Nicola Montanaro

Nicola Montanaro

Kurt Kitayama è stato il grande protagonista dell’Arnold Palmer Invitational che ha vinto con 279 (67 68 72 72, -9) colpi sul percorso dell’Arnold Palmer's Bay Hill Club & Lodge (par 72), a Orlando in Florida, in un contesto che comprendeva 44 tra i primi cinquanta giocatori del ranking mondiale e dove ha offerto una bella prova Francesco Molinari, 14° con 284 (69 75 70 70, -4).

Kitayama, 30enne di Chico (California), due successi sul DP World Tour, ha conquistato il primo titolo alla 50ª gara disputata sul PGA Tour superando di misura Harris English e il nordirlandese Rory McIlroy (a segno nel 2018), numero tre mondiale, secondi con 280 (-8), e di due colpi Scottie Scheffler, numero due del ranking e campione uscente, Jordan Spieth, Patrick Cantlay e l’inglese Tyrrell Hatton, che aveva fatto suo l’evento nel 2020, quarti con 281 (-7). Un 66 (-6), miglior score di giornata ottenuto anche da Webb Simpson (24° con 286, -2), ha permesso a Davis Riley di risalire all’ottavo posto con 282 (-6), affiancato da Trey Mullinax, e di assicurarsi un posto nel field di un Major, il prossimo The Open (20-23 luglio, Hoylake, Inghilterra) insieme al vincitore e a English.

E’ scivolato nel finale, da secondo a decimo con 283 (-5), il norvegese Viktor Hovland, autore nel secondo round di una “hole in one” (buca 7, par 3, yards 183, ferro 7), la sua quarta in carriera. Dopo la leadership nel primo turno ha ceduto nettamente lo spagnolo Jon Rahm, numero uno mondiale, che ha concluso in 39ª posizione con 289 (+1), interrompendo la serie di sette piazzamenti tra i top ten consecutivi stagionali (considerando anche l’ottava piazza nell’Hero World Challenge, torneo non ufficiale) compresi tre successi.

Alla buca 16 erano alla pari in vetta McIlroy (già in club house), English, Scheffler e Kitayama, con quest’ultimo che alla 17 ha messo un punto fermo sul successo con un birdie, mentre Scheffler ha lasciato la seconda posizione con un bogey a chiudere. Il vincitore, che ha girato in 72 (par) colpi con quattro birdie, un bogey e un triplo bogey, è salito dalla 46ª alla 19ª posizione nel World Ranking, dalla 39ª alla 6ª nella graduatoria della FedEx Cup e ha ricevuto un assegno di 3.600.000 dollari su un montepremi di 20 milioni di dollari. Ha emulato Robert Gamez, l’ultimo a imporsi nel torneo alla prima partecipazione nel 1990, e ha vinto pur avendo segnato un triplo bogey nel round finale, cosa che non si verificava dal 2020 (Hovland nel Puerto Rico Open).

Francesco Molinari ha iniziato la gara al 13° posto, poi è sceso al 41° con un 75 (+3) nel secondo giro, ma ha prontamente reagito risalendo al 19° nel terzo e quindi chiudendo la sua prestazione sicuramente positiva con un 70 (-2, sei birdie e quattro bogey).

 

TERZO GIRO - Francesco Molinari è salito dal 41° al 19° posto con 214 (69 75 70, -2) colpi nel terzo giro dell'Arnold Palmer Invitational, in svolgimento sul percorso dell'Arnold Palmer's Bay Hill Cub & Lodge (par 72) a Orlando in Florida.

E’ rimasto al comando con 207 (67 68 72, -9) Kurt Kitayama, seguito con 208 (-8) da Scottie Scheffler, numero due mondiale e campione in carica, e dal norvegese Viktor Hovland. Al quarto posto con 209 (-7) l’inglese Tyrrell Hatton e al quinto con 210 (-6) Harris English e il nordirlandese Rory McIlroy. Fuori gioco per il titolo lo spagnolo Jon Rahm. leader del World Ranking. 44° con 217 (+1). Il montepremi è di 20.000.000 di dollari con prima moneta di 3.600.000 dollari.

 

SECONDO GIRO - Francesco Molinari è scivolato dal 13° al 41° posto con 144 (69 75, par) colpi dopo il secondo giro dell'Arnold Palmer Invitational, in svolgimento sul percorso dell'Arnold Palmer's Bay Hill Cub & Lodge (par 72) a Orlando in Florida. E’ passato a condurre con 135 (67 68, -9) Kurt Kitayama, che precede Jordan Spieth (137, -7). In terza posizione con 138 (-6) Xander Schauffele e il canadese Corey Conners, in quinta con 139 (-5) Justin Thomas, Patrick Cantlay, Davis Riley e l’inglese Matt Fitzpatrick e in nona con 140 (-4) Scottie Scheffler, numero due mondiale e campione in carica, Cameron Young, l’australiano Adam Scott e il dilettante svedese Ludvig Aberg.

Ha ceduto lo spagnolo Jon Rahm, leader del World Ranking, da primo a 13° con 141 (-3) dopo un 76 (+4), e maggior ritardo, sebbene sia risalito dalla 68ª piazza,  per il nordirlandese Rory McIlroy, numero tre, 29° con 142 (-2).

Kitayama ha realizzato un 68 (-4) con cinque birdie e un bogey e Molinari ha segnato un 75 (+3) con un eagle e cinque bogey. Il montepremi è di 20.000.000 di dollari con prima moneta di 3.600.000 dollari.

 

PRIMO GIRO - Ancora una prova show sul PGA Tour per Jon Rahm. A Orlando, in Florida, il numero 1 mondiale ha chiuso in testa, con uno score di 65 (-7) colpi, il primo round dell'Arnold Palmer Invitational. Sul percorso dell'Arnold Palmer's Bay Hill Cub & Lodge (par 72), lo spagnolo per la terza volta in 138 apparizioni sul circuito ha iniziato la sua gara realizzando tre birdie consecutivi (sei quelli in totale, con un eagle e un bogey). Il 28enne di Barrika, che negli Usa cerca la quarta vittoria del 2023, ha due colpi di vantaggio sugli statunitensi Chris Kirk (reduce dal successo all'Honda Classic), Cameron Young e Kurt Kitayama, tutti secondi con 67 (-5), mentre Scottie Scheffler, secondo nel world ranking e campione in carica, è quinto con 68 (-5) al pari, tra gli altri, di Jordan Spieth, Patrick Cantlay e Xander Schauffele.

Buon inizio per Francesco Molinari. Il torinese, che ha vinto questo torneo nel 2019 (firmando il suo ultimo successo in una gara individuale), è 13° con 69 (-3). L'azzurro ha realizzato tre birdie  altrettanti bogey in uscita e quattro birdie e un bogey nel rientro. Falsa partenza, invece, per Rory McIlroy. Il nordirlandese, terzo nel world ranking, è 68/o con 73 (+1). Per il torneo “elevato” il montepremi è di 20.000.000 di dollari con prima moneta di 3.600.000 dollari.

LA VIGILIA - Francesco Molinari torna sul percorso dell’Arnold Palmer's Bay Hill Club & Lodge, a Orlando in Florida, dove ha firmato la sua ultima vittoria individuale quattro anni fa. Si disputa una delle gare più prestigiose e “torneo elevato” del PGA Tour, l’Arnold Palmer Invitational presented by Mastercard (2-5 marzo), dotato di un montepremi di 20 milioni di dollari con prima moneta di 3,6 milioni di dollari.

Era il 10 marzo del 2019 quando Francesco Molinari, con una grande rimonta dal 17° posto, recuperò nel round finale cinque colpi al leader, l’inglese Matt Fitzpatrick, relegandolo al secondo posto con due di ritardo dopo un fantastico 64 (-8, otto birdie). In tutto 276 (-12) colpi e un’ulteriore prodezza nel primo giro con una “hole in one” (buca 7, par 3, 203 yards, ferro 4). E’ auspicabile che il ricordo di quel trionfo dia all’azzurro la spinta e le motivazioni giuste per riprendere il cammino che quest’anno era iniziato sotto i migliori auspici con il successo da capitano e giocatore del team dell’Europa Continentale nella Hero Cup e il quinto posto nel successivo Abu Dhabi HSBC Championship e che poi si è improvvisamente arrestato con tre tagli di fila, uno sul DP World Tour e due sul circuito americano.

Field con l’élite mondiale - Field come si conviene a un torneo dedicato a un grandissimo campione, Arnold Palmer, che peraltro ha dato un suo personalissimo tocco finale a un percorso di sua proprietà dal 1974 e originaria opera dell’architetto Dick Wilson. Difenderà il titolo Scottie Scheffler, numero due mondiale, in un contesto di 120 partenti in cui vi saranno 19 dei primi 20 del World Ranking e, ampliando la rosa, 27 dei primi 30 e 44 dei primi 50.

Favorito lo straripante spagnolo Jon Rahm, tre successi in stagione (l’ultimo nel Genesis Invitational a metà febbraio) e tornato numero uno da due settimane, dopo aver fatto scendere dal trono proprio Scheffler ora desideroso di risalirci quanto prima. Un motivo in più di interesse in una gara che promette agonismo, bel gioco e spettacolo. E non può essere altrimenti quando al via ci sono Rory McIlroy (n. 3), vincitore dell’evento nel 2018, Patrick Cantlay (n. 4), Xander Schauffele (n. 6), Will Zalatoris (n. 7), Max Homa (n. 8), Justin Thomas (n. 9) e Collin Morikawa (n. 10).

