Il Campionato Nazionale Open, la più longeva gara italiana nata nel 1935 e giunta all’82ª edizione, conclude la 16ª stagione dell’Italian Pro Tour, il circuito di otto gare nazionali e internazionali organizzato dalla Federazione Italiana Golf, con il supporto dell’official advisor Infront.
Sul percorso del Golf Nazionale di Sutri (Viterbo), la casa del golf italiano, dal 23 al 26 novembre difende il titolo Jacopo Vecchi Fossa, che vinse anche nel 2018 e che proverà a iscrivere per la terza volta il proprio nome nell’albo d’oro. L’evento sarà anticipato martedì 22 novembre dalla tradizionale Pro-Am.
Il field - Al Golf Nazionale, dove competeranno 78 concorrenti, dei quali 60 professionisti, 13 dilettanti e 5 con wild card, non mancherà lo spettacolo. Insieme a Vecchi Fossa saranno in gara altri sei past winner: Giulio Castagnara, che si è imposto nel 2020, Enrico Di Nitto (2017), Filippo Bergamaschi (2016), Gregory Molteni (2005), Emmanuele Lattanzi (2003) e Massimo Florioli (1997), che recentemente ha fatto suo il Senior PGAI Championship. Nel field anche Luca Cianchetti, Edoardo Raffaele Lipparelli, Federico Maccario, Aron Zemmer, Andrea Saracino, Leonardo Giletta, Andrea Romano e Gianmaria Rean Trinchero che non nascondono le proprie ambizioni, ma vi sono tanti altri in grado di dire la loro. Tra i dilettanti, che hanno l’occasione per fare una preziosa esperienza, gli azzurri Giovanni Binaghi, Gianmarco Manfredi, Pietro Guido Fenoglio e Bruno Frontero, per citarne alcuni.
Si comincia con la Pro-Am del Campionato Nazionale Open – Farà da prologo all’evento, come detto, la Pro-Am del Campionato Nazionale Open, che permetterà a tanti dilettanti, tra i quali gli ex calciatori Simone Pepe e Giuseppe Incocciati, di poter scendere in campo insieme ad alcuni professionisti che poi saranno tra i protagonisti del torneo. Sedici le squadre composte da quattro giocatori (un pro e tre amateur) che si confronteranno sulla distanza di 18 buche con formula “tour scramble e use your pro”. Partenza shotgun alle ore 10, ossia tutte le compagini al via insieme dalle varie buche del tracciato.
La storia - Il prestigioso albo d’oro del torneo è stato praticamente firmato da tutti i giocatori che hanno scritto brani importanti nella storia del golf italiano. In particolare spicca il nome di Alfonso Angelini, uno dei mitici “tre moschettieri” con Ugo Grappasonni e con Aldo Casera, che ha stabilito un record destinato a rimanere imbattuto nel tempo con undici vittorie. Gli altri plurivincitori sono arrivati al massimo di quattro titoli.
Vi sono stati alcuni casi di “figli d’arte” che hanno replicato i successi paterni. Il primo a riuscirci è stato Andrea Canessa, il quale nel 1988 superò sull’ultima buca Baldovino Dassù affiancando così il trofeo a quelli del padre Emanuele (1970-1971). Poi fu la volta di Emanuele Bolognesi (1990-1995) a segno come fece papà Ovilio nel 1963 e quindi Silvio Grappasonni, la cui doppietta (1991-1992) lo accostò al padre Ugo (quattro vittorie). L’ultimo della serie è stato Marco Bernardini (2008) figlio di Roberto, che arrivò anche lui a quattro allori.
Infine, anche se la gara (inizialmente si chiamava Omnium) è aperta agli amateur nessun dilettante l’ha mai vinta. Tuttavia non si può neanche dire il contrario. Infatti nel 1960 Angelo Croce fece suo il titolo in un momento in cui non era più professionista, ma ancora non aveva acquisito lo status di dilettante, poiché, dopo aver fatto domanda per tornare amateur, si trovava nel periodo di attesa.
Formula e montepremi - Il torneo si disputa sulla distanza di 72 buche, con taglio dopo 36 che promuoverà ai due giri finali i primi 40 classificati, i pari merito al 40° posto e i dilettanti entro il punteggio di qualifica. Il montepremi è di 50.000 euro con prima moneta di 7.250 euro.
I partner – L’Italian Pro Tour ha il supporto di DS Automobiles (Main Partner); Fideuram (Official Bank); Kappa (Technical Supplier), Rinascente e Poste Assicura (Official Supplier); Corriere dello Sport, Tuttosport, Il Giornale (Media Partner). Sport Senza Frontiere Onlus (Social Partner). Official advisor: Infront.
Il Golf Nazionale - Il tracciato del Golf Nazionale, disegnato dagli architetti George e Jim Fazio e David Mezzacane, si dipana in un suggestivo scenario naturale, tra boschi e querce secolari. Di eccellente caratura tecnica e qualitativa, ha ospitato tante manifestazioni di prestigio tra le quali la World Cup nel 1991 e il Campionato Europeo Dilettanti nel 1992. Il Golf Nazionale è anche la sede del Centro Tecnico Federale, base operativa per tutte le figure professionali legate alla disciplina. Una ulteriore testimonianza di come la crescita di tutti i settori del movimento, non solo di quello sportivo, sia uno degli obiettivi prioritari del Progetto Ryder Cup 2023. Il circolo ha sposato i principi dell’ecosostenibilità con il manto erboso costituito da una Bermuda Grass di nuova generazione che si adatta bene al clima del bacino del Mediterraneo e consente di superare nel modo migliore inverni molto rigidi.
A Naples, in Florida, Lydia Ko si prende tutto. La neozelandese sul percorso del Tiburon Golf Club (par 72) ha vinto, con un totale di 271 (65 66 70 70, -17) colpi, il CME Group Tour Championship, ultimo torneo stagionale del LPGA Tour. Ma non solo: la 25enne di origini sudcoreane (è nata infatti a Seoul) è stata nominata come 'Rolex Player of the year', quale miglior giocatrice del massimo circuito americano femminile, ricevendo inoltre il Vare Trophy (per il secondo anno consecutivo per la seconda volta in carriera) per la miglior media di punteggio (68.988). Nella storia del circuito, solo la svedese Annika Sorenstam nel 2002 (68,70) era riuscita a far meglio.
C'è di più. Perché l'exploit nel CME Group Tour Championship ha permesso alla Ko d'incassare 2.000.000 di dollari, l'assegno più alto nella storia del LPGA Tour. Una cifra che le ha permesso di salire al quinto posto in quanto a guadagni (16.695.357) in carriera sul circuito, superando così Suzann Pettersen ($ 14.837.579) e Lorena Ochoa ($ 14.863.331), con quest'ultima che detiene però ancora oggi il primato d'incassi in una sola stagione (4.364.994 nel 2007, 591 dollari in più della Ko nel 2022).
"E' difficile fare paragoni con il passato, ma è certo che questa sia stata una stagione speciale, ricca di emozioni e riconoscimenti che voglio condividere con la mia famiglia e tutto lo staff", la soddisfazione della Ko. Per la più giovane proette a diventare numero 1 al mondo nel 2015, all'età di 17 anni, 9 mesi e 8 giorni, ancora una impresa. In una carriera show che l'ha vista conquistare pure una medaglia d'argento ai Giochi di Rio de Janeiro 2016 e una di bronzo a quelli di Tokyo. Per lei è la 19/aa vittoria (cifra comprensiva di 2 Major) sul LPGA Tour, che le ha consentito inoltre d'imporsi nella Race to CME Globe, la FedEx Cup al femminile.
In 22 eventi del 2022, la Ko ha vinto tre volte. E quello arrivato in Florida è un successo wire-to-wire. In testa dal primo all'ultimo giro, ha superato la concorrenza dell'irlandese Leona Maguire, 2/a con 273 (-15) davanti alla svedese Anna Nordqvist, 3/a con 274 (-14). Tra le big, hanno condiviso la 10/a piazza con 280 (-8) l'americana Nelly Korda, numero 1 del world ranking, e la thailandese Atthaya Thitikul.
Prima vittoria in carriera sul PGA Tour per Adam Svensson che negli Stati Uniti ha conquistato, con un totale di 263 (73 64 62 64, -19) colpi, il The RSM Classic superando gli americani Brian Harman, Sahith Theegala e l’inglese Callum Tarren, tutti 2/i con 265 (-17). A St. Simons Island (Georgia), Francesco Molinari è invece uscito al taglio con uno score di 141 (67 74, -1).
