La coreana Inbee Park è tornata al successo dopo quasi due anni sul LPGA Tour imponendosi con 278 (67 69 68 74, -14) colpi nell’ISPS Handa Women’s Australian Open (LPGA Tour) disputato sul percorso del Royal Adelaide Golf Club (par 73), a Seaton in Australia. Ha ceduto nel finale Giulia Molinaro, da 27ª a 70ª con 295 (71 76 69 81, +3) dopo un turno conclusivo in 81 (+8), ma comunque andata a premio dopo i primi due tornei della stagione terminati con un taglio.
Inbee Park, 31enne di Seoul, ex numero uno mondiale, ha portato a 20 i titoli sul circuito comprensivi di sette major, per un palmarès che comprende anche quattro successi nel Japan Tour, uno nel Korean Tour e uno nel LET, oltre all’oro olimpico di Rio 2016, nel corso di una carriera fermata anche da infortuni. Aveva ottenuto le ultime due vittorie nel 2018 nella Founders Cup (marzo, LPGA Tour) e nel Doosan Match Play (LPGA of Korea Tour, maggio).
Pur con un giro finale sopra par (74, +1, tre birdie, quattro bogey) non molto usuale per una vincitrice, Inbee Park, leader dopo tre turni, non è stata mai insidiata dalle avversarie. Infatti Amy Olson è giunta seconda a tre colpi (281, -11), e la francese Perrine Delacour, terza a quattro (282, -10). In quarta posizione con 283 (-9) Marina Alex e la cinese Yu Liu e in sesta con 284 (-8) la rediviva Cristie Kerr, la transalpina Celine Boutier e le coreane Mi Hyang Lee e Ayean Cho. Mai in partita l’australiana Minjee Lee, 25ª con 288 (-4) e grande favorita alla vigilia, e Nelly Korda, campionessa uscente, 41ª con 290 (-2).
TERZO GIRO - La coreana Inbee Park è rimasta da sola al comando con 204 (67 69 68, -15) colpi a un giro dal termine dell’ISPS Handa Women’s Australian Open (LPGA Tour) sul percorso del Royal Adelaide Golf Club (par 73), a Seaton in Australia, dove Giulia Molinaro ha effettuato un bel salto in avanti, da 60ª a 27ª con 214 (71 74 69, -5), rimontando con un parziale di 69 (-4).
Inbee Park, 31enne di Seoul, ex numero uno mondiale con sette major nel palmarès e, al netto di questi, con 12 titoli sul circuito, quattro nel Japan Tour, uno nel Korean Tour e uno nel LET, oltre all’oro olimpico di Rio 2016, ha preso il largo con un 68 (-5), frutto di sette birdie e di due bogey. Ha un vantaggio di tre colpi sulla coreana Ayean Cho (207, -12), di quattro su Marina Alex (208, -11) e di cinque sulle francesi Perrine Delacour e Celine Boutier (209, -10).
Non può più difendere il titolo Nelly Korda, numero tre mondiale, che ha lo stesso score dell’azzurra, mentre è apparsa sotto tono l’australiana Minjee Lee, che era la grande favorita della vigilia, 39ª con 216 (-3).
Giulia Molinaro ha fatto percorso netto con quattro bridie senza bogey. Il montepremi è di 1.300.000 dollari.
SECONDO GIRO - La coreana Inbee Park, oro olimpico a Rio 2016, ha realizzato un parziale di 69 (-4) colpi e ha raggiunto con 136 (67 69, -10) in vetta alla classifica dell’ISPS Handa Women’s Australian Open (LPGA Tour) l’inglese Jodi Ewart Shadoff (136 - 66 70).
Sul tracciato del Royal Adelaide Golf Club (par 73), a Seaton in Australia, ha superato il taglio Giulia Molinaro, unica italiana in campo, 60ª con 145 (71 74, -1), e andrà a premio nella terza apparizione stagione, dopo le prime due terminate con l’uscita anticipata.
Il duo di testa ha un colpo di vantaggio su Jillian Hollis (137, -9), e due su un quartetto composto da Marina Alex, dalla francese Celine Bouter, dalla coreana Ayean Cho e della svedese Madelene Sagstrom (138, -8). Tra le tredici concorrenti all’ottavo posto con 140 (-6) la coreana So Yeon Ryu e la messicana Maria Fassi, professionista da meno di un anno, ma di cui si dice un gran bene.
Non sembrano avere il passo giusto Nelly Korda e l’australiana Minjee Lee, numero otto mondiale, 24.e con 142 (-4), la prima per difendere il titolo e la seconda per recitare il ruolo di grande favorita che le avevano accreditato alla vigilia. E’ uscita al taglio la grande campionessa australiana Karrie Webb, 90ª con 148 (+2), 45 anni, 41 titoli sul LPGA Tour con sette major, cinque successi in questa gara e unica capace di contrastare con efficacia la svedese Annika Sorenstam nel decennio in cui fu l’indiscussa regina del golf mondiale.
Giulia Molinaro è andata in altalena alternando continuamente birdie (cinque) e bogey (sei). Il montepremi è di 1.300.000 dollari.
“Hole in one” di Mel Reid - L’inglese Mel Reid ha realizzato una “hole in one” nel corso del secondo giro centrando direttamente dal tee la buca 12, par 3 di 172 yards, utilizzando un ferro 6. Ha terminato in 71 (-2) colpi unendo all’ace tre birdie e tre bogey, e recuperando dall’84° al 41° posto (143 - 72 71, -3). E’ la quarta “hole in one” stagionale sul circuito.
PRIMO GIRO - Giulia Molinaro è al 35° posto con 71 (-2) colpi dopo il primo giro dell’ISPS Handa Women’s Australian Open (LPGA Tour) sul tracciato del Royal Adelaide Golf Club (par 73), a Seaton in Australia.
Dopo qualche tempo, giorno di gloria per l’inglese Jodi Ewart Shadoff, 32enne di Northallerton, senza titoli sul circuito, ma con tre Solheim Cup all’occhiello, che ha preso il comando con 66 (-7) colpi, grazie a sette birdie, tenendo alla minima distanza le coreane Jeongeun Lee6, dove il numero sul cognome è dovuto a un caso di omonimia quando giocava nel tour del suo Paese, e Inbee Park (67, -6), campionessa olimpica a Rio 2016, che recentemente ha dichiarato di sognare una vita più normale, magari con il piacere di andare a fare la spesa e quanto altro, ma che al momento non riesce a distaccarsi dal golf.
Al quarto posto con 68 (-5) Marina Alex, Amy Olson e Jillian Hollis e tra le dodici giocatrici al settimo con 69 (-4) si trovano Nelly Korda, campionessa in carica, la svedese Madelene Sagstrom e l’australiana Hannah Green, tutte e tre tra le favorite.
L’altra attesa australiana Minjee Lee, salita dal no no all’ottavo posto nel Rolex Ranking, è 19ª con 70 (-3) insieme a Stacy Lewis, mentre sono in panne, 90.e con 74 (+1), la giapponese Haru Nomura e il mito di casa Karrie Webb, 45 anni, 41 titoli sul LPGA Tour con sette major e cinque successi in questa gara. Scontato che non era in corsa per il successo, ha comunque con la sua presenza mobilitato gli spettatori,
Giulia Molinaro, alla terza uscita stagionale e tesa a riscattare il taglio subito nelle prime due, ha effettuato un buon giro segnando quattro birdie e due bogey. Il montepremi è di 1.300.000 dollari.
LA VIGILIA - Terzo impegno stagionale per Giulia Molinaro, che prende parte all’ISPS Handa Women’s Australian Open (13-16 febbraio) torneo del LPGA Tour in programma sul tracciato del Royal Adelaide Golf Club, a Seaton in Australia.
Difende il titolo Nelly Korda in un contesto che comprende due ex leader mondiali, le coreane Inbee Park, campionessa olimpica a Rio 2016, e So Yeon Ryu insieme alla connazionale Hee Young Park, vincitrice la scorsa settimana dell ISPS Handa Vic Open, e le australiane Minjee Lee e Hanna Green, tutte tra le più gettonate nelle previsioni della vigilia.
In campo anche alcune past winner: l’inglese Laura Davies (2004, 2009), la giapponese Haru Nomura (2016), la neozelandese Lydia Ko (2015), la coreana Jiyai Shin (2013) e la grande campionessa di casa Karrie Webb. La 45enne di Ayr (Queensland), vanta 57 vittorie in giro per il mondo di cui 41 sul LPGA Tour, con sette major, e cinque successi in questo torneo (2000, 2002, 2007, 2008, 2014). Probabilmente non ha chance per il titolo, ma sarà sicuramente la più seguita dal pubblico sul campo. Per Giulia Molinaro la necessità di andare a premio dopo le prime due uscite concluse al taglio. Il montepremi è di 1.300.000 dollari.
Un eagle sull’ultima buca e Christiaan Bezuindenhout (264 - 61 67 69 67, -25) ha sorpassato sull’ultima buca il connazionale George Coetzee (265, -24) imponendosi nella Dimension Data Pro Am, ultima gara del trittico che ha aperto la stagione del Challenge Tour in Sudafrica, con tornei organizzati in collaborazione con il Sunshine Tour. L’evento si è svolto con formula pro am (un pro e un dilettante) sui tre percorsi del Montagu Course (par 72), dell’Outeniqua Course (par 72) e del The Links Course (par 73), tutti disegnati dall’icona del golf sudafricano Gary Player, a George. Due gli italiani in gara: Lorenzo Scalise, 19° con 277 (68 69 68 72, -12), e Aron Zemmer, 30° con 279 (72 72 64 71, -10).
Christiaan Bezuidenhout, 25enne di Delmas e in evidenza sull’European Tour dove ha vinto l’Andalucia Masters (2019) e quest’anno è giunto secondo nel Dubai Desert Classic superato al playoff dall’australiano Lucas Herbert, ha ottenuto il primo titolo sul Challenge Tour, che gli vale anche per il Sunshine Tour, appunto con l’eagle di cui si è detto, arrivato dopo cinque birdie e due bogey che hanno fatto il 67 (-5) decisivo sul Montagu Course in cui si è disputato l’ultimo giro, mentre nei primi tre i concorrenti si sono alternati anche sugli altri due.
E’ stato un dominio, del resto prevedibile, dei giocatori di casa che erano in numero preponderante e che hanno schierato quasi tutti i migliori elementi. Eloquente la graduatoria con sei di loro tra i primi sette, Infatti sono terminati dietro ai due protagonisti Richard Sterne, terzo con 267 (-22), JC Ritchie, quinto con 273 (-16), Daniel Van Tonder e Darren Fichardt, sesti con 274 (-15). Unico “infiltrato” lo spagnolo Santiago Tarrio Ben, quarto con 272 (-17).
Positiva la prova dei due azzurri. Lorenzo Scalise ha perso qualcosa nell’ultimo turno con un 72 (par), frutto di cinque birdie e di altrettanti bogey, dopo essere entrato tra i top ten, mentre è rimasto stabile Aron Zemmer, che ha siglato un 71 (-1) con cinque birdie, due bogey e un doppio bogey.
