A Évian-les-Bains, in Francia, si è disputata la 14esima edizione del The Amundi Evian Juniors Cup, la competizione riservata a talenti Under 14. Sul percorso dell’Evian Resort Golf Club (par 71) si sono imposti Aaron Van Hauwe e Nagore Martinez. In campo maschile, il francese ha vinto davanti al connazionale Hugo Le Goff grazie ad uno score di 212 (70 71 71, -1) colpi, mentre nell’evento al femminile la spagnola ha conquistato il titolo al play-off davanti alla transalpina Sara Brentcheneff dopo che entrambe avevano chiuso il terzo giro con uno punteggio di 224 (+11).
Ottima prova per i quattro azzurri in gara, accompagnati da Alberto Binaghi, Commissario Tecnico della Squadra Nazionale Dilettanti Maschile e da Alex Senoner, tra gli Allenatori della Squadra Nazionale Femminile Dilettanti della FIG. Giovanni Binaghi ha chiuso in sesta posizione con un totale di 220 (73 72 75, +7), mentre Bruno Frontero si è piazzato nono con 223 (72 77 74, +10). Nel torneo in rosa, Ginevra Coppa è arrivata sesta con 231 (72 77 82, +18) davanti all’altra azzurra Natalia Aparicio, settima con 234 (76 82 76, +21).
L’Italia, grazie all’ottima prestazione dei quattro Under 14, ha conquistato il terzo posto nella Nation’s Cup vinta dal team France 1 composto da Sara Brentcheneff, Hugo Le Goff, Rafael Bobo-Lloret e Alice Kong con 654 (221 221 212, +15). In seconda piazza (665, +26) l’altra squadra transalpina formata da Aaron Van Hauwe, Heikki Charon, Solène Balet e Laura Nepper. Gli azzurri, invece, hanno chiuso con un totale di 668 (217 226 225, +29).
LA VIIGILIA - A Évian-les-Bains, in Francia, dal 21 al 23 settembre si giocherà la 14esima edizione del The Amundi Evian Juniors Cup. A rappresentare l’Italia il quartetto composto da Natalia Aparicio, Ginevra Coppa, Giovanni Binaghi e Bruno Frontero. Con il team azzurro accompagnato da Alberto Binaghi, Commissario Tecnico della Squadra Nazionale Dilettanti Maschile e da Alex Senoner, tra gli Allenatori della Squadra Nazionale Femminile Dilettanti della FIG.
All’Evian Resort Golf Club, nella competizione riservata a talenti Under 14, saranno 13 le squadre per un totale di 51 concorrenti. Il torneo si giocherà sulla distanza di 54 buche con classifiche a squadre (tre risultati su quattro giornalieri) e individuale maschile e femminile.
Nel 2019, anno dell’ultima edizione, l’Italia s’è classificata seconda nella classifica a squadre, mentre nell’individuale maschile Marco Florioli ha ottenuto la medaglia d’argento con Francesca Fiorellini sesta nel torneo femminile.
Banco di prova importante per gli azzurri. In un evento che in passato è stato giocato, tra gli altri, da Justin Thomas e Jordan Spieth, oggi tra i più forti interpreti del golf a livello mondiale. E ancora: da Pauline Roussin Bouchard, Pia Babnik e Lucie Malchirand (regina quest’anno del Ladies Italian Open), tre vincitrici di almeno un torneo sul Ladies European Tour 2021.
I RISULTATI
CLASSIFICA A SQUADRE
La 43esima edizione della Ryder Cup va agli Stati Uniti che, in Wisconsin, superano per 19 a 9 l’Europa. Dal 1979 (e quindi da quando il confronto mette di fronte Usa e Vecchio Continente) nessuna delle due squadre era riuscita a imporsi sull’altra con un margine così ampio. Al Whistling Straits Golf Course di Kohler la compagine capitanata da Steve Stricker (nato e cresciuto in Wisconsin) si riprende il trofeo e, come accaduto cinque anni fa in Minnesota, torna a vincere davanti al proprio pubblico. Dopo aver dominato in lungo e in largo, rispettando i pronostici e mettendo in mostra il talento di un gruppo composto da otto tra i migliori dieci giocatori al mondo. Sconfitta amara per l’Europa, con Rory McIlroy in lacrime e la voglia di mettersi presto alle spalle una delusione pesantissima.
Nella compagine a stelle e strisce l’assoluto è protagonista è stato Dustin Johnson. Secondo nel world ranking, ha regalato cinque punti agli Stati Uniti vincendo tutti gli incontri disputati. Emulando così quanto fatto da Francesco Molinari nel 2018 a Parigi. L’ultimo americano a riuscire in questa impresa fu, nel 1979, Larry Nelson. Per Johnson anche il Nicklaus-Jacklin Award, da dividere con lo spagnolo Sergio Garcia, riconoscimento ricevuto dai due per sportività, lavoro di squadra e performance.
Quella del Wisconsin va in archivio, la Ryder Cup tornerà protagonista nel 2023 quando, al Marco Simone Golf & Country Club e per la prima volta in Italia, si disputerà l’attesa sfida tra Europa e Usa. Appuntamento dunque tra due anni, con l’Italia che ha raccolto il testimone dagli Stati Uniti e si prepara ad accogliere il torneo di golf più importante al mondo. Arrivederci, dunque, a Roma.
Trionfo Usa, delusione Europa – E’ stata una Ryder Cup a senso unico. Nei doppi come nei singoli gli Usa hanno dominato, con l’Europa mai in partita. In vantaggio per 6 a 2 dopo la prima giornata, gli Stati Uniti hanno allungato il passo e chiuso la seconda sull’11 a 5. Alla ricerca di un autentico miracolo sportivo, nei 12 incontri singoli il Vecchio Continente ha conquistato un totale di quattro punti contro gli otto degli americani. Rory McIlroy ha illuso gli ospiti superando per 3/2 Xander Schauffele, medaglia d’oro ai Giochi di Tokyo. Immediata la reazione degli Usa con Patrick Cantlay (ottimo il suo torneo) che ha battuto Shane Lowry per 4/2. Dopo è toccato a Scottie Scheffler, giocatore che si esalta nei match play, prendersi la soddisfazione di sconfiggere nettamente (4/3) Jon Rahm, l’ultimo dei continentali a mollare e il primo giocatore a conquistare 3,5 punti in Ryder Cup da numero 1 al mondo. Poi Bryson DeChambeau ha mandato ko (3/2) un altro iberico, Sergio Garcia (primatista per punti realizzati e incontri vinti in Ryder Cup). A concedere il mezzo punto della gloria è stato Collin Morikawa, bloccato sul pari da Viktor Hovland. Con gli Stati Uniti ormai irraggiungibili, sugli spalti s’è scatenata la festa dei tifosi americani. “Usa, Usa”, incessante il coro che ha spinto gli yankee al trionfo. Ma l’avanzata dei padroni di casa non s’è fermata in campo con un Johnson da record che ha regolato (1 up) Paul Casey. Dunque è toccato a Brooks Koepka sbarazzarsi (2/1) di Bernd Wiesberger. Inutile il sussulto di Ian Poulter, 3/2 contro Tony Finau. Ma Justin Thomas, per nulla sazio, ha vinto (4/3) contro Tyrrell Hatton mentre l’inglese Lee Westwood (al 47esimo incontro giocato in Ryder Cup, eguagliato il primato di Phil Mickelson) s’è tolto lo sfizio di arginare (1 up) la concorrenza di Harris English. Botta e risposta continuo tra Tommy Fleetwood e Jordan Spieth, con il match che si chiude in parità. A chiudere la festa americana è Daniel Berger che batte (1 up) di misura Matthew Fitzpatrick. La coppa va agli Stati Uniti, implacabili, che riscattano così la debacle di Parigi 2018 (quando i continentali s’imposero per 17,5 a 10,5).
Le dichiarazioni dei due capitani
Steve Stricker, Usa – “Questa è la squadra più forte della storia della Ryder Cup. E’ la vittoria del gruppo, di un team che ha giocato in maniera fantastica dominando l’avversario. Non ho mai vinto un torneo del Grande Slam ma adesso posso dire che questo successo è il mio Major”. E’ la soddisfazione di Steve Stricker al termine del torneo.
Padraig Harrington, capitano del team Europe – “Il dispiacere è grande ma gli Stati Uniti hanno meritato il successo, giocando meglio. E’ stata comunque una competizione entusiasmante dove il tanto pubblico presente ha dato ulteriore slancio agli Usa”. Queste invece le dichiarazioni di Padraig Harrington.
Dal Wisconsin una finestra sulla Ryder Cup italiana - Sport e turismo uniti nel segno del golf per accrescere l’appeal internazionale del nostro Paese. Per gli spettatori presenti al Whistling Straits Golf Course, la Federazione Italiana Golf – insieme a Ryder Cup Europe, ENIT e Marco Simone Golf & Country Club – ha dato vita ad un Info Point interattivo dove gli appassionati di golf hanno potuto fornire i propri contatti e ricevere tutti gli aggiornamenti ufficiali sulla Ryder Cup. Una finestra sull’Italia, con un focus sull’esperienza sul green nei circoli italiani circondati dalle bellezze del territorio. Spazio anche al divertimento con un simulatore di gioco (che ha riprodotto il percorso del Marco Simone) e un quiz golfistico.
Passaggio di testimone, nel 2023 la Ryder Cup in Italia. La cerimonia del “Silver Putter Handover” - Cala il sipario sulla Ryder Cup del Wisconsin e ora il testimone passa ufficialmente all’Italia quale Host Nation della 44esima edizione della sfida Europa-USA. La buca 17 del Whistling Straits Golf Course di Kohler, di fronte al Lago Michigan, ha fatto da cornice alla tradizionale cerimonia “Host Site Gift Presentation & Silver Putter Handover”. L’evento si è aperto con Keith Pelley, Chief Executive dell’European Tour e Jim Richerson, Presidente della PGA of America, che hanno donato un dipinto a Herbert V.Kohler e David Kohler in segno di gratitudine al circolo ospitante.
Guy Kinnings, Deputy Chief Executive dell’European Tour e Direttore della Ryder Cup Europe, si è unito poi a Richerson per la consegna a Gian Paolo Montali, Direttore Generale del Progetto Ryder Cup 2023 e a Emilio Carbonera, CEO del Marco Simone Golf & Country Club, del “Silver Putter”, impreziosito da 24 palline d’argento a simboleggiare i componenti dei due team.
Un’investitura ufficiale per la Federazione Italiana Golf, candidatasi nel 2015 su intuizione del Presidente FIG, Franco Chimenti; per l’Italia, terza nazione dell’Europa Continentale ad ospitare la gara più celebre di golf a squadre dopo la Spagna (Valderrama) nel 1997 e dopo la Francia (Le Golf National) nel 2018 e per il Marco Simone Golf & Country Club, 39° circolo nella storia della manifestazione a veder confrontarsi sul proprio campo il Team Europe e il Team USA. Si accendono le luci sull’Italia, con Roma pronta a diventare la capitale del golf mondiale.
