L’inglese Tyrrell Hatton ha vinto con 263 (69 64 65 65, -21) colpi il 74° Open d’Italia disputato sull’impegnativo percorso del Golf Club Milano (par 71). La massima manifestazione nazionale di golf, punta di diamante del Progetto Ryder Cup 2022 e inserita tra gli otto tornei di assoluto livello mondiale delle Rolex Series dell’European Tour, è stata costellata di record. Dalla straordinaria partecipazione di pubblico, con ben 73.000 presenze, primato assoluto, al montepremi per la prima volta di 7.000.000 di dollari, fino a un field di grandi giocatori, che non si era mai visto prima.
Un bagno di folla - Come detto con le 73.000 persone presenti nelle quattro giornate, è stato stabilito il nuovo record della manifestazione dopo le 50.000 del 2015 e le 47.000 del 2016. Nell’ultimo giro ancora un grandissimo afflusso con 28.000 spettatori, anche questo primato per una sola giornata di gara, dopo i 20.000 di ieri e nella terza dell’Open 2016. Nei due giri iniziali hanno assistito all’evento rispettivamente 10.000 e 15.000 persone.
Al Golf Club Milano, in quattro splendidi giorni di sole, il colpo d’occhio è stato impressionante. Un muro umano di entusiasmo con tante famiglie e moltissimi bambini conquistati dalle prodezze dei campioni in gara e sempre pronti ad andare a caccia di autografi. Un successo che premia la scelta della Federazione Italiana Golf, in accordo con l’Official Advisor Infront, di confermare l’ingresso gratuito per rafforzare il messaggio di uno sport aperto a tutti.
La gara - Francesco Molinari non ce l’ha fatta a bissare il successo dello scorso anno, terminando al sesto posto con 267 (64 68 66 69, -17) colpi, e comunque dando un’ulteriore conferma del suo spessore di livello mondiale. Nella giornata finale, però, è emerso un grande Nino Bertasio che è risalito dal 28° al decimo posto con 268 (68 67 69 64, -16) con un ottimo 64 (-7) e in tal modo è entrato a vele spiegate tra i primi cento della Race To Dubai (86°), conservando la ‘carta’ per il circuito 2018, obiettivo principale della sua stagione.
In un finale avvincente, ricco di colpi di scena e di tante giocate rare a vedersi, Tyrrell Hatton, 26enne di High Wycombe, ha ottenuto il terzo titolo nel circuito, il secondo consecutivo dopo quello siglato nell’Alfred Dunhill Championship. Ha superato con un birdie sull’ultima buca il connazionale Ross Fisher e il thailandese Kiradech Aphibarnrat, secondi con 264 (-20), che, giunti in club house prima di lui, speravano di poter andare al playoff. Ha ceduto Matt Wallace, da primo a quarto con 265 (-19), è terminato quinto con 266 (-18) l’australiano Marcus Fraser e hanno affiancato Molinari gli inglesi Tommy Fleetwood, leader della Race To Dubai, e David Horsey e il sudafricano George Coetzee. Insieme a Bertasio anche lo spagnolo Miguel Angel Jimenez, che continua a meravigliare pur avendo superato i 50 anni, mentre si sono defilati, senza mai poter correre per il titolo, gli iberici Jon Rahm, numero cinque mondiale, 15° con 269 (-15) alla pari con Matthew Fitzpatrick, e Sergio Garcia, numero undici, 30° con 272 (-12), e lo svedese Alex Noren, 38° con 274 (-10).
Degli altri tre azzurri, che hanno superato il taglio, ha offerto un bel finale Enrico Di Nitto, risalito fino al 45° posto con 276 (69 69 72 66, -8), e hanno concluso poco dietro Andrea Pavan, 50° con 277 (66 71 70 70, -7), e il dilettante Lorenzo Scalise, 58° con 279 (69 69 69 72, -5), che merita un elogio incondizionato per aver ben tenuto testa ai professionisti. Peraltro nel 2015, classificandosi in undicesima posizione, ha firmato il miglior risultato di un amateur all’Open d’Italia.
Le interviste - Tyrrell Hatton, il quale con il titolo ha ricevuto un assegno di 1.166.660 dollari che gli ha permesso di salire dall’undicesimo al quinto posto nella Race To Dubai, ha dichiarato: "E’ una sensazione incredibile vincere per due volte consecutive. Arrivando da dietro, circostanze diverse potevano influire sul mio risultato. Non ero sicuro di quale score avrei dovuto realizzare, ma sapevo di aver bisogno di parecchi birdie. Sono stato fortunato a imbucare molti putt entrati praticamente da bordo buca. E mi ha dato grande soddisfazione il putt alla buca 18 con cui ho vinto". Poi un pensiero alla Ryder Cup 2022 a Roma: "Abbiamo ricevuto un grande supporto in questi giorni dal pubblico italiano, che ci ha sostenuti e applauditi, e sono sicuro che lo farà in misura maggiore in quella occasione da cui il golf italiano trarrà grande beneficio".
Francesco Molinari ha spiegato così il finale: "Ho fatto quello che ho potuto. Il mio gioco non è stato sufficientemente buono per darmi una chance concreta e credo che ciò sia imputabile soprattutto alle energie nervose. Non sono ancora una volta partito bene, è svanita un po' di adrenalina ed è stato difficile ritrovare il ritmo. Però è stato bello finire con due birdie davanti a tanto pubblico. Rimango orgoglioso del mio Open. Ho confermato ancora una volta il mio livello nonostante non abbia espresso il mio miglior golf".
Nino Bertasio ha giocato più di tutti nel 2017, ben 31 tornei, teso alla caccia della ‘carta’ per rimanere nell’European Tour. C’è riuscito con un giro sopra le righe a coronamento di un Open d’Italia da incorniciare.
"Oggi dovevo partire forte ed è quello che ho fatto, poi l’eagle alla buca 14 è stato un grosso aiuto, perché in quel momento potevo solo perdere colpi e quindi c’era una certa tensione. Infatti le ultime buche non sono state facili e il bogey alla 17 lo dimostra. Il target a inizio giornata era di arrivare a meno 15, sono sceso a meno 16 e quindi non mi lamento certo per quel bogey. Ora so che l’anno prossimo affronterò nuovamente l’European Tour e sarà veramente speciale ripetere un Open così in Italia. Giocherò un po’ di meno e a maggio spero di sposarmi".
I Partner - Il 74° Open d’Italia, che ha avuto il patrocinio del CONI, grazie alla collaborazione di Infront Sport & Media, Official Advisor della FIG, ha ricevuto l’apporto di un pool di qualificati partner: Regione Lombardia, European Tour/Race to Dubai, BMW, Rolex.
Official Sponsor: Emirates, Lyoness, Banca Fideuram. Title Sponsor: Pro Am Rolex. Media Partner: Gazzetta dello Sport, Sky Sport, RDS. Sponsor istituzionali: Istituto per il Credito Sportivo. Official Supplier: Acqua Panna, S. Pellegrino, Villa Antinori, Deloitte, Giardini Valle dei Fiori, Gielle Antincendio, Kappa, Lease Plan, Maui Jim, Nespresso Sharp, Sky Gas & Power, Technogym, Titleist. Charity Partner: Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.