E non solo. Accampano giuste pretese di recitare un ruolo da protagonista tanti altri tra i quali ricordiamo Viktor Hovland (n. 11), Billy Horschel (n. 20) e Tyrrell Hatton (n. 26), tutti e tre secondi lo scorso anno con quest’ultimo a segno nel 2020. E ancora Tom Kim (n. 15), Jordan Spieth (n. 17) e Sungjae Im (n. 18). In campo vi saranno anche altri due past winner, ma con poche chance di emergere: Jason Day (2016) e Martin Laird (2011).

La storia - Il torneo, giunto alla 58ª edizione, è nato nel 1966 con il nome di Florida Citrus Open Invitational. Nel corso degli anni ha cambiato diverse volte denominazione, anche se in qualche caso con lievi modifiche, prima di giungere all’attuale nel 2007.

L’evento ha un vero mattatore in Tiger Woods, che lo ha vinto per ben otto volte in 14 edizioni (quaterna di fila dal 2000 al 2003 e due doppiette 2008-2009 e 2012-2013), mentre gli altri sei plurivincitori non sono andati oltre i due successi: Jerry Heard, Gary Koch, Tom Kite ed Ernie Els in stagioni differenti e Loren Roberts (1994-1995) e Matt Every (2014-2015) a segno consecutivamente. Dal 2014 al vincitore è concessa un’esenzione di tre anni (ossia può giocare per tre stagioni sul PGA Tour indipendentemente dalla sua posizione nella money list anziché in due come dopo successi nelle normali gare del circuito), mentre dal 2017, un anno dopo la scomparsa di Arnold Palmer, lo stesso vincitore indossa un cardigan rosso in memoria del campione che si impose in questa gara nel 1971.

Il torneo su Discovery Plus e su Eurosport 2 - L’Arnold Palmer Invitational sarà teletrasmesso da Discovery Plus e da Eurosport 2 con collegamenti ai seguenti orari su entrambe le piattaforme: giovedì 2 marzo e venerdì 3, dalle ore 20 alle ore 24; sabato 4 e domenica 5, dalle ore 18,30 alle ore 24. Commento di Nicola Pomponi, Alessandro Bellicini e di Isabella Calogero.

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CPG International al team PGAI

Cambia la scena (dal Portogallo alla Grecia) e cambiano due componenti della squadra, ma il risultato è lo stesso e l’Italia vince back-to-back il titolo messo in palio dalla Confederation of Professional Golf (già PGA of Europe). E lo fa alla grande. Se un anno fa in Portogallo aveva chiuso con uno score totale di 22 colpi sotto il par, staccando di 13 la Germania, nel vento di Costa Navarino ha ribadito la sua superiorità andando a vincere di sei colpi sui secondi. Ancora i tedeschi, che oggi ci hanno provato riducendo lo svantaggio a soli tre colpi (erano nove dopo due round) a metà gara. Ma la risposta degli azzurri nel ritorno è stata decisa. Come dice il capitano della squadra Michele Reale: «È stata una giornata complicata, i tedeschi sono partiti a bomba». Poi un ferro 5 stampato in asta alla 10 e ancora palla in bandiera alle buche 11 e 13 per tre birdie che hanno ridato vigore al team. Per lui un totale di 218 (75-72-71) e la soddisfazione per il bel gioco ritrovato nel finale. Andrea Rota (score di 216, 70-71-75) sottolinea: «Abbiamo fatto la differenza nei primi due giorni con vento forte, oggi le condizioni più facili hanno permesso alle squadre che erano dietro di attaccare di più. E qui abbiamo saputo gestire bene». Il pro bergamasco aveva fatto parte del team arrivato secondo in Portogallo due edizioni fa. E con lui sul podio allora c’era Gregory Molteni (219, 72-74-73), poi due volte nel team vincitore.

Niente male per giocatori che sono Maestri praticamente a tempo pieno (per accedere al campionato non bisogna aver giocato oltre quattro gare in un qualsiasi tour nelle ultime due stagioni). Michele Reale insegna al golf di Monticello (Como) ma non smette mai di praticare: ha vinto nel 2022 il Campionato Maestri di PGA Italiana e ha tentato la strada del Senior Tour europeo (arrivando allo stage finale di qualificazione dove il ventesimo posto non è bastato, con solo cinque carte disponibili). Andrea Rota insegna allo Sport Indoor di Mozzo (Bergamo): per lui solo qualche pro-am e i campionati dell’Associazione («però, pur giocando poco, quando scendo in campo riesco a essere competitivo», ha detto). Gregory Molteni continua ad allenarsi «per seguire amateur di alto livello mostrando loro doti di gioco sempre all’altezza».

Quello appena concluso è l'appuntamento annuale della Confederation of Professional Golf, di cui fanno parte 43 PGA nazionali che vanno oltre i confini europei spaziando dal Canada alla Nigeria, in rappresentanza di 12.600 Professionisti. PGA Italiana ne fa parte dal 1990. Oltre alla gara ci si incontra per il futuro del golf. L’Annual Congress è stato un’opportunità di confronto e di scambio tra i delegati nazionali, attesi da un ricco menu di incontri e workshop mirati a condividere idee, progressi, nuove strade per migliorare la propria organizzazione e il golf in generale.

Vi ha partecipato il presidente di PGA Italiana Filippo Barbè, che al termine della gara e dei lavori ha espresso la sua doppia soddisfazione. Per il successo dell’Italia e per le tante novità espresse dal congresso. «Grande partecipazione e molti temi sul tavolo», ha detto. «Interessanti e indispensabili per coinvolgere un pubblico nuovo e più giovane, sono le nuove modalità di comunicazione e fruizione del gioco, dai driving range multimediali alle app con programmi accattivanti per i ragazzi. Percorrere questa strada significa anche avere persone all’interno delle PGA nazionali che abbiano skill più idonei a queste modalità». E sempre per migliorare la performance delle Associazioni, una good governance oggi passa anche attraverso strumenti di autoanalisi e di identificazione dei fattori di successo. Condotto da Filippo Barbè, uno scambio interessante con Eduardo Celles, primo coach dello spagnolo Jon Rahm, numero uno al mondo.

Il primo torneo della Superlega araba 2023, il LIV Golf Mayakoba, va a Charles Howell III. A Playa del Carmen, in Messico, bottino pieno per lo statunitense che ha vinto la gara individuale con uno score di 197 (68 66 63, -16) colpi trascinando al successo il team "Crushers GC" - capitanato da Bryson DeChambeau, con Paul Casey e Anirban Lahiri - nella competizione a squadre conquistata con un totale di '-26'.
La doppia impresa, arrivata sul percorso del El Camaleón Mayakoba (par 71), ha fruttato a Howell III 4.750.000 dollari.
Il 43enne di Augusta (Georgia, Usa) non vinceva un torneo dal novembre 2018, quando riuscì a far suo sul PGA Tour l'RSM Classic.

"Questo è un successo incredibile, dalla portata superiore rispetto a quanto mai avrei potuto immaginare e sognare. In carriera, purtroppo, non ho vinto molte gare e riuscirci in questo evento è qualcosa di sensazionale", la gioia di Howell III. Che nel terzo e ultimo round ha fatto registrare una prova bogey free con otto birdie, di cui sei arrivati nelle prime nove buche. Howell III ha superato la concorrenza del connazionale Peter Uihlein, 2/o con 201 (-12) davanti al sudafricano Branden Grace, 3/o con 203 (-10). Mentre l'australiano Cameron Smith, quinto al mondo, non è andato oltre la 6/a posizione con 207 (-6). Delude Dustin Johnson. Ex numero 1 del world ranking, lo statunitense con un ultimo round in 79 (+7) su un totale di 217 (+4) ha chiuso la competizione al 37/o posto.

 

SECONDO GIRO - In Messico il LIV Golf Mayakoba sale di colpi e continua a riservare sorprese. Al termine del secondo round del primo torneo della Superlega araba 2023, nella gara individuale in testa alla classifica con un totale di 133 (-9) colpi ecco gli americani Peter Uihlein (67 66) e Talor Gooch (67 66). Sette birdie e due bogey per il primo, prova bogey free con cinque birdie per il secondo. I due leader ad un giro dal termine sono tallonati dal connazionale Charles Howell, 3/o con 134 (-8).

Sul percorso del El Camaleón Mayakoba (par 71), l'inglese Paul Casey è scivolato dal 1/o al 4/o posto con 136 (-6) al pari del sudafricano Branden Grace. Più indietro i big. Dustin Johnson, ex numero 1 al mondo e dominatore assoluto della prima stagione della LIV Golf, è 10/o con 139 (-3) e non sembra avere alcuna chance di vittoria. In ritardo anche l'australiano Cameron Smith (quinto nel world ranking), 13/o con 140 (-2).

Il team "Crushers GC" capitanato da Bryson DeChambeau, con Charles Howell III, Casey e Anirban Lahiri guida la classifica a squadre con uno score di "-14" colpi, due di vantaggio nei confronti dei "4Aces GC" condotti da Dustin Johnson.