Dopo la Dimension Data Pro Am il secondo circuito continentale riprenderà nella Repubblica Ceca con il Prague Golf Challenge dal 7 al 10 maggio.
TERZO GIRO - Il sudafricano Christiaan Bezuindenhout (197 - 61 67 69, -20) è rimasto da solo al vertice della Dimension Data Pro Am, ultima gara del trittico che ha aperto la stagione del Challenge Tour in Sudafrica, con tornei organizzati in collaborazione con il Sunshine Tour. L’evento si sta disputando con formula pro am (un pro e n dilettante) sui tre percorsi del Montagu Course (par 72), dell’Outeniqua Course (par 72) e del The Links Course (par 73), tutti disegnati dall’icona del golf sudafricano Gary Player, a George.
Turno favorevole ai due giocatori azzurri in campo che sono saliti in graduatoria: Lorenzo Scalise è decimo con 205 (68 69 68, -12) e Aron Zemmer 32° con 208 (72 72 64, -9).
Christiaan Bezuidenhout, 25enne di Delmas e in evidenza sull’European Tour dove si è imposto nell’Andalucia Masters (2019) e quest’anno è giunto secondo nel Dubai Desert Classic superato al playoff dall’australiano Lucas Herbert, ha segnato cinque birdie e due bogey per il parziale di 69 (-3) sul Montagu Course e ha distaccato di due lunghezze lo spagnolo Santiago Tarrio Ben (199, -18) con il quale condivideva la leadership dopo due turni e raggiunto al secondo posto dal sudafricano George Coetzee, quattro successi sull’European Tour. Hanno chances di correre per il titolo altri due concorrenti di casa, Richard Sterne, quarto con 201 (-16) e Jake Roos. quinto con 202 (-15), mentre forse sono troppi sei colpi da recuperare per l’inglese Matt Ford, sesto con 203 (-14). E’ uscito al taglio dopo 54 buche il grande campione sudafricano Ernie Els, 65° con 211 (-6).
Lorenzo Scalise ha rimontato dieci posizioni con un 68 (-4) sul Montagu Course frutto di cinque birdie e di un bogey. Aron Zemmer ha risalito di 65 gradini la classifica con nove birdie e un bogey per il 64 (-8) sull’Outeniqua Course, miglior score di giornata realizzato sullo stesso campo anche dallo svedese Oscar Lengden, 18° con 206 (-11), e dal sudafricano Jayden Tery Schaper (10°) sul Montagu Course. Il montepremi è di 400.000 dollari (circa 365.000 euro).
Dopo la Dimension Data Pro Am vi sarà un lungo stop e il secondo circuito conti
SECONDO GIRO - Lo spagnolo Santiago Tarrio Ben con lo score di “meno 17” ha raggiungo il sudafricano Christiaan Bezuindenhout in vetta alla graduatoria della Dimension Data Pro Am, ultima gara del trittico che ha aperto la stagione del Challenge Tour in Sudafrica, con tornei organizzati in collaborazione con il Sunshine Tour. L’evento si sta disputando sui tre percorsi del Montagu Course (par 72), dell’Outeniqua Course (par 72) e del The Links Course (par 73), tutti disegnati dall’icona del golf sudafricano Gary Player, a George. In gara 180 concorrenti, che giocano con formula pro am (un pro e un dilettante) e che si alterneranno sui tre tracciati con taglio dopo 54 buche. La classifica fa riferimento al par essendo differenti quelli dei tre campi.
Ha recuperato cinque posizioni Lorenzo Scalise, 20° con “meno 8”, mentre ha perso terreno Aron Zemmer, 97° con “meno 1”.
Si è portato al terzo posto con “meno 13” il sudafricano Richard Sterne, sei titoli sull’European Tour, è al quarto con “meno 12” il portoghese Stephen Ferreira e sono al quinto con “meno 11” il neozelandese Daniel Hillier e altri due sudafricani a segno sul circuito maggiore, Dean Burmester (un titolo) e George Coetzee (4). E’ sceso dalla terza alla 13ª piazza con “meno 9” il grande campione di casa Ernie Els, 50 anni, quattro major nel palmarés e, al netto di questi, 15 vittorie sul PGA Tour e 24 sull’European Tour.
Santiago Berrio Ten, 29 anni e nessun successo, ha realizzato un eagle, sette birdie e un bogey sull’Outeniqua Course. Christiaan Bezuidenhout, 25enne di Delmas e in evidenza sull’European Tour dove si è imposto nell’Andalucia Masters (2019) e quest’anno è giunto secondo nel Dubai Desert Classic superato al playoff dall’australiano Lucas Herbert, ha girato sul Links con otto birdie e due bogey per il 67 (-6). Stesso tracciato anche per Lorenzo Scalise con cinque birdie e un bogey per il parziale di 69 (-4) e turno in par (72) di Aron Zemmer sul Montagu, che ha avuto il merito di rimediare ai devastanti effetti di un “10” alla buca 18 (par 5) con sette birdie, contro due bogey, sulle altre buche. Il montepremi è di 400.000 dollari (circa 365.000 euro).
Dopo la Dimension Data Pro Am vi sarà un lungo stop e il secondo circuito continentale riprenderà nella Repubblica Ceca con il Prague Golf Challenge dal 7 al 10 maggio.
PRIMO GIRO - Il sudafricano Christiaan Bezuidenhout ha realizzato un ottimo “meno 11” e guida la classifica della Dimension Data Pro Am, ultima gara del trittico che ha aperto la stagione del Challenge Tour in Sudafrica, con tornei organizzati in collaborazione con il Sunshine Tour. L’evento si sta disputando sui tre percorsi del Montagu Course (par 72), dell’Outeniqua Course /par 72) e del The Links Course (par 73), tutti disegnati dall’icona del golf sudafricano Gary Player, a George. In gara 180 concorrenti, che giocano con formula pro am (un pro e un dilettante) e che si alterneranno sui tre tracciati con taglio dopo 54 buche. La classifica fa riferimento al par essendo differenti quelli dei tre campi.
Sono due gli azzurri in gara: Lorenzo Scalise, 25° con “meno 4” (68 Outeniqua Course, cinque birdie, un bogey) e Aron Zemmer, 68° con “meno 1” (72 The Links, cinque birdie, quattro bogey).
Christiaan Bezuidenhout, 25enne di Delmas e in evidenza sull’European Tour dove ha vinto l’Andalucia Masters (2019) e quest’anno è giunto secondo nel Dubai Desert Classic superato al playoff dall’australiano Lucas Herbert, ha segnato undici birdie senza bogey per il 61 sull’Outeniqua Course, lasciando a due colpi lo spagnolo Santiago Tarrio Ben (-9, Montagu Course).
Ottima prestazione, che ha entusiasmato i fans di casa, del grande campione Ernie Els, terzo con “meno 8” (64, Ou) insieme al portoghese Stephen Ferreira. I sudafricani si sono presi la scena, come era prevedibile essendo in gran numero, e ve ne sono altri cinque in quinta posizione con “-7”: Deon Germishuys, Haydn Porteous, George Coetzee, JC Ritchie e Jean Hugo, che sono affiancati dal tedesco Marcel Siem e dal neozelandese Daniel Hillier. Il montepremi è di 400.000 dollari (circa 365.000 euro).
Dopo la Dimension Data Pro Am vi sarà un lungo stop e il secondo circuito continentale riprenderà nella Repubblica Ceca con il Prague Golf Challenge dal 7 al 10 maggio.
LA VIGILIA - Si conclude con la Dimension Data Pro Am (13-16 febbraio) il trittico di gare in Sudafrica, che ha aperto la stagione del Challenge Tour, eventi organizzati in collaborazione con il Sunshine Tour. Il torneo si disputa con formula pro am (un pro e un dilettante) al Fancourt Golf Estate, sui tre percorsi del Montagu Course, dell’Outeniqua Course e del The Links Course, tutti disegnati dall’icona del golf sudafricano Gary Player, a George. In gara 180 concorrenti, che si alterneranno sui tre tracciati con taglio dopo 54 buche.
Due gli azzurri in gara, Lorenzo Scalise e Aron Zemmer, che sono andati a premio in entrambe le gare precedenti, anche se non sono stati molto regolari nei loro score, cosa peraltro abbastanza nella norma a inizio stagione un po’ per tutti. Sono ovviamente in maggioranza i giocatori di casa tra i quali calamiterà sicuramente l’attenzione di tutti gli spettatori il grande campione Ernie Els, anche se gli sarà difficile competere per il titolo, cosa che invece potranno fare molti dei suoi connazionali tra i quali citiamo Brandon Stone, Richard Sterne, JC Ritchie, vincitore del Limpopo Championship, George Coetzee, Jaco Ahlers, Dean Burmester, Thriston Lawrence, Jbe Kruger, Jaco Van Zyl e Jacques Kruyswijk. Da seguire anche lo scozzese Doug McGuigan, il greco Peter Karmis, e lo svedese Philip Eriksson, campione in carica, che hanno la ‘carta’ per il Sunshine Tour. Tra gli “stranieri” in campo, tra gli altri, l’inglese Ross McGowan, l’olandese Daan Huizing, il tedesco Marcel Schneider, l’irlandese Gavin Moynihan, il norvegese Eirik Tage Johansen, lo scozzese Ewen Ferguson e lo svedese Anton Karlsson, a segno la scorsa settimana nel RAM Cape Town Open. Il montepremi è di 400.000 dollari (circa 365.000 euro).
Dopo la Dimension Data Pro Am vi sarà un lungo stop e il secondo circuito continentale riprenderà nella Repubblica Ceca con il Prague Golf Challenge dal 7 al 10 maggio.
Adam Scott ha prevalso con 273 (72 64 67 70, -11) colpi nel 94° Genesis Invitational (PGA Tour) dopo una volata finale in cui praticamente tutti i favoriti, compreso lo stesso vincitore, hanno accusato difficoltà lasciando incertezza sul risultato fino alla 17ª buca, quando l’australiano ha messo a segno il birdie decisivo. Ha fatto, però, notizia anche la deficitaria prestazione di Tiger Woods, atteso alla vittoria n. 83, e che invece è terminato 68° e ultimo con 295 (+11).
Sul percorso del Riviera Country Club (par 71), a Pacific Palisades in California, dove è uscito al taglio dopo 36 buche Francesco Molinari, 117° con 150 (75 75, +8), si sono subito persi Matt Kuchar e Rory McIlroy, leader con Scott dopo tre turni, con quest’ultimo che in realtà ha rischiato la stessa sorte (bogey e doppio bogey), ma con il merito di essere subito uscito fuori dal pantano in cui stava cacciandosi. Kuchar ha recuperato nel finale la seconda posizione (275, -9) condivisa con Scott Brown e con il coreano Sung Kang, mentre McIlroy ha occupato la quinta (276, -8) insieme a Bryson DeChambeau, Max Homa, Joel Dahmen e al giapponese Hideki Matsuyama.