La premiazione - Alla cerimonia di premiazione sono intervenuti il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni; l’Assessore allo sport della Regione Lombardia Antonio Rossi; il sindaco di Monza Dario Allevi; il Presidente del CONI Giovanni Malagò, il Presidente della Federazione Italiana Golf Franco Chimenti; il Direttore Generale del Progetto Ryder Cup 2022 Gian Paolo Montali; il Presidente del Comitato Organizzatore dell’Open d’Italia Alessandro Rogato; il Direttore del Comitato Organizzatore dell’Open d’Italia Barbara Zonchello; Il Direttore del Torneo David Williams; l’Amministratore delegato di Rolex Italia Gianpaolo Marini; il Presidente del Golf Club Milano Armando Borghi, il Presidente del Marco Simone & Country Club, sede della Ryder Cup 2022, Lavinia Biagiotti.
Le dichiarazioni: Giovanni Malagò: "Voglio ringraziare il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni che ha fortemente voluto l’Open e il Governo per il supporto al Progetto Ryder Cup 2022. Ho sempre seguito il golf, che, peraltro, a Rio 2016 è rientrato tra le discipline olimpiche e ho messo la faccia in progetti importanti per far capire che non è uno sport per pochi, ma aperto a tutti. Il CONI è l’unico ente al mondo che coordina 386 discipline sportive diverse e siamo orgogliosi di avere il golf nella nostra grande famiglia"
Franco Chimenti: "Con questo Open d’Italia abbiamo dimostrato a tutti a che livello sia arrivato il golf. Il nostro è uno sport fantastico, che si sta diffondendo sempre di più. Voglio ringraziare ancora una volta il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni e ho l’onore di avere al mio fianco il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, un personaggio a cui l’Italia deve essere grata. Vi faccio presente che questa è la prima volta che un Presidente del CONI partecipa alla premiazione di un Open d’Italia. Questo vi fa capire quanto il golf sta progredendo. Il Golf Club Milano ha ospitato i giocatori più grandi che partecipano ai tour europei e mondiali. E’ stato un torneo grandissimo e continuerà a crescere in futuro. Quando ci sono atleti di questo livello, non si può non essere felici. Qui si applaude sempre. Tutti speravano vincesse Francesco Molinari, ma non è stato fatto mancare il sostegno a nessun altro giocatore sottolineando sempre i bei colpi. Un ringraziamento al Golf Club Milano, ai suoi soci, agli sponsor, ai volontari e a Milano che si è dimostrata ancora una volta una città vicina a noi".
Oltre 2000 persone alle lezioni gratuite di golf - In tantissimi si sono cimentati per la prima volta con ferri e palline in occasione del 74° Open d’Italia al Golf Club Milano. Ben 2400 le registrazioni per le lezioni di prova gratuite delle aree: "Prova il Golf" con i maestri della PGAI, il "Family Open" con lo staff EduCamp Coni e US Kids Golf Italy e lo spazio "Golf SuperAbili" dove le persone con disabilità hanno potuto provare a giocare con l’assistenza degli allenatori del settore paralimpico della FIG.
La Ryder Cup in mostra al Villaggio Commerciale - Per tutta la durata del torneo gli spettatori hanno potuto ammirare il trofeo originale della Ryder Cup, giunto appositamente dagli Stati Uniti ed esposto in uno stand dedicato all’interno del Villaggio Commerciale. Nessuno si è fatto sfuggire l’occasione di scattare foto e selfie.
La coreana Eun-Hee Ji (271 - 66 71 69 65, -17) si è imposta nello Swinging Skirts Taiwan Championship, uno dei tornei a invito che concludono la stagione del LPGA Tour e al quale sono state ammesse 81 concorrenti, nessuna italiana.
Sul percorso del Miramar Resort & Country Club (per 72) a Taiwan, Eun-Hee Ji ha contenuto con grande autorità e con lo stesso 65 (-7) il tentativo d’attacco della neozelandese Lydia Ko (277, -11), rimasta a sei colpi di distanza. E’ salita al terzo posto con 281 (-7) la coreana So Yeon Ruy, leader mondiale, affiancata da Lizette Salas, dalla spagnola Carlota Ciganda, dalla cinese Shanshan Feng e dalla svedese Madelene Sagstrome, all’ottavo con 282 (-6) Cristie Kerr e al nono con 283 (-5) Jacqui Concolino. Prestazioni in chiaroscuro della canadese Brooke M. Henderson, 27ª con 288 (par), della thailandese Ariya Jutanugarn, 30ª con 289 (+1), della coreana Sung Hyun Park,numero due del Rolex Ranking, 42ª con 293 (+5), di Stacy Lewis e della coreana Ha Na Jang, che difendeva il titolo, 46.e con 294 (-6).
Eun-Hee Ji, 31enne di Gapyeong, è tornata a vincere dopo otto anni portando a tre i titoli nel circuito, comprensivi di un major (US Womens Open), sua precedente affermazione nel 2009. Ha siglato il 65 vincente con sette birdie, senza bogey, stesso passo tenuto anche da Lydia Ko, e ha ricevuto un assegno di 330.000 dollari su un montepremi di 2.000.000 di dollari.
Justin Thomas ha vinto con 279 (63 74 70 72, -9) colpi il Cj Cup @ Nine Bridges, terzo torneo della stagione 2017/2018 del PGA Tour disputato al Nine Bridge (par 72) di Jeju Island in Corea.
Il 24enne di Louisville (Kentucky) ha superato con un birdie alla seconda buca di spareggio l’australiano Marc Leishman (279 - 66 72 71 70) con il quale aveva terminato alla pari la gara. Al terzo posto con 280 (-8) l’altro australiano Cameron Smith, al quarto con 282 (-6) il coreano Whee Kim e al quinto con 283 (-5) Pat Perez, Jamie Lovemark, Brian Harman, Luke List, Scott Brown e l’indiano Anirban Lahiri. All’11° con 284 (-4) Patrick Reed, l’australiano Jason Day e lo spagnolo Rafa Cabrera Bello, al 15° con 285 (-3) l’inglese Ian Poulter e il sudafricano Branden Grace, al 19° con 286 (-2) l’inglese Paul Casey e al 25° con 288 (par) l’australiano Adam Scott,
Justin Thomas, leader dopo tre giri insieme a Scott Brown che poi ha ceduto, ha iniziato molto male con un doppio bogey, ma successivamente si è gradatamente ripreso chiudendo con il 72 del par completando lo score con quattro birdie e due bogey. Non ha potuto comunque evitare l’aggancio da parte di Marc Leishman (70, -2 con sei birdie e quattro bogey), che però ha sbagliato tutto alla seconda buca supplementare.
E’ la quinta vittoria nell’anno solare di Thomas, che ha fatto suo anche un major (PGA Championship), e la settima in carriera che gli ha fruttato un congruo assegno di 1.665.000 dollari su u montepremi di ben 9.250.000 dollari.
Niccolò Quintarelli ha ottenuto un buon settimo posto con 275 (68 71 68 68, -9) nell’Alps Tour Grand Final, gara conclusiva del circuito disputata sul percorso del Golf Club Des Iles Borromées (par 71), e con la 17ª piazza nell’ordine di merito ha ottenuto una ‘carta’ categoria "quattro" che gli varrà la stagione piena sull’Alps Tour 2018.
