quarto e ultimo major stagionale (cancellato il quinto, l’Evian Championship) che si sta svolgendo sui due percorsi del Champions Golf Club (Jackrabbit e Cypress Creek entrambi par 71), a Houston in Texas. Alla gara stanno prendendo parte tre dilettanti azzurre, Caterina Don, 124ª con 77 (+6), Benedetta Moresco, 149ª con 80 (+9), e Alessia Nobilio, 151ª con 81 (+10), che hanno avuto il privilegio di essere invitate e che stanno indubbiamente facendo un’esperienza gratificante vivendo il major fianco a fianco con le più forti giocatrici del mondo.
Amy Olson, 28enne di Oxbow (North Carolina) senza titoli sul LPGA Tour, è ricorsa agli effetti special sul Jackrabbit per prendere la leadership realizzando una “hole in one” alla buca 16 (par 3, yards 139) utilizzando un ferro 8 e aggiungendo all’ace tre birdie e un bogey. Precede di misura la coreana A Lim Kim, la thailandese Moriya Jutanugarn e la giapponese Hinako Shibuno, seconde con 68 (-3), e di due colpi un gruppo al quinto posto con 69 (-2) che comprende la tedesca Sophia Popov e l’inglese Charley Hull.
Non sono andate benissimo le giocatrici più attese, ma sono quasi tutte in grado di recuperare. La thailandese Ariya Jutanugarn e la coreana Sung Hyun Park occupano il 12° posto con 70 (-1). la neozelandese Lydia Ko, la coreana Inbee Park e la giapponese Nasa Hataoka sono al 24° con 71 (par), Danielle Kang, la coreana Sei Young Kim, numero due mondiale, e la canadese Brooke M. Henderson al 37° con 72 (+1). Ha un colpo in più la coreana Jin Young Ko, numero uno del Rolex Ranking, 55ª con 73 (+2), non ancora al top dopo essere stata dieci mesi lontana dal LPGA Tour avendo scelto di rimanere nella sua nazione per paura del Covid-19). Stesso score per Nelly Korda, che rientra dopo nove settimane fermata da un infortunio alla schiena, e l’altra coreana Jeongeun Lee6, che difende il titolo.
In ritardo già consistente Lexi Thompson e l’australiana Minjee Lee, 75.e con 74 (+3), mentre la seconda “hole in one” siglata nel primo giro non è stata di gran giovamento alla coreana Yu Jin Sung, che ha messo a segno la palla direttamente dal tee alla buca 4 (par 3, yards 169, ferro 5), anche lei sul Jackrabbit, ma poi cinque bogey e un doppio bogey hanno prodotto un 76 (+5) e la 108ª piazza. Il montepremi è di ben 5.500.000 dollari, il più alto in assoluto per un evento femminile.
LA VIGILIA - Caterina Don, Benedetta Moresco e Alessia Nobilio, tre azzurre di grande talento, da anni tra le più forti giocatrici della squadra azzurra e vincitrici in più occasioni in campo internazionale, saranno in gara nell’US Women's Open, il quarto e ultimo major stagionale (cancellato il quinto, l’Evian Championship). L’evento avrà luogo dal 10 al 13 dicembre, una data insolita determinata dalla pandemia, sui due percorsi del Champions Golf Club (Jackrabbit e Cypress Creek), a Houston in Texas, Stato in cui torna per la seconda volta in 75 edizioni dopo la prima nel 1991.
La presenza delle tre italiane al fianco delle migliori giocatrici mondiali gratifica la Federazione Italiana Golf e l’intero movimento golfistico nazionale, perché avalla ulteriormente il valore tecnico e agonistico degli atleti azzurri, supportati dallo staff tecnico della FIG che permette loro di esprimersi al meglio. Da anni, ormai, i giocatori italiani, pro e dilettanti, stanno raccogliendo vittorie e riconoscimenti nei tornei di tutto il mondo e in ogni fascia d’età. E anche in questa stagione, purtroppo tormentata, hanno saputo cogliere 18 successi in eventi internazionali.
Nel major sarà sul tee di partenza. come detto, l’élite del golf mondiale femminile a iniziare dalle prime nove del Rolex Ranking con la coreana Jin Young Ko, numero uno, tesa a difendere il trono dal presumibile attacco della connazionale Sei Young Kim, la quale ha risalito la scala dei valori con due successi (KPMG Women's PGA, un major) e Pelican Women's Championship). Occorre però dire che la Ko è stata lontana dal LPGA Tour per dieci mesi, essendo rimasta volontariamente in patria per la paura del Covid-19, periodo nel quale il suo grande vantaggio si è assottigliato ad appena 41 centesimi di punti sulla seconda. Naturalmente non staranno a guardare coloro che seguono nel ranking: Nelly Korda, la cui condizione è tuttavia da decifrare essendo al rientro dopo nove settimane fermata da un infortuno alla schiena, Danielle Kang, la coreana Inbee Park, la canadese Brooke M. Henderson, la giapponese Nasa Hataoka, l’australiana Minjee Lee e la coreana Sung Hyun Park.
Difenderà il suo unico titolo sul circuito, che però ne vanta sei sul tour di casa, la 24enne coreana Jeongeun Lee6, il cui numero sul cognome è dovuto a casi di omonimia. Un compito difficile, sia perché le sue prestazioni sono altalenanti, sia perché solo sette giocatrici (tutte grandi campionesse) dal 1946, anno in cui il torneo è nato, hanno confezionato la doppietta. L’ultima è stata l’australiana Karrie Webb nel 2001, l’unica che riuscì a contrastare la svedese Annika Sorenstam nel decennio in cui ha dominato la scena mondiale, che si è imposta tre volte (anche lei con due successi in fila), ma che non è riuscita ad eguagliare il record assoluto di vittorie con quattro detenuto da Mickey Wright, recentemente scomparsa, e da Betsy Raws. Altre possibili protagoniste, tra le 156 partecipanti, Lexi Thompson, che avrà al suo fianco Tim Tucker, ex caddie di Bryson DeChambeau, Jessica Korda, Stacy Lewis, Angela Stanford, a segno la scorsa settimana nel Volunteers of America Classic, la danese Emily Kristine Pedersen, assoluta mattatrice nel LET 2020, la neozelandese Lydia Ko, la thailandese Ariya Jutanugarn e la coreana In Gee Chun, l’ultima a imporsi al debutto su questo major (2015), per citarne alcune. Il montepremi è di ben 5.500.000 dollari, il più alto in assoluto per un evento femminile.
Le azzurre - Le tre azzurre, che stanno studiando in College statunitensi, sono accomunate da una serie di successi individuali e, insieme, hanno preso parte a due Campionati Europei Girls a squadre in cui l’Italia ha conquistato una medaglia d’oro (2018) e una d’argento (2017). Hanno dichiarato alla vigilia:
Caterina Don: “Partecipare in tre a questo major a fianco delle migliori giocatrici mondiali è un grande onore per la nazionale azzurra femminile. Quando ho ricevuto l’invito ho provato una emozione fortissima. Potrò confrontare il mio gioco con quello di altissimo livello che sarà proposto su due percorsi molto tecnici e lunghi. Sarà un test sia per noi che per tutto il lavoro che stiamo facendo con i tecnici”.
Benedetta Moresco: “Non vedo l’ora di vivere questa nuova esperienza. Giocare a fianco di professioniste di quel livello è per me un vero e proprio regalo e sarà sicuramente una grande occasione di crescita. Seguiteci in TV e state con noi”.
Alessia Nobilio: “Sono davvero contenta di poter competere con le più forti proettes in assoluto. E’ un sogno essere qui, reso ancora più bello dallo scendere in campo indossando la maglia azzurra. Grazie alla Federazione Italiana Golf che mi ha fatto vivere un tale momento”.
Il torneo su SKY – L’US Women’s Open viene teletrasmesso su Sky con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 10 dicembre, differita dalle ore 22,30 alle ore 1,30 (Sky Sport Collection); venerdì 11 e sabato 12, dalle ore 20,30 alle ore 24 (Sky Sport Arena); domenica 13, dalle ore 20 alle ore 23 (Sky Sport Arena).
Trionfo inglese a Dubai con Matthew Fitzpatrick, che ha vinto con 273 (68 68 69 68, -15) colpi il DP World Tour Championship e con Lee Westwood, il quale con il secondo posto (274, -14) si è imposto nella Race To Dubai, ossia l’ordine di merito che designa il miglior giocatore dell’European Tour.
Sul percorso del Jumeirah Golf Estates (par 72), nell’evento delle Rolex Series, giunto alla 12ª edizione, che ha chiuso la stagione 2020, Renato Paratore, unico italiano in gara, si è classificato 60° con 293 (75 73 70 75, +5).
Fitzpatrick, 26enne di Sheffield. ha ottenuto il sesto titolo nel circuito e il secondo nel torneo dopo quello nel 2016, prendendo il comando con una partenza velocissima (cinque birdie in sette buche) e poi gestendo il vantaggio e chiudendo in 68 (-4) con un bogey nel rientro. Per il cedimento dello statunitense Patrick Reed, leader della Race prima della gara, terminato terzo con 275 (-13) alla pari con il norvegese Viktor Hovland, a due buche dalla fine Fitzpatrick sembrava poter divenire il numero uno d’Europa, poiché a Westwood, secondo alla pari con il connazionale Laurie Canter, i punti non bastavano per superarlo, Canter, però, alla buca 17 ha segnato un doppio bogey, che lo ha relegato in quinta posizione con 276 (-12) insieme al finlandese Sami Valimaki, e ha permesso a Westwood, secondo in solitudine, di raccogliere il necessario per avere la meglio.
