L’olandese Anne Van Dam ha rimontato dal terzo posto e ha vinto con 275 (68 69 68 70, -13) colpi l’Andalucia Costa del Sol Open de España, penultimo torneo stagionale del Ladies European Tour disputato sul percorso dell’Aloha Golf Club (par 72), nei pressi di Marbella sulla Costa del Sol spagnola.
Anne Va Dam, 24enne di Arnhem, ha siglato il quarto titolo sul circuito per un palmarès in cui figurano anche due successi sul LET Access, con un giro finale in 70 (-2, due birdie) colpi, che le ha permesso di sorpassare la danese Nanna Koerstz Madsen (276, -12), leader dopo tre turni, la quale ha concluso in seconda posizione affiancata dalla giovane indiana Aditi Ashok, che svolge a sua attività sul LPGA Tour.
In quarta con 279 (-9) la spagnola Azahara Muñoz, la tedesca Olivia Cowan e la svedese Julia Engstrom e in settima con 280 (-8) la norvegese Marianne Skarpnord e le due statunitensi Christina Kim, che ha da tempo perso lo smalto dei giorni migliori, e Cheyenne Woods, nipote di Tiger Woods.
Anne Van Dam ha ricevuto un assegno di 45.000 euro su un montepremi di 300.000 euro.
TERZO GIRO - Ancora un cambio della guardia in vetta alla classifica dell’Andalucia Costa del Sol Open de España dove è salita con 202 (71 66 65, -14) la danese Nanna Koerstz Madsen.
Sul percorso dell’Aloha Golf Club (par 72), nei pressi di Marbella sulla Costa del Sol spagnola, nel penultimo torneo stagionale del Ladies European Tour, la 25enne di Smorum con un titolo sul LET e uno sul Symetra Tour statunitense, precede di due lunghezze la svedese Julia Engstrom (204, -12), e di tre l’olandese Anne Van Dam (205, -11). Al quarto posto con 206 (-10) l’indiana Aditi Ashok, al quinto con 207 (-9) la tedesca Olivia Cowan e la norvegese Marianne Skarpnord e al settimo con 208 (-8) la spagnola Azahara Muñoz, la svedese Camilla Lennarth e l’estrosa americana Christina Kim, che ha forse esaurito la parte migliore della sua carriera. Non vi sono in campo proettes italiane. Il montepremi è di 300.000 dollari.
SECONDO GIRO -. Ha ceduto la tedesca Olivia Cowan, da prima a sesta con 138 (-6) colpi, che ha lasciato spazio alla connazionale Karolin Lampert, in vetta con 136 (68 68, -8) colpi dopo il secondo giro dell’Andalucia Costa del Sol Open de España, penultimo torneo stagionale del Ladies European Tour che si sta svolgendo sul percorso dell’Aloha Golf Club (par 72), nei pressi di Marbella sulla Costa del Sol spagnola.
Karolin Lampert, 24enne di Sandhausen senza successi nel circuito, ha preso il comando con un 68 (-4, sette birdie, tre bogey), ma il suo vantaggio è di un solo colpo sulla norvegese Marianne Skarpnord, sull’olandese Anne Van Dam, sulla danese Nanna Koerstz Madsen e sull’indiana Aditi Ashok (137, -7), le ultime due proettes del LPGA Tour, così come Christina Kim, estrosa giocatrice statunitense che comunque ha forse esaurito la parte migliore della sua carriera, sesta con lo stesso score della Cowan, entrambe agganciate da Cheyenne Woods, nipote di Tiger Woods.
In nona posizione con 140 (-4) le svedesi Camilla Lennarth e Julia Engstrom e, tra le proettes in undicesima con 141 (-3), la marocchina Maha Haddioui e l’indiana Diksha Dagar. Non vi sono proettes italiane. Il montepremi è di 300.000 dollari.
PRIMO GIRO - L’emergente tedesca Olivia Cowan ha preso il comando con un bel 65 (-7, un eagle, cinque birdie) nell’Andalucia Costa del Sol Open de España, penultimo torneo stagionale del Ladies European Tour che si sta svolgendo sul percorso dell’Aloha Golf Club (par 72), nei pressi di Marbella sulla Costa del Sol spagnola.
La leader, 23enne di Amburgo con tre titoli sul LET Access - il secondo circuito femminile continentale - siglati nel 2015, è tallonata con 66 (-6) colpi dalla norvegese Marianne Skarpnord. Al terzo posto con 67 (-5) la statunitense Christina Kim, che resta sempre una buona giocatrice anche se ha forse esaurito il momento migliore della sua carriera, al quarto con 68 (-4) l’olandese Anne Van Dam, la tedesca Karolin Lampert e l’americana Cheyenne Woods, nipote di Tiger Woods, e al settimo con 69 (-3) le svedesi Emma Nilsson e Julia Engstrom, la marocchina Maha Haddioui e la scozzese Kylie Henry. La migliore tra le spagnole è Nuria Iturrioz, undicesima con 70 (-2). Il montepremi è di 300.000 dollari.
LA VIGILIA - Si avvia alla conclusione il Ladies European Tour, il cui penultimo appuntamento è fissato all’Aloha Golf Club, nei pressi di Marbella sulla Costa del Sol spagnola, dove si disputa l’Andalucia Costa del Sol Open de España (28 novembre-1 dicembre) senza la partecipazione di proettes italiane,
Numerose le giocatrici di casa in campo tra le quali Beatriz Recari, Maria Parra e Nuria Iturrios, che si esprimono soprattutto sui due circuiti statunitensi, la danese Nanna Koerstz Madsen, anche lei sul LPGA Tour, l’austriaca Christine Wolf, la scozzese Carly Booth e le indiane Diksha Dagar e Aditi Ashok.
E ancora l’olandese Anne Van Dam, la francese Anne-Lise Caudal, la norvegese Marianne Skarpnord, la svedese Linda Wessberg, l’australiana Sarah Kemp e l’emergente tedesca Laura Fuenfstueck. In campo anche l’americana Christina Kim, che ha da tempo esaurito il suo miglior momento. Il montepremi è di 300.000 dollari.
Costantino Rocca è terminato 37° con 225 (75 75 75, +12) colpi nel MCB Tour Championship (Staysure Tour) disputato sul percorso dell’International Golf Club Du Rova (par 71), a Andakana in Madagascar, dove il circuito ha fatto tappa per la prima volta. Seguiranno altri due eventi a chiudere la stagione 2019 degli “over 50”, tutti targati MBC che avranno quali successive sedi Seychelles e Mauritius.
Si è imposto con 210 (70 71 69, -3) l’inglese Barry Lane, 59nne di Hayes, che ha firmato l’ottavo titolo tra gli “over 50”, dopo aver vinto cinque eventi nella sua lunga carriera sull’European Tour. In un combattuto giro finale ha avuto partita vinta con un parziale di 69 (-2, tre birdie, un bogey) nei riguardi dello spagnolo Juan Quiros e del francese Jean-François Remesy (211, -2), secondi a un colpo.
In quarta posizione con 212 (-1) lo statunitense Clark Dennis, leader dopo due turni e vincitore di due Senior Italian Open (2017-2018), e il gallese Stephen Dodd (2016), anch’egli a segno al GC Udine così come Lane (2019), e in settima con 213 (par) i sudafricani James Kingston e Chris Williams, l’argentino Mauricio Molina, l’inglese Peter Wilson e il malgascio Jean Ramarozatovo. A Barry Lane è andato un assegno di 42.212 euro su un montepremi di 275.000 euro.
SECONDO GIRO - Costantino Rocca, 33° con 150 (75 75, +8), è rimasto a metà classifica nel secondo giro del MCB Tour Championship (Staysure Tour) che si sta svolgendo sul percorso dell’International Golf Club Du Rova (par 71), a Andakana in Madagascar, dove il circuito fa tappa per la prima volta. Seguiranno altri due eventi a chiudere la stagione 2019 degli “over 50”, tutti targati MBC che avranno quali successive sedi Seychelles e Mauritius.
E’ passato a condurre con 137 (72 65, -5) il 53enne statunitense di Houston Clark Dennis, vincitore di due Senior Italian Open al GC Udine, che per conseguire il sesto titolo nella carriera sullo Staysure Tour dovrà gestire nel giro finale tre colpi di vantaggio sull’inglese Paul Streeter (140, -2), e quattro sullo spagnolo José Manuel Carriles, sul gallese Stephen Dodd e sugli inglesi Barry Lane e Gary Evans (141, -3), quest’ultimo leader dopo un turno. Possono sperare di entrare in lotta per il titolo anche l’iberico Juan Quiros, il francese Jean-François Remesy e l’inglese Peter Wilson, settimi con 142 (par). Il montepremi è di 275.000 euro.
PRIMO GIRO - Costantino Rocca è al 32° posto con 75 (+4) colpi nel MCB Tour Championship (Staysure Tour) che si sta svolgendo sul percorso dell’International Golf Club Du Rova (par 71), a Andakana in Madagascar, dove il circuito fa tappa per la prima volta. E’ il primo degli ultimi tre eventi della stagione 2019 degli “over 50”, tutti targati MBC che avranno quali successive sedi Seychelles e Mauritius.
Guida la graduatoria con 68 (-3, sette birdie, due bogey, un doppio bogey) l’inglese Gary Evans, cinquantenne londinese, piuttosto sfortunato nella sua carriera su European Tour e Challenge Tour fermato a varie riprese da infortuni alla schiena, alla spalla e a un polso.
Lo seguono a una lunghezza lo spagnolo José Manuel Carriles, il francese Jean Pierre Sallat, il gallese Stephen Dodd e il malgascio Jean Ramarozatovo (69, -2). Al sesto posto con 70 (-1) gli inglesi Barry Lane e Gary Wolstenholme e l’iberico Juan Quiros, al nono con 71 (par) l’altro spagnolo Santiago Luna e al 13° con 72 (+1) lo statunitense Clark Dennis, vincitore di due Italian Senior Open. Il montepremi è di 275.000 euro.
LA VIGILIA - Lo Staysure Tour si avvia alla conclusione con tre gare, tutte targate MCB, fuori dall’Europa in località suggestive come Madagascar, Seychelles e Mauritius.
Si comincia con il MCB Tour Championship (29 novembre-1 dicembre, 54 buche) sul percorso dell’International Golf Club Du Rova, a Andakana in Madagascar, nazione che ospiterà per la prima un evento riservato agli “over 50”.