PRIMO GIRO - Paul Casey e Jason Kokrak condividono il primo posto nella classifica individuale con uno score di 65 (-6) colpi dopo il primo giro del LIV Golf Mayakoba, evento d'apertura della Superlega araba 2023. Nella gara a squadre, il team "Crushers GC" di Casey, con gli statunitensi Bryson DeChambeau (capitano) e Charles Howell III e l’indiano Anirban Lahiri è al comando con un totale di 204 (-10).

Sul percorso del El Camaleón Mayakoba (par 71) di Playa del Carmen, l'inglese Casey dopo un doppio bogey iniziale ha realizzato otto birdie, di cui quattro consecutivi. Prova senza macchie per l'americano Kokrak, autore con sei birdie, di cui due nelle ultime buche giocate. Dietro di loro, terzi con 67 (-4), un trio d'inseguitori composto dagli statunitensi Peter Uihlein e Talor Gooch e dal messicano Carlos Ortiz, mentre Dustin Johnson, ex numero 1 al mondo e dominatore assoluto della prima stagione della LIV Golf, è sesto con 68 (-3) al fianco di altri quattro concorrenti. Alle sue spalle, 11° con 69 (-2), l'australiano Cameron Smith, quinto nel world ranking.

Primo di quattordici eventi, il LIV Golf Mayakoba mette in palio 25 milioni di dollari. Chi chiuderà al primo posto la gara individuale se ne porterà a casa 4.000.000, mentre 3.000.000 (750.000 dollari a giocatore) verranno assegnati alla compagine che si imporrà nella competizione a squadre.

 

LA VIGILIA - Il 2023 della Superlega araba del "green", la LIV Golf, parte dal Messico. Dal 24 al 26 febbraio a Playa del Carmen andrà in scena il LIV Golf Mayakoba che vedrà protagonisti 48 concorrenti. Da una parte la gara individuale, dall'altra quella a squadre (12 in totale, ognuna composta da quattro giocatori). Lo spettacolo è doppio sul percorso del El Camaleón Mayakoba. Progettato da Greg Norman, Ceo della Superlega, fino al 2022 ha ospitato il Mayakoba Golf Classic, evento del PGA Tour, il massimo circuito americano ora in forte contrasto con la LIV Golf.
Dopo aver fatto bottino pieno, vincendo la classifica individuale, trascinando al successo il suo team (il "4 Ages GC") e guadagnando oltre 35,6 milioni nella prima stagione, Dustin Johnson sarà ancora la star più attesa della lega separatista.

Non solo Johnson. Con lui saranno del torneo anche campioni come Cameron Smith, Brooks Koepka, Bryson DeChambeau, Sergio Garcia, Henrik Stenson e Phil Mickelson. Tra i nuovi acquisti, non sensazionali, ecco Mito Pereira, Sebastian Munoz, Brendan Steele, Danny Lee, Dean Burmester e Thomas Pieters.
Il capitano del "RangeGoats GC" sarà Bubba Watson che si prepara a tornare in campo per la prima volta dallo scorso maggio (PGA Championship). Puntano a recitare un ruolo da protagonisti, davanti al pubblico di casa, i messicani Abraham Ancer e Carlos Ortiz.

Primo di quattordici eventi della Superlega araba 2023, il LIV Golf Mayakoba metterà in palio 25 milioni di dollari. Chi chiuderà al primo posto la gara individuale se ne porterà a casa 4.000.000, mentre 3.000.000 (750.000 dollari a giocatore) verranno assegnati al team che s'imporrà nella competizione a squadre.

Ottima prestazione di Lorenzo Scalise che ha sfiorato il successo nel Nelson Mandela Bay Championship dove si è classificato al terzo posto con 274 (66 71 69 68, -14) colpi dopo essere stato in corsa per il titolo fino alle ultime buche. Sul percorso dell’Humewood Golf Club, a Port Elizabeth, nell’ultimo dei quattro tornei che in Sudafrica hanno aperto la stagione del Challenge Tour, tutti organizzati in collaborazione con il Sunshine Tour, ha vinto il sudafricano Dylan Mostert con 272 (68 68 69 67, -16) colpi davanti al connazionale Jaco Prinsloo, secondo con 273 (-15).

In un round conclusivo in cui almeno una decina di concorrenti sono stati in lotta per la vittoria, Prinsloo è sbucato dalle retrovie con un 62 (-10, un eagle, otto birdie). miglior score di giornata, recuperando 37 posizioni e ponendosi in vetta con il suo “meno 15” dopo essere arrivato con largo anticipo in club house. Solo Mostert lo ha raggiunto e poi lo ha superato con il suo sesto birdie di giornata alla buca 18, contro un bogey, per il 67 (-5) vincente. Per il 24enne sudafricano è il secondo titolo sul Sunshine Tour, che gli conta anche per il Challenge Tour, in un palmarès in cui figurano pure due successi sul Big Easy Tour, il secondo circuito di casa.

Scalise ha condiviso la posizione con il sudafricano JJ Senekal (a segno nel precedente SDC Open), il francese Tom Vaillant, che era leader dopo tre turni, e con l’irlandese Ruaidhri McGee. Al settimo posto con 275 (-13) il transalpino Clément Berardo e l’inglese Jamie Rutherford e al 51° Andrea Pavan con  282 (71 67 78 66, -6), mentre è uscito al taglio il terzo azzurro in gara, Gregorio De Leo, 86° con 142 (69 73, -2).

Scalise, alla seconda top ten consecutiva dopo la quinta piazza nello SDC Open, ha iniziato all’ottavo posto, è sceso al 12° nel secondo giro, poi è risalito all’ottavo nel terzo e infine ha provato a compiere l’impresa nel round conclusivo, che ha iniziato con due birdie. Un bogey alla buca 12 ha frenato la sua corsa che è ripresa nel finale con tre birdie a chiudere per il parziale di 68 (-4). Pavan ha girato in 66 (-6, un eagle, cinque birdie, un bogey) e ha pagato pesantemente un 78 (+6) nel terzo giro.

 

LA VIGILIA - Si conclude la campagna sudafricana del Challenge Tour con l’ultimo dei quattro tornei, organizzati in collaborazione con il Sunshine Tour, che hanno aperto la stagione 2023. Si gioca all’Humewood Golf Club di Port Elizabeth il Nelson Mandela Bay Championship (23-26 febbraio) al quale prendono parte tre giocatori italiani, Andrea Pavan, Lorenzo Scalise e Gregorio De Leo.

Nel field vi sono diciannove dei primi venti classificati nella Road To Mallorca (ordine di merito) - assente solo lo spagnolo Alvaro Quiros (n. 16) - e due dei tre vincitori stagionali, Benjamin Follett-Smith (n. 2) dello Zimbabwe (suo il Bain’s Whisky Cape Town Open) e il sudafricano JJ Senekal, a segno nel precedente SDC Open. Saranno tra i favoriti in una rosa molto ampia che comprende in primis le due rivelazioni di inizio anno, lo svedese Adam Blommé, leader della money list dopo la settima piazza nello SDC Open e la seconda nella Dimensione Data Pro-Am, e il rookie sudafricano Casey Jarvis (n. 4), 19 anni, secondo alle spalle di Senekal domenica scorsa e nono nella Dimension Data.

In buona condizione anche il francese Ugo Coussaud (n. 3) e i sudafricani Pieter Moolman (n. 5), Brandon Stone (n. 7) e Martin Vorster (n. 8), oltre che l’inglese Chris Paisley (n. 6). In questo contesto entrano di diritto anche Scalise (n. 15), autore di un’ottima prova la scorsa settimana a Limpopo con quinto posto, e Andrea Pavan (n. 13), out al taglio nelllo SDC Open, da considerarsi probabilmente un incidente di percorso considerata la quarta posizione ottenuta a Cape Town. Cerca conferme De Leo, alla prima stagione sul Challenge Tour dove è approdato dopo aver dominato nell’Alps Tour 2022, dopo la 18ª posizione a Limpopo.

Si gioca all’Humewood Golf Club ritenuto l’unico vero links di stile britannico in Sudafrica. E’ opera del colonnello SV Hotchkin, che nel disegnarlo si è ispirato all'Old Course di St. Andrews. Il leggendario campione sudafricano Bobby Locke, quattro volte vincitore dell'Open Championship, lo considerava uno dei migliori percorsi in cui avesse mai giocato. Il montepremi è di 350.000 dollari.

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DP Tour: vince Marcel Siem, 32° Laporta

Marcel Siem si è imposto con 274 (69 70 67 68, -14) colpi nell’Hero Indian Open, tredicesima gara stagionale del DP World Tour, iniziato a novembre, e terza di fila in Asia, disputata sul percorso del DLF Golf & Country Club (par 72) di Nuova Delhi in India. In un acceso duello finale tutto tedesco ha superato il connazionale Yannik Paul, secondo con 275 (-13).

Altro protagonista l’olandese Joost Luiten, terzo con 276 (-12), che è rimasto a ridosso dei due avversari, ma senza mai potersi inserire nella corsa al titolo in un torneo in cui Francesco Laporta si è classificato 32° con 290 (76 72 68 74, +2) ed Edoardo Molinari 44° con 293 (74 73 73 73, +5).

Marcel Siem, 42enne di Mettmann, ha conseguito il quinto titolo sul circuito a distanza di otto anni e 116 giorni dal quarto (BMW Masters, novembre 2014) superando nel round finale Paul (28enne di Francoforte, un successo sul tour e runner up per la seconda settimana consecutiva) leader dopo 54 buche con un colpo di margine. Siem ha avuto ragione con un 68 (-5, cinque birdie, un bogey), mentre Paul ha ceduto con un 70 (-2, due birdie senza bogey), sbagliando sulla buca 18 il putt per il birdie che gli avrebbe concesso lo pareggio.