Primo titolo sul PGA Tour per Svensson, dopo una grande rimonta – Nell’ultimo torneo ufficiale dell’anno solare del PGA Tour – che si è disputato su due differenti percorsi, il Seaside (par 70) e il Plantation (par 72) del Sea Island GC – Svensson al 70esimo tentativo è riuscito a centrare il primo successo sul massimo circuito americano maschile. Dopo i tre exploit sul Korn Ferry Tour tra il 2018 e il 2021, è arrivata l’impresa sul tour più importante. Il 28enne di Surrey, città della British Columbia, dopo un primo giro non esaltante (chiuso al 108/o posto al Plantation Course), ha cambiato marcia. E dopo essersi riportato sotto, grazie a un terzo round in 62 (-8), nel quarto con un 64 (-6) bogey free al Seaside, frutto di 6 birdie, è risalito dalla 3/a posizione e si è preso l’intera posta in palio. La vittoria ha fruttato a Svensson 1.458.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 8.100.000.
Secondo canadese a imporsi in questo torneo – Secondo canadese, dopo Mackenzie Hughes nel 2016, a far suo l’RSM Classic, Svensson si è distinto quale ottavo giocatore a festeggiare il primo titolo sul PGA Tour in questa competizione. Era dal 2020 (Jon Rahm al BMW Championship) che un giocatore non riusciva a imporsi sul circuito dopo un primo round con uno score non certo esaltante.
L’affermazione negli Usa ha permesso inoltre a Svensson di entrare nella Top 100 del ranking mondiale passando dalla 174/a alla 72/a posizione e dalla 92/a alla 6/a nella FedEx Cup.
Quanto a Francesco Molinari, il torinese ha chiuso le 18 buche di apertura al 29/o posto. Poi, nel secondo giro, ha pagato a caro prezzo un round in 74 (+2).
TERZO GIRO - Negli Stati Uniti il The RSM Classic, ultimo torneo ufficiale dell'anno solare del PGA Tour, dopo il terzo e penultimo round ha due nuovi leader. Con un totale di 198 (-14), gli americani Patrick Rodgers (69 65 64) e Ben Martin (69 64 65) a St. Simons Island (Georgia) guidano la classifica con un solo colpo di vantaggio nei confronti dei connazionali Sahith Theegala e Andrew Putnam, 3/i con 199 (-13) al fianco del canadese Adam Svensson.
Negli Usa, Martin - 35enne di Greenwood, South Carolina - sogna la seconda vittoria in carriera sul PGA Tour dopo otto anni di digiuno (l'ultimo acuto risale all'ottobre 2014, Shriners Children Open), mentre Rodgers vuole la prima affermazione, in 226 apparizioni, sul circuito.
Classifica corta in Georgia dove in palio c'è un montepremi di 8.100.000 dollari, di cui 1.458.000 andranno al vincitore. E’ uscito al taglio l'azzurro Francesco Molinari (141 - 67 74, -1).
SECONDO GIRO - Continua il momento no di Francesco Molinari. Negli Stati Uniti, il torinese è uscito al taglio al The RSM Classic, ultimo torneo ufficiale dell'anno solare del PGA Tour. A St. Simons Island (Georgia), con un totale di 141 (67 74, -1) colpi, Molinari ha salutato la competizione dopo un giro sull'altalena in 74 (+2), con tre bogey e un birdie.
Niente da fare, dunque, per Chicco Molinari. In un evento che a metà gara vede in testa, con 130 (-12) colpi, gli americani Andrew Putnam, Harry Higgs e Cole Hammer, con quest'ultimo già leader al termine del primo round. Nel torneo che si disputa su due differenti percorsi: il Seaside (par 70) e il Plantation (par 72) del Sea Island GC sono al quarto posto posto con 131 (-11) Joel Dahmen, Beau Hossler e Sahith Theegala e al settimo con 132 (-10) Kevin Streelman, l’inglese Callum Tarren, lo svedese David Lingmerth e il coreano Seung-Yul Noh Il montepremi di 8.100.000 dollari con prima moneta di 1.458.000 dollari.
PRIMO GIRO - Negli Stati Uniti, Francesco Molinari ha chiuso il primo round del The RSM Classic di golf al 29° posto con uno score di 67 (-3) colpi. A St. Simons Island (Georgia), nel torneo del PGA Tour, il torinese ha realizzato quattro birdie, con un bogey. L'evento, che si disputa su due differenti percorsi, il Seaside (par 70) e il Plantation (par 72) del Sea Island GC, vede l'americano Cole Hammer in testa alla classifica con 64 (-8) davanti al connazionale Ben Griffin, secondo con 65 (-7). Seguono al terzo posto con 66 (-6) Justin Suh, Beau Gossler e l’inglese Callum Tarren.
Se Molinari ha giocato le prime 18 buche al Seaside, i due primi classificati si sono esibiti invece al Plantation. Che inizio per Hammer. In campo grazie a una esenzione di uno sponsor, non ancora membro del PGA Tour, si è preso la scena siglando nove birdie, con un bogey.
Due volte secondo in questo evento, Webb Simpson - attualmente sesto con 67 (-5) - ha firmato una "hole in one" alla buca 3 (par 3) del Plantation Course, utilizzando un ferro 4 da 219 yards (200 metri). Per il 37enne di Raleigh si tratta della quarta buca in uno in carriera sul circuito, la prima dal 2020 (Phoenix Open). Il montepremi è di 8.100.000 dollari con prima moneta di 1.458.000 dollari.
LA VIGLIA - Francesco Molinari torna in campo per la terza settimana consecutiva prendendo parte al The RSM Classic, ultimo torneo ufficiale del PGA Tour nel 2022. Si gioca dal 17 al 20 novembre al Sea Island Golf Club (Seaside Course, Plantation Course), a St. Simons Island in Georgia, con un montepremi di 8.100.000 dollari e prima moneta di 1.458.000 dollari.
L’azzurro proverà a chiudere la stagione con una prestazione di rilievo dopo le due gare precedenti in cui ha accusato difficoltà terminando 68° nel World Wide Technology Championship at Mayakoba in Messico e 47° nello Houston Open in Texas.
Nel field due vincitori stagionali, l’irlandese Seamus Power (Bermuda Championship) e il canadese Mackenzie Hughes (Sanderson Farms Championship), che peraltro si è imposto in questo evento nel 2016 e che lo scorso anno è terminato secondo alle spalle di Talor Gooch, assente nell’occasione. E anche due ex numeri uno mondiali, l’australiano Jason Day, che non riesce più a ritrovare i ritmi passati, e l’inglese Justin Rose, il quale dopo un periodo in ombra sembra ora in ripresa. Altri cinque i past winner: Robert Streb, unico due volte a segno (2014, 2020), Chris Kirk (2013), Kevin Kisner (2015 e secondo nel 2020), Austin Cook (2017) e Tyler Duncan (2019) in un contesto che comprende, tra gli altri, gli inglesi Danny Willett e Matt Wallace, lo slovacco Rory Sabbatini e gli statunitensi Harris English, Denny McCarthy, Nick Watney, Scott Stallings e Vaughn Taylor, con gli ultimi tre spesso protagonisti quando non vi sono tanti big in contesa. Ha dato forfait alla vigilia Tony Finau, vincitore del precedente Houston Open, per un infortunio. L’evento è giunto alla tredicesima edizione. E’ nato nel 2010 come McGladrey Classic, poi nel 2015 ha preso la nuova denominazione.
La gara su Discovery Plus e su Eurosport 2 - Il The RSM Classic sarà trasmesso da Discovery Plus e da Eurosport 2 ai seguenti orari su entrambe le piattaforme: giovedì 17 novembre e venerdì 18, dalle ore 18 alle ore 21; sabato 19 e domenica 20, dalle ore 19 alle ore 22. Commento tecnico di Federico Colombo e di Giovanni Magni.
A Jon Rahm il titolo del DP World Tour Championship e a Rory McIlroy l’Harry Vardon Trophy, quale vincitore dell’ordine di merito del circuito. E’ il verdetto dell’ultima gara stagionale del DP World Tour, inserita nelle Rolex Series, che si è disputata al Jumeirah Golf Estates (Earth Course, par 72), con lo spagnolo che si è imposto con 268 (70 66 65 67, -20) colpi e il nordirlandese, numero uno mondiale, quarto con 272 (-16). Nel torneo, al quale sono stati ammessi i primi 50 dell’ordine di merito a scalare, si è classificato 23° con 285 (71 69 73 72, -3) Guido Migliozzi, unico italiano in gara.