Unico italiano in gara Costantino Rocca in un contesto che comprende il gallese Phillip Price, leader dell’ordine di merito, lo statunitense Clark Dennis, vincitore di due Senior Italian Open, gli inglesi David Shacklady, Barry Lane, Paul Eales, Philip Golding, e Paul Streeter, l’austriaco Markus Brier, l’australiano Peter Fowler, gli spagnoli Miguel Angel Martin e Santiago Luna, il sudafricano Chris Williams, l’argentino Rafael Gomez e il francese Jean-Pierre Sallat, per citare alcuni tra i migliori giocatori del circuito. Il montepremi è di 275.000 euro.
Il 26enne thailandese Suteepat Prateeptienchai (272 - 65 71 68 68, -16), professionista dal 2016 e alla terza stagione sul China Tour, uno dei due circuiti della nazione (l’altro è il PGA Tour Series-China), ha ottenuto il primo titolo, imponendosi nel China Tour Championship, superando dopo spareggio il cinese Haotong Li (272 - 70 68 66 68), con il quale aveva concluso alla pari l'ultimo torneo del 2019. Si è classificato a 51° posto con 299 (71 75 77 76, +11) Cristiano Terragni.
Sul tracciato del Kingrun Nanshan GC (par 72), a Chongqing in Cina, Suteepat Prateeptienchaie Haotong Li, che è impegnato sull’European Tour (due successi), hanno chiuso in 68 (-4) colpi, il primo con un eagle, cinque birdie e tre bogey, il secondo con cinque birdie e un bogey, e hanno distaccato nettamente l’australiano Maverick Antcliff, terzo con 277 (-11), con il quale condividevano la leadership dopo tre turni.
Al quarto posto con 279 (-9) i cinesi Cheng Jin e Huilin Zhang, al sesto con 280 (-8) il taiwanese Yu-Chen Yeh, che difendeva il titolo, e al settimo con 281 (-7) il suo connazionale K. P. Lin. A Suteepat Prateeptienchai è andato un assegno di 216.000 renmimbi (quasi 16.250 euro) su un montepremi di 1.200.000 renmimbi (circa 155.000 euro).
Nell’ordine di merito ha prevalso con largo margine Maverick Antcliff (renmimbi 710.369,57) davanti a Prateeptienchai (383.216,16) e al cinese Huilin Zhang (335.622,62). Al 18° posto Aron Zemmer (153.339,01) e al 50° Cristiano Terragni (43.434,50). I due azzurri hanno mantenuto la 'carta' per il circuito 2020.
TERZO GIRO - Cristiano Terragni è al 49° posto con 223 (71 75 77, +7) colpi dopo il terzo giro del China Tour Championship, ultima gara stagionale del China Tour, uno dei due circuiti della nazione (l’altro è il PGA Tour Series-China), che si sta svolgendo sul tracciato del Kingrun Nanshan GC (par 72), a Chongqing in Cina. Il torneo dopo i primi due turni ha osservato un giorno di riposo per permettere la prova campo ai giocatori amateur impegnati nella pro am (un pro, un dilettante) con cui si svolgono le ultime 36 buche, dopo le prime in cui i concorrenti hanno giocato normalmente da soli. Naturalmente ci sarà classifica a squadre, mentre lo score del professionista fa classifica individuale.
Al vertice si è formato un terzetto con 204 (-12) composto dal cinese Haotong Li (70 68 66), che è impegnato sull’European Tour (due successi), dall’australiano Maverick Antcliff (71 66 67), leader della money list, e dal thailandese Suteepat Prateeptienchai (65 71 68), che da solo o in compagnia è in testa dal primo turno.
Al quarto posto con 207 (-9) il taiwanese Yu-Chen Yeh, campione in carica, e al quinto con 209 (-7) lo statunitense Sam Chien e il cinese Haimeng Chao, forse un po’ troppo lontani per competere per l titolo. Fuori gioco l’altro cinese Ashun Wu, 11° con 212 (-4), altro elemento di casa che milita sul circuito europeo (tre vittorie). Cristiano Terragni ha perso nove posizioni penalizzato da un 77 (+5)
Il 26enne thailandese Suteepat Prateeptienchai (272 - 65 71 68 68, -16), professionista dal 2016 e alla terza stagione sul China Tour, uno dei due circuiti della nazione (l’altro è il PGA Tour Series-China), ha ottenuto il primo titolo, imponendosi nel China Tour Championship, superando dopo spareggio il cinese Haotong Li (272 - 70 68 66 68), con il quale aveva concluso alla pari l'ultimo torneo del 2019. Si è classificato a 51° posto con 299 (71 75 77 76, +11) Cristiano Terragni.
Sul tracciato del Kingrun Nanshan GC (par 72), a Chongqing in Cina, Suteepat Prateeptienchaie Haotong Li, che è impegnato sull’European Tour (due successi), hanno chiuso in 68 (-4) colpi, il primo con un eagle, cinque birdie e tre bogey, il secondo con cinque birdie e un bogey, e hanno distaccato nettamente l’australiano Maverick Antcliff, terzo con 277 (-11), con il quale condividevano la leadership dopo tre turni.
Al quarto posto con 279 (-9) i cinesi Cheng Jin e Huilin Zhang, al sesto con 280 (-8) il taiwanese Yu-Chen Yeh, che difendeva il titolo, e al settimo con 281 (-7) il suo connazionale K. P. Lin. A Suteepat Prateeptienchai è andato un assegno di 216.000 renmimbi (quasi 16.250 euro) su un montepremi di 1.200.000 renmimbi (circa 155.000 euro).
Nell’ordine di merito ha prevalso con largo margine Maverick Antcliff (renmimbi 710.369,57) davanti a Prateeptienchai (383.216,16) e al cinese Huilin Zhang (335.622,62). Al 18° posto Aron Zemmer (153.339,01) e al 50° Cristiano Terragni (43.434,50). I due azzurri hanno mantenuto la 'carta' per il circuito 2020.
dovuto a tre birdie, quattro bogey e a un quadruplo bogey. Il montepremi è di 1.200.000 renmimbi (circa 155.000 euro).
SECONDO GIRO . Cristuano Terragni è al 40° posto con 146 (71 75, +2) colpi dopo il secondo giro del China Tour Championship, ultima gara stagionale del China Tour, uno dei due circuiti della nazione (l’altro è il PGA Tour Series-China), che che si sta svolgendo sul tracciato del Kingrun Nanshan GC (par 72), a Chongqing in Cina.
Il 24enne taiwanese Yu-Chen Yeh, campione in carica, ha girato in 68 (-4, cinque birdie, un bogey) colpi e con il totale di 136 (68 68, -8), ha raggiunto in vetta alla classifica il 26enne thailandese Suteepat Prateeptienchai (136 - 65 71), autore di un 71 (-1, tre birdie, due bogey). Al terzo posto con 137 (-7) l’australiano Maverick Antcliff, leader della money list, al quarto con 138 (-6) il cinese Haotong Li, che gioca sull’European Tour (due successi), e al quinto con 139 (-5) il taiwanese K.P. Lin, il cinese Haimeng Chao e lo statunitense Sam Chien. Un po’ in ritardo Ashun Wu, 20° con 143 (-1), altro giocatore di casa che milita sul circuito europeo (tre vittorie).
Cristiano Terragni ha girato in 75 (+3) colpi con due birdie, altrettanti bogey e un triplo bogey. Il montepremi è di 1.200.000 renmimbi (circa 155.000 euro).
LA VIGILIA - Cristiano Terragni prende parte al China Tour Championship, ultima gara stagionale del China Tour, uno dei due circuiti della nazione (l’altro è il PGA Tour Series-China), che avrà luogo sul tracciato del Kingrun Nanshan GC a Chongqing.
Nel field i cinesi Ashun Wu, che gioca generalmente sull’European Tour (tre successi), e Huilin Zhang, l’australiano Maverick Antcliff, leader della money list, il coreano Woojin Jung, lo statunitense Nicolas Paez, il thailandese Chinnarat Phadungsil e i taiwanesi Yung-Lung Lin e Chieh-Po Lee.
Cinquantesimo nell’ordine di merito, Cristiano Terragni prov
Lo spagnolo Pablo Larrazabal è tornato al successo dopo quattro anni prevalendo con 280 (66 69 70 75, -8) nell’Alfred Dunhill Championship, primo torneo della stagione 2020 dell’European Tour, che si è svolto sul percorso del Leopard Creek CC (par 72) a Malelane in Sudafrica,
Hanno guadagnato posizioni Renato Paratore, da 43° a 19° con 289 (74 71 75 69, +1), Edoardo Molinari, da 37° a 33° con 292 (74 73 72 73, +4), e Lorenzo Gagli, da 64° a 42° con 294 (74 70 80 70, +6).
Pablo Larrazabal, 36enne di Barcellona, ha siglato il quinto titolo in maniera rocambolesca iniziando il turno conclusivo con tre colpi di margine che ha dilapidato in modo incredibile sulle prime nove buche con tanto di interessi per un “+6” maturato con un birdie, cinque bogey e un doppio bogey. Nel rientro le cose sono cambiate e dopo aver segnato un birdie e un altro bogey ha mutato il volto a un verdetto sfavorevole con tre birdie in quattro buche, il decisivo sull’ultima, per un parziale insolito nel giro finale di un vincitore, 75 (+3) colpi.
Gli hanno comunque dato una mano i due concorrenti con cui era alla pari dopo 17 buche, lo svedese Joel Sjoholm, incapace di sfruttare con un birdie il par cinque della 18 e terminato secondo con 281 (-7), e l’olandese Wil Besseling, che ha segnato un bogey, scivolando in terza posizione (282, -6) in compagnia dei due sudafricani Charl Schwartzel, a segno quattro volte nella gara, e Branden Grace, vincitore nel 2015.
Sudafricani sostanzialmente grandi sconfitti, pure se si sono piazzati nelle parti altissime della classifica anche Daniel Van Tonder, sesto con 284 (-4), Justin Harding, MJ Viljoen e Zander Lombard, settimi con 285 (-3) insieme allo statunitense Johannes Veerman. Bassa graduatoria per il grande campione Ernie Els, 64° con 299 (+11), avanti con gli anni, ma sempre applaudito e autore di giocate di alta classe.
Renato Paratore ha dato tono alla sua prestazione, dopo aver iniziato al 77° posto ed essere passato per il 43°, con un parziale di 69 (-3) dovuto a quattro birdie e a un bogey. Edoardo Molinari ha girato in 73 (+1) con tre birdie e quattro bogey e Lorenzo Gagli ha ottenuto un buon 70 (-2) con quattro birdie e due bogey. E’ uscito al taglio per un colpo Francesco Laporta, 72° con 148 (71 77, +4).