McIlory ha comunque raggiunto l’obiettivo di base che si era proposto alla vigilia: consolidare la propria leadership mondiale, riconquistata la scorsa settimana dopo oltre quattro anni. Aveva solo 31 millesimi di punto di vantaggio su Brooks Koepka, che ora si sono dilatati a quasi mezzo punto, perché lo statunitense, ancora lontano dalla condizione migliore dopo lo stop per l’infortunio al ginocchio, è finito 43° (284, par). Altri e bassi di Dustin Johnson, decimo con 277 (-7), mai in corsa per il titolo, che lo avrebbe portato sul trono mondiale Jon Rahm, 17° con 279 (-5), e deludenti J.B. Holmes, 51° con 286 (+2), campione uscente, e Jordan Spieth, 59° con 288 (+4).
Tiger Woods, dopo un discreto inizio, è crollato negli ultimi due giri con un 76 (+5) e un 77 (+6, un eagle, un birdie, sette bogey, un doppio bogey) confermando il suo scarso feeling con il Riviera CC dove non ha mai vinto in 14 apparizioni. Nella sua prova anche 117 putt: aveva fatto peggio solo nel 2000 (118).
Adam Scott, 39enne di Adelaide, ha portato a 14 i titoli sul PGA Tour, comprensivi di un major e di due WGC, per un palmarès che comprende, al netto di major e WGC, anche otto successi nell’European Tour, due nell’Asian Tour e quattro nel PGA of Australia. E’ salito dal 14° al settimo posto nel World Ranking e ha ricevuto un assegno di 1.674.000 dollari su un montepremi di 9.300.000 dollari per un evento che ha ricevuto lo status di “elevato” del circuito come il Memorial Tournament e l’Arnold Palmer Invitational.
TERZO GIRO - E’ rimasto al vertice del 94° Genesis Invitational (PGA Tour) Matt Kuchar, che ha frenato con un 70 (-1), ma lo score di 203 (64 69 70, -10) colpi non gli è stato sufficiente per evitare l’aggancio di Rory McIlroy (68 67 68) e di Adam Scott (72 64 67), in una giornata in cui ha ceduto Tiger Woods, 63° con 218 (+5), penalizzato da un 76 (+5).
Sul percorso del Riviera Country Club (par 71), a Pacific Palisades in California, dove è uscito al taglio dopo 36 buche Francesco Molinari, 117° con 150 (75 75, +8), McIlroy con la sua prestazione tende a mettere al sicuro la leadership mondiale ritrovata la scorsa settimana dopo oltre quattro anni, e soprattutto a cancellare i poco rassicuranti 31 millesimi di punto che lo separano da Brooks Koepka, numero due e in palese difficoltà (28° con 210, -3), e allargare il divario. L’altro avversario che potrebbe farlo scendere dal trono mondiale è Jon Rahm, stabile all’11° posto con 207 (-6), il quale però ha bisogno di un successo. La matematica non nega speranze allo spagnolo, ma la differenza di rendimento sul campo rispetto al nordirlandese gli concede chances molto limitate.
Oltre al trio di testa saranno in corsa per il titolo anche Harold Varner III e Russell Henley, quarti con 204 (-9), Dustin Johnson e Joel Dahmen, sesti con 205 (-8), Max Homa, Talor Gooch e Sung Kang, ottavi con 206 (-7). Deludenti Jordan Spieth e Justin Rose, 46.i con 212 (-1), e J.B. Holmes, che difendeva il titolo, 57° con 214 (+1), stesso score di Steve Stricker, capitano statunitense della prossima Ryder Cup (25-27 settembre, Wisconsin), giunto alla 500ª gara sul tour.
Tiger Woods, partito dalla buca 10, è andato subito in affanno con un bogey e un doppio bogey alla 13ª dove ha preso quattro putt per la 14ª volta in carriera, la seconda quest’anno, doppia disavventura nella stessa stagione che aveva subito una sola volta nel 1998. Altri due bogey prima del giro di boa per un parziale di 41 (+5) a metà tracciato, poi il tentativo di recupero con due birdie di fila annullato da due bogey a chiudere.
Il montepremi è di 9.300.000 dollari per un evento che ha ricevuto lo status di “elevato” del circuito come il Memorial Tournament e l’Arnold Palmer Invitational.
SECONDO GIRO - La corsa di testa di Matt Kuchar (133 - 64 69, -9), l’impennata di Rory McIlroy, secondo con 135 (-7) il cedimento di Tiger Woods, 45° con 142 (par) e l’uscita al taglio di Francesco Molinari, 117° con 150 (75 75, +8), hanno caratterizzato la seconda giornata del 94° Genesis Invitational (PGA Tour), che si sta svolgendo sul percorso del Riviera Country Club (par 71), a Pacific Palisades in California.
Kuchar, 41enne di Winter Park (Florida) con nove successi sul circuito, ha rallentato con un parziale di 69 (-2, quattro birdie, due bogey), ma ha contenuto il ritorno di Rory McIlroy (67, -4 di giornata), affiancato da Harold Varner III e da Wyndham Clark, che sta mettendo al sicuro la propria posizione di vertice nel world ranking. Infatti dei due avversari che potevano sorpassarlo Brooks Koepka, numero 2, è scivolato al 45° posto alla pari con Tiger Woods e con Jordan Spieth, e Jon Rahm, numero 3, che per salire sul trono ha bisogno di un successo, è 11° con 138 (-4). Sono alla pari con lo spagnolo Dustin Johnson, Justin Rose, Bryson DeChambeau e J.B. Holmes, campione in carica. Si è invece proposto per la vittoria Adam Scott, risalito dalla 65ª alla quinta piazza con 136 (-6), grazie a un 64 (-7, sette birdie) miglior punteggio del turno. Sono a metà graduatoria Patrick Cantlay e Sergio Garcia, 26.i con 140 (-2), e in bassa Steve Stricker, capitano statunitense della prossima Ryder Cup (25-27 settembre, Wisconsin), giunto alla 500ª gara sul tour, 57° con 143 (+1), ultimo score utile per superare il taglio. Out Justin Thomas (145, +3) e Phil Mickelson (146, +4).
Partito dalla buca 10, Tiger Woods aveva iniziato con un birdie, ma poco dopo un doppio bogey ha annunciato una giornata difficile che è proseguita con altri due birdie e terminata con tre bogey per il 73 (+2), primo suo score sul giro sopra par nella stagione 2019-2020.
Francesco Molinari ha replicato il 75 (+4) iniziale. Al via dalla buca 10, ha tenuto il par sulle prime quattro (due birdie due bogey), poi le cose sono precipitate con un solo altro birdie e cinque bogey per la terza uscita anticipata in altrettanti tornei nel 2020. Il montepremi è di 9.300.000 dollari per un evento che ha ricevuto lo status di “elevato” del circuito come il Memorial Tournament e
PRIMO GIRO - Matt Kuchar, in grande spolvero e leader con 64 (-7) colpi, è stato il protagonista del primo giro nel 94° Genesis Invitational (PGA Tour), dove Francesco Molinari, 108° con 75 (+4), ha invece incontrato parecchie difficoltà. Sul percorso del Riviera Country Club (par 71), a Pacific Palisades in California, Kuchar, 41enne di Winter Park (Florida) con nove successi sul circuito, ha segnato sette birdie, senza bogey, scavando un solco di tre colpi con i primi inseguitori, Russell Henley, Wyndham Clark, Adam Schenk, Harold Varner III e il coreano Kyoung-Hoon Lee (67, -4).
Sono in alta classifica i giocatori più attesi a iniziare da Rory McIlroy, appena tornato leader mondiale, settimo con 68 (-3), che ha messo nel suo score due eagle, cosa che in un solo turno gli era riuscita solamente altre quattro volte sul PGA Tour in 595 round. Con questa posizione al momento difende il trono, perché i suoi diretti avversari sono dietro, anche se di poco. Brooks Koepka, numero 2, è 17° con 69 (-2) stesso score di Tiger Woods, abbastanza tonico anche se con qualche sbavatura nel finale (due bogey dopo un eagle e due birdie), di Justin Rose e di J.B. Holmes che difende il titolo, mentre Jon Rahm, numero 3, che per arrivare in cima al world ranking deve vincere, è 33° con 70 (-1).
A metà classifica, 65.i con 72 (+1) Dustin Johnson, Phil Mickelson, Jordan Spieth e Steve Stricker, capitano statunitense della prossima Ryder Cup (25-27 settembre, Wisconsin), giunto alla 500ª gara sul tour. Due colpi in più per Justin Thomas, 97° con 74 (+3).
Francesco Molinari ha iniziato con una andatura altalenante comunque mantenendosi in par per undici buche (tre birdie, tre bogey), poi l’improvviso cedimento con quattro bogey nelle ultime sette buche.
Dal PGA Tour nuovo omaggio a Kobe Bryant. Gli è stata dedicata la buca 8, uno dei due numeri, insieme al 24, utilizzati del campione da poco scomparso, tinteggiata di giallo e viola, i colori dei Lakers.
Il montepremi è di 9.300.000 dollari per un evento che ha ricevuto lo status di “elevato” del circuito come il Memorial Tournament e l’Arnold Palmer Invitational.
LA VIGILIA - Field delle grandi occasioni per il 94° Genesis Invitational, che ha avuto sempre il suo fascino nel calendario del PGA Tour quest’anno accresciuto da un montepremi che ha fatto un balzo di 1.900.000 dollari per salire a 9.300.000 dollari e da motivi sportivi di rilievo. Tengono banco la lotta a tre per la leadership mondiale tra Rory McIlroy, Brooks Koepka e Jon Rahm, la determinazione di Tiger Woods, ambasciatore del torneo, per conquistare l’83° successo, che sarebbe record assoluto sul circuito, e, in chiave azzurra, l’attesa per la prova di Francesco Molinari, dopo le prime due gare del 2020 poco felici.
Sul percorso del Riviera Country Club, a Pacific Palisades in California (13-16 febbraio), dove la gara approderà per la 58ª volta, McIlroy, tornato la scorsa settimana dopo oltre quattro anni in cima al World ranking pur senza aver giocato, dovrà difendersi dall’attacco di Koepka, deciso a risalire sul trono sospinto anche dalla differenza di appena 31 millesimi di punto. Terzo incomodo Rahm, che deve però vincere, impresa affatto facile in un contesto in cui vi sono dodici tra i primi 15 della classifica mondiale.
Woods, attuale numero 8, guarda al ranking in prospettiva Olimpiadi, ma nell’immediato non vede l’ora di arrivare a 83 titoli e distaccare Sam Snead con cui condivide il primato di 82. Al Riviera CC, il campo dove ancora dilettante ha disputato la prima gara in assoluto tra i pro nel 1992 (Nissan Los Angeles Open) uscendo al taglio, Woods non si è mai imposto nelle altre 12 apparizioni. Tradizione negativa, ma potrebbe avere dalla sua la legge dei grandi numeri.