Ha conseguito il secondo titolo nell’anno il dilettante spagnolo Adria Arnaus (270 - 69 70 66 65, -14), che già si era imposto nel Villaverde Open al GC Udine, il quale con la prima posizione anche nella money list (punti 26.213) si è assicurato una delle cinque ‘carte’ per il Challenge Tour 2018. Le altre sono andate ai quattro pro che l’hanno seguito nell’ordine di merito: i francesi Ugo Coussaud (p. 21.534) e Antoine Rozner (p. 19.975), l’olandese Lars Van Meijel (p. 19.306) e il transalpino Robin Roussel (p. 18.551).
Nella gara, alla quale hanno preso parte 43 dei 50 aventi diritto, Arnaus ha lasciato a due colpi l’austriaco Christoph Koerbler e il francese Leo Lespinasse (272, -12), che hanno ricevuto 5.000 euro a testa quale prima moneta del torneo (su un montepremi di 45.000), mentre il vincitore per il suo status ha avuto solo il trofeo. In quarta posizione con 273 (-11) i transalpini Julien Foret e Amaury Rosaye.
Oltre metà classifica gli altri cinque italiani in campo: Andrea Saracino, 26° con 283 (71 71 71 70, -1), Jacopo Vecchi Fossa, 31° con 286 (69 74 68 75, +2), Michele Cea, 34° con 287 (71 74 72 70, +3), Alessandro Grammatica, 37° con 292 (78 74 67 73, +8), e Gregory Molteni, 39° con 294 (75 77 71 71, +10). Essendo tutti classificatisi oltre il 30° posto nella money list avranno una carta categoria "sette", che non garantirà la presenza in tutti gli eventi.
Lorenzo Gagli al 26° posto con 286 (71 68 76 71, -2) colpi e Andrea Pavan al 56° con 295 (71 72 73 79, +7) nel Foshan Open, terz’ultimo torneo stagionale del Challenge Tour disputato sul percorso del Foshan Golf Club (par 72), nella città da cui il circolo prende nome in Cina. Vittoria annunciata del gallese Oliver Farr con 270 (69 66 66 69, -18), il quale ha conservato senza affanni i cinque colpi di vantaggio che aveva dopo tre turni sul tedesco Sebastian Heisele (275, -13). In terza posizione con 276 (-12) l’inglese Ryan Evans e l’olandese Daan Huizing, in quinta con 278 (-10) l’inglese Callum Tarren e in sesta con 279 (-9) il coreano Rak hyun Cho e il cinese Hui-lin Zhang.
Oliver Farr, 29enne di Ridditch, ha ottenuto il secondo titolo nel circuito a distanza di tre anni dal primo (Turkish Challenge, 2014) conducendo il giro finale in 69 (-3) colpi con cinque birdie e due bogey. Lorenzo Gagli ha girato in 71 (-1) colpi con tre birdie e due bogey e con la posizione acquisita è sceso dal 17° al 19° posto nella money list che, a fine stagione, assegnerà 15 carte per l’European Tour ai primi 15. Andrea Pavan è sceso dalla 40ª piazza con un 79 (+7) dovuto a tre birdie, due bogey, un doppio bogey e a due tripli bogey. E’ uscito al taglio Francesco Laporta, 65° con 146 (70 76, +2). Al vincitore è andato un assegno di 67.336 euro su un montepremi di 425.000 euro.
Dopo la prossima gara (Ras Al Khaimah Challenge, 25-28 ottobre) si definiranno i primi 45 classificati nella money list che andranno a giocarsi le 15 ‘carte’ per l’European Tour 2018 nel NBO Grand Final (1-4 novembre) in Oman.
Nino Bertasio ha offerto un’altra grande prova classificandosi all’ottavo posto con 282 (74 71 69 68, -2) colpi nell’Andalucia Valderrama Masters (European Tour), una settimana dopo aver ottenuto il decimo nel 74° Open d’Italia. Ha rimontato 21 posizioni Renato Paratore, 23° con 285 (77 68 72 68, +1), ha perso terreno Matteo Manassero, 30° con 287 (70 74 68 75, +3), ed è rimasto stabile Edoardo Molinari, 58° con 293 (69 71 81 72, +9).
Sul percorso del Real Club Valderrama (par 71), a Sotogrande nella Costa del Sol spagnola, ha vinto con 272 (66 71 69 67, -12) lo spagnolo Sergio Garcia - che ha sostenuto l’evento con la sua Fondazione - dopo un acceso testa a testa con l’olandese Joost Luiten (273, -11), che gli ha lasciato strada con un errore alla buca 16. In terza posizione con 277 (-7) l’inglese Daniel Brooks, in quarta con 279 (-5) il gallese Jamie Donaldson, in quinta con 280 (-4) l’australiano Wade Ormsby e in sesta con 281 (-3) il danese Anders Hansen e lo scozzese Scott Jamieson. In 12ª con 283 (-1) l’iberico Pablo Larrazabal, in 27ª con 286 (+2) il tedesco Martin Kaymer e in 48ª con 290 (+6) il cinese Ashun Wu.
Sergio Garcia, 37enne di Castellon, ha ottenuto il terzo titolo in una stagione in cui ha siglato il suo primo major (Masters) per un palmarés che comprende anche 13 successi nel circuito continentale, nove nel PGA Tour e quattro nell’Asian Tour. Garcia, campione in carica essendosi imposto nella precedente edizione dell’evento datata 2011, ha realizzato un 67 (-4) vincente con cinque birdie e un bogey e ha ricevuto un assegno di 333.330 euro su un montepremi di 2.000.000 di euro. Joost Luiten ha segnato un colpo in meno (66, -5) con sei birdie e un solo bogey (tre putt alla buca 16), che lo ha relegato al secondo posto.
Nino Bertasio ha effettuato una bella gara in rimonta partendo dal 70° posto iniziale (74, +3), passando per il 44° e per il 21°, per poi approdare tra i "top ten" con un giro impeccabile fatto di tre birdie senza bogey per il 68 (-3). Ha mantenuto la ‘carta’ per il circuito 2018 in una stagione molto faticosa in cui ha disputato 32 tornei.
Renato Paratore, reduce da cinque tagli consecutivi, ha rischiato il sesto, ma si è ben ripreso nel secondo turno (da 108° a 44°) e ha fatto un salto di 21 posizioni nel quarto anche lui con un 68 (quattro birdie e un bogey). E’ scivolato da 12° al 30° posto Matteo Manassero, autore di un 75 (+4, con un birdie e cinque bogey), e ha terminato con un 72 (+1) Edoardo Molinari con due birdie e tre bogey. E’ uscito al taglio Andrea Maestroni, 119° con 156 (74 82, +14).
Nino Bertasio ha offerto un’altra grande prova classificandosi all’ottavo posto con 282 (74 71 69 68, -2) colpi nell’Andalucia Valderrama Masters (European Tour), una settimana dopo aver ottenuto il decimo nel 74° Open d’Italia. Ha rimontato 21 posizioni Renato Paratore, 23° con 285 (77 68 72 68, +1), ha perso terreno Matteo Manassero, 30° con 287 (70 74 68 75, +3), ed è rimasto stabile Edoardo Molinari, 58° con 293 (69 71 81 72, +9).