Rahm, 28enne di Barrika, ha preso il comando nel terzo turno e poi ha tenuto alti i ritmi nel quarto con un 67 (-5, sei birdie, un bogey) rendendo vano ogni tentativo di rimonta degli avversari. Ha portato a nove i titoli sul circuito, comprensivi di un major (US Open, 2021), che si uniscono ai sei sul PGA Tour (al netto del major), vanta il record di vittorie nelle Rolex Series (cinque) ed è il primo ad aver firmato per tre volte questo evento, contro le due dell’inglese Matt Fitzpatrick, di McIlroy e dello svedese Henrik Stenson. Ha ricevuto un assegno di tre milioni di dollari su un montepremi di dieci milioni di dollari.
Quanto a McIlroy ha reagito a una partenza lenta (22°) portandosi all’11° posto nel secondo giro e al quarto nel terzo, che poi ha mantenuto con un 68 (-4, sei birdie, due bogey). E’ la quarta volta che sale sul trono europeo, dove era stato nel 2012, 2014 e 2015, e per la prima lo fa in concomitanza con il successo nella FedEx Cup (che ha fatto sua per tre volte, 2016, 2019, 2022) in una annata da ricordare.
Sono terminati al secondo posto con 270 (-18) lo svedese Alex Noren e l’inglese Tyrrell Hatton, che è stato leader nei primi due giri insieme a Fitzpatrick, il quale con il titolo avrebbe potuto conseguire l’Harry Vardon Trophy. Ha però ceduto nel round conclusivo finendo quinto con 275 (-13) alla pari con il connazionale Tommy Fleetwood.
Ha deluso il neozelandese Ryan Fox, che alla partenza era secondo nel ranking del tour con appena 128 punti di distacco da McIlroy. Non è stato mai in partita (19° con 283, -5) e ha mancato l’occasione di divenire il primo del suo Paese a primeggiare nel DP World Tour.
Guido Migliozzi è rimasto sostanzialmente nella stessa zona della graduatoria per tutto il torneo. Ha offerto un rendimento migliore nei due round d’apertura, mentre il ritmo è sceso negli altri due e ha chiuso con un 72 (par) frutto di cinque birdie, tre bogey e un doppio bogey.
Ordine di merito finale - Rory McIlroy si è imposto nel ranking con 4.754 punti davanti a Ryan Fox (p. 4.173) e a Rahm (p. 3.703), che è risalito dalla 14ª posizione sorpassando Fitzpatrick, quarto con p. 3.620, e Fleetwood, quinto con p. 3.301. Guido Migliozzi è 30° con p. 1.327 ed Edoardo Molinari 57° con p. 836.
TERZO GIRO - Al DP World Tour Championship, ultima gara stagionale del massimo circuito europeo, è stata la giornata dello spagnolo Jon Rahm. L'ex numero 1 al mondo, al Jumeirah Golf Estates (Earth Course, par 72) con un 65 (-7, sette birdie) miglior parziale del turno, realizzato con altri due concorrenti, e il totale di 201 (70 66 65, -15) colpi, è risalito dal quinto al primo posto e, a un giro dal termine, è tallonato dall'inglese Matt Fitzpatrick, secondo con 202 (-14) davanti allo svedese Alex Noren, terzo con 203 (-13).
Negli Emirati Arabi Uniti ancora una buona prova per il nordirlandese Rory McIlroy. Leader del world ranking e del massimo circuito continentale maschile, è passato dall'undicesima alla quarta posizione con 204 (-12), anche lui autore di un 65 (-7, un eagle, sette birdie, due bogey). E’ affiancato dall'inglese Tyrrell Hatton, che ha condotto la gara nei primi due round insieme a Fitzpatrick.
Unico azzurro in campo, Guido Migliozzi, è invece 19° con 213 (-3). Tre birdie e quattro bogey (di cui tre nelle seconde nove) per il vicentino, altalenante, che complessivamente in 54 buche ha segnato due eagle, undici birdie e dodici bogey.
E adesso a Dubai è l'ora della verità. Non solo il titolo di campione del DP World Tour Championship, con Rahm, McIlroy e Fitzpatrick che puntano la stessa impresa: diventare il primo golfista a vincere l'evento delle Rolex Series per la terza volta in carriera. McIlroy e Fitzpatrick si giocano anche il titolo di miglior giocatore del circuito. McIlroy ha conquistato l'Harry Vardon Trophy per tre volte (2012, 2014 e 2015), mai però nello stesso anno in cui ha fatto sua anche la FedEx Cup. Per Fitzpatrick si tratterebbe invece di una prima volta, in un anno per lui già da ricordare, che lo ha visto laurearsi campione major (US Open).
Sono in corsa per lo scettro di “re d’Europa” anche l’inglese Tommy Fleetwood e il polacco Adrian Meronk, sesti con 206 (-10), quest’ultimo il terzo ad aver girato in 65 (-7, otto birdie, un bogey). Possono farcela solo con una vittoria e con il concorso determinante di altre circostanze favorevoli dipendenti dal piazzamento di chi li precede nel ranking del tour. Molto difficile, sicuramente, ma i numeri dicono anche questo. Il montepremi è di 10.000.000 di dollari.
SECONDO GIRO - Inglesi ancora protagonisti a Dubai nel secondo round del DP World Tour Championship, ultimo evento stagionale che incoronerà il miglior giocatore del 2022 sul massimo circuito continentale maschile. Anche a metà gara, così come già accaduto nel primo giro, al Jumeirah Golf Estates (Earth Course, par 72) in testa alla classifica ci sono Matt Fitzpatrick (65 67), numero 9 al mondo, e Tyrrell Hatton (65 67). Con un totale di 132 (-12), guidano il leaderboard con tre colpi di vantaggio sullo svedese Alex Noren e sullo spagnolo Adri Arnaus, entrambi terzi con 135 (-9), mentre gli iberici Jon Rahm e Jorge Campillo condividono la quinta posizione con uno score di 136 (-8). Possibilità ridotte per l’altro inglese Tommy Fleetwood, ottavo con 138 (-6) e fuori gioco il norvegese Viktor Hovland, 29° con 144 (par)..
Passi in avanti per Rory McIlroy. Numero 1 mondiale e in testa all'ordine di merito del circuito, il nordirlandese è risalito dalla 22ª alla 11ª piazza con 139 (-5). Per lui parziale di 68 (-4) e un finale di gara da incorniciare con due birdie (quattro quelli in totale) e un eagle nelle ultime tre buche giocate. Nel mezzo, anche due bogey. Dietro di lui c'è Guido Migliozzi, 16° con 140 (71 69, -4). Unico azzurro in gara, dopo quello nel round d'apertura ha realizzato un altro eagle (stavolta alla buca 10, par 4), con cinque birdie (di cui due arrivati alla 17 e alla 18) e quattro bogey. Per il vicentino giro in 69 (-3) colpi, tra prodezze e qualche rimpianto.
Curiosità: nessuno dei 50 giocatori in gara è riuscito a tenere immacolata la propria "scorecard". Anche Fitzpatrick, unico fino a quel momento ad aver fatto registrare una prova senza macchie, è inciampato in un bogey alla 12 (par 4).
E ora il "moving day" prima del gran finale di domenica. Non solo il titolo di campione del DP World Tour Championship, appuntamento che sia Fitzpatrick (2016 e 2020) che McIlroy (2012 e 2015) hanno vinto due volte (il tris non è mai riuscito a nessuno). In palio c'è anche e soprattutto la corona europea.
Che McIlroy ha già conquistato nel 2012, 2014 e 2015, mentre Fitzpatrick mai è ancora riuscito a far suo l'Harry Vardon Trophy. Rispettivamente al primo e al terzo posto del DP World Tour Ranking, la sfida per diventare numero 1 del circuito sembra essersi ridotta a questi due top player del green. Il montepremi è di 10 milioni di dollari,
PRIMO GIRO - A Dubai, il primo giro del DP World Tour Championship parla inglese. Negli Emirati Arabi Uniti, nell'ultimo torneo stagionale del DP World Tour, che designerà il miglior giocatore europeo del 2022, Tyrrell Hatton e Matt Fitzpatrick si sono presi la scena e la vetta della classifica.