Francesco Molinari ha iniziato l’anno con due tagli, cose che capitano dopo la pausa invernale e del resto nessuno dei campioni in realtà al momento è al top. Generalmente in questa fase il punto di riferimento è il Masters di aprile dove si cerca di arrivare al massimo della condizione con una crescita progressiva. Il torinese, dopo American Express e Farmers Insurance, si è preso giustamente una breve pausa, per riordinare gioco e idee, ed è presumibile il suo cambio di passo.
Tanti gli altri possibili protagonisti tra i quali ricordiamo Justin Thomas, Dustin Johnson, Patrick Cantlay, Xander Schauffele e Justin Rose, tutti nella top ten mondiale. E ancora Tony Finau, Patrick Reed e l’altalenante Adam Scott. Si attendono cenni di ripresa da Jordan Spieth, mentre appare piuttosto arduo il compito di J.B. Holmes, che difende il titolo. Saranno in gara 120 giocatori (contro i 144 della passata edizione) per un evento che ha ricevuto lo status di “elevato” del circuito come il Memorial Tournament e l’Arnold Palmer Invitational.
Omaggio a Kobe Bryant - Anche in questa ocasione il PGA Tour ricorderà Kobe Bryant. La buca 8 (uno dei due numeri usati in carriera dal grande campione da poco scomparso, insieme al 24) sarà a lui dedicata e avrà i colori giallo e viola dei Lakers.
Il torneo su GOLFTV – Il Genesis Invitational viene trasmesso in diretta e in esclusiva su GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it) con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 13 febbraio e venerdì 14, dalle ore 20 alle ore 24; sabato 15, dalle ore 19 alle ore 24; domenica 16, dalle ore 19 alle ore 0,30. Commento di Alessandro Bellicini, Nicola Pomponi e di Matteo Del Podio,
E’ stato a riposo, ma è bastato lo stesso a Rory McIlroy per tornare al vertice mondiale (punti 9,19) a distanza di oltre quattro anni dal settembre del 2015 quando aveva lasciato il trono assommando 95 settimane di regno. Ha superato Brooks Koepka (p. 9,15), che tuttavia in questo ultimo periodo non ha avuto amica la fortuna avendo dovuto smaltire i postumi di un infortunio al ginocchio, che l’ha tenuto lontano dai campi per qualche mese e che ancora non riesce a ritrovare i ritmi giusti. McIlroy ha la possibilità di sopravanzare a breve Nick Faldo, che è stato al vertice per 98 settimane, il terzo nella classifica apposita, dove per ora sono fuori portata il secondo, Greg Norman (331), e il primo, Tiger Woods (683), che sembra destinato a rimanere lassù per un tempo piuttosto lungo, ammesso che sia raggiungibile.
Situazione comunque molto aleatoria perché tre centesimi di punto non sono facilmente difendibili nel prossimo Genesis Invitational (13-16 febbraio) dove giocheranno sia McIlroy che Koepka e dove sarà in corsa per la leadership mondiale anche Jon Rahm, terzo con p. 8,67.
In classifica hanno mantenuto la posizione Justin Thomas (p. 7,63) e Dustin Johnson (p. 6,91), quarto e quinto, mentre Patrick Cantlay sesto (p. 6,13), ha scambiato il posto con Tiger Woods, ora ottavo (p. 6,05). Ha perso ancora terreno Francesco Molinari, da 22° a 24° con p. 3,91, e rimasto stabile Andrea Pavan, 87° con p. 1,64, e sono oltre i top 100 Francesco Laporta, 125° con p. 1,26, e Guido Migliozzi, 130° con p. 1,24.
Enrico Di Nitto ha ottenuto un buon 19° posto con 283 (71 69 68 75, -5) colpi nel RAM Cape Town Open, torneo organizzato in collaborazione tra Challenge Tour e Sunshine Tour, che si è concluso sul percorso del Royal Cape GC (par 72), a Città del Capo in Sudafrica, dove ha vinto lo svedese Anton Karlsson con 274 (72 69 64 69, -14). Nella parte centrale della classifica Aron Zemmer, 27° con 284 (69 65 76 74, -4), e Lorenzo Scalise, 42° con 286 (70 72 69 75, -2), e in bassa Federico Maccario, 63° con 290 (72 71 71 76, +2).
Anton Karlsson, 26enne di Uppsala, ha firmato il primo titolo sul secondo circuito continentale, rimontando dal terzo posto con un parziale di 69 (-3) maturato con sei birdie e tre bogey, dei quali due a inizio giro. Alle sue spalle il sudafricano Garrick Higgo (275, -13) e l’inglese Toby Tree (278, -10). In quarta posizione con 279 (-9) il francese Damien Perrier e gli inglesi Jordan Wrisdale e Harry Ellis e in settima con 280 (-8) il tedesco John Allen, l’inglese Mitch Waite e il sudafricano Daniel Van Tonder, che ha ceduto vistosamente con un 78 (+6), dopo essere stato al vertice per tre turni. E’ uscito al taglio Philip Geerts, 89° con 145 (76 69, +1). Nei primi due turni i concorrenti si sono alternati anche sul King David Mowbray GC (par 72).
TERZO GIRO - Enrico Di Nitto ha rimontato dal 14° al decimo posto con 208 (71 69 68, -8) nel terzo giro del RAM Cape Town Open, torneo organizzato in collaborazione tra Challenge Tour e Sunshine Tour, che termina sulla disputa del quarto sul percorso del Royal Cape GC (par 72), a Città del Capo in Sudafrica, dove è continuata la corsa di testa del sudafricano Daniel Van Tonder (202 – 66 67 69, -14). Ha ceduto Aron Zemmer, 20° con 210 (69 65 76, -6), ha guadagnato dieci posizioni Lorenzo Scalise, 29° con 211 (70 72 68, -5), ed è rimasto stabile Federico Maccario, 52° con 214 (72 71 71, -2).
Daniel Van Tonder, 28enne di Sasolbarg con tre titoli sul Sunshine Tour, ha segnato sei birdie e tre bogey per il parziale di 69 (-3) prendendo due colpi di vantaggio sul connazionale Luke Jerling (204, -12). In terza posizione con 205 (-11) lo svedese Anton Karlsson e in quarta con 206 (-10) l’altro sudafricano JC Ritchie, vincitore la scorsa settimana del Limpopo Championship. Hanno qualche chance di competere per il successo anche gli inglesi Toby Tree e Harry Ellis, il francese Damien Perrier, lo scozzese Daniel Young e il sudafricano Wilco Nienaber quinti con 207 (-9).
Di Nitto ha messo a segno cinque birdie e un bogey per il 68 (-4), Zemmer è sceso dalla seconda posizione con un 76 (+4, due birdie, quattro bogey, un doppio bogey), Scalise ha siglato un parziale di 69 (-3) con sei birdie e tre bogey e Federico Maccario si è espresso con un 71 (-1, sei birdie, cinque bogey). E’ uscito al taglio Philip Geerts, 89° con 145 (76 69, +1). Nel primi due turni i concorrenti si sono alternati anche sul King David Mowbray GC (par 72). Il montepremi è di 250.000 dollari (circa 225.000 euro).
SECONDO GIRO - Aron Zemmer è salito dal quinto al secondo posto con 134 (69 65, -10) colpi portandosi a una sola lunghezza dal leader, il sudafricano Daniel Van Tonder (133 - 66 67, -11), nel RAM Cape Town Open, che si sta svolgendo sui due percorsi del Royal Cape GC e del King David Mowbray GC (entrambi par 72), a Città del Capo in Sudafrica.
E’ rimasto in alta classifica Enrico Di Nitto, da 19° a 14° con 140 (71 69, -4), e hanno perso posizioni Lorenzo Scalise, 39° con 142 (70 72, -2), e Federico Maccario, 51° con 143 (72 71, -1). E’ uscito al taglio Philip Geerts, 89° con 145 (76 69, +1).
Seguono i due battistrada l’inglese Mitch White, terzo con 135 (-9), l’altro inglese Toby Tree e il sudafricano JC Ritchie, vincitore la scorsa settimana del Limpopo Championship, quarti con 136 (-8).
Daniel Van Tonder ha mantenuto la leadership con un 67 (-5) sul Royal Cape GC dovuto a cinque birdie e sulla 36 buche non ha segnato bogey. Anche per Aron Zemmer nessun errore e sette birdie per il 65 (-5) sul medesimo campo, miglior score di giornata. Senpre sul Royal Cape GC hanno assommato 69 (-3) colpi Enrico Di Nitto con tre birdie e Philip Geerts, che ha tentato generosamente di evitare l’uscita con cinque birdie e due bogey, e ne realizzati 71 (-1) Federico Maccario con cinque birdie, due bogey e un doppio bogey. Lorenzo Scalise ha girato nel 72 del par sul King David Mowbray GC con cinque birdie e cinque bogey. Il montepremi è di 250.000 dollari (circa 225.000 euro).
PRIMO GIRO - Due italiani tra i top ten, Aron Zemmer, quinto con 69 (-3) colpi, e Lorenzo Scalise, ottavo con 70 (-2), dopo la prima giornata del RAM Cape Town Open, che si sta svolgendo sui due percorsi del Royal Cape GC e del King David Mowbray GC (entrambi par 72), a Città del Capo in Sudafrica, con la partecipazione di 204 concorrenti, e dove ha preso il comando con 66 (-5) il sudafricano Daniel Van Tonder. Sono in buona posizione anche Enrico Di Nitto, 19° con 71 (-1), e Federico Maccario, 33° con 72 (par), mentre è oltre la linea del taglio Philip Geerts, 131° con 76 (+4).
Daniel Van Tonder, anche la scorsa settimana leader dopo il turno d’apertura del Limpopo Championship, ha realizzato un eagle e quattro birdie sul tracciato del King David Mowbray GC dove si sono esibiti i primi sette in graduatoria, prendendo due colpi di margine sull’inglese Toby Tree (67, -5). Al terzo posto con 68 (-4) il francese Damien Perrier e il sudafricano JC Ritchie, che il Limpopo Championship lo ha vinto, mentre affiancano Zemmer i due inglesi Harry Ellis e Mitch Waite.
Zemmer ha realizzato quattro birdie e un bogey e Scalise sul Royal Cape GC un eagle, tre birdie e tre bogey. Hanno giocato sul King David Mowbray GC gli altri tre italiani: Enrico Di Nitto ha segnato tre birdie e un doppio bogey, Federico Maccario tre birdie e altrettanti bogey e Geerts un birdie e cinque bogey. Il montepremi è di 250.000 dollari (circa 225.000 euro).
LA VIGILIA - Secondo torneo del Challenge Tour e del trittico che apre la stagione in Sudafrica in collaborazione con il Sunshine Tour. Sui due percorsi del Royal Cape GC e del King David Mowbray GC, a Città del Capo, si disputa il RAM Cape Town Open, con la partecipazione di 204 concorrenti tra i quali cinque italiani: Federico Maccario, Aron Zemmer, Philip Geerts, Enrico Di Nitto e Lorenzo Scalise.