TERZO GIRO - Lo spagnolo Pablo Larrazabal ha mantenuto il comando con 205 (66 69 70, -11) colpi nell’Alfred Dunhill Championship, primo torneo della stagione 2020 dell’European Tour, che si sta svolgendo sul tracciato del Leopard Creek CC (par 72) a Malelane in Sudafrica, dove ha recuperato 24 posizioni Edoardo Molinari, 37° con 219 (74 73 72, +3), è rimasto assolutamente stabile Renato Paratore, 43° con 220 (74 71 75, +4), e ne ha perse 36 Lorenzo Gagli, 64° con 224 (74 70 80, +8).
Pablo Larrazabal, 36enne di Barcellona con quattro titoli sul circuito, si è propiziato l’occasione di tornare al successo dopo quattro anni con cinque birdie e tre bogey per il 70 (-2) che gli ha permesso di mantenere tre colpi di vantaggio sul primo inseguitore, l’olandese Wil Besseling, che ha mantenuto la seconda piazza con 208 (-8) e di lasciare a quattro il sudafricano Branden Grace (209, -7), vincitore nel 2015, che affiancava Besseling dopo 36 buche.
Hanno poche chances di competere per il titolo l’inglese Marcus Armitage e il sudafricano Zander Lombard, quarti con 211 (-5), mentre sono praticamente prossime allo zero le possibilità dell’altro sudafricano Charl Schwartzel, sesto con 212 (-4) di imporsi per la quinta volta in questo evento. Stesso score anche per il connazionale MJ Viljoen, per l’iberico Adrian Otaegui e per lo svedese Joel Sjoholm. Ha guadagnato qualcosa il grande campione di casa Ernie Els, 55° con 222 (+6), e comunque sempre applaudito e autore di giocate di alta classe.
Edoardo Molinari ha realizzato cinque birdie e altrettanti bogey per il 72 del par. Renato Paratore ha messo insieme tre birdie, due bogey e due doppi bogey per il 75 (+3) e giro da dimenticare in fretta per Lorenzo Gagli autore di un 80 (+8) con un birdie, due bogey, due doppi bogey e un triplo bogey. E’ uscito al taglio per un colpo Francesco Laporta, 72° con 148 (71 77, +4). Il montepremi è di 1.500.000 euro.
SECONDO GIRO - Lo spagnolo Pablo Larrazabal è il nuovo leader con 135 (66 69, -9) colpi dell’Alfred Dunhill Championship, primo torneo della stagione 2020 del’European Tour, che si sta svolgendo sul tracciato del Leopard Creek CC (par 72) a Malelane in Sudafrica. Hanno effettuato buoni recuperi Lorenzo Gagli, da 77° a 28° con 144 (74 70, par), Renato Paratore, da 77° a 43° con 145 (74 71, +1), ed Edoardo Molinari, da 77° a 61° con 147 (74 73, +3), mentre è retrocesso dal 28° al 72° posto con 148 (71 77, +4) Francesco Laporta, uscito al taglio per un colpo.
Giornata di gloria per Pablo Larrazabal, 36enne di Barcellona con quattro titoli sul circuito, l’ultimo nel 2015 seguito da un periodo in cui si è fatto vedere poche volte al proscenio. Ha tenuto un’andatura altalenante, tuttavia sei birdie, un bogey e un doppio bogey per il parziale di 69 (-3) gli hanno fatto allungare la classifica concedendogli tre colpi di vantaggio sul sudafricano Branden Grace, vincitore della gara nel 2015, e sull’olandese Wil Besseling (138, -6), in vetta dopo un turno. In quarta posizione con 140 (-4) gli inglesi Marcus Armitage e Jack Singh Brar e il sudafricano Thomas Aiken, e in settima con 141 (-3) l’iberico Adrian Otaegui, il francese Antoine Rozner, l’inglese Garrick Porteous e il sudafricano Jaco Van Zyl. A conferma del risveglio dei giocatori di casa partiti un po’ lentamente, in undicesima con 142 (-2) Charl Schwartzel, a segno nell’evento per quattro volte, e Zander Lombard, che sono affiancati dal 18enne olandese Rasmus Hojgaard, E’ rimasto in gara il grande campione Ernie Els, stesso punteggio di Molinari.
Lorenzo Gagli ha girato in 70 (-2) colpi con quattro birdie e due bogey, Renato Paratore in 71 (-1) con cinque birdie e quattro bogey ed Edoardo Molinari in 73 (+1) con tre birdie e quattro bogey. Per Francesco Laporta un 77 (+5) con tre birdie, sei bogey e un doppio bogey, Il montepremi è di 1.500.000 euro.
PRIMO GIRO - L’olandese Wil Besseling, con 65 (-7) colpi, è il primo leader dell’European Tour 2020, iniziato come di consueto in anticipo sull’anno solare, con l’Alfred Dunhill Championship, che si sta svolgendo sul tracciato del Leopard Creek CC (par 72) a Malelane in Sudafrica. Tra i quattro azzurri in gara lo score migliore lo ha espresso Francesco Laporta, 28° con 71 (-1), appena salito sul circuito maggiore dopo essersi imposto nella money list del Challenge Tour 2019, dove ha siglato anche due titoli. In 77ª posizione con 74 (+2) Lorenzo Gagli, Edoardo Molinari e Renato Paratore.
Wil Besseling, 33enne di Schellinkhout con un successo sul Challenge Tour datato 2008 (Colombia Masters), ha messo insieme un eagle, sei birdie e un bogey e ha preso un colpo di margine sull’inglese Garrick Porteous, sullo spagnolo Pablo Larrazabal e sul sudafricano Keith Horne (66, -6). Al quinto posto con 67 (-5) l’iberico Alejandro Cañizares e al sesto con 68 (-4) altri tre sudafricani - i giocatori di casa sono molto motivati e hanno prevalso sei volte nelle ultime sette edizioni - Daniel Van Tonder, Branden Grace, a segno nel 2015, e Thomas Aiken, affiancati dagli scozzesi David Drysdale e Grant Forrest, dall’inglese Jack Singh Brar e dal francese Robin Roussel. Ritardo recuperabile per il sudafricano Charl Schwartzel, 20° con 70 (-2), che ha riportato il trofeo quattro volte, e più indietro il grande campione Ernie Els, anch’egli 77°, vincitore per tre volte.
Francesco Laporta ha segnato tre birdie e due bogey, Lorenzo Gagli due birdie, due bogey e un doppio bogey, Renato Paratore quattro birdie e sei bogey ed Edoardo Molinari un birdie e tre bogey. Il montepremi è di 1.500.000 euro.
LA VIGILIA - A soli quattro giorni dalla conclusione a Dubai della stagione 2019, l’European Tour apre in Sudafrica quella del 2020, con il consueto anticipo sull’anno solare, dove si disputa l’Alfred Dunhill Championship (28 novembre-1 dicembre) al Leopard Creek CC di Malelane. Si sarebbe dovuto giocare in concomitanza anche in Asia, ma l’Hong Kong Open è stato cancellato per la difficile situazione sociale del momento a Hong Kong.
Quattro gli azzurri in gara in Sudafrica: Edoardo Molinari, Renato Paratore, Lorenzo Gagli e Francesco Laporta, che ha appena conquistato la ‘carta’ sul Challenge Tour dopo il successo nel Grand Final con prima posizione nella money list.
Quanto mai motivati i giocatori sudafricani, lo scorso anno beffati dallo statunitense David Lipsky (che sarà assente), ma che avevano alzato il trofeo nei sei anni precedenti e undici volte in tutto. Nel field Charl Schwartzel, quattro volte vincitore dell’evento, Ernie Els, a segno in tre occasioni, Brandon Stone, che si è imposto nel 2017, Branden Grace, Christiaan Bezuidenhout, Zander Lombard, Justin Harding, Dean Burmester ed Hennie Otto, due Open d’Italia per lui (2008, 2014).
Proveranno a contrastare i giocatori di casa, tra gli altri, gli inglesi Eddie Pepperell, Oliver Wilson e Ross Fisher, il tedesco Marcel Siem e gli spagnoli Adrian Otaegui e Pablo Larrazabal. In campo anche alcuni elementi che si sono messi in evidenza nel Challenge Tour, quali lo scozzese Calum Hill, i francesi Robin Roussel e Antoine Rozner, l’iberico Sebastian Garcia Rodriguez e Adrian Meronk, primo polacco a giocare sul circuito maggiore, oltre al danese Benjamin Poke, primo nella finale della Qualifying School.
Obiettivo degli azzurri partire con il piede giusto, anche se avranno il peso della faticosa stagione appena conclusa. E’ molto determinato, comunque, Francesco Laporta a bagnare nel modo migliore la sua ‘carta’. Il montepremi è di 1.500.000 euro.
Il torneo su GOLFTV - L’Alfred Dunhill Championship viene trasmesso in diretta e in esclusiva su GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it) con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 28 novembre e venerdì 29, dalle ore 11,30 alle ore 16,30; sabato 30 e domenica 1 dicembre, dalle ore 10,30 alle ore 15,30. Commento di Maurizio Trezzi e Matteo Delpodio.
Federico Elli si è imposto con 284 (65 69 78 72, -3) colpi nella Marbella Pro-Am, torneo della Confederation of Professional Golf (ex PGA of Europe) che si è disputato sui percorsi dell’Atalaya New Course (par 71), dell’Atalaya Old Course (par 72) e del Los Naranjos (par 72), nei pressi di Marbella in Spagna.
Elli, che ha ricevuto un premio di 2.000 euro, ha superato con distacchi di rilievo lo spagnolo Francisco Lo Valvo, secondo con 292 (+5), e i britannici Michael McCarty, terzo con 296 (+9), e Leonardo Petrocelli, quarto con 318 (+31). Al quinto posto con 320 (+33) il greco Adonis Sotiropoulos.
E’ il secondo successo di Elli in stagione che in precedenza aveva vinto la Vilnius Pro Am e inoltre à giunto secondo nel Blacksearama Vivacom Pro Am e nell’Aegean Airline Pro Am, gara vinta da Alessandro Tadini, anch’egli con due titoli sullo stesso circuito (l’altro nella Messinia Pro Am).
Autentica impresa di Jon Rahm, vincitore con 269 (66 69 66 68, -19) colpi del DP World Tour Championship, ottavo e ultimo evento delle Rolex Series, che ha chiuso la stagione dell’European Tour e che lo ha incoronato numero uno in Europa, succedendo a Francesco Molinari. In un giro finale emozionante, combattuto, con gran gioco e ricco di emozioni, lo spagnolo ha avuto ragione per un colpo di Tommy Fleetwood (270, -18), rinvenuto di prepotenza nelle ultime sette buche a suon di birdie (cinque). Rahm, raggiunto dall’inglese, si è trovato a dover tirare sulla 18ª buca un putt per il birdie che valeva cinque milioni di dollari, tre milioni di prima moneta (premio più alto per una gara in assoluto nel mondo) su un montepremi di otto milioni di dollari, il più cospicuo del circuito, più altri due milioni di dollari di bonus per la Race to Dubai (ordine di merito). E lo ha imbucato da circa due metri dopo una magistrale uscita da un bunker.