TERZA GIORNATA
Singoli
Rory McIlroy (EU) b Xander Schauffele (USA) 3/2
Patrick Cantlay (USA) b Shane Lowry (EU) 4/2
Scottie Scheffler (USA) b Jon Rahm (EU) 4/3
Bryson DeChambeau (USA) b Sergio Garcia (EU) 3/2
Collin Morikawa (USA) e Viktor Hovland (EU) pari
Dustin Johnson (USA) b Paul Casey (EU) 1 up
Brooks Koepka (USA) b Bernd Wiesberger (EU) 2/1
Ian Poulter (EU) b Tony Finau (USA) 3/2
Justin Thmas (USA) b Tyrrell Hatton (EU) 4/3
Lee Westwood (EU) b Harris English (USA) 1 up
Tommy Fleetwood (EU) e Jordan Spieth (USA) pari
Daniel Berger (USA) b Matthew Fitzpatrick (EU) 1 up
Parziale: USA 8; Europa 4
Risultato finale: Stati Uniti batte Europa 19-9
SECONDA GIORNATA - Gli Stati Uniti allungano il proprio vantaggio e, dopo i match di doppio, conducono per 11-5 nella 43esima edizione della Ryder Cup. In Wisconsin, nei 12 incontri singoli, agli Usa serviranno 3,5 punti per festeggiare l’impresa e presentarsi nel 2023, al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma), quando la sfida Europa-Usa si giocherà per la prima volta in Italia, da campioni in carica. Al Vecchio Continente non basta il duo spagnolo composto da Jon Rahm (numero 1 al mondo) e Sergio Garcia (che continua a collezionare record), imbattuti e tra i grandi protagonisti della competizione. Al Whistling Straits Golf Course di Kohler, trascinati da Dustin Johnson (per lui quattro vittorie in altrettanti incontri giocati) e Collin Morikawa, gli americani si preparano a riscattare la sconfitta del 2018 a Parigi. E ai continentali servirà un vero miracolo nei singoli, ancora più grande di quello verificatosi a “Medinah”, nel 2012 a Chicago.
Stati Uniti implacabili, Johnson e Morikawa coppia vincente. All’Europa non basta il duo spagnolo Rahm/Garcia – Avanti 6-2 dopo il primo giorno di gara, nel secondo gli Usa hanno aumentato il vantaggio nei confronti dell’Europa, ormai spalle al muro. Eppure ancora una volta nei “foursome”, a realizzare il primo punto, sono stati proprio i continentali. Un déjà vu. Tra i protagonisti le due colonne della compagine capitanata dall’irlandese Padraig Harrington, gli iberici Rahm e Garcia, bravi a superare per 3/1 e al termine di una grande rimonta, Brooks Koepka e Daniel Berger. Dopo aver incassato il colpo gli Stati Uniti hanno risposto immediatamente con Johnson e Morikawa che prima hanno dominato e poi contenuto la reazione di Paul Casey e Tyrrell Hatton, regolati per 2/1. Il secondo punto di giornata per il team di Steve Stricker lo realizzano Justin Thomas e Jordan Spieth che battono (2 up) Viktor Hovland e Bernd Wiesberger. Il tris arriva grazie a Xander Schauffele e Patrick Cantlay, con Lee Westwood e Matthew Fitzpatrick ko (2/1). Secondo 3-1 consecutivo nei “foursome” e via ai “fourball”, molto più combattuti. Anche in questo caso il primo punto lo realizzano i continentali con un putt decisivo di Shane Lowry (positiva la sua prova) che, in coppia con Hatton, argina la concorrenza (1 up) di Tony Finau e Scottie Scheffler. In pochi istanti l’Europa porta a casa un’altra vittoria con, neanche a dirlo, Rahm (3,5 punti in quattro match disputati in Wisconsin) e Garcia (colui che vanta non solo il record di punti realizzati nella competizione ma anche il primato di incontri vinti, 25), con Brooks Koepka e Jordan Spieth al tappeto (2/1). Non riesce invece il capolavoro a Tommy Fleetwood e Viktor Hovland, sconfitti per 3/1 da Scottie Scheffler e Bryson DeChambeau. A portare il confronto sull’11-5 in favore degli Stati Uniti ecco la coppia stellare formata da Johnson e Morikawa (per loro tre exploit in altrettanti match giocati insieme a Kohler) che annichiliscono (4/3) Ian Poulter e Rory McIlroy (per l’inglese e il nordirlandese solo sconfitte fin qui). Autentico trascinatore, Johnson (secondo nel world ranking) finora ha portato agli Stati Uniti 4 punti e, dovesse riuscire a vincere il match di singolo contro Paul Casey, riuscirebbe ad emulare le gesta di Francesco Molinari che, nel 2018 a Parigi, firmò il nuovo record europeo imponendosi in tutti e cinque gli incontri giocati. A punteggio pieno anche Schauffele (medaglia d’oro ai Giochi di Tokyo), Morikawa e Garcia (per loro tre successi in altrettanti match disputati).
I 12 incontri singoli decisivi, gli Usa vicini al successo – I 12 incontri singoli decideranno la 43esima edizione della Ryder Cup. Agli Stati Uniti basterà vincerne tre e pareggiarne uno (per arrivare a 14,5 punti, su 28 totali) per conquistare la coppa e imporsi in casa, come già successo nel 2016 in Minnesota. Mentre all’Europa servirà un altro miracolo dopo quello realizzato nel 2012 al Medinah Country Club di Chicago quando, sotto per 10-6 dopo i doppi, i continentali sono riusciti a vincere 8 incontri singoli, perdendone tre e pareggiandone uno (quello finale tra Tiger Woods e Francesco Molinari), firmando un’autentica impresa.
Ora l’America, poi l’Italia – Dopo gli Stati Uniti toccherà all’Italia ospitare la Ryder Cup. Al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma), dal 29 settembre al primo ottobre 2023, si disputerà la 44esima edizione della Ryder Cup, per la prima volta in Italia. Sarà la terza volta – dopo la prima nel 1997 a Valderrama in Spagna e la seconda nel 2018 a Parigi in Francia – che la Ryder Cup si disputerà nell’Europa continentale.
Dal Wisconsin a Roma, una finestra sulla Ryder Cup italiana negli USA – Sport e turismo uniti nel segno del golf per accrescere l’appeal internazionale del nostro Paese. Ancora poche ore e il testimone della Ryder Cup passerà ufficialmente dagli Stati Uniti all’Italia come Host Nation della 44esima edizione della sfida Europa-USA. Per gli spettatori presenti al Whistling Straits Golf Course, la Federazione Italiana Golf – insieme a Ryder Cup Europe, ENIT e Marco Simone Golf & Country Club – ha dato vita ad un Info Point interattivo dove gli appassionati di golf possono fornire i propri contatti per ricevere tutti gli aggiornamenti ufficiali sulla Ryder Cup. Una finestra sull’Italia, con un focus sull’esperienza sul green nei circoli italiani circondati dalle bellezze del territorio. Spazio anche al divertimento con un simulatore di gioco (che riproduce il percorso del Marco Simone) e con un quiz golfistico. Il viaggio verso Roma fa tappa in Wisconsin.
La manifestazione in diretta su GOLFTV, Discovery Plus ed Eurosport 2 – Domenica 26 il collegamento su GOLFTV e Discovery Plus è in programma, live, dalle ore 18:00 alle 24:15. Mentre su Eurosport 2 la gara verrà trasmessa, sempre in diretta, dalle 19:35 alle 24:15.
Risultati
SECONDA GIORNATA
Foursome (mattino)
Jon Rahm/Sergio Garcia (EU) b Brooks Koepka/Daniel Berger 3/1
Dustin Johnson/Collin Morikawa (USA) b Paul Casey/Tyrrell Atton (EU) 2/1
Justin Thomas/Jordan Spieth (USA) b Bernd Wiesberger/Viktor Hovland (EU) 2 up
Patrick Cantlay/Xander Schauffele (USA) b Lee Westwood/Matthew Fitzpatrick (EU) 2/1
Parziale: USA 3; Europea 1
Fourball (promeriggio)
Shane Lowry/Tyrrell Hatton (EU) b Tony Finau/Harris English (USA) 1 up
Jon Rahm/Sergio Garcia (EU) b Jordan Spieth/Brooks Koepka (USA) 2/1
Scottie Scheffler/Bryson DeChambeau (USA) b Tommy Fleetwood/Viktor Hovland (EU) 3/1
Dustin Johnson/Collin Morikawa (USA) b Rory McIlroy/Ian Poulter (EU) 4/3
Parziale: Usa 2; Europa 2
Risultato dopo seconda giornata: USA 11; EUROPA 5
PRIMA GIORNATA - Gli Stati Uniti partono forte in Wisconsin e, dopo la prima giornata della 43esima edizione della Ryder Cup, conducono per 6-2 nei confronti dell’Europa che difende il titolo conquistato nel 2018 a Parigi. A Kohler, sul percorso del Whistling Straits Golf Course, per gli Usa i grandi protagonisti sono stati Dustin Johnson e Xander Schauffele. Negli incontri di doppio “foursome” la compagine di Steve Stricker s’è imposta per 3-1, mentre in quelli “fourball” ne ha vinti due pareggiandone altrettanti. Dimostrando in campo tutto il talento di una squadra che vanta otto tra i dieci migliori giocatori al mondo. In un evento che precede il grande appuntamento del 2023 quando la Ryder Cup andrà in scena al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma).
Il primo punto è dell’Europa, poi gli Stati Uniti prendono il largo – Il primo punto lo firma l’Europa, trascinata dal duo tutto spagnolo composto da Jon Rahm (numero 1 al mondo) e Sergio Garcia. Sulle orme di Severiano Ballesteros e José Maria Olazabal, i due iberici superano (3/1) una coppia collaudata come quella caratterizzata da Justin Thomas e Jordan Spieth. Con Rahm che si dimostra infallibile dal green dove imbuca putt a ripetizione. Immediata la risposta degli Usa con Dustin Johnson e Collin Morikawa bravi ad arginare (3/2) la concorrenza di Paul Casey e Viktor Hovland. Netto il successo (5/3) di Patrick Cantlay e Xander Schauffele che annichiliscono Rory McIlroy e Ian Poulter. A chiudere la prima sessione di “foursome”, l’affermazione di Brooks Koepka e Daniel Berger, con Lee Westwood e Matthew Fitzpatrick battuti (2/1).
Cambiano le coppie e si passa ai “fourball” ma gli Usa si confermano implacabili. Trascinati dal pubblico di casa e dalle esultanze di Michael Jordan (una delle tante celebrità presenti), gli Stati Uniti sulle ali dell’entusiasmo hanno la meglio, prima con Johnson e Schauffele (che hanno portato due punti alla compagine a stelle e strisce) nei confronti di Bernd Wiesberger e Paul Casey (superati per 2/1). Poi, con Harris English e Tony Finau (in grande spolvero), stordiscono (4/3) Rory McIlroy e Shane Lowry. Il Vecchio Continente rischia il tracollo ma il tandem Rahm/Hatton (con un birdie decisivo dell’inglese - sorretto fino a quel momento dallo spagnolo - alla 18) riesce a chiudere in pareggio il confronto con Scottie Scheffler e Bryson DeChambeau. In perfetta parità anche la sfida che ha visto protagonisti da una parte Tommy Fleetwood e Viktor Hovland, dall’altra Justin Thomas e Patrick Cantlay. Dove Fleetwood (insieme a Francesco Molinari tra i trascinatori dell’Europa nel 2018 in Francia) ha provato a spingere al successo Hovland. Ma dopo aver dominato le prime otto buche il duo continentale ha subito il ritorno di Cantlay (re quest’anno della FedEx Cup e nominato “PGA Tour player of the year” e Thomas (autore di un eagle decisivo alla 16).
Johnson e Schauffele trascinano gli Usa. L’Europa cerca la rimonta – Alla quinta apparizione in Ryder Cup (è quello con più presenze quest’anno tra le fila degli Stati Uniti) Johnson, numero 2 mondiale, s’è dimostrato un trascinatore. E con lui anche Schauffele, medaglia d’oro ai Giochi di Tokyo e quinto nel world ranking. A tenere in gara l’Europa è stato invece l’uomo più atteso, Rahm, uscito imbattuto dai primi due incontri di doppio. Bene anche Garcia (sempre più recordman per punti realizzati), che ha eguagliato il record di Nick Faldo in quanto a partite vinte (23) in Ryder Cup.
E adesso si ricomincia. L’irlandese Harrington, capitano del team Europe, punta sugli spagnoli. Garcia e Rahm giocheranno ancora insieme nei “foursome” e affronteranno Koepka e Berger. Mentre Johnson/Morikawa duelleranno con Casey/Hatton. Thomas/Spieth sfideranno i “rookie” Hovland/Wiesberger, mentre Schauffele/Cantlay se la vedranno con Westwood/Fitzpatrick. Esclusione eccellente per McIlroy, che ha perso entrambi gli incontri della prima giornata.
