Nicola Montanaro

Nicola Montanaro

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Asian Tour: domina Ortiz, 48° Mazzoli

Il messicano Carlos Ortiz ha vinto con 269 (67 69 68 65, -19) colpi l’International Series Oman, il secondo evento stagionale dell’Asian Tour che ha avuto quale teatro di gara il percorso dell’Al Mouj Golf (par 72), a Muscat in Oman, e dove Stefano Mazzoli ha chiuso al 48° posto con 289 (69 70 73 77, +1).

Hanno dominato i giocatori della LIV Golf che, sono partiti in 21, con tre che hanno occupato le prime tre posizioni e altri cinque classificati in top ten.

Ortiz ha iniziato il round finale in vetta insieme a Louis Oosthuizen e poi lo ha distaccato con un 65 (-7) realizzando sette birdie tra le buche 6 e 14, mentre il sudafricano non è andato oltre un parziale di 69 (-3, quattro birdie, un bogey), terminando secondo con 273 (-15). Terzo atleta della Superlega sul podio il cileno Joaquin Niemann con 274 (-14).

Ortiz, 32enne di Guadalajara, ha firmato il primo titolo sull’Asian Tour per un palmarès che comprende anche un successo sul PGA Tour, tre su Web.com Tour (attuale Korn Ferry Tour) e due sulla Gira de Golf Professional Mexicana, mentre ha perso un torneo al playoff sulla LIV Golf. Per l’exploit ha ricevuto un assegno di 360.000 dollari su un montepremi di 2.000.000 di dollari.

Altri cinque i giocatori della Lega separatista alle spalle del trio di testa: il cileno Mito Pereira, quarto con 275 (-13) insieme all’australiano Maverick Antcliff, lo statunitense Peter Uihlein, sesto con 276 (-12), l’altro americano Matthew Wolff, settimo con 277 (-11) alla pari con il giapponese Takumi Kanaya e con il coreano Mingyu Cho. Quindi lo spagnolo David Puig e l’australiano Lucas Herbert, decimi con 278 (-10), stesso punteggio del thailandese Prom Meesawat e dell’altro australiano Travis Smyth.

Stefano Mazzoli ha perso posizioni nel finale per un inatteso 77 (+5). Comunque nei primi due tornei sul circuito, per il quale ha preso la ‘carta’ con l’ottavo posto nella Qualifying School, è andato sempre a premio (31° nel precedente Malaysian Open), mostrando momenti di ben gioco.

 

LA VIGILIA - Secondo impegno sull’Asian Tour per Stefano Mazzoli, da quando ha conquistato la ‘carta’ per la stagione 2024 con l’ottavo posto nella finale della Qualifying School in Thailandia. Sarà al via dell’International Series Oman che avrà luogo dal 22 al 25 febbraio sul percorso dell’Al Mouj Golf, a Muscat in Oman, con la partecipazione di 144 concorrenti.

Il field è delle migliori occasioni perché saranno in gara 21 degli attuali 54 giocatori che militano nella LIV Golf, tutti a caccia di punti per entrare tra i primi 50 del World Ranking che potranno partecipare al The Masters, il primo Major stagionale (Augusta, Georgia, 11-14 aprile). Devono ricorrere a un torneo dell’Asian Tour perché gli eventi del loro circuito non sono riconosciuti per la classifica mondiale.

Tra i 21 presenti, al momento solo tre sono nella top 100: l'australiano Lucas Herbert (80°), il cileno Joaquin Niemann (81°) e il sudafricano Dean Burmester (95°), con gli ultimi due che sono già sicuri di prendere parte al The Open, il quarto e ultimo Major dell’anno (18-21 luglio, Royal Troon GC, Scozia), essendosi assucurati il posto nelle Qualifying Series di dicembre 2023. Tra gli altri in campo ricordiamo gli iberici David Puig, a segno la scorsa settimana nel Malaysian Open, ed Eugenio Chacarra, i messicani Abraham Ancer e Carlos Ortiz, il colombiano Sebastian Muñoz, lo statunitense Matthew Wolff, il cileno Mito Pereira e i sudafricani Branden Grace e Charl Schwartzel.

Tra i giocatori che frequentano il tour orientale molti hanno le qualità per proporsi come protagonisti: tra costoro gli indiani Gaganjeet Bhullar e Veer Ahlawat, il filippino Miguel Tabuena, i thailandesi Poom Saksansin, Jazz Janewattananond e Prom Meesawat, lo statunitense Sihwan Kim, il giapponese Hideto Tanihara, il coreano Bio Kim, l’inglese Steve Lewton, l’australiano Kevin Yuan e Taichi Kho di Hong Kong.

Stefano Mazzoli è atteso a una conferma dopo quanto espresso in Malesia dove per tre round è stato tra i top 17, accusando poi un leggero cedimento nel giro conclusivo (31°) che non ha inficiato assolutamente ciò che di buono ha fatto in precedenza. Il montepremi è di 2.000.000 di dollari.

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PGA Tour: Knapp sorpresa, 2° Valimaki

Primo successo in carriera sul PGA Tour per Jake Knapp. A Vallarta, l'americano con un totale di 265 (67 64 63 71, -19) ha conquistato il Mexico Open superando di due colpi il finlandese Sami Valimaki, 2/o con 267 (-17) davanti al tedesco Stephan Jager, al taiwanese Pan Cheng-tsung e allo statunitense Justin Lower, tutti terzi con 270 (-14).

Vittoria speciale per Knapp, che ha dedicato l'impresa al nonno morto lo scorso aprile. "Sarebbe orgoglioso, entusiasta di questo risultato così bello quanto inaspettato", la soddisfazione di Knapp. All'età di 29 anni, 8 mesi e 25 giorni il californiano ha coronato uno dei suoi sogni da bambino: imporsi sul PGA Tour. E lo ha fatto da "rookie", alla nona gara in carriera sul circuito. In vetta al termine del terzo round, nel quarto sul percorso del Vidanta Vallarta (par 71) ha realizzato due birdie e altrettanti bogey, riuscendo a far sua la competizione.

Non male per uno che è diventato professionista nel 2016 e nel maggio 2022 era numero 1.476 al mondo. Due anni fa, per via dei non eccellenti risultati sul green e una situazione economica difficile, Knapp ha deciso di cominciare a lavorare come buttafuori in un locale della sua città natale, Costa Mesa.

Poi, durante un matrimonio ha incontrato quello che ha cambiato la sua prospettiva sportiva, uno psicologo che lo ha aiutato a riprendere consapevolezza nei suoi mezzi. E così prima sono arrivate tre vittorie sul PGA Tour Canada e poi l'affermazione in Messico sul massimo circuito americano maschile che gli ha fruttato 1.458.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 8.100.000. Non solo: Knapp si è ora assicurato un'esenzione per giocare fino al 2026 sul PGA Tour e quest'anno si appresta a disputare tornei clou come il The Masters, il PGA Championship e il The Players. Da 101°a 52° nel ranking mondiale, Knapp è adesso ottavo nella FedEx Cup.

Nel torneo delle sorprese, il Mexico Open, soddisfazione importante anche per il finlandese Valimaki che ha festeggiato il suo miglior piazzamento sul tour. E’ uscito al taglio Francesco Molinari 97° con 144 (74 70, +2).

 

TERZO GIRO - Lo statunitense Jake Knapp è al vertice con 194 (67 64 63, -19) colpi a un giro dal termine del Mexico Open, che si sta giocando sul percorso del Vidanta Vallarta Golf Club (par 71), a Vallarta in Messico.

Lo seguono con 198 (-15) il finlandese Sami Valimaki e con 201 (-12) Chan Kim, il canadese Ben Silverman e lo svedese Henrik Norlander. In sesta posizione con 202 (-12) Justin Lower, lo scozzese Robert MacIntyre, il sudafricano Erik Van Rooyen e l’inglese Matt Wallace. E’ uscito al taglio dopo 36 buche Francesco Molinari (144 - 74 70, +2). Il montepremi è di 8.100.000 dollari con prima moneta di 1.458.000 dollari.

 

SECONDO GIRO - Nuova uscita al taglio sul PGA Tour per Francesco Molinari. A Vallarta, nel Mexico Open, il torneo del torinese è finito dopo 36 buche. Con uno score di 144 (74 70, +2) colpi, nonostante un secondo round in 70 (-1), con quattro birdie e tre bogey, è stato eliminato dalla competizione. Per il piemontese l'opportunità di riscatto arriverà dal 29 febbraio al 3 marzo nel Cognizant Classic in The Palm Beaches, in Florida.

Sul percorso del Vidanta Vallarta Golf Club (par 71) bagarre in vetta dove il messicano Alvaro Ortiz (67 64) guida la classifica insieme all'inglese Matt Wallace (66 65), al finlandese Sami Valimaki (64 67) e all'americano Jake Knapp (67 64). I quattro leader, con un totale di 131 (-11), precedono di un colpo il sudafricano Erik Van Rooyen, quinto con 132 (-10) e da solo in testa al termine delle prime 18 buche. Il Mexico Open, arrivato quest'anno alla 64esima edizione, mette in palio 8.100.000 dollari.

 

PRIMO GIRO - Francesco Molinari, 116° con 74 colpi (+3, un birdie, quattro bogey) dopo il primo giro, rischia di uscire al taglio nel Mexico Open at Vidanta, il torneo del PGA Tour che si sta svolgendo al Vidanta Vallarta Golf (par 71) di Vallarta in Messico.

Ha preso il comando con 63 (-8, due eagle, cinque birdie, un bogey) il sudafricano Erik van Rooyen, 34enne di Bellville con due successi sul circuito, l’ultimo nel World Wide Technology Championship nello scorso novembre, uno sul DP World Tour, uno sul Sunshine Tour e uno sul Challenge Tour.