Sono in numero rilevante i giocatori di casa, che hanno già dominato nella prima gara e che avranno nuovamente il ruolo di favoriti. In particolare i più gettonati sono JC Ritchie, reduce dal successo della scorsa settimana nel Limpopo Championship, Zander Lombard, Jaco Ahlers, Brandon Stone, Daniel Van Tonder, Jaques Kruyswijk, Hennie Otto, vincitore di due Open d’Italia (2008-2014), Thriston Lawrence, Garth Mulroy, Jbe Kruger, Jaco Van Zyl e Justin Walters. Tra gli ‘stranieri’ meritano attenzione lo scozzese Ewen Ferguson, i tedeschi Marcel Siem e Bernd Ritthammer, il giovane danese Nicolai Hojgaard, lo svedese Oscar Lengden, l’inglese Matthew Baldwin, l’austriaco Martin Wiegele e il greco Peter Karmis, che ha la ‘carta’ per il Sunshine Tour come Geerts.
Migliorare il proprio rendimento è l’obiettivo di Zemmer, Scalise e Maccario andati a premio nel Limpopo Championship, mentre Geerts e Di Nitto dovranno riscattarsi dopo il taglio subito. Il montepremi è di 250.000 dollari (circa 225.000 euro).
Il canadese Nick Taylor ha vinto con 268 (63 66 69 70, -19) colpi, dopo una corsa di testa, l’AT&T Pebble Beach Pro-Am (PGA Tour) svoltosi con formula Pro Am (un pro e un dilettante) sui tre percorsi del Pebble Beach GL (par 72), dello Spyglass Hill GC (par 72) e del Monterey Peninsula CC (par 71), a Pebble Beach, in California. Ha superato Kevin Streelman (272, -15) e Phil MIcelson (273, -14).
Sul tracciato del Pebble Beach GL, dove si è disputato il giro finale, Nick Taylor, nativo di Winnipeg, 32 anni ad aprile, ha avuto notevoli alti e bassi, ma il cammino altalenante con un eagle, cinque birdie, tre bogey e un doppio bogey per il 70 (-2) lo ha comunque condotto al secondo titolo sul circuito dopo quello ottenuto a novembre 2014 (Sanderson Farms), divenendo il sesto canadese plurivittorioso dei 15 che si sono imposti sul PGA Tour. Per lui un assegno di 1.404.000 dollari su un montepremi di 7.800.000 dollari.
Taylor ha anche approfittato della defaillance di Phil Mickelson, vincitore per cinque volte dell’evento, che dopo tre birdie nelle prime sei buche ha perso cinque colpi nelle successive (un birdie, quattro bogey, un doppio bogey) per il 74 (+2). Il mancino di San Diego ha portato comunque a trenta consecutive le stagioni in cui ha siglato almeno una top ten, terzo in questa speciale graduatoria preceduto da Sam Snead (34) e da Raymond Floyd (32).
Mickelson ha ceduto nelle ultime battute il secondo posto a Kevin Streelman, che ha conquistato il successo nella gara a squadre insieme a Larry Fitzgerald (254, -33). I due avevano già vinto nel 2018.
In quarta posizione con 276 (-11) l’australiano Jason Day e in quinta con 278 (-9) Maverick McNealy, Daniel Berger, l’australiano Matt Jones e il sudafricano Charl Schwartzel.
E’ risalito dal 55° al nono posto con 279 (-8) Jordan Spieth, autore con 67 (-5) del miglior score di giornata e almeno per un giorno all’altezza delle sue qualità. Con tale risultato è rientrato tra i top 50 del world ranking (49°), dove il nuovo leader è Rory McIlroy, e potrà giocare a Città del Messico il prossimo WGC Mexico Championship (20-23 febbraio), primo dei quattro tornei stagionali del World Golf Championships.
TERZO GIRO - Il canadese Nick Taylor, leader con 198 (63 66 69, -17), ha continuato la sua corsa di testa nell’AT&T Pebble Beach Pro-Am (PGA Tour) che si sta svolgendo con formula Pro Am (un pro e un dilettante) sui tre percorsi del Pebble Beach GL (par 72), dello Spyglass Hill GC (par 72) e del Monterey Peninsula CC (par 71), a Pebble Beach, in California, con ultimo giro che avrà luogo sul Pebble Beach GL.
E’ salito al secondo posto con 199 (-16) Phil Mickelson, campione in carica e vincitore del torneo per cinque volte, la prima nel 1998, che ha superato l’australiano Jason Day, ora terzo con 201 (-14). Il trio, salvo sorprese, sembra destinato a giocarsi il titolo, poiché sono abbastanza lontani Matt Every e Kevin Streelman, quarti con 204 (-11), Peter Malnati, sesto con 205 (-10), e i cinque concorrenti al settimo posto con 206 (-9) tra i quali Dustin Johnson, numero cinque mondiale. Non sta brillando, ma almeno ha evitato il taglio Jordan Spieth, 55° con 212 (-3).
Nick Taylor, 31enne di Winnipeg con un successo nel circuito, ha segnato un eagle, tre birdie e due bogey per il parziale di 69 (-3) sullo Spyglass Hill GC e Phil Mickelson gli ha recuperato due colpi con un 67 (-5, sei birdie, un bogey) sul Pebble Beach GL.
Nella gara a squadre Kevin Streelman/Larry Fitzgerald, vincitori nel 2018, sono al comando con 188 (-27), davanti a Phil Mickelson/Steve Young (189, -26). Il montepremi è di 7.800.000 dollari.
SECONDO GIRO - Il canadese Nick Taylor ha mantenuto la leadership con “meno 14” nell’AT&T Pebble Beach Pro-Am (PGA Tour) che si sta svolgendo con formula Pro Am (un pro e un dilettante) sui tre percorsi del Pebble Beach GL (par 72), dello Spyglass Hill GC (par 72) e del Monterey Peninsula CC (par 71), a Pebble Beach in California con taglio dopo 54 delle 72 buche in programma. La classifica fa riferimento al par essendo differenti quelli dei tre campi.
Sono risaliti tre big, che sono tra i favoriti: l’australiano Jason Day, da 12° a secondo con “-12”, dopo un 64 (-8 PB), Phil Mickelson, campione in carica e a segno cinque volte in questo evento, da 12° a terzo con “-11”, anch’egli con un 64 (-7) maturato sul Monterey Peninsula CC, e Dustin Johnson, numero cinque mondiale, da 24° a sesto con “-9” grazie a un 65 (-6) sullo stesso tracciato, suo miglior score dopo il 63 che aveva segnato nel corso del Northern Trust del 2019. Sono in quarta posizione con “-10” Chris Baker e il sudafricano Charl Schwartzel, mentre Dustin Johnson è affiancato da Scott Piercy e Patrick Cantlay è scivolato dalla seconda all’ottava piazza con “-8”. Nuovamente in panne Jordan Spieth, 66° con “-2”.
Nick Taylor, 31enne di Winnipeg con un successo nel circuito, ha realizzato sette biordie e un bogey per il 66 (-6) sull Pebble Beach GL.
Nella gara a squadre Kevin Streelman/Larry Fitzgerald (-19), vincitori nel 2018, sono stati raggiunti al vePRIMO GIRO - Il canadese Nick Taylor è il leader con “meno 8” dell’AT&T Pebble Beach Pro-Am (PGA Tour) che si sta svolgendo con formula Pro Am (un pro e un dilettante) sui tre percorsi del Pebble Beach GL (par 72), dello Spyglass Hill GC (par 72) e del Monterey Peninsula CC (par 71), a Pebble Beach in California con taglio dopo 54 delle 72 buche in programma. La classifica fa riferimento al par essendo differenti quelli dei tre campi.
Taylor, 31enne di Winnipeg con un successo nel circuito, ha realizzato un eagle e sei birdie per il 63 sul Monterrery Peninsula CC distaccando di tre colpi Patrick Cantlay (66 SH) e Chase Seiffert (66 PB) secondi con “meno 6”. In quarta posizione con “meno 5” otto concorrenti tra i quali Robert Streb (67 PB), Max Homa (67 SH) e Harry Higgs (66 MP). Sono subito dietro, 12.i con “meno 4”, l’australiano Jason Day (67 MP) e Phil Mickelson (68 SH), campione in carica e vincitore dell’evento per cinque volte, la prima nel 1998. Al 24° posto con “meno 3” Dustin Johnson (69 SH), numero cinque mondiale, e al 44° con “meno 2” Jordan Spieth (70 SH). Nella gara a squadre conducono cnevin Streelman/Larry Fitzgerald (61 SH). Il montepremi è di 7.800.000 dollari.
LA VIGILIA - Phil Mickelson difende il titolo, il 44° sul PGA Tour e per ora l’ultimo conquistato, nell’AT&T Pebble Beach Pro-Am (6-9 febbraio), che ha già vinto per cinque volte a iniziare dal 1998. È una delle gare più attese del calendario che si disputa con formula Pro Am (un pro e un dilettante) sui tre percorsi del Pebble Beach GL, dello Spyglass Hill GC e del Monterey Peninsula CC, a Pebble Beach in California con taglio dopo 54 delle 72 buche in programma.
Dustin Johnson, numero cinque mondiale, è il favorito d’obbligo anche se non sembra al top della condizione, peraltro giustificabile in questa fase della stagione, in un contesto che comprende Matt Kuchar, Jim Furyk, l’australiano Jason Day, gli inglesi Paul Casey e Matthew Fitzpatrick, il sudafricano Branden Grace, l’emergente norvegese Viktor Hovland e il nordirlandese Graeme McDowell vincitore domenica scorsa sull’European Tour del Saudi International.
E ancora da seguire il 27enne di Long Beach Patrick Cantlay, che ha giocato a Pebble Beach per la prima volta all'età di 12 anni insieme al padre, e Jordan Spieth, uscito al taglio la passata settimana nel Phoenix Open e che non riesce a risolvere i problemi di gioco per i quali è uscito dai top 50 del world ranking (55°) dopo essere stato numero uno.
Tra i dilettanti numerose le celebrità quali Chris O'Donnell, Bill Murray, Alfonso Ribeiro e campioni (ed ex) della NFL come Tony Romo, Peyton Manning, Larry Fitzgerald e Aaron Rodgers. Il montepremi è di 7.800.000 dollari.
Il torneo su GOLFTV – L’AT&T Pebble Beach Pro-Am viene trasmesso in diretta e in esclusiva su GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it) con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 6 febbraio e venerdì 7, dalle ore 21 alle ore 24; sabato 8, dalle ore 19 alle ore 24; domenica 9, dalle ore 19 alle ore 0,30. Commento di Nicola Pomponi, Alessandro Bellicini e di Isabella Calogero.