Al Jumeirah Golf Estates (Earth Course, par 72), con un totale di 65 (-7), guidano il leaderboard con un colpo di vantaggio nei confronti dello svedese Alex Noren, terzo con 66 (-6) davanti allo spagnolo Adri Arnaus, quarto con 67 (-5).
Avvio più complicato per Rory McIlroy. Il numero 1 al mondo e in testa all'ordine di merito del DP World Tour, il nordirlandese è 22/o con 71 (-1) al pari di Guido Migliozzi. Il vicentino, unico azzurro in campo - in un evento riservato ai migliori 50 giocatori, a scalare, del circuito - dopo un eagle iniziale (alla buca 2, par 5) ha realizzato tre birdie, con quattro bogey.
Fitzpatrick si è reso protagonista con una prova bogey free (sette birdie), di cui cinque nelle prime buche giocate. Nono nel world ranking e terzo nella "money list", il 28enne di Sheffield ha già vinto per due volte (nel 2016 e nel 2020) il DP World Tour Championship e ora punta al tris (mai nessuno è riuscito in questa impresa). Ma c'è di più. Perché l'inglese non ha mai conquistato l'Harry Vardon Trophy quale miglior giocatore del circuito. E nel 2022, anno che lo ha visto imporsi per la prima volta in un major (lo US Open), sogna un'altra affermazione importante.
Un avvio di marca "british" dove ha ben figurato pure Tommy Fleetwood. Reduce dall'exploit in Sudafrica al Nedbank Challenge, nell'ultimo evento delle Rolex Series - che mette in palio 10 milioni di dollari - è 5/o con 68 (-4) al pari con il danese Rasmus Hojgaard, il tedesco Yannik Paul e lo statunitense Kurt Kitayama. Il montepremi è di 10 milioni di dollari.
LA VIGILIA - A Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, va in scena la 14ª edizione del DP World Tour Championship, torneo inserito nelle Rolex Series che dal 17 al 20 novembre chiude il DP World Tour al Jumeirah Golf Estates (Earth Course) dove saranno in gara i primi 50 (a scalare) dell’ordine di merito, tra i quali Guido Migliozzi, che occupa il 27° posto, i quali si contenderanno un montepremi di ben 10 milioni di dollari.
Sette di loro saranno in corsa per l’Harry Vardon Trophy, che designerà il miglior giocatore della stagione e che sarà assegnato al primo della money list. Le maggiori chance sono per il nordirlandese Rory McIlroy, attuale numero 1 del tour e del World Ranking, e per il neozelandese Ryan Fox, numero due del circuito con un distacco di appena 128 punti, che ha una motivazione in più perché mai nessuno della sua nazione ha primeggiato nel DP World Tour. Sono entrambi in ottima condizione, grandi favoriti e ambiscono anche a imporsi in un evento delle Rolex Series che manca nel loro palmarès.
Possono aspirare all’Harry Vardon Trophy, ma dipendendo dai piazzamenti dei primi due, anche gli inglesi Matt Fitzpatrick (n. 3) e Tommy Fleetwood (n. 4), il norvegese Viktor Hovland (n. 5), l’irlandese Shane Lowry (n. 8) e il polacco Adrian Meronk (n. 9), mentre è fuori l’altro inglese Jordan Smith (n. 10). Avrebbero potuto dire la loro anche lo statunitense Will Zalatoris (n. 6) e il belga Thomas Pieters (n. 7), ma tra i top ten sono gli unici due che hanno dato forfait e ha rinunciato anche l’americano Collin Morikawa (n. 35), campione in carica, sostituiti dal cinese Haotong Li (n. 51), dall’inglese Paul Waring (n. 52) e dallo scozzese David Law (n. 53).
Fleetwood è l’unico che può farcela sia con il titolo (purché nessuno dei due avversari sia secondo) che con il secondo posto, sempre con il concorso di McIlroy (oltre la settima piazza) e di Fox (non vincente). Per gli altri conta solo il successo, ma con una serie di combinazioni positive, più numerose per chi è più indietro in classifica.
Altro possibile protagonista lo spagnolo Jon Rahm (14°), che si è imposto due volte (2017, 2019), così come Fitzpatrick (2016, 2020) e McIlroy (2012, 2015), vincitore della money list in tre occasioni (2012, 2014, 2015). Per Migliozzi una ottima opportunità di chiudere nel migliore dei modi una stagione che lo ha visto imporsi nel Cazoo Open de France, suo terzo titolo in carriera.
G4D Tour Series Finale @ DP World Tour Championship con il golfista paralimpico Tommaso Perrino - Tommaso Perrino sarà tra i protagonisti della G4D Tour Series Finale @ DP World Tour Championship che il 18 e 19 novembre concluderà il ciclo di sette gare G4D (Golf for the Disabled) voluto dal DP World Tour e al quale sono stati ammessi i primi otto giocatori diversamente abili della graduatoria mondiale, che si affronteranno durante il DP World Tour Championship sullo stesso percorso dei professionisti. Perrino, che si è imposto nel quarto evento (G4D Tour @ ISPS Handa World Invitational Presented by AVIV Clinic nell’Irlanda del Nord), avrà per avversari gli inglesi Kipp Popert (quattro successi), numero uno della categoria, Mike Browne (un titolo), l’irlandese Brendan Lawlor, numero due del ranking, lo spagnolo Juan Postigo Arce, lo statunitense Chris Biggins, il canadese Kurtis Barkley e lo svedese Rasmus Lia.
Il torneo su Discovery Plus e su Eurosport 2 - Il DP World Tour Championship sarà trasmesso da Discovery Plus e da Eurosport 2. Su Discovery Plus: giovedì 17 novembre, venerdì 18 e sabato 19, dalle ore 8 alle ore 14: domenica 20, dalle ore 7,30 alle ore 13,30. Su Eurosport 2: giovedì 17 novembre e venerdì 18, dalle ore 10 alle ore 14; sabato 19, dalle ore 12,20 alle ore 14; domenica 20, dalle ore 9,30 alle ore 13,30. Commento tecnico di Nicola Pomponi, Alessandro Bellicini e di Isabella Calogero.
Roberta Liti disputerà la finale della Qualifying School del LPGA Tour dove si assegneranno le ‘carte’ per il circuito 2023. L’azzurra si è guadagnata l’accesso classificandosi 25ª con 292 (75 68 72 77, +4) colpi nello Stage 2 che si è svolto al Plantation Golf & Country Club, sui percorsi del Bobcat Course e del Panther Course, entrambi par 72, a Venice in Florida.
Il torneo è stato vinto a pari merito con 284 (-4) colpi dalla statunitense Becca Huffer e dalla coreana Seulki Lee, che hanno preceduto la francese Anais Meyssonnier, terza con 285 (-3), l’americana Auston Kim, la thailandese Chanettee Wannasaen e la tedesca Aline Krauter, quarte con 286 (-2).
Non sono entrate tra le 50 qualificate le altre tre italiane che hanno preso parte alla gara: Virginia Elena Carta (71 79 69 80) e la dilettante Angelica Moresco (73 75 69 82), 77.e con 299 (+11), e Alessandra Fanali, 93ª con 301 (74 72 75 80, +13), che aveva vinto lo Stage 1.
La finale (Qualifying School LPGA Q-Series) si svolgerà in due frazioni di 72 buche. La prima si disputerà dal 1° al 4 dicembre al Magnolia Grove Golf Course (Falls e Crossings Courses) a Mobile in Alabama, e la seconda dall’8 all’11 dicembre all’Highland Oaks Golf Course (tracciato ibrido ricavato da nove buche dell’Highlands e da nove del Marshwood) a Dothan, sempre in Alabama. Vi sarà un taglio solo dopo il primo evento. Al termine saranno assegnate almeno 45 “carte” (numero ancora da definire) per il circuito 2023 con categorie di gioco diverse. Saranno distribuite nell’occasione pure le ‘carte’ per l’Epson Tour, piene o di altra categoria.
LA VIGILIA - Quattro giocatrici italiane prendono parte allo Stage 2 della Qualifying School del LPGA Tour che avrà luogo dal 17 al 20 novembre al Plantation Golf & Country Club (Bobcat e Panther Courses) di Venice in Florida. Nella gara, posticipata di un mese a causa dell’Uragano Ian, saranno in campo Virginia Elena Carta e Roberta Liti, ammesse di diritto, Alessandra Fanali e Angelica Moresco, che hanno superato lo Stage 1, la prima vincendolo e la seconda da 45ª classificata.