Tre gli azzurri in gara con Guido Migliozzi che ha ottenuto un lusinghiero 16° posto (283 - 73 70 68 72, -5), al termine di un’ottima prima stagione sul tour, e con Francesco Molinari 40° con 289 (69 76 71 73, +1), e Andrea Pavan, 49° con 297 (77 74 71 75, +9).
Note di merito per Mike Lorenzo Vera, leader per tre turni, terminato alle spalle dei due protagonisti con 271 (-17), mentre Rory McIlroy, ha chiuso in quarta posizione con 276 (-12), dopo una prestazione estremamente altalenante. In alta classifica, però mai in corsa per il titolo, Danny Willett, quinto con 277 (-11), Sergio Garcia, Tom Lewis e Thomas Pieters, sesti con 278 (-10).
Rahm come Ballesteros - Cinque giocatori potevano imporsi nella Race To Dubai. Gli altri tre erano Bernd Wiesberger (28° con 286, -2), leader alla partenza, che si è subito defilato uscendo dalla contesa, Matthew Fitzpatrick, nono con 279 (-9), e Shane Lowry, 12° con 281 (-7), anche loro rapidamente fuori gioco.
Jon Rahm, 25enne di Barrika con sei successi sull’European Tour (unico con quattro nelle Rolex Series istituite nel 2017) e tre sul PGA Tour, è il secondo spagnolo a vincere la money list sul circuito dopo Severiano Ballesteros. Ha fatto meglio invece del grande campione iberico limitatamente a sei titoli siglati fino ad ora, poiché ci è arrivato dopo 40 gare disputate, contro le 55 che erano servite al suo connazionale per lo stesso traguardo. Il successo lo ha anche fatto salire al terzo posto nel World Ranking. Nel suo score di 68 (-4) cinque birdie sulle prime sette buche, con sei colpi di vantaggio, poi quattro bogey e tre birdie che hanno portato al brivido finale. Fleetwood, vincitore della Race To Dubai nel 2017, è rinvenuto con un 65 (-7) grazie all’accelerazione di cui si è detto preceduta da tre birdie e un bogey nella prima metà del campo.
“Sento che vorrei piangere per l’emozione” ha detto Rahm a caldo. “Avevo tanti colpi di vantaggio, ma mi sono ritrovato a dover imbucare l’ultimo putt per vincere. Tante volte avevo sognato di fare birdie sulla buca finale per conquistare un titolo e ora si è avverato. E’ stata veramente dura. Può succedere che ci siano dei ribaltamenti anche inattesi durante una gara, ma la mia forza è stata quella di tener duro dopo aver perso un po’ di concentrazione a partire dall’ottava buca. Comunque non pensavo di esprimermi a questo livello dopo sei settimane di riposo”.
Gli azzurri - Guido Migliozzi ha recuperato gradatamente posizioni dopo aver iniziato al 33° posto. Nel giro finale si è espresso con un 72 (par) frutto di tre birdie e di tre bogey. Francesco Molinari e Andrea Pavan hanno probabilmente risentito di una stagione sicuramente logorante. Il torinese, penalizzato da un 76 (+4) nel secondo turno, ha girato in 73 (+1) con cinque birdie, quattro bogey e un doppio bogey, e Andrea Pavan ha messo insieme due birdie e cinque bogey per il 75 (+3).
EDGA Dubai Finale a George Groves - Il britannico George Groves ha vinto l’EDGA Dubai Finale, gara sulla distanza di 36 buche disputata in concomitanza con il torneo e riservata a giocatori con disabilità che ha visto in campo otto concorrenti, compresi sei tra i primi del ranking mondiale. Groves, numero uno, ha concluso con 159 (77 82, +15) colpi, precedendo Chad Pfeifer (162, +18), Christopher Biggins (164, +20), e Charles-Henry Quelin (170, +26).
ROBERT MACINTYRE “ROOKIE OF THE YEAR” - Lo scozzese Robert MacIntyre, 23enne di Oban, ha ricevuto il “Rookie of The Year Award”, che designa il miglior debuttante della stagione. Erano in quattro a competere per l’ambito riconoscimento e MacIntyre è stato preferito a Guido Migliozzi, allo statunitense Kurt Kitayama e allo spagnolo Adri Arnaus. Da rilevare che lo scozzese non ha vinto nel 2019, così come Arnaus, mentre Migliozzi e Kitayama hanno conquistato due successi. MacIntyre, che con una serie di piazzamenti, è salito tra i top 100 del mondo (69° prima dell’evento), ha detto: “Sono contentissimo e dedico questo riconoscimento alla mia famiglia”. Nella gara si è classificato 14° con 282 (-6). L’ultimo scozzese a ricevere questo attestato era stato Marc Warren nel 2006
TERZO GIRO - Nel DP World Tour Championship, ottavo e ultimo evento delle Rolex Series, che chiude anche la stagione dell’European Tour sul percorso del Jumeirah Golf Estates (par 72), a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, Mike Lorenzo-Vera (201 - 63 69 69, -15) è stato raggiunto al vertice da Jon Rahm (201 - 66 69 66), il quale ha decisamente attaccato con un 66 (-6) così come Rory McIlroy, terzo con 203 (-13), autore di un 65 (-7). Ha effettuato un bel giro in 68 (-4) colpi Guido Migliozzi, da 20° a 11° con 211 (73 70 68, -5), mentre sono rimasti nelle loro posizioni Francesco Molinari, 32° con 216 (69 76 71, par), e Andrea Pavan, 48° con 222 (77 74 71, +6).
Nella corsa alla Race To Dubai (ordine di merito), che designa il numero uno in Europa, con questa classifica prevarrebbe Jon Rahm (n. 3 del ranking), perché Bernd Wiesberger, numero uno, è scivolato al 24° posto con 214 (-2) dopo un 73 (+1) e peraltro non appare più in grado di porre rimedio alla possibilità che prevalga lo spagnolo o anche Tommy Fleetwood (n. 2), che pur avendo avuto una leggera flessione scendendo dal secondo al quarto posto (205, -11) ha intatte possibilità di impossessarsi di entrambi i titoli, della gara e della Race. In rimonta anche Matthew Fitzpatrick (n. 5), nono con 210 (-6) e Shane Lowry (n. 4), stesso score di Migliozzi, ossia gli altri due nel quintetto che può aspirare alla leadership continentale, ma sembra piuttosto improbabile un loro recupero.
Per il successo nel torneo possono competere anche Thomas Pieters, quinto con 206 (-10), e Marcus Kinhult, sesto con 207 (-9), e la matematica non esclude, anche se un po’ lontani Danny Willett e Christiaan Bezuidenhout, settimi con 208 (-8). Out Justin Rose, 16° con 212 (-4).
L’ultima buca è stata fatale a Lorenzo Vera. Infatti il suo unico bogey di giornata (69, -3, insieme a quattro birdie), si è combinato con il settimo birdie di Rahm (contro un bogey) ed è stato aggancio. McIlroy ha realizzato il miglior punteggio di giornata con un eagle, cinque birdie e nessun bogey.
Guido Migliozzi, in competizione per il “Rookie of The Year Award”, ha segnato sei birdie e un doppio bogey e ora è davanti agli altri tre candidati al riconoscimento: Adri Arnaus, che affianca Rose, Robert MacIntyre, 20° con 213 (-3), e Kurt Kitayama, precipitato al 49° posto con 223 (+7). La prestazione nel torneo non sarà decisiva nelle valutazioni, ma potrebbe dare un contributo. Per Francesco Molinari 71 (-1) colpi con due birdie e un bogey e per Andrea Pavan identico score con quattro birdie e tre bogey. Il montepremi è di otto milioni di dollari, il più cospicuo del circuito, con una prima moneta di tre milioni di dollari, la più alta in assoluto per l’European Tour.
SECONDO GIRO - Mike Lorenzo-Vera ha mantenuto il comando con 132 (63 69, -12) colpi nel DP World Tour Championship, ottavo e ultimo evento delle Rolex Series, che chiude anche la stagione dell’European Tour sul percorso del Jumeirah Golf Estates (par 72), a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, portando il vantaggio a tre lunghezze sui primi inseguitori, Tommy Fleetwood e Jon Rahm (135, -9), i quali si stanno battendo per la Race To Dubai (ordine di merito), che definisce il numero uno in Europa. Tra gli azzurri ha rimontato Guido Migliozzi, da 33° a 20° con 143 (73 70, -1), ha perso terreno Francesco Molinari, da ottavo a 32° con 145 (69 76, +1), ed è rimasto praticamente stabile Andrea Pavan, 48° con 151 (77 74, +7).
Lorenzo-Vera, 34enne di Biarritz senza titoli sul circuito, è partito forte con sei birdie e un bogey sulle prime 14 buche, poi ha rallentato con due bogey (69, -3) forse anche perché non ancora perfettamente guarito da una infezione che l’ha colpito in Sudafrica la scorsa settimana. Comunque con il 132 ha eguagliato il punteggio record del torneo dopo 36 buche stabilito da Henrik Stenson, Alvaro Quiros e da Andy Sullivan.
Per il primato nella Race To Dubai Fleetwood, attualmente 2° nel ranking, e Rahm (3°), hanno mandato un segnale preciso a Bernd Wiesberger, il leader, 13° con 141 (-3), che con questa classifica verrebbe sorpassato dal primo. In corsa soli altri due giocatori, Shane Lowry (n. 4), che affianca l’austriaco, e Matthew Fitzpatrick (n. 5), 17° con 142 (-2). Se Fleetwood e Rahm vincono, Wiesberger può vanificare la loro impresa classificandosi secondo, se l’inglese giunge secondo il leader può mantenere la posizione con il terzo, mentre se il secondo è Rahm, può anche terminare quinto.
Per la gara sono in alta classifica Tom Lewis, quarto con 137 (-7), Christiaan Bezuidenhout, Thomas Pieters e Rory McIlroy, quinti con 138 (-6), con quest’ultimo retrocesso di tre posizioni, e Justin Rose, ottavo con 139 (-5).
Guido Migliozzi, in corsa per il “Rookie of The Year Award”, ha superato due degli altri tre candidati, Robert MacIntyre, 32° con 145 (+1), e Kurt Kitayama, stesso score di Molinari. E’ invece alle spalle di Adri Arnaus, decimo con 140 (-4). La prestazione nel torneo non sarà decisiva nelle valutazioni, ma potrebbe dare un contributo. Il veneto ha girato in 70 (-2) con cinque birdie e tre bogey. Per Francesco Molinari 76 (+4) colpi con un birdie iniziale e poi un doppio bogey e tre bogey nel resto del tracciato e per Andrea Pavan 74 (+2) con quattro birdie, due bogey e due doppi bogey.