L’australiano Min Woo Lee ha vinto con 269 (66 67 68 68, -19) colpi l’ISPS Handa Vic Open, torneo organizzato in collaborazione tra European Tour e PGA of Australia, disputato sui due percorsi del 13th Beach Golf Links (Beach Course, Creek Course, entrambi par 72), a Barwon Heads in Australia, in contemporanea sugli stessi campi con l’equivalente gara femminile sotto le sigle di LPGA Tour e ALPG Tour.
Min Woo Lee, 21enne fratello minore di Minjee Lee, numero nove mondiale e sesta nella gara femminile, ha concluso la sua corsa con un 68 (-4, cinque birdie, un bogey), ottenuto sul Beach Course, dove si sono svolti gli ultimi due turni. e in tal modo ha contenuto il ritorno del neozelandese Ryan Fox, secondo con 271 (-17), e rimasto corto di due colpi dopo un gran 64 (-8, due eagle, quattro birdie) miglior score di giornata.
Con il primo successo sull’European Tour, che gli vale anche per il PGA of Australia e per il quale ha intascato un assegno di 162.915 euro su un montepremi di 970.000 euro, Min Woo Lee ha eguagliato la sorella Minjee, che si era imposta sulla stessa gara, versione proette, per due volte, nel 2014, quando era ancora dilettante, e nel 2018. Inoltre condividono un altro primato: hanno vinto entrambi l’US Junior Amateur, unico caso di due fratelli a segno nella storia del prestigioso evento giovanile.
“Sono orgoglioso della mia prestazione - ha detto Min Woo - e mi auguro che questo titolo sia il primo di una lunga serie”. E di rimando la sorella MInjee: “E’ stata una grande emozione vedere l’altra parte del mio cuore trionfare. Una vittoria assolutamente meritata”.
Si sono classificati al terzo posto con 274 (-14) gli australiani Marcus Fraser e Travis Smyth insieme al francese Robin Sciot-Siegrist, in vetta dopo due turni e rilevato nel terzo da Lee, e al sesto con 276 (-12) un altro giocatore di casa, Jake McLeod. Non hanno superato il taglio dopo 36 buche lo scozzese David Law, campione in carica, e l’atteso cinese Haotong Li, 73.i con 140 (-4). Assenti i giocatori italiani.
TERZO GIRO - L’australiano Min Woo Lee, leader con 201 (66 67 68,-15) colpi ha preso decisamente il largo nell’ISPS Handa Vic Open torneo, realizzato in collaborazione tra European Tour e PGA of Australia, si sta svolgendo sui due percorsi del 13th Beach Golf Links (Beach Course, Creek Course, entrambi par 72), a Barwon Heads in Australia, in contemporanea con l’equivalente gara femminile sotto le sigle di LPGA Tour e ALPG Tour,
Min Woo Lee, 21 anni, è il fratello di Minjee Lee, numero nove mondiale e impegnata nell’evento femminile, con la quale detiene un primato: hanno vinto entrambi l’US Junior Amateur, unico caso di due fratelli a segno nella storia del prestigioso torneo giovanile. Ha realizzato un 68 (-4) sul Beach Course, dove si è svolto il terzo turno, con un eagle, quattro birdie e due bogey, lasciando a tre lunghezze i connazionali Marcus Fraser e Travis Smyth (204, -12),
Al quarto posto con 206 (-10) altri tre giocatori di casa, Matthew Millar, Anthony Quayle e Ashley Hall e il francese Robin Sciot-Siegrist, leader a metà gara. È scivolato dal settimo al 29° con 210 (-6) o spagnolo Alejandro Cañizares, che era stato in vetta dopo un turno. Non hanno superato il taglio dopo 36 buche lo scozzese David Law, campione in carica, e l’atteso cinese Haotong Li, 73.i con 140 (-4). Il montepremi è di 970.000 euro.TERZXO
SECONDO GIRO - Cambio della guardia al vertice dell’ISPS Handa Vic Open dove si è portato con 130 (66 64, -14) colpi il francese Robin Sciot-Siegrist. Il torneo, realizzato in collaborazione tra European Tour e PGA of Australia, si sta svolgendo sui due percorsi del 13th Beach Golf Links (Beach Course, Creek Course, entrambi par 72), a Barwon Heads in Australia, in contemporanea con l’equivalente gara femminile sotto le sigle di LPGA Tour e ALPG Tour,
Robin Sciot-Siegrist, 26enne parigino salito sul circuito maggiore attraverso la Qualifying School (ottavo) e con un successo sul Challenge Tour, ha conquistato i due colpi di vantaggio sull’australiano Travis Smyth (132, -12) con un 64 (-8) sul Creek Course, fatto di otto birdie senza bogey. Al terzo posto con 133 (-11) altri quattro australiani, Matthew Griffin, il dilettante Jed Morgan, Jake McLeod, e Min Woo Lee, fratello di Minjee Lee, numero nove mondiale e impegnata nell’evento femminile (anche lei in zona titolo, sesta), con la quale detiene un primato: hanno vinto entrambi l’US Junior Amateur, unico caso di due fratelli a segno nella storia del prestigioso torneo giovanile.
E’ sceso in settima posizione con 134 (-10) lo spagnolo Alejandro Cañizares, leader dopo un turno, e non hanno superato il taglio lo scozzese David Law, campione in carica, e l’atteso cinese Haotong Li, 73.i con 140 (-4). Il montepremi è di 970.000 euro.
PRIMO GIRO - Lo spagnolo Alejandro Cañizares è al vertice con 63 (-9) colpi nell’ISPS Handa Vic Open, torneo realizzato in collaborazione tra European Tour e PGA of Australia che si sta svolgendo sui due percorsi del 13th Beach Golf Links (Beach Course, Creek Course, entrambi par 72), a Barwon Heads in Australia, in contemporanea con l’equivalente gara femminile sotto le sigle di LPGA Tour e ALPG Tour.
Cañizares, 37enne madrileno, due titoli in carriera e rientrato sul circuito con la terza piazza alla Qualifying School in novembre, ha segnato dieci birdie e un bogey sul tracciato del Creek Course con cui ha lasciato a due colpi quattro australiani: Matthew Griffin, Travis Smyth, Justin Warren e Jake McLeod. Si trovano tra i nove concorrenti al sesto posto con 66 (-6) il francese Robin Sciot-Siegrist, il canadese Aaron Cockerill e sei giocatori di casa tra i quali Min Woo Lee, fratello di Minjee Lee, numero nove mondiale e impegnata nell’evento femminile, con la quale detiene un primato: hanno vinto entrambi l’US Junior Amateur, unico caso di due fratelli a segno nella storia del prestigioso torneo giovanile.
E’ al 30° posto con 68 (-4) lo scozzese David Law, che difende l’unico titolo nel suo palmarès. Non sono in campo concorrenti italiani. Il montepremi è di 970.000 euro.
LA VIGILIA - L’European Tour è in Australia per la disputa dell’ISPS Handa Vic Open (6-9 febbraio), che si svolgerà in contemporanea con lo stesso evento nella versione al femminile sotto le sigle di LPGA Tour e ALPG Tour, sui due percorsi del 13th Beach Golf Links (Beach Course, Creek Course), a Barwon Heads, dove non saranno in gara giocatori italiani.
Difende l’unico titolo fino ad ora conquistato sul circuito continentale lo scozzese David Law, 29enne di Aberdeen, che nel tentativo concedere il bis avrà soprattutto la forte concorrenza dei giocatori di casa, che sono ben 92, tra i quali si fanno preferire Lucas Herbert, recente vincitore del Dubai Desert Classic, Wade Hormsby, Jason Scrivener, Marcus Fraser, Brett Rumford e Maverick Anticliff, dominatore del China Tour 2019 con tre successi e primo nella money list. Da non trascurare il neozelandese Ryan Fox, il cinese Haotong Li e il sudafricano Louis De Jager e da seguire l’australiano Min Woo Lee, fratello di Minjee Lee, numero nove mondiale e impegnata nella gara femminile, anche se è ben lungi ancora dall’emulare la sorella.
Il torneo è anche un’occasione per numerosi concorrenti saliti sul circuito attraverso il Challenge Tour o la Qualifying School quali l’inglese Matthew Jordan, il neozelandese Cormac Sharvin, l’olandese Darius Van Driel, il danese Benjamin Poke, il francese Robin Sciot-Siegrist, il finlandese Sami Valimaki e lo spagnolo Sebastian Garcia Rodriguez, cugino di Sergio Garcia. Il montepremi è di 970.000 euro.
Diretta su GOLFTV – L’ ISPS Handa Vic Open viene trasmesso in diretta e in esclusiva su GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it) con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 6 febbraio e venerdì 7, dalle ore 5 alle ore 8; sabato 8, dalle ore 3,30 alle ore 9; domenica 9, dalle ore 2,30 alle ore 8. Eurosport 2: giovedì 6 febbraio e venerdì 7, diretta agli stessi orari: sabato 8 e domenica 9, differita dalle ore 23 alle ore 1. Commento di Maurizio Trezzi, Giovanni Magni e di Federico Colombo.
La coreana Hee Young Park, 33enne di Seoul, ha ottenuto il terzo titolo sul LPGA Tour imponendosi con 281 (68 68 72 73, -8) colpi nell’ISPS Handa Vic Open, terzo torneo stagionale del LPGA Tour, realizzato in collaborazione con l’ALPG Tour, e disputato al 13th Beach Golf Links dove le concorrenti hanno disputato tre dei quattro giri sul Beach Course (par 72) e uno dei primi due sul Creek Course (par 73), a Barwon Heads in Australia.
Hee Young Park ha superato con un par alla quarta buca di spareggio le connazionali Hee-Jin Choi (69 68 75 69) e So Yeon Ryu (71 70 68 72), quest’ultima raggiunta sull’ultima buca da un birdie delle due avversarie. Al quarto posto con 282 (-7) l’irlandese Leona Maguire e la svedese Linnea Strom e al sesto con 283 (-6) tre australiane, Su Oh, Robyn Choi e Minjee Lee, numero nove mondiale, due volta a segno nel torneo (2014 da dilettante e 2018) e sorella di Min Woo Lee, che ha vinto l’equivalente torneo maschile che si è giocato in contemporanea sugli stessi campi.
Crollo verticale della coreana Ayean Cho, 16ª con 286 (-3), leader dopo tre turni, e della svedese Madelene Sagstrom, 20ª con 287 (-2), che la seguiva a un colpo, entrambe penalizzate da un 81 (+9). E’ uscita al taglio l’unica azzurra in gara, Giulia Molinaro, 95ª con 146 (74 72, +1).
TERZO GIRO - La coreana Ayean Cho (205 - 69 66 70, -12) ha sorpassato la svedese Madelene Sagstrom (206, -11) nell’ISPS Handa Vic Open, terzo torneo stagionale del LPGA Tour, realizzato in collaborazione con l’ALPG Tour, che si sta svolgendo sui due percorsi del 13th Beach Golf Links (Beach Course par 72, Creek Course par 73), a Barwon Heads in Australia, dove non ha superato il taglio l’unica azzurra in gara, Giulia Molinaro, 95ª con 146 (74 72, +1).