Il 47enne di Worksop ha concluso con 3.128 punti contro il 3.110 di Fitzpatrick e i 3.103 di Reed che ha mancato l’occasione di divenire il primo statunitense a far sua la Race. Invece è stata la terza volta di Westwood, numero uno anche nel 2000 e nel 2009, a testimonianza di una notevole longevità agonistica per un campione che ha collezionato 25 titoli sull’European Tour, due sul PGA Tour e uno dei pochissimi capace di imporsi anche sugli altri più importanti circuiti mondiali, Japan Tour, Asian Tour, PGA of Australasia e Sunshine Tour. Unico neo nel suo palmarés la mancanza di un major.
Nella gara hanno concluso al decimo posto con 281 (-7) l’inglese Tommy Fleetwood, quarto nella Race (p. 2.182), e lo statunitense Collin Morikawa, numero sette mondiale e un major quest’anno (PGA Championship), quinto nella Race (p. 2.096). Non ha reso come forse ci si attendeva il sudafricano Christiaan Bezuidenhout, 14° con 282 (-6), reduce da due vittorie di fila (Alfred Dunhill Championship e South African Open). Stesso score per il tedesco Martin Kaymer e 32ª piazza con 285 (-3) per l’inglese Danny Willett.
Renato Paratore ha girato in 75 (+3) colpi con tre birdie, tre bogey e un doppio bogey, che nulla toglie a un’ottima stagione in cui ha ottenuto un titolo (British Masters), un secondo posto (Mauritius Open, dopo playoff), un settimo, numerosi buoni piazzamenti e la 21ª posizione nella Race To Dubai (p. 1.081). A Matthew Fitzpatrick è andato un assegno di tre milioni di dollari su un montepremi di otto milioni di dollari.
TERZO GIRO - Una volata finale tutta da vivere nel DP World Tour Championship, ultimo atto dell’European Tour 2020 che domani a Dubai incoronerà il nuovo re del massimo circuito continentale. Negli Emirati Arabi Uniti Patrick Reed (leader della money list), con un parziale di 71 (-1) su un totale di 205 (-11) colpi, è stato agganciato in vetta alla classifica dai britannici Matthew Fitzpatrick e Laurie Canter. Mentre Renato Paratore, unico azzurro in gara, è risalito dalla 53/a alla 48/a posizione con 218 (75 73 70, +2) colpi. Buona prova per il player capitolino, che lunedì festeggerà il 24° compleanno, protagonista di un giro sotto par (parziale di 70, -2) caratterizzato da cinque birdie e tre bogey.
Equilibrio e spettacolo sul percorso del Jumeirah Golf Estates (par 72) dove la sfida per il titolo e per la Race to Dubai è apertissima. A tallonare i tre leader un quartetto d’inseguitori composto dall’inglese Lee Westwood (vincitore dell’ordine di merito nel 2000 e nel 2009), dallo spagnolo Adri Arnaus, dal norvegese Viktor Hovland (reduce dal successo in Messico nel Mayakoba Classic, torneo del PGA Tour) e dallo scozzese Robert MacIntyre, tutti 4/i con 206 (-10).
Buona prova pure per il finlandese Sami Valimaki, 8/o con 207 (-9), e l’inglese Danny Willett, 9/o con 208 (-8). Chiudono la Top 10 con 209 (-7) altri due giocatori britannici, Tyrrell Hatton (decimo nel world ranking) e Andy Sullivan. E’ invece 15/o (211, -5), tra gli altri, lo statunitense Collin Morikawa (settimo nel ranking mondiale).
Domani il gran finale con Reed - 30enne di San Antonio (Texas) con otto titoli sul PGA Tour compresivi di un major (Masters 2018) e di due WGC - che punta a diventare il primo giocatore americano a imporsi nella Race to Dubai. In una gara, il DP World Tour Championship, che mette in palio 8 milioni di dollari (di cui 3.000.000 andranno al vincitore).
SECONDO GIRO - Patrick Reed ha decisamente attaccato e con un parziale di 64 (-8) colpi per un totale di 134 (70 64, -10) si è portato al vertice del DP World Tour Championship, giunto alla 12ª edizione, evento delle Rolex Series che chiude sia la stagione dell’European Tour che la Race To Dubai (ordine di merito) con il vincitore di questa speciale classifica che sarà incoronato quale miglior giocatore del circuito 2020. E’ praticamente rimasto stabile Renato Paratore, unico azzurro in gara, 53° con 148 (75 73, +4).
Patrick Reed, 30enne di San Antonio (Texas), otto titoli sul PGA Tour compresivi di un major (Masters 2018) e di due WGC, tre presenze in Ryder Cup e detto “Capitan America” per le sue imprese nell’unica vittoriosa del 2016, ha realizzato il miglior giro del turno con nove birdie contro l’unico bogey su 36 buche. Ha il chiaro obiettivo di divenire il primo statunitense a imporsi nella Race To Dubai, di cui è leader, ma non dovrà abbassare la guardia perché i 2.000 punti che andranno al vincitore tengono in corsa almeno una ventina di concorrenti, sia pure con differenti opzioni.
Lo inseguono quattro inglesi nelle prime cinque posizioni: Matthew Fitzpatrick, secondo con 136 (-8), Laurie Canter e Tyrrell Hatton, terzi con 137 (-7), Tommy Fleetwood, secondo nella money list con 460 punti di ritardo da Reed, e Lee Westwood, numero quattro, che di punti gliene rende 634, quinti con 138 (-6) alla pari con il sudafricano Branden Grace e con il finlandese Sami Valimaki. Subito dietro ancora un inglese Danny Willett, nono con 139 (-5), insieme allo spagnolo Adri Arnaus e al tedesco Martin Kaymer. Ha perso terreno il francese Victor Perez, in vetta dopo un turno e ora 14° con 141 (-3) insieme allo svedese Henrik Stenson, mentre non sembrano avere nell’occasione il passo giusto Collin Morikawa, numero tre nella Race, e il sudafricano Christiaan Bezuidenhout, numero cinque, 21.i con 142 (-2), il primo reduce dal successo nel Mayakoba Classic (PGA Tour) e il secondo da due vittorie consecutive sull’European Tour (Alfred Dunhill Championship e South African Open).
Renato Paratore ha girato in 73 (+1) colpi con quattro birdie e cinque bogey. Il montepremi è di otto milioni di dollari con prima moneta di tre milioni di dollari.
PRIMO GIRO - Il francese Victor Perez, leader con 67 (-5) colpi, si è preso la scena nella prima giornata del DP World Tour Championship, giunto alla 12ª edizione, evento delle Rolex Series che chiude sia la stagione dell’European Tour che la Race To Dubai (ordine di merito) con il vincitore di questa speciale classifica che sarà incoronato quale miglior giocatore del circuito 2020.
Sul percorso del Jumeirah Golf Estates di Dubai (par 72), negli Emirati Arabi Uniti, inizio in salita per Renato Paratore, 50° con 75 (+3), unico italiano in campo tra i 65 contendenti, 61 ammessi di diritto (i primi della Race To Dubai, a scalare per le defezioni) e quattro membri scelti tra i primi 75 del World Ranking al 16 novembre.
Victor Perez, 28enne di Torbes con un titolo nel circuito e due sul Challenge Tour, sesto nella money list e che con l’attuale graduatoria diventerrebbe il numero uno continentale, ha realizzato sei birdie e un bogey lasciando a un colpo l’inglese Matthew Fitzpatrick, il sudafricano Erik Van Rooyen e lo scozzese Robert MacIntyre (68, -4), quest’ultimo in bella evidenza nell’ultimo periodo (suo il Cyprus Showdown), tanto da essere stato nominato “giocatore del mese di novembre” del tour. Al quinto posto con 69 (-3) il tedesco Martin Kaymer, il finlandese Sami Valimaki e gli inglesi Tyrrell Hatton e Tommy Fleetwood, numero due dell’ordine di merito, mentre Patrick Reed, numero uno con l’obiettivo di divenire il primo statunitense a imporsi nella Race To Dubai, è nel gruppo al nono posto con 70 (-2) affiancato, tra gli altri, dall’inglese Lee Westwood, numero 4, dallo svedese Henrik Stenson e dal thailandese Jazz Janewattananond.
Sono al 18° con 71 (-1) il sudafricano Christiaan Bezuidenhout, numero cinque e vincitore dei precedenti due tornei in Sudafrica (Alfred Dunhill Championship e South African Open), e il 23enne norvegese Viktor Hovland, che domenica scorsa si è imposto nel Mayakoba Classic divenendo il quinto giocatore europeo a conseguire due vittorie sul PGA Tour prima dei 24 anni, impresa riuscita solo a quattro grandi campioni: Seve Ballesteros, Rory McIlroy, Sergio Garcia e Jon Rahm. Hovland è uno dei quattro invitati insieme a Janewattananond, Stenson e all’inglese Danny Willett, 26° con 72 (par) in compagnia di Collin Morikawa, 23enne di Los Angeles (California), quest’anno a segno in un major (PGA Championship), e dal quale ci attendeva un inizio più incisivo.
La giornata difficile di Renato Paratore, 21° nella Race, è stata annunciata da un doppio bogey in avvio, che il romano ha compensato parzialmente con un birdie alla seconda buca, ma nel resto del tracciato ha concesso altri due colpi al campo con tre bogey contro un altro birdie. Il montepremi è di otto milioni di dollari con prima moneta di tre milioni di dollari. Il vincitore avrà a disposizione anche 2.000 punti per la Race To Dubai e, in pratica, sia pure con differenti opzioni sono in corsa per il titolo di “re d’Europa” almeno una ventina di concorrenti.