Ora l’America, poi l’Italia - Dopo gli Stati Uniti toccherà all’Italia ospitare la Ryder Cup. Al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma), dal 29 settembre al primo ottobre 2023, si disputerà la 44esima edizione della Ryder Cup, per la prima volta in Italia. Sarà la terza volta – dopo la prima nel 1997 a Valderrama in Spagna e la seconda nel 2018 a Parigi in Francia – che la Ryder Cup si disputerà nell’Europa continentale.
Dal Wisconsin a Roma, una finestra sulla Ryder Cup italiana negli USA – Sport e turismo uniti nel segno del golf per accrescere l’appeal internazionale del nostro Paese. Pochi giorni e il testimone della Ryder Cup passerà ufficialmente dagli Stati Uniti all’Italia come Host Nation della 44esima edizione della sfida Europa-USA. Per gli spettatori presenti al Whistling Straits Golf Course, la Federazione Italiana Golf – insieme a Ryder Cup Europe, ENIT e Marco Simone Golf & Country Club – ha dato vita ad un Info Point interattivo dove gli appassionati di golf possono fornire i propri contatti per ricevere tutti gli aggiornamenti ufficiali sulla Ryder Cup. Una finestra sull’Italia, con un focus sull’esperienza sul green nei circoli italiani circondati dalle bellezze del territorio. Spazio anche al divertimento con un simulatore di gioco (che riproduce il percorso del Marco Simone) e con un quiz golfistico. Il viaggio verso Roma fa tappa in Wisconsin.
La formula – Il torneo si gioca con formula match play. Nelle prime due giornate (venerdì 24 e sabato 25 settembre) si disputano due sessioni di quattro incontri di doppio, foursome al mattino e fourball nel pomeriggio. Mentre per domenica 26 è in programma il gran finale con dodici singoli. Si assegna un punto per ogni match vinto e mezzo per la parità. In palio ce ne sono 28 e, in caso di pareggio, la Ryder Cup rimarrà al Vecchio Continente in qualità di detentore del titolo. Attualmente il bilancio è di 27 successi degli Usa contro i 15 dei continentali. Entrambe le squadre in due occasioni hanno ottenuto il trofeo dopo un pareggio, gli Usa nel 1969 (quando la sfida li vedeva contrapposti ancora al Regno Unito) e l’Europa nel 1989. Ma nelle ultime dodici edizioni l’Europa s’è imposta nove volte contro le tre degli Usa.
La manifestazione in diretta su GOLFTV, Discovery Plus ed Eurosport 2 – La manifestazione anche nella seconda giornata (sabato 25) andrà live, dalle ore 14:00 all’1:00, su GOLFTV, Discovery Plus ed Eurosport 2. Domenica 26 il collegamento su GOLFTV e Discovery Plus è in programma dalle ore 18:00 alle 24:15, mentre su Eurosport 2 dalle 19:35 alle 24:15.
Foursome (mattino)
Sergio Garcia/Jon Rahm (EU) b Justin Thomas7Jordan Spieth (USA) 3/1
Dustin Johnson/Collin Morikawa (USA) b Paul Casey/Viktor Hovland (EU) 3/2
Brooks Koepka/Daniel Berger (USA) b Lee Westwood/Matthew Fitzpatrick (EU) 2/1
Patrick Cantlay/Xander Schauffele (USA) b Ian Poulter/Rory McIlroy (EU) 5/3
Fourball (pomeriggio)
Dustin Johnson/Xander Schauffele (USA) b Paul Casey/Bernd Wiesberger (EU) 2/1
Tyrrell Hatton/Jon Rahm (EU) e Scottie Scheffler/Bryson DeChambeau (USA) pari
Tony Finau/Harris English (USA) b Rory McIlroy/Shane Lowry (EU) 4/3
Tommy Fleetwood/Viktor Hovland (ER) e Justin Thomas7Patrick Cantlay (USA) pari
USA 6 - Europa 2
LA VIGILIA - E’ tutto pronto per la Ryder Cup del Wisconsin in programma da venerdì 24 a domenica 26 settembre a Kohler. Ad anticipare la 43esima edizione - che precede quella del 2023 al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma) – saranno (domani, giovedì 23) il “Celebrity Match” e la tradizionale cerimonia di apertura. Un pre-show che vedrà tra i protagonisti anche Alessandro Del Piero, inserito nell’European Celebrity Team Roster. Poi toccherà ai campioni di Europa e Stati Uniti dare spettacolo in una sfida attesissima. Con i big che, al Whistling Straits Golf Course, stanno approfittando dei “Practice Days” per conoscere i segreti e le insidie del campo. Il Vecchio Continente difende il titolo conquistato nel 2018 a Parigi e alla compagine capitanata da Padraig Harrington basterà anche un pareggio per presentarsi tra due anni nella Città Eterna da campione in carica.
Celebrity Match con Alessandro Del Piero, tanti altri vip e campioni dello sport – Dopo le esperienze del 2016 in Minnesota e nel 2018 in Francia, Alessandro Del Piero, grande appassionato di golf, giocherà nuovamente il “Celebrity Match”. Che vedrà protagonisti 12 giocatori, 6 per squadra. Campione del mondo con la Nazionale italiana di calcio nel 2006, Del Piero farà parte dell’European Celebrity Team Roster insieme all'attore e musicista Tom Felton, a due ex stelle della Nba come Toni Kukoc e Sasha Vujacic, all'attrice Stephanie Szostak e a Teemu Selanne, già campionissimo della NHL. Gli Stati Uniti rispondono con Mike Eruzione, Aaron James Hawk, Dan Jansen, Rob Riggle, Kelly Slater e Mandy Rose. Saranno i membri dello U.S. Junior Ryder Cup Team a far da caddie alle celebrità.
Venerdì 24 settembre il via alla Ryder Cup. L’Europa insegue un nuovo capolavoro - Sei inglesi (Lee Westwood, Ian Poulter, Paul Casey, Tommy Fleetwood, Tyrrell Hatton e Matthew Fitzpatrick), due spagnoli (Jon Rahm e Sergio Garcia), un nordirlandese (Rory McIlroy), un irlandese (Shane Lowry), un norvegese (Viktor Hovland) e un austriaco (Bernd Wiesberger). Predominanza britannica nella squadra di Harrington con Westwood (al suo fianco avrà come caddie il figlio Sam) che si appresta a giocare la sua undicesima Ryder Cup eguagliando così il primato (per quel che riguarda l’Europa) di Nick Faldo. Per Garcia sarà invece la decima apparizione con lo spagnolo che nel 2018 è diventato il nuovo recordman per punti realizzati (25,5) superando proprio Faldo che è però ancora in testa per numero di incontri vinti (23 contro i 22 dell’iberico). Tra i veterani anche Poulter (alla settima presenza), “Mr.Ryder Cup”. E ancora: McIlroy, per lui sarà la sesta volta contro le cinque di Casey. Seconda esperienza per Rahm, Fleetwood (che nel 2018 a Parigi ha trascinato, insieme a Francesco Molinari, l’Europa al successo), Hatton e Fitzpatrick. Mentre sono al debutto Lowry (tra le tre wild card di Harrington insieme a Garcia e Poulter), Hovland e Wiesberger, con questi ultimi due rispettivamente primo norvegese e primo austriaco a giocare la Ryder Cup.
Luke Donald, Robert Karlsson, Martin Kaymer, Graeme McDowell e Henrik Stenson. Questi, invece, i cinque assistenti di Harrington.
Il dream team degli Stati Uniti con otto tra i migliori dieci giocatori al mondo – Una corazzata. Non potrebbe definirsi in altra maniera la compagine statunitense che dovrà riscattare la pesante sconfitta (17,5-10,5 il risultato finale) subita in Francia tre anni fa. Stricker potrà contare su otto tra i migliori dieci giocatori al mondo: Dustin Johnson (numero 2), Collin Morikawa (terzo), Patrick Cantlay (quarto), Xander Schauffele (quinto), Justin Thomas (sesto), Bryson DeChambeau (settimo), Tony Finau (nono) e Brooks Koepka (decimo). E ancora; su Harris English (undicesimo), Jordan Spieth (tredicesimo), Daniel Berger (sedicesimo) e Scottie Scheffler (ventunesimo). Un roster di assoluto livello che per tornare a imporsi in casa, come successo nel 2016, dovrà però mostrare non solo il talento in campo ma anche unione e amalgama. Per la prima volta dal 1993 in gara non ci sarà Phil Mickelson che, con 12 apparizioni, vanta il primato di presenze in Ryder Cup. Ma “Lefty” sarà, insieme a Fred Couples, Jim Furyk, Zach Johnson e Davis Love III, tra i cinque vicecapitani degli Usa.
Il più esperto in campo per gli Stati Uniti sarà dunque Johnson che giocherà la sua quinta Ryder Cup. Poi ecco Spieth (alla quarta presenza), Koepka (alla terza), DeChambeau, Thomas e Finau, tutti alla seconda. Prima volta per Morikawa, Cantlay (vincitore quest’anno della FedEx Cup e nominato “player of the year” sul PGA Tour), Schauffele (medaglia d’oro ai Giochi di Tokyo), English, Berger e Scheffler.
E se Harrington ha voluto e potuto scegliere tre giocatori, Stricker ha avuto a disposizione sei wild card assegnate a Schauffele, Spieth, Berger, English, Finau e Scheffler.
Pillole di Ryder Cup – Non è solo colui che ha realizzato più punti nella storia dell’evento. Sergio Garcia è anche il più giovane giocatore ad aver giocato la Ryder Cup, nel 1999 a Brookline (Massachusetts) all’età di 19 anni, 8 mesi e 15 giorni. Mentre il più anziano è Raymond Floyd (4 volte campione Major) che disputò la Ryder Cup del 1993 (in Inghilterra) a 51 anni e 20 giorni. Con l’americano Tom Watson che, nel 2014, è diventato il più longevo capitano all’età di 65 anni.
Severiano Ballesteros e Jose Maria Olazabal sono invece ancora oggi la coppia che ha realizzato più punti (12) in match di doppio. Mentre Colin Montgomerie, Billy Casper, Lee Trevino, Arnold Palmer e Neil Coles hanno conquistato il maggior numero di punti (7) nei singoli. Mickelson è invece quello che ha giocato più incontri: 47, contro i 46 di Faldo e i 44 di Westwood.
Ora l’America, poi Roma – Dopo gli Stati Uniti toccherà all’Italia ospitare la Ryder Cup. Al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma), dal 29 settembre al primo ottobre 2023, si disputerà la 44esima edizione della Ryder Cup, per la prima volta in Italia. Sarà la terza volta – dopo la prima nel 1997 a Valderrama in Spagna e la seconda nel 2018 a Parigi in Francia – che la Ryder Cup si disputerà nell’Europa continentale.
La formula – Il torneo si gioca con formula match play. Nelle prime due giornate (venerdì 24 e sabato 25 settembre) si disputano due sessioni di quattro incontri di doppio, foursomes al mattino e fourballs nel pomeriggio. Mentre per domenica 26 è in programma il gran finale con dodici singoli. Si assegna un punto per ogni match vinto e mezzo per la parità. In palio ce ne sono 28 e, in caso di pareggio, la Ryder Cup rimarrà al Vecchio Continente in qualità di detentore del titolo. Attualmente il bilancio è di 27 successi degli Usa contro i 15 dei continentali. Entrambe le squadre in due occasioni hanno ottenuto il trofeo dopo un pareggio, gli Usa nel 1969 (quando la sfida li vedeva contrapposti ancora al Regno Unito) e l’Europa nel 1989. Ma nelle ultime dodici edizioni l’Europa s’è imposta nove volte contro le tre degli Usa.