PRIMO GIRO - Francesco Molinari è all’ottavo posto con 69 (-3) colpi dopo il primo giro del DP World Tour Championship, ottavo e ultimo evento delle Rolex Series, che chiude anche la stagione dell’European Tour sul percorso del Jumeirah Golf Estates (par 72), a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. dove è al vertice con un ottimo 63 (-9) il francese Mike Lorenzo-Vera. E’ a metà classifica Guido Migliozzi, 33° con 73 (+1), e chiude il gruppo Andrea Pavan, 50° con 77 (+5).
Lorenzo-Vera, 34enne di Biarritz senza titoli sul circuito, ha segnato un eagle, otto birdie e un bogey, realizzando lo score più basso in carriera, pur non essendo in condizioni fisiche ottimali per una infezione contratta in Sudafrica.
In grande spolvero Rory McIlroy (un eagle, sette birdie, un bogey), che però anche vincendo non diventerebbe il numero uno in Europa. Infatti sono solo cinque i giocatori in competizione per la leadership nella Race To Dubai (ordine di merito). Sono partiti con il piede giusto Jon Rahm (attuale n. 3), terzo con 66 (-6, sei birdie) e uno dei due concorrenti che non hanno segnato bogey nel turno, e Tommy Fleetwood (n. 2), quarto con 67 (-5) insieme a Tom Lewis, ma sia lo spagnolo che l’inglese debbono giungere primi o anche secondi per conquistare la corona continentale, ma usufruendo di coincidenze favorevoli. Piuttosto contratto e falloso dal tee il numero 1, l’austriaco Bernd Wiesberger, 14° con 70 (-2), che ha sistemato un po’ lo score nel finale dopo una partenza difficile, mentre ha un colpo in più Matthew Fitzpatrick (n. 5), 21° con 71 (-1), ed è apparso in chiara difficoltà Shane Lowry (n. 4), stesso punteggio di Migliozzi.
L’azzurro, in lizza per il “Rookie of The Year Award”, al momento rende qualcosa agli altri tre candidati, Adri Arnaus, che affianca Wiesberger, Robert MacIntyre e Kurt Kitayama, 21,i come Fitzpatrick e Sergio Garcia.
Francesco Molinari, alla pari in graduatoria con Justin Rose e con Thomas Detry l’altro giocatore che non ha incontrato bogey, ha guadagnato tre colpi sul par in cinque buche (tre birdie), poi non ha più accelerato concludendo la sua corsa con un bogey e un birdie. Molto altalenante il cammino di Guido Migliozzi con un eagle, quattro birdie, cinque bogey e un doppio bogey e giro da dimenticare in fretta per Andrea Pavan, che ha messo insieme sei bogey in otto buche e poi ha proseguito con quattro birdie, un bogey e un doppio bogey. Il montepremi è di otto milioni di dollari, il più cospicuo del circuito, con una prima moneta di tre milioni di dollari, la più alta in assoluto per l’European Tour.
LA VIGILIA - Il DP World Tour Championship chiude la stagione dell’European Tour sul percorso del Jumeirah Golf Estates, a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, (21-24 novembre), dopo 47 tornei disputati in 31 diverse nazioni.
In campo 50 concorrenti, i primi della Race To Dubai (ordine di merito) a scalare, tra i quali tre azzurri: Francesco Molinari, 28° in questa graduatoria, Andrea Pavan (29°) e Guido Migliozzi (40°). Tra i top 50 una sola defezione, quella di Tony Finau (39°) che ha lasciato spazio al danese Joachim B. Hansen (51°).
Tanti i motivi di interesse, a iniziare da quelli sportivi, con un titolo prestigioso da conquistare, con la lotta a cinque per l’ambito successo nella Race To Dubai, che designa in numero 1 in Europa, e a quattro per il titolo di “Rookie of The Year”, che vede in corsa anche Migliozzi. E non mancano quelli economici con l’ottavo e ultimo evento delle Rolex Series, che mette in palio un montepremi di otto milioni di dollari, il più cospicuo del circuito, e una prima moneta di tre milioni di dollari, la più alta in assoluto per l’European Tour.
Cinque per la leadership continentale - Saranno cinque i giocatori che si contenderanno la leadership nell’ordine di merito, dove lo scorso anno dominò Francesco Molinari. Parte da una posizione di privilegio Bernd Wiesberger, tre titoli in stagione di cui due nelle Rolex Series Open d’Itala compreso, al comando con 4.802 punti, ma con gli oltre 2.000 punti riservati al vincitore della gara (su 12.000 totale) può essere sorpassato dai quattro che lo seguono: Tommy Fleetwood (p. 4.079), Jon Rahm (p. 3.898), Shane Lowry (p. 3.613) e Matthew Fitzpatrick (p. 3.320). Tutti, però, dipenderanno dalla posizione dell’austriaco, al quale per divenire il primo giocatore della sua nazione a imporsi nel ranking basterà anche un secondo posto. Da rilevare. comunque, l’ottima condizione di Fleetwood, a segno nel Nedbank Golf Challenge della passata settimana e che sarà in contesa per il successo per il terzo anno consecutivo, dopo essere giunto primo nel 2017 e secondo nel 2018.
La gara - Il quintetto, comunque, non avrà vita facile per la qualità del field che annovera, tra gli altri, Rory McIlroy numero due mondiale, Justin Rose, numero otto, Matt Wallace, Paul Casey, Danny Willett, campione in carica, Victor Perez, Erik Van Rooyen, Sergio Garcia ed Henrik Stenson, due volte sul gradino più alto del podio (2013-2014) come McIlroy (2012-2015). Francesco Molinari non potrà riconfermarsi al vertice europeo, ma cercherà di tornare alla vittoria che gli manca da otto mesi (Arnold Palmer Invitational, 2019, PGA Tour). Ci sarà anche un derby in famiglia con Pavan per la supremazia italiana nel continente con i due che sono separati da appena 30 punti. Si gioca sulla distanza di 72 buche, senza taglio.
Rookie of the Year Award - Guido Migliozzi proverà a prendersi il “Rookie of The Year Award”, riconoscimento che spetta al miglior debuttante della stagione. E’ in competizione con lo scozzese Robert MacIntyre, numero 11 nella money list, con lo statunitense Kurt Kitayama (12°) e con lo spagnolo Adri Arnaus (37°) e un acuto a Dubai potrebbe essere determinante. L’azzurro ha colto due titoli, ma anche Kitayama ha fatto lo stesso e vanta una striscia di piazzamenti migliore. Gli altri due contendenti non hanno invece successi.
Le partenze - Primo degli azzurri a partire sarà Guido Migliozzi alle ore 9,20 locali (6,20 italiane) insieme a Thomas Detry. Seguiranno Andrea Pavan alle ore 10,15 con Paul Casey, e Francesco Molinari alle 10,25 con Haotong Li. Chiuderanno alle 12,30 Shane Lowry e John Rahm e alle ore 12,40 Bernd Wiesberger e Tommy Fleetwood.
EDGA Dubai Finale - Sabato 23 novembre e domenica 24 si disputerà l’EDGA Dubai Finale riservati a giocatori con disabilità. In campo otto concorrenti, sei tra i primi del ranking mondiale e due wild card. Vi saranno, tra gli altri, i britannici George Groves, numero uno, e Mike Browne, numero tre, mentre una delle wild card è andata allo svedese Joakim Bjorkman, vincitore dal 2014 al 2018 dell’Open d’Italia disabili.
Il torneo su GOLFTV - Il DP World Tour Championship viene trasmesso in diretta e in esclusiva su GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it) con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 21 novembre, venerdì 22 e sabato 23, dalle ore 8 alle ore 14; domenica 24, dalle ore 7,30 alle ore 13,30. Su Eurosport 2: giovedì 21, venerdì 22, diretta dalle ore 10 alle ore 14; sabato 23, differita dalle ore 20 alle ore 22; domenica 24, diretta dalle ore 9,30 alle ore 13,30. Commento di Nicola Pomponi, Alessandro Bellicini e di Maurizio Trezzi.
Doppio successo per coreana Sei Young Kim, che si è imposta con 270 (65 67 68 70, -18) colpi nel CME Group Tour Championship e contemporaneamente ha vinto la Race to the CME Globe, la versione al femminile, ma con montepremi ben più ridotto, della FedEx Cup maschile.
Quest’anno il regolamento della Race è stato cambiato: non c’è più stato il reset dei punti conquistati in stagione con assegnazione di altri prestabili, ma tutte le 60 concorrenti sono partite da zero, ossia con pari possibilità di assicurarsi il trofeo vincendo la gara. Sei Young Kim in tal modo ha potuto intascare la prima moneta di 1.500.000 dollari, la più alta in assoluto per un evento femminile di cui 500.000 dollari per il titolo e un milione di dollari per la Race, su un montepremi totale di cinque milioni di dollari.
Sul percorso del Tiburón Golf Club (par 72), a Naples in Florida, nell’evento che ha concluso il LPGA Tour 2019, Sei Young Kim, 26enne di Seoul, ha firmato il terzo titolo stagionale e il decimo in carriera per un palmares che comprende anche cinque successi nel LPGA Korean Tour. Ha fatto corsa di testa, ma ha vinto liltorneo all’ultimo respiro dopo un giro in 70 (-2, cinque birdie, tre bogey) grazie a un birdie sull’ultima buca che le ha permesso di superare di un colpo l’inglese Charley Hull, la quale aveva rimontato dal quarto posto e l’aveva raggiunta con cinque birdie sulle ultime sette buche (in totale 66, -6, sei birdie), rimanendo in attesa in club house con il suo 271 (-17) quando l’avversaria aveva ancora due buche da giocare, che ha sfruttato al meglio.
Si sono classificate al terzo posto con 272 (-16) Danielle Kang e Nelly Korda, al quinto con 273 (-15) la canadese Brooke M. Henderson, e al sesto con 275 (-13) Lexi Thompson, che difendeva il titolo nella gara, Jessica Korda, sorella di Nelly, e l’australiana Su Oh. All’11° con 277 (-11) la thailandese Ariya Jutanugarn, che aveva fatto sua la Race nello scorso anno, e le coreane Jeongeun Lee6 e Jin Young Ko, leader mondiale, penalizzata da un infortunio che ancora non è riuscita a smaltire completamente. Sotto torno la cinese Shanshan Feng e la giapponese Nasa Hataoka, 25.e con 282 (-6), mentre è stata costretta al ritiro la coreana Sung Hyun Park, numero due del Rolex Ranking, che era 60ª e ultima dopo tre turni.