LA VIGILIA - Al Jumeirah Golf Estates di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, si conclude la difficile stagione 2020 dell’European Tour con la 12ª edizione del DP World Tour Championship (10-13 dicembre), torneo delle Rolex Series con un montepremi di otto milioni di dollari (prima moneta tre milioni di dollari), al quale sono stati ammessi i primi 60 classificati della Race To Dubai (ordine di merito) a scalare, oltre a quattro membri non altrimenti esenti scelti tra i primi 75 del World Ranking al 16 novembre. In un ottimo field vi sarà Renato Paratore, 21° nella money list, vincitore a luglio del British Masters e autore di una bella prova la scorsa settimana sullo stesso percorso nel Golf in Dubai Championship (13°).
Proverà a divenire il primo statunitense a conquistare la Race To Dubai, che definirà il miglior giocatore del tour 2020, Patrick Reed, 30enne di San Antonio (Texas), otto successi sul PGA Tour comprensivi di un major (Masters 2018) e due WGC. “Capitan America”, come è stato chiamato per le sue prestazioni e la sua grinta in Ryder Cup, è il leader dell’ordine di merito con un vantaggio di 460 punti su Tommy Fleetwood e pochi di più sui tre che seguono: Collin Morikawa, 23enne di Los Angeles (California), quest’anno a segno in un major (PGA Championship), Lee Westwood, che ha vinto nel 2009 la gara inaugurale e la Race To Dubai, e Christiaan Bezuidenhout, annunciato in grande condizione dopo il successo nei precedenti due tornei in Sudafrica (Alfred Dunhill Championship e South African Open). Comunque i 2.000 punti che saranno assegnati al vincitore lasciano speranze di divenire il numero uno del tour 2020 almeno a una ventina di concorrenti, sia pure con varie opzioni in base alla loro posizione in classifica.
Nel field altri tre past winner, Matthew Fitzpatrick (2016), Danny Willett (2018) ed Henrik Stenson (2013-2014), gli ultimi due tra i quattro concorrenti presi dalla graduatoria mondiale. Gli altri sono Jazz Janewattananond e Victor Hovland, 23enne norvegese che domenica scorsa ha fatto suo il Mayakoba Classic divenendo il quinto giocatore europeo a conseguire due vittorie sul PGA Tour prima dei 24 anni, impresa riuscita solo a quattro grandi campioni: Seve Ballesteros, Rory McIlroy, Sergio Garcia e Jon Rahm. Hovland sarà tra i giocatori più interessanti da seguire fra i tanti che possono aspirare al gradino più alto del podio, oltre ai primi cinque nell’ordine di merito, tra i quali ricordiamo Tyrrell Hatton, Sungjae Im, Antoine Rozner, primo nel Golf in Dubai, Matt Wallace, Ian Poulter, Branden Grace, gli stessi Fitzpatrick e Willett, e può dire sicuramente la sua anche Renato Paratore. Tra gli undici aventi diritto che hanno dato forfait Jon Rahm, campione in carica, vincitore anche nel 2017 e “re d’Europa” 2019, Rory McIlroy (titoli nel 2012 e 2015 e Race To Dubai compresa in entrambe le occasioni), Paul Casey, Shane Lowry, Louis Oosthuizen, Adam Scott e Tony Finau.
Diretta su GOLFTV – Il DP World Tour Championship sarà trasmesso in diretta da GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it), con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 10 dicembre, venerdì 11 e sabato 12, dalle ore 8 alle ore 14; domenica 13, dalle ore 7,30 alle ore 13,30. In diretta su Eurosport2 ed Eurosport Player: giovedì 10 dicembre e venerdì 11, dalle ore 10 alle ore 14; sabato 12, dalle ore 11,45 alle ore 14; domenica 13, dalle ore 11,45 alle ore 13,30. Commento di Nicola Pomponi e di Alessandro Bellicini.
Francesco Laporta ha offerto una grande prova tecnica e di carattere ottenendo un gratificante secondo posto con 265 (65 69 65 66, -23) colpi nella prima edizione del Golf in Dubai Championship disputato sul percorso del Jumeirah Golf Estates (par 72), dove il francese Antoine Rozner (263 - 63 69 67 64, -25) ha firmato il suo primo successo sull’European Tour. In una gara in cui gli azzurri sono stati tra i protagonisti sin dalle prime battute Renato Paratore si è classificato al 13° posto con 270 (68 65 65 72, -18) e Lorenzo Scalise al 22° con 273 (65 68 71 69, -15).
Antoine Rozner, 27enne parigino che aveva conseguito due titoli lo scorso anno nel Challenge Tour, è risalito dal quinto posto con un 64 (-8, un eagle, sette birdie, un bogey), miglior score di giornata, con due birdie decisivi sulle ultime tre buche che gli hanno permesso dopo una lunga lotta di avere ragione di Andy Sullivan, leader nei primi tre turni, e del francese Mike Lorenzo-Vera, i quali sono stati agganciati in extremis dall’inglese Matt Wallace e dallo stesso Laporta sulla seconda piazza. In sesta posizione con 267 (-21) lo scozzese Grant Forrest, in settima con 268 (-20) Ross Fisher e tra i concorrenti in ottava con 269 (-19) l’austriaco Bernd Wiesberger. A metà classifica i due vincitori di major in gara, l’inglese Danny Willett, 30° con 275 (-13), e il tedesco Martin Kaymer, 37° con 276 (-12).
Un grande Laporta - Francesco Laporta, quinto alla partenza, ha avuto un avvio lento, con un solo birdie sulle prime nove buche, poi dopo un altro birdie alla decima e un bogey alla 11ª, ha cambiato decisamente marcia risalendo la graduatoria con cinque birdie (66, -6) di cui quattro a chiudere. Ha impressionato per regolarità e per una determinazione non comune, qualità che aveva dimostrato già nel 2019 quando è stato il dominatore sul Challenge Tour dove ha siglato due successi (Hainan Open e Challenge Tour Grand Final) ed è stato il numero uno nell’ordine di merito.
Renato Paratore, terzo al via, ha iniziato forte con due birdie che l’hanno portato a ridosso di Sullivan, ma un inatteso black out con tre doppi bogey tra la quinta e la decima buca ha compromesso le sue chances di titolo. Ha comunque reagito, come riesce sempre a fare nei momenti di massima difficoltà, con quattro birdie per il 72 del par. Lorenzo Scalise, dopo un settimo posto in apertura, si è ben difeso nei giri successivi e ha terminato con un parziale di 69 (-3) frutto di un eagle, tre birdie e due bogey. Sono usciti al taglio Guido Migliozzi, 88° con 144 (72 72, par), e Nino Bertasio, 101° con 147 (73 74, +3).
TERZO GIRO - Azzurri grandi protagonisti a Dubai dove Renato Paratore, salito dal settimo al terzo posto con 198 (68 65 65, -18) colpi, e Francesco Laporta, dal 13° al quinto con 199 (65 69 65, -17), saranno in corsa per il titolo nel giro finale del Golf in Dubai Championship (European Tour) sul percorso del Jumeirah Golf Estates (par 72), dove si è mantenuto in buona classifica Lorenzo Scalise, 21° con 204 (65 68 71, -12).
Ha proseguito la sua corsa di testa con 195 (61 66 68, -21) l’inglese Andy Sullivan, 33enne di Nuneaton con quattro titoli nel circuito, che tuttavia ha rallentato, dopo aver segnato un 61 (-11) nel turno iniziale, nuovo record del campo. Si è disimpegnato con un 68 (-4, cinque birdie, un bogey) che ha permesso al connazionale Matt Wallace, rimasto in seconda posizione, di recuperargli un colpo (197, -19). Paratore è affiancato dall’inglese Ross Fisher e Laporta ha la compagnia del francese Antoine Rozner, mentre saranno della partita per il successo anche gli svedesi Niklas Lemke e Oscar Lengden, il tedesco Max Schmitt, lo scozzese Robert MacIntyre e il transalpino Mike Lorenzo-Vera, settimi con 200 (-16). Difficile un recupero dell’austriaco Bernd Wiesberger, 12° con 202 (-14), e fuori gioco i due vincitori di major in gara, il tedesco Martin Kaymer, 32° con 206 (-10), e l’inglese Danny Willett, 39° con 207 (-9).
Paratore e Laporta hanno entrambi girato in 65 (-7) colpi, miglior punteggio di giornata ottenuto anche da Lorenzo-Vera e dal finlandese Sami Valimaki, 19° con 203 (-13). Il romano ha segnato sette birdie, senza sbavature, e Laporta otto birdie e un bogey. Nei loro score 21 birdie complessivi, con Paratore che ha aggiunto tre bogey (tutti nel secondo turno) e il pugliese quattro. Per Scalise 71 (-1) colpi con tre birdie e due bogey. Sono usciti al taglio, caduto a 141 (-3), Guido Migliozzi, 88° con 144 (72 72, par), e Nino Bertasio, 101° con 147 (73 74, +3). Il montepremi è di 1.200.000 dollari (circa un milione di euro).
SECONDO GIRO - Inglesi al proscenio e azzurri nelle prime posizioni nel Golf in Dubai Championship (European Tour) che si sta svolgendo al Jumeirah Golf Estates (par 72) di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. L’inglese Andy Sullivan ha proseguito la sua corsa di testa con 127 (61 66, -17) colpi e i suoi connazionali Matt Wallace e Ross Fisher (130, -14) si sono mantenuti sulla sua scia con tre colpi di ritardo. E’ rimasto in alta classifica Lorenzo Scalise, settimo con 133 (65 68, -11), che è stato raggiunto da Renato Paratore (68 65) dopo una gran rimonta dal 28° posto, mentre è in ottima posizione anche Francesco Laporta, 13° con 134 (65 69, -10).