PROLOGO . Il Vecchio Continente per bissare il trionfo di Parigi e presentarsi nel 2023, al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma), ancora da campione in carica. Gli Stati Uniti per riprendersi il trofeo in casa, come già accaduto nel 2016 in Minnesota. A Kohler, in Wisconsin, il countdown è agli sgoccioli per la 43esima edizione della Ryder Cup in programma dal 24 al 26 settembre al Whistling Straits Golf Course. L’evento, slittato dal 2020 al 2021 causa Covid, precede il grande appuntamento in programma tra due anni nella Città Eterna quando, per la prima volta in Italia, si sfideranno il team Europe e gli Usa.
In America la spedizione continentale, capitanata da Padraig Harrington, punta sull’esperienza. Tra i 12 in campo tanti veterani, tre debuttanti e il numero 1 al mondo, lo spagnolo Jon Rahm. Mentre quella a stelle e strisce, guidata da Steve Stricker, annovera tra le sue fila sei “rookie” e otto tra i migliori dieci golfisti del world ranking.
Si gioca solo per la gloria, in palio ci sono esclusivamente la coppa e l’onore della vittoria: nessun montepremi. Con l’Europa unita sotto un’unica bandiera.
L’Europa cerca un’altra impresa, Westwood eguaglia Faldo – Sei inglesi (Lee Westwood, Ian Poulter, Paul Casey, Tommy Fleetwood, Tyrrell Hatton e Matthew Fitzpatrick), due spagnoli (Rahm e Sergio Garcia), un nordirlandese (Rory McIlroy), un irlandese (Shane Lowry), un norvegese (Viktor Hovland) e un austriaco (Bernd Wiesberger). Predominanza britannica nella squadra di Harrington con Westwood che si appresta giocare la sua undicesima Ryder Cup eguagliando così il primato (per quel che riguarda l’Europa) di Nick Faldo. Per Garcia sarà invece la decima apparizione con lo spagnolo che nel 2018 è diventato il nuovo recordman per punti realizzati (25,5) superando proprio Faldo che è però ancora in testa per numero di incontri vinti (23 contro i 22 dell’iberico). Tra i veterani anche Poulter (alla settima presenza), “Mr.Ryder Cup”. E ancora: McIlroy, per lui sarà la sesta volta contro le cinque di Casey. Seconda esperienza per Rahm, Fleetwood (che nel 2018 a Parigi ha trascinato, insieme a Francesco Molinari, l’Europa al successo), Hatton e Fitzpatrick. Mentre sono al debutto Lowry (tra le tre wild card di Harrington insieme a Garcia e Poulter), Hovland e Wiesberger, con questi ultimi due rispettivamente primo norvegese e primo austriaco a giocare la Ryder Cup.
Luke Donald, Robert Karlsson, Martin Kaymer, Graeme McDowell e Henrik Stenson. Questi, invece, i cinque assistenti di Harrington.
Gli Stati Uniti in casa per tornare al successo. Nel team di Stricker otto tra i migliori dieci al mondo – Una corazzata. Non potrebbe definirsi in altra maniera la compagine statunitense che dovrà riscattare la pesante sconfitta (17-11 il risultato finale) subita in Francia tre anni fa. Stricker potrà contare su otto tra i migliori dieci giocatori al mondo: Dustin Johnson (numero 2), Collin Morikawa (terzo), Patrick Cantlay (quarto), Xander Schauffele (quinto), Justin Thomas (sesto), Bryson DeChambeau (settimo), Tony Finau (nono) e Brooks Koepka (decimo). E ancora; su Harris English (undicesimo), Jordan Spieth (tredicesimo), Daniel Berger (sedicesimo) e Scottie Scheffler (ventunesimo). Un roster di assoluto livello che per tornare a imporsi in casa, come successo nel 2016, dovrà però mostrare non solo il talento in campo ma anche unione e amalgama. Per la prima volta dal 1993 in gara non ci sarà Phil Mickelson che, con 12 apparizioni, vanta il primato di presenze in Ryder Cup. Ma “Lefty” sarà, insieme a Fred Couples, Jim Furyk, Zach Johnson e Davis Love III, tra i cinque vicecapitani degli Usa.
Il più esperto in campo per gli Stati Uniti sarà dunque Johnson che giocherà la sua quinta Ryder Cup. Poi ecco Spieth (alla quarta presenza), Koepka (alla terza), DeChambeau, Thomas e Finau, tutti alla seconda. Prima volta per Morikawa, Cantlay (vincitore quest’anno della FedEx Cup e nominato “player of the year” sul PGA Tour), Schauffele (medaglia d’oro ai Giochi di Tokyo), English, Berger e Scheffler.
E se Harrington ha voluto e potuto scegliere tre giocatori, Stricker ha avuto a disposizione sei wild card assegnate a Schauffele, Spieth, Berger, English, Finau e Scheffler.
Le dichiarazioni dei due capitani
Padraig Harrington, capitano del team Europe – “Punteremo sull’esperienza dei veterani e sull’entusiasmo dei debuttanti. Abbiamo un piano di gioco forte e preparato fino in fondo, con molte opzioni. Vogliamo sentire il rumore del pubblico, il ronzio di tutto quello che ci sta intorno e vivere ogni emozione. E’ ovvio che preferiamo avere 40.000 supporter, seppur tutti statunitensi, piuttosto che affrontare questo evento senza pubblico sugli spalti. I tifosi sono parte integrante della Ryder Cup”. Queste le dichiarazioni di Harrington a pochi giorni dal via della super sfida.
Steve Stricker, capitano degli Stati Uniti – “Davanti a noi avremo un avversario forte e motivato, ma siamo coscienti del nostro valore e dovremo dimostrarlo in campo. So che verrò incolpato se dovessimo perdere così come sarebbe giusto attribuire il merito di un eventuale successo ai giocatori. E’ quello che accade a chi conduce un team eppure questo ruolo non lo scambierei per nulla al mondo. E’ bello essere la guida di questa squadra così come è speciale affrontare questa competizione. Tiger Woods lo sento regolarmente e so quale sia la sua importanza. Anche se probabilmente non sarà qui fisicamente, è parte integrante del team, a tutti gli effetti”. Così Stricker, capitano degli Usa.
Prima l’America, poi Roma – Dopo gli Stati Uniti toccherà all’Italia ospitare la Ryder Cup. Al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma), dal 29 settembre al primo ottobre 2023, si disputerà la 44esima edizione della Ryder Cup, per la prima volta in Italia. Sarà la terza volta – dopo la prima nel 1997 a Valderrama in Spagna e la seconda nel 2018 a Parigi in Francia – che la Ryder Cup si disputerà nell’Europa continentale.
La formula – Il torneo si gioca con formula match play. Nelle prime due giornate (venerdì 24 e sabato 25 settembre) si disputano due sessioni di quattro incontri di doppio, foursomes al mattino e fourballs nel pomeriggio. Mentre per domenica 26 è in programma il gran finale con dodici singoli. Si assegna un punto per ogni match vinto e mezzo per la parità. In palio ce ne sono 28 e, in caso di pareggio, la Ryder Cup rimarrà al Vecchio Continente in qualità di detentore del titolo. Attualmente il bilancio è di 27 successi degli Usa contro i 15 dei continentali. Entrambe le squadre in due occasioni hanno ottenuto il trofeo dopo un pareggio, gli Usa nel 1969 (quando la sfida li vedeva contrapposti ancora al Regno Unito) e l’Europa nel 1989. Ma nelle ultime dodici edizioni l’Europa s’è imposta nove volte contro le tre degli Usa.
Precederà la competizione, giovedì 23, il “Celebrity Match”. Nella stessa giornata è in programma anche la cerimonia di apertura dell’evento.
La manifestazione in diretta su GOLFTV, Discovery Plus ed Eurosport 2 – Giovedì 23 la cerimonia di apertura verrà trasmessa in diretta su GOLFTV e su Discovery Plus dalle ore 23:00 alle 24:00.Il torneo, nella prima come nella seconda giornata (venerdì 25 e sabato 26), andrà live, dalle ore 14alle ore 1, su GOLFTV, Discovery Plus ed Eurosport 2. Domenica 26 il collegamento su GOLFTV e Discovery Plus è in programma dalle ore 18 alle ore 0,15, mentre su Eurosport 2 dalle 19,35 alle 043 o,15.
La passione per il golf arrivò improvvisa quando Samuel Ryder, facoltoso commerciante inglese di St. Albans che aveva fatto fortuna vendendo ortaggi e sementi di fiori, era già avanti con gli anni. L'impatto fu così violento che decise, nel tentativo di recuperare il tempo perduto e per migliorare il suo gioco, di assumere per mille sterline all'anno il professionista Abe Mitchell. La scelta non fu casuale, perché Ryder riteneva che con il suo sostegno Mitchell potesse vincere l'Open Championship, ma questa parte del piano non ebbe successo. La storia avrebbe potuto concludersi così, con l'anfitrione divenuto un buon giocatore di golf, ma evidentemente deluso. Invece quella coppia, che si era formata con il miraggio del Claret Jug, era destinata a recitare un ruolo importantissimo nella storia del golf.
L’antefatto - L'antefatto nel 1921 al Gleneagles Hotel, dove si era svolta una sfida ufficiale tra professionisti inglesi e statunitensi, vinta dai padroni di casa. Walter Hagen, uno dei grandi giocatori dell'epoca, rimase colpito dal successo della manifestazione e affascinato dall'idea di riproporla. Ci riuscì nel 1926, questa volta in forma non ufficiale, approfittando della settimana di pausa tra le prequalifiche e l’inizio dell’Open Championship, che in quell’anno si disputava a Sunningdale. Vinsero ancora i britannici, ma l'evento vero accadde dopo il termine della gara quando Hagen si incontrò con Ryder e Mitchell nella club house del circolo. Si discusse a lungo ogni dettaglio e lo scontro tra professionisti statunitensi e britannici divenne una realtà allorché Ryder promise che avrebbe messo in palio una coppa ogni due anni.
Mitchell nell'occasione dispensò sicuramente consigli, ma il suo nome è rimasto associato alla nascita della Ryder Cup per un motivo abbastanza singolare. Sul coperchio della coppa in oro massiccio, dalle linee piuttosto sobrie che Ryder fece preparare, c’è un golfista per la cui realizzazione ci si ispirò allo stance di Mitchell, il quale fu molto fiero della scelta. Il trofeo costò a Ryder 250 sterline. Il primo regolamento della Ryder Cup, mantenuto fino al 1959, prevedeva quattro match di doppio (foursome) il primo giorno e otto singoli nel secondo, tutti sulla distanza di 36 buche, con dodici punti in palio.
Uomo pratico quale era, Ryder non perse tempo.
Il debutto nel 1927 - Il debutto della manifestazione fu fissato per l'anno dopo a Worcester, nel Massachussets. Ci fu subito un problema economico, perché i britannici non avevano il denaro per pagare il costoso viaggio di una settimana via mare. La rivista statunitense Golf Illustrated lanciò una sottoscrizione per reperire i tremila dollari necessari, ma alla vigilia della grande recessione la cifra non fu raggiunta. Fu lo stesso Ryder ad accollarsi il rimanente della spesa coadiuvato dalla Stock Exchange Golf Society, che contribuì con 210 sterline. Il 4 giugno del 1927 fu il capitano Walter Hagen ad alzare la prima Ryder Cup che gli americani conquistarono facilmente con un secco 9,5-2,5. Samuel Ryder non fu presente, così come Mitchell fermato da una appendicite. Questi partecipò alle tre edizioni successive vincendo tre doppi e un singolo nei sei match disputati.
Ryder fu presente al Moortown di Leeds nel 1929 (7 a 5 per i britannici) e a Southport & Ainsdale nel 1933 (6,5 a 5,5 per i britannici). Morì il 2 gennaio del 1936, all’età di 77 anni, per una emorragia. Per volontà della figlia Marjorie Claisen fu sepolto insieme al suo mashie, che nella dizione dell’epoca era il ferro 5 con il quale Ryder si trovava più a suo agio.
Nelle prime sfide vinsero sempre le squadre che usufruivano del fattore campo, perché influiva molto la stanchezza del viaggio e il mancato allenamento. Le cose mutarono nel 1937 a Southport & Ainsdale, quando gli americani si imposero per 8 a 4. Fu il primo di una serie di sei successi, interrotta nel 1957, quando i britannici riconquistarono in trofeo (7,5 a 4,5) al Lindrick Club di Sheffield.