Sulla sua scia il finlandese Sami Valimaki, secondo con 64 (-7), e al terzo posto con 65 (-6) David Lipsky, lo svedese Henrik Norlander, il cileno Cristobal Del Solar e il sudafricano MJ Daffuer. Al settimo con 66 (-5) otto concorrenti tra i quali Cameron Champ, il danese Thorbjorn Olesen e l’inglese Matt Wallace e al 29° con 69 (-2) Tony Finau, che difende il titolo. Il montepremi è di 8.100.000 dollari con prima moneta di 1.458.000 dollari.

 

LA VIGILIA - Francesco Molinari torna in campo dopo tre settimane di sosta per prendere parte sul PGA Tour al Mexico Open at Vidanta, che avrà luogo dal 22 al 25 febbraio al Vidanta Vallarta Golf di Vallarta in Messico.

In un evento disertato dai big difende il titolo Tony Finau, 34enne di Salt Lake City (Utah) con sei successi sul circuito, l’ultimo proprio in Messico, numero 24 del World Ranking e unico presente tra i primi 30 in graduatoria. Nel field gli statunitensi Ryan Moore, Cameron Champ, Ryan Palmer, Brandt Snedeker, Scott Stallings e Troy Merritt (a segno nel 2009), il canadese Mackenzie Hughes, lo svedese Vincent Norrman, due vittorie lo scorso anno sul DP World Tour anche se gioca stabilmente negli Stati Uniti, e il giapponese Ryo Hisatsune. Proveranno a recitare il ruolo di profeti in patria gli altri due past winner dei quattro in gara, i messicani Alvaro Ortiz (2021) e Sebastian Vazquez (2016).

Al via numerosi giocatori che frequentano il tour europeo tra i quali citiamo i danesi Nicolai Hojgaard e Thorbjorn Olesen, lo scozzese Robert MacIntyre, lo spagnolo Jorge Campillo, il francese Victor Perez, l’inglese Aaron Rai, il finlandese Sami Valimaki e lo svedese Alexander Bjork.

Francesco Molinari ha disputato a fine gennaio il Farmers Insurance Open classificandosi 73°, un risultato servito a interrompere la serie negativa sul circuito statunitense relativa alla seconda parte della stagione 2023. Naturalmente è atteso a un naturale miglioramento della condizione che, a inizio anno, non può essere ottimale. Il montepremi è di 8.100.000 dollari con prima moneta di 1.458.000 dollari.

La storia - Il torneo, nato nel 1944 e giunto alla 64ª edizione, è approdato sul PGA Tour solo dal 2022 dopo aver fatto parte dei calendari del Nationwide Tour poi divenuto Web.com Tour (oggi Korn Ferry Tour), del Challenge Tour, del Tour de Las Americas e del PGA Tour Latinoamerica. Pochi i plurivincitori con recordman lo statunitense Al Espinosa, autore di una quaterna consecutiva nei primi quattro anni di vita dell’evento (1944-1947). Tre titoli per l’argentino Roberto De Vicenzo e due per il messicano Ernesto Perez Acosta e per gli americani Lee Trevino, Stewart Cink, Tony Holguin e Tony Lema, gli ultimi due, oltre a Espinosa, autori della doppietta di fila.

La gara su Discovery Plus e su Eurosport 2 - Il Mexico Open at Vidanta sarà teletrasmesso su Discovery Plus e su Eurosport 2 ai seguenti orari su entrambe le piattaforme: giovedì 22 febbraio e venerdì 23, dalle ore 22 alle ore 1; sabato 24 e domenica 25, dalle ore 19 alle ore 24. Commento di Maurizio Trezzi e di Federico Colombo.

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DP Tour: prevale Van Driel, Scalise 11°

L'olandese Darius Van Driel ha firmato il suo primo titolo sul DP World Tour vincendo con 270 (66 69 68 67, -14) colpi, dopo una corsa di testa, il Magical Kenya Open sul percorso del Muthaiga GC (par 71), a Nairobi in Kenya, dove ha offerto una bella prova Lorenzo Scalise, 11° con 276 (68 68 72 68, -8). Più indietro Edoardo Molinari, 56° con 282 (71 68 72 71, -2).

Darius Arjen Joel Van Driel, 34enne di Leidschendam nel cui palmares figurano due successi sul Challenge Tour (Euram Bank Open 2018 e Rolex Trophy 2019) e uno sull’Alps Tour (Open International de Marcilly, 2015) dove ha mosso i primi passi nell’anno in cui è passato tra i pro, ha iniziato il terzo round alla pari con Manuel Elvira, che poi ha ceduto terminando quarto con 273 (-11) insieme al connazionale Adrian Otaegui e all’inglese Matthew Jordan. L’olandese, dopo una partenza guardinga con un birdie su nove buche, ha cambiato passo con un eagle alla 10ª per poi completare il 67 (-4) vincente con due birdie nel finale, dopo un bogey. Ha lasciato a due colpi l’inglese Joe Dean e l’iberico Nacho Elvira, secondi con 272 (-12), e ha ricevuto un assegno di 425.000 dollari su un montepremi di 2.500.000 dollari.

In settima posizione con 274 (-10) i due scozzesi Connor Syme ed Ewen Ferguson e in nona con 275 (-9) il sudafricano Deon Germishuys e il francese Jeong weon Ko.

Lorenzo Scalise è stato sempre in alta classifica. Ha cominciato all’ottavo posto giungendo all’11° dopo essere passato per il quarto e il 15°. Nel round conclusivo ha rimediato a una falsa partenza (due birdie e tre bogey sulle prime nove buche) con quattro birdie nel rientro per il 68 (-3). Molinari ha girato in 71 (par) con due birdie e due bogey. Sono usciti al taglio Pietro Bovari, 72° con 143 (+1), Guido Migliozzi, 101° con 146 (+4), Filippo Celli, 111° con 147 (+5), Andrea Pavan, 116° con 148 (+6), e Renato Paratore, 128° con 151 (+9).

Il torneo, nato nel 1967, è giunto alla 55ª edizione, però è solo la sesta inserita nel calendario del DP World Tour (ma nel 2020 non si è giocato per la pandemia) con Guido Migliozzi che vinse nella prima (2019). Gli altri due successi azzurri di Edoardo Molinari (2007) e di Lorenzo Gagli (2018) quando l’evento faceva parte del Challenge Tour.

 

TERZO GIRO - Italiani a marcia indietro nel terzo giro del Magical Kenya Open dove Lorenzo Scalise è sceso dal quarto al 15° posto con 208 (68 68 72, -5) ed Edoardo Molinari dal 22° al 43° con 211 (71 68 72, -2).

Nel torneo del DP World Tour, che si sta svolgendo sul percorso del Muthaiga GC (par 71), a Nairobi in Kenya, è rimasto ancora al comando per la terza tornata consecutiva l’olandese Darius Van Driel con 203 (66 69 68, -10), ma è cambiato il suo compagno di viaggio, che ora è lo spagnolo Manuel Elvira (70 66 67), mentre ha ceduto il finlandese Tapio Pulkkanen, sceso in sesta posizione con 206 (-7).

In terza con 205 (-8) lo scozzese Connor Syme, l’inglese Joe Dean e il sudafricano Ryan Van Velzen, mentre affiancano Pulkkanen l’inglese Sam Hutsby, lo scozzese Ewen Ferguson, il sudafricano Deon Germishyus e l’iberico Nacho Elvira.

Sono usciti al taglio: Pietro Bovari, 72° con 143 (+1), Guido Migliozzi, 101° con 146 (+4), Filippo Celli, 111° con 147 (+5), Andrea Pavan, 116° con 148 (+6), e Renato Paratore, 128° con 151 (+9). Il montepremi è di 2.500.000 dollari con prima moneta di 425.000 dollari.

 

SECONDO GIRO - A Nairobi, ancora una buona prova di Lorenzo Scalise che, nel Magical Kenya Open, è risalito dall’ottava alla quarta posizione con uno score di 136 (68 68, -6). Nel torneo del DP World Tour, a metà gara l'azzurro è distante un solo colpo dalla vetta occupata, con 135 (-7), non più solo dall'olandese Darius Van Driel (66 69) ma anche dal finlandese Tapio Pulkkanen (67 68) e dallo scozzese Connor Syme (67 68).

Sul percorso del Muthaiga GC (par 71), Scalise ha fatto registrare il secondo parziale consecutivo in 68 (-3). Partito dalla buca 10, ha realizzato quattro birdie, di cui tre nelle prime nove, con un bogey. Insieme al 28enne di Vimercate ha superato il taglio anche Edoardo Molinari, che ha rimontato 34 posizioni ed è ora 22° con 139 (71 68, -3) dopo un secondo giro in 68 (-3), con cinque birdie e due bogey. Sono invece usciti al taglio: Pietro Bovari, 72° con 143 (+1), Guido Migliozzi, 101° con 146 (+4), Filippo Celli, 111° con 147 (+5), Andrea Pavan, 116°con 148 (+6), e Renato Paratore, 128° con 151 (+9).

Con Scalise, al quatro posto si trovano pure lo spagnolo Manuel Elvira, lo scozzese Ewen Ferguson e l'inglese Sam Hutsby. Classifica corta in Kenya dove il montepremi è di 2.500.000 dollari, di cui 425.000 andranno al vincitore. Nella storia del torneo, nato nel 1967 e arrivato alla 55 ª   edizione, l'Italia vanta già tre successi: i primi due, firmati rispettivamente da Edoardo Molinari (2007) e Lorenzo Gagli (2018), sono arrivati quando l'evento faceva parte del Challenge Tour, il secondo circuito europeo maschile. Mentre Migliozzi, nel 2019, si è imposto sull'allora European Tour (che oggi si chiama DP World Tour).

 

PRIMO GIRO - A Nairobi, nel Magical Kenya Open, Lorenzo Scalise ha chiuso il primo giro del torneo del DP World Tour all'8/o posto con uno score di 68 (-3). Miglior azzurro tra i sette in gara, il 28enne di Vimercate è distante due colpi dalla vetta occupata, con 66 (-5), dall'olandese Darius Van Driel, protagonista con un eagle e cinque birdie, con due bogey.