Nel palmarès di Siem, professionista dal 2000, 502 presenze sul circuito e oltre 9,5 milioni di euro guadagnati, anche un successo sul Challenge Tour e una World Cup (2006) conquistata insieme a Bernhard Langer). E’ stato gratificato con un assegno di 320.819 euro su un montepremi di circa 1.870.000 euro (2.000.000 di dollari la cifra ufficiale)..

In quarta posizione con 280 (-8) lo spagnolo Jorge Campillo e il giapponese Kazuki Higa, in sesta con 281 (-7) il danese Thorbjorn Olesen e il tedesco Alexander Knappe e in ottava con 282 (-6) lo svedese Simon Forsstrom e il malese Gavin Green. E’ uscito al taglio per la quarta volta di fila Guido Migliozzi, 104° con 157 (79 78. +13)  e si è ritirato nel corso del primo giro Renato Paratore.

 

TERZO GIRO - Tedeschi ancora protagonisti a New Delhi nell'Hero Indian Open. Al termine del terzo e penultimo round del torneo del DP World Tour, Yannik Paul con un totale di 205 (65 69 71, -11) è rimasto al comando della classifica ma ora ha un solo colpo di vantaggio sul connazionale teutonico Marcel Siem, 2/o con 206 (-10) davanti all'olandese Joost Luiten, 3/o con 208 (-8).
Sul percorso del DLF G&CC (par 72), reazione per Francesco Laporta che risale dalla 56/a alla 28/a posizione grazie a un giro in 68 (-4) - caratterizzato da un eagle, cinque birdie e tre bogey - su un totale di 216 (76 72 68, par). Perde invece terreno Edoardo Molinari, da 46/o a 54/o con 220 (74 73 73, +4).

Yannik Paul, numero 119 al mondo, runner up la scorsa settimana a Bangkok nel Thailand Classic, insegue la seconda vittoria in carriera sul massimo circuito continentale dopo quella arrivata nell'ottobre 2022 in Spagna, nel Mallorca Golf Open. Mentre Marcel Siem, numero 337 nel world ranking, sogna di ritornare al successo sul circuito (dove annovera già quattro titoli) a distanza di quasi nove anni dall'ultima volta (BMW Masters nel novembre 2014). In un evento che mette in palio 2.000.000 di dollari complessivi, di cui 340.000 andranno al vincitore.

 

SECONDO GIRO - A New Delhi il tedesco Yannik Paul dopo il primo ha dominato anche il secondo giro dell'Hero Indian Open, torneo del DP World Tour. A metà gara il 28enne teutonico con un round in 69 (-3) su un totale di 134 (-10), ha preso il largo e vanta ora cinque colpi di vantaggio sul connazionale Marcel Siem, 2/o con 139 (-5) al fianco del finlandese Mikko Korhonen, dell'indiano Angad Cheema e dell'islandese Gudmundur Kristjansson.

Sul percorso del DLF G&CC (par 72), il torinese Edoardo Molinari - ancora una volta il migliore tra gli azzurri - è invece 46/o con 147 (74 73, +3) davanti al pugliese Francesco Laporta, 56/o con 148 (76 72, +4). E' invece uscito al taglio, per la quarta volta consecutiva, il vicentino Guido Migliozzi (104/o con 157, 79 78, +13).

Dodici birdie e due bogey. Questo il ruolino di marcia di Paul dopo 36 buche giocate. Il numero 119 al mondo, runner up la scorsa settimana a Bangkok nel Thailand Classic, insegue la seconda vittoria in carriera sul massimo circuito continentale dopo quella arrivata nell'ottobre 2022 in Spagna, nel Mallorca Golf Open.

Il percorso di gara in India sta mettendo a dura prova i concorrenti. Sono solo 23 i giocatori, fino ad ora, che hanno fatto registrare uno score sotto il par. In un appuntamento, tornato protagonista quattro anni dopo l'ultima volta, che mette in palio 2.000.000 di dollari complessivi (di cui 340.000 andranno al vincitore).

 

PRIMO GIRO - A New Delhi l'Hero Indian Open, torneo del DP World Tour, è iniziato nel segno di Yannik Paul. II tedesco si è reso protagonista con un gran finale di primo round, dove ha realizzato cinque birdie (otto quelli in totale, con un bogey) nelle ultime sei buche. Con un giro in 65 (-7) precede di un colpo l'indiano Honey Baisoya, 2/o con 66 (-6) davanti al finlandese Mikko Korhonen, 3/o con 67 (-5).

Sul percorso del DLF G&CC (par 72), falsa partenza per gli azzurri. Edoardo Molinari, 49/o con 74 (+2), è stato fin qui il migliore tra gli italiani in gara. In ritardo Francesco Laporta, 78/o con 76 (+4), e Guido Migliozzi, 104/o con 79 (+7) e a rischio di una nuova eliminazione (per il vicentino sarebbe la quarta uscita al taglio consecutiva). Problemi allo stomaco, invece, per Renato Paratore costretto a ritirarsi dalla competizione dopo 12 buche giocate.

L'evento, tornato protagonista quattro anni dopo l'ultima volta, mette in palio 2.000.000 di dollari di cui 340.000 andranno al vincitore. Il round d'apertura è stato sospeso per l'arrivo dell'oscurità, con sette giocatori che domani dovranno ultimarlo prima dell'inizio del secondo.

 

LA VIGILIA - Edoardo Molinari, Guido Migliozzi, Renato Paratore e Francesco Laporta saranno al via nell’Hero Indian Open, tredicesima gara stagionale del DP World Tour, iniziato a novembre, e terza di fila in Asia, in programma dal 23 al 26 febbraio sul tracciato del DLF Golf & Country Club di Nuova Delhi in India, dove lo scozzese Stephen Gallacher, 48enne di Dechmont, difende l’ultimo dei suoi quattro titoli sul circuito conquistato nel 2019, anno in cui si è svolta l’edizione precedente del torneo sospeso poi per la pandemia.

Proveranno a riprendersi la scena cinque protagonisti del Thailand Classic: i danesi Thorbjorn Olesen, vincitore domenica scorsa a Chon Buri, e il connazionale Nicolai Hojgaard, quinto, il tedesco Yannik Paul, secondo, l’olandese Joost Luiten e l’altro tedesco Alexander Knappe, terzi. Nel field anche gli spagnoli Pablo Larrazabal e Jorge Campillo, il finlandese Mikko Korhonen, lo scozzese Robert MacIntyre, il sudafricano Daniel Van Tonder e l’inglese Marcus Armitage. Tra gli asiatici da seguire gli indiani Shubhankar Sharma, Gaganjeet Bhullar, Shiv Kapur e S Chikkarangappa (dove S sta per Seenappa), il coreano Jeunghun Wang, il malese Gavin Green e il thailandese Jazz Janewattananond.

La storia della gara - L’evento, giunto alla 56ª edizione, è nato nel 1964, ma solo le ultime cinque si sono svolte sotto l’egida del DP World Tour, peraltro, come detto, con sospensione di tre anni per la pandemia. L’albo d’oro è stato inaugurato da un grandissimo del golf, l’australiano Peter Thomson, scomparso nel 2018, che ha collezionato 98 successi in giro per il mondo comprensivi di ben cinque Open Championship. E’ uno dei due autori di una tripletta. L’altro è l’indiano Jyoti Randhawa, 50enne di Nuova Delhi, 23 titoli complessivi, che sarà in campo insieme a un altro past winner (oltre a Gallacher), indiano anche lui, S.S.P. (Shiv Shankar Prasad) Chawrasia. Quest’ultimo è tra i sei autori di una doppietta (2016, 2017) e uno dei due che l’hanno realizzata di fila insieme al giapponese Kenji Hosoishi (1967, 1968). Stessa prodezza anche di Randhawa, che l’ha conseguita (2006, 2007) nel suo cammino verso il tris.

Gli azzurri - Edoardo Molinari, vice capitano del Team Europe alla prossima Ryder Cup, è alla settima gara stagionale. Confidando nel buon momento di forma che attraversa, proverà a migliorare il 17° posto ottenuto in Thailandia, il terzo piazzamento conseguito tra i top 20 compreso un nono nel South African Open. Guido Migliozzi, invece, dovrà cambiare marcia dopo i tre tagli consecutivi subiti e, tutto sommato inattesi, in considerazione della bella prova nella squadra dell’Europa Continentale vincitrice della Hero Cup e della 20ª piazza nell’Abu Dhabi HSBC Championship. Occasione per Paratore e Laporta, che quest’anno si alterneranno anche sul Challenge Tour. Il romano sarà alla quarta presenza sul DP World Tour con un 15° posto nel South African Open e Laporta alla terza con un 13° nel Joburg Open. Il montepremi è di 2.000.000 di dollari (circa 1.870.000 euro).

Il torneo su SKY - L’Hero Indian Open andrà in onda in diretta sui canali Sky e in streaming su NOW con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 23 febbraio e venerdì 24, dalle ore 8,30 alle ore 13,30 su Sky Sport Golf e su NOW; sabato 25, dalle ore 8 alle ore 12,30 su Sky Sport Golf e su NOW; domenica 26, dalle ore 8 alle ore 12,30 su Sky Sport Golf, Sky Sport Uno e su NOW. Commento di Silvio Grappasonni, Alessandro Lupi, Massimo Scarpa e di Michele Gallerani.