La Ryder Cup subì una interruzione nel periodo bellico e rischiò di chiudere i battenti nel 1947, perché i britannici furono nuovamente alla prese problemi economici. A risolverli ci penso Robert Hudson, titolare di una società che confezionava frutta, il quale si sobbarcò il costo del viaggio sulla Queen Mary.
Nel 1961 fu cambiato il regolamento e gli incontri divennero 24: quattro foursomes e otto singoli in ciascuna giornata, con gli statunitensi che vinsero (14,5 a 9,5) al Royal Lytham & St. Annes, ma due anni dopo ci fu ancora una variante che fu mantenuta fino al 1975. I matches divennero 32 e la Ryder Cup si dipanò in tre giorni. Quattro foursomes e quattro fourballs nelle prime due giornate e sedici singoli, otto al mattino e otto al pomeriggio, nel terzo. Nel 1977 fu operata una drastica riduzione con cinque foursomes, cinque fourballs e dieci singoli.
La svolta epocale - Nel 1979 c'è stata la svolta epocale, con l’implicito riconoscimento da parte britannica che il golf continentale non era solamente un fenomeno limitato alle isole di Sua Maestà. Così la selezione per il team venne allargata anche ai giocatori del resto d’Europa. In buona parte fu una scelta forzata, perché dal 1959 i britannici avevano collezionato solo batoste e l’interesse per la competizione stava evidentemente scemando. Innegabili i benefici. Da sfida circoscritta la Ryder Cup è divenuta una manifestazione ad ampio respiro, suscitando nuovi interessi e, soprattutto, sollecitando l’entusiasmo di un pubblico molto più vasto.
Rinnovata ancora la formula, da quell’anno non è più variata: dodici giocatori per ogni formazione, quattro foursomes e quattro fourballs nelle prime due giornate e dodici singoli nella terza per un totale di 28 punti.
Il nuovo corso ebbe iniziò al The Greenbrier, in Virginia, dove dominarono gli statunitensi per 17 a 11. L’apporto di Severiano Ballesteros e Antonio Garrido, gli unici due giocatori del resto d’Europa, non fu esaltante. Conquistarono un solo punto in doppio, su quattro matches disputati, e persero entrambi il singolo.
Prima di tornare a vincere l’Europa incassò altre due sconfitte e l’impressionante serie si allungò a tredici. In realtà ci furono dodici vittorie statunitensi e un pari, ma per regolamento l’esito nullo lascia il trofeo in mano ai detentori.
La riscossa continentale, però, lasciò il segno con tre successi consecutivi sotto la guida del capitano Tony Jacklin. L'Europa vinse a The Belfry (16,5-11,5) concesse il bis al Muirfield Village (15-13) nel 1987, sul campo disegnato da Jack Nicklaus nell’occasione anche capitano della formazione a stelle e strisce, e conservò il titolo pareggiando nuovamente a The Belfry.
Seguirono due vittorie americane e una europea prima di tornare nel 1993 a The Belfry dove l'Italia ebbe la grandissima soddisfazione della presenza di Costantino Rocca, che poi fu nuovamente in squadra nelle due edizioni successive.
Nella prima occasione giocò solo due match. Perse in doppio insieme a Mark James e in singolo contro Davis Love III. Si prese però la sua rivincita e con gli interessi. Fu tra i protagonisti nella vittoriosa trasferta a Rochester (14,5-13.5), nello stato di New York, guadagnando tre punti su quattro doppi (mise a segno anche una “hole in one”) e perdendo il singolo ancora contro Love III, e fu l’autentico mattatore a Valderrama (14.5-13.5), nel 1997, imponendosi insieme a Olazabal in due dei tre matches di doppio disputati e battendo seccamente in singolo Tiger Woods. Il bergamasco ha un record di sei vittorie e cinque sconfitte. Curiosamente ha affrontato per ben sei volte Davis Love III con il quale ha vinto nei quattro doppi e ha perso nei due singoli.
Nel 1997 si sono verificati due fatti importanti: per la prima volta il capitano continentale, Severiano Ballesteros, non era britannico e sempre per la prima volta, non è stata la Gran Bretagna a ospitare l’evento.
Cambi di data - Nel nuovo secolo la manifestazione è svolta negli anni pari fino alla pandemia. La decisione fu presa dopo l’attentato alle Torri Gemelle del 2001 negli Stati Uniti. La 34ª edizione si sarebbe dovuta disputare due settimane dopo, ma opportunamente fu rinviaya di un anno, lasciando invariate le squadre. A The Belfry vinsero contro ogni pronostico gli europei, che poi si sono ripetuti nei due eventi successivi con punteggi molto pesanti (18,5-9,5 sia a Oakland Hills, 2004, che al The K Club di Dublino 2006), poi la coppa è tornata in America (16,5-11,5 nel 2008 al Valhalla di Louisville). Poi ancora tripletta continentale: 14,5-13,5 nel 2010 al Celtic Manor di Newport con nel Team Europe Francesco Molinari ed Edoardo Molinari, stesso punteggio nel 2012 a Medina CC nell’Illinois dove c’era nuovamente Francesco Molinari, e un 16,5 a 11,5 nel 2014 a Gleneagles in Scozia.
Gli statunitensi sono riemersi nel 2016 a Chaska, nel Minnesota con un secco 17-11, ma poi sono stati letteralmente asfaltati a Le Golf National di Parigi nel 2018 (17,5-10,5) sotto la spinta di una grande Francesco Molinari, alla terza presenza in squadra, che ha fatto l’en-plein con cinque successi su cinque match, primo europeo a riuscite nell’impresa, quattro nei doppi insieme all’inglese Tommy Fleetwood, per un doppio passato alla storia come “Moliwood” e poi nel singolo contro Phil MIckelson (4/2), mentre a Fleetwood la cinquinta non è riuscita (6/4 da Tony Finau in singolo).
La pandemia ha fatto slittare tutto di un anno e la 43ª sfida sta per avere inizio al Whistling Straits GC, a Sheboygan nel Wisconsin in USA (24-26 settembre),.
Nel nuovo millennio Europa al top - Il bilancio è di 27 successi statunitensi contro 15 europei con entrambe le squadre che hanno ritenuto il trofeo, come detto, una volta a testa dopo pareggio, essendo defender. Prima del 1979 gli USA avevano ottenuto 19 successi contro tre sconfitte, da quella data le cose sono nettamente cambiate con un 12 a 8 in favore del Team Europe, ma c’è da rilevare che gli USA non sono imposti più nel vecchio continente dopo il 1993 e che il bilancio nel nove match degli anni 2000 e di 7 a 2 per l’Europa che quest’anno sarà guidata dall’irlandese Padraig Harrington, mentre l’aktro capitano sarò Steve Stricker. Non ci sarà Francesco Molinari, che dopo aver buttato al vento nelle ultime buche il Masters del 2019 ha probabilmente avuto un contraccolpo psicologico che probabilmente ancora si fa sentire.
Max Homa per la seconda vittoria nell’anno e per la terza in carriera. Si è imposto con 269 (67 72 65 65, -19) colpi, dopo una bella volata finale in 65 (-7), nel Fortinet Championship, il primo evento della stagione 2021-2022 del PGA Tour disputato al Silverado Resort&Spa (North Course, par 72) di Napa in California.
Homa, 30enne di Burbank (California, alla 128ª gara, ha segnato con 65 lo score più basso di giornata con un eagle, un bogey e sei birdie, dei quali decisivi gli ultimi due nelle tre buche conclusive. Nel suo palmarès, oltre ai tre successi sul PGA Tour (l’attuale e quelli nel Generisi Invitational a febbraio e nel Wells Fargo nel 2019) figurano anche due titoli sul Web.com Tour, ora Korn Ferry Tour, il BMW Charity Pro-Am (2014) e il Rust-Oleum Championship (2016). Ha ricevuto un congruo assegno di 1.260.000 dollari, su un montepremi di 7.000.000 di dollari, è salito dal 44° al 31° posto nel World Ranking e, ovviamente, è al vertice della FedEx Cup con i primi 500 punti della stagione.
Homa ha sorpassato Maverick McNealy, 25enne di Portola Valley (California), fidanzato della proette Danielle Kang, tra le top ten mondiali, leader dopo tre turni e secondo con 270 (-18) penalizzato da un 68 (-4), ma soprattutto da un doppio bogey alla buca 17. In terza posizione con 272 (-16) il cileno Mito Pereira, il migliore tra i 26 rookie nel field, al quarto con 273 (-15) Talor Gooch e l’australiano Marc Leishman, l’altro autore di un 65 (otto birdie, un bogey). Ha salvato la faccia il giapponese Hideki Matsuyama, uno dei pochissimi big in campo, risalito con pazienza fino al sesto posto con 275 (-13) condiviso, tra gli altri, con il taiwanese C.T. Pan, bronzo alle Olimpiadi di Tokyo.
E’ precipitato dal vertice che condivideva con McNealy dopo tre round, all’11° posto con 276 (-12) Jim Knous, che vittima della pressione si è espresso con un 74 (+2) e che ora è nei guai, poiché avendo ricevuto una “medical extension” gli è rimasta una sola gara a disposizione per ritagliarsi un posto in stagione sul PGA Tour per una missione quasi impossibile con troppi punti da recuperare. Stesso score per Will Zalatoris, “rookie of the year” del 2020-2021, e cedimento finale di Webb Simpson, 30° con 280 (-8), e di Phil Mickelson, 36° con 281 (-7), che erano entrambi noni.
E’ uscito al taglio dopo due giri lo spagnolo Jon Rahm, 88° con 143 (72 71, -1), sofferente per problemi allo stomaco e fuori dopo 36 buche per la 13ª volta su 113 presenze, ma la disavventura non ha inciso sulla sua leadership mondiale avendo ancora quasi due punti di margine su Dustin Johnson.
TERZO GIRO - Jim Knous (202 - 70 67 65, -14) ha raggiunto Maverick McNealy (202 - 68 64 70) in vetta al Fortinet Championship, il primo evento della stagione 2021-2022 del PGA Tour che si sta svolgendo al Silverado Resort&Spa (North Course, par 72) di Napa in California.
Jim Knous, 31enne di Basalt (Colorado), ala 25ª presenza sul circuito dove non ha titoli e che, avendo avuto la “medical extension” ha ancora due gare a disposizione per acquisire i diritti a rientrare sul PGA Tour, è stato uno dei tre giocatori a girare in 65 (-7) colpi, miglior score di giornata, e lo ha fatto mettendo a segno otto birdie contro un solo bogey. Maverick McNealy, 25enne di Portola Valley (California) anche lui in cerca della prima vittoria, fidanzato della proette Danielle Kang, numero otto mondiale, ha evitato il sorpasso con un 70 (-2, sei birdie, quattro bogey).
In terza posizione con due colpi di ritardo Beau Hossler, Troy Merritt, Max Homa, Scott Stalings e il cileno Mito Pereira (204, -12), in ottava con 205 (-11) Talor Gooch e tra i dieci concorrenti in nona con 206 (-10) Webb Simpson, anche per lui un 65 come per Homa, Phil Mickelson e Will Zalatoris. E’ uscito al taglio dopo due giri lo spagnolo Jon Rahm, 88° con 143 (72 71, -1), sofferente per problemi allo stomaco e fuori dopo 36 buche per la 13ª volta su 113 presenze. Il montepremi è di 7.000.000 di dollari.
SECONDO GIRO - Nel Fortinet Championship, il primo evento della stagione 2021-2022 del PGA Tour, il nuovo leader è Maverick McNealy (132 - 68 64, -12), ma la notizia è stata l’uscita al taglio dello spagnolo Jon Rahm, numero uno mondiale, 88° con 143 (72 71, -1), due colpi oltre il milte di qualifica. E’ stata la 13ª volta su 113 presenze che l’iberico è stato bocciato a metà gara, ma era sofferente per un forte mal di stomaco che l’aveva costretto a rinunciare alla Pro-Am d’apertura.