Tra partecipanti ricordiamo Kim Kaufman, le spagnole Fatima Fernandez Cano, Maria Parra, Marta Sanz Barrio e Luna Sobron Galmes, la tedesca Leonie Harm, la svizzera Kim Metraux, la panamense Laura Restrepo e due dilettanti, la francese Anais Meyssonnier e l’austriaca Emma Spitz.
Il torneo si articola su 72 buche, senza taglio, con le 179 concorrenti che si alterneranno sui due tracciati. Almeno le prime 30 classificate e le pari merito al 30° posto (in numero sarà annunciato in corso d’opera) accederanno alla Qualifying School LPGA Q-Series che si svolgerà in due frazioni di 72 buche. La prima si disputerà dal 1° al 4 dicembre al Magnolia Grove Golf Course (Falls e Crossings Courses) a Mobile in Alabama, e la seconda dall’8 all’11 dicembre all’Highland Oaks Golf Course (tracciato ibrido ricavato da nove buche dell’Highlands e da nove del Marshwood) a Dothan, sempre in Alabama. Vi sarà un taglio solo dopo il primo evento. Nella finale saranno assegnate almeno 45 “carte” per il circuito 2023 (anche in questo caso numero ancora da definire) con categorie di gioco diverse. Saranno distribuite nell’occasione pure le ‘carte’ per l’Epson Tour, piene o di altra categoria.
Nelly Korda vince in Florida, per il secondo anno consecutivo, il Pelican Women's Championship e torna al primo posto nel ranking mondiale del golf femminile. A Belleair, successo fondamentale per l'americana che, con un totale di 196 (66 66 64, -14) colpi, ha superato al fotofinish le connazionali Lexi Thompson, seconda con 197 (-13), e Allisen Corpuz, terza con 199 (-11). Con un ultimo giro chiuso in 64 (-6), caratterizzato da sette birdie e un bogey, sul percorso del Pelican GC (par 70), la 24enne di Bradenton ha fatto bottino pieno. Per lei si tratta dell'ottavo successo in carriera sul LPGA Tour (cifra comprensiva di un Major, lo Women's PGA Championship 2021), che arriva dopo un anno difficile per una trombosi a un braccio che l'ha costretta a stare lontana dal green a lungo.
"Ho passato gli ultimi mesi sulle montagne russe. E' stato un periodo duro, con alti e bassi, e questa affermazione rende per me tutto più dolce", la gioia della Korda. Medaglia d'oro ai Giochi di Tokyo, la vittoria le ha fruttato 300.000 dollari, permettendole così di portare i suoi guadagni in carriera a quota 7.455.977 dollari.
Ventotto giocatori hanno ottenuto la ‘carta’ per il DP World Tour 2023 nella finale della Qualifying School, disputata a Tarragona in Spagna sulla distanza di 108 buche, dove si è imposto con 399 (66 69 65 65 66 68, -29) lo svedese Simon Forsstrom. Un colpo di troppo non ha permesso a Renato Paratore, 29° con 412 (70 69 67 68 74 64, -16), di entrare tra i qualificati ed è rimasto fuori anche Lorenzo Scalise, 35° con 414 (72 67 69 67 66 73, -14). Paratore ha effettuato un ottimo giro finale in 64 (-7, un eagle, sei birdie, un bogey) colpi, secondo score di giornata, ma non è riuscito a recuperare pienamente pagando forse più del dovuto il 74 (+3) del quinto turno. Scalise è rimasto in corsa fino alle ultime cinque buche, dove ha lasciato quattro colpi (due bogey, un doppio bogey) determinanti, dopo quattro birdie e due bogey sulle prime 13 (73, +2).
Il torneo si è svolto sui due percorsi dell’Infinitum Golf (Lakes Course par 71 e Hills Course par 72) con i 156 concorrenti che si sono alternati per 72 buche su entrambi i campi per poi concludere le altre 36 al Lakes Course. Forsstrom, 33enne di Bromma con un titolo sul Challenge Tour (KPMG Trophy, 2016), ha tenuto sempre alto il ritmo con punteggi tra il 65 e il 69 e ha lasciato a due colpi il francese David Ravetto (401, -27). Al terzo posto con 402 (-26) l’inglese Daniel Brown, al quarto con 403 (-25) il thailandese Kiradech Aphibarnrat e al quinto con 404 (-24) lo spagnolo Alejandro Del Rey, che con un 63 (-8) ha firmato il parziale più basso del turno.
Tra i ventotto che giocheranno l’anno prossimo a tempo pieno sul circuito maggiore vi saranno, tra gli altri, il portoghese Pedro Figueiredo, i francesi Joel Stalter e Mike Lorenzo-Vera, il tedesco Marcel Siem e l’inglese David Horsey. Gli altri giocatori che hanno superato il taglio dopo 72 buche riceveranno la ‘carta’ per il Challenge Tour. Out dopo quattro round Francesco Laporta, 85° con 283 (-3), Stefano Mazzoli e Aron Zemmer, 114.i con 288 (+2), e Andrea Pavan, 137° con 292 (+6).
Ancora Tony Finau, che ha letteralmente dominato nel Cadence Bank Houston Open dove si è imposto con 264 (65 62 68 69, -16) colpi siglando il quinto titolo in carriera, il terzo nel 2022 a partire da luglio. Sul percorso del Memorial Park Golf Course (par 70), dove il maltempo ha creato più di un problema, Francesco Molinari si è classificato 47° con 282 (69 71 72 70, +2) recuperando nel round conclusivo cinque posizioni con un 70 (par).
Finau, 33enne di Salt Lake City, alla 218ª gara sul PGA Tour, dopo la prima parte della carriera in cui si è distinto soprattutto come regolarista (in totale 55 top ten), ha cambiato passo dall’agosto del 2021, quando ha vinto iil Northern Trust, cinque anni dopo il primo successo (Puerto Rico Open, 2016). Poi i due titoli a luglio scorso (3M Open e Rocket Mortgage Classic). A Houston ha iniziato il quarto giro con quattro colpi di vantaggio, dopo aver eguagliato con 195 (-15) lo score più basso del torneo sulle 54 buche stabilito nel 1980 da Curtis Strange. Ha forzato nelle prime nove buche (quattro birdie) per evitare sorprese, ha poi tirato i remi in barca, forse fin troppo (tre bogey, parziale di 69, -1), ma senza rischiare perché il margine è rimasto lo stesso su Tyson Alexander, secondo con 268 (-12).
Finau, alla seconda gara del circuito 2022-2023 e out al taglio nella prima la scorsa settimana (World Wide Technology Championship), è salito dal 15° al 12° posto nel World Ranking, con i 500 punti acquisiti si è posizionato al settimo posto nella graduatoria della FedEx Cup e ha ricevuto un assegno di 1.512.000 dollari su un montepremi di 8.400.000 dollari. E’ la seconda volta che va a segno nelle sette in cui ha cominciato al vertice l’ultimo round.
In terza posizione con 269 (-11) l’inglese Ben Taylor e in quarta con 272 (-8) Trey Mullinax, Alex Smalley e lo svedese Alex Noren. Per la seconda settimana consecutiva Scottie Scheffler, numero due mondiale, ha fallito l’attacco al leader del World Ranking, il nordirlandese Rory McIlroy. Avrebbe avuto bisogno di un successo, ma è terminato nono con 274 (-6) insieme ad altri sei concorrenti tra i quali Gary Woodland e l’inglese Justin Rose.
Francesco Molinari ha concluso la gara con quattro birdie e altrettanti bogey. Nel terzo giro Ryan Armour ha realizzato la seconda “hole in one” (buca 7, par 3 di 169 yards) della sua carriera sul PGA Tour dopo quella firmata nel 2020 al Rocket Classic. Il 46enne di Akron si è classificato 27° con 278 (-2).
TERZO GIRO - La fuga verso la vittoria di Tony Finau, la prova incolore di Francesco Molinari, la "hole in one" di Ryan Armour e le difficoltà di Scottie Scheffler. In Texas, il "moving day" dello Houston Open, torneo del PGA Tour, ha regalato spettacolo. Al Memorial Park GC (par 70), l'americano Finau - numero 15 del world ranking - con un totale di 195 (65 62 68, -15) colpi ha eguagliato il miglior punteggio della competizione dopo 54 buche.