Bagarre al 2/o posto (67, -4) condiviso dall'olandese Daan Huizing, dal francese Frederic Lacroix, dallo scozzese Connor Syme, dal tedesco Yannick Schuetz, dal sudafricano Ryan Van Velzen e dal finlandese Tapio Pulkkanen.

Sul percorso del Muthaiga GC (par 71), Scalise - partito dalla buca 10 - ha realizzato sei birdie, con tre bogey. Dietro il lombardo, entrambi 38/i con 70 (-1), ecco il Guido Migliozzi e Pietro Bovari. Più indietro Edoardo Molinari e Andrea Pavan, 56/i con 71 (par). In ritardo Filippo Celli, 74/o con 72 (+1), e Renato Paratore, 91/o con 73 (+2). Il Magical Kenya Open, che quest'anno mette in palio 2.500.000 dollari, di cui 425.000 andranno al vincitore, ha già parlato tre volte italiano. Sia Edoardo Molinari (2007) che Lorenzo Gagli (2018) hanno vinto la competizione quando però faceva ancora parte del Challenge Tour, mentre nel 2019 il vicentino Migliozzi ha fatto suo il torneo sull'allora European Tour (oggi DP World Tour).

 

LA VIGILIA - Guido Migliozzi, Edoardo Molinari, Renato Paratore, Lorenzo Scalise, Andrea Pavan, Filippo Celli e Pietro Bovari saranno sul tee di partenza del Magical Kenya Open che si disputerà dal 22 al 25 febbraio sul percorso del Muthaiga Golf Club, a Nairobi in Kenya. Migliozzi (2019) e Molinari (2007) saranno due dei quattro past winner in campo insieme al cinese Ashun Wu (2022) e al sudafricano Justin Harding (2021). Un altro italiano nell’albo d’oro, Lorenzo Gagli, che si impose nel 2018.

Nel field i nomi di due vincitori stagionali, il giapponese Rikuya Hoshino, suo il precedente Commercial Bank Qatar Masters, e il sudafricano Dylan Frittelli, a segno nel Ras Al Khaimah Championship, annunciati in gran forma e d’obbligo tra i favoriti in un contesto, però, in cui non ci sarà nulla di scontato. Infatti saranno tanti i pretendenti al titolo tra i quali ricordiamo gli spagnoli Adrian Otaegui e Nacho Elvira, gli scozzesi Ewen Ferguson e Marc Warren, l’inglese Oliver Wilson, lo svedese Simon Forsstrom, i sudafricani Thriston Lawrence e Thomas Aiken, il giapponese Masahiro Kawamura, secondo lo scorso anno, il malese Gavin Green e il thailandese Kiradech Aphibarnrat. Da seguire anche il coreano Jeunghun Wang e lo statunitense John Catlin, reduci dal secondo e terzo posto nell’IRS Prima Malaysian Open (Asian Tour), e David Ravetto, che la scorsa settimana ha ottenuto il primo successo sul Challenge Tour (Dimension Data Pro-Am). Assente il campione in carica, lo spagnolo Jorge Campillo, impegnato sul PGA Tour.

Il torneo, nato nel 1967, è giunto alla 55ª edizione, però è solo la sesta inserita nel calendario del DP World Tour (ma nel 2020 non si è giocato per la pandemia) con Migliozzi che vinse nella prima. L’evento ha fatto parte del Safari Circuit, dell’Asian Golf Circuit/Far East Circuit e poi dal 1991 al 2018 è entrato nel Challenge Tour, periodo in cui hanno prevalso Molinari e Gagli. Solo due i plurivincitori: l’inglese Maurice Brembridge (1968, 1969, 1979) e l’olandese Jan Dorrestein (1970, 1973). Nell’albo d’oro tre Major Champions: lo spagnolo Severiano Ballesteros (1978), il gallese Ian Woosnam (1986) e il sudafricano Trevor Immelman (2000).

La stagione è iniziata per tutti gli azzuri in modo altalenante. Non è mancato qualche acuto, ma sostanzialmente ognuno sta ancora cercando il passo giusto. Sono andati a premio nel Qatar Masters Celli e Migliozzi, che hanno espresso brani di bel gioco pur tra qualche amnesia. In cerca di riscatto Molinari, Paratore, Scalise e Pavan che sono usciti al taglio. Sarà alla sesta gara Bovari, la terza sul circuito maggiore (le altre sul Challenge Tour), che nelle due precedenti ha ottenuto un 29° posto nell’Australian PGA. Il montepremi è di 2.500.000 dollari (circa 2.300.000 euro) con prima moneta di 425.000 dollari (circa 395.000 euro).

Il torneo su Sky - Il torneo su Sky e in streaming su NOW - Il Magical Kenya Open sarà teletrasmesso da Sky e in streaming su NOW ai seguenti orari: giovedì 22 febbraio e venerdì 23, dalle ore 11 alle ore 16 (Sky Sport Golf e NOW); sabato 24, dalle ore 10,30 alle ore 15 (Sky Sport Golf, Sky Sport Uno e NOW); domenica 25, dalle ore 10 alle ore 15 su Sky Sport Golf e NOW e dalle ore 10 alle ore 12,30 su Sky Sport Uno. Commento di Silvio Grappasonni, Alessandro Lupi, Roberto Zappa, Marco Cogliati e di Michele Gallerani.

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Challenge: titolo a Ravetto, italiani out

Il 26enne francese David Ravetto ha vinto a sorpresa con 274 (68 66 71 69, -15) colpi la Dimension Data Pro-Am, evento del Challenge Tour, organizzato in collaborazione con il Sunshine Tour, che si è disputato con formula pro-am (un pro e un amateur) al Fancourt Golf Estate, di George in Sudafrica, sui tre percorsi del Montagu Course (par 72), dell’Outeniqua Course (par 72) e del The Links Course (par 73), disegnati dal grande campione Gary Player.

Ravetto ha superato di due colpi l’inglese Sam Hursby, secondo con 276 (-13), e di quattro lo spagnolo Victor Pastor e i sudafricani Robin Williams ed Hennie Du Plessis, terzi con 278 (-11). Altri tre giocatori di casa subito dietro: Zander Lombard e Brandon Stone, sesti con 279 (-10), e JC Ritchie, ottavo con 289 (-9).

Sono usciti al taglio i due italiani in gara: Luca Cianchetti, 79° con 219 (69 74 76, +2) e Pietro Bovari, 151° con 235 (82 79 74, +18)

 

TERZO GIRO - Cianchetti, 79° con 219 (69 74 76, +2) e Pietro Bovari, 151° con 235 (82 79 74, +18), sono usciti al taglio dopo il terzo giro del Dimension Data Pro-Am, evento del Challenge Tour, organizzato in collaborazione con il Sunshine Tour, che si sta giocando con formula pro-am (un pro e un amateur) al Fancourt Golf Estate, di George in Sudafrica, sui tre percorsi del Montagu Course (par 72), dell’Outeniqua Course (par 72) e del The Links Course (par 73).

Ha mantenuto la leaership con 205 (68 66 71, -12) il francese David Ravetto che inizierà il round conclusivo con due colpi di vantaggio sul sudafricano Franklin Manchest, secondo con 207 (-10). In terza posizione con 208 (-9) altri due transalpini, Benjamin Hebert e Pierre Pineau, insieme all’inglese Sam Hutsby e chanche di competere per il titolo anche per i sudafricani Luca Filippi, Hennie Du Plessis, Zander Lombard, Robin Williams e Louis Albertse, lo spagnolo Victor Pastor e Benjamin Follett-Smith dello Zimbabwe, sesti con 209 (-8). Il montepremi è di sette milioni di rand (circa 340.000 euro.

 

SECONDO GIRO - Il francese David Ravetto è passato a condurre con 134 (68 66, -10) colpi dopo il secondo giro della Dimension Data Pro-Am, il terzo evento stagionale del Challenge Tour, organizzato in collaborazione con il Sunshine Tour, che si sta giocando con formula pro-am (un pro e un amateur) al Fancourt Golf Estate, di George in Sudafrica, sui tre percorsi del Montagu Course (par 72), dell’Outeniqua Course (par 72) e del The Links Course (par 73).

Due gli italiani in campo: Luca Cianchetti, sceso dal 24° al 38° posto con 143 (69 73, -1), e Pietro Bovari, 152° con 161 (82 79, +16), rimasto nelle retrovie.

Il leader precede di un colpo il sudafricano Louis Albertse, uno dei favoriti, secondo con 135 (-9), il connazionale Pierre Pineau e il sudafricano Zander Lombard, terzi con 136 (-8). Al quarto posto con 137 (-7) l’inglese Sam Hutsby. Il montepremi è di sette milioni di rand (circa 340.000 euro).

 

PRIMO GIRO - Buona partenza di Luca Cianchetti, 24° con 69 (-3) colpi, e giornata da dimenticare per Pietro Bovari, 150° con 82 (+9): è il responso del primo giro della Dimension Data Pro-Am, il terzo evento stagionale del Challenge Tour, organizzato in collaborazione con il Sunshine Tour, che si sta giocando con formula pro-am (un pro e un amateur) al Fancourt Golf Estate, di George in Sudafrica, sui tre percorsi del Montagu Course (par 72), dell’Outeniqua Course (par 72) e del The Links Course (par 73).

E’ al comando con 63 (-9) il sudafricano Bryce Easton, che ha due colpi di vantaggio sul francese Benjamin Hebert (65, -7). Al terzo posto con 66 (-6) altri quattro giocatori di casa, Luca Filippi, Stefan Wears-Taylor, Jacques Blaauw e Daniel Van Tonder insieme allo spagnolo Victor Pastor. All’ottavo con 67 (-5) ancora sei sudafricani, Jaco Ahlers, Hennie Du Plessis, Brandon Stone, Oliver Bekker, MJ Viljoen e Trevor Fisher jr alla pari con il danese Nicolai Kristensen. Il montepremi è di sette milioni di rand (circa 340.000 euro).