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PGA Tour: il ritorno di Chris Kirk

Ha sconfitto l'alcol e la depressione. Dopo un lungo calvario, Chris Kirk è tornato in campo nel 2019 e ora, a distanza di quattro anni, ha ritrovato anche il successo. A Palm Beach Gardens, in Florida, l'americano ha vinto l'Honda Classic superando alla prima buca di spareggio (con un birdie) il connazionale Eric Cole con il quale aveva chiuso alla pari, con un totale di 266 (-14) colpi, le 72 buche regolamentari del torneo del PGA Tour.

Kirk ha ritrovato così il successo (il quinto) sul massimo circuito statunitense maschile a distanza di quasi otto anni dall'ultima volta (nel maggio del 2015 fece suo il Crowne Plaza Invitational at Colonial). Un' impresa che gli ha permesso non solo di incassare 1.512.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 8.400.000, ma anche di assicurarsi un invito per giocare ad aprile (dal 6 al 9) il The Masters e a marzo (9-12) il The Players Championship.

"Sono così grato alla mia famiglia per avermi aiutato, negli ultimi anni, a superare momenti davvero difficili. Il loro sostegno è qualcosa che non potrò mai dimenticare", la gratitudine di Kirk. Che grazie a questa affermazione, arrivata al PGA National Resort (The Champion, par 70), è risalito dalla 47/a alla 32/a posizione nel ranking mondiale. In un appuntamento che ha visto Tyler Duncan stanziarsi al 3/o posto con 268 (-12) davanti a Ryan Gerard, 4/o con 270 (-10). 

 

LA VIGILIA - Dopo il doppio show del Phoenix Open e del Genesis Invitational, il PGA Tour torna protagonista con l'Honda Classic. In programma dal 23 al 26 febbraio a Palm Beach Gardens, è il primo di quattro tornei consecutivi in Florida. Il "West Coast Swing" si apre con un appuntamento che metterà in palio 8.400.000 dollari (di cui 1.512.000 andranno al vincitore) e vedrà quasi tutti i big mondiali concedersi un turno di riposo dopo l'altalena di emozioni dell'ultimo periodo che ha visto prima Scottie Scheffler e poi Jon Rahm tornare sul trono del world ranking.

Per quel che riguarda la Top 20, in gara ci saranno solo tre giocatori: il sudafricano Sungjae Im (diciottesimo), l'americano Billy Horschel (diciannovesimo) e l'irlandese Shane Lowry (ventesimo), runner up lo scorso anno. A difendere il suo unico titolo conquistato finora sul PGA Tour sarà l'austriaco Sepp Straka.

Nonostante l'assenza di tanti campionissimi, la posta in palio è alta. Il vincitore dell'Honda Classic (se non già qualificato) si guadagnerà il pass per giocare sia il The Players Championship (dal 9 al 12 marzo) che il The Masters (6-9 aprile), primo Major del 2023. Nel field spazio pure per Luke Donald (campione nel 2006) e Zach Johnson, rispettivamente capitani del team Europe e del team Usa alla Ryder Cup di Roma, che si disputerà dal prossimo 29 settembre all'1 ottobre sul percorso del 'Marco Simone'. Nell'albo d'oro della competizione, che si è giocata per la prima volta nel 1972, figurano leggende del golf come, tra le altre, Jack Nicklaus, Johnny Miller e Rory McIlroy.

Il torneo su Discovery Plus e su Eurosport 2 - L’Honda Classic sarà teletrasmesso in diretta su Discovery Plus e su Eurosport 2 ai seguenti orari su entrambe le piattaforme: giovedì 23 febbraio e venerdì 24, dalle ore 20 alle ore 24; sabato 25 e domenica 26, dalle ore 19 alle ore 24. Commento di Maurizio Trezzi e di Federico Colombo.

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Alps: vince Floydd, 2.i Romano e Terragni

Jack Floydd ha vinto con 199 (65 69 65, -17) colpi l’Ein Bay Open, gara inaugurale dell’Alps Tour 2023 disputata al Sokhna GC di Suez in Egitto su 18 buche (par 72) ricavate dai percorsi B&C, dopo un bel duello finale con Andrea Romano e Cristiano Terragni, anche loro assoluti protagonisti dell’evento e secondi con 201 (-15). E con un altro azzurro tra i top ten, il brillante amateur Flavio Michetti, nono con 208 (-8).

Floydd, 26enne inglese che fino ad ora aveva ottenuto sul circuito otto top ten tra il 2019 e il 2022 e che aveva dimostrato il suo buon momento sul Mena Tour con il secondo posto a gennaio nell’Egyptian Swing 1 @Madinaty Golf Club, ha firmato il primo titolo sull’Alps Tour rimontando dalla terza posizione con un 65 (-7, otto birdie, un bogey), miglior score di giornata realizzato anche da Romano (68 68 65) con un eagle, sei birdie e un bogey, risalito dalla quarta, mentre Terragni (67 66 68) ha segnato un 68 (-4, quattro birdie senza bogey) mantenendo la seconda.

Al quarto posto con 203 (-13) lo spagnolo Alvaro Hernandez Cabezuela, leader dopo due round, al quinto con 204 (-12) l’irlandese Ronan Mullarney, al sesto con 205 (-11) l’iberico Joel Moscatel e l’olandese Kiet Van der Weele e all’ottavo con 207 (-9) l’altro olandese Davey Porsius, il terzo autore di un 65.

Ha ceduto Enrico Di Nitto, da quarto a 14° con 209 (-7) dopo un 73 (+1), pur avendo condotto le prime sei buche con quattro birdie, e sono andati a premio anche Federico Maccario e Andrea Saracino, 18.i con 210 (-6), Luca Cianchetti, 23° con 211 (-5), Riccardo Bregoli, 27° con 212 (-4), Manfredi Manica, 34° con 213 (-3), ed Edoardo Raffaele Lipparelli, 43° con 215 (-1). Al vincitore è andato un assegno di 5.800 euro su un montepremi di 40.000 euro.

Ora si replica, sempre sullo stesso Sokhna GC di Suez, ma sui tracciati A&B, con il secondo torneo in calendario, il Red Sea Little Venice Open (26-28 febbraio), evento che nel 2020 è stato appannaggio di Stefano Mazzoli, peraltro a segno nell’Ein Bay Open 2022, secondo italiano a vincerlo dopo Michele Cea nel 2018.

 

LA VIGILIA - A Suez, in Egitto, inizia la stagione 2023 dell’Alps Tour con l’Ein Bay Open (21-23 febbraio, 54 buche) al quale prendono parte ben 30 giocatori italiani in un contesto di 120 partenti. Si gioca sui percorsi B & C del Sokhna GC, lo stesso tracciato che dal 26 al 28 febbraio ospiterà il secondo evento, il Red Sea Little Venice Open, ma sui tracciati A & B.

Degli azzurri saranno sul tee di partenza, tra gli altri, Enrico Di Nitto, Federico Maccario, Luca Chianchetti, Andrea Saracino, Edoardo Raffaele Lipparelli, Cristiano Terragni, Giacomo Fortini, Andrea Romano, Riccardo Bregoli e Gianmaria Rean Trinchero. Assente Stefano Mazzoli, che si impose lo scorso anno, così come Michele Cea che vinse nel 2018.

Tra i favoriti gli olandesi Davey Porsius e Lars Keunen, a segno nel 2020, lo svizzero Mathias Eggenberger, gli spagnoli Mario Galiano Aguilar, Manuel Morugan, Joel Moscatel e Daniel Berna, l’inglese Jack Floydd e i francesi Paul Margolis, Paul Elissalde e Alexandre Daydou. Il montepremi è di 40.000 euro con prima moneta di 5.800 euro.

Lydia Ko da numero uno mondiale. La neozelandese si è imposta con 267 (64 69 66 68, -21) nell’Aramco Saudi Ladies International Presented By Public Investment Fund, prima delle sei gare della stessa serie e unica in cui il montepremi è stato portato da un milione a cinque milioni di dollari con prima moneta di 750.000 dollari andati appunto alla vincitrice. Sul percorso del Royal Greens Golf & Country Club (par 72), a King Abdullah Economic City in Arabia Saudita, un guizzo di Lydia Ko alla buca 17, quando ha realizzato il quinto birdie di giornata, contro un bogey, per il 68 (-4), ha fatto la differenza con la brillante indiana Aditi Ashok, che l’aveva raggiunta alla buca precedente (anche per lei 68 colpi con cinque birdie e un bogey). La 24enne di Bangalore si è dovuta accontentare della seconda posizione con 268 (-20). Impressionante comunque il suo inizio di stagione con il successo nel Kenya Open d’apertura, la terza piazza nella precedente Lalla Meryem Cup e la leadership nella Race to Costa del Sol (ordine di merito). Lydia Ko è al secondo titolo in questa gara dopo quello del 2021.

In terza posizione con 269 (-19) la belga Manon De Roey e le statunitensi Lexi Thompson, numero 7 del Rolex Ranking, e Lilia Vu, leader dopo tre turni. in sesta con 271 (-17) la danese Emily Kristine Pedersen, a segno nel 2020, e in settima con 272 (-16) l’inglese Georgia Hall, sul gradino più alto del podio nella terza edizione dell’evento nello scorso anno e che ha fornito una buona prova anche se non è riuscita a concedere il bis. Subito dietro la giapponese Nasa Hataoka, numero 10 del ranking, ottava con 273 (-15).