E negli Stati Uniti insegue il quinto successo in carriera sul PGA Tour. Il 33enne di Salt Lake City, ad un giro dal termine vanta quattro colpi di vantaggio nei confronti dell'inglese Ben Taylor, secondo con 199 (-11) e sette su sull’inglese Justin Rose (ex numero 1 al mondo) e sugli statunitensi Wyndham Clark e Tyson Alexander, terzi con 202 (-8).
Tra i big, Scottie Schauffele - secondo nel world ranking - è solo 25° con 207 (-3). Il 26enne di Ridgewood (New Yersey) non sembra avere alcuna chance di vittoria e, per la seconda settimana consecutiva, si prepara a dire addio alla possibilità di sorpassare, in vetta alla classifica mondiale, il nordirlandese Rory McIlroy (assente per l'occasione).
Ancora difficoltà per Francesco Molinari, solo 52° con 212 (69 71 72, +2) dopo un round in 72 (+2), con tre bogey e un birdie.
Prodezze per Ryan Armour. L'americano, 20° con 206 (-4), ha siglato la seconda “buca in uno” della sua carriera sul PGA Tour dopo quella firmata nel 2020 al Rocket Classic. Il 46enne di Akron ha realizzato la magia alla buca 7 (par 3 di 169 yards, oltre 154 metri).
SECONDO GIRO - Maltempo protagonista in Texas nello Houston Open. Pioggia e vento fermano il secondo round del torneo del PGA Tour, con 61 giocatori costretti a rientrare in Club House senza ancora averlo ultimato. Tutto rinviato, dunque.
Così come i primi verdetti. Al Memorial Park GC (par 70), prova non esaltante per Francesco Molinari che scivola dalla 38/a alla 65/a posizione provvisoria. Il torinese, che ha giocato 11 buche del secondo giro, è sul "+1" di giornata e in stretto par per quel che riguarda il totale. Per lui tre bogey e due birdie, con l'azzurro chiamato a cambiare ritmo per evitare l'uscita al taglio.
Negli Usa, ancora una grande prova per Tony Finau. Lo statunitense, numero 15 al mondo con quattro titoli sul circuito, di cui due arrivati nel 2022 (rispettivamente al 3M Open e al Rocket Classic), è rimasto da solo in vetta con uno score di 127 (65 62, -13) colpi, quattro di vantaggio nei confronti del connazionale Patrick Rodgers, 2/o con 131 (-9) davanti a un altro americano, Tyson Alexander 3/o con 132 (-8). Sul "-8", ma dopo 15 buche giocate, c'è pure lo svedese Alex Noren.
Ottimo inizio di secondo giro per Scottie Scheffler. Numero 2 mondiale, è risalito dalla 53/a alla 14/a posizione. Il 26enne di Ridgewood (New Jersey) è sul "-5" totale dopo 13 buche giocate in cui ha realizzato un eagle e tre birdie. Con un parziale di 62 (-8), frutto di dieci birdie e due eagle, Finau - 33enne di Salt Lake City - ha eguagliato il suo score personale più basso in un evento del PGA Tour.
PRIMO GIRO - In Texas, il primo round dello Houston Open di golf è stato sospeso per l'arrivo dell'oscurità con 13 giocatori chiamati ad ultimare le 18 buche di apertura. Al Memorial Park GC (par 70), nel torneo del PGA Tour, Francesco Molinari ha fatto registrare un giro in 69 (-1), con tre birdie e due bogey, ed è 38/o. Il torinese è distante quattro colpi dalla vetta occupata, con uno score di 65 (-5), dallo svedese Alex Noren e dagli americani Aaron Wise, Tony Finau. Sul "-5", ma con ancora una buca da completare, c'è pure un altro statunitense: Tyson Alexander.
Non è iniziata al meglio la gara di Scottie Scheffler. Runner up lo scorso anno, il numero 2 mondiale è 53/o con 70 (par) al fianco, tra gli altri, del giapponese Hideki Matsuyama. Per tornare in vetta alla classifica del world ranking, e superare il nordirlandese Rory McIlroy (assente per l'occasione), Scheffler in Texas è chiamato alla vittoria. Con Molinari, al 38/o posto, ecco pure Zach Johnson, capitano del team Usa alla Ryder Cup 2023 di Roma, e Lee Hodges, protagonista di eagle alla buca 1 (par 4 di 516 yards), con un colpo imbucato da 212 yards (193, 8 metri).
LA VIGILIA - Francesco Molinari torna subito in campo per partecipare al Cadence Bank Houston Open, in programma dal 10 al 13 novembre. Nella 75ª edizione del torneo del PGA Tour, che avrà luogo sul percorso del Memorial Park Golf Course, a Houston in Texas, il torinese che ieri, 8 novembre, ha compiuto 40 anni, proverà a cambiare passo dopo il 68° posto in Messico, maturato per un calo di ritmo nelle ultime 36 buche, pur avendo iniziato in terza posizione.
Fari puntati su Scottie Scheffler, numero due mondiale e unico della top ten del World Ranking in gara, che per la seconda settimana consecutiva avrà l’opportunità di far scendere dal trono il leader Rory McIlroy, assente nell’occasione. Scheffler, secondo lo scorso anno insieme a Kevin Tway che sarà anche lui della partita, ha mancato la prima opportunità giungendo terzo in Messico dopo un gran giro finale, ma tardivo (aveva bisogno di un primo posto o di un secondo in solitudine), dimostrando però di essere in buona condizione e in grado di tornare al successo (l’ultimo nel Masters Tournament ad aprile).
Nel field Russell Henley, vincitore domenica scorsa del World Wide Technology Championship at Mayakoba in Messico e di questo evento nel 2017, Tony Finau, Harris English, Jimmy Walker, Sam Burns, Gary Woodland, il giapponese Hideki Matsuyama, secondo nel 2021, il coreano Si Woo Kim, l’australiano Jason Day e gli inglesi Danny Willett, Justin Rose e Matt Wallace. Ci sarà soltanto un altro past winner, Jim Herman (2016), mentre sarà assente il campione uscente Jason Kokrak. Il record di vittorie della gara, nata nel 1946, appartiene con tre allo statunitense Curtis Strange e al fijiano Vijay Singh, il solo ad aver conseguito la doppietta consecutiva. Il montepremi è di 8.400.000 dollari.
Il torneo su GOLFTV e su Eurosport 2 - Il Cadence Bank Houston Open sarà trasmesso in diretta da GOLFTV e da Eurosport 2 con collegamenti ai seguenti orari su entrambe le piattaforme: da giovedì 10 novembre a domenica 13, dalle ore 19 alle ore 22. Commento di Nicola Pomponi e di Alessandro Bellicini.
HERO CUP: F. MOLINARI E FLEETWOOD, CAPITANI DEI DUE TEAM IN GARA A GENNAIO 2023 - Francesco Molinari e l’inglese Tommy Fleetwood sono stati nominati capitani rispettivamente dei team dell’Europa Continentale e della Gran Bretagna & Irlanda che saranno di fronte nella Hero Cup, il primo torneo del DP World Tour nel 2023 in programma dal 13 al 15 gennaio all’Abu Dhabi Golf Club di Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti. Le due compagini, composte di dieci elementi, si confronteranno sulle tre giornate di gara in incontri di foursome, di fourball e singoli. E’, in sostanza, una sorta di preparazione per i giocatori europei in vista della Ryder Cup 2023, che si terrà dal 29 settembre al 1° ottobre sul percorso del Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma). L’evento è stato voluto dall’inglese Luke Donald, capitano del Team Europe, che seguirà da vicino la competizione.
Tommy Fleetwood, in un acceso finale, ha prevalso con 277 (70 70 70 67, -11) colpi bissando il titolo conseguito nel 2019 (nel 2020 e 2021 evento annullato per la pandemia) nel Nedbank Golf Challenge, penultimo torneo stagionale del DP World Tour che si è disputato sul percorso del Gary Player Country Club (par 72), a Sun City in Sudafrica. L’inglese ha superato il neozelandese Ryan Fox, che gli ha lasciato strada con un bogey sull’ultima buca, terminando secondo con 278 (-10) in una giornata in cui c’è stata una sospensione del gioco per il maltempo, che ha accompagnato tutta la manifestazione. Due gli italiani in gara, Edoardo Molinari, 32° con 288 (69 71 72 76, par), e Guido Migliozzi, 44° con 291 (67 76 72 76, +3).