 

LA VIGILIA - Pietro Bovari e Luca Cianchetti prendono parte alla Dimension Data Pro-Am, il terzo evento stagionale del Challenge Tour, organizzato in collaborazione con il Sunshine Tour. Si gioca al Fancourt Golf Estate, di George in Sudafrica, sui tre percorsi del Montagu Course (par 72), dell’Outeniqua Course (par 72) e del The Links Course (par 73) disegnati dal grande campione Gary Player, con formula Pro-Am (un pro e un dilettante) sulla distanza di 72 buche. I concorrenti si alterneranno per tre round sui tre tacciati, poi il taglio lascerà in gara i primi 60 pro, e i pari merito al 60° posto, e le prime 26 coppie che concluderanno la gara sul Montagu Course.

Nella 29ª edizione dell’evento, la sesta in combinata con il Challenge Tour, difende il titolo Oliver Bekker, 36enne di Pretoria con otto successi sul circuito di casa, che si è imposto anche nel 2012, uno dei tre autori di una doppietta insieme a Darren Fichardt e a Nick Price (che l’ha realizzata consecutivamente), assenti. Saranno invece presenti altri past winner, alcuni in grado di raddoppiare, come Wilko Nienaber (2021) Jaco Ahlers (2018) e Jaco Van Zyl (2013) e altri con meno chance di riuscire nell’impresa quali James Kamte (2008) ed Hennie Otto (2011) nel cui palmarès figurano due Open d’Italia (2008, 2014).

Nel field vi sono comunque numerosi giocatori che possono competere per il successo tra i quali ricordiamo i due vincitori stagionali, Mikael Lindberg, a segno nel Bain's Whisky Cape Town Open, e il gallese Rhys Enoch, suo lo SDC Open, i sudafricani Ryan Van Velzen, secondo a Città del Capo dopo playoff, Shaun Norris, Rupert Kaminski, Brandon Stone, Louis Albertse, Zander Lombard, Thomas Aiken e Justin Walker, gli inglesi  Sam Hutsby e Laurie Canter, lo scozzese Euan Walker, l’olandese Lars Van Meijel, il danese Rasmus Neergaard-Petersen. In campo anche Ross McGowan, che ha conquistato l’Open d’Italia nel 2020.

Cianchetti è al debutto sul circuito, dove ha comunque alcune presenze anche negli anni precedenti, mentre Bovari è alla quinta gara con le prime due giocate sul DP World Tour in Australia, con un 29° posto nel Fortinet Australian PGA Championship, e le altre due sul Challenge Tour in Sudafrica con la 37ª piazza la scorsa settimana a Città del Capo. Il montepremi è di sette milioni di rand (circa 340.000 euro).

La thailandese Patty Tavatanakit è stata l’autentica dominatrice dell’Aramco Saudi Ladies International Presented by PIF, che ha vinto con 270 (66 70 69 65, -18) colpi dopo una corsa di testa.

Sul percorso del Riyadh Golf Club (par 72), a Riyadh in Arabia Saudita, ha offerto un’altra buona prestazione Alessandra Fanali, che si è classificata 14ª con 285 (69 74 68 74, -3), dando un buon seguito al secondo posto della scorsa settimana nel Magical Kenya Open, evento inaugurale del Ladies European Tour.

Patty Tavatanakit, dove Patty è più pratico del nome Paphangkorn, 24 anni, giocatrice del LPGA Tour, ha aggiunto il primo titolo sul circuito europeo a un albo d’oro inaugurato con un Major (ANA Inspiration, 2021), dopo tre successi sul Symetra Tour (ora Epson Tour). È stato un autentico dominio della thailandese, che non ha mai abbasato i ritmi, aumentando progressivamente il vantaggio fino a portarlo a sette colpi con un 65 finale (-7, un eagle, sei birdie, un bogey) sulla seconda, la tedesca Esther Henseleit (277, -11). Per la prodezza è stata gratificata con un assegno di 697.743 dollari su un montepremi di 5.000.000 di dollari.

In terza posizione con 279 (-9) la giapponese Minami Katsu e l’inglese Charley Hull, in quinta con 280 (-8) la thailandese Chanettee Wannasaen, in sesta con 281 (-7) la danese Emily Kristine Pedersen e in settima con 282 (-6) la coreana So Mi Lee, l’inglese Alice Hewson e la filippina Yuka Saso, naturalizzata giapponese.

Alessandra Fanali anche in questo secondo impegno dell’anno ha fatto gara in alta classifica, con qualche pausa nel secondo giro e poi nel quarto, che ha concluso con un 74 (+2, due birdie, quattro bogey). Non ha superato il taglio dopo 36 buche l’altra azzurra in campo, Virginia Elena Carta, al debutto stagionale, 81ª con 150 (77 73, +6).

 

TERZO GIRO - Alessandra Fanali, con un bel giro in 68 (-4, quattro birdie senza bogey) colpi, si è portata dal 17° al settimo posto con 211 (69 74 68, -5) a un giro dal termine dell’Aramco Saudi Ladies International Presented by PIF, seconda gara stagionale del Ladies European Tour che si conclude con la disputa del quarto round sul percorso del Riyadh Golf Club (par 72), Riyadh in Arabia Saudita.

Ha continuato la sua corsa di testa la thailandese Patty Tavatanakit, 24 anni, giocatrice del LPGA Tour e albo d’oro sul circuito inaugurato con un major (ANA Inspiration, 2021), dopo tre successi sul Symetra Tour (ora Epson Tour). Con un parziale di 69 (-3, quattro birdie, un bogey) e lo score di 205 (66 70 69, -11) ha ulteriormente allungato il passo portando a tre lunghezze il vantaggio sulla seconda, la tedesca Esther Henseleit (208, -8).

In terza posizione con 209 (-7) la danese Emily Kristine Pedersen e l’inglese Charley Hull e al quinto con 210 (-6) la coreana Amy Yang e la belga Manon De Roey. Affiancano Alessandra Fanali la filippina Yuka Saso, naturalizzata giapponese, l’inglese Georgia Hall e la thailandese Chanettee Wannasaen.

E’ uscita al taglio dopo 36 buche l’altra azzurra in gara Virginia Elena Carta, 81ª con 150 (77 73, +6). Il montepremi è di cinque milioni di dollari.

 

SECONDO GIRO - Ha rallentato Alessandra Fanali, da quinta a 17ª con 143 (68 74, -1) colpi, nel secondo giro delll’Aramco Saudi Ladies International Presented by PIF, seconda gara stagionale del Ladies European Tour che si sta svolgendo sul percorso del Riyadh Golf Club (par 72), Riyadh in Arabia Saudita. L’azzurra è comunque rimasta tra le top 20, mentre non è stato felice il debutto nel 2024 di Virginia Elena Carta, uscita al taglio (81ª con 150 - 77 73, +6).

E’ rimasta al comando con 136 (66 70, -8) la thailandese Patty Tavatanakit, 24 anni, giocatrice del LPGA Tour e albo d’oro sul circuito inaugurato con un major (ANA Inspiration, 2021), dopo tre successi sul Symetra Tour (ora Epson Tour).  Con un parziale 70 (-2, tre birdie, un bogey) ha portato a due i colpi di vantaggio sulle prime insegutrici, la danese Nicole Broch Estrup e la belga Manon De Roey, seconde con 138 (-6).

Al quarto posto con 140 (-4) la taiwanese Peiyun Chen, la coreana Amy Yang, l’irlandese Leona Maguire e la sudafricana Paula Reto e all’ottavocon 141 (-3) l’inglese Charley Hull, la thailandese Chanettee Wannasaen, la svedese Johanna Gustavsson e la statunitense Alexa Pano. Im montepremi è di cinque milioni di dollari.

 

PRIMO GIRO - Ottima partenza di Alessandra Fanali, quinta con 69 (-3) colpi, nell’Aramco Saudi Ladies International Presented by PIF, seconda gara stagionale del Ladies European Tour, la prima delle sei targate Aramco e anche la più ricca del circuito, Major a parte, con un montepremi di cinque milioni di dollari.

Sul percorso del Riyadh Golf Club, è 82ª con 77 (+5) Virginia Elena Carta, l’altra azzurra in gara al debutto stagionale, mentre la Fanali viene del secondo posto ottenuto nel precedente Magical Kenya Open.

E’ al vertice con 66 (-6, sette birdie, un bogey) la thailandese Patty Tavatanakit, dove Patty è più pratico del nome Paphangkorn, 24 anni, giocatrice del LPGA Tour, e albo d’oro sul circuito inaugurato con un major (ANA Inspiration, 2021), dopo tre successi sul Symetra Tour (ora Epson Tour).

Precede di misura la sudafricana Paula Reto, seconda con 67 (-5), mentre sono al terzo posto con 68 (-3) la danese Nicole Broch Estrup e la belga Manon De Roey. La Fanali è affiancata dalla statunitense Linda Duncan e dalla thailandese Chanettee Wannasaen. In ottava posizione con 70 (-2) la giapponese Ayaka Furue, la coreana Amy Yang, la taiwanese Peiyun Chien, la svedese Johanna Gustavsson, la statunitense Alexa Pano e la francese Celine Herbin.

 

LA VIGILIA - Il Ladies European Tour approda in Arabia Saudita per la seconda gara stagionale, la prima delle sei targate Aramco e anche la più ricca del circuito, Major a parte, con un montepremi di cinque milioni di dollari.

A Riyadh si disputa dal 15 al 18 febbraio, sulla distanza di 72 buche, l’Aramco Saudi Ladies International Presented by PIF dove saranno al via Alessandra Fanali, reduce dall’ottima prova (2ª) nel Magical Kenya Open, e Virginia Elena Carta al debutto nel 2024.

Sul percorso del Riyadh Golf Club, nel field spiccano i nomi di alcune giocatrici che frequentano il LPGA Tour, tra le quali ricordiamo le inglesi Charley Hull e Georgia Hall, vincitrice nel 2022, la spagnola Carlota Ciganda, l’indiana Aditi Ashok, seconda lo scorso anno alle spalle della neozelandese Lydia Ko assente, la svedese Linn Grant, la sudafricana Ashleigh Buhai, la statunitense Lexi Thompson, la giapponese Ayaka Furue e la thailandese Ariya Jutanugarn, tutte tra le favorite.