Sul percorso del Real Club Valderrama (par 71), a Sotogrande nella Costa del Sol spagnola, ha vinto con 272 (66 71 69 67, -12) lo spagnolo Sergio Garcia - che ha sostenuto l’evento con la sua Fondazione - dopo un acceso testa a testa con l’olandese Joost Luiten (273, -11), che gli ha lasciato strada con un errore alla buca 16. In terza posizione con 277 (-7) l’inglese Daniel Brooks, in quarta con 279 (-5) il gallese Jamie Donaldson, in quinta con 280 (-4) l’australiano Wade Ormsby e in sesta con 281 (-3) il danese Anders Hansen e lo scozzese Scott Jamieson. In 12ª con 283 (-1) l’iberico Pablo Larrazabal, in 27ª con 286 (+2) il tedesco Martin Kaymer e in 48ª con 290 (+6) il cinese Ashun Wu.
Sergio Garcia, 37enne di Castellon, ha ottenuto il terzo titolo in una stagione in cui ha siglato il suo primo major (Masters) per un palmarés che comprende anche 13 successi nel circuito continentale, nove nel PGA Tour e quattro nell’Asian Tour. Garcia, campione in carica essendosi imposto nella precedente edizione dell’evento datata 2011, ha realizzato un 67 (-4) vincente con cinque birdie e un bogey e ha ricevuto un assegno di 333.330 euro su un montepremi di 2.000.000 di euro. Joost Luiten ha segnato un colpo in meno (66, -5) con sei birdie e un solo bogey (tre putt alla buca 16), che lo ha relegato al secondo posto.
Nino Bertasio ha effettuato una bella gara in rimonta partendo dal 70° posto iniziale (74, +3), passando per il 44° e per il 21°, per poi approdare tra i "top ten" con un giro impeccabile fatto di tre birdie senza bogey per il 68 (-3). Ha mantenuto la ‘carta’ per il circuito 2018 in una stagione molto faticosa in cui ha disputato 32 tornei.
Renato Paratore, reduce da cinque tagli consecutivi, ha rischiato il sesto, ma si è ben ripreso nel secondo turno (da 108° a 44°) e ha fatto un salto di 21 posizioni nel quarto anche lui con un 68 (quattro birdie e un bogey). E’ scivolato da 12° al 30° posto Matteo Manassero, autore di un 75 (+4, con un birdie e cinque bogey), e ha terminato con un 72 (+1) Edoardo Molinari con due birdie e tre bogey. E’ uscito al taglio Andrea Maestroni, 119° con 156 (74 82, +14).
E’ iniziata la settimana del 74° Open d’Italia che si svolgerà da giovedì 12 ottobre a domenica 15 al Golf Club Milano, nel Parco di Monza, e sarà anticipato mercoledì 11 ottobre della Rolex Pro Am. La più importante manifestazione di golf nazionale è il cuore del Progetto Ryder Cup 2022, il cammino del golf italiano verso la sfida fra Europa e Stati Uniti, in programma fra cinque anni a Roma, presso il Marco Simone Golf & Country Club.
L’evento, tra i più longevi nel calendario dell’European Tour, avrà per la prima volta un montepremi di sette milioni di dollari ed è stato inserito tra gli otto tornei delle Rolex Series, ossia tra gli eventi di assoluto livello mondiale. Difenderà il titolo Francesco Molinari in un contesto di tantissimi giocatori di livello mondiale, che non ha riscontri nel passato.
Un field da record - Sarà un torneo altamente spettacolare per l’assoluta levatura tecnica dei suoi protagonisti, che promettono grande agonismo e giocate che non sono di tutti i giorni. I numeri sono eloquenti. Saranno al via sei vincitori di major, gli spagnoli Sergio Garcia, campione Master in carica, e Josè Maria Olazabal, l’inglese Danny Willett, stesso titolo nel 2016, il nordirlandese Graeme McDowell, il tedesco Martin Kaymer e l’irlandese Padraig Harrington. Un primato per il torneo che in precedenza ne aveva annoverati cinque nel 2015 e 2016.
Gli iberici Jon Rahm, numero cinque, e Garcia, numero 11, saranno i concorrenti più in alto tra i 24 attualmente nei primi 100 nel ranking mondiale, di cui nove tra i top 50, compreso Francesco Molinari, numero 18. Saranno 22 i giocatori che hanno difeso i colori europei nella Ryder Cup e tra di loro il danese Thomas Bjorn, che guiderà il team continentale nella prossima sfida di Parigi (2018) contro la formazione statunitense. Altro dato rilevante, gli 87 partecipanti che hanno vinto almeno un torneo del circuito. Infine saranno cinque i past winner.
Con un simile field non esistono favoriti, ma si può indicare solo un’ampia gamma di possibili protagonisti, ma tutti in grado di assicurare comunque giocate da intenditori e un elevato grado di agonismo. Citiamo lo svedese Alex Noren, numero 15 mondiale, gli inglesi Tommy Fleetwood (n° 17), in vetta alla money list continentale, Matthew Fitzpatrick, Tyrrell Hatton, vincitore domenica scorsa dell’Alfred Dunhill Links, Lee Westwood e Luke Donald, ex leader del world ranking, l’irlandese Shane Lowry, vincitore di un WGC, l’austriaco Bernd Wiesberger, il gallese Jamie Donaldson, l’altro svedese David Lingmerth, che gioca sul PGA Tour, come l’argentino Andres Romero. E ancora gli iberici Miguel Angel Jimenez e Pablo Larrazabal, il francese Victor Dubuisson, i sudafricani George Coetzee e Thomas Aiken e due elementi molto interessanti delle giovani leve, entrati grazie ai successi in due gare importanti: il transalpino Matthieu Pavon, qualificato attraverso lo Scottish Open, e l’irlandese Paul Dunne, che si è imposto nel British Masters. Non saranno meno agguerriti gli orientali che avranno i punti di riferimento nei thailandesi Thongchai Jaidee e Kiradech Aphibarnrat, nei coreani Byeong Hun An e Jeunghun Wang e nel cinese Ashun Wu.
Gli azzurri - Gli appassionati italiani sperano, naturalmente, che Francesco Molinari possa divenire il primo azzurro a conquistare per tre volte il titolo Open. Arriva in grande condizione dopo una stagione in cui ha offerto tante ottime prove consacrandosi tra i top player di livello mondiale con il secondo posto nell’US PGA Championship. Hanno le carte in regola per recitare un ruolo di primo piano anche Renato Paratore ed Edoardo Molinari, un titolo ciascuno quest’anno, Matteo Manassero e Nino Bertasio. Completano lo schieramento italiano Alessandro Tadini, Andrea Pavan, Nicolò Ravano, Luca Cianchetti, Enrico Di Nitto, Federico Maccario e i dilettanti Lorenzo Scalise e Stefano Mazzoli.
I Partner - Il 74° Open d’Italia, che ha il patrocinio del CONI, grazie al contributo di Infront Sport & Media, Official Advisor della FIG, ha l’apporto di un pool di qualificati partner: Regione Lombardia, European Tour/Race to Dubai, BMW, Rolex. Official Sponsor: Emirates, Lyoness, Banca Fideuram. Title Sponsor: Pro Am Rolex. Media Partner: Gazzetta dello Sport, Sky Sport, RDS. Sponsor istituzionali: Istituto per il Credito Sportivo. Official Supplier: Acqua Panna, S. Pellegrino, Villa Antinori, Deloitte, Giardini Valle dei Fiori, Gielle Antincendio, Kappa, Lease Plan, Maui Jim, Nespresso Sharp, Sky Gas & Power, Technogym, Titleist. Charity Partner: Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.