Tommy Fleetwood, 31enne di Southport, ha portato a sei i successi sul circuito (non vinceva proprio in questo torneo), per un palmarès che ne comprende uno sul Challenge Tour, uno sul PGA EuroPro Tour e uno fuori dai tour. Ha recuperato dal settimo posto con un 67 (-5), con quattro birdie sulle prime nove buche e poi, dopo un bogey alla 12ª, con un eagle alla 14ª praticamente decisivo perché lo ha portato al comando insieme a Fox e all’indiano Shubhankar Sharma, pure lui defilatosi nel finale con due bogey (terzo con 279, -9). Fleetwood è stato gratificato con un assegno di 1.020.000 dollari su un montepremi di sei milioni di dollari.
In quarta posizione con 280 (-8) lo scozzese Richie Ramsay, che ha fatto un breve passaggio in vetta, e in quinta con 281 (-7) lo svedese Sebastian Soderberg e il sudafricano Christiaan Bezuidenhout.
Edoardo Molinari, 57° nell’ordine di merito, che aveva l’obiettivo di entrare tra i 50 che andranno a Dubai per il DP World Tour Championship, dove il circuito 2022 si concluderà, è stato in contesa fino al terzo round, poi nel quarto ha ceduto. Dieci buche in sofferenza con un doppio bogey, tre bogey e un birdie prima di fermarsi, poi alla ripresa otto buche in par per il 76 (+4).
La prova di Guido Migliozzi è stata pesantemente condizionata da un “10” nel secondo giro alla buca 17 (par 4) che l’ha strappato dalle prime posizioni. Non è riuscito a ritrovare più il ritmo iniziale (primo turno in 67, -5, con cinque birdie senza bogey) e ha terminato anche lui con un 76 (+4) dopo tredici buche disputate prima dello stop con tre birdie, un bogey, un doppio bogey e un triplo bogey, e poi con un altro bogey sulle successive cinque.
Il circuito, come detto, terminerà la prossima settimana con il DP World Tour Championship in programma da giovedì 17 novembre a domenica 20 allo Jumeirah Golf Estates di Dubai negli Emirati Arabi Uniti. In gara i primi 50 della money list, tra i quali ci sarà Guido Migliozzi, 27° nel ranking, che si contenderanno un montepremi di 10 milioni di dollari e con Ryan Fox che, grazie al secondo posto, si è portato nella money list a poco più di cento punti dal leader, il nordirlandese Rory McIlroy, e che ora ha l’obiettivo di sorpassarlo per divenire il primo della sua nazione a imporsi in questa classifica.
TERZO GIRO - In Sudafrica, il Nedbank Challenge dopo lo stop per maltempo di ieri ha costretto i 66 concorrenti in gara a una maratona golfistica. Prima il secondo round completato, poi subito in campo per il terzo. E a Sun City, al termine del "moving day" a guidare la classifica, con 207 (-9) colpi, ecco il danese Rasmus Hojgaard (69 69 69) e il belga Thomas Detry (73 67 67). Dietro di loro, in 3/a posizione con 208 (-8), i sudafricani Branden Grace e Thriston Lawrence.
Nel penultimo torneo del DP World Tour 2022, tra gli azzurri Edoardo Molinari occupa la 17/a posizione con 212 (69 71 72, -4). Il torinese nell'ultimo round sarà chiamato alla rimonta per cercare di rientrare tra i migliori 50 (attualmente è 57/o) giocatori del circuito che, dal 17 al 20 novembre, saranno protagonisti a Dubai per il DP World Tour Championship, ultimo atto stagionale che metterà in palio 10.000.000 di dollari.
Sul percorso del Gary Player GC (par 72), grandi rimpianti per Guido Migliozzi. Il vicentino è scivolato dalla 3/a alla 27/a posizione con 215 (67 76 72, -1) ed ha pagato a caro prezzo un sestuplo bogey arrivato, nel secondo giro, alla buca 17 (par 4). Un errore che ha compromesso la gara del 25enne veneto, fino a quel momento ai piani alti della classifica.
E ora il rush finale. In Sudafrica, in corsa per il titolo c'è pure Luke Donald. L'inglese, capitano del team Europe alla Ryder Cup 2023 di Roma, è 5/o con 209 (-7) al pari di Christiaan Bezuidenhout. Mentre in 7/a posizione con 210 (-6) ecco, tra gli altri, il neozelandese Ryan Fox e il britannico Tommy Fleetwood. Campione in carica, Fleetwood ha vinto il torneo nel 2019 (la competizione è stata cancellata per Covid nel 2020 come nel 2021).
SECONDO GIRO - Il secondo giro è stato sospeso dopo poche buche giocate per maltempo e campo allagato.
PRIMO GIRO - In Sudafrica, buon inizio per gli azzurri al Nedbank Golf Challenge. A Sun City, nel penultimo torneo del DP World Tour 2022, Guido Migliozzi ha chiuso il primo round in 3/a posizione mentre Edoardo Molinari è 7/o. Il vicentino Migliozzi, con uno score di 67 (-5), frutto di cinque birdie, è distante tre colpi dalla vetta occupata dal neozelandese Ryan Fox, in testa con 64 (-8) davanti a Luke Donald. L'inglese, capitano del team Europe alla Ryder Cup 2023 di Roma, è 2/o con 65 (-7).
Al Gary Player GC (par 72), prova bogey free non solo per Migliozzi ma anche per Edoardo Molinari. Diciotto buche senza macchie per il torinese, autore di tre birdie. Dietro di lui, 12/o con 70 (-2), ecco il britannico Tommy Fleetwood, che in Sudafrica difende il titolo conquistato nel 2019 (la competizione non s'è giocata nel 2020 e nel 2021 causa Covid-19).
Avvio show nella 40esima edizione di un evento ribattezzato come "Africa's Major" e vinto in passato da grandi della disciplina come, tra gli altri, Severiano Ballesteros (per lui due affermazioni) ed Ernie Els (che ha calato il tris di successi nell'evento). Il neozelandese Fox con un successo a Sun City passerebbe dalla seconda alla prima posizione nel DP World Tour Rankings, presentandosi così a Dubai - dal 17 al 20 novembre - da leader nel DP World Tour Championship. Con l'exploit, si permetterebbe infatti il lusso di sorpassare, nell'ordine di merito del circuito, il nordirlandese Rory McIlroy che è anche il numero 1 del world ranking. Bella prova pure per Donald e figurone per Migliozzi che, dopo l'impresa all'Open de France, ne sogna un'altra in Sudafrica in un appuntamento che mette in palio 6.000.000 di dollari complessivi.
Occasione pure per Edo Molinari. Perché se Migliozzi è 25/o nella "money list" del DP World Tour, il piemontese è invece 57/o. E per staccare il pass per giocare a Dubai l'ultimo atto stagionale, deve entrare tra i migliori 50 del DP World Tour Rankings
LA VIGILIA - Il Nedbank Golf Challenge, una classica sudafricana di lunga tradizione, torna dopo due anni di assenza per la pandemia e sarà organizzata in collaborazione tra Sunshine Tour e DP World Tour. Sul percorso del Gary Player Country Club, a Sun City in Sudafrica, dal 10 al 13 novembre nella 40ª edizione saranno in gara 66 concorrenti, i primi 60 della money list a scalare e sei invitati. Due gli azzurri, Guido Migliozzi, 25° nel ranking, ed Edoardo Molinari, 57°, in un contesto in cui difenderà il titolo, conquistato nel 2019, l’inglese Tommy Fleetwood e dove figurano dodici tra i primi 20 dell’ordine di merito, tra i quali quattro dei primi dieci.
Particolarmente motivato Ryan Fox, numero due, vincitore a inizio ottobre dell’Alfred Dunhill Links e quarto nel Mallorca Golf Open, che attraversa un momento di ottima forma e che con un successo potrebbe superare il nordirlandese Rory McIlroy, numero uno, e divenire il primo neozelandese della storia a prendersi la leadership in questa graduatoria.
Nel field, e con possibilità di rendersi protagonisti, il polacco Adrian Meronk (n. 8), l’inglese Jordan Smith (n. 9) e il sudafricano Thriston Lawrence (n. 10), senza trascurare lo spagnolo Adrian Otaegui (n. 11), lo stesso Fleetwood (n. 13), a caccia del bis, lo scozzese Robert MacIntyre (n. 15), a segno nel DS Automobiles 79° Open d’Italia, il danese Rasmus Hojgaard (n. 17), che sarà al via insieme al fratello gemello Nicolai, e l’iberico Pablo Larrazabal (n. 18, due titoli in stagione). Non è tra i top 20, ma può sicuramente dire la sua, Guido Migliozzi che a settembre ha conquistato l’Open de France.