Numerose però le avversarie in grado di puntare a ruoli importanti come la thailandese Trichat Cheenglab, leader dell’ordine di merito 2023, l’olandese Anne Van Dam, la tedesca Esther Henseleit, la svedese Johanna Gustavsson, la spagnola Ana Pelaez Trivino e l’inglese Gabriella Cowley. Attesa alla prova, e magari a un bis, la 19enne neopro Shannon Tan, unica atleta di Singapore ad aver conquistato la ‘carta’ per il LET e a segno nel primo torneo disputato la scorsa settimana in Kenya.

Alessandra Fanali, che ha ottenuto il miglior risultato da professionista sul circuito dopo essere stata comunque già runner up da dilettante nel Ladies Italian Open del 2022, ha aperto la sua seconda stagione sul tour nel modo migliore con ampie prospettive, dopo la prima da rookie in cui si è messa più volte in evidenza ottenendo cinque piazzamenti tra le top ten e un successo a squadre (Aramco Team Series Riyadh che si replicherà dal 1° al 3 novembre).

Virginia Elena Carta sarà alla 45ª presenza. È reduce da un 2023 con alti e bassi, ma comunque positivo con tre top ten nelle gare individuali e due in quelle per team. È al terzo anno a tempo pieno sul LET dove ha sempre offerto una certa solidità di gioco.

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PGA Tour: rimonta e successo di Matsuyama

Con una grande rimonta nel quarto e ultimo round, in California Hideki Matsuyama festeggia l'impresa nel Genesis Invitational. A Pacific Palisades, il giapponese, che ha chiuso il terzo giro al settimo posto, con un parziale in 62 (-9) su un totale di 267 (69 68 68 62, -9) colpi, ha superato gli americani Will Zalatoris e Luke List, entrambi secondi con 270 (-14) davanti ai californiani Patrick Cantlay e Xander Schauffele, quarti con 271 (-13) come il canadese Adam Hadwin.

Si è classificato decimo con 276 (-8) lo statunitense Scottie Scheffler, numero 1 mondiale. Stesso score, tra gli altri, per l'inglese Tommy Fleetwood. Non è andato invece oltre la 24ª piazza con 279 (-5) il nordirlandese Rory McIlroy, che ha pagato a caro prezzo un inizio di gara al di sotto delle attese.

Sul percorso del Riviera Country Club (par 71), il torneo del PGA Tour nel secondo round ha fatto registrare il ritiro, per influenza, di Tiger Woods. Poi, come se non bastasse, è arrivata la squalifica di Jordan Spieth, punito con l'esclusione per aver firmato uno score sbagliato, dopo aver segnato un "3" in una buca dove in realtà aveva fatto "4". E a nulla è servito il dominio, nei primi tre giri, di Cantlay. Il nipponico Matsuyama, vincitore nel 2021 del Masters, con un finale bogey free fatto di nove birdie, di cui tre decisivi a chiudere, ha sbaragliato la concorrenza. Questo il suo regalo per i 32 anni (che compirà domenica 25 febbraio). Per lui è il nono titolo (cifra comprensiva di un Major) sul PGA Tour, il primo da gennaio 2022 (Sony Open alle Hawaii). Primo giapponese a vincere il Genesis Invitational, Matsuyama è passato dalla 55ª alla 20ª posizione nel ranking mondiale. E l'affermazione in California gli ha fruttato 4.000.000 di dollari a fronte di un montepremi complessivo di 20.000.000.

E ora il PGA Tour dalla California si sposta in Messico. A Vallarta, dal 22 al 25 febbraio, andrà in scena il Mexico Open. In gara, per l'Italia, ci sarà Francesco Molinari. 

 

TERZO GIRO - Patrick Cantlay, leader con 199 (64 65 70, -14) colpi, ha continuato la sua corsa di testa nel terzo giro del Genesis Invitational, che si sta disputando sul percorso del Riviera Country Club (par 71) a Pacific Palisades, in California, ma ha notevolmente rallentato e il suo vantaggio di cinque lunghezze si è ridotto a due sui primi nseguitori, Xander Scauffele e Will Zalatoris, secondi con 201 (-6).

In quarta posizione con 202 (-11) Luke List, in quinta con 203 (-10) Harris English e l’australiano Jason Day e in settima, ma con meno chance di coloro che li precedono per puntare al titolo, J.T. Poston, in canadese Corey Conners e il giapponese Hideki Matsuyama, settimi con 205 (-8).

Fuori gioco Scottie Scheffler, numero uno mondiale, 20° con 208 (-5), e il nordirlandese Rory McIlroy, numero due, 27° con 209 (-4). Si è ritirato nel secondo giro Tiger Woods per un malessere. Il montepremi è di 20.000.000 di dollari con prima moneta di 4.000.000 di dollari.

 

SECONDO GIRO - Tiger Woods si è ritirato nel corso del secondo giro del Genesis Invitational che si sta disputando sul percorso del Riviera Country Club (par 71) a Pacific Palisades, in California. Il campione è uscito dal campo dopo sei buche per “una malattia”, come spiegato dai responsabili del PGA Tour e, dopo cure che si sono protratte per circa due ore, ha lasciato il club in un’auto di cortesia. Da rilevare che durante il round iniziale Woods aveva accusato spasmi alla schiena.

Ha allungato il passo Patrick Cantlay, leader con 129 (64 65, -13), che ora ha cinque colpi di vantaggio sui primi inseguitori: Luke List, il canadese Mackenzie Hughes e l’australiano Jason Day, secondi con 134 (-8). Al quinto posto con 135 (-7) l’altro canadese Corey Conners e al sesto con 136 (-6) Xander Schauffele, Will Zalatoris, Tom Hoge, Tony Finau e il giapponese Hideki Matsuyama. Ha perso una posizione Scottie Scheffler, numero uno mondiale, 11° con 138 (-4), e ne ha guadagnate 33 Rory McIlroy, numero due, 31° con 140 (-2), dopo un 66 (-5). Il montepremi è di 20.000.000 di dollari con prima moneta di 4.000.000 di dollari.

 

PRIMO GIRO - Qualche prodezza, molti errori, tanta fatica e stanchezza. E' stato un ritorno in gara complicato quello di Tiger Woods in un torneo del PGA Tour. Dieci mesi dopo l'uscita nel terzo round del Masters, il 15 volte campione Major ha chiuso in California, il primo giro del Genesis Invitational, al 49°o posto con uno score di 72 (+1) colpi.

Sul percorso del Riviera Country Club (par 71), lì dove nel 1992 fece il suo debutto sul circuito da amateur, a 16 anni, Woods ha realizzato cinque birdie, con sei bogey. "Non ho certo mostrato regolarità in campo, lavorerò duro per migliorare. La mia schiena ormai è fusa e il mio corpo dolorante. Ma c'era da aspettarselo", le dichiarazioni di "The Big Cat" che ha interrotto una striscia di tre punteggi consecutivi sotto il par, che durava dal 2018, nel round di apertura di un evento.

A Pacific Palisades, in testa alla classifica con 64 (-7) colpi c'è Patrick Cantlay. Ironia del destino, il californiano, numero 7 al mondo, ha come caddie Joe La Cava, storico assistente di Woods. Cantlay, protagonista con una prova con otto birdie e un bogey, ha firmato il suo round più basso nei 29 giocati in carriera al Genesis Invitational. Dietro di lui, a un solo colpo di distanza, tutti secondi con 65 (-6), un terzetto d'inseguitori composto dall'americano Luke List e dagli australiani Jason Day e Cameron Davis. Mentre in quinta posizione con 66 (-5) ecco gli statunitensi Tom Hoge, Jordan Spieth e Will Zalatoris.
In decima posizione con 68 (-3) ci sono invece, tra gli altri, Scottie Scheffler, leader del world ranking, e lo svedese Ludvig Aberg, talento in erba del golf mondiale.

Falsa partenza per Rory McIlroy. Il nordirlandese, numero 2 del world ranking, è 64/o con 74 (+3). Dopo le prime 11 buche giocate, dove ha realizzato tre birdie (quattro quelli realizzati in totale), l'emblema del golf europeo ha sporcato la sua carta con due bogey e altrettanti doppi bogey.
Il Genesis Invitational 2024 vede in gara 70 concorrenti. In palio un montepremi di 20.000.000 di dollari, di cui 4.000.000 andranno al vincitore.

 

LA VIGILIA - Tiger Woods sarà il giocatore più atteso nel Genesis Invitational, il torneo del PGA Tour in programma dal 15 al 18 febbraio al Riviera Country Club di Pacific Palisades, in California. Non si può parlare di ennesimo rientro perché il campione in realtà è tornato a dicembre nell’Hero World Challenge (18°) e poi qualche giorno dopo ha disputato il PNC Championship con il figlio Charlie (5°), due gare non ufficiali. Prima era rimasto fermo da aprile, ossia da quando nel Masters si è ritirato durante il terzo round, dopo però aver lasciato la sua impronta. Infatti ha superato il taglio nel Major per la 23ª volta di fila eguagliando la striscia di Gary Player (1959-1982) e di Fred Couples (1983-2007).

È’ ormai un fatto acclarato che la sola partecipazione di Woods, 48 anni compiuti a fine dicembre e che si presenterà con una nuova linea di abbigliamento, cambia l’aspetto di ogni evento. Anche in questo, che pure ha un montepremi di 20 milioni di dollari (quattro milioni al vincitore) e in cui saranno presenti in campo 23 dei primi venticinque giocatori del ranking mondiale, compreso il numero uno Scottie Scheffler, la scena sarà sua. Non è sicuramente il favorito in un torneo che peraltro non ha mai vinto, ma come sempre il pubblico e i media saranno tutti per lui. Woods, che ha ricevuto un invito dello sponsor, è alla 374ª presenza e disputa per la 16ª volta il Genesis Invitational che non ha mai vinto, ma dove ha debuttato nel 1992 sul PGA Tour da dilettante all’età di 16 anni, uscendo al taglio, mentre nel 2023 è terminato 45°, ultima volta in cui ha completato le 72 buche. E nel 2021, proprio quando si trovava nell’area di Los Angeles, dopo aver assistito al torneo da spettatore in seguito all’ennesimo intervento chirurgico alla schiena, Woods rimase coinvolto in un incidente automobilistico a Ranchos Palos Verdes rischiando vita e carriera.