E’ uscita al taglio dopo 36 buche Virginia Elena Carta, 95ª con 151 (74 77, +7), unica italiana in campo.

 

LA VIGILIA - Virginia Elena Carta sarà l’unica italiana in gara nell’Aramco Saudi Ladies International Presented By Public Investment Fund (16-19 febbraio), prima delle sei gare della stessa serie e unica in cui il montepremi è stato portato da un milione a cinque milioni di dollari (prima moneta di 750.000 dollari), equiparandolo a quello del PIF Saudi International maschile sostenuto dallo stesso Istituto di Investimenti. Montepremi che è il terzo nelle gare in calendario nel Ladies European Tour dopo quelli dei due Major che si disputano in Europa (AIG Women’s Open, 10-13 agosto, $ 7.300.000, e Amundi Evian Championship, 27-30 luglio, $ 6.500.000).

Sul percorso del Royal Greens Golf & Country Club, a King Abdullah Economic City in Arabia Saudita, nel terzo evento del LET 2023 al quale partecipano 120 concorrenti in rappresentanza di 31 nazioni, il field è di grande qualità e comprende dodici giocatrici tra le prime 20 del Rolex Ranking, la classifica mondiale, e undici vincitrici di Major.

Nella quarta edizione del torneo saranno in campo le tre vincitrici precedenti: la danese Emily Kristine Pedersen (2020), la neozelandese Lydia Ko (2021), numero uno al mondo, e l’inglese Georgia Hall (2022), che difende il titolo. In uno scenario che promette grandi giocate e spettacolo ricordiamo, tra le altre partecipanti di peso, la thailandese Atthaya Thitikul (n. 4), la statunitense Lexi Thompson (n. 7), le coreane In Gee Chun (n. 8) e Hyo-Joo Kim (n. 9), la giapponese Nasa Hataoka (n. 10), l’irlandese Leona Maguire (n. 11), la francese Celine Boutier (n. 12), l’inglese Charley Hull (n. 13), la cinese Xiyu Lin (n. 14), la statunitense Danielle Kang (n. 17) e l’australiana Hannah Green (n. 19). Tra le Major Champions, oltre a In Gee Chun, vi saranno anche la svedese Anna Nordqvist, la filippina naturalizzata giapponese Yuka Saso e la sudafricana Ashleigh Buhai. E ancora nel field la svedese Linn Grant, prima nella Race to Costa del Sol 2022 (ordine di merito) e seconda la scorsa settimana nella Lalla Meryem Cup al debutto stagionale, l’indiana Aditi Ashok, subito al proscenio con il successo nel Magical Kenya Open, il terzo posto in Marocco e la leadership nella money list, la sudafricana Lee-Anne Pace e la spagnola Carlota Ciganda.

Inizio di stagione positivo per Virginia Elena Carta, in top ten (nona) in Kenya e poi con una flessione in Marocco che in fase di rodaggio ci può stare.

Il danese Thorbjorn Olesen, grazie a due ottimi giri finali, ha vinto con 264 (67 67 64 66, -24) il Thailand Classic, distaccando di quattro colpi il tedesco Yannik Paul, secondo con 268 (-20). Nel torneo del DP World Tour, disputato sul percorso dell’Amata Spring CC (par 72), a Chon Buri nei pressi di Bangkok in Thailandia, si è classificato 17° con 276 (70 70 65 71, -12) Edoardo Molinari, mentre è uscito per la terza volta consecutiva al taglio Guido Migliozzi, 109° con 146 (+2).

Olesen ha firmato il settimo titolo sul DP World Tour, a distanza di nove mesi dal precedente (British Masters, maggio 2022), per un palmarès che comprende anche un successo sul Challenge Tour. Il 33enne di Fureso, 278 gare sul circuito continentale, ha peraltro un buon feeling con l’Italia dove si è imposto nel Sicilian Open (2012) e nell’Open d’Italia (2018). Ha preso il largo nelle ultime 36 buche in cui non ha segnato bogey, prima salendo in vetta nel terzo giro con un 64 (-8, otto birdie) e poi tenendo alto il ritmo con un 66 (-6, sei birdie) con cui non ha concesso nulla agli avversari. Ha percepito un assegno di 319.738 euro su un montepremi di circa 1.870.000 euro (2.000.000 dollari la cifra ufficiale).

Nella terza edizione dell’evento, con le precedenti svoltesi nel 2015 e 2016 vinte dagli australiani Andrew Dodt e Scott Hend, assenti nell’occasione, hanno occupato la terza posizione con 270 (-18) l’olandese Joost Luiten e l’altro tedesco Alexander Knappe, hanno chiuso in quinta con 271 (-17) il danese Nicolai Hojgaard, il francese Antoine Rozner e lo spagnolo Rafa Cabrera Bello, che era stato al comando dopo due round, e in ottava con 272 (-16) il coreano Jeunghun Wang.

Edoardo Molinari, vice capitano europeo alla prossima Ryder Cup (29 settembre - 1 ottobre, Marco Simone Golf & Country Club, Guidonia Montecelio - Roma), è terminato per la seconda volta in sei gare a cui a partecipato in stagione al 17° posto, ma ha dalla sua anche un nono. E’ risalito dal 53° del primo turno e ha segnato nell’ultimo un 71 (-1) con quattro birdie e tre bogey.

Prossima tappa del tour al DLF G&CC di Nuova Delhi per l’Hero Indian Open (23-26 febbraio). Iscritti Edoardo Molinari, Guido Migliozzi, Renato Paratore e Francesco Laporta.

 

TERZO GIRO - Danesi protagonisti a Bangkok nel terzo round del Thailand Classic, torneo del DP World Tour che, a un giro dalla fine, vede Thorbjorn Olesen in testa alla classifica con uno score di 198 (67 67 64, -18). Dietro di lui il connazionale Nicolai Hojgaard e il tedesco Paul Yannik, entrambi secondi con 200 (-16).
Sul percorso dell'Amata Spring CC (par 72) rimonta Edoardo Molinari. Con un "moving day" chiuso in 65 (-7) su un totale di 205 (-11), il torinese è risalito dalla 42/a alla 14/a posizione. Il vicecapitano del team Europe alla Ryder Cup 2023 a Roma ha realizzato otto birdie, con un bogey.

Meglio di lui, entrambi con un 64 (-8), hanno fatto solo i danesi Olesen e Hojgaard. Curiosità: sia Olesen, 33enne di Fureso con sei titoli sul circuito, che Hojgaard, 21enne di Billund con due affermazioni sul DP World Tour, hanno vinto l'Open d'Italia rispettivamente nel 2018 e nel 2021. Peraltro Olesen, numero 127 al mondo, ha conquistato anche nel 2012 il Sicilian Open. A Bangkok sogna l'impresa anche l'olandese Joost Luiten, quarto con 201 (-15). In un evento, arrivato alla terza edizione e tornato protagonista sette anni dopo l'ultima volta, che mette in palio 2.000.000 di dollari.

 

SECONDO GIRO . -A Bangkok il secondo round del Thailand Classic, torneo del DP World Tour, parla spagnolo. Con un giro in 65 (-7) su un totale di 131 (66 65, -13), Rafa Cabrera Bello è risalito dalla quinta posizione e ora guida la classifica con due colpi di vantaggio sul paraguaiano Fabrizio Zanotti, secondo con 133 (-11). Mentre è bagarre al terzo posto (134, -10)occupato dai tedeschi Yannik Paul e Alexander Knappe, dal sudafricano Thriston Lawrence, dai danesi Christoffer Bring e Thorbjorn Olesen e dal giapponese Kazuki Higa.

Sul percorso dell'Amata Spring CC (par 72), Cabrera Bello - numero 212 al mondo con quattro successi sul circuito - nelle prime 36 buche giocate ha realizzato 15 birdie, con un doppio bogey nel secondo giro (alla buca 17, par 3).
Degli azzurri ha superato il taglio Edoardo Molinari, 42° con 140 (70 70, -4). Terza eliminazione consecutiva per Guido Migliozzi, 109° con 146 (74 72, +2), chiamato a cambiare marcia per ritrovare gioco e punti in chiave qualificazione verso la Ryder Cup di Roma, in programma dal prossimo 29 settembre all'1 ottobre al Marco Simone Golf & Country Club. Il montepremi è di 2.000.000 di dollari.

 

PRIMO GIRO - A Bangkok il primo round del Thailand Classic, torneo del DP World Tour, sorride a Sami Valimaki e a Martin Simonsen. Il finlandese e il danese, con uno score di 64 (-8), sul percorso dell'Amata Spring CC (par 72) condividono la vetta della classifica con un colpo di vantaggio sui tedeschi Yannik Paul e Alexander Knappe, entrambi terzi con 65 (-7).