Da seguire anche lo spagnolo Rafa Cabrera Bello, i sudafricani Justin Walters, Juan Carlo Ritchie, Zander Lombard, Shaun Norris, ammesso quale numero uno del Sunshine Tour 2021-2022, e Branden Grace, che ha ricevuto uno degli inviti e che sarà il solo altro past winner (2017) in campo. Un altro invito è andato all’inglese Luke Donald, capitano del Team Europe per la Ryder Cup 2023 e che, insieme a Molinari, uno dei vice capitani, monitorerà possibili candidati per la squadra. Il montepremi è di 6.000.000 di dollari con prima moneta di 1.020.000 dollari.
La storia - La prima edizione del torneo, detto anche “Africa’s Major”, si svolse nel 1981, con la partecipazione di cinque giocatori scelti tra i migliori del momento, e si impose lo statunitense Johnny Miller dopo nove buche di spareggio con lo spagnolo Seve Ballesteros. Dalla stagione successiva i partecipanti divennero dieci, ma il milione di dollari destinato al vincitore fu messo in palio per la prima volta nel 1987 e ad aggiudicarselo fu il gallese Ian Woosnam. I concorrenti venivano scelti con criteri di selezione molto rigidi e fu Costantino Rocca, nel periodo di suo maggior fulgore, il primo italiano ad essere invitato. In seguito fu ampliato il numero dei partecipanti, ma fino al 2005 rimase comunque un evento non ufficiale. Dal 2006 è entrato nel calendario del Sunshine Tour, poi dal 2013 ha fatto parte anche del circuito continentale e dal 2017 al 2019 è stato inserito tra le Rolex Series. Otto i plurivincitori: con tre titoli i sudafricani David Frost ed Ernie Els, Nick Price dello Zimbabwe e l’inglese Lee Westwood; con due gli iberici Seve Ballesteros e Sergio Garcia, il tedesco Bernhard Langer e lo statunitense Jim Furyk.
Il torneo su GOLF TV - Il Nedbank Golf Challenge sarà trasmesso in diretta da GOLFTV con collegamenti ai seguenti orari: da giovedì 10 novembre a sabato 12, dalle ore 9,30 alle ore 15; domenica 13, dalle ore 8,30 alle ore 14. Commento di Maurizio Trezzi e di Matteo Delpodio.
Chiara Noja (68 70 65) ha vinto l’Aramco Team Series – Jeddah, torneo del Ladies European Tour, superando al playoff l’inglese Charley Hull (70 75 68) dopo che entrambe avevano chiuso con un totale di 203 (-13) colpi. Al Royal Greens Golf & Country Club (par 72) di Jeddah, in Arabia Saudita, però, tra le protagoniste c’è stata anche Virginia Elena Carta. L’azzurra, in testa dopo il primo giro e seconda dopo 36 buche, si è piazzata al quarto posto con uno score di 205 (67 69 69, -11) ottenendo il suo miglior risultato stagionale (in precedenza era giunta ottava al Big Green Egg Open). Virginia Elena Carta è stata preceduta da Nicole Garcia, terza con 204 (-12), mentre alle sue spalle si sono classificate Bronte Law e Lee-Anne Pace, quinte con 206 (-10)
Oltre alla gara individuale è stata giocata anche quella a squadre, vinta con 259 (-29) colpi dal team della sudafricana Nicole Garcia, con la connazionale Cassandra Alexander, la ceca Tereza Melecka e con la dilettante marocchina Sonia Bayahya. Dopo aver concluso le 36 buche alla pari con la formazione dell’austriaca Christine Wolf, con la scozzese Laura Beveridge, con Alexandra Swayne delle Isole Vergini e con l’amateur saudita Raghdah Alessawi, ha poi prevalso al playoff.
Virginia Elena Carta ha fatto parte della compagine della tedesca Helen Tamy Kreuzer, insieme alla svedese Lina Boqvist e alla dilettante saudita Lujain Khalil che ha terminato al terzo posto con 260 (-28), affiancata dal Team Wikstrom. Anche in questo caso è il miglior risultato a squadre stagionale per l’azzurra (ottava nell’ATS-London). Le tre proette del quartetto vincitore hanno ricevuto ciascuna 34.737 dollari su un montepremi complessivo di 500.000 dollari.
Chiara Noja, sedicenne di Berlino, professionista dal 2021, ha ottenuto un titolo e altre 10 top ten sul LET Access, dove ha preso la ‘carta’ per il LET 2023 con il secondo posto nell’ordine di merito. Grazie a questo exploit, la tedesca ha incassato un assegno di 74.438 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 500.000.
LA VIGILIA - Al Royal Greens Golf & Country Club di Jeddah, in Arabia Saudita, si disputa dal 10 al 12 novembre l’Aramco Team Series - Jeddah, gara con classifica individuale e a squadre e con un montepremi di un milione di dollari. Sarà in campo Virginia Elena Carta, alla 23ª gara stagionale (tre a squadre), e andata a premio 21 volte contro due soli tagli, con migliori risultati due ottavi posti, uno individuale (Big Green Egg Open) e uno tra i team (Aramco Series London).
L’azzurra sarà in un field di ottimo livello con sette tra le prime dieci della Race To Costa del Sol (ordine di merito), quattro vincitrici stagionali, la belga Manon De Roey (n. 4), la spagnola Ana Pelaez Trivino (n. 5) e le inglesi Georgia Hall (n. 9) e Liz Young (n. 10), insieme alla svedese Johanna Gustavsson (n. 3), all’argentina Magdalena Simmermacher (n. 7) e alla sudafricana Lee-Anne Pace (n. 8).
Vi sono altre atlete andate a segno nel 2022, la tedesca Olivia Cowan, le ceche Klara Spilkova e Jana Melichova, la francese Anne-Charlotte Mora, l’inglese Bronte Law e la finlandese Tiia Koivisto. E ancora, tra le possibili protagoniste, la slovena Pia Babnik, la norvegese Marianne Skarpnord, la tedesca Laura Fuenfstueck e la sudafricana Nicole Garcia. Nella doppia veste di giocatrice e di attenta osservatrice la norvegese Suzann Pettersen, capitana del Team Europe alla prossima Solheim Cup (22-24 settembre 2023, Club de Golf Finca Cortesín, Casares, Spagna).
Dai successi alle difficoltà e ritorno. Dopo anni di purgatorio Renato Paratore ha ritrovato la vittoria. Negli Emirati Arabi Uniti ha dominato l’UAE Challenge, evento dell’HotelPlanner Tour, tornando a festeggiare una impresa a distanza di 1.723 giorni dall’ultima volta (British Masters sul DP World Tour nel luglio 2020). “Sono davvero felice. È stato un exploit importante perché non riuscivo ad affermarmi da molto tempo. Ho avuto dei dubbi e mi sono chiesto: ‘Ma riuscirò a tornare a vincere’? Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. E adesso, l’obiettivo del 2025, è quello di riconquistare la ‘carta’ per il massimo circuito continentale”, spiega Paratore in una intervista a cuore aperto sui canali federali. È la storia di un predestinato, quella di Paratore. Nato il 14 dicembre del 1996 a Roma, da dilettante ha conquistato prima lo Junior Orange Bowl nel 2013 a Miami (Usa), poi, nel 2014, il Portuguese International Amateur Championship a Palmela.
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Da 2 al 5 settembre prossimo tornerà l’Open d’Italia. Sarà la 78ª edizione dell’evento nato nel 1925 che però in tanti anni ha espresso solo sei vincitori italiani, due capaci di fare doppietta, Ugo Grappasonni (1950-1954) e Francesco Molinari (2006-2016) che si sono affiancati a Francesco Pasquali, a segno dell’edizione inaugurale del 1925, Aldo Casera (1948), Baldovino Dassù (1976) e a Massimo Mannelli (1980). Tra i "magnifici sei" soffermiamo l’attenzione su Aldo Casera e Ugo Grappasonni, due esponenti dei mitici "Tre moschettieri" del golf italiano.
Del trio faceva parte anche Alfonso Angelini, che non ebbe mai la fortuna di vincere l’Open, ma che detiene un primato probabilmente destinato a perenne imbattibilità: si impose per ben dieci volte nel Campionato Nazionale Omnium, oggi Campionato Nazionale Open. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissimo personaggio, Pietrino Manca "il maestro dei maestri" che ha trascorso tutta la sua vita al Circolo Golf Roma Acquasanta
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