Andy Sullivan, 33enne di Nuneaton con quattro titoli nel circuito l’ultimo quest’anno (English Championship), dopo il 61 (-11) del turno iniziale, nuovo record del campo, si è espresso con un 66 (-6) con un eagle, cinque birdie e l’unico bogey in 36 buche e ha allungato la classifica con il terzetto al quarto posto, composto dal tedesco Max Schmitt, dal francese Antoine Rozner e dallo scozzese Craig Howe, distanziato di cinque colpi (132, -12). Dei due vincitori di major in gara, l’inglese Danny Willett ha lo stesso score di Laporta, dopo esser rinvenuto dalla 20ª piazza, mentre ha perso terreno il tedesco Martin Kaymer, da 12° a 34° con 137 (-7).
Renato Paratore ha girato in 65 (-7) colpi, terzo score più basso di giornata, con dieci birdie, di cui sei di fila, e tre bogey. Molto pulito in cammino di Lorenzo Scalise (68, -4) con quattro birdie senza bogey e 69 (-3) colpi per Francesco Laporta con cinque birdie e due bogey. Non hanno superato il taglio, caduto a 141 (-3), Guido Migliozzi, 88° con 144 (72 72, par), e Nino Bertasio, 101° con 147 (73 74, +3). Il montepremi è di 1.200.000 dollari (circa un milione di euro).
PRIMO GIRO - Bella partenza di Lorenzo Scalise e di Francesco Laporta, ottavi con 65 (-7) colpi, nel Golf in Dubai Championship, torneo dell’European Tour che si sta svolgendo al Jumeirah Golf Estates (par 72) di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, lo stesso percorso che ospiterà tra una settimana il DP World Tour Championship (10-13 dicembre), evento che chiude la stagione dove saranno ammessi i primi 60 della Race To Dubai (ordine di merito).
Grande protagonista della giornata l’inglese Andy Sullivan 33enne di Nuneaton con quattro titoli nel circuito l’ultimo quest’anno (English Championship), il quale con una volata fatta di undici birdie senza bogey ha preso la leadership con un 61 (-11) stabilendo il nuovo record del campo. Hanno due colpi di ritardo il francese Antoine Rozner e gli inglesi Matt Wallace e Ross Fisher (63, -9) e ne accusano tre lo svedese Oscar Lengden e gli scozzesi Craig Howe e Marc Warren (64, -8).
Buona prestazione di Renato Paratore, 28° con 68 (-4), che sarà l’unico azzurro in gara nel DP World Tour, e media classifica per Guido Migliozzi, 74° con 72 (par), e per Nino Bertasio, 85° con 73 (+1). Sono a ridosso dei top ten il tedesco Martin Kaymer, lo spagnolo Jorge Campillo e il thailandese Jazz Janewattananond, 12.i con 66 (-6), e hanno un colpo in più il cinese Haotong Li, il belga Thomas Pieters e l’inglese Danny Willett, 20.i con 67 (-5). Rivedibili l’austriaco Bernd Wiesberger, 51° con 70 (-2), e il danese Rasmus Hojgaard, stesso score di Bertasio.
Scalise ha segnato nove birdie e due bogey e Laporta otto birdie e un bogey. Paratore ha fatto percorso netto con quattro birdie, Migliozzi ha messo insieme tre birdie e tre bogey e Bertasio ha concluso con due birdie e tre bogey. Il montepremi è di 1.200.000 dollari (circa un milione di euro).
LA VIGILIA - Renato Paratore, Guido Migliozzi, Nino Bertasio, Francesco Laporta e Lorenzo Scalise saranno di scena nella prima edizione del Golf in Dubai Championship (2-5 dicembre), che si svolgerà al Jumeirah Golf Estates di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, lo stesso percorso che ospiterà tra una settimana il DP World Tour Championship (10-13 dicembre), dove saranno ammessi i primi 60 della Race To Dubai (ordine di merito) tra i quali vi sarà Paratore, attualmente 21°.
Buono il field dove figurano due vincitori di major, il tedesco Martin Kaymer e l’inglese Danny Willett, l’emergente 19enne danese Rasmus Hojgaard, due successi in stagione e che torna nel circuito dopo una breve esperienza nel PGA Tour, e collaudati elementi quali gli inglesi Aaron Rai, Chris Wood e Matt Wallace, i belgi Thomas Pieters e Thomas Detry, gli spagnoli Adrian Otaegui e Jorge Campillo, l’austriaco Bernd Wiesberger e il danese Thorbjorn Olesen. Dall’Asia il thailandese Jazz Janewattananond, il malese Gavin Green, e il cinese Haotong Li, mentre non vi saranno giocatori sudafricani tutti impegnati nel loro Open nazionale. Il montepremi è di 1.200.000 dollari (circa un milione di euro).
Diretta su GOLFTV – Golf in Dubai Championship sarà trasmesso in diretta da GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it), con collegamenti ai seguenti orari: mercoledì 2 dicembre, dalle ore 9 alle ore 14; giovedì 3, dalle ore 8 alle ore 10 e dalle ore 11 alle ore 14; venerdì 4 e sabato 5, dalle ore 7,30 alle ore 12. Su Eurosport2 ed Eurosport Player: mercoledì 2, dalle ore 10 alle ore 14; giovedì 3, dalle ore 8 alle ore 10 e dalle ore 11 alle ore 14; venerdì 4, dalle ore 8 alle 12; sabato 5, differita dalle ore 17,50 alle ore 19,50. Commento di Nicola Pomponi e di Alessandro Bellicini.
Secondo titolo sul PGA Tour per Viktor Hovland che ha vinto con 264 (67 69 63 65, -20) colpi il Mayakoba Golf Classic, ultimo torneo del circuito nell’anno solare disputato sul percorso dell’El Camaleon Golf Club (par 71), a Playa del Carmen in Messico.
Il norvegese, nativo di Oslo, 23 anni, due mesi e 18 giorni, alla 35ª gara sul tour, ha realizzato un birdie sull’ultima buca, nel contesto di un 65 (-6, sette birdie, un bogey) e ha sorpassato sul filo di lana il 24enne statunitense, nato a Città del Capo in Sudafrica, Aaron Wise (265, -19), al quale non è bastato un 63 (-8, un eagle, sei birdie), miglior score di giornata, per dare un seguito all’unico successo conquistato nel 2018 (AT&T Byron Nelson).
Hovland, al secondo alloro nel 2020 dopo quello a febbraio nel Puerto Rico Open, è il quinto giocatore europeo a conseguire due vittorie sul PGA Tour prima dei 24 anni, impresa riuscita solo a quattro grandi campioni: Seve Ballesteros, Rory McIlroy, Sergio Garcia e Jon Rahm. Il norvegese ha percepito un assegno di 1.296.000 dollari su un montepremi di 7.200.000 dollari.
Si sono classificati al terzo posto con 267 (-17) Adam Long e Tom Hoge e al quinto con 268 (-16) Lucas Glover, Billy Horschel e Harris English, l’altro autore di un 63. In ottava posizione con 269 (-15) Brendon Todd, che difendeva il titolo, Tony Finau, che ha realizzato una “hole in one” (buca 4, par 3, yards 103, wedge) nel terzo turno, il messicano Carlos Ortiz e l’argentino Emiliano Grillo, al vertice nei due giri centrali. Dopo una poderosa rimonta che lo aveva portato al quinto posto non è riuscito a competere con i primi Justin Thomas, numero tre mondiale, che ha concluso al 12° con 270 (-14).
Questa settimana si disputerà una gara spettacolo, il QBE Shootout (Naples, Florida, 11-13 dicembre), poi il PGA Tour 2020-2021 riprenderà con il Sentry Tournament of Champions (Kapalua, Hawaii, 7-10 gennaio), riservato ai vincitori di tornei della stagione precedente.
TERZO GIRO - L’argentino Emiliano Grillo è rimasto al comando con 197 (66 63 68, -16) colpi dopo il terzo giro del Mayakoba Golf Classic, ultimo torneo del PGA Tour dell’anno 2020 che si sta svolgendo sul percorso dell’El Camaleon Golf Club (par 71), a Playa del Carmen in Messico.
La terza giornata ha avuto un prologo con i 18 giocatori scesi in campo di buon mattino per completare il secondo turno sospeso per oscurità e che non hanno apportato variazioni di rilievo alla graduatoria.
Grillo, 28enne di Resistencia, 136 presenze sul circuito con un titolo datato 2015 (Frys.com Open), ha rallentato il ritmo con un 68 (-3, cinque birdie, due bogey), score che però è stato sufficiente per fargli mantenere un colpo di vantaggio su Tom Hoge (198, -15) e due sul norvegese Viktor Hovland (199, -14), che ha superato il taglio per la 17ª volta consecutiva, la serie più lunga attuale. In quarta posizione con 200 (-13) Adam Long e in quinta con 201 (-12) Patrick Rodgers e Justin Thomas, numero tre mondiale, che è risalito dal 33° posto con un 62 (-9, nove birdie), miglior score di giornata, proponendo la sua candidatura al titolo in maniera un po’ inattesa considerando come erano andate le cose per lui nei primi due giri.