Con un field di altissima qualità è impossibile ogni previsione, ma è facile ipotizzare un nuovo round del duello infinito per il trono mondiale tra Scheffler e Rory McIlroy, numero 2, con quest’ultimo che ha fallito la precedente occasione in cui poteva operare il sorpasso e che ora deve recuperare quasi un punto di svantaggio sull’avversario. Mancherà Jon Rahm, numero tre, campione in carica e passato alla LIV Golf, ma a rendere avvincente la gara penseranno pure Viktor Hovland, Xander Schauffele, Wyndham Clark, Patrick Cantlay, Max Homa (a segno nel 2021), Matt Fitzpatrick e Brian Harman, ossia coloro che completano nell’ordine la top ten.

E non solo. Non si tireranno certo indietro Jordan Spieth, Collin Morikawa, Sahith Theegala, Tom Kim, Tommy Fleetwood, Justin Thomas, Tony Finau, Jason Day e Adam Scott, l’altro past winner al via (2005, 2020). Meritano sicuramente attenzione anche giovani che stanno cercando di farsi largo come Nick Dunlap, il 20enne dilettante di Huntsville (Alabama) che si è imposto quest’anno nell’American Express, e due protagonisti della Ryder Cup di Roma, la prima disputata in Italia con un successo planetario: Ludvig Aberg (11° nel World Ranking), che viene da due piazzamenti tra i primi dieci compreso un secondo posto nell’AT&T Pebble Beach Pro Am, e Nicolai Hojgaard, runner up nel Farmers Insurance Open.

La storia - Il Genesis Invitational, giunto alla 98ª edizione, è nato nel 1926 come Los Angeles Open denominazione che ha mantenuto sino al 1994, ma abbinata dal 1971 a sponsor del momento. Poi è divenuto Nissan Open (1995-2007), Northern Trust Open (2008-2016), Genesis Open (2017-2019) prima della titolazione attuale dal 2020. Il record di successi è detenuto con quattro dallo scozzese Macdonald Smith (tra il 1928 e il 1934) e da Lloyd Mangrum (dal 1949 al 1956). Seguono con tre Ben Hogan, Arnold Palmer e Bubba Watson. Sei giocatori hanno firmato la doppietta consecutiva: Smith, Palmer, Hogan, Paul Harney, Phil Mickelson e Mike Weir.

Il torneo su Discovery Plus e su Eurosport 2 - Il Genesis Invitational sarà teletrasmesso da Discovery Plus e da Eurosport 2 ai seguenti orari su entrambe le piattaforme: giovedì 15 febbraio e venerdì 16, dalle ore 22 alle ore 2; sabato 17, dalle ore 19 alle ore 1; domenica 18, dalle ore 19 alle ore 0,30. Commento di Nicola Pomponi, Alessandro Bellicini e di Federico Colombo.

Stefano Mazzoli si è classificato al 31° posto con 271 (66 68 67 70, -13) colpi nell’IRS Prima Malaysian Open, torneo che ha inaugurato la stagione 2024 dell’Asian Tour disputato sul percorso del The Mines Resort & Golf Club (par 71), a Kuala Lumpur in Malesia, e vinto con 261 (66 71 62 62, -23) dallo spagnolo David Puig.

Per Mazzoli, 27enne di Segrate, nel cui curriculum figurano tre successi sull’Alps Tour (Red Sea Little Venice Open 2020, Antognolla Alps Open 2021, Ein Bay Open 2022) e uno nel PGAI Championship (2021), è stata la gara d’esordio nel circuito orientale dopo aver conquistato la ‘carta’ a gennaio, in Thailandia, con l’ottavo posto nella finale della Qualifying School. In precedenza, quando ancora non aveva la ‘carta’, aveva preso parte nel 2023 al PIF Saudi International terminando 42°. Ha condotto il round conclusivo in 70 (-1, tre birdie, due bogey).

David Puig Currius, 22enne di La Garriga, ha studiato all’Arizona State University ed è passato professionista a settembre 2022 entrando subito nella Liv Golf, dove è attualmente e in cui si è imposto in quattro gare a squadre con il Team Torque insieme a Joaquin Niemann, Sebastian Muñoz e a Mito Pereira. E’ al secondo titolo sull’Asian Tour, dopo quello dello scorso anno nell’International Series Singapore, e lo ha conquistato con un’autentica prodezza: infatti ha condotto gli ultimi due giri in 62 (-9), entrambi con nove birdie senza bogey, rimontando dalla 50ª piazza occupata dopo 36 buche e passando per la quarta. Per lui un assegno di 180.000 dollari su un montepremi di un milione di dollari, oltre a un posto nel fiend dell'Open Championship (18-21 luglio, Royal Troon GC, Scozia)

L’iberico ha distaccato di due colpi il coreano Jeunghun Wang, secondo con 263 (-21), che vanta tre vittorie sul DP World Tour, e di tre il thailandese Denwit Boriboonsub e lo statunitense John Catlin, terzi con 264 (-20). In quinta posizione con 265 (-19) l’australiano Kevin Yuan, in sesta con 266 (-18) il thailandese Atiruj Winaicharoenchai e in settima con 267 (-17) l’australiano Deyen Lawson e il canadese Jared Du Toit, quest’ultimo in vetta dopo tre round. Il torneo nel 2011 è stato vinto da Matteo Manassero.

 

TERZO GIRO - Stefano Mazzoli, 14° con 201 (66 68 67, -12) colpi, ha recuperato tre posizioni, grazie a un 67 (-4, sei birdie, due bogey) nell’IRS Prima Malaysian Open, la prima gara stagionale dell’Asian Tour che si sta disputando sul percorso del The Mines Resort & Golf Club (par 71), a Kuala Lumpur in Malesia.

Con un gran round in 62 (-9, dieci birdie, un bogey), per uno score di 196 (70 64 62, -17) il canadese Jared Du Toit è salito in vetta, rimontando dalla 17ª piazza. Lo seguono l’australiano Kevin Yuan, secondo con 197 (-16), lo statunitense John Catlin, terzo con 198 (-15), il coreano Bio Kim, l’australiano Deyen Lawson, l’inglese Steve Lewton e lo spagnolo David Puig, quarti con 199 (-14). Il montepremi è di un milione di dollari.

 

SECONDO GIRO - Stefano Mazzoli, 17° con 134 (66 68, -8), ha perso quattro cinque posizioni, ma è rimasto in buona classifica nell’IRS Prima Malaysian Open, la prima gara stagionale dell’Asian Tour che si sta svolgendo al The Mines Resort & Golf Club (par 71), a Kuala Lumpur in Malesia.

Cambio in vetta alla classifica dove si sono portati con 129 (-13) l’australiano Kevin Yuan (65 64) e il malese Khavish Varadan (64 65), che sono tallonati dallo statunitense John Catlin, terzo con 130 (-12). In quarta posizione con 131 (-11) il coreano Guntaek Koh, il filippino Miguel Tabuena e l’inglese Steve Lewton e in settima con 132 (-10) il canadese Richard T. Lee, il malese Ervin Chang, il coreano Yeongsu Kim e il thailandese Jazz Janewattananond, leader dopo un round insieme all’indiano Veer Ahlawat, ora 11° con 133 (-9).

Mazzoli, 27enne di Segrate, ha girato in 68 (-3) colpi. Dopo un birdie e un bogey sulle prime nove buche (ha iniziato dalla 10ª) ha segnato tre birdie di fila nel rientro. L’azzurro è alla prima gara sul circuito dopo aver conquistato la ‘carta’ con l’ottavo posto nella finale della Qualifying School in Thailandia. Lo scorso anno, senza ‘carta’, ha preso parte al PIF Saudi International, vinto dal messicano Abraham Ancer, classificandosi 42°. Il montepremi è di un milione di dollari.

 

PRIMO GIRO - Stefano Mazzoli è al 13° posto con 66 (-5, un eagle, quattro birdie, un bogey) dopo il giro iniziale dell’IRS Prima Malaysian Open, la prima gara stagionale dell’Asian Tour che si sta svolgendo al The Mines Resort & Golf Club (par 71) a Kuala Lumpur, in Malesia. Per l’azzurro è il debutto sul circuito da titolare di una ‘carta’ conquistata con l’ottavo posto nella finale della Qualifying School in Thailandia.

Hanno preso il comando con 62 (-9) il thailandese Jazz Janewattananond e l’indiano Veer Ahlawat, seguiti a un colpo dal canadese Ricard T. Lee (63, -8). Al quarto posto i malesi Gavin Green e Khavish Varadan. Il montepremi è di un milione di dollari.

 

LA VIGILIA - Si apre l’Asian Tour 2024 con l’IRS Prima Malaysian Open in programma dal 15 al 18 febbraio sul percorso del The Mines Resort & Golf Club a Kuala Lumpur, in Malesia, dove sarà in gara Stefano Mazzoli al primo impegno dopo aver conquistato la ‘carta’ per il circuito a gennaio, in Thailandia, con l’ottavo posto nella finale della Qualifying School.

Nel torneo calamitano l’attenzione otto tra i primi dieci giocatori della money list al termine del 2023 e tutti vincitori di tornei: il filippino Miguel Tabuena, numero due, l’indiano Gaganjet Bhullar (n. 3), l’australiano Travis Smyth (n. 4), il neozelandese Ben Campbell (n. 5), i thailandesi Phachara Khongwatmai (n. 6) e Poom Saksansin (n. 7), lo spagnolo David Puig (n. 8) e Taichi Koh (n. 9) di Hong Kong.