TERZO GIRO - La coreana Sei Young Kim ha continuato la sua corsa di testa, rimanendo al vertice con 200 (65 67 68, -16) colpi nel CME Group Tour Championship, ultimo evento stagionale del LPGA Tour e anche atto finale della Race to the CME Globe, la versione al femminile, ma con montepremi ben più ridotto, della FedEx Cup maschile.
Quest’anno il regolamento della Race è stato cambiato: non più reset dei punti conquistati in stagione con assegnazione di altri prestabili, ma tutte le 60 concorrenti ammesse sono ripartite da zero, ossia con pari possibilità di assicurarsi il trofeo vincendo la gara. La prima moneta di 1.500.000 dollari, la più alta in assoluto per un evento femminile, è l’insieme di 500.000 dollari per il titolo e di un milione di dollari per il CME Globe, su un montepremi totale di cinque milioni di dollari.
Sul percorso del Tiburón Golf Club (par 72), a Naples in Florida, la leader, 26enne di Seoul nove volte a segno nel circuito e cinque nel LPGA Korean Tour, pur avendo marciato con quattro birdie senza bogey per il 68 (-4) ha faticato a contenere il ritorno di Nelly Korda, seconda con 201 (-15), che dopo essere partita con un doppio bogey ha infilato otto birdie per il 66 (-6). La volata verso il jackpot potrebbe anche ridursi a un duello tra le due, poiché la tedesca Caroline Masson, terza con 204 (-12), ha quattro colpi di ritardo, ne accusa cinque l’inglese Charley Hull, quarta con 205 (-11), e sono a sei (206, -10) Jessica Korda, sorella di Nelly, la coreana Jin Young Ko numero uno mondiale che non è al top per un infortunio non pienamente smaltito e che comunque ha rimontato dalla 23ª piazza, l’australiana Su Oh e la canadese Brooke M. Henderson.
Sarà difficile che possano ripetersi Lexi Thompson, vincitrice della gara lo scorso anno, nona con 207 (-9) e la thailandese Ariya Jutanugarn, campionessa uscente della Race, 16ª con 208 (-8) insieme alla coreana Jeongeun Lee6. Deludenti la cinese Shanshan Feng, 33ª con 214 (-2), e la coreana Sung Hyun Park, numero due del Rolex ranking, 60ª ed ultima con 223 (+7).
SECONDO GIRO - La coreana Sei Young Kim ha mantenuto il comando con 132 (65 67, -12) colpi del CME Group Tour Championship, ultimo evento stagionale del LPGA Tour e anche atto finale della Race to the CME Globe, la versione al femminile, ma con montepremi ben più ridotto, della FedEx Cup maschile.
Quest’anno il regolamento della Race è stato cambiato: non più reset dei punti conquistati in stagione con assegnazione di altri prestabili, ma tutte le 60 concorrenti ammesse sono ripartite da zero, ossia con pari possibilità di assicurarsi il trofeo vincendo la gara. La prima moneta di 1.500.000 dollari, la più alta in assoluto per un evento femminile, è l’insieme di 500.000 dollari per il titolo e di un milione di dollari per il CME Globe, su un montepremi totale di cinque milioni di dollari.
Sul percorso del Tiburón Golf Club (par 72), a Naples in Florida, Sei Young Kim, 26enne di Seoul nove volte a segno nel circuito e cinque nel LPGA Korean Tour, ha tenuto alto il ritmo con sei birdie e un bogey per il 67 (-5) con cui ha lasciato a due colpi la tedesca Caroline Masson (134, -10). Al terzo posto con 135 (-9) Nelly Korda e la canadese Brooke M. Henderson, al quinto con 136 (-8) l’australiana Su Oh e al sesto con 137 (-7) Lexi Thompson, campionessa uscente della gara, Jessica Korda, sorella di Nelly, e la cinese Yu Liu. Può recuperare la giapponese Nasa Hataoka, che si trova tra le sei concorrenti in nona posizione con 138 (-6), mentre appare più difficile il compito della coreana Jeongeun Lee6, 15ª con 139 (-5). Sembrano invece già fuori gioco, se non altro per il tipo di rendimento che stanno fornendo, la coreana Jin Young Ko, numero uno mondiale, 23ª con 140 (-4), peraltro sofferente per un infortunio non pienamente smaltito, la cinese Shanshan Feng e la thailandese Ariya Jutanugarn, vincitrice della Race nel 2018 e nel 2016, 29.e con 142 (-2), l’altra coreana Sung Hyun Park, numero due del Rolex ranking, 37ª con 144 (par), e l’australiana Minjee Lee, 43ª con 145 (+1).
PRIMO GIRO - La caccia alla prima moneta record del circuito, 1,5 milioni di dollari su un montepremi di cinque milioni di dollari, è iniziata con la coreana Sei Young Kim al vertice con 65 (-7) colpi del CME Group Tour Championship, ultimo evento stagionale del LPGA Tour e anche atto finale della Race to the CME Globe, la versione al femminile, ma con montepremi ben più ridotto, della FedEx Cup maschile.
Quest’anno il regolamento della Race è stato cambiato: non più reset dei punti conquistati in stagione con assegnazione di altri prestabili, ma tutte le 60 concorrenti ammesse sono ripartite da zero, ossia con pari possibilità di assicurarsi il trofeo vincendo la gara. E la prima moneta è l’insieme di 500.000 dollari per il titolo e di un milione di dollari per il CME Globe.
Sul percorso del Tiburón Golf Club (par 72), a Naples in Florida, Sei Young Kim, 26enne di Seoul nove volte a segno nel circuito e cinque nel LPGA Korean Tour, ha messo insieme un eagle e cinque birdie, senza bogey, per lasciare a due lunghezze la connazionale So Yeon Ryu, Nelly Korda, forse la più in forma tra le statunitensi, e l’inglese Georgia Hall (67, -5), Al quinto posto con 68 (-4) Marina Alex, Lizette Salas, la canadese Brooke M. Henderson, la tedesca Caroline Masson e la danese Nanna Koerstz Madsen.
Ritardi già importanti, anche se recuperabili, per Lexi Thompson, 17ª con 70 (-2), che difende il titolo nel torneo, e per le coreane Jin Young Ko, leader mondiale, e Sung Hyun Park, numero due, per la cinese Shanshan Feng e per l’australiana Minjee Lee, 22.e con 71 (-1). Un colpo in più per la coreana Jeongeun Lee6, 33ª con 72 (par), e salvo improbabili miracoli, nessuna chance per la thailandese Ariya Jutanugarn, 57ª e ultima con 76 (+4), di confermare il successo nella Race to the CME Globe, che aveva ottenuto anche nel 2016.
LA VIGILIA - Si conclude la stagione del LPGA Tour con la disputa del CME Group Tour Championship (21-24 novembre) anche atto finale della Race to the CME Globe, la versione al femminile, ma con montepremi ben più ridotto, della FedEx Cup maschile.
Sul percorso del Tiburón Golf Club, a Naples in Florida, 60 concorrenti si contenderanno il montepremi di 5.000.000 di dollari con prima moneta di 1.500.000 dollari, cifra record per il circuito. Difende il titolo del torneo Lexi Thompson, che nel 2017 si era assicurata la Race to the CME Globe, appannaggio lo scorso anno e nel 2016 della thailandese Ariya Jutanugarn.
Fari puntati sulla coreana Jin Young Ko, leader della classifica mondiale, dell’ordine di merito, dove non può più essere superata, e della Race (p. 4148) con largo margine sulla canadese Brooke M. Henderson (p. 2.907), che terminò nel 2018 sulla scia della Jutanugarn. Punti che, però, non contano più. Infatti con il nuovo regolamento sono stati azzerati e tutte le 60 concorrenti partiranno alla pari: la prima classificata riceverà 500.000 dollari per il successo nella gara e un milione di dollari di bonus quale vincitrice della Race.
La Ko sarebbe stata la grande favorita, ma attualmente soffre per un problema alla caviglia che l’ha costretta al ritiro negli ultimi due eventi a cui ha preso parte, e pertanto potrebbe non avere la possibilità di esprimersi al meglio. Da ricordare, comunque, che la 24enne di Seoul ha dominato nella stagione conquistando quattro titoli (su sei totali nel suo palmarèe), di cui due in major.
Tante le possibili protagoniste tra le quali ricordiamo, oltre alla Henderson, l’australiana Minjee Lee, le coreane Jeongeun Lee6, Sung Hyun Park, Hyo Joo Kim e Sei Young Kim, le statunitensi Nelly Korda, Danielle Kang e la stessa Thompson, quindi la Jutanugarn e la cinese Shanshan Feng. In gara anche la neozelandese Lydia Ko, che da tempo ha perso la brillantezza che al suo ingresso nel LPGA Tour l’aveva condotta in cima al Rolex Ranking e che in quel periodo inaugurò l’albo d’oro della Race to the CME Globe, vincendola nel 2014 e nel 2015.
Tyler Duncan ha ottenuto il primo titolo sul PGA Tour nel RSM Classic (PGA Tour) disputato sui percorsi del Sea Island Resort (Seaside Course par 70 e Plantation Course par 72) a Saint Simon Island in Georgia. Nel giro finale, svoltosi sul Seaside Course, il 30enne di Columbus (Indiana) ha concluso con 263 (67 61 70 65, -19) colpi raggiungendo con due birdie a chiudere, preceduti da altri quattro e da un bogey per il 65 (-5), Webb Simpson (263 - 65 68 63 67), autore di un 67 (-3) con quattro birdie e un bogey.
Nello spareggio Duncan ha prevalso con un birdie alla seconda buca supplementare, dopo che entrambi i contendenti avevano terminato la prima in par. Insieme a un assegno di 1.188.000 dollari, su un montepremi di 6.600.000 dollari, ha ricevuto l’esenzione per giocare sul tour fino al 2022, senza problemi di ‘carta’. e nella prossima stagione potrà prendere parte a due major, Masters e PGA Champioship, al The Players e al Sentry of Champions
Ha mancato il playoff per un colpo il colombiano Sebastian Muñoz, terzo con 264 (-18), e non è riuscito a centrate il terzo titolo in tre gare consecutive Brendan Todd, quarto con 266 (-16), a segno in precedenza nel Bermuda Championship e nel Mayakoba Championship, che in tal modo avrebbe eguagliato Tiger Woods autore della prodezza nel 2006. Inoltre per Todd con il 72 (+2) si è interrotta la serie di dodici giri consecutivi con score sotto i 70 colpi. In quinta posizione con 267 (-15) Scottie Scheffler, il coreano Kyoung-Hoon Lee e lo svedese Henrik Norlander e in ottava con 268 (-14) Denny McCarthy e D.J. Trahan.