Ha realizzato la sua seconda “hole in one” in carriera Tony Finau, centrando dal tee la buca 4 (par 3, yards 103) utilizzando un wedge, ma malgrado la prodezza è scivolato dal secondo al settimo posto con 202 (-11) avendo aggiunto all’ace tre birdie e altrettanti bogey per il parziale di 69 (-2). Lo affiancano Aaron Wise, Lucas Glover e lo scozzese Russell Knox, che era stato al vertice dopo un turno. Ha scarse possibilità di difendere il titolo Brendon Todd, 11° con 203 (-10), mentre è poco sopra metà graduatoria il giovanissimo Ashley Bhatia, 28° con 206 (-7), di cui si dice un gran bene ed entrato nel field attraverso la prequalifica. Sono usciti dopo 36 buche Brooks Koepka e Rickie Fowler, 72.i con 142 (par). Il montepremi è di 7.200.000 dollari.
La prossima settimana si disputerà una gara spettacolo, il QBE Shootout (Naples, Florida, 11-13 dicembre), poi il PGA Tour 2020-2021 riprenderà con il Sentry Tournament of Champions (Kapalua, Hawaii, 7-10 gennaio), riservato ai vincitori di tornei della stagione precedente.
SECONDO GIRO - L’argentino Emiliano Grillo è passato a condurre con 129 (66 63, -13) colpi nel Mayakoba Golf Classic, ultimo torneo del PGA Tour dell’anno 2020 che si sta disputando sul tracciato dell’El Camaleon Golf Club (par 71), a Playa del Carmen in Messico. La classifica è provvisoria, perché 18 concorrenti non hanno potuto completare il secondo turno per il maltempo, ma non dovrebbe subire cambiamenti rilevanti.
Grillo, 28enne di Resistencia, 126 presenze sul circuito con un titolo datato 2015 (Frys.com Open), ha realizzato un 63 (-8, nove birdie e un bogey), miglior score personale e di giornata che gli ha concesso quattro colpi di vantaggio su Tom Hoge e Tony Finau (133, -9). Al quarto posto con 134 (-8) lo scozzese Russell Knox, leader dopo un giro, e al quinto con 135 Joel Dahmen, Aaron Wise e Kyle Stanley, ma ha lo stesso “meno 7” anche Andy Ogletree, vincitore nel 2019 dell’US Amateur e alla prima gara da professionista sul PGA Tour, fermato dopo 15 buche e che può migliorare la sua posizione.
Nel gruppo sulla nona piazza con 136 (-6) Brendon Todd, che difende il titolo, il giovanissimo Ashley Bhatia, entrato dalla prequalifica, e l’emergente norvegese Viktor Hovland, che supererà per la 17ª volta consecutiva il taglio. E’ risalito dal 70° al 34° posto con 139 (-3) Justin Thomas, numero tre mondiale, mentre molto probabilmente usciranno dal torneo Brooks Koepka e Rickie Fowler, 72.i con 142 (par). Il montepremi è di 7.200.000 dollari.
Dopo questo evento si disputerà una gara spettacolo, il QBE Shootout (Naples, Florida, 11-13 dicembre), poi il PGA Tour 2020-2021 riprenderà con il Sentry Tournament of Champions (Kapalua, Hawaii, 7-10 gennaio), riservato ai vincitori di tornei della stagione precedente.
PRIMO GIRO - Lo scozzese Russell Knox è il leader con 65 (-6) colpi dopo il giro d’apertura del Mayakoba Golf Classic, ultimo torneo del PGA Tour dell’anno 2020 in svolgimento sul tracciato dell’El Camaleon Golf Club (par 71), a Playa del Carmen in Messico.
Knox, 35enne di Inverness alla 216ª gara sul circuito, con un titolo in un WGC (HSBC Champions, 2015) e al netto di questo con uno sul PGA Tour e un altro sull’European Tour, ha messo insieme sette birdie e un bogey per lasciare a un colpo Tom Hoge, il cileno Joaquin Niemann e l’argentino Emiliano Grillo (66, -5). Al quinto posto con 67 (-4) ben otto concorrenti: Tony Finau, Brendon Todd, che difende il titolo, Aaron Wise, Nate Lashley, il giovanissimo e promettente Akshay Bhatia, entrato dalla prequalifica, il norvegese Viktor Hovland, il messicano Carlos Ortiz e il canadese Michael Gligic.
Partenza soft per i due giocatori più attesi, Brooks Koepka, 56° con 71 (par), e Justin Thomas, numero tre mondiale, 70° con 72 (+1). Ha lo stesso score di Koepka, ma ha attirato l’attenzione, Brendan Steele, che ha realizzato un rarissimo albatross, chiudendo un due colpi la buca 13 (par 5, yards 532), mettendo a segno la palla con il secondo colpo da 235 yards. Ne ha tratto poco vantaggio, però, avendo aggiunto allo score due birdie, tre bogey e un doppio bogey. Il montepremi è di 7.200.000 dollari.
Dopo questo evento si disputerà una gara spettacolo, il QBE Shootout (Naples, Florida, 11-13 dicembre), poi il PGA Tour 2020-2021 riprenderà con il Sentry Tournament of Champions (Kapalua, Hawaii, 7-10 gennaio), riservato ai vincitori di tornei della stagione precedente.
LA VIGILIA - Justin Thomas, numero tre mondiale, e Brooks Koepka, numero 12, sono i due giocatori più attesi nel Mayakoba Golf Classic (3-6 dicembre), ultimo torneo del PGA Tour dell’anno 2020 in programma sul tracciato dell’El Camaleon Golf Club, a Playa del Carmen in Messico.
In un field di buona qualità vi saranno altri cinque vincitori di major, Gary Woodland, Keegan Bradley, Jason Dufner, Lucas Glover e il nordirlandese Graeme McDowell, mentre difenderà l’ultimo dei suoi tre titoli Brendan Todd, 35enne di Pittsburgh (Pennsylvania). Con lui saranno in gara altri otto past winner: Patton Kizzire (2017), Pat Perez (2016), Charley Hoffman (2014), Harris English (2013), John Huh (2012), Johnson Wagner (2011), Brian Gay (2008) oltre a citato McDowell (2015).
Possono dire la loro Rickie Fowler e Tony Finau, i messicani Abraham Ancer e Carlos Ortiz e due giovani rampanti quali il cileno Joaquin Niemann e il norvegese Viktor Hovland. Ci sarà anche Branden Grace, che ha rinunciato a difendere il titolo nel concomitante South African Open (European Tour). Il montepremi è di 7.200.000 dollari.
Dopo questo evento si disputerà una gara spettacolo, il QBE Shootout (Naples, Florida, 11-13 dicembre), poi il PGA Tour 2020-2021 riprenderà con il Sentry Tournament of Champions (Kapalua, Hawaii, 7-10 gennaio), riservato ai vincitori di tornei della stagione precedente.
Vittoria a sorpresa di Angela Stanford nel Volunteers of America Classic dove ha rimontato nel giro finale dal quarto posto con un 67 (-4), miglior score di giornata, e con il totale di 277 (71 69 70 67, -7) ha sorpassato Yealimi Noh e le coreane So Yeon Ryu e Inbee Park (279, -5) leader dopo tre turni e accomunate dallo stesso 70 (-1) conclusivo perdente.
Sul percorso dell’Old American Golf Club (par 71), a The Colony in Texas, in cui è uscita al taglio Giulia Molinaro, 92ª con 157 (80 77, +15), Angela Gwen Stanford, 43enne di Fort Worth (Texas), ha portato a sette i titoli sul circuito compresivi di un major conseguito nel 2018 (Evian Championship) sei anni dopo aver firmato il quinto dei suoi successi nel 2012. Sarà una delle vice capitane USA, agli ordini della capitana Pat Hurst, nella prossima Solheim Cup (Toledo, Ohio, 4-6 settembre) sfida con il Team Europe che ha disputato sei volte riportando il tre occasioni il trofeo con la squadra statunitense. La performance le ha reso un assegno di 262.500 dollari su un montepremi di 1.750.000 dollari, che ha portato a 11.850.625 dollari il suo guadagno complessivo in 20 stagioni sul tour.
Ha ancora qualcosa da rifinire, ma ha disputato una bella prova la coreana Jin Young Ko, numero uno mondiale, quinta con 280 (-4), al secondo torneo sul LPGA Tour dopo una pausa volontaria di circa dieci mesi in cui è rimasta in patria per timore del Covid-19, un risultato di buon auspicio per lei per il prossimo US Women’s Open, ultimo major stagionale il programma da giovedì 10 dicembre a domenica 13 a Houston, in Texas e al quale prenderanno parte tre dilettanti azzurre: Caterina Don, Benedetta Moresco e Alessia Nobilio.
In sesta posizione con 281 (-3) a svedese Anna Nordqvist e l’inglese Charley Hull, che era stata in vetta dopo un turno, e in 11ª con 284 (par) la giapponese Nasa Hataoka. Piuttosto altalenante la coreana Jeongeun Lee6, dove il numero sul cognome è dovuto a casi di omonimia, che ha ottenuto un 16° posto con 285 (+1) poco rassicurante in vista del major dove difenderà il titolo. Al 19° con 286 (+2) l’australiana Minjee Lee e al 25° con 288 (+4) Cheyenne Knight, campionessa uscente. In grande difficoltà la thailandese Ariya Jutanugarn, 62ª con 295 (+11).
TERZO GIRO - La statunitense Yealimi Noh, al primo anno sul LPGA Tour, è rimasta con 209 (72 68 71, -4) colpi al vertice del Volunteers of America Classic, ma sono cambiate le sue due compagne di viaggio, che era sono le coreane So Yeon Ryu (72 72 65) e Inbee Park (72 68 69), numero cinque mondiale.