Nel field anche numerosi concorrenti che hanno avuto un passato sul DP World Tour in cui hanno anche conquistato titoli, tra i quali ricordiamo i thailandesi Kiradech Aphibarnarat (4) e Thaworn Wiratchant (3), l’inglese Sam Horsfield (3), gli indiani SSP Chawrasia (4) e Jeev Milkha Singh (4), il coreano Jeunghun Wang (3) e gli australiani Marcus Fraser (3) e Wade Ormsby (1). Da seguire, perché in grado quanto meno di competere in alta classifica, gli statunitensi Shiwan Kim, leader dell’ordine di merito dell’Asian Tour 2022, e John Catlin, il thailandese Jazz Janewattananond, l’australiano Brendan Jones e il malese Gavin Green.

Stefano Mazzoli, 27enne di Segrate, comincia una nuova avventura professionale su un circuito dove lo scorso anno partecipò al PIF Saudi International, vinto dal messicano Abraham Ancer, classificandosi 42°. Nel suo curriculum tre successi sull’Alps Tour (Red Sea Little Venice Open 2020, Antognolla Alps Open 2021, Ein Bay Open 2022) e uno nel PGAI Championship (2021). Da dilettante ha fatto parte della formazione azzurra Boys campione d’Europa nel 2014,e ha vinto il Campionato Europeo individuale nel 2015.

Non è riuscita a Scottie Scheffler, numero 1 del golf mondiale, l'impresa di vincere, per la terza volta consecutiva in Arizona, il Phoenix Open. L'americano ha chiuso il torneo al terzo posto con uno score di 266 (-18) e il titolo è andato al canadese Nick Taylor (60 70 68 65), bravo a superare con un birdie, alla seconda buca del play-off, Charley Hoffman (67 68 64 64). Entrambi avevano chiuso le 72 buche regolamentari con un totale di 263 (-21) colpi, ma a far la differenza allo spareggio, è stata una prodezza di Taylor.

Al TPC Scottsdale (Stadium Course, par 71) il 35enne di Winnipeg (Manitoba) ha festeggiato il quarto titolo in carriera sul PGA Tour, dove ha giocato 260 gare. Cinquantasei anni dopo l'ultima volta (George Knudson nel 1968), un canadese è tornato a imporsi al Phoenix Open. Grazie a questo exploit, Taylor è passato dalla 55ª alla 28ª posizione nel ranking mondiale e dalla 57ª alla sesta nella FedEx Cup. Il titolo gli ha fruttato 1.584.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 8.800.000. Non solo: grazie a un primo giro in 60 (-11) colpi, Taylor ha eguagliato il punteggio record sul giro del campo.

Qualche rimpianto per Hoffman, 47enne di San Diego con 495 partecipazioni sul PGA Tour, che sognava di diventare il più anziano vincitore sul circuito da quando Phil Mickelson, al PGA Championship 2021, si prese la scena trionfando in un Major all'età di 50 anni, 11 mesi e 7 giorni. Neanche il tempo di rifiatare, il PGA Tour tornerà protagonista dal 15 al 18 febbraio in California con il Genesis Invitational che 'segnerà' il ritorno in gara di Tiger Woods. 

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PGA Tour: vince Clark, delude McIlroy

Per la prima volta dal 2016 (Zurich Classic of New Orleans), a causa del maltempo, un torneo del PGA Tour, l'AT&T Pebble Beach Pro-Am, è stato ridotto da 72 a 54 buche. Temporali e vento forte hanno costretto gli organizzatori, in California, a prendere una decisione con pochi precedenti e ad assegnare il titolo a Wyndham Clark.

A Pebble Beach, l'americano, che ha respinto (per ora) le avances della Superlega araba e scelto di rimanere sul PGA Tour, si è imposto con uno score di 199 (72 67 60, -17) colpi superando di misura lo svedese Ludvig Aberg, 2/o con 200 (-16), e il francese Matthieu Pavon, 3/o con 201 (-15) e reduce dall'impresa nel Farmers Insurance Open. Solo sesto con 203 (-13) Scottie Scheffler, numero 1 mondiale, e assolutamente deludente Rory McIlroy, numero 2, 66° con 214 (-2).
Per Clark, 30enne di Denver (Colorado), è il terzo exploit in carriera sul massimo circuito statunitense dopo quelli arrivati rispettivamente nel maggio (Wells Fargo Championship) e giugno (US Open, uno dei quattro Major del golf) 2023.

L'affermazione, in un torneo elevato del PGA Tour, gli ha permesso d'incassare 3.600.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 20.000.000. Ma non solo: grazie a questo successo, Clark è passato dal 10/o al 6/o posto nel ranking mondiale. Ora 3/o nella FedEx Cup, nel terzo e ultimo giro, con un parziale di 60 (-12) colpi, avvalorato da due eagle e nove birdie (di cui uno decisivo nel finale), con un bogey, non solo ha rimontato 22 posizioni ma, grazie anche al maltempo, si è preso l'intera posta in palio. Il suo è il 54esimo "60" nella storia del PGA Tour che soltanto cinque volte (2005, 2009, 2011, 2013 e 2016), dal 2005, si era trovato costretto ad accorciare un torneo. Per l'AT&T Pebble-Beach, questa è peraltro la seconda volta dopo la prima del 2009. 

 

LA VIGILIA - Un montepremi complessivo di 20 milioni di dollari. E ancora: la leadership mondiale, con Rory McIlroy che, un anno dopo l'ultima volta, potrebbe tornare al primo posto relegando al secondo Scottie Scheffler. Negli Stati Uniti, la posta in palio dell'AT&T Pebble Beach Pro-Am del PGA Tour, in programma dall'1 al 4 febbraio a Pebble Beach, in California, è altissima. Lo statunitense Scheffler e il nordirlandese McIlroy si giocano lo scettro. McIlroy, reduce da un secondo posto e una vittoria negli Emirati Arabi Uniti, Al Ras Al Khaimah Championship e sul DP World Tour, torna a giocare sul massimo circuito americano con forti ambizioni. L'evento vedrà in gara 80 professionisti in un torneo, senza taglio, che nei primi due round vedrà la partecipazione anche di giocatori dilettanti.

Il field è quello delle grandi occasioni. Per quel che riguarda la Top 10 mondiale, insieme a Scheffler e McIlroy, scenderanno in campo anche il norvegese Viktor Hovland (quarto), i californiani Xander Schauffele (quinto), Patrick Cantlay (sesto), Max Homa (settimo), Matt Fitzpatrick (ottavo), Brian Harman (nono) e Wyndham Clark (decimo). All'appello mancherà dunque soltanto il numero 3, lo spagnolo Jon Rahm, che si prepara a fare il suo debutto, dal 2 al 4 febbraio in Messico, nella Superlega araba e nel LIV Golf Mayakoba.

I riflettori saranno puntati poi sull'inglese Tommy Fleetwood (undicesimo), sullo svedese Ludvig Aberg e sull'americano Nick Dunlap, alla prima gara da professionista dopo il successo da amateur sul PGA Tour (non accadeva da 33 anni, Phil Mickelson nel 1991) arrivato al 'The American Express'.

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DP Tour: primo titolo per Rikuya Hoshino

Il giapponese Rikuya Hoshino ha firmato il suo primo titolo sul DP World Tour vincendo con 274 (69 68 69 68, -14) colpi la 27ª edizione del Commercial Bank Qatar Masters, disputata sul percorso del Doha GC (par 72), a Doha nel Qatar, superando di misura il francese Ugo Coussaud, secondo con 275 (-13).

Hanno perso terreno i giocatori azzurri nel round finale che si sono classificati oltre metà classifica: al 42° posto con 286 (71 70 69 76, -2) Filippo Celli, al 49° con 287 (70 74 68 75, -1) Guido Migliozzi, e al 61° con 289 (72 72 69 76, +1) Francesco Laporta.

Hoshino, 27enne della Prefettura di Ikabari nel cui palmarès figuravano prima di questa gara sei titoli sul Japan Tour e uno sul Japan Challenge Tour, ha iniziato il giro finale alla pari con Coussaud e con il danese Rasmus Hojgaard, che però si è presto defilato concludendo poi in sesta posizione con 279 (-9) dopo un 73 (+1). I due hanno proceduto con alterne fortune fino a quando due birdie del nipponico alle buche 16 e 17 (68, -4, sei birdie, due bogey) hanno fatto la differenza. Coussaud ha chiuso in 69 (-3) con quattro birdie e un bogey, l’ultimo alla 18ª che gli ha permesso di mantenere la seconda piazza in solitudine.

Hoshino è stato il primo giapponese a imporsi in questo evento e il quarto sul circuito continentale dopo Isao Aoki, Hideki Matsuyama e Ryo Hisatsune. E’ stato gratificato con un assegno di 394.468 euro su un montepremi di circa 2.300.000 euro (2.500.000 dollari la cifra ufficiale).

Al terzo posto con 276 (-12) lo scozzese Scott Jamieson, al quarto con 277 (-11) il nordirlandese Tom McKibbin, al quinto con 278 (-10) lo spagnolo Jorge Campillo e al sesto, insieme a Hojgaard, l’inglese Paul Waring e il francese Antoine Rozner. Sono usciti al taglio: Edoardo Molinari e Matteo Manassero, 78.i con 145 (+1), Renato Paratore, 99° con 147 (+3), Lorenzo Scalise, 113° con 149 (+5), e Andrea Pavan, 119° con 151 (+7).

 

TERZO GIRO - A Doha il terzo giro del Qatar Masters di golf ha regalato spettacolo. Dopo il "moving day" del torneo del DP World Tour a guidare la classifica, con uno score di 206 (-10) colpi, il danese Rasmus Hojgaard (73 66 67), il francese Ugo Coussad (71 68 67) e il giapponese Rikuya Hoshino (69 68 69).

Sul percorso del Doha GC (par 72), i tre leader hanno un solo colpo di vantaggio sullo scozzese Ewen Ferguson (autore del miglior parziale della giornata, 66, -6) sul nordirlandese Tom McKibbin e sul danese Niklas Norgaard, tutti quarti con 207 (-9).