Formula di gara - Saranno al via 132 concorrenti, dei quali due dilettanti. Si giocherà sulla distanza di 72 buche, 18 al giorno. Dopo i primi due round il taglio lascerà in gara i primi 65 classificati, i pari merito al 65° posto e gli amateur che rientreranno nel punteggio di qualifica. Nell’ambito del Progetto Ryder Cup 2022, il 74° Open d’Italia sarà il primo di 10 edizioni con un montepremi di 7.000.000 di dollari. Al vincitore andranno 1.166.660 dollari.
Rolex Pro Am - La Rolex Pro Am, che aprirà la manifestazione, si disputerà sulla distanza di 18 buche con squadre di quattro giocatori composte da un professionista e tre dilettanti. Con la formula "Tour Scramble - net aggregate team score in relation to par" and "Use your pro" faranno classifica solamente birdie, eagles ed eventuali albatross. Nel corso della gara, ciascun amateur potrà chiedere per una volta al proprio professionista di eseguire un colpo per suo conto.
"The Junior Road to The 2022 Ryder Cup" - Parallelamente alla Rolex Pro Am mercoledì 11 ottobre andrà in scena "The Junior Road to The 2022 Ryder Cup", sfida inedita fra il Team Lombardia e il Team Italia con l’obiettivo di ricreare l’atmosfera e il fascino della Ryder Cup coinvolgendo i ragazzi under 14. nel quadro più generale di allargare la base dei praticanti.
Il percorso - L’Open d’Italia si disputerà al Golf Club Milano per la nona volta, la terza consecutiva. Il circolo brianzolo, nato nel 1928 e uno dei più prestigiosi e antichi d’Italia, dispone di tre percorsi da nove buche. I primi due costituiscono il tracciato di gara classico da campionato, dove si è sempre svolto il torneo. Costruito all’interno del Parco di Monza, 685 ettari di bosco contenente circa 100.000 piante di essenze diverse, il campo ha subito nel tempo alcuni restyling che lo hanno sempre più adeguato alle esigenze del golf moderno. Il tracciato si incunea tra gli alberi che delineano i contorni delle buche imponendo ai giocatori una grandissima precisione nell’eseguire i colpi.
Tanti eventi fuori dal campo
Non solo golf - Dopo il successo del "Golf in Piazza" (quarto evento della Road To Rome 2022), con oltre tremila presenze nel centro di Monza, anche al Golf Club Milano sono previste numerose iniziative per dare ulteriore spinta alla diffusione del golf e coinvolgere sempre di più gli spettatori.
Special Events - Alcuni dei grandi campioni in gara interagiranno con il pubblico. Domani, martedì 10 ottobre (ore 18), Sergio Garcia incontrerà i giovani Under 18 dei circoli lombardi nell’area del Villaggio Commerciale, poi saranno protagonisti dello Special Event Maui Jim, giovedì 12, Miguel Angel Jimenez e Renato Paratore, e altri fuori classe come Andrew "Beef" Johnston e Graeme McDowell risponderanno al pubblico nelle "Questions & Answers" di venerdì 13 alle ore 14.30.
Lezioni di golf per tutti - Per dimostrare che il golf è uno sport accessibile ci saranno le lezioni di prova gratuite per i non golfisti. A bordo campo, a pochi passi dai giocatori più famosi del mondo, saranno i professionisti della PGA Italiana a impartirle.
Inoltre le persone con disabilità potranno provare a giocare nell’area GolfSuperAbili con lo staff del Settore Paralimpico della FIG e tecnici di golf qualificati, coadiuvati dal personale e dai volontari dell’AIAS Città di Monza. Un’opportunità unica per i diversamente abili che vogliono "mettersi in gioco" in una nuova sfida o, più semplicemente, per chi cerca uno sport che sappia adattarsi alle proprie esigenze.
Porte aperte alle famiglie - Verrà ripetuta anche la felice iniziativa del "Family Open", che accoglierà i giovanissimi. Con il supporto e la supervisione di educatrici e animatrici, i bambini all’interno del Family Open troveranno attività ricreative, laboratori artistici e giochi di intrattenimento. Nell’ambito dell’area sarà possibile avvicinarsi al mondo del golf grazie al personale Educamp del CONI, all’attrezzatura specifica fornita da US Kids e alle attività propedeutiche al golf proposte dai maestri.
La Ryder Cup in esposizione al GC Milano - Un’occasione imperdibile per tutti: la possibilità di ammirare il trofeo originale della Ryder Cup, che giungerà appositamente dagli Stati Uniti e che sarà esposta in uno stand dedicato all’interno del Villaggio Commerciale. Sarà possibile scattare foto e selfie e incontrare grandi personaggi del mondo del golf.
Il torneo su Sky - Il 74° Open d’Italia sarà teletrasmesso in diretta e in esclusiva da Sky. Collegamenti: giovedì 12 ottobre, dalle ore 10 alle ore 18 (Sky Sport 3 HD e Sky Sport Mix HD); venerdì 13, dalle ore 10 alle ore 18 (Sky Sport 3 HD); sabato 14: dalle ore 13,30 alle ore 17,30 (Sky Sport 2 HD); domenica 15, dalle ore 12,30 alle ore 17,30 (Sky Sport 2 HD).
Gli Stati Uniti hanno superato per 19-11 l’International Team, imponendosi per la decima volta in dodici edizioni la Presidents Cup, sfida contro i giocatori del resto del mondo con l’esclusione degli europei, che affrontano in Ryder Cup. Ha assistito alla giornata finale il Presidente americano Donald Trump giunto nel New Jersey in elicottero.
Nella giornata finale in cui i sono disputati 12 singoli i giocatori Internazionali, affidati a Nick Price, hanno avuto un’impennata d’orgoglio e pur ormai certi della sconfitta, dopo il pesante 14,5-3,5 maturato al termine delle quattro sessioni di doppi (3,5-1,5 foursomes, 4,5-0,5 fourballs, 3,5-0.5 foursomes, 3-1 fourballs) e hanno ottenuto iun parziale favorevole di 7,5-4,5 nei match individuali evitando un passivo che stava per divenire il peggiore subito.
Gli statunitensi, guidati da Steve Stricker, ai quali bastava un punto per assicurarsi il Trofeo, hanno chiuso il conto al quarto match. Mezzo punto lo ha portato Kevin Chappell pareggiando con l’australiano Marc Leishman e ha siglato il punto che valeva il titolo Daniel Berger (2/1 sul coreano Si Woo Kim), dopo che gli Internazionali avevano vinto i due incontri precedenti con l’australiano Jason Day (2/1 su Charley Hoffman) e con il giapponese Hideki Matsuyama (3/1 su Justin Thomas).