Sul percorso dell’Old American Golf Club (par 71), a The Colony in Texas, dove è uscita al taglio Giulia Molinaro, unica italiana in gara, 92ª con 157 (80 77, +15), saranno in competizione per il titolo anche le sette concorrenti al quarto posto con 210 (-3): Kristen Gillman, Angela Stanford, Jessica Korda, l’inglese Charley Hull, la thailandese Pornanong Phatlum, la giapponese Nasa Hataoka e la coreana Jin Young Ko, leader del Rolex Ranking, al secondo torneo sul LPGA Tour dopo una pausa volontaria di circa dieci mesi in cui è rimasta in patria per timore del Covid-19.
Hanno chances anche le svedesi Madelene Sagstrom e Anna Nordqvist, 11.e con 211 (-2), quest’ultima leader con Yealimi Noh e con Jessica Korda dopo due turni, e si è concessa delle possibilità pure la coreana Jeongeun Lee6, risalita dal 39° al 13° posto con 212 (-1).
Jeongeun Lee6, dove il numero sul cognome è dovuto a casi di omonimia, difenderà il titolo la prossima settimana nell’US Women’s Open (Houston, Texas, 10-13 dicembre), ultimo major stagionale al quale prenderanno parte tre dilettanti azzurre: Caterina Don, Benedetta Moresco e Alessia Nobilio.
Nel Volunteers of America Classic sono fuori gioco Cheyenne Knight, che difendeva il titolo, 24ª con 215 (+2), e l’australiana Minjee Lee, 30ª con 216 (+3). Molto deludente la thailandese Ariya Jutanugarn, 71ª con 224 (+11).
So Yeon Ryu ha girato in 65 (-6), miglior score di giornata, con sei birdie senza bogey, Inbee Park ha segnato 69 (-2) colpi con tre birdie e un bogey e la 19enne Yealimi Noh 71 (par) con quattro birdie, due bogey e un doppio bogey. Il montepremi è di 1.750.000 dollari.
SECONDO GIRO - Trio al vertice con 138 (-4) colpi nel Volunteers of America Classic (LPGA Tour) in svolgimento sul percorso dell’Old American Golf Club (par 71), a The Colony in Texas, formato da Jessica Korda (69 69), Yealimi Noh (72 66) e dalla svedese Anna Nordqvist (70 68). E’ uscita al taglio Giulia Molinaro, unica italiana in gara, 92ª con 157 (80 77, +15) apparsa in difficoltà sin dal primo giro.
Il terzetto di testa precede di misura Lindsey Weaver, quarta con 139 (-3), mentre sono in crescendo di condizione e occupano il quinto posto con 140 (-2) le coreane Jin Young Ko, leader mondiale, al secondo torneo sul LPGA Tour dopo una pausa volontaria di circa dieci mesi in cui è rimasta in patria per timore del Covid-19, risalita dal decimo, e Inbee Park, numero cinque del Rolex Ranking, rinvenuta dal 18°. Stesso score per Angela Stanford, per la svedese Madelene Sagstrom e per la thailandese Pornanong Phatlum e un colpo in più per la giapponese Nasa Hataoka, decima con 141 (-1).
Ha ceduto nettamente l’inglese Charley Hull, da leader dopo un giro a 14ª con 142 (par) per un penalizzante 74 (+3) e difesa del titolo probabilmente compromessa per Cheyenne Knight, 26ª con 144 (+2). Difficile che possano mettersi in corsa per il successo, anche se erano nel novero delle favorite, l’australiana Minjee Lee, 33ª con 145 (+3), la coreana Jeongeun Lee6, 39ª con 146 (+4), dove il numero sul cognome è dovuto a casi di omonimia, e la thailandese Ariya Jutanugarn, 56ª con 148 (+6). Il montepremi è di 1.750.000 dollari.
Il torneo precede l’US Women’s Open (Houston, Texas, 10-13 dicembre), ultimo major stagionale al quale prenderanno parte tre dilettanti azzurre: Caterina Don, Benedetta Moresco e Alessia Nobilio.
PRIMO GIRO - Primo giro sospeso nel Volunteers of America Classic dove nella classifica provvisoria è al vertice con 68 (-3) colpi l’inglese Charley Hull e in cui Giulia Molinaro, fermata dopo 16 buche, è 79ª con “+7”.
Sul percorso dell’Old American Golf Club (par 71(, a The Colony in Texas, Charley Hull, 24enne di Kettering con un titolo sul circuito, due sul LET e quattro partecipazioni alla Solheim Cup nella compagine europea due volte vincente, ha realizzato sei birdie e tre bogey che le hanno concesso un colpo di margine su Jennifer Kupcho, Jessica Korda e sulla thailandese Pornanong Phatlum (69, -2).
Tra le concorrenti che hanno concluso il turno sono al decimo posto con 71 (par) la coreana Jin Young Ko, numero uno mondiale, e Cheyenne Knight, che difende il titolo, e occupano il 18° con 72 (+1) la giapponese Nasa Hataoka, la thailandese Ariya Jutanugarn e la coreana Inbee Park. Più attardate la coreana Jeongeun Lee6, 31ª con 73 (+2), e l’australiana Minjee Lee, 58ª con 75 (+4). Il montepremi è di 1.750.000 dollari.
Il torneo precede l’US Women’s Open (Houston, Texas, 10-13 dicembre), ultimo major stagionale al quale prenderanno parte tre dilettanti azzurre: Caterina Don, Benedetta Moresco e Alessia Nobilio.
LA VIGILIA - Il LPGA Tour si avvia alla conclusione con la prima delle ultime tre gare programmate a dicembre, il Volunteers of America Classic dove sarà in campo Giulia Molinaro alla ricerca di un buon risultato in una annata che non le è stata molto favorevole.
Il torneo precede l’US Women’s Open (Houston, Texas, 10-13 dicembre), ultimo major stagionale al quale prenderanno parte tre dilettanti azzurre: Caterina Don, Benedetta Moresco e Alessia Nobilio.
Sul percorso dell’Old American Golf Club, a The Colony in Texas, dove dal 3 al 6 dicembre difenderà il titolo Cheyenne Knight, sarà nuovamente in gara la coreana Jin Young Ko, numero uno mondiale, alla seconda presenza sul circuito dopo dieci mesi in cui è rimasta nella propria nazione per timore del Covid-19. Probabilmente un ulteriore rodaggio, dopo quello nel Pelican Championship, per arrivare con nella migliore condizione al major.
Nel field anche le connazionali Inbee Park, Sung Hyun Park e Jeongeun Lee6, che a Houston proverà a concedere il bis dopo il successo dello scorso anno, l’australiana Minjee Lee, la thailandese Ariya Jutanugarn, la giapponese Nasa Hataoka, la statunitense Stacy Lewis, la francese Celine Boutier e la tedesca Sophia Popov. Il montepremi è di 1.750.000 dollari.
Il sudafricano Christiaan Bezuidenhout ha dominato nel South African Open dopo una corsa di testa che ha concluso con 270 (67 67 67 69, -18) ottenendo il suo secondo successo consecutivo dopo quello nell’Alfred Dunhill Championship. Nel torneo organizzato in combinata tra European Tour e Sunshine Tour sul percorso del Gary Player CC (par 72), a Sun City in Sudafrica, Aron Zemmer si è classificato 46° con 291 (67 75 72 77, +3), mentre è uscito al taglio Lorenzo Gagli, l’altro italiano in gara, 83° con 149 (76 73, +5).
Bezuidenhout, 26enne di Delmas, è entrato così nell’albo d’oro dell’evento nato nel 1903, firmato praticamente da tutti i migliori giocatori sudafricani compreso il mito Gary Player che lo ha vinto per 13 volte. Il titolo gli conta per entrambi i circuiti, come il precedente della scorsa settimana, in un palmarès che, al netto dei due, comprende anche un altro successo nel tour continentale e due in quello di casa. Iniziato il giro finale con cinque colpi di vantaggio sui primi inseguitori Bezuidenhout ha tenuto comunque un buon ritmo con un parziale di 69 (-3, quattro birdie, un bogey) che gli ha permesso di controllare con tranquillità possibili tentativi di rimonta e mantenendo immutato il margine sul secondo classificato, il gallese Jamie Donaldson (275, -13).
Sudafricani assoluti protagonisti come dimostrano Dylan Frittelli, che gioca stabilmente nel PGA Tour statunitense dove ha ottenuto una vittoria, dopo le due siglate sull’European Tour, terzo con 277 (-11), Dean Burmester, quarto con 278 (-10), JC Ritchie, quinto con 279 (-9), e Hennie Du Plessis, sesto con 280 (-8) insieme al tedesco Marcel Siem e a Scott Vincent dello Zimbabwe. Zemmer, che era stato tra i sei in vetta dopo il primo giro, ha avuto una giornata difficile terminando con un parziale di 77 (+5, due birdie, sette bogey) colpi.
TERZO GIRO - l sudafricano Christiaan Bezuidenhout ha attaccato decisamente e con lo score di 201 (67 67 67, -15) colpi ha preso il largo a un giro dal termine del South African Open, evento organizzato in combinata tra European Tour e Sunshine Tour, che si conclude sul percorso del Gary Player CC (par 72), a Sun City in Sudafrica e dove Aron Zemmer è 21° con 214 (67 75 72, -2).
Stanno dominando i giocatori di casa, che ci tengono particolarmente al loro Open nazionale nato nel 1903, con ben sei di loro tra i primi nove in graduatoria. Bezuidenhout, 26enne di Delmas vincitore domenica scorsa dell’Alfred Dunhill Championship, con il terzo 67 (-5, sei birdie, un bogey) di fila si è procurato l’occasione per concedere il bis a distanza di sette giorni grazie ai cinque colpi di margine che vanta sul connazionale Dylan Frittelli e sul gallese Jamie Donaldson, con il quale condivideva la leadership dopo due turni. Seguono al quarto posto con 207 (-9), e con scarse possibilità di agganciare il leader, i sudafricani JC Ritchie e Dean Burmester, e poco dietro altri due sudafricani, Hennie Du Plessis, sesto con 208 (-8) insieme a Scott Vincent dello Zimbabwe, e Ruan Korb, ottavo con 209 (-7) alla pari con l’olandese Joost Luiten.