Al Silverado Resort&Spa (North Course, par 72) di Napa in California, Maverick McNealy, 25enne di Portola Valley (California), fidanzato della proette Danielle Kang, numero otto mondiale, ha girato in 64 (-8) colpi con un eagle, nove birdie e tre bogey lasciando a due lunghezze Beau Hossler e il cileno Mito Pereira (134, -10). Al quarto posto con 135 (-9) Bronson Burgoon, Max Homa e Will Zalatoris, secondo al Masters e “rookie of the year” della scorsa annata, al settimo con 136 (-8) Harold Varner III, Matt Kuchar, da tempo in ombra, e lo scozzese Russell Knox, al 17° con 138 (-6) il giapponese Hideki Matsuyama e al 24° con 139 (-5) Phil Mickelson. Crollo di Chez Reavie in vetta dopo un round e ora 38° con 140 (-4) dopo un 75 (+3). Il montepremi è di 7.000.000 di dollari.
PRIMO GIRO - Chez Reavie al comando con 65 (-7) colpi e Jon Rahm, numero uno mondiale, 104° con 72 (par) e in chiara difficoltà. nel primo giro del Fortinet Championship, il torneo che ha aperto al Silverado Resort&Spa (North Course, par 72) di Napa in California la stagione 2021-2022 del PGA Tour.
William Chesney Reavie, 39 anni, due titoli sul circuito l’ultimo nel 2019, alla 338ª gara. ha realizzato otto birdie e un bogey lasciando a un colpo Cameron Tringale e il canadese Adam Hadwin (66, -6). Seguono con 67 (-5) Troy Merritt, Jason Dufner, Nate Lashley, Max Homa, Scott Stallings e il cileno Mito Pereira. In decima posizione con 68 (-4) Will Zalatoris, la rivelazione della scorsa stagione sancita dall’essere stato riconosciuto come “rookie of the year”, e Brandt Snedeker, in 24ª con 69 (-3) il giapponese Hideki Matsuyama, e in 41ª con 70 (-2) Phil Mickelson, Simpson Webb e l’inglese Danny Willett.
Quanto a Rahm non era in buone condizioni fisiche. Ha dovuto rinunciare alla pro am d’apertura per problemi allo stomaco, ma ha voluto comunque prendere il via cavandosela con due birdie e due bogey. Il montepremi è di 7.000.000 di dollari.
LA VIGILIA - Inizia la stagione 2021-2022 del PGA Tour con il Fortinet Championship (16-19 settembre) al Silverado Resort di Napa in California. Nel torneo denominato in precedenza Safeway Classic e vinto lo scorso anno da Stewart Cink, assente nell’occasione, fari puntati sullo spagnolo Jon Rahm, numero uno mondiale, in un field comunque piuttosto povero che quanto meno comprende Phil Mickelson, Will Zalatoris, riconosciuto quale miglior rookie del Pga Tour 2020-2021, Webb Simpson, Kevin Na e Brandt Snedeker. Sono tornati sul PGA Tour l’inglese Danny Willett e il thailandese Kiradech Aphibarnrat, secondo la scorsa settimana al BMW PGA Championship, torneo delle Rolex Series dell'European Tour. Il montepremi è di 7.000.000 di dollari.
Il torneo su GOLFTV e su Eurosport 2 - Il Fortinet Championship sarà trasmesso da GOLTV e da Eurosport 2 agli orari indicati. GOLFTV ed Eurosport 2:: notte tra giovedì 17 e venerdì 17; notte da venerdì 17 a sabeo 18; notte da sabato 18 a domenica 19; notte da domenica 19 a lunedì 20: alle ore 0 alle ore 3. Eurosport 2: Commento di Nicola Pomponi e di Alessandro Bellicini.
Rimasta da sola al comando con 132 (66 66, -12) colpi, Janie Jackson si è vista assegnare il titolo, il secondo in carriera, nel Guardian Championship, il torneo del Symetra Tour che sul percorso del Capitol Hill Golf Club (par 72) a Prattville in Alabama, è stato fermato dopo 36 buche per maltempo.
Janie Jackson, 27enne di Huntsville )Alabama), al momento dello stop, aveva quattro colpi di vantaggio su Sierra Brooks e su Katelyn Dambaugh (136, -8), che avrebbero comunque avuto dei problemi a recuperare, anche se nel golf mai dire mai è d’obbligo. Al quarto posto con 137 (-7) Beth Wu e la svedese Linnea Johansson e al sesto con 138 (-6) Michelle Piyapattra e la canadese Maude-Aimee Leblanc.
Hanno preso parte alla gara Roberta Liti, 65ª con 146 (73 73, +2), che non avrebbe partecipato al terzo e ultimo turno perché fuori al taglio per un colpo, e Silvia Cavalleri che si è ritirata dopo un primo round in 77 (+5) colpi.
LA VIGILIA - Due anni dopo l’ultima volta torna a giocarsi suln Symetra Tour il Guardian Championship (17-19 settembre). Negli Stati Uniti, sul secondo circuito americano femminile, la panamense Laura Restrepo proverà a bissare l’exploit del 2019. Tra le 120 protagoniste, sul percorso del Capitol Hill Golf Club a Prattville in Alabama, anche Roberta Liti e Silvia Cavalleri.
Tante le giocatrici in grado di far la differenza. Tra queste ecco le americane Casey Danielson, Daniela Iacobelli, Allison Emrey e Bailey Tardy. E poi le spagnole Marta Sanz Barrio e Fatima Fernandez Cano, la messicana Alejandra Llaneza, l’elvetica Morgane Metraux, la svedese Frida Kinhult e la tedesca Sophie Hausmann. Il montepremi è di 175.000 dollari.
L’inglese Alfie Plant (271 - 68 70 66 67, -17) ha vinto a sorpresa l’Hopps Open de Provence, al Golf International de Pont Royal (par 72) di Mallemort, in Francia, firmando il primo titolo sul Challenge Tour. Il 29enne di Bexley, nei pressi di Londra, ex campione d’Europa Dilettanti (nel 2017 battè al playoff Lorenzo Scalise e Luca Cianchetti), ha rimontato dal sesto posto con un 67 (-5, sette birdie, due bogey) e ha portato allo spareggio l’austriaco Lukas Nemecz (65 65 68 75), leader dopo tre turni, e il tedesco Marcel Schneider (66 67 69 69), che era nel terzetto in seconda posizione, e poi li ha superati con un birdie alla prima buca supplementare. Al quarto posto con 272 (-16) il cileno Hugo Leon e al quinto con 273 (-15) lo svedese Jesper Kennegard e il francese Ugo Coussaud.
A metà classifica gli azzurri: il migliore è stato Lorenzo Scalise, 27° con 280 (69 70 68 73, -8), quindi Enrico Di Nitto, 31° con 281 (66 71 72 72, -7), Matteo Manassero, 37° con 283 (71 70 69 73, -5), e Jacopo Vecchi Fossa, 48° con 285 (73 69 70 73, -3). Sono usciti al taglio Filippo Bergamaschi, 76° con 144 (74 70, par), e Federico Maccario, 117° con 149 (72 77, +5). Plant ha ricevuto un assegno di 32.000 euro su un montepremi di 200.000 euro.
TERZO GIRO - Lorenzo Scalise è salito dal 23° all’undicesimo posto con 207 (69 70 68, -9) colpi, grazie a un 68 (-4, due eagle, quattro birdie, un bogey, un triplo bogey) nell’Hopps Open de Provence (Challenge Tour) al Golf International de Pont Royal (par 72) di Mallemort, in Francia, dove l’austriaco Lukas Nemecz (198 - 65 65 68, -18) ha consolidato la sua posizione di leader. Il 32enne di Klagenfurt ha segnato un 68 (-4) con un eagle, quattro birdie e i primi due bogey su 54 buche e ha preso quattro colpi di vantaggio sul tedesco Marcel Schneider e su francesi Julien Brun e Ugo Coussaud (202, -14). Al quinto posto con 203 (-13) lo svedese Jesper Kennegard e al sesto con 204 (-12) l’inglese Alfie Plant.
Ha perso posizioni Enrico Di Nitto, da 12° a 25° con 209 (66 71 72, -7), e ne hanno guadagnate alcune Matteo Manassero, da 48° a 33° con 210 (71 70 69, -6), e Jacopo Vecchi Fossa, da 54° a 48° con 212 (73 69 70, -4). Il montepremi è di 200.000 euro con prima moneta di 32.000 euro.
SECONDO GIRO - Dopo lo stop nel primo giro, anche il secondo dell’Hopps Open de Provence (Challenge Tour) al Golf International de Pont Royal (par 72) di Mallemort, in Francia, non è stato portato a termine, ma a differenza del round iniziale in questa occasione la classifica, dopo l’arrivo dei pochissimi giocatori fermati lungo il tracciato non subirà variazioni significative.
E’ sceso dal quarto al 12° posto con 137 (66 71, -7), dopo un 71 (-1, cinque birdie, quattro bogey), Enrico Di Nitto, comunque rimasto in alta classifica guidata dall’austriaco Lukas Nemecz (130 - 65 65, -14), 32enne di Klagenfurt, senza titoli sul circuito ma con alcuni sull’Alps Tour, autore con 65 (-7, un eagle cinque birdie e nessun bogey su 36 buche),.Ha tre colpi di ritardo il tedesco Marcel Schneider (133, -11) e ne accusano cinque i quattro concorrenti in terza posizione con 135 (-9), il francese Ugo Coussaud, il cileno Hugo Leon, lo svedese Simon Forsstrom e il sudafricano Oliver Bekker (l’altro che ha segnato un 65).
Sono rimasti in gara Lorenzo Scalise, 23° con 139 (69 70, -5), Matteo Manassero, 48° con 141 (71 70, -3), e Jacopo Vecchi Fossa, 54° con 142 (73 69, -2). Out Filippo Bergamaschi, 76° con 144 (74 70, par), e Federico Maccario, 117° con 149 (72 77, +5). Il montepremi è di 200.000 euro con prima moneta di 32.000 euro.
PRIMO GIRO - Classifica provvisoria insolita, con ben otto leader, e primo giro sospeso nell’Hopps Open de Provence al Golf International de Pont Royal (par 72) di Mallemort, in Francia. E’ in vetta con 66 (-6) colpi Enrico Di Nitto con la compagnia di quattro francesi, Alexandre Fuchs, Jerome Lando Casanova, Sam Testelin e il dilettane Tom Vaillant. un tedesco, Marcel Schneider, un cileno, Hugo Leon, e uno svedese Simon Forsstrom. A un colpo un altro transalpino, Franck Daux, il sudafricano Jacque Blaauw, il norvegese Kristian Krogh Johannessen, l’austriaco Niklas Regner e lo svedese Jens Dantorp (67, -5).
Degli altri azzurri Lorenxo Scalise e Matteo Manassero sono al 49° posto con “meno 1” dopo 12 buche, Federico Maccario è 69° con 72 insieme a Jacopo Vecchi Fossa che è in par, ma con tre buche da giocare, e Filippo Bergamaschi 103° con “+2” alla nona buca. Il montepremi è di 200.000 euro con prima moneta di 32.000 euro.
LA VIGILIA - All’Hopps Open de Provence (16-19 settembre) per inseguire il successo. Matteo Manassero punta in alto al Golf International de Pont Royal di Mallemort, in Francia, forte del suo momento positivo come evidenziato dalle due top ten consecutive nel British Challenge (settimo) e al Big Green Egg German (ottavo). Con lui in gara ci saranno anche Lorenzo Scalise, Filippo Bergamaschi, Federico Maccario, Enrico Di Nitto e Jacopo Vecchi Fossa.