Il team di Price si è poi assicurato altri quattro punti pieni con i sudafricani Charl Schwartzel (1 up su Matt Kuchar) e Louis Oosthuizen (1 up su Patrick Reed), con l’australiano Adam Scott (3/2 su Brooks Koepka) e con il venezuelano Jhonattan Vegas (2/1 su Jordan Spieth). Due vittorie USA con Phil Michelon (2/1 sul canadese Adam Hadwin) e con Rickie Fowler (6/4 sull’argentino Emiliano Grillo) e parità tra Dustin Johnson, leader mondiale, e il sudafricano Branden Grace e tra Kevin Kisner e l’indiano Anibarn Lahiri.
La gara ha nuovamente messo in evidenza l’enorme differenza tra i vincitori e gli antagonisti, che hanno vinto una sola volta nel 1998 a Melbourne (20,5-11,5). E’ peraltro ben difficile trovare una soluzione, perché il match risulti più equilibrato e, di conseguenza, sembra destinato a seguire questo binario che non porta a qualcosa di esaltante sotto l’aspetto sportivo come può essere la Ryder Cup, da cui trae ispirazione.
TERZA GIORNATA - Gli Stati Uniti, in vantaggio per 14,5-3,5 sull’International Team hanno praticamente già vinto la 12ª edizione della Presidents Cup, la sfida contro i giocatori del resto del mondo con l’esclusione degli europei, che affrontano in Ryder Cup. Infatti basta agli USA un punto per arrivare ai 15,5 (su 30 totali), che garantiscono il trofeo.
Sul percorso del Liberty National GC, a Jersey City nel New Jersey, anche nella terza giornata gli americani, guidati da Steve Stricker, hanno lasciato le briciole alla squadra guidata dal sudafricano Nick Price con punteggi parziali favorevoli di 3,5-0,5 nel quattro foursomes del mattino e di 3-1 nei fourballs del pomeriggio. In sostanza gli Internazionali stanno andato verso una sconfitta che potrebbe assumere dimensioni storiche.
Nei foursomes gli USA si sono imposti con Jordan Spieth/Patrick Reed (4/3 sugli australiani Marc Leishman/Jason Day), Matt Kuchar/Dustin Johnson (4/3 su Adam Hadwin-Can/Adam Scott-Aus) e con Kevin Kisner/Phil Mickelson (2/1 su Emiliano Grillo-Arg/Jhonattan Vegas-Ven) ed è terminato in parità il match tra Rickie Fowler/Justin Thomas e i sudafricani Branden Grace/Louis Oosthuizen.
Nei fourballs altri tre punti pieni americani con Jordan Spieth/Patrick Reed (2/1 su Louis Oosthuizen-Rsa/Jason Day-Aus), Daniel Berger/Justin Thomas (3/2 su Jhonattan Vegas-Ven/Hideki Matsuyama-Gia) e con Brooks Koepka/Dustin Johnson (3/2 su Marc Leishman-Aus/Branden Grace-Rsa) e punto avversario con Anirban Lahiri (Ind)/Si Woo Kim (Cor) (1 up su Kevin Chappell/Charley Hoffman).
Il torneo si dipana in quattro giornate con la formula adottata per la prima volta nel 2015 in Corea dove gli Stati Uniti hanno vinto per 15,5 a 14,5. Dopo i cinque foursomes del primo turno, i cinque fourballs del secondo e i quattro foursomes e altrettanti fourballs del terzo, il torneo si concluderà con la disputa di dodici singoli nel quarto. Con la situazione attuale è impensabile che si possa arrivare a un risultato di parità. Comunque per regolamento in caso di pareggio il trofeo non viene assegnato ai detentori, ma si disputa uno spareggio tra due giocatori, uno in rappresentanza di ciascuna squadra. Nelle edizioni precedenti si è verificato un solo caso nel 2003 in Sudafrica: il playoff fu sospeso per l’oscurità e poiché le due compagini non potevano trattenersi un giorno in più si decise di assegnare il trofeo ex-aequo.
Nell’albo d’oro netta la superiorità della compagine statunitense che si è imposta in nove degli altri dieci incontri.
SECONDA GIORNATA - Gli Stati Uniti hanno esercitato una netta superiorità anche nei fourballs della seconda giornata e con un parziale di 4,5-0,5 e il punteggio totale di 8-2 ai danni dell’International Team hanno già messo una seria ipoteca sul successo nella sfida contro i giocatori del resto del mondo con l’esclusione degli europei, che affrontano in Ryder Cup.
Sul percorso del Liberty National GC, a Jersey City nel New Jersey, i quattro punti pieni statunitensi sono stati firmati da Justin Thomas/Rickie Fowler (3/2 sui sudafricani Branden Grace/Louis Oosthuizen), Kevin Kisner/Phil Mickelson (1 up sugli australiani Marc Leishman/Jason Day), Charley Hoffman/Kevin Chappell (6/5 su Anirban Lahiri-Ind/Charl Schwartzel-Rsa) e da Brooks Koepka/Dustin Johnson (3/2 su Jhonattan Vegas-Ven/Adam Scott-Aus). Pari tra Patrick Reed/Jordan Spieth e Adam Hadwin (Can)/Hideki Matsuyama (Gia).
Thomas e Fowler hanno subito mandato in affanno Oosthuizen/Grace e, conquistato un vantaggio di 2 up dopo otto buche, hanno poi chiuso il conto vincendo la 15ª. Leishman/Day hanno condotto per 2 up fino alla buca 10, quindi cambio di marcia di Mickelson/Kisner e successo maturato sugli ultimi otto green. Chappell/Hoffman hanno fatto tutto con un 5 up a metà percorso e Johnson/Koepka hanno avuto qualche incertezza all’inizio, però dalla settima buca per Scott e Vegas si è fatto buio. Matsuyama/Hadwin sono partiti molto forte, ma nelle ultime quattro buche Spieth/Reed hanno recuperato il 2 down impattando.
Il torneo si dipana in quattro giornate con la formula adottata per la prima volta nel 2015 in Corea dove gli Stati Uniti hanno vinto per 15,5 a 14,5. Dopo i cinque foursomes del primo turno e i cinque fourballs del secondo, si proseguirà con quattro foursomes e altrettanti fourballs nel terzo e dodici singoli nel quarto. In totale 30 punti. In caso di parità, al contrario di quanto avviene in Ryder Cup, il trofeo non sarà assegnato ai detentori, ma verrà disputato uno spareggio tra due giocatori, uno in rappresentanza di ciascuna squadre. Nelle edizioni precedenti c’è stato però un caso di pareggio nel 2003 in Sudafrica: il playoff fu sospeso per l’oscurità e poiché le due compagini non potevano trattenersi un giorno in più si decise di assegnare il trofeo ex-aequo.
Nell’albo d’oro netta la superiorità della compagine statunitense che si è imposta in nove degli altri dieci incontri.
PRIMA GIORNATA- Gli Stati Uniti sono in vantaggio per 3,5-1,5 sull’International Team nella Presidents Cup, la sfida biennale in cui la compagine americana compete contro i giocatori del resto del mondo con l’esclusione degli europei, che affrontano in Ryder Cup.
Sul percorso del Liberty National GC, a Jersey City nel New Jersey, il match è iniziato con cinque incontri di foursomes. I padroni di casa si sono imposti con Justin Thomas/Rickie Fowler (6/4 su Charl Schwartzel-RSA/Hideki Matsuyama-Gia), Matt Kuchar/Dustin Johnson (1 up su Jhonattan Vegas-Ven/Adam Scott-Aut) e con Patrick Reed/Jordan Spieth (5/4 su Emiliano Grillo-Arg/Si Woo Kim-Cor). Gli Internazionali hanno ottenuto il punto pieno con i sudafricani Branden Grace/Louis Oosthuizen (3/1 su Daniel Berger/Brooks Koepka) e hanno terminato in parità Phil Mickelson/Kevin Kisner e gli australiani Marc Leishman/Jason Day.