Aron Zemmer ha effettuato un giro in altalena e che si è concluso con il 72 del par dopo quattro birdie, due bogey e un doppio bogey. Non ha superato il taglio Lorenzo Gagli, 83° con 149 (76 73, +5). Il montepremi è di 19,500,000 rand (circa 1.065.000 euro).
SECONDO GIRO - Sudafricani ancora al proscenio nel secondo giro del South African Open con Christiaan Bezuidenhout che con 134 (67 67, -10) colpi si è liberato della compagnia dei cinque giocatori con i quali era al vertice dopo un turno, ma che comunque deve ora condividere la leadership con il gallese Jamie Donaldson (134 - 71 63) risalito di 21 posizioni con un 63 (-9). Era in vetta dopo 18 buche anche Aron Zemmer, che è sceso al 16° posto con 142 (67 75, -2), rimanendo comunque in buona classifica, mentre è uscito al taglio l’altro italiano in gara, Lorenzo Gagli, 83° con 149 (76 73, +5).
Sul percorso del Gary Player CC (par 72), a Sun City in Sudafrica, nel torneo organizzato in combinata tra European Tour e Sunshine Tour, Bezuidenhout, 26enne di Delmas, vincitore domenica scorsa dell’Alfred Dunhill Championship, ha raddoppiato il 67 (-5, cinque birdie) di partenza, e Donaldson, 45enne di Pontypridd, ha infilato dieci birdie, contro un bogey, per raggiungerlo. Due giocatori sudafricani al terzo posto con 136 (-8), Dean Burmester e Dylan Frittelli, quest’ultimo 30enne di Johannesburg con un successo sul PGA Tour dove gioca ora dopo una prima parte di carriera sull’European Tour con due vittorie. Altri due sudafricani al quinto, distanziati di cinque colpi dalla vetta, Ruan Korb e Jacques Kruyswijk (139, -5), insieme al canadese Aaron Cockerill, all’austriaco Matthias Schwab e all’olandese Joost Luiten.
Zemmer ha girato in 75 (+3) colpi con un eagle, un birdie, quattro bogey e un doppio bogey, e Gagli in 73 (+1) con due birdie e tre bogey. Il montepremi è di 19,500,000 rand (circa 1.065.000 euro).
PRIMO GIRO - Aron Zemmer con un gran giro in 67 (-5) colpi è al comando, insieme ad altri cinque concorrenti, nel South African Open, torneo organizzato in combinata tra European Tour e Sunshine Tour, che si sta svolgendo sul percorso del Gary Player CC (par 72), a Sun City in Sudafrica, disegnato da un autentico mito del golf, appunto Gary Player, che in questa gara si è imposto per ben 13 volte, record assoluto.
Del resto è l’evento più sentito dai giocatori di casa che lo stanno dimostrando anche in questa occasione con ben otto di loro tra i primi dodici in graduatoria. Zemmer ha la compagnia di Christiaan Bezuidenhout, vincitore domenica scorsa dell’Alfred Dunhill Championship, Dean Burmester, Jacques Kruyswijk, Ruan Korb e dell’austriaco Matthias Schwab. Subito dietro, a un colpo, Dylan Frittelli, che gioca stabilmente sul PGA Tour dove ha ottenuto un successo dopo i due nella prima parte di carriera sull’European Tour, e il francese Matthieu Pavon (68, -4), e ancora, ottavi con 69 (-3), Neil Schietekat, Wilco Nienaber e Justin Walters in compagnia dell’inglese Toby Tree. Partenza in salita per Lorenzo Gagli, 94° con 76 (+4) e obbligato a cambiar marcia nel secondo turno per evitare il taglio.
Nello score di Zemmer sei birdie e un bogey, in quello del toscano due birdie, un bogey, un doppio bogey e un triplo bogey. Il montepremi è di 19,500,000 rand (circa 1.065.000 euro).
LA VIGILIA - Il South African Open, il torneo più sentito da tutti i giocatori di casa e firmato dai più famosi tra di loro, si disputa, come il precedente Alfred Dunhill Championship per la seconda volta in stagione, dopo l’edizione di gennaio, anomalia di un calendario più volte rivoluzionato per la pandemia. Organizzato in collaborazione tra European Tour e Sunshine Tour sul percorso del Gary Player CC, a Sun City (3-6 dicembre), nell’evento più longevo del Sudafrica, nato nel 1903, saranno in campo Lorenzo Gagli, teso a riscattare il taglio subito la scorsa settimana, e Aron Zemmer.
Favoriti naturalmente gli atleti sudafricani, che sono peraltro i più numerosi, tra i quali ricordiamo Christiaan Bezuidenhout, vincitore domenica scorsa dell’Alfred Dunhill Championship, George Coetzee, Dean Burmester, Garrick Higgo, Wilco Nienaber, Dylan Frittelli, 30enne di Johannesburg, che gioca stabilmente sul PGA Tour dove ha ottenuto un successo dopo i due nella prima parte di carriera sull’European Tour, e i past winner Brandon Stone (2016 ), Richard Sterne (2008) ed Hennie Otto (2011), a segno in due Open d’Italia (2008 -2014). Nel field anche l’inglese Ross McGowan, lo scozzese David Law, lo spagnolo Pablo Larrazabal, il polacco Adrian Meronk, il gallese Jamie Donaldson e il canadese Aaron Cockerill. Il montepremi è di 19,500,000 rand (circa 1.065.000 euro).
Il torneo su GOLFTV – GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it). trasmetterà la giornata finale del South African Open domenica 6 dicembre con collegamento dalle ore 11 alle ore 15,30. Commento di Isabella Calogero e di Giovanni Magni
Dominio della danese Emily Kristine Pedersen nell’Andalucia Costa del Sol Open de España, ultimo torneo stagionale del Ladies European Tour che ha vinto con 273 (68 71 68 66, -15) colpi sul percorso del Real Club de Golf Guadalmina (par 72), a San Pedro de Alcántara in Spagna, dove Lucrezia Colombotto Rosso si è classificata 40ª con 295 (72 73 74 76, +7).
Emily Kristine Pedersen, 24enne di Copenhagen, cinque successi sul circuito di cui quattro in stagione e tre negli ultimi tre eventi, si è anche imposta con largo margine nella Race To Costa del Sol (ordine di merito) che designa la miglior giocatrice della stagione.
La danese ha iniziato il giro finale con un colpo di vantaggio sulla spagnola Nuria Iturrioz che poi sono diventati quattro perché ha ulteriormente allungato il passo con un 66 (-6, sei birdie senza bogey) miglior parziale della sua prestazione e del turno. Il successo le ha reso un assegno di 90.000 euro su un montepremi di 600.000 euro.
Seconda la Iturrioz (277, -11) e terza un’altra iberica, Ana Pelaez (281, -7). In quarta posizione con 282 (-6) la finlandese Sanna Nuutinen e la marocchina Maha Haddioui e in sesta con 283 (-5) l’inglese Cloe Frankish, la francese Manon Gidali e la spagnola Azahara Muñoz, che sta svolgendo la sua carriera nel LPGA Tour statunitense.
Lucrezia Colombotto Rosso, 24enne torinese, ha portato a termine una buona stagione in cui ha espresso il suo valore tenendo una certa continuità di rendimento e conseguendo, tra l’altro, un quarto (Tipsport Czech) e un settimo posto (South African Open). E’ terminata 24ª nella money list.
TERZO GIRO - Cambio della guardia in vetta alla classifica dell’Andalucia Costa del Sol Open de España, ultimo torneo stagionale del Ladies European Tour in svolgimento sul percorso del Real Club de Golf Guadalmina (par 72), a San Pedro de Alcántara in Spagna, dove la danese Emily Kristine Pedersen (207 - 68 71 68, -9) ha superato la spagnola Nuria Iturrioz (208, -8), in vetta nei primi due turni, e dove Lucrezia Colombotto Rosso è 24ª con 209 (72 73 74, +3) colpi.
Emily Kristine Pedersen, 24enne di Copenhagen, quattro successi sul circuito di cui tre in stagione e due nelle precedenti gare in Arabia Saudita (Aramco Saudi International e Saudi Team International) la quale si appresta a divenire, comunque vada l’evento, regina nel LET 2020 essendo la sua posizione di leader della Race To Costa del Sol (ordine di merito) inattaccabile, ha rimontato con un 68 (-4) dovuto a due birdie e un eagle alla buca 18 che le ha permesso di rimanere sola al vertice con la Iturrioz che non è andata oltre il 72 del par (quattro birdie, quattro bogey).
In una classifica che si è di molto allungata seguono la marocchina Maha Haddioui, terza con 210 (-6), la spagnola Luna Sobron, quarta con 211 (-5), la scozzese Kelsey MacDonald, quinta con 212 (-4), e la francese Manon Gidali, sesta con 213 (-3). Lucrezia Colombotto Rosso, 14ª dopo due turni, ha ceduto posizioni con un 74 (+2, due birdie, quattro bogey).
Per recuperare il tempo perduto nelle due precedenti giornate di gara per maltempo, nel terzo giro le concorrenti sono partite con insoluta soluzione shotgun, ossia contemporaneamente da tutte le buche del campo. Il montepremi è di 600.000 euro.