Field di livello con il tedesco Marcel Schneider, il cileno Hugo Leon, il sudafricano Juan Carlo Ritchie, l’austriaco Lukas Nemecz, l’inglese Todd Clements, lo spagnolo Scott Fernandez, il belga Kristof Ulenaers e gli spagnoli Angel Hidalgo Portillo (reduce dall’exploit al Big Green German) ed Eduard Rousaud che vogliono il titolo nel dipartimento delle Bocche del Rodano. Ma naturalmente occhio ai francesi che sono in maggioranza e che si affidano, in particolare, a Jeong wean Ko, Clément Berardo, Julien Brun e ai veterani Julione Quesne (un Open d’Italia per lui, 2013) e Grégory Bourdy. In palio 200.000 euro con prima moneta di 32.000 euro.
Celine Boutier ha ottenuto il terzo titolo sul Ladies European Tour imponendosi con 202 (68 66 68, -11) colpi nel Lacoste Ladies Open de France, al Golf Du Medoc (Chateux Course, par 71), a Le Pian-Médoc in Francia. Ha ceduto nel giro finale Virginia Elena Carta, seconda dopo due round e in corsa per il titolo, che è scesa al sesto posto con 206 (67 68 71, -7). Resta comunque la sua ottima prova e il suo bel momento di condizione sottolineato da tre top ten nelle ultime tre gare disputate (una sul LET Access).
Celine Boutier, 27enne di Clamart che insieme a questi tre successi ne ha anche conquistato uno sul LPGA Tour, dove esercita in prevalenza la sua attività, e due sul Symetra Tour, il secondo circuito statunitense, ha concluso la sua gara con un 68 (-3, cinque birdie, due bogey) che le ha concesso di prendere un decisivo colpo di vantaggio sulla scozzese Kylie Henry, seconda con 203 (-10). Al terzo posto con 205 (-8) le francesi Pauline Roussin Bouchard e Anais Meyssonnier e l’argentina Magdalena Simmermacher e al sesto, insieme alla Carta, l’inglese Cloe Frankish.
L’azzurra ha tenuto bene il passo per dieci buche con due birdie, poi un doppio bogey alla 11ª le ha imposto una brusca frenata. Ha ripreso il cammino con altri due birdie, ma è uscita di scena definitivamente con due bogey sulle ultime quattro buche (71, par). Fuori al taglio Lucrezia Colombotto Rosso, 85ª con 149 (74 75, +7). Celine Boutier è stata gratificata con un assegno di 45.000 euro su un montepremi di 300.000 euro. Due soli i successi azzurri in questo avento, entrambi ad opera di Veronica Zorzi (2005-2006).
SECONDO GIRO - Virginia Elena Carta è salita dal terzo al secondo posto con 135 (67 68, -7) colpi, alla pari con l’argentina Magdalena Simmermacher e con la scozzese Kylie Henry, e competerà per il titolo nel giro finale dell’Open de France (Ladies European Tour) al Golf Du Medoc (Chateux Course, par 71), a Le Pian-Médoc in Francia, torneo che le azzurre hanno vinto due volte con Veronica Zorzi (2005-2006).
Si è portata in vetta con 134 (68 66, -8) la francese Celine Boutier, autrice di un 66 (-5, sette birdie, due bogey), che svolge buona parte della carriera sul LPGA Tour statunitense, e saranno in corsa per il titolo anche la transalpina Anays Meyssonnier e la gallese Lydia Hall, quinte con 136 (-6), e le tedesche Olivia Cowan e Leticia Ras-Anderica e la svedese Maja Stark settime con 137 (-5).
Virginia Elena Carta, che nelle ultime prestazioni si è classificata quarta nel Flumserberg Ladies Open (LETAS) e quinta nel VP Bank Swiss Ladies Open (LET) ha girato in 68 (-3) colpi con un eagle, tre birdie e due bogey. E’ uscita al taglio Lucrezia Colombotto Rosso, 85ª con 149 (74 75, +7). Il montepremi è di 300.000 euro.
PRIMO GIRO - Virginia Elena Carta ha confermato il suo buon momento terminando al terzo posto con 67 (-4) colpi il primo giro dell’Open de France (Ladies European Tour) al Golf Du Medoc (Chateux Course, par 71), a Le Pian-Médoc in Francia. E’ al 68° posto con 74 (+3) Lucrezia Colombotto Rosso.
Guidano la graduatoria con 66 (-5) le francesi Anais Meyssonnier e Agathe Laisne, mentre la Carta è affiancata dalla norvegese Karoline Lund, dall’inglese Hannah Burke e dalla tedesca Leticia Ras-Anderica. In settima posizione con 68 (-3) la spagnola Mireia Prat, la transalpina Celine Boutier, l’inglese Liz Young e l’argentina Magdalena Simmermacher.
Virginia Elena Carta ha realizzato un eagle, tre birdie e un bogey, mentre Lucrezia Colombotto Rosso ha messo insieme due birdie, tre bogey e un doppio bogey. Il montepremi è di 300.000 euro.
LA VIGILIA - A Le Pian-Médoc, nel dipartimento della Gironda nella regione della Nuova Aquitania, Virginia Elena Carta proverà a dar seguito al suo ottimo stato di forma. Dopo essersi qualificata per lo Stage II del LPGA Tour Qualifying School, la Carta ha ottenuto prima un quarto posto al Flumserberg Ladies Open (evento del LET Access, secondo circuito continentale in rosa) e poi ha conquistato la quinta piazza al VP Bank Swiss Ladies Open (LET). Con lei ci sarà Lucrezia Colombotto Rosso, 35ª la scorsa settimana in Svizzera. Il torneo è stato vinto nel 2005 e nel 2006 da Veronica Zorzi.
All’Open de France (-16-19 settembre), sul percorso del Golf Du Medoc (Chateux Course), all’appello mancherà sicuramente la svedese Julia Engstrom, vincitrice nel 2020. Proveranno a far la voce grossa le connazionali Caroline Hedwall e Maja Stark, l’australiana Stephanie Kyriacou, l’americana Beth Allen, la finlandese Sanna Nuutinen e la danese Emily Kristin Pedersen, quest’ultima ra le artefici del successo europeo alla Solheim Cup del 2021. Tante le giocatrici francesi nel field, con Celine Boutier (anche lei ha fatto parte del team del Vecchio Continente che ha battuto a Toledo gli Usa 15-13 nell’ultima Solheim Cup) e Pauline Roussin Bouchard che puntano a un ruolo da protagoniste. Il montepremi è di 300.000 euro.
Jin Young Ko, numero due mondiale, ha dominato nel Cambia Portland Classic (LPGA Tour), sul percorso del The Oregon Golf Club (par 72), a West Linn nell’Oregon, che ha concluso con 205 (69 67 69, -11) colpi, ben quattro di vantaggio sulla connazionale Jeongeun Lee (da non confondere con Jeongeun Lee6) e sull’australiana Su Oh (209, -7). Il torneo è stato ridotto da 72 a 54 buche, poiché è stato impossibile gareggiare nella terza giornata per il maltempo.
Jin Young ko, 26enne di Seoul, ha portato a nove i titoli sul circuito con due major per un palmarés che comprende anche undici successi nel LPGA of Korea. Ha terminato la sua volata con un parziale di 69 (-3, tre birdie, senza bogey) e ha ridotto le distanze nel ranking mondiale dalla leader Nelly Korda, ma occorre dire che la coreana ha praticamente saltato quasi tutta la stagione 2020 sul circuito, quando era lei numero uno, poiché rimasta volontariamente nella sua nazione non volendo correre rischi a causa della pandemia. Comunque è rientrata a metà novembre in tempo per ottenere due top ten e poi il successo nella gara finale della stagione, il CME Group Tour Championship che le ha fruttato 1.100.000 dollari. E’ alla seconda vittoria dell’anno - dopo quella nel Volunteers of America Classic a luglio - per la quale ha ricevuto 210.000 dollari su un montepremi di 2.300.000 dollari.
In quarta posizione con 211 (-5) la francese Perrine Delacour e in quinta con 212 (-4) la thailandese Patty Tavatanakit, la tedesca Esther Henseleit e la spagnola Carlota Ciganda, Tra le sette concorrenti in ottava con 213 (-3) Jennifer Kupcho e Jeongeun Lee6. Attardata la canadese Brooke M. Henderson, 38ª con 219 (+3). E’ uscita ancora una volta al taglio Giulia Molinaro, 97ª con 153 (78 75, +9), peraltro soluzione scontata dopo un primo giro (78, +6) da dimenticare in fretta.
SECONDO GIRO - Jin Young Ko, numero due mondiale, ha attaccato e ha preso il comando con 136 (69 67, -8) nel Cambia Portland Classic (LPGA Tour), sul percorso del The Oregon Golf Club (par 72), a West Linn nell’Oregon, dove Giulia Molinaro, 97ª con 153 (78 75, +9), è uscita al taglio, peraltro soluzione scontata dopo il brutto primo giro (78, +6).
Jin Young Ko, 26enne di Seoul, otto titoli sul circuito con due major e undici nel LPGA of Korea, è salita in vetta con un 67 (-5) dovuto a sei birdie e a un bogey superando la scozzese Gemma Dryburgh (137, -7), e la spagnola Carlota Ciganda (139, -5), che erano al vertice dopo due turni insieme alla thailandese Pajaree Anannarukarn, ora quarta con 140 (-4) insieme ad Alana Uriell, Andrea Lee, alle coreane Jenny Shin, Jeongeun Lee e Jeongeun Lee6, che porta il numero nel cognome proprio per i casi di omonimia, e all’australiana Su Oh. Ha perso terreno la canadese Brooke M. Henderson, da decima a 37ª con 146 (+2). Giulia Molinaro ha concluso la gara con un 75 (+3, tre birdie, quattro bogey, un doppio bogey). Il montepremi è di 2.300.000 dollari.
PRIMO GIRO - Brutta partenza per Giulia Molinaro, 103ª con 78 (+6) colpi. nel Cambia Portland Classic (LPGA Tour), sul percorso del The Oregon Golf Club (par 72) a West Linn nell’Oregon dove guidano la classifica con 68 (-4) la scozzese Gemma Dryburgh (un eagle, cinque birdie, tre bogey), la spagnola Carlota Ciganda (sette birdie, un bogey, un doppio bogey) e la thailandese Pajaree Anannarukarn (cinque birdie, un bogey).
Al quarto posto con 69 (-2) le coreane Mi Jung Hur, Jenny Shin e Jin Young Ko, numero due mondiale, l’australiana Su Oh, la sudafricana Paula Reto e la francese Perrine Delacour e al decimo con 70 (-2) la canadese Brooke M. Henderson, numero nove del Rolex Ranking.
Giornataccia anche per le thailandesi Patty Tavatanakit, 78ª con 76 (+4), e per Ariya Jutanugarn, 123ª con 81 (+9). Giulia Molinaro ha segnato tre birdie, cinque bogey e due doppi bogey. Il montepremi è di 2.300.000 dollari.
LA VIGILIA - Al Cambia Portland Classic (16-19 settembre), sul percorso The Oregon Golf Club a West Linn nell’Oregon, per provare ad uscire da un periodo negativo dopo una stagione caratterizzata da ottimi risultati come il terzo posto in un major e, precisamente, al KPMG Women’s PGA Championship. E’ questo l’obiettivo di Giulia Molinaro che, sul LPGA Tour, proverà a cancellare le ultime cinque uscite al taglio.
Nel field anche due tra le migliori dieci giocatrici al mondo: la sudcoreana Jin Young Ko (numero 2) e Brooke Mackenzie Henderson (nona), regina del Cambia Portland Classic nel 2015 come nel 2016. Insieme alla canadese, tra le past winner dell’evento in gara, anche le americane Austin Ernst (2014) e Stacy Lewis (2017), oltre all’australiana Hannah Green (2019). Saranno invece nove le giocatrici in campo che quest’anno si sono distinte per aver vinto almeno un torneo sul LPGA Tour. Tra queste la giapponese Nasa Hataoka (Marathon LPGA Classic), le sorelle tailandesi Ariya (Honda LPGA Thailand, Dow Great Lakes Bay Invitational) e Moriya Jutanugarn (Dow Great Lakes Bay Invitational), e Patty Tavatanakit (ANA Inspiration). Il montepremi è di 2.300.000 dollari.