Justin Thomas/Rickie Fowler hanno chiuso il conto con un 4 up dopo nove buche. Ancora più rapidi Jordan Spieth/Patrick Reed che il 4 up lo hanno inflitto a Emiliano Grillo/Si Woo Kim dopo sette buche e poi hanno respinto il tentativo di rimonta degli avversari, che si erano portati sul 2 down. Matt Kuchar/Dustin Johnson sono stati costretti a inseguire nella parte iniziale Johnattan Vegas/Adan Scott. Dopo aver recuperato per la terza volta lo svantaggio alla decima buca i due americani hanno avuto partita vinta alla 16ª. Subito l’uno down all’inizio, Louis Oosthuizen/Branden Grace hanno preso in mano le redini del match e non hanno più dato spazio ai rivali. Divertente l’ultimo incontro con Marc Leishman/Jason Day in vantaggio di 3 up dopo sei buche e poi superati da Phil Mickelson/Kevin Kisner, che hanno vinto quattro buche di fila. Immediato recupero dei sudafricani e giusto pareggio.
Il torneo si dipana in quattro giornate con la formula adottata per la prima volta nel 2015 in Corea dove gli Stati Uniti hanno vinto per 15,5 a 14,5. Dopo i cinque foursomes del primo turno, si proseguirà nel secondo con cinque fourballs, quindi quattro foursomes e altrettanti fourballs nel terzo e dodici singoli nel quarto. In totale 30 punti. In caso di parità, al contrario di quanto avviene in Ryder Cup, il trofeo non sarà assegnato ai detentori, ma verrà disputato uno spareggio tra due giocatori, uno in rappresentanza di ciascuna squadre. Nelle edizioni precedenti c’è stato però un caso di pareggio nel 2003 in Sudafrica: il playoff fu sospeso per l’oscurità e poiché le due compagini non potevano trattenersi un giorno in più si decise di assegnare il trofeo ex-aequo.
Nell’albo d’oro netta la superiorità della compagine statunitense che si è imposta in nove degli altri dieci incontri. Fece rumore però l’unica sconfitta subita dagli americani nel 1998 a Melbourne battuti dalla formazione guidata da Peter Thomson con un pesante 20,5 a 11,5 e con Jack Nicklaus passato alla storia come il capitano che ha subito il punteggio più pesante in tutte le competizioni a squadre disputate dagli USA. Due anni dopo gli statunitensi, condotti da Ken Venturi, che due anni prima era stato molto pesante nel criticare lo stesso Nicklaus, si presero la rivincita con gli interessi liquidando la formazione nuovamente diretta da Thomson con il punteggio record della manifestazione di 21,5 a 10,5.
LA VIGILIA - Sul percorso del Liberty National GC, a Jersey City nel New Jersey, inizia lo dodicesima edizione della Presidents Cup (28 settembre-1 ottobre), la sfida sul modello Ryder Cup tra la selezione degli Stati Uniti e quella dell’International Team composta dai giocatori del resto del mondo con l’esclusione degli europei.
La squadra americana è composta da Dustin Johnson, numero uno mondiale, Jordan Spieth, numero due, Justin Thomas, numero quattro, Daniel Berger, Brooks Koepka, Rickie Fowler, Kevin Kisner, Patrick Reed, Matt Kuchar, Kevin Chappell, Charley Hoffman e Phil Mickelson, gli ultimi due fruitori di una wild card ricevuta dal capitano Steve Stricker, che avrà per assistenti Fred Couples, Davis Love III e Tiger Woods.
L’International Team schiera il giapponese Hideki Matsuyama, numero tre del world ranking, gli australiani Jason Day, Marc Leishman e Adam Scott, i sudafricani Louis Oosthuizen, Branden Grace e Charl Schwartzel, il coreano Si Woo Kim, il venezuelano Jhonattan Vegas, il canadese Adam Hadwin e le due wild card, l’argentino Emiliano Grillo e l’indiano Anirban Lahiri. Capitano il sudafricano Nick Price, assistenti gli altri due sudafricani Ernie Els e Tony Johnstone e l’australiano Geoff Ogilvy.
Il torneo si dipana in quattro giornale con la formula adottata per la prima volta nel 2015 in Corea dove gli Stati Uniti hanno vinto per 15,5 a 14,5. Si disputeranno cinque foursomes nel turno iniziale, quindi cinque fourballs nel secondo, quattro foursomes e altrettanti fourballs nel terzo e dodici singoli nel quarto. In totale 30 punti. In caso di parità, al contrario di quanto avviene in Ryder Cup, il trofeo non sarà assegnato ai detentori, ma verrà disputato uno spareggio tra due giocatori, uno in rappresentanza di ciascuna squadre. Nelle edizioni precedenti c’è stato però un caso di pareggio nel 2003 in Sudafrica: il playoff fu sospeso per l’oscurità e poiché le due compagini non potevano trattenersi un giorno in più si decise di assegnare il trofeo ex-aequo.
Nell’albo d’oro netta la superiorità della compagine statunitense che si è imposta in nove degli altri dieci incontri. Parte nuovamente con i favori del pronostico, ma contro avversari ben determinati a sfatare il tabù che li vuole quasi sempre soccombenti.
Fece rumore però l’unica sconfitta subita dagli americani nel 1998 a Melbourne battuti dalla formazione guidata da Peter Thomson con un pesante 20,5 a 11,5 e con Jack Nicklaus passato alla storia come il capitano che ha subito il punteggio più pesante in tutte le competizioni a squadre disputate dagli USA. Due anni dopo gli statunitensi, condotti da Ken Venturi, si presero la rivincita con gli interessi liquidando la formazione nuovamente diretta da Thomson con il punteggio record della manifestazione di 21,5 a 10,5. I risultati
Francesco Laporta è terminato al 27° posto con 277 (71 68 69 69, -11) colpi e Matteo Delpodio al 61° con 282 (67 68 75 72, -6) nel Challenge de España (Challenge Tour) disputato sul percorso dell’Izki Golf (par 72), a Urturi in Spagna. Ha vinto il francese Victor Perez con 264 (67 71 61 65, -24), che ha sorpassato il norvegese Jarand Ekeland Arnoy (267, -21) grazie a un gran giro finale in 65 (-7) in cui ha realizzato anche una "buca in uno". In terza posizione con 271 (-17) il gallese Oliver Farr e lo svedese Marcus Kinhult e in quinta con 272 (-16) il danese Jeff Winther, il tedesco Philipp Mejow e l’inglese Ben Evans.
Victor Perez, 25 anni e salito nel circuito con il quinto posto nella money list dell’Alps Tour 2016, dove ha conseguito un successo, ha effettuato due turni conclusivi di grande levatura, prima recuperando 14 posizioni con un 61 (-11) e poi, come detto, imponendosi con il 65. Nel suo score oltre all’ace (buca 6, par 3, metri 165) anche sette birdie e due bogey. Per il primo titolo nel Challenge Tour è stato gratificato con un assegno di 32.000 euro su un montepremi di 200.000 euro.