Tra gli azzurri, Edoardo Molinari è 53° con 70 (-2), mentre Guido Migliozzi è 116° con 74 (+2). E se il torinese - vicecapitano del team Europe alla Ryder Cup di Roma, in programma dal prossimo 29 settembre al 1° ottobre al 'Marco Simone' - ha realizzato tre birdie, con un bogey, il vicentino rischia la terza uscita al taglio consecutiva. Un doppio bogey, due bogey e due birdie per Migliozzi, chiamato alla rimonta nel secondo giro.
Prova bogey free invece per Valimaki. Numero 284 al mondo, il 24enne di Nokia (con un titolo sul circuito) si è reso protagonista con otto birdie. Mentre Simonsen, 31enne di Aalborg e 406° nel world ranking (ancora a secco di vittorie sul DP World Tour), si è messo in evidenza con un eagle e sette birdie (per lui anche un bogey).

L'evento, che mette in palio 2 milioni di dollari, arrivato alla terza edizione è tornato quest'anno nel calendario del massimo circuito continentale maschile a distanza di sette anni dall'ultima volta.

 

LA VIGILIA . Edoardo Molinari e Guido Migliozzi tornano in campo dopo una settimana di riposo per disputare il Thailand Classic in programma dal 16 al 19 febbraio sul percorso dell’Amata Spring CC, a Chon Buri nei pressi di Bangkok in Thailandia.

Field di buona qualità, anche se sono assenti molti big, nel quale figurano quattro vincitori stagionali, gli inglesi Daniel Gavins e Dan Bradbury, il sudafricano Thriston Lawrence e il francese Antoine Rozner che saranno tra i favoriti insieme a numerosi altri partecipanti tra i quali citiamo gli spagnoli Pablo Larrazabal, Jorge Campillo e Rafa Cabrera Bello, i danesi Nicolai Hojgaard e Thorbjorn Olesen, gli scozzesi Robert MacIntyre ed Ewen Ferguson, i finlandesi Sami Valimaki e Mikko Korhonen e i sudafricani Thomas Aiken, Zander Lombard, Daniel Van Tonder e Justin Walters.

Tra gli asiatici meritano attenzione il malese Gavin Green, l’indiano Shubhankar Sharma, i cinesi Haotong Li e Ashun Wu e il thailandese Kiradech Aphibarnrat. Probabilmente non potrà essere tra i candidati al titolo, ma sarà molto apprezzata dai fans locali la presenza di Thongchai Jaidee, gloria del golf di casa, 53enne di Lop Buri con otto titoli sul circuito, dove è stato il primo della sua nazione a imporsi, e che ha preso parte anche ad alcuni Open d’Italia. Nei primi due round giocherà con Migliozzi e l’inglese Jordan Smith, mentre Molinari sarà in terna con Valimaki e Rozner.

Guido Migliozzi è alla settima presenza stagionale sul circuito iniziato lo scorso novembre e dopo essere andato tre volte a premio in posizione di media classifica e aver fatto parte della compagine dell’Europa Continentale vincitrice della Hero Cup ha poi subito due tagli consecutivi che chiaramente intende riscattare.

Edoardo Molinari, alla sesta partecipazione, ha dalla sua un nono e un 17° posto. Vice capitano del Team Europe, avrà nuovamente il compito di guardare il torneo in chiave Ryder Cup insieme agli altri due vice capitani, il danese Thomas Bjorn e il belga Nicolas Colsaerts in una gara in cui sarà assente il capitano Luke Donald, impegnato nel Genesis Invitational sul PGA Tour, ovviamente non solo come concorrente. L’evento è giunto alla terza edizione, ma le precedenti sono state disputate nel 2015 e 2016 vinte, entrambe da due australiani, Andrew Dodt e Scott Hend, assenti nell’occasione. Il montepremi è di 2.000.000 di dollari.

Il torneo su Sky - Il Thailand Classic sarà teletrasmesso in diretta su Sky e in streaming su NOW con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 16 febbraio, dalle ore 6,30 alle ore 11,30 su Sky Sport Golf e su NOW e dalle ore 6,30 alle ore 11 su Sky Sport Uno; venerdì 17, dalle ore 6,30 alle ore 11,30 su Sky Sport Golf, Sky Sport Uno e NOW; sabato 18 e domenica 19, dalle ore 6,30 alle ore 11 su Sky Sport Golf, Sky Sport Uno e NOW. Commento di Alessandro Lupi, Michele Gallerani, Roberto Zappa e di Claudio Viganò.

In California Jon Rahm sbaraglia la concorrenza, vince con un totale di 267 (65 68 65 69, -17) colpi il The Genesis Invitational, torna numero 1 al mondo e supera il suo mito Severiano Ballesteros in quanto a successi sul PGA Tour celebrando la decima impresa. Sul percorso del Riviera Country Club (par 71) di Pacific Palisades lo spagnolo ha fatto bottino pieno in un appuntamento che ha visto il ritorno in campo di Tiger Woods, 45/o con 283 (-1), e l’uscita al taglio di Francesco Molinari (150, 76 74, +8).

Terza vittoria del 2023, Rahm torna ad essere il numero 1 al mondo – Rahm è volato in testa alla classifica del The Genesis Invitational al termine del terzo round, grazie a un giro bogey free in 65 (-6) colpi, con sei birdie. Poi, nel quarto, ha ipotecato il titolo dopo una reazione nel finale che lo ha visto realizzare due birdie (cinque quelli in totale, con tre bogey) nelle ultime cinque buche giocate, rispettivamente alla 14 e alla 16. All’età di 28 anni, 3 mesi e 9 giorni, Rahm è già in doppia cifra. Per lui è infatti il decimo sigillo (cifra comprensiva di un Major, lo US Open 2021) sul PGA Tour in 137 gare giocate. Che gli ha permesso di tornare, per la prima volta dal 26 marzo 2022, sul trono mondiale superando l’americano Scottie Scheffler, 12/o con 276 (-8) in California. Dove l’iberico ha superato di due colpi lo statunitense Max Homa, 2/o con 269 (-15) davanti ai connazionali Patrick Cantlay, 3/o con 270 (-14), Will Zalatoris, 4/o con 271 (-13), e Keith Mitchell, 5/o con 272 (-12). Non è andato invece oltre il 29/o posto con 280 (-4) il nordirlandese Rory McIlroy, terzo nel world ranking.

Il successo ha fruttato a Rahm 3.600.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 20.000.000, consentendogli anche di portare i suoi guadagni sul circuito a quota 44.888,792. Tre successi nelle ultime sei gare disputate sul PGA Tour. Questo il ruolino di marcia del campione di Barrika, primo spagnolo a far suo il The Genesis Invitational e quarto giocatore internazionale dal 1960 a raggiungere le 10 affermazioni sul circuito prima dei 30 anni. Come se non bastasse, Rahm ha allungato il vantaggio sugli inseguitori nella classifica della FedEx Cup e ha superato, in quanto a vittorie sul PGA Tour, Severiano Ballesteros (che in 151 eventi giocati s’è imposto 9 volte conquistando però 5 Major, 3 British Open e 2 The Masters).

Woods incorona Rahm, “è il più forte”. E lo spagnolo ringrazia – Tornato a giocare un evento del PGA Tour diverso da un Major per la prima volta dall’ottobre 2020, Tiger Woods ha mostrato ottimi colpi nel primo e nel terzo round. Ambasciatore del torneo (attraverso la sua Fondazione), altalenante nel secondo e quarto giro, il californiano al termine della competizione ha incoronato Rahm. “Jon è il migliore giocatore al mondo e lo ha dimostrato. Cuore, grinta, carisma, sono solo alcune delle sue caratteristiche. E’ fortissimo”, l’elogio di Tiger.

“Grazie Tiger, vincere il tuo torneo è un onore. Aver raggiunto la doppia cifra è qualcosa d’incredibile ma spero sia solo l’inizio. Per quel che riguarda i paragoni con Ballesteros, lui ha vinto cinque tornei del Grande Slam mentre io sono ancora fermo a uno. Sto raccogliendo i frutti di anni di lavoro e mi sento un buon giocatore. Mi sforzo ogni giorno per provare a essere un buon padre, un buon marito e un amico migliore. Queste sono le mie priorità”, la soddisfazione di Rahm. Che nell’anno della Ryder Cup italiana, in programma sul percorso del Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma) dal prossimo 29 settembre al 1° ottobre, sta affrontando la sua stagione migliore.

Il PGA Tour si sposta in Florida per l’Honda Classic – Dalla California il PGA Tour è pronto a spostarsi in Florida per l’Honda Classic, in programma dal 23 al 26 febbraio. Sul percorso del PGA National Resort (The Champion) di Palm Beach Gardens non ci sarà Francesco Molinari. L’azzurro godrà di un turno di riposo.

 

TERZO GIRO - Il momento di forma super di Jon Rahm, lo show di Tiger Woods, lo stop di Rory McIlroy. In California, ha regalato spettacolo il "moving day" del Genesis Invitational, torneo elevato del PGA Tour che mette in palio 20 milioni di dollari. Al Riviera Country Club (par 71) di Pacific Palisades, lo spagnolo Rahm con un terzo giro in 65 (-6) su un totale di 198 (65 68 65, -15) è volato in testa e, a 18 buche dalla fine, vanta tre colpi di vantaggio sull'americano Max Homa, secondo con 201 (-12) davanti al connazionale Keith Mitchell, terzo con 202 (-11).

Dopo aver fatto suo il Sentry Tournament of Champions e il The American Express, Rahm insegue la terza vittoria del 2023 che potrebbe riportarlo al primo posto nel world ranking. Con un successo (sarebbe il decimo sul circuito, cifra comprensiva di un Major lo US Open), il 28enne di Barrika sarebbe praticamente certo di ritornare sul trono mondiale visto che Scottie Scheffler (attuale numero 1) è 15° con 208 (-5) e per difendere la leadership dovrebbe finire al secondo posto (distante ora sette colpi).