Vittoria annunciata dello svedese Kristoffer Broberg (265 - 68 64 61 72, -23) nel Dutch Open, sul percorso del Bernardus Golf (par 72) a Cromvoirt in Olanda. Preso il comando nel secondo giro e portato il vantaggio nel terzo a otto colpi sul secondo con un fantastico 61 (-11), il 25enne di Stoccolrma nel quarto round si è limitato a viaggiare nel 72 del par, sia pure con qualche affanno (tre birdie, tre bogey), per raccogliere il secondo titolo sull’European Tour dopo aver firmato il primo (BMW Masters) nel lontano 2015, anticipato da quatto vittorie sul Challenge Tour. In mezzo un periodo piuttosto grigio con la quasi scomparsa dai radar.
Al secondo posto con 268 (-20) il tedesco Matthias Schmid, al terzo con 270 (-18) lo spagnolo Alejandro Cañizares, al quarto con 273 (-15) l’olandese Darius Van Driel e il belga Thomas Detry e al sesto con 274 (-14) il portoghese Ricardo Santos, lo statunitense Johannes Veerman e l’inglese Richard Mansell.
Grossa delusione dai tre azzurri in gara, tutti usciti al taglio: Renato Paratore 88° con 144 (72 72, par), Lorenzo Gagli (73 81) e Aron Zemmer (77 77) 136.i con 154 (+10).
TERZO GIRO - Con un gran giro in 61 (-11), nuovo record del percorso del Bernardus Golf (par 72) a Cromvoirt in Olanda, e lo score di 193 (68 64 61, -23) colpi, lo svedese Kristoffer Broberg ha fatto il vuoto nel Dutch Open mettendo una seria ipoteca sulla conquista del suo secondo titolo sull’European Tour.
Il 35enne di Stoccolma era andato a segno nel 2015 (BMW Masters) dopo quattro successi sul Challenge Tour, poi aveva fatto sparire praticamente le sue tracce. Ora può tornare sul gradino più alto del podio grazie agli otto colpi di vantaggio che ha nei riguardi del danese Marcus Helligkilde, secondo con 201 (-15), e dei nove sull’inglese Richard Mansell, sul tedesco Matthias Schmid e sullo spagnolo Alejandro Cañizares, terzi con 202 (-14), Seguono il belga Thomas Detry (203, -13), l’olandese Darius Van Driel (204, -12), l’irlandese Niall Kearney e lo statunitense Johannes Veerman (205, -11).
Grossa delusione dai tre azzurri in gara, tutti usciti al taglio: Renato Paratore 88° con 144 (72 72, par), Lorenzo Gagli (73 81) e Aron Zemmer (77 77) 136.i con 154 (+10). Il montepremi è di un milione di euro.
SECONDO GIRO - Italiani latitanti nel Dutch Open dove i tre in campo sono usciti tutti al taglio sul percorso del Bernardus Golf (par 72) a Cromvoirt in Olanda: Renato Paratore 88° con 144 (72 72, par), Lorenzo Gagli (73 81) e Aron Zemmer (77 77) 136.i con 154 (+10).
Dopo tanto tempo è tornato al proscenio lo svedese Kristoffer Broberg, leader con 132 (68 64, -12), 35enne di Stoccolma il cui momento di notorietà si era esaurito nel 2015 con l’unico successo sull’European Tour (BMW Masters) anticipato da quattro successi sul Challenge Tour. E’ salito al vertice con un parziale di 64 (-8), miglior score del round, frutto di nove birdie e dell’unico bogey in 36 buche.
Ha distaccato di misura il belga Thomas Detry e il danese Marcus Helligkilde (133, -11) e di due colpi il tedesco Maximilian Kieffer e l’irlandese Niall Kearney (134, -10), in vetta dopo un turno. Al sesto posto con 135 (-9) il ceco Ondrej Lieser, lo spagnolo Alejandro Cañizares e l’inglese Richard Mansell, l’altro autore di un 64 (un eagle, sei birdie), al nono con 136 (-8) il sudafricano Justin Harding e al 12° con 137 (-7) il nordirlandese Graeme McDowell, che da tempo ha esaurito la sua vena migliore. Il montepremi è di un milione di euro.
PRIMO GIRO - Inizio più che in salita per i tre giocatori italiani impegnati nel Dutch Open (European Tour), sul percorso del Bernardus Golf (par 72) a Cromvoirt in Olanda. dove Renato Paratore è 73° con 72 colpi (par, quattro birdie, quattro bogey), Lorenzo Gagli 93° con 73 (+1, un eagle, due birdie, tre bogey, un doppio bogey) e Aron Zemmer 135° con 77 (+5, due birdie, tre bogey, due doppi bogey).
Al vertice con 65 (-7, sette birdie) colpi Niall Kearney, 33enne irlandese di Dublino senza titoli sul circuito, che precede di misura il tedesco Maximilian Kieffer e il danese Martin Simonsen (66,-6). Lunga la lista di giocatori al quarto posto con 67 (-5): il danese Marcus Helligkilde, lo scozzese Euan Walker, lo spagnolo Santiago Tarrio, leader della money list del Challenge Tour, gli inglesi Sam Horsfield e Ben Evans, il belga Thomas Detry, il gallese Rhys Enoch, il canadese Aaron Cockerill e il portoghese Ricardo Santos. Il montepremi è di un milione di euro.
LA VIGILIA - L’European Tour si trasferisce in Olanda per il Dutch Open (16-19 settembre) sul percorso del Bernardus Golf a Cromvoirt. L’evento torna dopo l’annullamento per Covid del 2020, mentre nel 2019 a imporsi fu lo spagnolo Sergio Garcia (quest’anno assente) che superò il danese Nicolai Hojgaard, vincitore dell’ultimo Open d’Italia e anche lui out. Tre gli azzurri in gara: Renato Paratore, Lorenzo Gagli e Aron Zemmer. Obiettivo riscatto per Renato Paratore dopo due uscite al taglio, inattese perché precedute dal settimo posto all’Omega European Masters in Svizzera, così come per Lorenzo Gagli, le cui ultime tre gare si sono esaurite dopo 36 buche. Dopo la parentesi sfortunata all’Open d’Italia (eliminazione a metà torneo) torna sull’European Tour anche ARON Zemmer reduce dal taglio della scorsa settimana nel Challenge il Big Green Egg German (Challenge Tour).
nETO nel 1912, il Dutch Open è stato vinto consecutivamente da due italiani, Ugo Grappasonni e Alfonso Angelini, a segno rispettivamente nel 1954 e nel 1955. Dal 1972 fa parte dell’European Tour e l’evento annovera nell’albo d’oro campionissimi quali, tra gli altri, Severiano Ballesteros e Colin Montgomerie.
Non è sicuramente un field da grandi occasioni, ma ci sono parecchi giocatori in grado di recitare un ruolo da protagonista tra i quali ricordiamo in primo luogo l’olandese Joost Luiten, che proverà, anche se non ha più la condizione dell’epoca, a conquistare per la terza volta il titolo dopo averlo fatto suo nel 2013 e nel 2016. Con lui i belgi Thomas Detry e Thomas Piaters (a segno nel 2015), il ceco Ondrej Lieser, lo scozzese Craig Howie, l’inglese Sam Horsfield, il tailandese Jazz Janewattananond, i sudafricani Justin Harding, Daniel Van Tonder, Brandon Stone, Branden Grace, George Coetzee e Dean Burmester. Da citare il sudafricano Rory Sabbatini, naturalizzato polacco, che non ha fatto grandi cose in questo periodo in cui sta giocando in Europa, ma che ha le credenziali della medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokyo. Da segnalare anche la presenza dello spagnolo Santiago Tarrio e del portoghese Ricardo Gouveia, primo e secondo nell’ordine di merito del Challenge Tour, che prendono confidenza con il tour maggiore dove sono ormai sicuri di approdare nel 2022. Il montepremi è di un milione di euro.
Diretta su GOLFTV ed Eurosport 2 – Il torneo sarà trasmesso in diretta su GOLFTV e su Eurosport 2 con collegamenti ai seguenti orari. GOLFTV: giovedì 16 settembre e venerdì 17, dalle ore 13,30 alle 18,30; sabato 18 e domenica 19, dalle ore 13 alle ore 17,30. Eurosport 2: giovedì 16 settembre, dalle ore 16,15 alle ore 18,30; venerdì 17, dalle ore 14,30 alle ore 18,30; sabato 18, dalle ore 16 alle ore 17,30; domenica 19, differita dalle ore 21 alle ore 24. Commento di Isabella Calogero e di Giovanni Magni
(Da Ufficio Stampa Federgolf)
Al Golf Club Le Fonti di Castel San Pietro Terme (Bologna) è andato in scena il Campionato Nazionale Ragazze-Trofeo Roberta Bertotto, torneo che si è diviso in due fasi: la prima che prevedeva una qualificazione su 36 buche medal e la seconda con i “match play”. A vincere il titolo è stata Francesca Pompa, protagonista assoluta del torneo.
La varesina classe 2005 ha dominato sin dal primo giorno mettendosi al comando del leaderboard già dal primo giro di qualificazione. Dopo aver chiuso al primo posto anche il secondo round, ai match play Francesca Pompa ha superato ai sedicesimi Lorena Rossettini per 3&2, Priya Latchayya agli ottavi con il punteggio di 4&3, Paris Appendino ai quarti alla 19esima bucae ed Emma Lundgren in semifinale alla 20esima. Nell’ultimo atto, Pompa si è imposta per 3&2 contro Giulia Foresta e grazie a questo risultato succede nell’albo d’oro ad Andreina Pupa D’Angelo, vincitrice nel 2020 quando superò in finale Giulia Bellini.
LA VIGILIA - Al Golf Club Le Fonti di Castel San Pietro Terme (Bologna) è tutto pronto per il Campionato Nazionale Ragazze-Trofeo Roberta Bertotto, in programma dal 15 al 19 settembre. Sono 49 le concorrenti in gara con l’evento che si dividerà in due fasi: la qualificazione su 36 buche medal (18 al giorno tra il 15 e il 16 settembre) servirà a.delineare le prime 32 classificate che accederanno ai successivi match play, con 16.mi e ottavi venerdì 17, quarti e semifinali il 18 e finale domenica 19. Tutti gli incontri su 18 buche.
Nel 2020 a imporsi, all’Asolo Golf Club di Cavaso del Tomba (Treviso), fu Andreina Pupa D’Angelo brava a superare in finale per 1 up Giulia Bellini, quest’anno tra le favorite della vigilia. In Emilia-Romagna tra le candidate al titolo ecco anche Matilde Innocenti Angelini, Charlotte Cattaneo (seconda nel 2019), Giulia Foresta, Lorena Rossettin, Roberta Ravatti, Rebecca Galasso, Giulia Scarcello e Paris Appendino.
I RISULTATI
Dai successi alle difficoltà e ritorno. Dopo anni di purgatorio Renato Paratore ha ritrovato la vittoria. Negli Emirati Arabi Uniti ha dominato l’UAE Challenge, evento dell’HotelPlanner Tour, tornando a festeggiare una impresa a distanza di 1.723 giorni dall’ultima volta (British Masters sul DP World Tour nel luglio 2020). “Sono davvero felice. È stato un exploit importante perché non riuscivo ad affermarmi da molto tempo. Ho avuto dei dubbi e mi sono chiesto: ‘Ma riuscirò a tornare a vincere’? Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. E adesso, l’obiettivo del 2025, è quello di riconquistare la ‘carta’ per il massimo circuito continentale”, spiega Paratore in una intervista a cuore aperto sui canali federali. È la storia di un predestinato, quella di Paratore. Nato il 14 dicembre del 1996 a Roma, da dilettante ha conquistato prima lo Junior Orange Bowl nel 2013 a Miami (Usa), poi, nel 2014, il Portuguese International Amateur Championship a Palmela.
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Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925 che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano.
Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta
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