Buona prova degli azzurri. Filippo Celli resta il migliore e, con un round bogey free in 69 (-3) colpi, sottolineato da tre birdie, passa dalla 23ª alla 12ª posizione con 210 (71 70 69, -6). Risalgono anche Guido Migliozzi, da 60°a 32° con 212 (70 74 68, -4), e Francesco Laporta, da 60° a 42° con 213 (72 72 69, -3). Qualche rimpianto per Migliozzi, protagonista nelle prime dodici buche giocate con sei birdie. Qualche errore nel finale, con due bogey, non hanno permesso al veneto di affiancare Celli. Un eagle, tre birdie e due bogey, invece, per Laporta. Il montepremi è di 2.500.000 dollari (circa 2.300.000 euro) con prima moneta di 425.000 dollari (circa 395.000 euro).

 

SECONDO GIRO - E' Haydn Barron il nuovo leader del Qatar Masters di golf. A Doha, l'australiano con un parziale di 67 (-5) su un totale di 135 (68 67, -9), è volato in testa al torneo del DP World Tour e, a metà gara, ha due colpi di vantaggio nei confronti del suo connazionale Harrison Endycott e del giapponese Rikuya Hoshino, entrambi 2/i con 137 (-7).

Sul percorso del Doha GC (par 72), Filippo Celli ha guadagnato sette posizioni. Ora 23° con 141 (71 70, -3), il romano continua ad essere il migliore tra gli azzurri, proprio come la scorsa settimana in Bahrain. Per lui giro in 70 (-2), con quattro birdie e due bogey. Superano il taglio, 60.icon 144 (par), anche il vicentino Guido Migliozzi (70 74), che ha perso però terreno (era 14° dopo 18 buche), e il pugliese Francesco Laporta (72 72). Sono invece usciti al taglio: Edoardo Molinari e Matteo Manassero, 78.i con 145 (+1), Renato Paratore, 99° con 147 (+3), Lorenzo Scalise, 113° con 149 (+5), e Andrea Pavan, 119° con 151 (+7).

Classifica corta in Qatar, dove il danese Niklas Norgaard e il sudafricano Zander Lombard (reduce dal secondo posto nel Bahrain Championship) condividono la quarta piazza con uno score di 138 (-6). Per quel che riguarda il leader, Barron, si è messo in evidenza con una prova bogey free sottolineata da cinque birdie, di cui tre consecutivi a chiudere, arrivati tutti nelle seconde nove buche giocate. E' scivolato invece dalla prima alla sesta posizione  con 139 (-5) colpi il cinese Ashun Wu. Con lui altri nove giocatori tra i quali il danese Rasmus Hojgaardm , il giapponese Keita Nakajima e il neozelandese Daniel Hillier. Il montepremi è di 2.500.000 dollari (circa 2.300.000 euro) con prima moneta di 425.000 dollari (circa 395.000 euro).

 

PRIMO GIRO - A Doha, dopo il primo giro del Qatar Masters di golf, il cinese Ashun Wu e il sudafricano Zander Lombard guidano la classifica con uno score di 67 (-5) colpi, uno di vantaggio nei confronti di un quartetto d'inseguitori, tutti al terzo posto con 68 (-4), composto dal danese Niklas Norgaard, dall'australiano Haydn Barron, dal francese Clement Sordet e da Jaco Prinsloo.

Sul percorso del Doha Golf Club (par 72), nel torneo del DP World Tour, buon inizio per Guido Migliozzi. Migliore tra gli azzurri, il vicentino è 14° con 70 (-2) dopo un round caratterizzato da sei birdie e quattro bogey.
Dietro di lui, 30° con 71 (-1), ecco Filippo Celli. Il romano, che ha siglato cinque birdie, ha pagato a caro prezzo un triplo bogey alla buca 13 (par 3) e un bogey alla 4. Mentre Francesco Laporta ed Edoardo Molinari, primo vicecapitano del team Europe alla Ryder Cup 2025 di New York, condividono la 47ª piazza con 72 (par) e precedono in classifica Renato Paratore e Matteo Manassero, 68.i con 73 (+1). Avvio complicato, invece, per Andrea Pavan, 123° con 77 (+5), e per Lorenzo Scalise, 126° con 78 (+6).

Dopo il secondo posto della scorsa settimana in Bahrain, Lombard è partito con il piede giusto in Qatar. Nelle 18 buche di apertura della competizione, si è messo in mostra con una prova bogey free esaltata da cinque birdie. Performance identica per Wu, 38enne di Zhangzhou con quattro titoli sul circuito, l'ultimo arrivato nel marzo 2022 nel Kenya Open.

 

LA VIGILIA - Il DP World Tour fa tappa in Qatar per il Commercial Bank Qatar Masters (8-11 febbraio) dove saranno in gara gli stessi otto azzurri che hanno preso parte, con alterne fortune, al precedente Bahrain Championship: Edoardo Molinari, Lorenzo Scalise, Andrea Pavan, Filippo Celli, Matteo Manassero, Francesco Laporta, Renato Paratore e Guido Migliozzi, secondo in questo evento nel 2021, ossia tutti coloro che hanno la ‘carta’ ad eccezione di Francesco Molinari.

Sul percorso del Doha GC, a Doha, nella 27ª edizione dell’evento nato nel 1998, sarà assente il finlandese Sali Valimaki, campione in carica, ma vi sono alcuni tra gli otto past winner che aspirano alla doppietta con buone possibilità quali, in particolare, lo scozzese Ewen Ferguson (2022), il francese Antoine Rozner (2021) e lo spagnolo Jorge Campillo (2020), runner up lo scorso anno e nel 2019. Hanno buone chance anche gli inglesi Eddie Pepperell (2018) e Chris Wood (2013) e il coreano Jeunghun Wang (2017), mentre sembrano averne meno il sudafricano Darren Fichardt (2003) e lo spagnolo Alvaro Quiros (2009). Nel tempo solo tre giocatori hanno concesso il bis: l’australiano Adam Scott (2002, 2008), lo scozzese Paul Lawrie (199, 2012) e il sudafricano Branden Grace (2015, 2016).

Il field presenta un buon numero di altri concorrenti in grado di puntare al successo tra i quali ricordiamo i sudafricani Dylan Frittelli, a segno nel precedente Bahrain Championship, Zander Lombard, secondo, e Ockie Strydom, quarto, Thriston Lawrence e Hennie Du Plessis insieme ad alcuni vincitori nel 2023 come il danese Rasmus Hojgaard, gli inglesi Todd Clements e Daniel Gavins, l’iberico Pablo Larrazabal, il neozelandese Daniel Hillier e il nordirlandese Tom McKibbin. Da seguire pure lo svedese Jesper Svensson, secondo anche lui la scorsa settimana, il francese Frederic Lacroix e, tra gli asiatici, i cinesi Haotong Li e Ashun Wu, l’indiano Shubhankar Sharma e i giapponesi Masahiro Kawamura e Rikuya Hoshino.

Per gli azzurri l’obiettivo del momento è trovare una certa linearità di rendimento che fino ad ora è mancata praticamente a tutti, anche ci sono stati spunti di rilievo come le top ten di Paratore (2°), Manassero (5°) e Laporta (10°) nel South African Open. In Bahrain ha ottenuto un buon 23° posto Filippo Celli e sono andati a premio Manassero, che ha interrotto la serie negativa che ha caratterizzato le sue ultime quattro gare, Pavan e Scalise che proveranno a dare seguito e magari a migliorare la precedente prestazione, mentre dovranno cambiare passo Migliozzi, Paratore, Molinari e Laporta per riscattarel’ultima uscita al taglio. Il montepremi è di 2.500.000 dollari (circa 2.300.000 euro) con prima moneta di 425.000 dollari (circa 395.000 euro)..

Il torneo su Sky e in streaming au NOW - Il Commercial Bank Qatar Masters sarà trasmesso in diretta da Sky e in streaming su NOW ai seguenti orari: giovedì 8 febbraio e venerdì 9, dalle ore 10 alle ore 15 (Sky Sport Golf e NOW); sabato 10, dalle ore 10,30 alle ore 15 (Sky Sport Golf e NOW) e dalle ore 10,30 alle ore 13 su Sky Sport Uno; domenica 11, dalle ore 9,30 alle ore 14,30 ( Sky Sport Golf, Sky Sport Uno e NOW). Commento di Silvio Grappasonni, Marco Cogliati, Michele Gallerani e di Andrea Sillitti.

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Primo piano

  • Open d’Italia Disabili supported by Regione Marche: al Conero Golf Club vince Tommaso Perrino
    Open d’Italia Disabili supported by Regione Marche: al Conero Golf Club vince Tommaso Perrino 14/04/2024

    Si è imposto per la quarta volta il torneo, firmando anche il suo quarto successo nel Campionato Italiano. Nella strokeplay pareggiata successo del tedesco Reinhard Berer e nella stableford titolo a Mario Gazzetta

    Tommaso Perrino ha vinto con 143 (70 73, +1) colpi l’Open d’Italia Disabili supported by Regione Marche, torneo internazionale dell’European Disabled Golf Association disputato al Conero Golf Club (par 71) di Sirolo (AN). Un trionfo per il livornese che ha fatto l’en plein conquistando anche il Campionato Italiano. Nel round conclusivo dell’evento, giunto alla 24ª edizione, il vincitore, leader dopo un giro, ha contenuto con un 73 (+2) il ritorno del camerunense Issa A Amang Nlareb, che ha provato a rimontare dalla terza piazza, ma che si è dovuto accontentare della seconda con 145 (73 72, +3). In terza posizione con 146 (+4) Nicola Maestroni, in quarta con 147 (+5) il tedesco René Schwenk e in ottava con 165 (+23) Vittorio Cascino e Davide Palestro. Perrino ha conquistato il titolo per la quarta volta, dopo essersi imposto nel 2019, 2021 e 2022.

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    I "tre moschettieri" e il super maestro del golf italiano 15/04/2021

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