Saranno in corsa per il titolo nel turno conclusivo anche la canadese Alena Sharp, terza con 207 (-10), la coreana Hee Young Park, quarta con 208 (-9) l’altra coreana So Yeon Ryu e la taiwanese Pei-Ying Tsai, quinte con 209 (-8). Qualche chance anche per l’australiana Minjee Lee, numero nove mondiale, settima con 210 (-7), sorella maggiore di Min Woo Lee, leader dopo tre turni dell’equivalente torneo maschile che si sta svolgendo in contemporanea sugli stessi tracciati.
E’ al 41° posto con 216 (-1) Haley Moore, la 21enne americana ignorata a lungo dagli sponsor e vittima ai tempi del liceo degli apprezzamenti poco simpatici da parte dei suoi compagni di studi dovuti alla sua conformazione fisica, che ha le potenzialità per prendersi le sue rivincite attraverso il gioco. Al 47* con 217 (par) la coreana Inbee Park, campionessa olimpica a Rio 2016. Fuori gioco al taglio la francese Celine Boutier, 77ª con 144 (-1), campionessa in carica. Il montepremi è di 1.100.000 dollari.
SECONDO GIRO - La svedese Madelene Sagstrom è rimasta da sola al comando con 132 (65 67, -13) colpi nell’ISPS Handa Vic Open, terzo torneo stagionale del LPGA Tour, realizzato in collaborazione con l’ALPG Tour, che si sta svolgendo sui due percorsi del 13th Beach Golf Links (Beach Course par 72, Creek Course par 73), a Barwon Heads in Australia. Non ha superato il taglio l’unica azzurra in gara, Giulia Molinaro, 95ª con 146 (74 72, +1).
La Sagstrom, 27enne di Uppsala reduce dal successo nel precedente Gainbridge at Boca Rio, il primo sul tour per un palmarès che comprende anche tre titoli sul Symetra Tour nel 2016 anno in cui è stata la dominatrice del secondo circuito USA, ha tenuto alto il ritmo con un 67 (-5) sul Beach Course frutto di sette birdie e di due bogey. Ha provato ad agganciarla Ally McDonald, seconda con 133 (-12), ma la sua rimonta si è fermata a un colpo dalla meta.
In terza posizione con 135 (-10) l’australiana Robyn Choi, la svedese Linnea Strom e la coreana Ayean Cho, e si è portata dal 28° al sesto posto con 136 (-9) l’australiana Minjee Lee, numero nove al mondo e la più gettonata nelle previsioni della vigilia, che ora lancia la sua sfida per la vittoria.
E’ scesa dal terzo all’11° con 137 (-8) Haley Moore, la 21enne americana ignorata a lungo dagli sponsor e vittima ai tempi del liceo degli apprezzamenti poco simpatici da parte dei suoi compagni di studi dovuti alla sua conformazione fisica e che ha iniziato a prendersi le sue rivincite attraverso il gioco. Stazionaria la coreana Inbee Park, campionessa olimpica, 48ª con 142 (-3), e torneo finito per la francese Celin Boutier, 77ª con 144 (-1), che difendeva il titolo.
Giulia Molinaro ha girato sul Creek Course con quattro birdie e tre bogey per il 72 (-1). Il montepremi è di 1.100.000 dollari.
PRIMO GIRO - La svedese Madelene Sagstrom e la coreana Haeji Kang guidano la graduatoria con “meno 8” dopo il primo giro dell’ISPS Handa Vic Open, terzo torneo stagionale del LPGA Tour, realizzato in collaborazione con l’ALPG Tour, che si sta svolgendo sui due percorsi del 13th Beach Golf Links (Beach Course par 72, Creek Course par 73), a Barwon Heads in Australia. La classifica fa riferimento al par essendo differente quello dei due campi. Inizio in salita per Giulia Molinaro, 108ª con “+2”, che dovrà cambiare decisamente passo nel secondo turno per evitare l’uscita anticipata.
La coppia di testa precede di un colpo Haley Moore, la taiwanese Peiyun Chien e la svedese Linnea Strom (meno 7) e di due nove concorrenti al sesto posto con “meno 6” tra le quali vi sono la veterana inglese Laura Davies, oltre 80 successi in giro per il mondo, la ceca Klara Spilkova e la cinese Xi Yu Lin. Non ha brillato, ma non ha perso molto terreno, l’australiana Minjee Lee, numero nove mondiale e la più gettonata nelle previsioni della vigilia, 28ª con “meno 3”, e ha margini per recuperare anche la coreana Inbee Park, campionessa olimpica a Rio 2016, 41ª con “meno 2”, mentre appare già difficile la difesa del titolo per la francese Celine Boutier, 80ª con il par.
Madelene Sagstrom, reduce dal successo nel precedente Gainbridge at Boca Rio, e Haeji Kang hanno marciato di pari passo con otto birdie, senza bogey, per il 65 (-8) sul Creek Course, mentre Giulia Molinaro ha segnato due birdie e quattro bogey per il 74 (+2) sul Beach Course. Il montepremi è di 1.100.000 dollari.
LA VIGILIA - Giulia Molinaro torna in campo nell’ISPS Handa Vic Open (6-9 febbraio), terzo torneo stagionale del LPGA Tour, realizzato in collaborazione con l’ALPG Tour, in programma sui due percorsi del 13th Beach Golf Links (Beach Course, Creek Course), a Barwon Heads in Australia. In contemporanea, sugli stessi campi si svolgerà anche l’equivalente gara maschile targata European Tour e PGA of Australia.
Difende il titolo la francese Celine Boutier, ma calamiterà l’attenzione l’australiana Minjee Lee, 23enne di Perth, numero nove mondiale, due volte vincitrice dell’evento (2014 da dilettante e 2018) quando ancora non era nel calendario di LPGA Tour dove è entrato lo scorso anno, nel cui palmarès figurano anche quattro titoli sul circuito americano. Nel field maschile ci sarà Min Woo Lee con il quale Minjee Lee detiene un primato: hanno vinto entrambi l’US Junior Amateur, unico caso di due fratelli a segno nella storia del prestigioso torneo giovanile.
Sarano sicuramente seguite altre due australiane, Stephanie Na e Kerrie Webb, quest’ultima gloria del golf femminile di casa con 41 titoli nel LPGA Tour comprensivi di sette major, oggi 45enne.
In campo anche la svedese Madelene Sagstrom, reduce dal successo nel precedente Gainbridge at Boca Rio, la statunitense Stacy Lewis, le coreane Jeongeun Lee6 e Inbee Park, campionessa olimpica, la paraguaiana Julieta Granada, che è rientrata sul circuito dopo una stagione sul Symetra Tour in cui ha cercato di ritrovare l’ispirazione di un folgorante inizio carriera poi svanita nel tempo, e due past winner, la norvegese Marianne Skarpnord (2015) e l’inglese Mel Reid (2017). Per Giulia Molinaro l’obiettivo è dimenticare in fretta l’uscita al taglio nel Gainbridge. Il montepremi è di 1.100.000 dollari.
Alessia Nobilio ha dominato nel 90° Portuguese International Ladies Amateur Championship dove si è imposta con 273 (67 69 69 68, -15) colpi, ben otto di vantaggio sulla spagnola Carolina Lopez-Chacarra (281, -7).
Sul percorso del Montado Golf Resort (par 72), a Palmela in Portogallo, è stato un autentico trionfo azzurro con le italiane che hanno fatto doppietta vincendo anche la Nations Cup (con il trio composto dalla stessa Nobilio, da Francesca Fiorellini e da Carolina Melgrati) e con la presenza tra le top ten di Carolina Melgrati e di Francesca Fiorellini, settime con 285 (-3) e quest’ultima rinvenuta dalla 18ª piazza con un 66 (-6), miglior parziale del turno, e di Matilde Innocenti Angelini, nona con 286 (-2).
E’ la terza vittoria all’estero nell’arco di dodici giorni delle giocatrici azzurre, che hanno iniziato l’anno in maniera travolgente, dopo quelle negli Stati Uniti siglate da Benedetta Moresco (Annika Invitational) e da Alessandra Fanali (Tri Match in the Desert). Successi che premiano anche il lavoro della Federazione Italiana Golf impegnata nello sviluppo del movimento femminile attraverso il progetto “Golf è donna”.
Un trittico di allori che è anche un ottimo viatico per la nuova stagione, dopo la precedente in cui gli italiani hanno realizzato con 41 titoli in eventi internazionali (22 dei professionisti e 19 dei dilettanti) il record assoluto, demolendo il precedente di 34 del 2018. E’ la conferma di un impianto solito, con elementi capaci di emergere in ogni categoria e fascia d’età e in tutte le manifestazioni più importanti del mondo, grazie ovviamente alle loro qualità tecniche e al lavoro dei loro maestri, e che possono contare sullo staff tecnico FIG il cui supporto li mette in condizioni di esprimersi al meglio.
Alessia Nobilio, milanese, 19 anni da compiere, ha aggiunto un’altra perla al suo nutrito palmares di vittorie, mettendo un punto fermo sul torneo con i sette colpi di vantaggio presi dopo il terzo giro. Nel quarto non ha dato possibilità di reazione alle avversarie tenendo alto il ritmo con una prestazione impeccabile che ha prodotto un 68 (-4) con quattro birdie senza bogey. In terza posizione, a nove lunghezze, la danese Smilla Tarning Sonderby e l’iberica Carla Tejedo (282, -6), e in quinta con 284 (-4) l’altra spagnola Marta Garcia Llorca e la danese Natacha Host Husted. E’ uscita al taglio dopo tre giri Carlotte Cattaneo, 63ª con 230 (74 77 79, +14).
Nella Nations Cup, assegnata dopo 54 buche, Italia 1 ha avuto la meglio con 419 (136 143 140, -13) colpi davanti a Spagna (423, -9), Danimarca 2 (426, -6) e alla Germania (432, par). Al 15° posto Italia 2 (Innocenti Angelini, Cattaneo) con 442 (144 147 151, +10). Le azzurre sono state assistite dall’allenatore Stefano Soffietti.
Webb Simpson ha vinto con 287 (71 63 64 69, -17) colpi il Waste Management Phoenix Open (PGA Tour) dopo un acceso duello con Tony Finau (287 - 69 66 62 70) che si è concluso solo alla prima buca di playoff con un birdie del vincitore.
Sul percorso del TPC Scottsdale (par 71), a Scottsdale in Arizona, Simpson, 34enne di Raleigh (North Carolina), ha portato a sei i titoli sul circuito, comprensivi di un major (US Open, 2012), è salito dall’undicesimo al settimo posto del world ranking e ha ricevuto un congruo assegno di 1.314.000 dollari su un montepremi di 7.300.000 dollari.