SECONDO GIRO - La spagnola Nuria Iturrioz è la leader con 136 (66 70, -8) colpi dell’Andalucia Costa del Sol Open de España, ultimo torneo stagionale del Ladies European Tour, che viaggia con notevole ritardo sul percorso del Real Club de Golf Guadalmina (par 72), a San Pedro de Alcántara in Spagna. Dopo la sospensione del primo giro per la pioggia non si è riusciti a recuperare il tempo perduto e anche il secondo non è stato portato a compimento con la classifica provvisoria che potrà subire variazioni anche di peso. Fermata lungo il percorso Lucrezia Colombotto Rosso che, 14ª dopo ii turno d’apertura, nelle nove buche giocate (un birdie, un bogey) è salita in ottava posizione con un par possibile di miglioramento.
Nuria Iturrioz, 25enne di Palma di Maiorca, tre titoli sul LET e uno sul Symetra Tour statunitense, ha realizzato un 70 (-2, cinque birdie, tre bogey) che non le garantisce la leadership perché la scozzese Kelsey MacDonald, seconda con “meno 6”, ha ampie possibilità di sopravanzarla avendo ancora a disposizione undici buche. Ha concluso il turno la danese Emily Kristine Pedersen, tre successi in stagione di cui due nelle precedenti gare in Arabia Saudita (Aramco Saudi International e Saudi Team International), terza con 139 (-5), ma la finlandese Sanna Nuutinen, stesso “meno 5” ma sette buche ancora da giocare, ha le medesime chances della MacDonald. Tra le concorrenti giunte in club house sono al quinto posto con 143 (-1) l’inglese Meghan MacLaren e la tedesca Laura Fuenfstueck e all’ottavo con 144 (par) le francesi Manon Gidali e Astrid Vayson De Pradenne, l’inglese Alice Hewson e la norvegese Tonje Daffinrud. Il montepremi è di 600.000 euro.
PRIMO GIRO - Lucrezia Colombotto Rosso è al 14° posto con 72 (par) colpi nella classifica provvisoria dell’Andalucia Costa del Sol Open de España, ultimo torneo stagionale del Ladies European Tour, dove il giro iniziale non si è potuto concludere a causa della pioggia che ha fatto sospendere il gioco nel pomeriggio con 48 concorrenti fermate lungo il percorso del Real Club de Golf Guadalmina (par 72), a San Pedro de Alcántara in Spagna.
E’ al vertice con 67 (-5) la finlandese Sanna Nuutinen, 29enne di Helsinki, spesso in evidenza, ma ancora senza titoli sul circuito (sette birdie e un doppio bogey per lei), inseguita a un colpo dalla scozzese Kelsey MacDonald (68, -4). La loro posizione, però, non è molto solida poiché la tedesca Esther Henseleit, terza con “meno 3”, ha ancora otto buche per potersi prendere la leadership e hanno la stessa possibilità anche altre quattro proette al quarto posto con “meno 2”, la spagnola Nuria Iturrioz (fermata alla 10ª buca), la gallese Lydia Hall (13ª), l’inglese Alice Hewson (10ª) e la danese Emily Kristine Pedersen (10ª), tre successi in stagione di cui due nelle precedenti gare in Arabia Saudita (Aramco Saudi International e Saudi Team International) e che al termine della gara, comunque vada, sarà la regina 2020 del circuito, poiché prima con largo margine della Road To Costa del Sol, ossia l’ordine di merito. Il quartetto condivide la posizione con la tedesca Karolin Lampert, con la francese Celine Herbin e con l’iberica Luna Sobron, che hanno concluso con un 70 (-2).
Lucrezia Colombotto Rosso ha realizzato due birdie e due bogey. Il montepremi è di 600.000 euro.
LA VIGILIA - Si conclude la stagione del Ladies European Tour con l’Andalucia Costa Del Sol Open De España (26-29 novembre) sul percorso del Real Club De Golf Guadalmina, a San Pedro de Alcántara in Spagna. Lucrezia Colombotto Rosso sarà l’unica italiana in campo in un anno difficile per tutti, atlete e responsabili del circuito, per continui ritocchi al calendario e cancellazioni causa la pandemia, che alla fine hanno portato alla disputa di soli 12 eventi. La 24enne torinese, comunque, ha espresso il suo valore con una buona continuità, ottenendo, tra l’altro, un quarto posto (Tipsport Czech) e un settimo (South African Open).
Favorita d’obbligo la danese Emily Kristine Pedersen, tre successi in stagione di cui due nelle precedenti gare in Arabia Saudita (Aramco Saudi International e Saudi Team International) e che al termine della gara, comunque vada, sarà la regina 2020 del circuito, poiché prima con largo margine della Road To Costa del Sol, ossia l’ordine di merito.
Altre due le vincitrici stagionali, l’inglese Alice Hawson e la gallese Amy Boulden, in un field che comprende anche le spagnole Azahara Muñoz, Nuria Iturrios e Noemi Jimenez, le tedesche Esther Henseleit, Olivia Cowan e Laura Fuenfstueck, la svedese Caroline Hedwall, l’indiana Aditi Ashok e le emergenti slovene Pia Babnik e Katja Pogacar. Da seguire anche la sudafricana Lee-Anne Pace, 39enne di Paarl, nove titoli sul LET prima di varcare l’oceano per l’avventura americana fino ad ora con un solo successo. Il montepremi è di 600.000 euro.
Tre azzurre di talento al fianco delle big mondiali allo US Women's Open, il più prestigioso e antico dei cinque major femminili. Caterina Don, Benedetta Moresco e Alessia Nobilio parteciperanno, infatti, al torneo che si svolgerà dal 10 al 13 dicembre sui due percorsi (Jackrabbit e Cypress Creek) dei Champions Golf Club a Houston in Texas.
La presenza delle tre italiane in un field dove figureranno tutte le migliori giocatrici mondiali gratifica la Federazione Italiana Golf e l’intero movimento golfistico nazionale, rappresentando nel contempo una ulteriore testimonianza del valore tecnico e agonistico degli atleti azzurri, supportati dallo staff tecnico della FIG che permette loro di esprimersi al meglio, e che stanno da anni mietendo vittorie e riconoscimenti, sia in campo professionistico che dilettantistico, in tutto il mondo e in ogni fascia d’età. E che anche in questa stagione, purtroppo tormentata, hanno saputo cogliere 18 successi in eventi internazionali.
Le tre azzurre, che stanno studiando in College statunitensi, sono accomunate da una serie di successi individuali e, insieme, hanno preso parte a due Campionati Europei Girls a squadre in cui l’Italia ha conquistato una medaglia d’oro (2018) e una d’argento (2017).
Tutte hanno vinto quest’anno. Benedetta Moresco, 11ª nel World Amateur Golf Ranking, ha conquistato il titolo nell’Annika Invitational USA, Caterina Don (27ª) si è imposta nel Campionato Nazionale Open al Golf Nazionale, superando le migliori proette azzurre, e Alessia Nobilio (7ª WAGR) ha dominato nel Portuguese International Ladies Amateur ed è stata inserita nel ristretto numero di giocatrici in lizza per l’ANNIKA Award che designa la “player of the year” negli Stati Uniti per quel che concerne i College universitari.
Secondo successo consecutivo della danese Emily Kristine Pedersen, terzo stagionale e quarto in carriera sul Ladies European Tour che si è imposta con 202 (69 66 67, -14) nel Saudi Ladies Team International, completando poi il suo dominio imponendosi anche nella gara a squadre legata all’evento.
Sul percorso del Royal Greens Golf & Country Club (par 72) a King Abdullah Economic City in Arabia Saudita, nel penultimo evento stagionale del circuito, Lucrezia Colombotto Rosso
si è classificata al 31° posto con 217 (72 74 71, +1) colpi.
Emily Kristine Pedersen, 24enne di Copenhagen che gioca anche sul LPGA Tour, seconda dopo due turni, ha effettuato un impeccabile giro in 67 (-5, cinque birdie) colpi e ha superato la spagnola Luna Sobron, che era in vetta e che è stata agganciata al secondo posto dall’australiana Stephanie Kyriacou e dall’olandese Anne Van Dam (204, -12). In quinta posizione con 207 (-9) Charley Hull, in sesta con 208 (-8) le inglesi Eleanor Givens e Georgia Hall e in ottava con 209 (-7) la finlandese Ursula Wikstrom e la svedese Johanna Gustavsson.
Lucrezia Colombotto Rosso, 24enne torinese che sta portando a termine una bella stagione in cui ha ottenuto, tra l’altro, un quarto posto (Tipsport Czech) e un settimo (South African Open), ha segnato nel giro finale 71 (-1) colpi con tre birdie e un doppio bogey.
Dai successi alle difficoltà e ritorno. Dopo anni di purgatorio Renato Paratore ha ritrovato la vittoria. Negli Emirati Arabi Uniti ha dominato l’UAE Challenge, evento dell’HotelPlanner Tour, tornando a festeggiare una impresa a distanza di 1.723 giorni dall’ultima volta (British Masters sul DP World Tour nel luglio 2020). “Sono davvero felice. È stato un exploit importante perché non riuscivo ad affermarmi da molto tempo. Ho avuto dei dubbi e mi sono chiesto: ‘Ma riuscirò a tornare a vincere’? Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. E adesso, l’obiettivo del 2025, è quello di riconquistare la ‘carta’ per il massimo circuito continentale”, spiega Paratore in una intervista a cuore aperto sui canali federali. È la storia di un predestinato, quella di Paratore. Nato il 14 dicembre del 1996 a Roma, da dilettante ha conquistato prima lo Junior Orange Bowl nel 2013 a Miami (Usa), poi, nel 2014, il Portuguese International Amateur Championship a Palmela.
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Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925 che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano.
Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta
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