TERZO GIRO - Brendon Todd ha rimontato dalla settima posizione con un gran 62 (-8) e ha preso il comando con 194 (66 66 62, -18) colpi nel RSM Classic (PGA Tour) che si sta svolgendo sui percorsi del Sea Island Resort (Seaside Course par 70 e Plantation Course par 72) a Saint Simon Island in Georgia.
Todd, 34enne di Pittsburgh (Pennsylvania), tre titoli sul circuito e vincitore delle due gare precedenti (Bermuda Championship e Mayakoba Championship), a distanza di cinque anni dal primo successo, ha realizzato otto birdie senza bogey sul Seaside Course, dove si è svolta la terza frazione, siglando anche il dodicesimo punteggio consecutivo sotto i 70 colpi.
Inizierà la volata finale, a caccia del terzo alloro consecutivo - che gli permetterebbe di eguagliare Tiger Woods, autore dell’impresa nel 2006 - con due colpi di vantaggio su Webb Simpson, in risalita dall’undicesima piazza con un 63 (-7), e sul colombiano Sebastian Muñoz (196, -16).
Saranno in competizione per salire sul gradino più alto del podio anche D.J. Trahan, quarto con 197 (-15), Ricky Barnes, Tyler Duncan, leader dopo due turni, e il coreano Kyoung-Hoon Lee, quinti con 198 (-14). Hanno chances, anche se più limitate, Scottie Scheffler, Doc Redman, Brian Harman e lo svedese Henrik Norlander, ottavi con 199 (-13). Il montepremi è di 6.600.000 dollari.
SECONDO GIRO - Tyler Duncan è il nuovo leader con 128 (67 61, -14) colpi del RSM Classic (PGA Tour) che si sta svolgendo sui percorsi del Sea Island Resort (Seaside Course par 70 e Plantation Course par 72) a Saint Simon Island in Georgia.
Il 30enne di Columbus (Indiana), senza titoli sul circuito, ha girato in 61 (-9) colpi sul Seaside, realizzando un eagle (a una buca per 4) e sette birdie e sopravanzando di due lunghezze D.J. Trahan, l’australiano Rhein Gibson e il colombiano Sebastian Muñoz (130, -12).
In quinta posizione con 131 (-11) Ricky Barnes e l’argentino Fabian Gomez e in settima con 132 (-10) Scott Brown, il coreano Kyoung-Hoon Lee, lo svedese Henrik Norlander e Brendon Todd, vincitore dei due eventi precedenti (Bermuda Championship e Mayakoba Championship) che con il 66 (-6) al Plantation ha siglato l’undicesimo punteggio consecutivo sotto i 70 colpi.
Ha ceduto Webb Simpson, 11° con 133 (-9), leader dopo un turno, e sono usciti al taglio, caduto a 138 (-4), Charles Howell III, che difendeva il titolo (140, -2), Matt Kuchar (141, -1) e Johnson Wagner (141), che nel primo giro aveva segnato il terzo albatross della sua carriera, eguagliando in record in materia che era stato stabilito da Tim Petrovic, statistica che parte del 1983 ossia da quando il PGA Tour ha iniziato ad annotare i punteggi buca per buca. Il montepremi è di 6.600.000 dollari.
PRIMO GIRO - Webb Simpson ha preso il comando con “meno 7” nel RSM Classic (PGA Tour) che si sta svolgendo sui percorsi del Sea Island Resort (Seaside Course par 70 e Plantation Course par 72) a Saint Simon Island in Georgia. La classifica fa riferimento al par essendo differenti quelli dei due campi.
Simpson, 34enne di Raleigh (North Carolina), con cinque titoli sul circuito comprensivi di un major (US Open, 2012) e alla 285ª gara disptata, ha girato in 65 colpi sul Plantation con un eagle, sette birdie e due bogey. Precede un terzetto a “meno 6” composto da Cameron Tringale (64 Sea), dal coreano Kyoung-Hoon Lee (64 Sea) e dall’australiano Rhein Gibson (66 Pl). Tra i concorrenti al quinto posto con “meno 5” Brian Harman e lo sloveno Rory Sabbatini (entrambi 67 Pl) e al 14° con “meno 4” Brendon Todd, vincitore dei due eventi precedenti (Bermuda Championship e Mayakoba Championship) che con il 66 (Sea) ha realizzato il decimo punteggio consecutivo sotto i 70 colpi. A metà classifica Charles Howell III, campione in carica, 43° con “meno 2” (68 Sea), e Jim Furyk, 66° con “meno 1” (69 Sea), e in bassa Matt Kuchar, 91° con il par (72 Pl). Il montepremi è di 6.600.000 dollari.
Albatross record di Johnson Wagner - Johnson Wagner (31° con “-3”, score 67) ha realizzato un rarissimo albatross chiudendo in due colpi la buca 15 (par 5, yards 460) del Seaside Course. Ha centrato il bersaglio con il secondo colpo dalla distanza di 256 yards utilizzando un legno 3. In tal modo ha eguagliato il record del maggior numero di albatross realizzati sul circuito di Tim Petrovic, statistica che parte del 1983 ossia da quando il PGA Tour ha iniziato ad annotare i punteggi buca per buca. In carriera Wagner di albatross ne ha realizzati quattro, compreso uno sul Korn Ferry Tour.
Diretta su GOLFTV - Il RSM Classic viene trasmesso in diretta e in esclusiva su GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it) con collegamenti ai seguenti orari: venerdì 22 novembre, dalle ore 18 alle ore 22; sabato 23 e domenica 24, dalle ore 19 alle ore 22. Commento di Isabella Calogero e di Federico Colo
LA VIGILIA - Il PGA Tour torna negli Stati Uniti, dopo la parentesi in Messico, per la disputa del RSM Classic (21-24 novembre) sul percorso del Sea Island Resort (Seaside) e Sea Island in Georgia.
Difende il terzo titolo della sua carriera, arrivato undici anni dopo il secondo, Charles Howell III, 40enne di Augusta, in un evento trascurato dai big. Nel field, comunque, vi sono buoni giocatori quali Matt Kuchar, Webb Simpson, Jim Furyk, Bill Haas, Zach Johnson, Kevin Kisner, il canadese, Adam Hadwin, il sudafricano Dylan Frittelli, l’inglese Luke Donald, l’austriaco Sepp Straka e lo svedese Alex Noren. Il montepremi è di 6.600.000 dollari.
Diretta su GOLFTV - Il RSM Classic viene trasmesso in diretta e in esclusiva su GOLFTV, piattaforma streaming di Discovery (info www.golf.tv/it) con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 21 novembre e venerdì 22, dalle ore 18 alle ore 22; sabato 23 e domenica 24, dalle ore 19 alle ore 22. Commento di Isabella Calogero e di Federico Colombo.
La scozzese Catriona Matthew è stata confermata quale capitana del Team Europe per la 17ª edizione della Solheim Cup, sfida con la compagine statunitense che si terrà all’Inverness Club di Toledo, in Ohio, dal 4 al 6 settembre 2021. La scozzese, che ha condotto al successo la formazione continentale per 14,5 a 13,5 dopo una clamorosa rimonta lo scorso settembre al Gleneagles Hotel, avrà l’occasione di essere la prima capitana continentale a conquistare per due volte consecutive il trofeo.
“Vincere la Solheim Cup in Scozia - ha detto - è stato un sogno diventato realtà, ma ripetersi negli Stati Uniti sarebbe veramente qualcosa di eccezionale. E’ sempre difficile, infatti, battere le americane sui loro campi, ma io ho avuto la fortuna di far parte della formazione che vinse nel 2013 in Colorado e quindi so che l’impresa è possibile. Quanto abbiamo realizzato quest’anno sarà sicuramente una motivazione in più. Sono entusiasta di mettermi nuovamente al lavoro per costruire la prossima squadra e far vedere all’Inverness Club di cosa siamo capaci. Il circolo ha un nome molto scozzese e credo che questo possa essere di buon auspicio”.
Catriona Matthew, 50enne di Edinburgo con undici titoli in carriera tra LET, LPGA Tour e altri circuiti, comprensivi di un major, ha disputato la Solheim Cup da giocatrice per nove volte con tre vittorie (2003, 2011, 2013) e la perla del quarto successo da condottiera. "Chiunque abbia assistito alla Solheim Cup 2019 - ha proseguito - non può avere dubbi che si sia trattato di un evento in cui è stato fissato un nuovo punto di riferimento per il golf femminile. Ora però siamo all’inizio di un nuovo viaggio di due anni e quindi farò appello a tutta la mia esperienza perché il trofeo nel 2021 torni in Europa insieme a noi”. Dopo sedici edizioni il bilancio è di 10 vittorie per le americane e di sei per le continentali.
L’Inverness Club, progettato dall’architetto Donald Ross, ha già ospitato tante grandi manifestazioni tra cui quattro US Open (1920, 1931, 1957, 1979), due PGA Championship (1986, 1993),l’US SeniorOpen (2003, 2011) e l’US Junior Amateur (2019).
I biglietti per Solheim Cup del 2021 sono già in vendita su: solheimcupusa.com
Lorenzo Scalise, 34° con 418 (67 69 73 70 70 69, -10), e Aron Zemmer, 65° con 425 (68 70 74 68 78 67, -3), non sono riusciti a prendere la ‘carta’ per l’European Tour 2020 nella finale della Qualifying School che si è svolta sui due percorsi del Lumine Golf Club (Lakes Course, par 71, Hills Course, par 72) a Tarragona in Spagna.
Si è imposto con 403 (67 67 69 67 69 64, -25) colpi il danese Benjamin Poke, con un buon vantaggio sul francese Gregory Havret (409, -19). Al terzo posto con 410 (-18) lo spagnolo Alejandro Cañizares, che vinse la gara lo scorso anno, e al quarto con 411 (-17) l’indiano S.S.P. Chawrasia, quattro titoli sul circuito maggiore e poi rimasto senza ‘carta’ che ha prontamente riconquistato. In totale sono stati 28 i concorrenti promossi tra i quali il transalpino Adrien Saddier, ottavo con 413 (-15), il coreano Sihwan Kim e il sudafricano Darren Fichardt, 17.i con 415 (- 13),
Benjamin Poke, nel giro finale disputato sul Lakes Course, ha continuato ad attaccare, anche se il vantaggio maturato avrebbe forse consigliato prudenza e ha concluso con otto birdie e un bogey per il 64 (-7). Lorenzo Scalise, che era a un passo dalla zona qualifica, ha provato a rimontare, ma il parziale di 69 (-2) con quattro birdie e due bogey non è bastato. Aron Zemmer, che era andato a segno in una delle quattro prove dello Stage 2 e che era partito molto bene con i primi due giri senza bogey, è stato sostanzialmente penalizzato da un 78 (+7) nella quinta delle sei frazioni. Impossibile per lui recuperare, ma ha comunque reagito con un 67 (-4, cinque birdie, un bogey). E’ uscito al taglio dopo 72 buche Matteo Manassero, 151° con 301 (78 72 75 76, +15).