Ha dato una svolta alla gara, che a due buche dalla fine sembrava appannaggio di Finau avanti di due colpi, con due birdie a chiudere (69, -2. quattro birdie, due bogey), poi ha messo a segno il terzo di fila nello spareggio alla buca 18 con un putt di oltre tre metri. Finau ha chiuso la sua corsa con un 70 (-1, due birdie, un bogey). Da ricordare che nel giro precedente James Frederick Webb Simpson, questo il suo nome completo, ha realizzato una “hole in one”, la terza in carriera, imbucando la palla direttamente dal tee alla buca 12 (par 3, yards 196) utilizzando un ferro 7.
Bella, ma tardiva, la rimonta di Justin Thomas, da 21° a terzo con 270 (-14) dopo un 65 (-6, sette birdfie, un bogeu), miglior score del turno, che ha condiviso la posizione con Nate Lashley e con Bubba Watson, e in sesta posizione con 271 (-13) Max Homa e Scott Piercy, altro giocatore autore di una “hole in one” (buca 7, par 3, yards 197, ferro 6) nel secondo turno.
Lo spagnolo Jon Rahm ha mancato l’attacco alla leadership mondiale di Brooks Koepka classificandosi nono con 273 (-11), mentre per riuscire nell’impresa avrebbe dovuto vincere, e non è stato in grado di difendere il titolo Rickie Fowler, 37° con 277 (-7). Alti e bassi del giapponese Hideki Matsuyama, con risalita al 16° posto (274, -10), e solo bassi per Bryson DeChambeau, 52° con 282 (-2).
Protagonisti a modo loro, anche senza essere stati alla ribalta, Collin Morikawa, 25° con 275 (-9), e Denny McCarthy, 59° con 284 (par), Il primo ha realizzato quattro eagle, di cui tre nel terzo turno, due eventi che non si verificavano al TPC Scottsdale dal 1987, e McCarthy ha segnato quattro birdie nei quattro passaggi alla mitica buca 16, come aveva fatto nel 2003 l’inglese Luke Donald. Da ricordare che sulla bandiera della stessa buca erano stampati i numeri 8 e 24, usati dal grande campione Kobe Bryant appena scomparso e a cui la manifestazione, premiata come "best tournament 2018 e 2019, è stata dedicata.
TERZO GIRO - Tony Finau che lancia la sfida e sale in vetta con 197 (69 65 62, -16) colpi, rimontando dal 12° posto con un gran 62 (-9), Webb Simpson, secondo con 198 (-15), che l’accetta ricorrendo anche agli effetti speciali con una “hole in one”. E ancora un tutto esaurito nel Waste Management Phoenix Open, “best tournament” del PGA Tour per il 2018 e 2019, previsto per la quarta giornata in cui si ricorderà ancora una volta Kobe Bryant e con la bandiera della buca 16 che avrà stampati i numeri 8 e 24, usati dal grande campione appena scomparso.
Finau, 30enne di Salt Lake City (Utah), un solo titolo sul circuito (Puerto Rico Open 2016) e una presenza in Ryder Cup (2018), ha eguagliato lo score personale più basso in carriera con un eagle e sette birdie, prodezza che però non gli ha permesso di allungare la classifica. Infatti avrà parecchi avversari nella corsa al titolo, oltre a Simpson, a iniziare da Hudson Swafford e da J.B. Holmes, terzi con 199 (-14), per proseguire con Xander Schauffele, Adam Long e Scott Piercy, quinti con 200 (-13), e con Mark Hubbard e con il coreano Byeong-Hun An, ottavi con 201 (-12).
Lo spagnolo Jon Rahm, numero tre mondiale, 11° con 203, (-10), dovrà rinviare quasi sicuramente ad altra occasione il tentativo di detronizzare Brooks Koepka, numero uno, che sta disputando il Saudi International (European Tour). Infatti l’iberico per riuscire nell’intento dovrebbe vincere e sperare in una débâcle dello statunitense in Arabia Saudita, con almeno uno dei due eventi improbabile. Sparsi lungo la classifica Justin Thomas, 21° con 205 (-8), il giapponese Hideki Matsuyama, 28° con 206 (-7), che ha recuperato 27 posizioni con un 65 (-6), Rickie Fowler, 40° con 208 (-5), il quale ha mancato la difesa del titolo, e Bryson DeChambeau, 45° con 209 (-4). Da segnalare i tre eagle su un solo giro di Collin Morikawa, 16° con 204 (-9), che non venivano registrati al TPC Scottsdale dal 1987. Score di 68 (-3) con un birdie e quattro bogey in aggiunta. Il montepremi è di 7.300.000 dollari.
Seconda “hole in one” nel torneo - Come detto Webb Simpson ha messo a segno la palla direttamente dal tee alla buca 12 (par 3, yards 196) utilizzando un ferro 7. E’ la terza “buca in uno” della sua carriera sul tour che ha avuto un buon peso sul suo score di 64 (-7), unendosi a sette birdie e a due bogey. L’altra “hole in one” del torneo l’ha siglata Scott Piercy nel secondo turno (buca 7, par 3, yards 197, ferro
SECONDO GIRO - J.B. Holmes con lo score di 129 (64 65, -13) colpi ha sorpassato Wyndham Clark (130, -12) in vetta alla classifica del Waste Management Phoenix Open (PGA Tour), in una giornata in cui hanno tenuto banche anche la rimonta di Rickie Fowler, campione in carica, la “buca in uno” di Scott Piercy e l’uscita al taglio di Jordan Spieth.
Sul percorso del TPC Scottsdale (par 71), a Scottsdale in Arizona, Holmes, 38enne di Campbellsville (Kentucky), con cinque titoli sul circuito in 322 gare disputate e un particolare feeling con questo evento che ha vinto due volte in carriera quando si chiamava FBR Open (2006, 2008), è stato uno dei tre giocatori a girare in 65 (-6, un eagle, sei birdie, due bogey) secondo score del turno dopo il 63 (-8) di Webb Simpson (8° con 134, -8). In terza posizione con 131 (-11) Billy Horschel e il coreano Byeong-Hun An e in quinta con 132 (-10) Scott Piercy che ha realizzato l’ace alla buca 7 (par 3, yards 197) utilizzando un ferro 6. Nel suo score anche un altro eagle, tre birdie e un bogey per il 65.
E’ rimasto stabile lo spagnolo Jon Rahm, 12° con 135 (-7). Il numero tre mondiale è impegnato in un duello a distanza con Brooks Koepka, numero uno, che sta partecipando al Saudi International (European Tour), in ballo la leadership nel World Ranking, che l’iberico potrebbe acquisire con un successo, peraltro ancora possibile. Stesso punteggio per Tony Finau, un colpo in più per Justin Thomas, 17° con 136 (-6), e 40° posto con 139 (-3) per Bryson DeChambeau e per Rickie Fowler, risalito dal 110° eterzo autore di un 65. In panne il giapponese Hideki Matsuyama, 55° con 141 (-1), e come detto taglio subito da Jordan Spieth (143, +1), due colpi oltre il limite di qualifica. Il montepremi è di 7.300.000 dollari.
PRIMO GIRO - Wyndham Clark a gran ritmo nel primo giro del Waste Management Phoenix Open dove ha preso il comando con un ottimo 61 (-10).
Nel torneo del PGA Tour che si sta svolgendo sul percorso del TPC Scottsdale (par 71), a Scottsdale in Arizona, Clark, 26enne di Denver (Colorado) in cerca del primo titolo sul circuito, ha realizzato dieci birdie, senza bogey, sfiorando il record del campo detenuto con 60 (-11) colpi da Mark Calcavecchia (2001) e da Phil Mickelson (2005, 2013). Precede di due lunghezzei Billy Horschel (63, -8) e di tre J.B. Holmes (64, -7).
E’ al 13° posto con 67 (-4) lo spagnolo Jon Rahm, numero tre mondiale, impegnato in un duello a distanza con Brooks Koepka, numero uno, che sta partecipando al Saudi International (European Tour), in ballo la leadership nel World Ranking, che l’iberico potrebbe acquisire con un successo.
Stesso score per il giapponese Hideki Matsuyama, vincitore della gara nel 2016 e 2017, quindi in 31ª posizione con 69 (-2) Tony Finau e in 47ª Bryson DeChambeau e Gary Woodland, a segno nel 2018. Pessima partenza di Rickie Fowler, campione in carica, e di Jordan Spieth, che proprio non riesce a risolvere i problemi di gioco, 110.i con 74 (-3). Giro singolare di Harold Varner III (66°), che ha segnato il par
LA VIGILIA - Rickie Fowler difende il titolo nel Waste Management Phoenix Open (30 gennaio-2 febbraio), uno dei tornei più attesi nella stagione del PGA Tour, evento che negli ultimi due anni è stato nominato “best tournament” del circuito.
Sul percorso del TPC Scottsdale, a Scottsdale in Arizona, sarà particolarmente motivato lo spagnolo Jon Rahm, numero tre al mondo, che con un successo potrebbe divenire numero uno, a patto che l’attuale leader Brooks Koepka raccolga un risultato molto deludente nel Saudi International (European Tour), dove sarà impegnato questa settimana.
Nel field Xander Schauffele, Webb Simpson, Bryson DeChambeau, Tony Finau, Matt Kuchar, Bubba Watson, Gary Woodland, vincitore della gara nel 2018, e il giapponese Hideki Matsuyama, a segno nei due anni precedenti. Proverà a uscire dalla lunga crisi Jordan Spieth, ex leader mondiale, ora 51° nel World Ranking. Dal 2013 non era fuori dai top 50.
Assente Francesco Molinari che nel 2015 realizzò una spettacolare “hole in one” (buca 16, par 3) le cui immagini fecero il giro del mondo. Il montepremi è di 7.300.000 dollari.
Diretta su GOLFTV – Il Waste Management Phoenix Open viene trasmesso in diretta e in esclusiva su GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it) con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 30 gennaio e venerdì 31, dalle ore 21 alle ore 1; sabato 1 febbraio e domenica 2, dalle ore 19 alle ore 24. Commento di Maurizio Trezzi e Giovanni Magni.
Dai successi alle difficoltà e ritorno. Dopo anni di purgatorio Renato Paratore ha ritrovato la vittoria. Negli Emirati Arabi Uniti ha dominato l’UAE Challenge, evento dell’HotelPlanner Tour, tornando a festeggiare una impresa a distanza di 1.723 giorni dall’ultima volta (British Masters sul DP World Tour nel luglio 2020). “Sono davvero felice. È stato un exploit importante perché non riuscivo ad affermarmi da molto tempo. Ho avuto dei dubbi e mi sono chiesto: ‘Ma riuscirò a tornare a vincere’? Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. E adesso, l’obiettivo del 2025, è quello di riconquistare la ‘carta’ per il massimo circuito continentale”, spiega Paratore in una intervista a cuore aperto sui canali federali. È la storia di un predestinato, quella di Paratore. Nato il 14 dicembre del 1996 a Roma, da dilettante ha conquistato prima lo Junior Orange Bowl nel 2013 a Miami (Usa), poi, nel 2014, il Portuguese International Amateur Championship a Palmela.
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Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925 che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano.
Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta
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