Sprazzi di grande Woods. Il californiano con un parziale di 67 (-4) su un totale di 210 (69 74 67, -3) è risalito dalla 60ª alla 26ª posizione. Per The Big Cat buona prova con tre birdie, un eagle (il 189esimo della sua carriera sul PGA Tour) e un bogey. Il 67 (-4) di giornata rappresenta il suo miglior giro degli ultimi 18 giocati. Ha perso invece terreno il nordirlandese Rory McIlroy, da settimo a 18° con 209 (-4).

 

SECONDO GIRO - Doppio passo falso per Tiger Woods in California. A Pacific Palisades, nel secondo round del Genesis Invitational, "The Big Cat" è scivolato dalla 27/a alla 60/a posizione provvisoria (il giro è stato infatti sospeso per oscurità) con uno score di 143 (69 74, +1).
Non solo qualche errore di troppo in campo (per lui parziale di 74, +3, con cinque bogey, di cui tre nelle ultime quattro giocate, e due birdie), ma anche uno scherzo con l'amico Justin Thomas di cattivo gusto. Il 15 volte campione Major è finito nel mirino della critica per aver messo nelle mani di Thomas (durante il primo round) un assorbente che quest'ultimo ha lasciato cadere a terra sorridendo. Un gesto che ha provocato forti critiche. Tante le sportive, da Laura Davies ad Anna Caplice, che hanno chiesto le scuse immediate di Woods per uno "scherzo fuori luogo e non divertente".

Woods, che dovrebbe superare il taglio con l'ultimo punteggio utile, non è riuscito a ripetere la prova offerta nelle prime 18 buche del torneo del PGA Tour che mette in palio 20 milioni di dollari e vede in campo anche 23 tra i migliori 25 giocatori al mondo.
Sul percorso del Riviera Country Club (par 71), in testa alla classifica con 132 (64 68, -10) colpi c'è ancora Max Homa. A tallonarlo, in seconda posizione con 133 (-9), ecco lo spagnolo Jon Rahm (terzo nel world ranking) e gli statunitensi Keith Mitchell e Lee Hodges. Buona prova anche per Collin Morikawa, quinto con 134 (-8), Patrick Cantlay, 6/o con 135 (-7), e Rory McIlroy, secondo al mondo e settimo con 136 (-6) nella competizione al pari di Matt Kuchar.
Rimonta Scottie Scheffler. Il numero 1 mondiale è risalito dalla 44/a alla 12/a posizione con 138 (-4). Può invece già considerarsi eliminato Francesco Molinari, 125/o con 150 (+8).

 

PRIMO GIRO - Un inizio e un finale di gara da applausi, tra prodezze e birdie che hanno mandato in visibilio gli spettatori presenti. A Pacific Palisades, in California, non ha deluso le attese Tiger Woods. Il campione americano ha chiuso il primo round del Genesis Invitational, torneo del PGA Tour, al 27° posto con uno score di 69 (-2) colpi. "The Big Cat" ha iniziato la sua prova realizzando un birdie alla buca 1 del Riviera Country Club (par 71), poi ha 'segnato' il primo di tre bogey alla 4. Ma nelle ultime tre 'hole' ha regalato spettacolo con tre birdie consecutivi e 'putt' perfetti che hanno scatenato la sua esultanza e quella dei tanti tifosi che hanno affollato il "green" per il ritorno, l'ennesimo, di Woods.

Per la prima volta dal 2020, il californiano è tornato a giocare un torneo del PGA Tour diverso da un Major. Non un evento qualsiasi, ma quello sponsorizzato dalla sua fondazione e che Woods non ha mai vinto (è arrivato invece due volte secondo).

Tutti i riflettori puntati su di lui. Nonostante un field stellare, con 19 tra i migliori 20 al mondo (e un montepremi di 20 milioni di dollari) com prima moneta di 3,6 milioni di dollari), Woods ha rubato la scena agli altri big della disciplina, da Jon Rahm a Rory McIlroy, tra i protagonisti del giro d'apertura. Dopo le prime 18 buche, in testa alla classifica con 64 (-7) ci sono gli americani Max Homa e Keith Mitchell.

Dietro di loro, distante un solo colpo dalla vetta, ecco Rahm. Terzo (anche nel world ranking) con 65 (-6), lo spagnolo punta a tornare sul trono spodestando Scottie Scheffler, solo 44° con 70 (-1) in California, mentre il nordirlandese McIlroy è settimo con 67 (-4). Buona partenza pure per Collin Morikawa, quarto con 66 (-5) insieme a Matt Kuchar e a Harris English. Più indietro Justin Thomas, 14° con 68 (-3).

Falsa partenza per Francesco Molinari. Reduce dall'uscita al taglio al Phoenix Open, il torinese è 121° con 76 (+5) e rischia una nuova eliminazione. Due birdie, tre bogey e due doppi bogey per l'azzurro, in difficoltà.

 

LA VIGILIA - Il ritorno di Tiger Woods, un contesto con 19 tra i primi 20 giocatori del World Ranking, Scottie Scheffler nuovo numero uno gran favorito, il desiderio di immediata rivincita di Rory McIlroy appena spodestato dal trono mondiale sono alcuni dei motivi per i quali c’è grande attesa per il Genesis Invitational. Inoltre, in chiave azzurra, Francesco Molinari proverà a cancellare il taglio subito la scorsa settimana per riprendere il cammino, iniziato nella vittoriosa Hero Cup di gennaio, che deve portarlo a far parte del Team Europe nella Ryder Cup 2023, suo obiettivo dichiarato.

Sul percorso del Riviera Country Club, a Pacific Palisades in California, dal 16 al 19 febbraio va in scena il secondo evento “elevato” del PGA Tour che, come il precedente WM Phoenix Open, mette in palio un montepremi di 20 milioni di dollari con prima moneta di 3,6 milioni di dollari. Appannaggio in Arizona di Scheffler che ora proverà a concedere il bis, opportunità che il suo attuale stato di forma certamente gli concede.

Con tanti campioni, comunque, non avrà compito facile e, peraltro, Jon Rahm, (n. 3) e Justin Thomas (n. 7), rispettivamente terzo e quarto nella precedente uscita, sembrano avere anche loro qualcosa in più. Senza tuttavia dimenticare Sam Burns (n. 14), Jordan Spieth (n. 16), tredici titoli con tre Major e 80 top ten in 242 presenze sul tour, e Xander Schauffele (n. 6) nei primi dieci a Scottsdale. Tra i top ten del ranking non sembrano ancora ben rodati Matt Fitzpatrick (n. 10), Patrick Cantlay (n. 5) e Collin Morikawa (n. 9), gli ultimi due out dopo 36 buche la scorsa settimana, mentre poco si può dire di Will Zalatoris (n. 8), al rientro dopo uno stop.

Il ritorno di Woods - Woods torna a disputare un torneo che non ha mai vinto, ma dove, dilettante sedicenne, ha esordito nel 1992 sul PGA Tour. Non partecipa a un evento del circuito, che non sia un Major, dalla fine di ottobre 2020 (ZOZO Championship, 72°), mentre lo scorso anno ha preso parte a tre gare del Grande Slam (Masters Tournament 47°, PGA Championship, ritirato dopo 54 buche, e The Open, uscito al taglio). Risultati che non tolgono nulla alla grande attesa che c’è attorno al suo rientro, perché con "The Big Cat", indipendentemente da quello che gli consentono di fare le sue condizioni fisiche o che sia il 1.294° nel World Ranking, qualsiasi appuntamento diventa speciale. Nei primi due giri Woods sarà in terna con McIlroy e Thomas, mentre Molinari giocherà con Stewart Cink e Brendon Todd.

Adam Scott per il tris - Nel torneo nato nel 1926 come Los Angeles Open e giunto alla 97ª edizione, non giocherà il campione in carica, il cileno Joaquin Niemann, e saranno solo tre i past winner: James Hahn (2015), J.B Holmes (2019) e Adam Scott (2005, 2020). L’australiano può puntare al tris per affiancare nell’albo d’oro Ben Hogan, Arnord Palmer e Bubba Watson, mentre il record di vittorie è di quattro realizzato dallo scozzese Macdonald Smith (tra il 1928 e il 1934) e da Lloyd Mangrum (tra il 1949 e il 1956).

Il torneo su Discovery Plus e su Eurosport 2 - Il Genesis Invitational sarà teletrasmesso in diretta da Discovery Plus e da Eurosport 2 ai seguenti orari su entrambe le piattaforme: giovedì 16 febbraio e venerdì 17, dalle ore 22 alle ore 2; sabato 18 alle ore 19 alle ore 1; domenica 19, dalle ore 19 alle ore 0,30. Commento di Nicola Pomponi, Alessandro Bellicini e di Matteo Delpodio.

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Primo piano

  • Il ritorno al successo
    di Paratore: “Bisogna
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    Il ritorno al successo di Paratore: “Bisogna crederci, sempre” 14/04/2025

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Golf Story

  • I "tre moschettieri"
    e il super maestro
    del golf italiano
    I "tre moschettieri" e il super maestro del golf italiano 15/04/2021

    Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925  che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano. 

    Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open.  La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta

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