Francesco Laporta ha siglato un parziale di 69 (-3) con sei birdie e tre bogey e Matteo Delpodio, che aveva iniziato molto bene (terzo dopo 36 buche), ha segnato due birdie e due bogey per il 72 del par.
Non hanno superato il taglio, caduto a 142 (-2), Alessandro Tadini, 92° con 145 (70 75, +1), Nicolò Ravano (74 74), Edoardo Raffaele Lipparelli (70 78) e Federico Maccario (76 72), 113.i con 148 (+4).
TERZO GIRO - Francesco Laporta, 21° con 208 (71 68 69, -8) colpi, ha guadagnato quattro posizioni nel Challenge de España (Challenge Tour), in svolgimento sul tracciato dell’Izki Golf (par 72), a Urturi in Spagna, mentre Matteo Delpodio ha ceduto scendendo dal terzo al 44° con 210 (67 68 75, -6), penalizzato da un 75 (+3).
E’ rimasto in vetta con 197 (67 63 67, -19) norvegese Jarand Ekeland Arnoy, che è riuscito a contenere il ritorno del francese Victor Perez, secondo con 199 (-17) dopo aver risalito la graduatoria di 14 gradini con un gran 61 (-11). Al terzo posto con 204 (-12), e forse un po’ lontani per partecipare alla corsa verso il titolo, l’australiano Nick Cullen, lo svedese Marcus Kinhult, il finlandese Kalle Samooja e l’inglese Ben Evans e al settimo con 205 (-11) lo scozzese Jack McDonald, il tedesco Philip Mejow, lo svedese Jens Dantorp e l’inglese Scott Gregory.
Jarand Ekeland Arnoy, 21 anni, alle prime armi sul circuito e rivelazione del torneo, ha girato in 67 (-5) con tre bogey e otto birdie, di cui sei nelle ultime otto buche che gli hanno permesso di tenere a distanza lo scatenato Victor Perez autore di undici birdie. Francesco Laporta ha messo insieme cinque birdie e due bogey per il parziale di 69 (-3), mentre Matteo Delpodio è andato in affanno sulle prime nove buche con due bogey e un doppio bogey e ha recuperato un colpo con un birdie sulle seconde.
Non hanno superato il taglio, caduto a 142 (-2), Alessandro Tadini, 92° con 145 (70 75, +1), Nicolò Ravano (74 74), Edoardo Raffaele Lipparelli (70 78) e Federico Maccario (76 72), 113.i con 148 (+4). Il montepremi è di 200.000 euro con prima moneta di 32.000 euro.
SECONDO GIRO - Matteo Delpodio, terzo con 135 (67 68, -9) colpi alla pari con l’olandese Wil Besseling, ha tenuto alto il ritmo anche nel secondo giro del Challenge de España (Challenge Tour), in svolgimento sul tracciato dell’Izki Golf (par 72), a Urturi in Spagna, dove è in vetta il norvegese Jarand Ekeland Arnoy con 130 (67 63, -14).
Ha tenuto un buon passo Francesco Laporta, 25° con 139 (71 68, -5), e non hanno superato il taglio, caduto a 142 (-2), Alessandro Tadini, 92° con 145 (70 75, +1), Nicolò Ravano (74 74), Edoardo Raffaele Lipparelli (70 78) e Federico Maccario (76 72), 113.i con 148 (+4).
Al secondo posto con 134 (-10) l’inglese Ben Evans e al quinto con 136 (-8) il finlandese Kalle Samooja, leader dopo un giro, il nordirlandese Cormac Sharvin, lo statunitense Brinson Paolini e il sudafricano Erik Van Rooyen.
Jarand Ekeland Arnoy, 21 anni e alle prime armi sul circuito, ha realizzato un ottimo 63 (-9) con nove birdie senza bogey. I due azzurri hanno segnato 68 (-4) colpi, Matteo Delpodio con cinque birdie e un bogey e Francesco Laporta con sei birdie e due bogey. Il montepremi è di 200.000 euro con prima moneta di 32.000 euro.
PRIMO GIRO - Ottima partenza di Matteo Delpodio, quarto con 67 (-5) colpi nel Challenge de España (Challenge Tour), in svolgimento sul tracciato dell’Izki Golf (par 72), a Urturi in Spagna. Il torinese, affiancato da altri sette concorrenti tra i quali l’inglese Garrick Porteous e il nordirlandese Michael Hoey, è a tre colpi dal leader, il finlandese Kalle Samooja che ha girato in 64 (-8). Al secondo posto con 66 (-6) il sudafricano Erik Van Rooyen e il norvegese Kristian Krogh Johannessen.
Sono al 43° con 70 (-2) Alessandro Tadini ed Edoardo Raffaele Lipparelli, che ha appena superato lo Stage 1 della Qualifying School dell’European Tour, è al 61° con 71 (-1) Francesco Laporta e sono oltre la linea del taglio, ma possono recuperare, Nicolò Ravano, 104° con 74 (+2), e Federico Maccario, 122° con 76 (+4). Il montepremi è di 200.000 euro con prima moneta di 32.000 euro.
LA VIGILIA - Alessandro Tadini, Francesco Laporta, Nicolò Ravano, Matteo Delpodio, Federico Maccario ed Edoardo Raffaele Lipparelli, che ha appena superato lo Stage 1 della Qualifying School dell’European Tour, partecipano al Challenge de España (28 settembre-1 ottobre), impegnativo torneo del Challenge Tour in programma sul tracciato dell’Izki Golf, a Urturi in Spagna.
Tra i possibili protagonisti il finlandese Tapio Pulkkanen, vincitore domenica scorsa del Kazakhstan Open, gli iberici Pedro Oriol e il dilettante Adria Arnaus, a segno in un torneo dell’Alps Tour, i francesi Clément Sordet e Thomas Linard, gli inglesi Garrick Porteous, Ryan Evans e Max Orrin, gli svedesi Oscar Stark e Joel Sjoholm, lo scozzese Scott Henry e l’argentino Estanislao Goya. Il montepremi è di 200.000 euro con prima moneta di 32.000 euro.
Dai successi alle difficoltà e ritorno. Dopo anni di purgatorio Renato Paratore ha ritrovato la vittoria. Negli Emirati Arabi Uniti ha dominato l’UAE Challenge, evento dell’HotelPlanner Tour, tornando a festeggiare una impresa a distanza di 1.723 giorni dall’ultima volta (British Masters sul DP World Tour nel luglio 2020). “Sono davvero felice. È stato un exploit importante perché non riuscivo ad affermarmi da molto tempo. Ho avuto dei dubbi e mi sono chiesto: ‘Ma riuscirò a tornare a vincere’? Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. E adesso, l’obiettivo del 2025, è quello di riconquistare la ‘carta’ per il massimo circuito continentale”, spiega Paratore in una intervista a cuore aperto sui canali federali. È la storia di un predestinato, quella di Paratore. Nato il 14 dicembre del 1996 a Roma, da dilettante ha conquistato prima lo Junior Orange Bowl nel 2013 a Miami (Usa), poi, nel 2014, il Portuguese International Amateur Championship a Palmela.
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Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925 che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano.
Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta
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