QUINTO GIRO - Volata finale verso le ‘carte’ per l’European Tour 2020 nell’ultimo dei sei giri in cui si articola la finale della Qualifying School dell’European Tour che si sta disputando sui due percorsi del Lumine Golf Club (Lake Course, par 71, Hills Course, par 72) a Tarragona in Spagna. Saliranno sul circuito maggiore i primi 25 in graduatoria e i pari merito al 25° posto e si trova in piena corsa Lorenzo Scalise, 33° con 349 (67 69 73 70 70, -8), a un solo colpo dalla zona qualifica, mentre non ha più chances Aron Zemmer, sceso al 74° posto con 358 (68 70 74 68 78, +1), penalizzato d un 78 (+7) ottenuto sul Lake Course, dove si effettuerà anche il turno conclusivo, dopo che i concorrenti sulle prime 72 buche si sono alternati sui due tracciati.
E’ rimasto al comando con 339 (67 67 69 67 69, -18) colpi il danese Benjamin Poke, due di vantaggio sul finlandese Sami Valimaki (341, -16). In terza posizione con 342 (-15) l’indiano S.S.P. Chawrasia e il francese Adrien Saddier e si è portato dall’undicesima alla quinta con 343 (-14) lo spagnolo Alejandro Cañizares, che vinse la gara lo scorso anno, il quale è affiancato dal coreano Jinho Choi, dagli inglesi Toby Tree e Marcus Armitage, dal transalpino Gregory Havret, vincitore di un Open d’Italia (2001), e dal canadese Aaron Cockerill.
Lorenzo Scalise ha mantenuto vive le sue speranze con un 70 (-1) frutto di sei birdie e di cinque bogey, mentre Aron Zemmer, come detto, le ha perse con un 78 (+7) nato da sette bogey. E’ uscito al taglio dopo 72 buche Matteo Manassero, 151° con 301 (78 72 75 76, +15).
QUARTO GIRO - Lorenzo Scalise, 30° con 279 (67 69 73 70, -7), e Aron Zemmer, 42° con 280 (68 70 74 68, -6), hanno superato il taglio dopo 72 buche e parteciperanno ai due giri finali della Qualifying School dell’European Tour che si sta disputando sui due percorsi del Lumine Golf Club (Lake Course, par 71, Hills Course, par 72) a Tarragona in Spagna, dove invece è uscito Matteo Manassero, 151° con 301 (78 72 75 76, +15). Al termine dell’evento saranno concesse ai primi 25 classificati e ai pari merito al 25° posto le’ carte’ per accedere all’European Tour 2020.
Si è mantenuto in vetta con 270 (67 67 69 67, -16I il danese Benjamin Poke con tre colpi di margine sull’indiano S.S.P. Chawrasia, sul finlandese Sami Valimaki e sul coreano Jinho Choi (273, -13). Al quinto posto con 274 (-12) i tedeschi Hurly Long, Nicolai Von Dellingshausen e Marcel Schneider, il francese Adrien Saddier e gli inglesi Marcus Armitage e Toby Tree e all’11° con 275 (-11) lo spagnolo Alejandro Cañizares, che vinse la gara lo scorso anno.
Hanno girato sul Lake Course Lorenzo Scalise, che ha realizzato 70 (-1) colpi con un birdie e 17 par, e Aron Zemmer, che ha firmato un 68 (-3) con cinque birdie e due bogey. Per Matteo Manassero 76 (+4) colpi sull’Hills Course con due bogey e un doppio bogey.
TERZO GIRO - Lorenzo Scalise, 16° con “meno 6”, e Aron Zemmer, 46° con “meno 3”, hanno perso terreno nel terzo giro della Qualifying School dell’European Tour che si sta disputando sui due percorsi del Lumine Golf Club (Lake Course, par 71, Hills Course, par 72) a Tarragona in Spagna, dove è in bassa classifica Matteo Manassero, 152° con “+11”, La classifica fa riferimento al par essendo differenti quello dei due campi.
E’ rimasto solitario al vertice con “meno 12” il danese Benjamin Poke, che precede di due colpi l’olandese Lars Van Meijel (meno 10). In terza posizione con “meno 9” l’indiano S.S.P. Chawrasia e l’inglese Toby Tree e in sesta con “meno 8” i tedeschi Marcel Schneider e Nicolai Von Dellingshausen, il francese Adrien Saddier, l’australiano Jake McLeod, il portoghese Pedro Figueiredo e il sudafricano Louis De Jager.
Lorenzo Scalise (209 - 67 HC, 69 LC, 73 HC) ha realizzato 73 (+1) colpi sull’Hills Course con due birdie e tre bogey. Sullo stesso campo Aron Zemmer (212 - 68 HC, 70 LC, 74 HC) ha girato in 74 (+2) con tre birdie e cinque bogey, i primi nel suo score dopo due turni senza errori. Matteo Manassero (225 - 78 HC, 72 LC, 75 LC) ha segnato 75 (+4) colpi sul Lake Course con due birdie e sei bogey.
La gara si svolge sulla distanza di 108 buche (taglio a 72 con 70 ammessi ai due turni conclusivi) e al termine saranno concesse ai primi 25 classificati e ai pari merito al 25° posto le’ carte’ per accedere all’European Tour 2020.
SECONDO GIRO - Lorenzo Scalise, quinto con 136 (67 69, -7) colpi, e Aron Zemmer, 13° con 138 (68 70, -5), hanno offerto una buona prestazione anche nel secondo giro della finale della Qualifying School dell’European Tour che si sta disputando sui due percorsi del Lumine Golf Club (Lake Course, par 71, Hills Course, par 72) a Tarragona in Spagna. In bassa classifica Matteo Manassero, 150° con 150 (78 72, +7).
La gara si svolge sulla distanza di 108 buche (taglio a 72 con 70 ammessi ai due turni conclusivi) e al termine saranno concesse ai primi 25 classificati e ai pari merito al 25° posto le’ carte’ per accedere all’European Tour 2020.
Sono saliti al vertice con 134 (-9) l’inglese Toby Tree (67 67) e il danese Benjamin Poke (67 67), che hanno un colpo di vantaggio sul finlandese Sami Valimaki e sull’indiano S.S.P. Chawrasia (135, -8). Scalise è affiancato dal tedesco Nicolai Von Dellingshausen e dall’olandese Wil Besseling. Tra i concorrenti all’ottavo posto con 137 (-6) lo spagnolo Alejandro Cañizares, vincitore lo scorso anno di questo evento alla pari con il sudafricano Zander Lombard,
Scalise e Zemmer hanno giocato sul Lake Course. Il primo ha realizzato cinque birdie e tre bogey per il parziale di 69 (-2), mentre Zemmer ha condotto il turno con un birdie e 17 par per il 70 (-1) e sulle prime 36 buche non ha segnato bogey.
PRIMO GIRO - Ottimo inizio di Lorenzo Scalise, secondo con “meno 5”, e di Aron Zemmer, ottavo con “meno 4”, e partenza difficile per Matteo Manassero, 155° con “+6”, nella finale della Qualifying School dell’European Tour che si sta disputando sui due percorsi del Lumine Golf Club (Lake Course, par 71, Hills Course, par 72) a Tarragona in Spagna.
Al termine, dopo 108 buche (taglio a 72 con 70 ammessi ai due turni conclusivi) saranno concesse ai primi 25 classificati e ai pari merito al 25° posto e’ carte’ per accedere all’European Tour 2020. La graduatoria fa riferimento al par essendo differente quello dei due tracciati.
E’ al comando lo statunitense John Catlin, autore di un “meno 6” (65 sul Lake Course), con Lorenzo Scalise (67, HC, sei birdie, un bogey) affiancato dal francese Jean-Baptiste Gonnet e dallo spagnolo Alejandro Cañizares (entrambi 66 LK), vincitore lo scorso anno di questo torneo alla pari con il sudafricano Zander Lombard, e dal danese Benjamin Poke, dal finlandese Sami Valimaki e dall’inglese Toby Tree (tutti 67 HC). Aron Zemmer ha segnato quattro birdie senza bogey, anch’egli come Scalise in campo sull’Hills Course.
LA VIGILIA - Tre azzurri, Matteo Manassero, Lorenzo Scalise a Aron Zemmer, che ha appena vinto una delle quattro gare dello Stage 2 (Club de Golf Bonmont), partecipano alla finale della Qualifying School dell’European Tour (15-20 novembre) con l’obiettivo di assicurarsi una delle ‘carte’ che saranno concesse ai primi 25 classificati e ai pari merito al 25° posto della classifica finale. Il torneo si disputerà sul percorso del Lumine Golf Club, a Tarragona in Spagna, sulla distanza di 108 buche, con taglio dopo le prime 72 che promuoverà ai due turni conclusivi i primi 70 in graduatoria e i pari merito al 70° posto.
Tra i 156 concorrenti l’inglese Steve Webster, i francesi Gregoy Havret e Julien Quesne e lo svedese Rikard Karlberg, a segno in un Open d’Italia, e tanti altri vincitori sull’European Tour tra i quali ricordiamo il sudafricano Darren Fichardt, i gallesi Jamie Donaldson e Bradley Dredge, il transalpino Gregory Bourdy, il tedesco Marcel Siem, lo spagnolo Alejandro Cañizares, il sudafricano Garth Mulroy e l’indiano S.S.P. Chawrasia.
Dai successi alle difficoltà e ritorno. Dopo anni di purgatorio Renato Paratore ha ritrovato la vittoria. Negli Emirati Arabi Uniti ha dominato l’UAE Challenge, evento dell’HotelPlanner Tour, tornando a festeggiare una impresa a distanza di 1.723 giorni dall’ultima volta (British Masters sul DP World Tour nel luglio 2020). “Sono davvero felice. È stato un exploit importante perché non riuscivo ad affermarmi da molto tempo. Ho avuto dei dubbi e mi sono chiesto: ‘Ma riuscirò a tornare a vincere’? Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. E adesso, l’obiettivo del 2025, è quello di riconquistare la ‘carta’ per il massimo circuito continentale”, spiega Paratore in una intervista a cuore aperto sui canali federali. È la storia di un predestinato, quella di Paratore. Nato il 14 dicembre del 1996 a Roma, da dilettante ha conquistato prima lo Junior Orange Bowl nel 2013 a Miami (Usa), poi, nel 2014, il Portuguese International Amateur Championship a Palmela.
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Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925 che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano.
Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta
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